Questa mattina, a Napoli, nella Chiesa dei Santi Demetrio e Bonifacio, è stata presentata la mostra La Piccola America a cura del Laboratorio di progettazione architettonica ed urbana dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
La mostra, incentrata sull’analisi del territorio di Rosarno, diventato caso esemplare in quanto giacimento di ricchezza agrumicola, oggi e nel tempo attraversato da una complessità di fenomeni e fatti che lo hanno profondamente trasformato, è la conclusione della seconda fase della ricerca nell’ambito dell’accordo triennale di collaborazione scientifica internazionale tra l’Ecole nationale supérieure d’architecture di Nantes e il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, finalizzato alla definizione di soluzioni spaziali, ambientali e di sicurezza urbana, sul grande tema delle realtà territoriali non-standard, della città illegale e dei quartieri ostili, attraverso i contributi degli atenei promotori, il coinvolgimento delle amministrazioni locali e gli stakeholders presenti sul territorio.
Il porto di Gioia Tauro rappresenta l’apice del cambiamento insieme alla tendopoli di San Ferdinando, che ha visto la fondazione greca della città di Medma all’origine del lungo processo. Analizzando le dinamiche e l’evoluzione del territorio, la ricerca mira a definire temi di grande rilievo quali il rapporto tra architettura e paesaggio, tra spazio pubblico e privato, tra dimensione individuale e collettiva e tra bisogni comunitari e soluzioni adeguate. Queste, saranno tali se il progetto di architettura misura il senso e l’adeguatezza di un processo adattivo e ciclico da cui scaturiscono una serie di azioni volte alla rigenerazione del contesto di studio. (rrc)
