BORGHI, BOCCIATO BRANCALEONE VETUS
C’È AMAREZZA NEL PARCO ARCHEOLOGICO

di GIUSEPPE SPINELLI – Un’occasione persa. E non solo per la città di Brancaleone, ma per tutta la Calabria. Il Comune, infatti, che aveva presentato il progetto Archeologico urbano di Brancaleone Vetus, è stato escluso dal bando Valorizzazione dei Borghi. Ovvero, pur rientrando in graduatoria non prenderà finanziamenti e sarà costretto a rinunciare al progetto.

Un progetto ambizioso, che «ha come obiettivi la conservazione, la sicurezza e la valorizzazione intesi non solo come restauro dei percorsi storici del borgo storico di Brancaleone Vetus, ma anche il ripristino di una identità culturale, sociale, economica ed ambientale che porterà con opportune strategie di intervento ad un vantaggioso turismo sostenibile».

Una vera e propria rivoluzione del borgo medievale di Brancaleone Antico, che rientra all’interno del comprensorio territoriale che circonda il bacino della fiumara di Bruzzano, oggi comunemente indicato come Vallata degli Armeni, all’interno della più vasta Area Grecanica, una vera e propria isola ellenofona con un’identità culturale e linguistica ben radicata, dove si conservano non solo l’antico idioma, un dialetto di estrazione greco-bizantina unico al mondo, ma anche gli usi, i costumi e le tradizioni tipiche della tradizione bizantina.

Il presidente della Proloco di Brancaleone, Carmine Verduci, a nome suo e dei suoi volontari, ha espresso, con una sorta di sfogo, la sua profonda amarezza. Nella chiacchierata con il presidente Verduci, infatti, sono emerse molte perplessità nel metodo della scelta dei progetti meritevoli.

Lascio a chi legge ogni opinione. Personalmente, sono solidale con tutti i volontari e gli enti che hanno lavorato su un progetto lungimirante, il quale poteva offrire a tutto l’indotto una vera e propria opportunità di lavoro in ogni ambito.

Purtroppo si è dovuto registrare l’ulteriore miopia che, chi preposto a promuovere, ha dimostrato ancora una volta nel saper valutare un lavoro e una zona la quale già il mondo sta apprezzando.

Al bando “Valorizzazione dei Borghi” redatto nel 2018 sotto la Giunta Mario Oliverio, partecipò anche il Comune di Brancaleone, allora guidato da integerrimi Commissari Prefettizi che, con molto entusiasmo, diedero mandato di produrre un progetto all’arch. R. Grasso, arch. F. Carpinelli con il supporto dello studio Tecnico dell’ing. R. Sergi e la supervisione della Pro Loco di Brancaleone che, dal 2016, ha in carico la gestione del Parco Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus, portato avanti grazie all’intenso lavoro dei volontari in progetti ecosostenibili che hanno prodotto ottimi risultati in termini di funzionalità e fruibilità di un borgo che, altrimenti, sarebbe finito come la maggior parte dei borghi abbandonati d’Italia: ovvero abbandonati a se stessi.

Il Parco Archeologico urbano di Brancaleone Vetus, istituito dalla Soprintendenza dei Beni ed Attività Culturali dal 2008, oggi è al centro non solo dell’attenzione mediatica Nazionale ed Internazionale per il suo recupero non solo funzionale, ma anche culturale, per le numerose scoperte archeologiche suffragate da ricercatori, Università e riviste dedicate. Tutto questo ha implementato, in pochi anni, le presenze turistiche nella cittadina costiera, attratta non solo per le sue splendide spiagge preferite dalle tartarughe caretta caretta, ma anche al suo immenso patrimonio storico e naturalistico, cui la Pro Loco si dedica da ben dieci anni. 

La notizia apparsa lunedì sera, sul sito della Regione Calabria, ha lasciato sgomento il presidente della Pro Loco che, amareggiato per il risultato della graduatoria definitiva, ha dichiarato il suo disappunto ed amarezza.

Brancaleone Antico «Sappiamo bene – ha detto – che questo bando si è protratto per due lunghissimi anni, fra lungaggini amministrative e burocratiche incongrue al sistema di ripartizione dei fondi, con l’imbarazzante risultato di graduatorie prima ufficiali e poi reinventate subito dopo. Il progetto Renaissance Brancaleone, recupero e valorizzazione del borgo di Brancaleone Vetus su cui si è concentrato il progetto dell’Amministrazione Comunale di Brancaleone a cui ho lavorato in stretta sinergia, è stato redatto sulla base delle reali esigenze ed emergenze del luogo, ed aveva come scopo il recupero degli antichi tracciati, il restauro e messa in sicurezza della chiesa grotta dell’Albero della vita, adeguamento della ex chiesa dell’Annunziata con la nascita di un centro documentazione multimediale ed il ripristino dello stato dei luoghi dell’attuale piazzetta, parzialmente crollata dalla ormai nota alluvione del 1° e  del 2 Novembre del 2015, che ha creato criticità anche a molti fabbricati antichi, che sono crollati sotto le ingenti piogge».

«Anche se in questi anni – ha aggiunto – grazie al supporto dei privati sono state realizzate opere “tampone”, il progetto mirava a creare le condizioni ideali per favorire la sua conservazione nel tempo con la conseguente messa in sicurezza del sito per tutti quei visitatori che, oramai, giungono anche dall’estero, attratti dalla sua storia millenaria e da quella bellezza immutata che esprime questo borgo, sospeso fra cielo e mare». 

Carmine Verduci«Sono stati mesi appassionanti – ha proseguito il presidente Verduci – e non voglio avere la presunzione di dire che il progetto sia il più bello e meritevole al mondo, sicuramente più congruo alle linee del bando che, come ricordo bene, dovevano anche tenere conto non solo della sostenibilità economica e delle ricadute economiche sul territorio, per i quali si sono stipulati dei protocolli d’intesa con i Comuni e le Associazioni dei territori limitrofi che avrebbero creato una vera rete di attività attorno all’attrattore principale. E, invece, la Commissione che ha valutato i 361 bandi arrivati tramite Pec alla Regione, non si è curata e, soprattutto di comprendere, che la ricaduta occupazionale che tale finanziamento su Brancaleone avrebbe prodotto sarebbe stato un toccasana a beneficio dell’intero territorio, ormai conosciuto nell’abito turistico Nazionale ed Internazionale come Valle degli Armeni, che comprende i Comuni di Brancaleone, Staiti Ferruzzano e Bruzzano Zeffirio (quest’ultimo ammesso al finanziamento, grazie a Dio)».

– Dalle valutazioni fatte dalla commissione emergono, però, dati controversi. Quali sono stati i metodi applicati per la stesura della graduatoria? Sulla base di quale valutazione la commissione designata ha valutato i progetti? Solo leggendo sulla carta gli intenti e le previsioni di spesa? Non sarebbe stato il caso di verificare, direttamente sui luoghi i progetti? Oppure con la scusa della pandemia si è scelto il solito metodo della lettura su carta? 

«Devo, purtroppo, dedurre che tali metodi non hanno tenuto conto in primis dei contesti – parlo di Brancaleone come per i numerosi borghi dell’area Grecanica “ammessi, ma non finanziabili per insufficienza di fondi” – che cosa significa, se non un netto e comprovato “non ammesso”? E i 350.000.00 euro, secondo la sottoscrizione-stipula dell’accordo del dicembre 2019 allorquando le amministrazioni furono di fretta e furia chiamati a sottoscrivere un elemosina di qualche centinaio di euro, che fine hanno fatto? Non erano gli stessi uffici che si erano prestati a tale scempio, quelli che hanno azzerato quella stipula di contratto? È evidente che, in tutta questa storia, sussistono modi e metodi inammissibili in una società civile.

Il non aver tenuto conto della storia dei luoghi, delle strategie territoriali, dell’importanza dei progetti che puntavano su un reale rilancio funzionale dei borghi e siti di interesse ci da un’amara certezza, ovvero che la commissione non conosce e non ha voluto conoscere le problematiche legate ai territori, garantendo solo “su carta” i finanziamenti, che si sono basati solo su parametri tecnici che, a mio parere, obsoleti, considerando i termini di spesa previsti, i tempi di realizzazione e soprattutto l’utilità del finanziamento stesso. 

Sia chiaro: che il mio non vuole essere un attacco al presidente f.f. Nino Spirlì, quale reputo una persona dotata di grande cultura e carisma, né tantomeno alla Giunta regionale, che si è trovata di fronte ad una situazione alquanto ingarbugliata lasciata in eredità dalla passata amministrazione.

 La mia riflessione ed il mio sdegno – come quello dimostrato dai cittadini di Brancaleone – è nei confronti di una classe dirigente che continua e continuerà a produrre gli stessi errori che, da decenni, si compiono a danno delle comunità operose e desiderose di far emergere la bellezza dei luoghi. 

Di questo passo, potremmo dire addio ai borghi che hanno davvero la necessità di rinascere, favorendo così luoghi in cui questo processo è già stato avviato grazie anche alla lungimiranza degli amministratori passati e presenti che hanno lavorato intensamente, mentre a ridursi in macerie saranno quei siti di importanza strategica del territorio, penso a Brancaleone, come anche ad Amendolea, Gallicianò nel Comune di Condofuri, Staiti, Ferruzzano, Sant’agata del Bianco (per citarne alcuni) e Casignana che sono stati esclusi dai finanziamenti.

Dal canto mio e quello dell’Associazione che mi onoro di rappresentare, e che si è sempre distinta per aver condotto progetti seri senza l’ausilio di fondi pubblici, la nostra battaglia per Brancaleone Vetus continuerà e proseguirà il suo cammino verso una rinascita culturale e rigenerazione urbana, con la consapevolezza e la speranza che i comuni ammessi nella graduatoria possano operare bene e nell’immediato, per rendere ancora più belli ed attraenti quei borghi, che io conosco bene, ricchi di bellezza e storia millenaria che meritano di essere conservati e protetti per le generazioni future».

– Presidente Verduci, l’accaduto lascia sicuramente perplessi, ma bisogna continuare a lottare per la “Calabria del fare”. Personalmente, spero che questa sua denuncia possa fare breccia in quelle persone che hanno la responsabilità di premiare chi sul territorio ha voluto rimanere e investire le sue energie.

«Si parla tanto di non fare partire i giovani poi, come vede, alla fine sono solo parole, quello che mi rincuora? La coscienza dei calabresi sta coltivando una metamorfosi positiva».  (gsp)