È stato sottoscritto, dal sindaco di Cosenza, Franz Caruso, il Patto di Limbadi, il documento-simbolo in 14 punti di cui è promotore Don Ennio Stamile, il sacerdote, già referente regionale di Libera, e che prende come riferimento proprio il centro dell’entroterra vibonese nel quale, su terreni confiscati al clan Mancuso, sta nascendo l’università della Ricerca, della Memoria e dell’Impegno dedicata a Rossella Casini.
La firma è avvenuta alla presenza dell’Arvicescovo di Cosenza-Bisignano, Mons. Giovanni Checchinato, e di altri amministratori. Il Patto di Limbadi ha finora raccolto quota 140 adesioni, ma il numero è destinato a crescere.
Il Sindaco Franz Caruso ha ricordato il rapporto di antica amicizia e di stima con Don Stamile, risalente al tempo in cui, da segretario provinciale del PSI, intrapresero insieme, a testa alta e con coraggio, una battaglia condivisa su un territorio particolarmente a rischio.
«Una ragione in più – ha sottolineato Franz Caruso – perché non avessi esitazione sulla firma del patto, sia per la sua autorevole figura che per l’impegno che ha profuso in questa direzione. Sono stato felicissimo di poter aderire e di rendermi promotore, anche verso altri colleghi sindaci, di questa iniziativa che ritengo assolutamente importante in questo particolare momento nel quale sembra che ci si sia un po’ di affievolimento nel contrasto alla criminalità organizzata che, invece, mantiene i connotati della pervasività nel nostro territorio e che ha assunto anche aspetti non facilmente individuabili per la sua capacità di nascondersi e per la permeabilità di figure che in passato non erano in alcun modo aggredibili».
Franz Caruso considera la mancanza di occasioni di lavoro sul territorio una delle cause del reclutamento di giovani, anche per la diffusione di stereotipi sbagliati, come manovalanza per la criminalità organizzata.
«Noi dobbiamo assumere, soprattutto come amministratori delle nostre comunità, piccole o grandi che siano – ha aggiunto – la consapevolezza che è necessario creare un argine alla criminalità organizzata e lo dobbiamo fare prendendo posizioni anche coraggiose. Nessuno di noi è chiamato a fare l’eroe, ma dobbiamo credere nella possibilità di un riscatto della nostra terra». E occasioni come il patto di Limbadi dono, per Franz Caruso, sono «utili anche per mandare il messaggio che la Calabria non è assolutamente ‘ndrangheta, una parte minoritaria che noi vogliamo contrastare. Sappiamo che non è facile – ha detto Caruso – ma se tutti quanti insieme mostriamo compattezza nel respingere questa presenza pericolosa, credo che un messaggio positivo riusciremo a mandarlo all’esterno. Lo dobbiamo fare mettendoci al fianco degli imprenditori, dei cittadini che hanno il coraggio di denunciare».
E a questo proposito Franz Caruso ha ricordato anche il protocollo d’intesa sottoscritto di recente tra il Comune di Cosenza e l’Associazione Antiracket e Antiusura “Lucio Ferrami”, finalizzato a mettere in campo una serie di azioni, progetti e interventi, volti a prevenire e a contrastare sul territorio i fenomeni delle estorsioni e dell’usura.
«Oggi, con l’adesione al patto di Limbadi – ha ribadito – si compie un ulteriore passo in avanti. Sottoscriviamo come volontà politica i 14 punti di cui si compone, anche se non tutti li possiamo rispettare per questioni di carattere tecnico-amministrativo». Un ultimo messaggio è quello della vicinanza che il Sindaco ha indirizzato a chi ha il coraggio di denunciare.
«Una vicinanza che si può dimostrare – ha detto ancora – con la costituzione di parte civile nei processi. Se tutti noi sindaci riusciamo a fare questo, diamo un messaggio forte di contrasto alla criminalità organizzata. Noi ci siamo e facciamo la nostra parte, stando anche accanto alle associazioni che sono nate in memoria delle persone che hanno pagato con la vita il loro no alle estorsioni e all’usura”.
Parole di apprezzamento sono state rivolte alla Chiesa, rappresentata dall’Arcivescovo Checchinato: «apprezzo il lavoro che svolge sul nostro territorio, con il sostegno e l’aiuto dato ai bisognosi e con le azioni e le battaglie che non devono distribuire patenti di eroe, ma sono battaglie di civiltà e progresso».
Don Ennio Stamile nel suo intervento, nel ringraziare il sindaco Franz Caruso per l’adesione al patto, ha ricordato come Limbadi sia stato uno dei primi comuni calabresi ad essere stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Fu il Presidente della Repubblica Sandro Pertini a scioglierlo, prima ancora della legge del 1991.
«Purtroppo la Calabria ha tanti tristi primati e tra questi un gran numero di comuni sciolti per infiltrazioni mafiose e il maggior numero delle interdittive antimafia. Però – ha aggiunto Don Stamile – ci sono dei segnali di rinascita e vengono dalle ammininistrazioni comunali. Secondo i dati diffusi dall’Anci sono 51 gli amministratori che hanno subito negli ultimi tempi attentati o minacce. Dati che ci fanno comprendere quanto sia importante sottoscrivere e diffondere questo patto». (rcs)