La Regione ha attivato un tavolo tecnico sull’affido

La Regione ha attivato  un tavolo tecnico permanente per rilanciare questa forma di solidarietà  importante per garantire a tanti minori calabresi la possibilità di potere crescere in una famiglia.

L’assessore regionale alle Politiche Sociali, Caterina Capponi, ha, infatti, «accolto le richieste delle associazioni e quelle degli operatori degli Enti Locali prima con il  recepimento delle linee guida nazionali e poi con l’attivazione del tavolo che diventerà una vera e  propria cabina di regia istituzionale che finora era mancata su questo tema», ha detto il Coordinamento regionale Affido e Adozione, esprimendo soddisfazione e auspicando «un funzionamento effettivo del tavolo (cosa che in  passato non si è verificata) ed in particolare chiede un investimento importante di risorse della  Regione e degli ambiti territoriali sull’affido ed in particolare nella formazione degli operatori e  nel sostegno alle famiglie disponibili».

Al tavolo tecnico  parteciperanno assieme ai referenti del Dipartimento del Welfare i due Tribunali per i minorenni,  l’Anci, il garante per l’infanzia e l’adolescenza, le associazioni che si occupano di affido allo scopo di  progettare percorsi metodologici comuni ai diversi Servizi Affidi operanti sul territorio regionale. 

L’obiettivo è quello di potenziare il ricorso a forme di accoglienza e sostegno in alternativa al  collocamento in servizi residenziali. Accanto a questo valorizzare il ruolo primario della Regione  Calabria nella programmazione, gestione e coordinamento di tutte le attività inerenti all’Affido  familiare ed extra – familiare, promuovere iniziative di sensibilizzazione ,riconoscendo la  responsabilità civica dell’associazionismo tra famiglie affidatarie per migliorare l’integrazione degli  interventi e l’approccio di rete, favorire un proficuo confronto sulle politiche sociali riguardanti  famiglia – minori – affidi, implementare la cultura dell’accoglienza e sensibilizzazione focalizzata, in  particolare, sulla ricerca di famiglie disponibili ad affidi di bambini neonati; fornire accompagnamento  e sostegno psicosociale agli affidatari, sostenere i neo maggiorenni fuoriusciti da percorsi di affido  familiare, accompagnandoli verso l’autonomia. (rcz)

Martedì il Centro Agape incontra l’assessore Capponi: Focus su affido

Martedì 17 dicembre, a Melito Porto Salvo, si terrà una iniziativa promossa dal Centro Comunitario Agape e dall’Assessorato regionale alle politiche sociali in collaborazione con il Consorzio Macramè e con la coop. Centro Giovanile Italo Calabrò, per parlare della promozione dell’accoglienza e dell’affido dei minori a rischio nell’area Grecanica.

Il  programma della giornata prevede per le 16 la visita  dell’Assessora regionale alle politiche sociali Caterina Capponi al centro giovanile di Pilati, gruppo appartamento per minori, con una lunga storia di impegno nell’accoglienza dei minori in difficoltà voluta negli anni Settanta dai fondatori Don Benvenuto Malara e don Italo Calabrò.

Seguirà, alle 17.30, l’incontro pubblico all’ex mercato coperto Melito Porto Salvo con Comuni, Associazioni, parrocchie e cittadini con l’introduzione, per il centro Comunitario Agape, di Giovanni Schipani, genitore affidatario e neuropsichiatra infantile, dell’Assessora regionale al Welfare, Caterina Capponi, seguiranno  gli interventi di Daniela Campolo, Dirigente Politiche sociali del Comune di Melito capofila dell’ambito territoriale, Luciano Squillaci, Consorzio Macramè, Saveria Cristiano, dirigente politiche sociali Regione Calabria, testimonianze e dibattito. Le conclusioni Assessora  regionale al Welfare Caterina Capponi. Modera l’incontro il giornalista Giuseppe Toscano.

In particolare si discuterà di affido alla luce delle nuove linee guida nazionali che prevedono l’attivazione in tutti i territori  di centri multiprofessionali in grado di promuovere e sostenere questa importante forma di solidarietà verso l’infanzia abbandonata garantendo ai minori, soprattutto ai più piccoli,  la possibilità di potere vivere per il tempo necessario l’esperienza di una famiglia in alternativa al collocamento nei servizi residenziali.

Una modalità di intervento che richiede una assunzione di responsabilità da parte dei Comuni che sono chiamati a investire risorse professionali in grado di potere progettare gli affidi e di sostenere le famiglie che offrono la loro disponibilità ad accogliere i minori. Su questo c’è preoccupazione per l’area grecanica in quanto le assistenti sociali in servizio a fine dicembre cesseranno il loro mandato a tempo determinato e non potranno essere assunti essendo il Comune di Melito capofila dell’ambito in dissesto. (rrc)

IN CALABRIA SONO 400 I MINORI IN AFFIDO
SI VALORIZZI QUESTA PREZIOSA RISORSA

Secondo gli ultimi dati riferiti all’anno 2021, sono 401 i minori che vivono in servizi residenziali, di cui sessanta cinque sotto i dieci anni e sei sotto i due anni, quattrocento quelli in affido a parenti o a nuclei etero familiari.
Questo lo scenario in Calabria nella ricorrenza della Legge 184 del 4 maggio 1983 che sancisce il diritto del minore ad una famiglia e regola uno dei principali strumenti di tutela per l’infanzia: “l’affido familiare”.

Come Coordinamento delle Associazioni di famiglie affidatarie e adottive della Calabria possiamo portare numerose esperienze positive di minori accolti in questi 40 anni, ora adulti e molti diventati genitori.

L’affido familiare si fonda sull’essenziale principio di tutelare e proteggere i bambini e gli adolescenti da situazioni gravemente pregiudizievoli. Vorremmo tutti che non ci fosse bisogno di affido ma non è così, purtroppo.

Il principio del “superiore interesse dei bambini e degli adolescenti a vivere e a crescere nelle loro famiglie di origine” va adeguatamente controbilanciato dal diritto degli stessi a cure adeguate o a non essere maltrattati o vivere in contesti violenti o malavitosi, a non essere abusati.

I bambini che noi accogliamo arrivano dopo anni di permanenza in famiglie fortemente disturbate, minate da tossicodipendenza, disagio psichico, violenza.

Occorre agire con determinazione, ponendo al centro il benessere del minore e concedendo alle famiglie affidatarie, formate e sostenute, la possibilità di favorire la loro crescita in un ambiente sano.

Troppo spesso i tempi di valutazione delle famiglie di origine e gli interventi di recupero non sono sincronizzati con le tappe cruciali dello sviluppo dei minori che si ritrovano in situazioni di trascuratezza e maltrattamento per un tempo inadeguato.

Con una tendenza che non si riesce ad interrompere del collocamento di minori piccoli e piccolissimi in servizi residenziali.

Ciò, perpetuato nel tempo, porta allo sviluppo di giovani adulti fragili e problematici.

Aspettiamo l’irreparabile domandandoci poi perché non si è fatto nulla? Bisogna intervenire sulla mole di situazioni in attesa di provvedimenti dei giudici che giacciono nelle cancellerie dei tribunali per effetto della mancanza di personale e risorse di ogni tipo.

Auspicabile investire fondi per sostenere le famiglie disponibili all’accoglienza nella loro formazione, famiglie sempre meno numerose e demotivate, con situazioni sempre più complesse da affrontare.

Poi finanziare percorsi di cura e di presa in carico delle famiglie d’origine, a cui i bambini vengono momentaneamente allontanati, affinché possano davvero recuperarsi.

È necessario costruire relazioni basate sulla fiducia e non sulla paura, tra istituzioni, famiglie d’origine, famiglie affidatarie e associazioni familiari.  L’affido familiare è una risorsa preziosa che merita di essere promosso e sostenuto livello regionale/territoriale.

Alla Regione Calabria con la quale si è aperto, con il presidente della Giunta regionale Roberto occhiuto e con l’Assessore al Welfare Emma Staine, un dialogo su questi temi rinnoviamo la richiesta promuovere il recepimento e la contestualizzazione delle Linee di indirizzo nazionali sull’affido, di coinvolgere gli Ambiti Territoriali Sociali e i Distretti Sanitari, nonché i Tribunali per i Minorenni, per un’operatività concreta e continua nell’ascolto dei bambini e delle bambine a rischio di allontanamento dalla famiglia e nel dare risposte adeguate ai loro bisogni. Con il riconoscimento essenziale del ruolo delle reti familiari previsto dalla linee guida per la progettazione e l’esecutività dei provvedimenti.  (Le Associazioni di famiglie affidatarie della regione Calabria M’Ama D:P:D:B sede operativa della Calabria, Comunità Papa Giovanni XXIII, Centro Comunitario Agape, Forum Associazioni familiari, Centro Emmaus, Meta Cometa, Coop Kroton, Masholw)

Sinergia tra Coordinamento affido e adozione e Giunta regionale per nuove politiche di Welfare

È stato un incontro in cui sono state affrontate le principali criticità che, finora, «non hanno permesso di potere disporre di un sistema in grado di valorizzazione quel capitale sociale che sono le famiglie e le associazioni che sono disponibili a garantire una accoglienza dei minori attraverso l’affido e l’adozione», quello avvenuto tra la delegazione del Coordinamento regionale Affido e Adozioni e il presidente della Regione, Roberto Occhiuto e l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Emma Staine.

«Regione e Coordinamento su questi temi devono trovare forme di collaborazione stabili – viene spiegato in una nota – coniugando le competenze istituzionali dell’Ente con quelle valoriali e sociali che le associazioni possono mettere in campo in forza del loro radicamento sul territorio e della loro conoscenza dei bisogni dei minori e delle famiglie vulnerabili».

Il confronto è servito a concordare una agenda comune di lavoro per dare risposta alle richieste che la lettera aperta aveva avanzato alla Regione.

Per il presidente Roberto Occhiuto, Regione e Coordinamento su questi temi devono trovare forme di collaborazione stabili coniugando le competenze istituzionali dell’Ente con quelle valoriali, sociali  che le associazioni possono mettere in campo in forza del loro radicamento nel territorio e della loro conoscenza dei bisogni dei minori e delle famiglie vulnerabili.

L’assessore  Staine ha ribadito l’importanza di questa collaborazione impegnandosi a rafforzare il tavolo tecnico già avviato con il coordinamento,  prevedendo una sua formalizzazione. Il confronto è servito a concordare una agenda comune di lavoro per dare risposta alle richieste che la “lettera aperta” aveva avanzato alla regione. In particolare l’adozione di un atto di recepimento da parte della Giunta Regionale delle linee di indirizzo nazionale per l’affidamento familiare dell’8 febbraio 2024 approvato alla Conferenza Stato-Regioni che prevede l’avvio di un percorso di accompagnamento e di implementazione della collaborazione tra pubblico e privato sociale , gli ambiti territoriali, i Tribunali per i minorenni, le Asp, e la rete famiglie.

Obiettivo immediato è l’attivazione dell’assistenza tecnica e di programmi formativi per gli operatori degli Enti locali e delle Asp che dovranno promuovere i Centri Affido in tutta la regione. Un provvedimento che, per il presidente della Giunta, dovrà essere redatto avvalendosi sia del coordinamento regionale che del Tavolo nazionale dell’affido che ha dichiarato disponibilità a dare un suo contributo. Un secondo impegno assunto è stato quello relativo all’attivazione di un osservatorio regionale sui minori fuori della famiglia,  minori collocati i centri residenziali ed in affido che spesso vengono dimenticati e raggiungono la maggiore età senza prospettive  per il loro futuro.

Il presidente Occhiuto e l’assessora Staine hanno accolto ed apprezzato la disponibilità del Dipartimento Sociologia dell’Unical e del coordinamento affido e adozione a realizzarlo senza oneri per la regione. Anche sui minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio calabrese, il presidente della Giunta e l’assessore  ritengono di strutturare un progetto regionale condiviso con il coordinamento  per la loro accoglienza in famiglie disponibili all’affido in sintonia con quella tradizione di accoglienza che ha visto la Calabria attiva in occasione dei tanti sbarchi che l’hanno coinvolta.

Il Coordinamento, poi, ha chiesto riguardo i minori con patologie e bisogni speciali per i quali manca una rete di neuropsichiatria e di comunità sanitarie riabilitative. Una parte di loro potrebbe trovare accoglienza in affido e in adozione ma, le famiglie disponibili, chiedono un adeguato sostegno e supporto per una scelta impegnativa e difficile. Nel dibattito è emersa anche da parte delle associazioni la preoccupazione su quelli che saranno le ricadute negative della “riforma Cartabia”, che ha un impatto sui Tribunali per i Minorenni; scenario che dovrebbe spingere ulteriormente i diversi attori istituzionali e sociali ad attivare un lavoro di rete con una integrazione tra sociale e sanitario che è sempre di più indispensabile. (rcz)

L’appello del Centro Agape: Istituire la Giornata nazionale dell’affido familiare

Istituire la Giornata nazionale dell’Affido. È l’appello che il Centro Comunitario Agape, impegnato da oltre 40 anni nella promozione di questa forma di accoglienza, ha rivolto ai parlamentari calabresi, affinché si attivino per istituire questa giornata.

Di questo, se ne parlerà anche nel convegno Verso la Giornata Nazionale dell’Affido, promosso dal Tavolo nazionale Affido, che raggruppa le Associazioni che in Italia si occupano di affidamento, e a cui parteciperà la Ministra per la Famiglia, la Garante Nazionale per l’Infanzia, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il Coordinamento degli assessorati regionali alle politiche sociali e l’ordine Nazionale dei giornalisti.

Sarà anche l’occasione per lanciare la proposta di istituire la Giornata Nazionale dell’Affido il 4 maggio di ogni anno.Una giornata per ricordare che il 4 maggio 1983 il Parlamento Italiano votava la legge 184 la quale stabiliva che “Il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia”, ma quando Il minore “è temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo, può essere affidato ad un altra famiglia, […] in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione”; la risposta a quel suo bisogno è un’altra famiglia che lo accolga.

Il Centro Agape, infatti, ha auspicato che «questo principio, che una legge ha riconosciuto, possa avere un momento, ufficiale e stabile, non “celebrativo” ma di riconoscimento del valore dell’accoglienza svolto da migliaia di famiglie italiane, faccia da complemento ad una azione continua di promozione e di attuazione dei principi contenuti nella legge 184/83 e nelle successive modifiche che l’hanno completata. Crescere in famiglia è un diritto che ha quasi 40 anni, ma che deve ancora crescere, e diventare reale e esigibile».

«Anche in Calabria – conclude la nota – dove questo diritto è negato e dove sono un migliaio i bambini calabresi che vivono fuori della famiglia, con linee guida sull’affido approvate dalla regione che da oltre 15 anni attendono di essere applicate». (rrc)