Andato in onda sul digitale terreste di Rai 3 solo in Calabria, è adesso disponibile su RaiPlay l’ omaggio che Rai Calabria ha voluto dedicare al Centenario dell’Eparchia di Lungro, con il bel documentario realizzato in collaborazione con la direzione della TGR, del Centro Televisivo Vaticano, di Rai Quirinale, di Rai Vaticano e della struttura di produzione della Sede Rai Cosenza. Un filmato affascinante che suggeriamo di non perdere:
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Secondo il direttore della sede Rai di Cosenza Demetrio Crucitti – intervistata da Pino Nano per PrimaPaginaNews – è «Un grande successo per la Sede Regionale della Rai calabrese che a questo speciale ha dedicato mesi e mesi di preparazione e di lavoro, per un docufilm interamente dedicato alla storia degli albanesi di Calabria». Quasi un omaggio ideale che la Sede Regionale della Rai ha scelto di dedicare ad un anniversario storico per la comunità arbereshe, e per il suo capo spirituale, l’Eparca di Lungro mons. Donato Oliverio, uno degli intellettuali più fecondi e più attivi della Chiesa Bizantina cattolica in Italia di rito orientale.
«Vale la pena di ricordare – aggiunge ancora il Direttore della Sede Rai della Calabria che «L’Eparchia di Lungro degli Albanesi dell’Italia continentale comprende le comunità italo-albanesi rimaste fedeli al tradizionale rito religioso bizantino-greco, sparse in 4 regioni dell’Italia continentale e 5 province, Cosenza, Potenza, Bari, Lecce, Pescara, per un totale di 26 comunità con 30 parrocchie diverse, ma solo a Lungro nel 2016 la comunità contava 32.800 battezzati su 32.900 abitanti: questo la dice lunga sul ruolo che l’Eparchia nel suo complesso esercita in una realtà composita come la Calabria. Il nostro docufilm è la “summa” delle Celebrazioni ufficiali del Primo Centenario dell’Eparchia, e i cui festeggiamenti sono stati anticipati da una visita storica in Calabria del nostro Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella insieme al Presidente della Repubblica dell’Albania Ilir Meta a Novembre del 2018 a San Demetrio Corone, presso il Collegio di Sant’ Adriano dove giovani italo-albanesi, ai primi dell’Ottocento si sono formati e hanno studiato per liberare e rispettive nazioni dagli oppressori».
Uno straordinario lavoro di squadra – scrive Pino Nano – a cui la Sede regionale della Rai è abituata da sempre e che questa volta ha messo insieme il meglio della produzione regionale. La voce narrante dello speciale è di Francesca Pecora, il Coordinamento tecnico e la regia di Andrea Recchia, con la collaborazione del Vicario Generale dell’Eparchia di Lungro Proto Sincello Pietro Lanza, della storica regista Rai Anna Bruna Eugeni, di Giuseppe Guttilla, le immagini sono invece firmate da Emanuele Franzese, Carlo Spadafora, Massimiliano De Lio, Antonio Vacante, Gianluca Fazio, Pietro Bianco, Specializzati di ripresa Pino Manzo, Franco De Cario, Aldo Morrone, Tecnico della produzione Mauro Tedesco, post-produzione presso la stessa Sede Rai della Calabria. Fondamentale è stata invece la ricerca d’archivio, e nessuno meglio di Giuseppe Nocito, memoria storica della Rai calabrese di questi ultimi 40 anni, avrebbe potuto farlo. E con lui anche Nicola Napoli.
Lo speciale TV spiega con grande chiarezza come siano passati ormai cento anni dalla istituzione dell’Eparchia di Lungro e «oggi essa è più che mai impegnata nella grande questione della ricomposizione dell’unità dei cristiani e nella salvaguardia del principio della legittima diversità nell’unità della fede».
Il docufilm della Rai ricostruisce il lungo processo storico che è stato necessario per arrivare alla istituzione della Eparchia di Lungro, «pensate che ci sono voluti oltre quattrocento anni – ricorda lo stesso Demetrio Crucitti – dal tempo in cui gli albanesi giunsero in Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia».
L’esodo degli albanesi in Italia risale ai secoli XV-XVIII, dopo alcuni grandi avvenimenti quali il Concilio di Firenze del 1439, la caduta di Costantinopoli del 1453 e la morte nel 1468 di Giorgio Castriota Skanderbeg, `Lo chiamavano l’atleta di Dio per l’impegno in difesa della libertà e dell’autodeterminazione del proprio popolo e della cristianità europea». Parliamo qui di una realtà a tratti inimmaginabile: «olo in Provincia di Cosenza – precisa lo speciale TV – vivono oltre 50.000 italo -albanesi, suddivisi in una ventina di Paesi e frazioni, che in casa e per strada parlano due lingue, l’italiano imparato a scuola, e l’arbёresh imparato per trasmissione diretta tra madre e figli».
Non tutti forse lo sanno, – fa notare Pino Nano – ma la lingua parlata dagli arbёreshё ha ancora oggi la stessa base di quella parlata dagli albanesi in Albania, ma ha dei termini più antichi e alcuni di origine greca. E nella maggior parte di questi centri la gente in Chiesa prega cantando in greco e seguendo il Rito Bizantino. Nulla di più affascinante e di magico insieme, e che si coglie per intero dalle immagini di repertorio che Rai Teche ha permesso di utilizzare per lo speciale.
Il docufilm ricostruisce poi le tappe fondamentali delle tante cerimonie solenni per il Centenario della nascita dell’Eparchia, partendo dalla delegazione ricevuta ufficialmente il 24 maggio 2019 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. Il pomeriggio di quello stesso giorno una folta rappresentanza di pellegrini provenienti da tutti i paesi dell’Eparchia ha partecipato alla Divina Liturgia, celebrata all’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro.
Il giorno dopo gli stessi pellegrini sono stati ricevuti in udienza speciale dal Santo Padre, Papa Francesco, nell’Aula San Paolo VI. Ma ancora, nel mese di settembre il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, visitando l’Eparchia di Lungro ha sottolineato il rilevante ruolo ecumenico svolto dalla piccola Chiesa, con il forte auspicio e l’impegno comune di far diventare i Paesi italo-albanesi della piccola diocesi cattolica bizantina di Lungro “palestre di incontro per scambi fraterni tra cristiani, ortodossi e cattolici, latini e bizantini, sulla scia della luminosa considerazione di San Paolo VI del 25 aprile del 1968, quando in occasione del V° centenario della morte di Giorgio Castriota Skanderbeg definì gli albanesi “anticipatori del moderno ecumenismo”. (rrm)
(Courtesy PrimaPaginaNews)