Sinergia tra Coordinamento affido e adozione e Giunta regionale per nuove politiche di Welfare

È stato un incontro in cui sono state affrontate le principali criticità che, finora, «non hanno permesso di potere disporre di un sistema in grado di valorizzazione quel capitale sociale che sono le famiglie e le associazioni che sono disponibili a garantire una accoglienza dei minori attraverso l’affido e l’adozione», quello avvenuto tra la delegazione del Coordinamento regionale Affido e Adozioni e il presidente della Regione, Roberto Occhiuto e l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Emma Staine.

«Regione e Coordinamento su questi temi devono trovare forme di collaborazione stabili – viene spiegato in una nota – coniugando le competenze istituzionali dell’Ente con quelle valoriali e sociali che le associazioni possono mettere in campo in forza del loro radicamento sul territorio e della loro conoscenza dei bisogni dei minori e delle famiglie vulnerabili».

Il confronto è servito a concordare una agenda comune di lavoro per dare risposta alle richieste che la lettera aperta aveva avanzato alla Regione.

Per il presidente Roberto Occhiuto, Regione e Coordinamento su questi temi devono trovare forme di collaborazione stabili coniugando le competenze istituzionali dell’Ente con quelle valoriali, sociali  che le associazioni possono mettere in campo in forza del loro radicamento nel territorio e della loro conoscenza dei bisogni dei minori e delle famiglie vulnerabili.

L’assessore  Staine ha ribadito l’importanza di questa collaborazione impegnandosi a rafforzare il tavolo tecnico già avviato con il coordinamento,  prevedendo una sua formalizzazione. Il confronto è servito a concordare una agenda comune di lavoro per dare risposta alle richieste che la “lettera aperta” aveva avanzato alla regione. In particolare l’adozione di un atto di recepimento da parte della Giunta Regionale delle linee di indirizzo nazionale per l’affidamento familiare dell’8 febbraio 2024 approvato alla Conferenza Stato-Regioni che prevede l’avvio di un percorso di accompagnamento e di implementazione della collaborazione tra pubblico e privato sociale , gli ambiti territoriali, i Tribunali per i minorenni, le Asp, e la rete famiglie.

Obiettivo immediato è l’attivazione dell’assistenza tecnica e di programmi formativi per gli operatori degli Enti locali e delle Asp che dovranno promuovere i Centri Affido in tutta la regione. Un provvedimento che, per il presidente della Giunta, dovrà essere redatto avvalendosi sia del coordinamento regionale che del Tavolo nazionale dell’affido che ha dichiarato disponibilità a dare un suo contributo. Un secondo impegno assunto è stato quello relativo all’attivazione di un osservatorio regionale sui minori fuori della famiglia,  minori collocati i centri residenziali ed in affido che spesso vengono dimenticati e raggiungono la maggiore età senza prospettive  per il loro futuro.

Il presidente Occhiuto e l’assessora Staine hanno accolto ed apprezzato la disponibilità del Dipartimento Sociologia dell’Unical e del coordinamento affido e adozione a realizzarlo senza oneri per la regione. Anche sui minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio calabrese, il presidente della Giunta e l’assessore  ritengono di strutturare un progetto regionale condiviso con il coordinamento  per la loro accoglienza in famiglie disponibili all’affido in sintonia con quella tradizione di accoglienza che ha visto la Calabria attiva in occasione dei tanti sbarchi che l’hanno coinvolta.

Il Coordinamento, poi, ha chiesto riguardo i minori con patologie e bisogni speciali per i quali manca una rete di neuropsichiatria e di comunità sanitarie riabilitative. Una parte di loro potrebbe trovare accoglienza in affido e in adozione ma, le famiglie disponibili, chiedono un adeguato sostegno e supporto per una scelta impegnativa e difficile. Nel dibattito è emersa anche da parte delle associazioni la preoccupazione su quelli che saranno le ricadute negative della “riforma Cartabia”, che ha un impatto sui Tribunali per i Minorenni; scenario che dovrebbe spingere ulteriormente i diversi attori istituzionali e sociali ad attivare un lavoro di rete con una integrazione tra sociale e sanitario che è sempre di più indispensabile. (rcz)

L’appello del Centro Agape: Istituire la Giornata nazionale dell’affido familiare

Istituire la Giornata nazionale dell’Affido. È l’appello che il Centro Comunitario Agape, impegnato da oltre 40 anni nella promozione di questa forma di accoglienza, ha rivolto ai parlamentari calabresi, affinché si attivino per istituire questa giornata.

Di questo, se ne parlerà anche nel convegno Verso la Giornata Nazionale dell’Affido, promosso dal Tavolo nazionale Affido, che raggruppa le Associazioni che in Italia si occupano di affidamento, e a cui parteciperà la Ministra per la Famiglia, la Garante Nazionale per l’Infanzia, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il Coordinamento degli assessorati regionali alle politiche sociali e l’ordine Nazionale dei giornalisti.

Sarà anche l’occasione per lanciare la proposta di istituire la Giornata Nazionale dell’Affido il 4 maggio di ogni anno.Una giornata per ricordare che il 4 maggio 1983 il Parlamento Italiano votava la legge 184 la quale stabiliva che “Il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia”, ma quando Il minore “è temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo, può essere affidato ad un altra famiglia, […] in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione”; la risposta a quel suo bisogno è un’altra famiglia che lo accolga.

Il Centro Agape, infatti, ha auspicato che «questo principio, che una legge ha riconosciuto, possa avere un momento, ufficiale e stabile, non “celebrativo” ma di riconoscimento del valore dell’accoglienza svolto da migliaia di famiglie italiane, faccia da complemento ad una azione continua di promozione e di attuazione dei principi contenuti nella legge 184/83 e nelle successive modifiche che l’hanno completata. Crescere in famiglia è un diritto che ha quasi 40 anni, ma che deve ancora crescere, e diventare reale e esigibile».

«Anche in Calabria – conclude la nota – dove questo diritto è negato e dove sono un migliaio i bambini calabresi che vivono fuori della famiglia, con linee guida sull’affido approvate dalla regione che da oltre 15 anni attendono di essere applicate». (rrc)