SANITÀ, CALABRIA NON È PIÙ MAGLIA NERA «UN BALZO IN AVANTI»
SU PRESTAZIONI E LEA

«Per la prima volta la Calabria, che per anni è sta maglia nera dei Lea, non lo è più». È quanto ha dichiarato Domenico Mantoan, direttore generale dell’Agenas, nel corso della presentazione del Programma nazionale esiti (Pne) 2024-Report su dati 2023 di Agenas.

Un vero e proprio riscatto di una terra che ha fatto «un notevole il balzo in avanti con reparti con situazioni di buona sanità. Merito del commissario Occhiuto», ha detto ancora Mantoan.

Un passo in avanti – e anche una sorpresa, come espresso da molti – messo nero su bianco dai dati dell’Agenzia che certifica «un trend di significativo miglioramento rispetto nell’anno 2023 sulla base degli stessi indicatori relativi all’attività assistenziale verificati nell’anno 2022 da ospedali pubblici e privati», ha spiegato il presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, sottolineando come Mantoan, parlando di “balzo in avanti”, «ha dato merito al lavoro che la struttura commissariale sta facendo».

«Non festeggiamo questo primo piccolo traguardo, ma questo riconoscimento ci dà gli stimoli giusti per fare ancora meglio e per continuare con determinazione la scalata che ci aspetta», ha concluso Occhiuto.

Ma non è solo la Calabria a festeggiare: «Ci sono eccellenze al Nord, ma iniziano ad
esserci anche al Sud», ha detto ancora il direttore generale, aggiungendo come «anche la Sicilia ha fatto un buon balzo in avanti, vuol dire che è stato fatto un buon lavoro».

Per l’eurodeputata Giusi Princi, si tratta di «un risultato straordinario, la dimostrazione concreta del buon governo del Presidente Occhiuto».

«Lo stesso direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan, ha riconosciuto il merito del commissario, il presidente Occhiuto, che con abnegazione – ha sottolineato l’eurodeputata calabrese – sta portando avanti un lavoro tutt’altro che facile, dimostrando autorevolezza e capacità amministrative».

«Questo significativo miglioramento della Calabria, certificato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – ha proseguito – rappresenta un’importante svolta rispetto al passato ed è frutto dell’impegno, della tenacia e della determinazione del presidente Occhiuto che, grazie anche all’autorevolezza di cui gode nel governo nazionale, è riuscito a vincere sfide in cui nessuno credeva, come quella dei medici cubani, dotando le nostre strutture di professionisti eccellenti».

«Finalmente – ha concluso l’eurodeputata – la Calabria fa parlare di sé anche per le buone pratiche e i risultati raggiunti. Da parte mia continuerò, con determinazione, a sostenere e a portare le istanze della mia terra in Europa, collaborando con il presidente Occhiuto per la crescita e lo sviluppo del territorio».

«In Calabria migliora il livello delle cure ospedaliere. Non lo dico io, non lo dice il Centrodestra ma è quanto rileva Il Piano nazionale esiti (Pne), sistema oggettivo che produce dati non contestabili, redatto dall’Agenas», ha detto l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, sottolineando come si tratti di un risultato il cui merito va a Occhiuto.

«Perciò, senza temere di essere smentito – ha proseguito – posso dire che questa è la dimostrazione che la politica messa in campo in questi anni dal presidente Occhiuto comincia a dare i suoi frutti. Dopo anni di dati negativi, per la prima volta la Calabria registra un’inversione di tendenza. Sono contento e orgoglioso anche per il lavoro dei tanti eccellenti professionisti che lavorano ogni giorno, con dedizione e con mille difficoltà nelle nostre strutture sanitarie. Il risultato di oggi è anche merito loro. Abbiamo ancora tantissimo da fare, ma intanto grazie al presidente Occhiuto, grazie a tutti».

Per l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, «la strada da percorrere per efficientare il sistema sanitario calabrese è ancora lunga, ma oggi abbiamo avuto prova che c’è stato un miglioramento, una netta inversione di tendenza».

«Quindi – ha concluso – partiamo da questi dati che certificano situazioni di buona sanità nella nostra regione, che recupera con un netto miglioramento i Livelli essenziali di assistenza e proseguiamo su questa strada per costruire un sistema sanitario pubblico regionale di cui andare orgogliosi».

Per il deputato di Forza Italia e coordinatore regionale, Francesco Cannizzaro, «il dato che emerge dal Programma nazionale esiti, presentato oggi dall’Agenas, sulle performance degli ospedali pubblici e privati, certifica la chiara inversione di tendenza della sanità calabrese impressa dal presidente Roberto Occhiuto, da quando ha assunto, a inizio mandato, anche il ruolo di commissario di un comparto massacrato nell’ultimo decennio».

Cannizzaro, sottolineando come «secondo il direttore generale Agenas, Domenico Mantoan, ‘la grande sorpresa è la Calabria che è stata per anni maglia nera nel garantire i Livelli essenziali di assistenza e non lo è più: ha fatto notevoli balzi in avanti e addirittura ci sono ospedali con reparti di buona sanità’», ha posto l’accento su come «la sinistra, in maniera ossessionata, attacca il presidente Occhiuto quotidianamente su tutti i fronti possibili, esponendo la nostra Regione talvolta al pubblico dileggio, c’è un centrodestra solido e pragmatico che lavora in silenzio e con grande determinazione per dare finalmente alla Calabria soluzioni, investimenti, servizi e un’immagine positiva».

«Da una parte le chiacchiere, dall’altra i fatti e il buongoverno», ha concluso.

«Le parole del direttore generale di Agenas sono chiarissime e certificano il grande lavoro che, in tema di sanità, sta conducendo ormai da tre anni la giunta regionale guidata dal presidente Roberto Occhiuto», ha detto il deputato Giuseppe Mangialavori.

«Nel report si parla di ‘balzo in avanti’ della Calabria, che finalmente, dopo anni – ha aggiunto – non è più maglia nera nell’erogazione dei Lea, e si riconoscono l’impegno e le capacità della struttura commissariale che sta risolvendo, con pragmatismo, anni di malfunzionamenti che hanno relegato la Calabria in fondo alle classifiche».

«Oggi, invece, l’inversione di tendenza è nei fatti», ha concluso.

La consigliera regionale Luciana De Francesco ha sottolineato come «il lavoro del presidente Roberto Occhiuto sta facendo vedere i suoi frutti, ma dobbiamo capire che la situazione ereditata necessita di pazienza e fiducia».

« Agenas è un organismo terzo e ciò che oggi afferma sulla Calabria – ha concluso – ci inorgoglisce».

«Le parole del direttore generale Agenas, Domenico Mantoan, durante la presentazione del Programma nazionale esiti (Pne) 2024-Report su dati 2023 di Agenas, certificano senza ombra di dubbio – dichiara la presidente della terza commissione consiliare sanità del Consiglio Regionale, Pasqualina Straface – un notevole cambio di passo nella gestione del comparto sanitario regionale, dopo decenni di disastri prodotti dai commissariamenti e taluni governi regionali inerti e litigiosi».

«Siamo di fronte ad una conferma terza, autorevole e della quale andrebbe solo preso atto, dimostrando finalmente onestà intellettuale», ha detto Straface, sottolineando come «noi, del resto, lo sosteniamo da tempo e oggi per fortuna anche organizzazioni importanti ed incontestabili come questa attestano quanto positiva sia stata la possibilità di poter gestire la sanità calabrese nelle stesse mani del presidente e del commissario Occhiuto».

«In soli tre anni – ha spiegato – il Presidente ha riorganizzato il sistema e la rete ospedaliera, istituendo Azienda Zero grazie alla quale finalmente la Calabria, come tante altre regioni d’avanguardia, ha un’azienda unica regionale che coordina il lavoro delle Asp e delle Ao; ha assunto migliaia di lavoratori di personale medico, infermieristico e ammnistrativo attraverso decine di concorsi; ha investito, sfruttando il Pnrr, ingenti risorse per incrementare le dotazioni tecnologiche degli ospedali; ha quantificato il debito sanitario regionale e chiuso i bilanci delle aziende sanitarie dopo decenni di contabilità orale, come nel caso dell’Asp di Reggio; ha abbattuto i tempi delle liste di attesa, anche attraverso l’istituzione del Cup regionale unico e ha riavviato la realizzazione dei grandi ospedali regionali, uno dei quali, quello della Sibaritide, sarà concluso entro la fine della legislatura regionale».

«È del tutto evidente che, nonostante gli indicatori rivelino una tendenza al miglioramento dello stato della sanità calabrese, si è solo all’inizio di un percorso lungo e tortuoso», ha evidenziato Straface, dicendosi certa che «nonostante l’opposizione lavori quotidianamente ed esclusivamente per infangare e denigrare l’operato positivo del presidente Occhiuto, i calabresi percepiscano concretamente – conclude la Straface – l’ottimo lavoro messo in campo dalla giunta regionale e guardano al futuro finalmente con rinnovato ottimismo, consci di poter essere governati, ancora nei prossimi anni, da mani sicure».

«C’è ancora moltissimo da fare, del resto il governo regionale sta scalando una montagna complessa e insidiosa, ma il cambio di passo c’è e si vede. C’è chi lavora per migliorare la Calabria e chi quotidianamente infanga la propria Regione», ha dichiarato il consigliere regionale Domenico Giannetta, sottolineando come il risultato raggiunto è «merito del commissario Occhiuto».

«In meno di tre anni il presidente e commissario della sanità calabrese, Roberto Occhiuto, ha saputo invertire un trend che vedeva la nostra Regione perennemente fanalino di coda in tutti gli indicatori dei livelli essenziali di assistenza», ha evidenziato il consigliere regionale Michele Comito, aggiungendo come «nonostante ci sia ancora tanto da fare nel sistema e nella rete dei nostri presidi ospedalieri, è del tutto evidente il nuovo cambio di passo che la Regione ha impresso per dare finalmente ai calabresi una sanità migliore».

Comito, poi, ha sottolineato i grandi progressi che la Regione sta compiendo anche in merito alla costruzione dei nuovi ospedali: «Sia sufficiente prendere ad esempio Vibo Valentia, dove il cantiere sta andando avanti in maniera decisa e dove presto si arriverà all’approvazione del progetto definitivo».

«Tutto questo – ha concluso Comito – a fronte di un centrosinistra inadeguato, il cui principale cruccio sembra essere quello di denigrare l’amministrazione regionale. Per fortuna i calabresi possono invece contare, e per molti anni ancora, su una Giunta regionale e una maggioranza di centrodestra che con impegno e caparbietà raccoglie risultati». (ams)

Mobilità sanitaria, Tavernise (M5S): Pesante il saldo negativo per la Calabria

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, ha evidenziato come dal Rapporto Agenas è emerso, nuovamente, un saldo negativo sulla mobilità sanitaria in Calabria.

«La nostra regione – ha spiegato – continua a non essere attrattiva per quanto riguarda la soddisfazione dei bisogni sanitari e non si riesce a bloccare in nessun modo la fuga dei cittadini verso il nord e il centro. In verità è una migrazione che dimostra un andamento costante nel tempo, tanto che il fenomeno lo si può considerare ormai strutturale. Il totale dell’acconto nei flussi standard del riparto 2023 (dati 2022) è pari a meno 273 milioni di euro. Soldi che la Regione Calabria spende nei sistemi sanitari di altre regioni italiane, soprattutto in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, ma anche in Campania e in Puglia».

«A fronte di queste cifre importanti, di questa passività allarmante – ha detto – quali sono le strategie messe in campo dal commissario ad acta della Sanità, nonché presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto? A ben vedere nessuna. Basta scorgere i dati del corposo dossier Agenas per rendersi conto che la nostra è una delle poche Regioni d’Italia che non riesce ad invertire il trend negativo, al contrario della Campania e della Sicilia che iniziano a mostrare segnali positivi».

«Eppure, come dicevamo – ha proseguito –, l’andamento dell’emigrazione sanitaria calabrese è ormai strutturale, quindi è nota l’entità e la direzione dei flussi di mobilità. Da questa conoscenza è possibile e necessario strutturare una strategia per rispondere alle esigenze della domanda espressa dai pazienti, e indirizzare in questo modo la regolamentazione e la pianificazione del sistema regionale e aziendale, soprattutto in riferimento agli equilibri economico-finanziari della Regione. Le premesse per agire ci sono tutte, ma evidentemente manca la volontà e la capacità politica di una classe di amministratori che a parte i proclami non riesce ad esprimere nulla di concreto nella realtà».

«Esempio pratico di ciò che affermo è la mancata apertura degli ospedali di Trebisacce e Praia a Mare – ha spiegato – che continua a provocare una fuga di prossimità dei nostri corregionali a Policoro e a Lagonegro, andando a d’incidente sulle casse del nostro sistema sanitario regionale per quasi 100 milioni di euro all’anno. Le soluzioni per rimediare e invertire la rotta ci sono tutte, manca evidentemente lungimiranza e una buona gestione della sanità». (rrc)

 

La “R. Dulbecco” tra le prime in Italia per bypass aorto-coronarico

La Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “R.Dulbecco” –Presidio “Mater Domini” di Catanzaro, diretta dal Prof. Pasquale Mastroroberto, conferma e migliora i dati del Programma Nazionale Esiti 2022, risultando tra le prime 10 strutture per volumi ed esiti (mortalità a 30 giorni) nell’ambito della chirurgia coronarica. 

È quanto emerso dai risultati dell’Edizione 2023 del Programma Nazionale Esiti presentati da Agenas.

«Sono dati con ulteriori miglioramenti rispetto alle ultime edizioni Pne  – ha dichiarato il direttore Mastroroberto – con un eccellente risultato in termini di volumi e,relativamente al bypass aorto-coronarico, con indici di mortalità al disotto della media nazionale. Elemento di grande importanza è stata la valutazione combinata, nell’ambito del bypass aorto-coronarico, tra volumi (almeno 200 interventi/anno secondo il Dm 70/2015) e mortalità a 30 giorni (1.49% Catanzaro rispetto al 2.17 nazionale), valutazione che ha permesso alla Cardiochirurgia dell’A.O.U. “R.Dulbecco”di essere inserita tra le prime 10 strutture su 110 cardiochirurgie italiane con almeno 360 interventi di bypass nel biennio 2021-2022».

«Sempre nell’ambito dell’analisi dei volumi per bypass aorto-coronarico la Cardiochirurgia dell’A.O.U. di Catanzaro – ha proseguito – è risultata la prima  per numero percentuale di incremento confrontando i dati del 2019 e quelli del 2022 tra tutte quelle con elevati volumi di attività. Stabili i risultati per volumi ed esiti per la chirurgia valvolare isolata. Ovviamente questi ultimi dati ci indicano come il lavoro da fare per ridurre la mobilità sanitaria passiva sicuramente presenta un trend positivo in crescita anche se sono necessari ulteriori sforzi da parte di tutte le componenti impegnate su questo fronte».

«Questi risultati certificati da Agenas e ottenuti con notevoli sacrifici da parte di tutto il personale medico,infermieristico e tecnico, – ha concluso Mastroroberto – hanno contribuito ad un costante incremento dei volumi con un evidente miglioramento degli esiti per cui per la fine anche di quest’anno sarà superata la soglia dei 450 interventi». (rcz)

 

SANITÀ, LA CALABRIA FANALINO DI CODA
MENTRE I NOSTRI OSPEDALI ARRANCANO

di FRANCESCO CANGEMI – Sanità calabrese ancora da bollino rosso. Stavolta i dati negativi degli ospedali calabresi arrivano dall’Agenas, l’Agenzia nazionale sanitaria per i servizi sanitari regionali.

Per la prima volta l’Agenas ha valutato, nell’ambito delle Aziende ospedaliere, la capacità di conseguire obiettivi assistenziali – esiti delle cure e accessibilità ai servizi – coerentemente con le risorse disponibili siano esse di tipo finanziario, professionale e tecnologiche. Successivamente la valutazione interesserà anche le Aziende sanitarie territoriali. In estrema sintesi meno di un‘Azienda ospedaliera su 5 conquista, nel 2021, alti livelli di performance (17%), più della metà si attesta su un livello medio (60%), mentre più di una su 5 non supera l’asticella degli obiettivi da raggiungere (23%).

La metodologia dell’analisi di Agenas vede l’individuazione di cinque aree di performance e la suddivisione delle 53 Aziende ospedaliere in due tipologie: Aziende ospedaliere universitarie (30) e Aziende ospedaliere (23). Inoltre, per entrambe le categorie, è stata prevista una differenziazione secondo il numero di posti letto disponibili, ovvero maggiore/minore di 700 posti letto.

Le cinque aree di performance riguardano: l’accessibilità; la governance dei processi organizzativi; la sostenibilità economico-patrimoniale; il personale; gli investimenti. L’analisi – che riguarda il triennio 2019, 2020 e 2021 – è disponibile sia per gli stakeholder del settore, sia per i cittadini che potranno così accedere ai dati attraverso il portale Agenas della performance.

Nello specifico il rapporto, come detto, analizza le singole Aziende ospedaliere italiane e, quindi, anche quelle calabresi.

L’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro raggiunge un risultato “medio-alto” per ciò che concerne la sostenibilità economica e il personale, “medio” in merito alla governance dell’organizzazione. Mentre le voci Accessibilità e Investimenti segnano bassi livelli performativi.

Alla voce Accessibilità sono calcolati i tempi d’attesa in Pronto soccorso e i relativi abbandoni da parte degli utenti oltre ai tempi d’attesa per la protesi all’anca e il tumore alla mammella. In questa categoria il Pugliese-Ciaccio segna un tasso di crescita media dal saldo negativo: -9,48%, una variazione nel periodo 2021-2019 del -18,06% e una variazione 2021-220 del 3,64%.

L’azienda ospedaliero-universitaria Mater domini di Catanzaro, segna livelli medio-alti per ciò che concerne la governance dei processi organizzativi mentre tutti gli altri indicatori segnano un livello medio-basso. L’accessibilità anche per il Mater domini è il tasto più dolente: il tasso medio di crescita è infatti pari al -18,95%.

Il presidio ospedaliero Annunziata di Cosenza raggiunge un livello medio-alto solo per quanto riguarda il personale. Di livello medio risulta invece la sostenibilità economica. Tutti gli altri indicatori segnano livelli medio bassi o bassi.

Accessibilità e investimenti rappresentano le voci più critiche anche per l’ospedale Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria che raggiunge livelli tra il medio e l’alto solo per ciò che concerne il personale e la sostenibilità economica. (fc)

Tavernise (M5S): Agenas continua a bocciare la sanità calabrese

Il consigliere regionale e capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Davide Tavernise, ha denunciato come «Agenas continua a bocciare la sanità calabrese» e di come «dalla politica regionale nessun cambio di rotta».

«Nei meandri degli annunci regionali – ha spiegato – che si vorrebbero rivoluzionari da un anno e mezzo a questa parte, nella sanità calabrese l’unico elemento nuovo è l’arrivo di qualche decina di medici cubani che danno respiro a pochi ospedali calabresi mentre resta in sofferenza tutta la sanità regionale. Il report dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che ha analizzato le performance degli ospedali in tutto il Paese dimostrano infatti che le scelte politiche regionali calabresi erano e continuano a rivelarsi sbagliate condizionando l’efficacia del servizio sanitario regionale».

«I grandi ospedali calabresi – ha aggiunto – sono da bollino rosso e questo va ricondotto anche alle scarse performance degli ospedali spoke. Fatte salve alcune realtà virtuose, eccellenze in un contesto abbastanza difficile, le criticità restano e non si riescono a risolvere. La Calabria, dunque, continua a pagare lo scotto di strategie miopi.  Le scelte del governo regionale, come la costituzione di Azienda Zero, che di fatto sta bloccando la nostra sanità, non migliorano la situazione».

«Si continua così – ha evidenziato – a rincorrere i provvedimenti contenuti nel Decreto Calabria, che significa prolungare il commissariamento della sanità senza per questo cercare in qualche modo di superare le anomalie che contraddistinguono il settore. Penso ad esempio, al caso dei medici imboscati, i cui dati sono disconosciuti dalle stesse aziende sanitarie, pur trattandosi di un fenomeno diffuso e altamente penalizzante. Viviamo di paradossi. Mancano i medici in Calabria però risultano assunti in misura sufficiente. Viene da chiedersi perché la politica regionale resti in silenzio davanti al fenomeno del personale sanitario rifugiato dietro una scrivania piuttosto che assistere i pazienti?».

«Anche con riferimento alla medicina territoriale – ha concluso – l’impressione è che a parte creare scatole vuote la regione non sia impegnata nella costruzione di un sistema virtuoso. Ci resta l’impiego dei medici cubani. La politica regionale si conferma senza visione per il futuro e sorda alle proposte dell’opposizione. Davanti a noi nessun cambio di rotta». (rrc)

IN CALABRIA UN MALATO ONCOLOGICO
SU DUE PREFERISCE FARSI CURARSI FUORI

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Un malato oncologico su due sceglie di curarsi fuori dalla Calabria. È quanto emerge dai dati aggiornati del rapporto Agenas dedicato alla Mobilità sanitaria.

Il quadro presentato dall’Istituto è un vero e proprio disastro: nella nostra regione sono stat 2.887 i ricoveri di residenti e 2.757 i pazienti che hanno deciso di curarsi fuori regione, con un indice di fuga del 49,7%. Un dato secondo solo al Molise, dove l’indice di fuga è del 50,6%.

Si tratta di dati riferiti al 2021, in cui è emerso che sono 24.744 i pazienti, provenienti da Sud, a essersi spostati al Nord per le cure oncologiche. Nel 2021, la Lombardia ha avuto, ad esempio, 33.940 ricoveri di residenti e 7.264 provenienti da fuori regione; il Veneto ha avuto 19.407 ricoveri di residenti e 3.794 da altre regioni; l’Emilia Romagna ha avuto il 17.029 ricoveri di residenti e ne ha ospitati 2.171.

La Calabria, tra il 2017 e il 2021, per la mobilità sanitaria ha perso circa -159,57 mln di euro, posizionandosi penultima dopo la Campania, che ha registrato un saldo del -185,76 milioni di euro.

Maglia nera, poi, per l’assistenza sanitaria a minori e adolescenti. Come raccontato al Corriere della Calabria, il Stefano Vicari, ordinario di Neuropsichiatria Infantile dell’Università Cattolica di Roma nonché direttore di Neuropsichiatria Infantile del “Bambino Gesù” di Roma, «al pronto soccorso del “Bambino Gesù” accogliamo molte famiglie calabresi che sono costrette a viaggi lunghissimi per poter trovare una risposta ai loro bisogni, al loro diritto di cura».

Altro dato, aggiornato al 4 aprile, riguarda la domanda di prestazioni specialistica ambulatoriale per ogni 100 abitanti. I dati della nostra regione non sono pessimi, ma questo non significa che ci si possa adagiare sugli allori. Per quanto riguarda le visite di controllo, in Calabria sono il 33,71% contro il 45,547% del dato nazionale. Per le ecografie addominali, che vengono fatte 3,1 per ogni 100 abitanti, la Calabria è ultima. Migliora la posizione per l’ecografia ginecologica, che sono 2,0 per ogni 100 abitanti. Per ogni 100 abitanti, vengon fatte 4,6 ecografie, mentre vengono fatte 1,38 prime visite neurologiche. Inferiore il dato per la prima visita ginecologica, che ne vengono fatte l’1,8 per ogni 100 abitante. Alto, invece, il valore per le TC al cranio: ne vengono fatte 1,55 per ogni 100 abitanti, posizionando la Calabria quarta dopo Lombardia, Puglia e Campania.

Questi dati, nel complesso, presentano una sanità che, da una parte, può funzionare ma che, dall’altra, ha bisogno di più strumenti, personale medico e, soprattutto, fondi. Dopo tutto, quella della mobilità sanitaria è un problema atavico della Calabria. Un problema provocato principalmente dal riparto dei fondi sanitari. La Calabria, infatti, «è la regione che riceve pro capite, da più di 20 anni a questa parte, meno fondi per la sua sanità pur avendo tra i suoi circa due milioni di abitanti ben 287000 mila malati cronici in più che non in altri due milioni di altri italiani per come certificato anche dall’ormai lontano», ha denunciato Giacinto Nanci, medico dell’Associazione Medici di Famiglia di Catanzaro.

«Per rendere l’idea di quanto la Calabria e le regioni del sud sono penalizzate – ha continuato Nanci – dall’attuale criterio di riparto dei fondi sanitari alle regioni basti dire che nel 2017 è stata fatta una modifica “parziale” (per come specificato dall’allora presidente delle Conferenza Stato-Regioni on. Bonaccini) dei criteri di riparto basati sulla “deprivazione” e non su quelli “demografici” correnti. Ebbene in base a questa parziale modifica (non riproposta ne tantomeno ampliata negli anni successivi e da qui il ricorso al Tar) alle regioni meridionali sono stati assegnati in più nel 2017 rispetto al 2016 ben 408 milioni di euro e se si considera che la modifica era solo parziale si potrebbe moltiplicare la cifra almeno per 4 e se questo riparto fosse stato fatto da 20 anni a questa parte in cui il riparto è stato fatto invece  con il criterio “demografico” la sanità del sud e quella calabrese, che è quella più penalizzata da questo criterio di riparto, avrebbero avuto molte più opportunità».

«La sanità calabrese – ha evidenziato – oltre a questo handicap del criterio di riparto è penalizzata anche dal piano di rientro stesso cui è sottoposta da oltre 13 anni perché esso fa ulteriori tagli alla sua spesa sanitaria, già insufficiente, proprio per ripianare il presunto deficit, e impone una maggiorazione delle tasse (Irap, Irpef, Accise etc..) ai calabresi, peggiorando oltre alla salute anche l’economia calabrese. Che fare allora?».

Per Nanci, infatti, con i fondi in più si potrebbe pensare di creare «dei centri di eccellenza per le varie patologie perché uno dei fenomeni che peggiorano i conti della sanità calabrese sono proprio le spese per le nostre cure fuori regione nei centri di eccellenza del Nord, che nel 2021 sono giunte alla stratosferica cifra di 329 milioni di euro».

«Un esempio per capire – dice Nanci –: La Calabria con una prevalenza di diabete mellito del 12% non ha un centro per la cura del piede diabetico, la regione Lombardia con una prevalenza di diabete del solo 4% ha più centri per la cura del piede diabetico, per cui i calabresi poi devono andare in questi centri al nord solo per l’amputazione del piede e non per la sua cura. Lo stesso vale per altre patologie». (rrm)

Pnrr, il presidente Occhiuto: Comunicato a Agenas piano per finanziare ospedali di comunità

Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha reso noto che è stato comunicato all’Agenas – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari regionali, «il suo piano per finanziare – attraverso le risorse europee del Piano nazionale di ripresa e resilienza – gli ospedali di comunità, le case della comunità e le centrali operative territoriali».

«D’intesa con Agenas, si provvederà nei prossimi mesi – fino a marzo 2022 – ad aggiornare il piano e il relativo cronoprogramma, che si chiuderà il 31 maggio 2022» ha spiegato il presidente, aggiungendo che «in questo lasso di tempo ci sarà un confronto con le aziende sanitarie, con le aziende ospedaliere e con i sindaci calabresi per raccogliere e raccordare tutte le esigenze, al fine di inserire nel Programma operativo definitivo una completa rivisitazione delle chiusure, delle riaperture e delle riconversioni dei presidi sanitari».

«Saranno valutati – ha spiegato – diversi parametri: il rafforzamento dell’emergenza/urgenza; la necessità di supportare le aree disagiate e di montagna – come nel caso dell’ospedale di Cariati (in provincia di Cosenza), per il quale verranno fatte specifiche riflessioni -; e, infine, l’andamento e all’evoluzione della pandemia da Covid-19». (rcz)