di FRANCO BARTUCCI – Attualmente i posti letto disponibili sono 2.130 con un aumento complessivo, rispetto allo scorso anno, di cento unità, tenendo fede all’impegno assunto con la precedente nota di comunicazione diffusa in materia nel 2022. In particolare 1.140 alloggi sono stati assegnati agli studenti idonei non beneficiari, 852 unità sono state attribuite agli studenti vincitori ed ulteriori 138 posti sono stati riservati a particolari categorie (tariffa agevolata, portatori di handicap e convenzioni internazionali). Questo conferma l’Unical ai vertici per ricettività nel panorama universitario nazionale.
Ma c’è di più. Tutte le procedure di assegnazione si sono concluse con largo anticipo rispetto alle prassi del passato: lo scorso 31 ottobre sono state completate le assegnazioni dei posti letto riservati agli studenti beneficiari di borsa di studio, mentre il 27 novembre si è concluso l’iter per gli alloggi agli studenti idonei non vincitori di borsa.
Di ciò va dato merito al personale preposto alla gestione dei servizi residenziali del Centro Residenziale ben guidato dal Pro Rettore, con delega al Centro Residenziale, prof.ssa Patrizia Piro, che con grande passione e partecipazione costante e dinamica, da ben quattro anni, si sta occupando con merito della gestione del Campus universitario di Arcavacata, per come meglio viene individuato e chiamato familiarmente, al posto di Centro Residenziale previsto dalla legge istitutiva dell’UniCal del 1968, a firma del Presidente del Consiglio Aldo Moro.
Per centrare un risultato così importante l’Ateneo ha lavorato alacremente su più fronti. In particolare ha partecipato e vinto un bando ministeriale che ha consentito di acquisire un nuovo quartiere residenziale, sono stati inoltre completati i lavori di ristrutturazione di alcuni appartamenti di proprietà e, infine, è stata acquisita la disponibilità di camere presso strutture alberghiere del territorio. L’Ateneo, che ha digitalizzato completamente la procedura di assegnazione rendendola più rapida, ha pure migliorato i servizi a supporto delle residenze grazie all’incremento del numero di addetti presenti nei quartieri per l’accoglienza.
«Il nostro Ateneo – ha spiegato il rettore Nicola Leone – è da sempre molto attento alle esigenze degli studenti, a partire da quelle abitative. La residenzialità estesa ad un numero elevato di iscritti, in controtendenza rispetto all’emergenza nazionale degli alloggi per fuori sede, ha sempre caratterizzato l’Università della Calabria che, alla qualità della didattica e della ricerca, unisce il valore aggiunto della vita nel nostro bellissimo Campus. Il numero degli alloggi dell’Unical è pari al 16% degli iscritti in corso contro il 4% della media nazionale, ma puntiamo ad arrivare al 20% grazie all’ultimazione di un nuovo quartiere residenziale che farà aumentare la nostra ricettività di 500 posti. L’ampliamento dei posti letto e la velocizzazione delle procedure di assegnazione – ha puntualizzato ancora Leone – è il risultato di una politica mirata dell’Università che ha posto il diritto allo studio tra gli obiettivi strategici dell’Ateneo oltre che degli sforzi di miglioramento del servizio profusi quotidianamente dagli addetti del Centro residenziale».
Fin qui la soddisfazione del Rettore Leone anche in funzione di quel 20% auspicato di poter raggiungere quanto prima, con l’ultimazione di un nuovo quartiere residenziale che avrà una ricettività di 500 posti in più, rispetto agli studenti iscritti che come noto ammontano a circa 25 mila.
Soddisfazione che non si avverte tra coloro che hanno lottato per avere l’Università, grazie alla legge n° 442 del 12 marzo 1968, ma soprattutto per chi l’ha vissuta come studente, docenti e non docenti, nell’arco soprattutto dei primi trent’anni di impegno lavorativo e di studio, che prevedeva anzitutto una forma di autogoverno del centro residenziale e poi bisognava garantire almeno al 70% degli studenti iscritti il diritto alla residenzialità.
Oggi, purtroppo, ci si trova lontani da quella indicazione stabilita dalla legge istitutiva in quanto probabilmente cancellata dalla memoria, ma che nella raccolta delle leggi prodotte dallo Stato è ben presente. Ciò che si può dire è che, con rimpianto, è estremamente deludente avere abbandonato quel progetto, soprattutto quando un treno come il Pnrr ne avrebbe potuto consentire il recupero ed il completamento del disegno delle strutture didattiche, scientifiche e residenziali. Questo poteva avvenire se ci fosse stata una adeguata sensibilità da parte degli organi competenti, a cominciare dalla stessa Università e dai vari organi politici ed istituzionali del territorio, per come più volte è stato auspicato dalle pagine di questo giornale.
Tutto questo probabilmente è accaduto anche per effetto di una scarsa conoscenza storica del ruolo e delle funzioni dell’Università, per come ci è stato sollecitato dai padri fondatori.
Se ci fosse stata una degna celebrazione del 50° anniversario della nascita dell’Università della Calabria (non celebrato) tutto questo non sarebbe accaduto in quanto ci sarebbe stato un risveglio ed una maggiore partecipazione della società civile alla vita della nostra università, dalla quale sono usciti finora oltre centomila laureati. (fb)