Per difendere gli alberi, le associazioni chiedono un incontro ai commissari prefettizi che siedono in Comune. Il taglio di alberi sani in via Don Minzoni, a Rende, è stato scongiurato, lo scorso sabato, dal maltempo.
È quanto evidenziano i volontari delle associazioni I Giardini di Eva, Mediterranea Media, Circolo Unesco provincia di Cosenza, Comitato Come può uno scoglio arginare il mare e Forum Terzo Settore del Tirreno cosentino che, nella stessa giornata, hanno eseguito dei sopralluoghi ai pinus pinea in questione e lungo i fiumi dell’area urbana, notevolmente ingrossati dalle copiose piogge delle settimane precedenti.
La notizia dell’abbattimento, decisa dai commissari prefettizi del Comune di Rende anche con la motivazione che si tratta di alberi pericolosi, a rischio caduta, di scarso valore estetico ed ornamentale e che danno gravi problemi alla pavimentazione e ai marciapiedi sottostanti, ha messo in allerta le associazioni ambientaliste che non condividono una tale valutazione su alberi sani che regalano ombra ed ossigeno da più di 60 anni e addolciscono il paesaggio urbano caratterizzato da asfalto e cemento. Per questo si sono subito mobilitate organizzando un sit – in.
«Abbiamo affisso, nonostante la pioggia, dei manifesti con scritto non tagliarmi – ha dichiarato la fondatrice dei Giardini di Eva, Nadia Gambilongo – noi non ci arrenderemo al taglio ingiustificato dei pini. Non è così che si fa riqualificazione urbana. Al momento rimane un progetto nefasto temporaneamente rinviato, ma è comunque tempo di presidiare i nostri territori fragili, la buona politica parte sempre dal basso».
Le associazioni chiedono di essere ricevute dai Commissari per trovare insieme una soluzione sostenibile che possa tutelare il verde urbano e garantire, allo stesso tempo, la giusta sicurezza ai cittadini e per avviare un percorso virtuoso di progettazione sociale e ambientale condiviso del territorio. Dopo il sit – in i volontari hanno trovato una brutta sorpresa alla loro auto, le gomme tagliate – «ma non è così che ci fermeranno». (rcs)