di SANTO STRATI – Lo stupore e la meraviglia, la vigilia di Pasqua, si mescolavano con la contentezza dei “riggitani”: un Frecciarossa 500 stava entrando alla Stazione Centrale di Reggio. Finalmente, avrà pensato qualcuno, Trenitalia ha rotto il tabù dell’Alta Velocità anche in Calabria. Di rotto, in realtà, c’era solo il Freccia Argento 8343 in arrivo da Roma, fermo per un guasto – irriparabile rapidamente – ad Afragola, vicino Napoli. La soluzione è rimpiazzare il convoglio, stracarico di passeggeri, calabresi che vanno a passare Pasqua in famiglia. La scelta più veloce? Un bel ETR 500 (ovvero un Frecciarossa) disponibile per gestire l’emergenza, anche se fino a sabato non ha mai superato Salerno, per presunta impraticabilità della rete calabrese.
E, invece, ecco che il FrecciaRossa, impavidamente, affronta con disinvoltura la strada ferrata tirrenica e giunge, senza il minimo problema a Reggio. C’è voluto il caso per confermare quanto la meritoria Associazione Ferrovie in Calabria sostiene da tempo e cioè la percorribilità della linea tirrenica anche per i treni veloci. Scrive Roberto Galati sul sito dell’Associazione: «Per la prima volta nella storia, da quando esiste il principale brand dell’Alta Velocità italiana, un Frecciarossa ha oltrepassato l’attuale confine di Sapri (dove nel periodo estivo si spinge il collegamento Frecciarossa più a Sud d’Italia, lato versante Tirrenico), fermando nelle stazioni di Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno, Villa San Giovanni e terminando la propria corsa a Reggio Calabria Centrale. Non c’era certamente bisogno di un disguido e di una fortuita sostituzione del materiale Frecciargento con quello Frecciarossa per dimostrarlo, ma quella di ieri è in primis una risposta a coloro che sostengono che il Frecciarossa (senza neanche specificare, peraltro, se si parla di ETR500 o dei moderni ETR400 meglio noti come “Frecciarossa 1000”), non abbiano la circolabilità a sud di Salerno, per presunti problemi all’infrastruttura sulla Ferrovia Tirrenica Meridionale. Nulla di più ridicolo: cogliamo l’occasione per ribadire che quotidianamente un collegamento Frecciarossa, che peraltro ha riscosso un enorme successo, collega Taranto con Milano Centrale percorrendo parte della Ferrovia Jonica (!!) fino a Metaponto, e proseguendo poi verso Battipaglia/Salerno passando per Potenza, su una linea ferroviaria a singolo binario dove non è raro che il Frecciarossa 1000… incroci singole di storiche automotrici diesel ALn668 in servizio Regionale!»
Galati che non è nuovo a queste battaglie insiste: «Sarebbe davvero interessante capire cosa abbia di meno rispetto all’Adriatica, la tratta Salerno – Reggio Calabria Centrale, interamente a doppio binario, ed in molti tratti anche più veloce della stessa Adriatica. Tra l’altro ribadiamo ormai da anni che, se proprio non dovesse esserci l’intenzione di istituire un collegamento ex-novo tra Torino Porta Nuova/Milano Centrale e Reggio Calabria Centrale, si potrebbe valutare la sostituzione di una coppia di collegamenti Frecciabianca tra Reggio Calabria Centrale e Roma Termini, veri e propri Intercity camuffati da Frecce, posta in coincidenza a Napoli Centrale e/o Roma Termini con Frecciarossa verso Nord, in un unico collegamento Frecciarossa tra Reggio Calabria Centrale e Milano/Torino. Non solo si tratterebbe di una soluzione ad invarianza chilometrica per Trenitalia, ma addirittura l’impresa ferroviaria, se andasse a considerare coincidenze attualmente fissate a Napoli Centrale, andrebbe persino a risparmiare gli attuali km/treno di una coppia di Frecciabianca RC – Roma, sul tratto Napoli Centrale – Roma Termini».
Sarebbe opportuno, a questo punto, che la Regione si facesse sentire: un collegamento velocissimo Roma-Reggio (con i FrecciaRossa 1000 o anche solo 500) sarebbe più che auspicabile, vista la domanda di servizi che sicuramente non manca. A volte, basta buonsenso e volontà politica per trovare soluzioni che sono (sembrano?) a portata di mano. La rete ferroviaria calabrese è un disastro, i collegamenti non garantiscono e assicurano quella mobilità di cui la regione avrebbe bisogno. Per non parlare, poi, della necessità, di garantire l’intermodalità a Gioia Tauro, che allo stato attuale rimane soltanto un porto di trans-shipment: il trasporto dei container su carro ferroviario offrirebbe delle chances strepitose per il vero rilancio del Porto. La ZES serve a questo: ad attrarre investimenti (anche di Trenitalia) per rilanciare occupazione e sviluppo.
Intanto, i calabresi che fanno spola quotidiana con Roma spengano gli entusiasmi, sarà al momento difficile rivedere un Frecciarossa sulla tratta tirrenica. Anche se Roberto Galati e la sua Associazione non sono poi così pessimisti: «Continueremo a batterci strenuamente – sostiene Galati – per raggiungere questo primo obiettivo, ovvero quello di far approdare quotidianamente, e non per ripiego, un Frecciarossa fino alla Città dei Bronzi, servendo tutta la Calabria Tirrenica, dalla quale, con servizi ferroviari ed autobus regionali in adduzione, connettere dai principali hub ferroviari l’entroterra calabrese ed il versante jonico: un obiettivo che non sarà un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza affinché le relazioni ad Alta Velocità tra la Calabria ed il resto d’Italia aumentino sempre di più, coinvolgendo anche l’operatore ferroviario NTV – Nuovo Trasporto Viaggiatori». (s)