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Sapia (Fai Cisl): Bene decisione sgombero tendopoli S. Ferdinando, serve fare rete, confronto e integrazione

Sapia (Fai Cisl): Bene decisione sgombero tendopoli S. Ferdinando, serve fare rete, confronto e integrazione

Il segretario generale di Fai Cisl Calabria, Michele Sapia, ha definito «una buona notizia l’intenzione di finanziare lo sgombero e la bonifica della tendopoli di San Ferdinando» e ha apprezzato la scelta politica del presidente Roberto Occhiuto, «segno di un nuovo percorso per sostenere l’integrazione sociale e garantire dignità e diritti alla persona».

Per Sapia, infatti, «in Calabria c’è molto da fare sul tema dei ghetti e il contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura. Per come emerso durante il VII Congresso regionale della Fai Cisl Calabria, saranno indispensabili azioni e strategie condivise, coinvolgendo anche le parti sindacali e datoriali per superare quei limiti infrastrutturali, logistici e sociali come la carenza alla cooperazione e la piaga del caporalato».

«La vera strategia – ha spiegato – parallelamente a nuovi interventi sui trasporti e alloggi, sarà quella di sostenere il lavoro contrattualizzato e ben retribuito, ulteriori attività di prevenzione, formazione e informazione, incontro di domanda e offerta.  Serviranno partecipazione, dialogo, progettazione e investimenti, sia per smantellare i ghetti in Calabria che per realizzare nuovi modelli di accoglienza ecocompatibili e funzionali alle attività lavorative, mettendo al centro persona e lavoro».

«In Calabria – ha evidenziato – sostenere il lavoro agricolo di qualità significa anche sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, dignità delle persone, integrazione sociale e qualità delle produzioni. All’umanità, accoglienza e generosità delle comunità calabresi, bisognerà sostenere momenti di confronto per coltivare l’idea di fare rete partendo insieme dalla legge 199 e dalle nuove norme sulla clausola sociale nella prossima Pac». 

«È tempo – ha concluso – di coltivare nuovi luoghi di confronto regionale e cogliere tutte le opportunità previste dal Piano Triennale di contrasto al caporalato e sfruttamento lavorativo in agricoltura e dal Protocollo siglato con l’Anci e i Ministeri del Lavoro, dell’Agricoltura e dell’Interno». (rcz)