LA GIUNTA VARA UN FONDO SUBITO DISPONIBILE PER DARE LIQUIDITÀ AD AZIENDE E PROFESSIONISTI ;
Fausto Orsomarso

«Riparti Calabria»: 150 milioni contro la crisi
È la prima Regione a dare i soldi alle imprese

di SANTO STRATI – La soddisfazione di Fausto Orsomarso, neoassessore regionale al Lavoro, dopo dieci ore di fatica è comunque lampante: la Calabria è la prima Regione a varare in tempi record un provvedimento a favore delle imprese per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Una tempestività ammirevole che tiene conto non solo della gravità della situazione sanitaria attuale, ma guarda anche al dopo, alla cosiddetta ripartenza. E lo fa in maniera inedita per un ente regionale, con l’orgoglio di chi crede nel ruolo di cui è stato investito: prima la delibera, poi l’annuncio. Diciamo la verità, abituati ai grandi annunci cui poi non seguiva nulla, ci disorienta gradevolmente, anzi ci entusiasma, questo nuovo corso della politica regionale: chi ci legge sa che non parteggiamo per alcuno, all’infuori dei calabresi, ma desideriamo dare atto alla presidente Jole Santelli e alla Giunta di star mostrando capacità e voglia di fare, nell’interesse della Calabria, per il bene comune e non per accontentare qualche pretesa privata. La Giunta, al completo, si è riunita fisicamente a Germaneto (il tema era troppo importante per affidarlo alla video conferenza) ed ha ascoltato le proposte dell’assessore Orsomarso per l’aiuto, assolutamente non rinviabile, alle imprese. Ed ha approvato questo significativo atto di indirizzo per il sistema produttivo calabrese. Lavoro, impresa, mantenimento dell’occupazione, salvaguardia delle attività in essere. Non progetti per investimenti, ma sostegno all’economia reale, con determinazione e convinzione.

«Era importante – ha dichiarato Fausto Orsomarso a calabria.live – pensare da subito alla ripartenza, così come stiamo dedicando il massimo sforzo all’emergenza sanitaria. Occorre pensare adesso al “dopo” perché le aziende devono riaprire, devono poter ripartire e hanno bisogno di liquidità immediata. Bisogna dimenticarsi delle procedure tradizionali, abbiamo tenuto fuori le banche, affidando tutto alla Fincalabra, la nuova Fincalabra che può contare su funzionari preparati e attenti, in grado di gestire le istanze di finanziamento che arriveranno. Ripeto, finanziamenti per la liquidità e la ripartenza, non per nuovi investimenti, lì ci sono altre misure su cui ricorrere. Oggi è importante pensare all’apparato produttivo della regione e quindi le aziende, le partite iva e, grande novità, i professionisti che il governo centrale sta ignorando tranne che per il piccolo aiuto esentasse già previsto. I professionisti hanno studi, laboratori, attività oggi serrate che devono poter ripartire: questo fondo di dotazione pensa anche a loro. Le risorse le abbiamo trovate rimodulando alcune voci di spesa non utilizzate, per esempio 44,8 milioni dal credito d’imposta e il resto da somme non ancora assegnate. Partiamo con 150 milioni e altri 100 con buona probabilità riusciremo a trovarli dall’asse 3. Questo significa – sottolinea l’assessore Orsomarso – che il fondo non è soltanto per l’emergenza, ma potrà accompagnare gli imprenditori per i prossimi cinque anni, in quanto ci saranno i rientri dei finanziamenti che andranno a rimpolparlo costantemente».

Orsomarso rivendica con orgoglio che il provvedimento non è stato annunciato se non dopo che è stato sottoscritto e varato dalla Giunta. «Non è un cambio di passo, questo? – dice Orsomarso – Le altre regioni dovrebbero prenderci ad esempio. Anche il governo centrale dovrebbe guardare a come in Calabria si possano prendere iniziative immediate, in grado di rispondere all’emergenza, guardando alle vitali esigenze di sopravvivenza dell’economia. Verranno altri interventi dallo stato per le imprese, noi, intanto, in Calabria, abbiamo segnato una traccia decisamente importante. Occorre guardare all’economia reale che va salvata, senza trascurare l’allarme del procuratore capo Gratteri sulle insidie della ‘ndrangheta e del malaffare che possono aggredire aziende agonizzanti. Il provvedimento è rivolto alla Calabria produttiva: ci siamo basati sui dati Cerved sulle proiezioni circa la probabile riapertura dopo la crisi. Un conto è valutare una proiezione ottimista e poco reale di fine maggio, un altro prevedere almeno un semestre di difficoltà reali, soprattutto in termini di liquidità. Ed ecco che abbiamo costruito un provvedimento che permetterà di dare da 10mila a 400mila euro ad aziende, partite iva, professionisti. La valutazione è affidata alla Fincalabra, la burocrazia resta fuori della porta, sarà come un prestito – per intenderci – alla Findomestic per i privati: pratica immediata, contratto da firmare via mail e bonifico il giorno dopo sul conto corrente. Si valuteranno gli ultimi bilanci e il fatturato per offrire interventi tagliati su misura dell’azienda, con un moltiplicatore che sarà diverso a seconda delle attività. E abbiamo pensato anche a misure straordinarie da destinare alle piccolissime aziende e ai laboratori artigiani: un ristoro delle perdite subite a seguito della chiusura forzata (5-7mila euro) per aiutarli a riaprire e riprendere l’attività».

È dunque una notizia doppiamente importante, per la somma impegnata e per la dimostrazione della capacità di “fare” dimostrata in questa occasione.  La Giunta ha, dunque, varato subito il fondo “Riparti Calabria” di 150 milioni di euro per sostenere le imprese, ormai tutte in crisi di liquidità. Un fondo immediatamente disponibile in grado di aiutare imprese, professionisti e partite iva con aiuti che vanno dai 10mila ai 400mila euro. È una risposta adeguata, vigorosa e intelligente che dimostra che l’obiettivo, stavolta, è il bene comune, ovvero il contrasto serio a una crisi economica non meno insidiosa e temibile dell’epidemia. Il blocco forzato di attività, la chiusura obbligata di negozi, aziende, laboratori, artigiani ha innescato una pericolosissima deriva finanziaria che rischia di mettere in ginocchio un’economia che già si manteneva a fatica a galla, nella regione più disastrata d’Italia. In Calabria la parola competitività si è sempre scontrata con l’impari lotta col mostro della burocrazia e la cecità degli istituti bancari che tutto hanno fatto tranne che sostenere, incentivare e motivare il ricorso al credito per fini di investimento, crescita e sviluppo. Adesso si può veramente pensare a un’inversione di tendenza e dalla “povera” e sempre trascurata Calabria viene un modello di due diligence che – siamo certi – sarà preso a modello dalle regioni virtuose del Nord e, perché no?, magari dal governo centrale.

La crisi economica, come abbiamo scritto ieri, non va sottovalutata, sono in rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro che in casa nostra dove la disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni arriva a superare il 52% equivale al suicidio dell’agognata (e possibile) crescita. L’epidemia del coronavirus, col suo drammatico e terribile carico di morti che nessuno – altra tragedia – ha potuto adeguatamente piangere e accompagnare alla tomba non è finita, né sappiamo a quali dure prove ci costringerà nelle prossime settimane. Occorre avere speranza, senza dubbio, perché noi italiani siamo un popolo abituato a saperci rialzare dopo qualunque tragedia, e i calabresi ancor di più, ma bisogna guardare già da adesso al dopo, al futuro che ci attende quando tutto sarà finito. Se ci saranno macerie su cui tentare la ricostruzione o più auspicabilmente polvere da spazzare via da scaffali, macchinari, attrezzature.

La prima ipotesi, quella delle macerie, è dunque oggi meno pressante e più lontana: in attesa degli interventi di stato, la Regione Calabria è corsa ai ripari, prima di ogni altra regione italiana, fornendo gli strumenti finanziari per dare il sostegno necessario a ripartire. Gli imprenditori seri, le aziende che danno occupazione e producono benessere alle famiglie, sono allo stremo ma non hanno fatto mancare ai lavoratori stipendi e aiuti necessari a sfamare i figli, pur in assenza di qualsiasi entrata o ricavo dall’attività. L’iniezione di liquidità promessa oggi dalla Giunta è un segnale importante, il conforto che le imprese cercavano per non sentirsi più soli e abbandonati. Un segnale della Calabria che vuole crescere e può farcela. (s)