L'UOMO D'AFFARI AMERICANO, ORIGINARIO DELLA JONICA, SI È INNAMORATO DI FIRENZE, MA AMA LA SUA CALABRIA;
Rocco Commisso

Profumo di bergamotto sui Viola: il gioiosano Rocco Commisso sì è comprato la Fiorentina

«Chiamatemi Rocco»: mr. Commisso, uno dei più brillanti business-man del mondo (è a capo di MediaCom, colosso USA delle telecomunicazioni) si è subito presentato così ai tifosi viola, dopo aver siglato l’acquisto della Fiorentina dai Della Valle. Originario di Gioiosa Jonica (dove ha trascorso i suoi primi 12 anni, prima di raggiungere il padre negli Stati Uniti nel 1956) ha confessato di essere innamorato di Firenze (e chi non lo è?), tanto che il colore viola gli sarà sempre più congeniale, ma da inguaribile calabrese non può fare a meno di amare la sua indimenticabile terra.

Ricchissimo, ma con la semplicità innata di chi ha saputo da solo costruirsi una vita di successi, Rocco Commisso è molto orgoglioso della sua italianità, ma soprattutto delle sue origini calabresi. È l’esempio del calabrese di talento che, lontano dalla sua terra, riesce a raggiungere un ruolo da protagonista, facendosi apprezzare e stimare: sia nel campo delle istituzioni, che degli affari, della politica e dell’impresa, della scienza che dello spettacolo. Sono tantissimi i calabresi illustri nel mondo (il libro La Calabria nel cuore di Peppino Accroglianò e Santo Strati ne ha individuati e segnalati quasi mille), ma mr. Commisso («chiamatemi Rocco») è quello che ci rende particolarmente fieri della sua genuina calabresità, che emerge – orgogliosamente – “ovunque nel mondo”.

Rocco  Commisso, tra le tante passioni, non nasconde quella del calcio: ha giocato da giovane, mantenendosi con le borse di studio riservate ai campioni, fino a levarsi lo sfizio di comprare nel 2017 i New York Cosmos, la squadra americana più conosciuta al mondo. Lo scorso anno aveva anche tentato di acquistare il Milan, ma l’offerta dei cinesi ha prevalso. L’occasione dei Della Valle, decisi a disimpegnarsi dal calcio, non se la poteva fare scappare. Così, con la spilletta viola sulla giacca, può, divertito, affermare di essere “fiorentino oggi”.

Ma Rocco – ci scusi mr. Commisso – non è di Firenze nè di New York, è un calabrese nel mondo che ricalca il senso più  bello del suo essere soprattutto “italiano”. Perché la Calabria è l’Italia e questo nostro meraviglioso Paese, contrariamente a quello che pensa qualche imbecille, sa e vuole essere orgoglioso di questa terra di migranti che ha riempito il mondo di grandi uomini e grandi donne che hanno lasciato e continuano a lasciare il segno.

Per questo dobbiamo dire ancor di più grazie a Rocco. Il profumo di bergamotto di Reggio Calabria che avvolgerà, inevitabilmente, la squadra viola, con un tocco di gelsomino della jonica, segnerà un nuovo successo d’un calabrese. Uno dei tanti, sparsi in ogni angolo della terra, uno di noi. (s)