L’OPINIONE / Antonio Errigo: l’astensionismo è la peggiore sconfitta per i calabresi

di ANTONIO ERRIGO –L’Italia è in fermento per le prossime elezioni. E la Calabria, chiamata a scegliere la nuova classe dirigente regionale, è alla vigilia di un nuovo appuntamento con se stessa (l’ennesimo!) e con la prospettiva di una rigenerazione, di un cambio di passo.
Sappiamo tutti che non vi è elezione politica durante la quale questo o quel candidato non prometta un serio impegno per contrastare l’assenza di reddito e lavoro. Impegni il più delle volte seri, tante altre, invece, figli di una propaganda elettorale che mira a solleticare e lusingare le masse.
Da questo punto di vista si prefigura un periodo importante per i calabresi che auspico numerosi in cabina elettorale. Questo auspicio è dettato dal fatto che nessuno di noi ricorda mai che il voto è un diritto-dovere, che il voto è la nostra arma per tenere saldamente tra le mani quella sovranità che la nostra Costituzione ci ha voluto consegnare, che non entrare in modo coscienzioso dentro quella cabina elettorale significa rinunziare a questa piccola ma potentissima frazione di sovranità che spetta a tutti i cittadini.

Partecipare alle elezioni, farlo in modo attivo, informarsi con la giusta dose di cinismo e diffidenza, significa dimostrare interesse al destino della propria terra. E noi calabresi, troppo spesso, alla nostra terra ci teniamo fintanto che non ci sia qualcosa di realmente concreto che dobbiamo fare (per esempio, votare!)…

C’è chi ai doveri civici, all’impegno attivo in favore del bene delle nostre terre, predilige parole violente, insulti e invettive di ogni tipo sui social network (i famosi “leoni da tastiera”) pronunciate verso partiti, liste e singoli candidati e, con grande probabilità, neanche si avvicina ai seggi.

Per carità, anche astenersi ha un valore e molte volte l’astensione dal voto è un vero e proprio desiderio di palesare la propria volontà politica. Mi chiedo però quanto sia utile.

Spero con convinzione che questa tornata – per molti versi più importante di altre – non sia sporcata da un’astensione molto elevata perché agli evidenti segni di insofferenza del popolo calabrese si aggiungerebbe solo un ulteriore sconfitta: quella di pensare o far pensare che la Calabria è in mano a pochi quando invece la Calabria è di tutti. Tutti coloro i quali si impegneranno per offrire la propria opinione come e quando serve.
Il 3 ed il 4 ottobre serve la vostra opinione. Buon voto a tutti. (ae)

Vito Teti: l’astensionismo tra indignazione e amarezza, nasce la “disperanza”

Lo scrittore Vito Teti, apprezzato antropologo calabrese, ha scritto nella sua pagina FB una breve considerazione sul forte astensionismo registrato alle elezioni regionali. Calabria.Live ospita convintamente e con molto orgoglio questo scritto che farà pensare e riflettere molti calabresi.

di VITO TETI

Dal mio balcone. 27 gennaio, ore 08.10.
Buon giorno, Emilia Romagna.
Buona notte, Calabria. Buon sonno.
Le tue nuvole e le tue nebbie sono quelle di sempre.
I tuoi figli continuano a dormire.
Cinquantasei calabresi su cento non sono andati a votare e buona parte di chi è andato, malvolentieri, al lo ha fatto senza “memoria” e senza speranza.
Avranno molto tempo per lamentarsi e inveire contro i politici corrotti, le mafie, quelli del Nord. La colpa sarà sempre degli altri. Buon sonno, tanto – lo sappiamo – sono “tutti uguali” e sono “tutti ladri” e da domani continueremo a dire che non andremo più a votare, ignari che non lo facciamo da decenni e che da decenni ci consegniamo, puntualmente, a quelli di cui pensiamo e diciamo tutto il male possibile. Le nuvole, le nebbie, la luce, il sole, le bellezze, le lamentele, le invettive, le retoriche, il rinvio sempre a domani – i politicanti e i corrotti che si occuperanno di …soltanto di loro stessi – non ce li toglierà nessuno.
Noi siamo sempre pronti ad assolverci e ad inveire, anche ad inventarci nuove narrazioni sulle magnifiche sorti progressive e sui miracoli che avverranno nei tuoi paesi vuoti e nelle tue marine desolate e sconfortate, da dove i giovani continueranno a fuggire.

Naturalmente, senza ironia, complimenti e buon lavoro a tutti quelli che sono stati eletti e a tutti quelli che hanno votato in libertà e con convinzione. Bisogna rispettare il voto di tutti.
Buona fortuna, Calabria. Coraggio.
Le nuvole e le nebbie, le luci e le ombre, sono sempre con noi. (vt)

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Il suo post è stata largamente commentato: questa la sua risposta:

«Desidero ringraziare quante e quanti hanno commentato questo mio post, hanno fatto considerazioni, apprezzamenti, critiche. ammetto: mi hanno commosso amarezza e dolore, delusione e sana indignazione perché mi sembrano espressione di un grande, immenso, amore per la Calabria e di un fastidio per quanti non se ne occupano, la maltrattano, non ne hanno cura. vorrei dialogare con tutti. spero che tanta civile passione e tanto interesse per il destino della nostra terra possano trovare voce, udienza, ascolto ogni giorno, da domani.

La Calabria, scrive l’amico Michele Santoro ha bisogno di una carezza per la sua fragilità. sono d’accordo. da anni non faccio che scrivere – anche cercare di tradurre, con generosità, in buone pratiche – di cura, riguardo, amore per i luoghi e le persone. non faccio che occuparmi di aree interne, montagne, paesi abbandonati, margini, periferie, confini pensandoli come centri e centrali per nuove comunità possibili, nuove, da inventare.

«La mia triste analisi di ieri, il mio amaro buona notte, – scrive teti – era un doveroso e libero esame dello “stato delle cose” – perché ognuno ha una visione da esprimere e delle idealità da affermare – ma era una amorevole carezza per la sveglia e non per il sonno. La Calabria ha bisogno di cura, ma anche di parole di verità, a volte dure, come si fa con le persone che amiamo. non deve cercare facili consolazioni, non ha bisogno di slogan, ha necessità di analisi complesse, di progettualità, di lavoro dignitoso, di scuole, biblioteche, buona sanità, messa in sicurezza del suo territorio. ha bisogno che la sua bellezza e il suo ambiente diventino ricchezza e risorse per i suoi abitanti. ha la necessità di sentirsi una comunità aperta e non sottomessa a chi pretende di scegliere per tutti, mentre lo fa per il proprio interesse. 

«La Calabria ha bisogno di programmi, idealità forti, convinzione, persuasione. l’errore peggiore che potremmo commettere è quello di confondere le scelte delle persone libere e perbene, di quelle che comunque votano o non votano in libertà, con i vizi, i limiti, gli errori, le responsabilità di chi ha governato, dei suoi gruppi dirigenti, delle sue élite che rapinano, devastano, praticano il trasformismo. sbaglieremmo, secondo me, a rinunciare, a cedere, a fuggire, a lasciare campo libero a chi vuole creare un deserto o luoghi chiusi e impenetrabili. Capisco la disperazione, ma credo che bisogna accompagnarla con una lucida, non retorica, speranza. non a caso, ho parlato con altri autori di “disperanza”. È un sentimento misto di dolore e amore, di indignazione e speranza, che dovrà portarci a resistere, a immaginare il futuro, a renderci partecipi nella vita civile di ogni giorno, a prenderci cura, anche singolarmente, di luoghi, piccoli paesi, persone, ultimi, fragili, anziani. anche tallonando chi fa politica, anche criticandone aspramente l’operato, in maniera libera, ognuno di noi può fare qualcosa, può dare esempio di buone pratiche, può compiere gesti di fiducia e di speranza per cambiare le cose, per liberare la Calabria da una sorta di maledizione alla quale noi stessi non dobbiamo credere. apatia, indifferenza, qualunquismo, populismo, paternalismo non fanno bene alla calabria. la nostra terra ha bisogno di garbo, di delicatezza, di parole dolci, ma anche di essere protetta da chi la devasta. quello che sarà la Calabria è quello che noi sapremo, vorremo, riusciremo ad essere. non mi pare che si sia in pochi e ci sono giovani, ragazze, professionisti, cittadini silenziosi, associazioni, gruppi dal basso che indicano altre strade possibili. la politica non si traduce e non finisce con una tornata elettorale.

«La polis, il paese, i centri storici, le spiagge, le montagne, le relazioni di affetto e di amore, le persone hanno bisogno di altre persone come voi, hanno bisogno della vostra amarezza, del vostro sguardo lucido e severo, delle vostre sollecitazioni, delle vostre carezze ruvide, del vostro interrogarvi se restare o andare via, del disagio che manifestate, del vostro restare e del vostro partire, del vostro tornare, della vostra indignazione e della vostra cura.

«Buon giorno calabria, buon giorno a tutti i calabresi che si addolorano, si disperano, si indignano, si impegnano, si sacrificano, si entusiasmano per la terra che amano e da cui non sanno, non potranno, sia che vanno via, sia che restano, staccarsi. perché, nonostante tutto, l’amore rimane». (rrm)