Ruggero Pegna, legale rappresentante e direttore artistico-organizzativo della Show Net srl, che si è visto prima escludere per mancanza dei requisiti, poi riammettere per evidenti sviste degli uffici, il suo festival Fatti di Musica, oscar del live d’autore, giunto alla 35esima edizione, ha reso noto, tramite un comunicato insieme al suo legale Tiziano Lio, che «quello che a tanti appariva chiaro, cioè una serie di abusi in cui credo ravvisabili gravi reati di natura penale, ora è confermato dall’aver accertato i fatti che cerco di riassumere».
Il promoter, infatti, ha avviato delle azioni giudiziarie contro la Regione Calabria in merito al Bando Marchio Grandi Eventi 2020, con numerosi ricorsi al Tar e perfino la denuncia querela alla Procura della Repubblica di Catanzaro con la richiesta di ricusazione della Commissione a seguito, appunto, dell’esclusione per mancanza dei requisiti, poi riammettere per evidenti sviste degli uffici, il suo festival Fatti di Musica, oscar del live d’autore, giunto alla 35esima edizione, dichiarato Festival Internazionale Storicizzato di “fascia 1” dalla stessa Regione nelle precedenti edizioni dell’analogo bando, peraltro la storia stessa dei grandi live in Calabria come bisogna riconoscere al promoter lametino, una delle figure con il curriculum più ricco del settore a livello nazionale.
«La graduatoria di questo Avviso – ha spiegato Pegna – scaduto il 28 luglio 2020 era stata regolarmente redatta dall’apposita commissione e consegnata dal Presidente della stessa alla Direzione Generale del Dipartimento e, quindi, alla Presidenza della Regione che aveva assunto a sé i Grandi Eventi, in modo celere e puntale entro i 30 giorni previsti, cioè il 13 agosto 2020. Evidentemente, tale graduatoria non è stata gradita, tant’è che dopo averne richiesto una rivalutazione forse non accordata, con apposito Decreto veniva annullata e sostituita l’intera Commissione, trovando a pretesto una inesistente intrusione di due funzionari regionali nella posta certificata con cui la responsabile del procedimento comunicava gli ammessi alla Dirigenza generale. Tale accusa è risultata pretestuosa finanche alla Commissione di Disciplina regionale che, ovviamente, ha dovuto esaminare il caso e redigere un apposito verbale, come prassi vuole in questi casi».
«È evidente, infatti – ha continuato – che l’aver letto una posta, peraltro ad opera di funzionari regionali addetti a ciò, non poteva in alcun modo aver inficiato la validità di una graduatoria, peraltro regolarmente trasmessa dal Presidente di Commissione alla Presidenza regionale. Su questi fatti, spero che la Procura voglia accertare ogni responsabilità. E’ altresì evidente che la consegna della graduatoria nei tempi previsti avrebbe consentito il corretto svolgimento di ogni successiva fase, a cominciare da eventuali ricorsi, in un arco di tempo compatibile con la scadenza per l’effettuazione degli eventi, fissata dall’Avviso entro il 31 dicembre 2020».
«In realtà, a seguito di quanto esposto – ha proseguito – solo a gennaio 2021 veniva fissata una nuova commissione, composta da figure senza alcuna competenza in materia, tutte appartenenti a dipartimenti estranei alla Cultura, che pubblicava una graduatoria provvisoria l’1 aprile 2021 e quella definitiva addirittura solo lo scorso 28 maggio, pretendendo peraltro che gli eventi si fossero comunque svolti entro il 31 dicembre 2020. Anche in questa fase la sequenza di fatti è incredibile e surreale. Da quella provvisoria venivano esclusi dei festival riconosciuti “Internazionali Storicizzati di prima fascia” da tutti i precedenti bandi regionali, paradossalmente non comprendendo finanche l’evidente e documentata sussistenza di tutti i requisiti, tanto da doverli riammettere, come nel mio caso. Ma non solo, agli occhi di qualsiasi esperto del settore, la graduatoria è risultata immediatamente falsata da punteggi attribuiti senza alcuna cognizione di causa o, forse, con precisa premeditazione».
«Tant’è che, per fare un semplice esempio – ha spiegato ancora – alla stessa voce relativa al voto da attribuire alla “direzione artistica in base al curriculum vitae”, al Comune di Reggio Calabria e alla mia Show Net venivano dati due punteggi completamenti diversi (2,67 e 8), nonostante il direttore artistico fosse lo stesso, cioè il sottoscritto. A causa dell’analisi di tutti i punteggi, da cui risultano in modo indiscutibile ignoranza, superficialità e malafede, ho fatto verbalizzare la richiesta di ricusazione della Commissione per manifeste irregolarità che hanno falsato la graduatoria e di rifacimento della stessa».
«Quanto accaduto è inaccettabile – ha concluso – ed è frutto, innanzitutto, della miopia politica che ha destinato a questo avviso un importo molto inferiore ad analoghi bandi e inadeguato a sostenere, almeno, i 12 festival di fascia 1 già dichiarati storicizzati dalla Regione negli anni, autentica industria dello spettacolo e della Cultura con ricadute positive di ogni tipo. Lo stesso importo, in pratica, destinato a 5 minuti di uno spot talmente mal riuscito da doverlo rifare! Da ciò ne è derivata una sequenza di azioni fraudolente, emerse oramai in modo inequivocabile!». (rcz)