L'IMPEGNO DELLA SOTTOSEGRETARIA AL SUD DALILA NESCI PER I CONTRATTI ISTITUZIONALI DI SVILUPPO;
Dalila Nesci

«SVELIAMO LA BELLEZZA DELLA CALABRIA»
CON I CIS E TUTTA LA SINERGIA DEI SINDACI

Che i Contratti Istituzionali di Sviluppi siano lo strumento di cui ha bisogno la Calabria per ripartire, ormai è una consapevolezza, resa possibile sopratutto grazie all’impegno della sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci che, per un mese, si è recata in tutti i Comuni, in tutte le città calabresi per illustrarne le potenzialità.

La decisione di avviare il Cis è stata presa di concerto con la ministra per il Sud, Mara Carfagna, che ha evidenziato come si tratti di «un’occasione da non sprecare per fare di questa Regione un esempio in positivo».

L’obiettivo, è quello di «mettere in rete diversi soggetti amministrativi – ha spiegato la ministra – per sostenere investimenti di sviluppo e superare gli stereotipi negativi che pesano sulla Calabria, una Regione troppo spesso indicata come irrimediabilmente destinata al declino, al sottosviluppo, a farsi preda della criminalità organizzata».

Grande soddisfazione è stata espressa dalla sottosegretaria Nesci che, ha evidenziato un importante risultato: la grande partecipazione dei sindaci, dall’Alto Jonio fino allo Stretto, «che hanno apprezzato in maniera trasversale questa iniziativa, testimonia concretamente la voglia di riscatto della nostra regione».

«Il mio tour istituzionale sul CIS si conclude, ma è il punto di partenza della fase di rilancio della Calabria che abbiamo voluto promuovere. Con i fondi e gli strumenti forniti dal Cis possiamo valorizzare le nostre risorse e svelare al mondo la bellezza della Calabria» ha spiegato la Sottosegretaria che, nel corso dei suoi incontri, ha illustrato e ribadito come il turismo esperienziale, lo sviluppo sostenibile sul versante jonico, il rilancio dell’area Grecanica, del Vibonese, del Catanzarese, la crescita economica e sociale del territorio e di tutte le bellezze della Calabria sono possibili.

Un tour che, tuttavia, non è stato escluso dalle polemiche: l’ex sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, aveva chiesto di cambiare i criteri di classificazione dei progetti, che – secondo l’ex primo cittadino – «vedrebbe penalizzati i Comuni che già risultano destinatari di altre fonti di finanziamento inserite, come i Cis, nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fsc)».

Per Falcomatà, infatti, «atteso che i 97 Comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria sono tutti destinatari dei “Patti per il Sud” e, molti di loro, anche del progetto sulle “Aree interne” sottoscritto, appena un mese fa, con la ministra Mara Carfagna, in base a questo parametro gli enti locali reggini si troverebbero relegati in fondo alle graduatorie dei Cis o, comunque, indietro nel diritto di preferenza rispetto agli altri municipi calabresi».

Preoccupazioni, che sono state dissipate subito dalla Nesci, che ha assicurato che «i Comuni dell’area metropolitana di Reggio non subiranno alcuna penalizzazione, godendo infatti delle stesse identiche possibilità di tutti i comuni della Calabria».

«Con il Cis – ha detto la Nesci – possiamo accelerare gli investimenti sul territorio grazie alla cooperazione rafforzata tra Ministero, Invitalia, Agenzia per la Coesione, Regione ed enti beneficiari. I Comuni potranno realizzare progetti strategici, anche in forma aggregata e con la soglia minima pari a 1 milione di euro, per la riqualificazione ambientale, compresi interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico, la valorizzazione della cultura e delle minoranze etnolinguistiche, l’incremento dell’offerta turistica sportiva, religiosa ed enogastronomica, nonché il potenziamento della mobilità sostenibile in via complementare a questi ambiti».

«Il Cis rappresenta un’occasione per ridurre le disparità rispetto ad altri territori e promuovere la crescita economica e sociale della regione – ha ribadito –. Abbiamo voluto prorogare la scadenza dei progetti al 15 dicembre accogliendo le istanze dei Comuni, prevedendo anche il supporto dell’Agenzia della Coesione per favorire il più possibile la presentazione delle proposte».

«Ora – ha concluso Nesci – invito tutti i sindaci a concentrare gli sforzi per cogliere questa grande opportunità di sviluppo e svelare la bellezza ancora inespressa della Calabria, rendendola finalmente fruibile a tutti».

Ma non sono solo i sindaci a doversi impegnare per sfruttare, al meglio, questa grande opportunità: come dichiarato qualche giorno fa dal presidente dell’Anci CalabriaMarcello Manna, serve l’aiuto di tutti, in particolare degli Atenei calabresi, proponendo di attivare un protocollo d’intesa con i Dipartimenti per supportare i Comuni nella progettazione esecutiva del Pnrr. Concetto, che è stato ribadito anche dal capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Nicola Irto.

Per Manna, infatti, «occorre  istituzionalizzare, a tutte le latitudini il nostro percorso, coinvolgendo tutte le forze presenti in Calabria. Le sfide che ci attendono sono una opportunità che non si può perdere. Il Pnrr rappresenta l’occasione per garantire ai nostri cittadini servizi essenziali più efficienti, mobilità, sostenibilità della vita e superare così il gap che la Calabria ha rispetto ad altre regioni. Bisogna avviare una identificazione di ambiti territoriali e dotare i comuni delle professionalità necessarie a progettare».

Il presidente Anci Calabria, infatti, ha evidenziato come «su 4040 Comuni, in Calabria ben 322 non superano la soglia dei cinquemila abitanti: se si parla di Pnrr a queste latitudini lo si deve fare tenendo conto di questo dato. Bisogna intervenire primariamente sulle risorse da impiegare nella progettazione esecutiva», in quanto «il rischio altissimo, almeno a queste latitudini, è quello di non riuscire ad affrontare adeguatamente questa sfida per la grave carenza di risorse sia umane sia finanziarie dei comuni del Mezzogiorno. Un dato che in Calabria è ancora più acuito dall’elevato numero di amministrazioni comunali che si trovano in dissesto e pre-dissesto».

«Sui grandi temi – ha spiegato – quali la creazione di una comunità digitale e resiliente, con un’attenzione particolare per la mobilità sostenibile, le politiche per le nuove generazioni, la salute, l’inclusione, l’istruzione e la ricerca, siamo consapevoli di come i nostri soli sforzi non possano bastare. Per questo riteniamo che la collaborazione con i dipartimenti competenti per le singole materie, possa essere utile al fine di avviare una progettazione che determini quel cambio di passo necessario a far crescere la nostra regione». (rrm)