La Uil calabrese, per voce del suo segretario generale Santo Biondo, “bacchetta” l’assessore regionale all’Ambiente Sergio De Caprio sul problema – irrisolto – dei rifiuti. «L’assessore De Caprio – afferma Biondo – dica, prima di passare il testimone a chi ne prenderà il posto ai piani alti della Cittadella regionale, ai calabresi e al sindacato cosa ha fatto nel lasso di tempo in cui ha gestito l’assessorato competente e, soprattutto, quali siano i progetti futuri che la Calabria metterà in campo per mettere a sistema il settore dell’igiene ambientale.
La Calabria rischia, per l’ennesima volta, il default del sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti. Per sopperire alle carenze strutturali, ataviche e sino ad oggi ancora irrisolte, sono state avviate interlocuzioni per spedire i rifiuti lontano dai confini regionali.
Con l’arrivo della stagione estiva, poi, il problema potrebbe amplificarsi e lo scenario, già degradante, di città invase dai rifiuti potrebbe amplificarsi a dismisura. Soprattutto per i grandi centri della nostra regione è necessario un surplus di attenzione nei confronti del sistema dell’igiene ambientale.
Invece, ad oggi nessuno ha il quadro completo sul come chi ha la gestione della cosa pubblica in questa regione intende portare fuori il territorio da questo vicolo cieco, di come si intenda risolvere definitivamente un problema che pregiudica la qualità della vita della quasi totalità dei cittadini calabresi e mortifica la propensione turistica della nostra regione e rischia di aprire le porte al malaffare e di produrre lavoro precario e poco normato. Nel settore rifiuti migliaia i posti di lavoro calabrese, che sono messi sotto stress dai ritardi stipendiali e per via di un sistema ambiente inefficiente e che fa acqua da tutte le parte. Rispetto a questa importante ferra del mercato del lavoro privato calabrese, da molto tempo denunciamo forte la nostra preoccupazione
Ad oggi, ancora, non si è provveduto a risolvere la cronica carenza di impianti moderni ed efficienti in grado di smaltire – in maniera pulita e corretta – i rifiuti prodotti in Calabria. Si attende, poi, da sette anni che le previsioni della legge regionale numero 14 vengano applicate ed il sistema trovi una organizzazione ottimale. Gli Ato non sono stati ancora definiti e degli ecodistretti non si ha più notizia.
Nel frattempo, però, cresce il peso delle tasse sulle tasche dei calabresi, così come aumenta il dato relativo all’evasione delle Tari da parte dei contribuenti regionali. Vi è poi il rischio concreto che il peso delle tasse possa aumentare per la crescita dei costi legati allo smaltimento dei rifiuti fuori regione». (rcz)