La vicenda dei brogli elettorali di Reggio Calabria è arrivata al Governo.
I parlamentari del centrodestra, Maurizio Gasparri, Stefano Candiani, Fulvia Caligiuri, Isabella Rauti, Francesco Cannizzaro, Wanda Ferro, Cristian Invernizzi, Maria Tripodi, Felice Maurizio D’Ettore, Sergio Torromino, infatti, hanno presentato al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e ad entrambi i rami del Parlamento un’interpellanza urgente, rafforzata dalla seconda tranche di inchiesta della Procura.
«Nei prossimi giorni – si legge in una nota – a seguito di questa nostra interpellanza, il Governo sarà chiamato a riferire in Aula tramite i suoi rappresentanti per spiegare quali iniziative intende adottare sotto il profilo amministrativo e di legittimità del voto».
«Mentre a Palazzo San Giorgio tutto tace – continua la nota dei parlamentari – tra i cittadini di Reggio Calabria stanno gradualmente montando malumore ed irritazione per la mancata presa di posizione del Sindaco e della sua maggioranza rispetto all’inchiesta sui brogli elettorali di cui il protagonista è uno dei suoi fedelissimi».
«Dal 14 dicembre – prosegue la nota – giorno in cui è esplosa la notizia-bomba, il primo cittadino non si è sentito né scalfito né delegittimato dalla tanto clamorosa quanto inquietante inchiesta eseguita dalla Digos della Questura. E neppure la seconda tranche di risultanze investigative e di misure cautelari emesse dalla Procura il 3 marzo, confermando ed aggravando il quadro della situazione, ha smosso Falcomatà & co. rimasti ben saldi sulle loro poltrone, guardandosi bene dal cedere alle richieste ripetute ed insistenti dell’Opposizione, del Comitato “Reggio non si broglia”, della società civile che in questi mesi hanno chiesto a gran voce le dimissioni del Sindaco, della Giunta e del Consiglio comunale».
«Come abbiamo già scritto nei precedenti comunicati – si legge ancora – in una città normale di un Paese normale, oggi non saremmo qua a discuterne ancora. Ecco perché ci ritroviamo ancora una volta a sollecitare l’intervento risoluto del Governo».
«Il già allarmante quadro investigativo – hanno continuato i parlamentari – quindi, si è ulteriormente aggravato tramite ulteriori elementi forniti dalle dichiarazioni degli indagati e tramite alcune intercettazioni telefoniche. Al di là dell’accertamento delle responsabilità individuali, emergono profili d’illegittimità di rilevanza tale da inficiare, se confermati, l’intero procedimento elettorale e i suoi esiti».
«Il numero e la specie di irregolarità e vizi dedotti – hanno detto ancora – potrebbero aver alterato in misura decisiva l’espressione della volontà popolare e la genuinità del voto. A questo deve aggiungersi la premessa che la designazione di molti presidenti di seggio in forza di deleghe irregolari configurerebbe, a prescindere dagli esiti del voto, una forma d’illegittimità originaria».
«Alla luce di tutti questi fatti – conclude la nota – reclamiamo con forza, dunque, l’intervento concreto del Ministro dell’Interno e dei suoi funzionari, al fine di verificare i fatti ed assicurare la legittimità e la legittimazione delle istituzioni comunali. A Reggio Calabria abbiamo necessità di ristabilire la libertà e la genuinità del voto».
Soddisfazione è stata espressa dal Comitato Reggio non si Broglia per l’annunciata interpellanza urgente sui brogli elettorali verificatisi a Reggio Calabria da parte dei parlamentari del centrodestra.
«D’altra parte – si legge in una nota – è ormai noto a tutti che il caso dei brogli a Reggio rappresenta a chiare lettere un caso nazionale, praticamente unico nella storia della Repubblica, che non può affatto rimanere limitato ad un’indagine giudiziaria, assumendo dei rilievi etici e politici che ad oggi si è cercato di dissimulare. L’azione dei parlamentari, attesa soprattutto dopo la seconda operazione della Procura, pone la vicenda al tavolo governativo nazionale ed il ministro degli Interni dovrà finalmente rendere conto ai rappresentanti nazionali su quali misure abbia già, o intenda a breve, disporre sulla vicenda reggina».
«I parlamentari firmatari – continua la nota – che ben conoscono la realtà della città e che sono testimoni oculari dello scempio che ha devastato Reggio in questi anni di malgoverno municipale, hanno a ragion veduta assunto il ruolo di interlocutori nazionali su una vicenda che il Comitato ha da subito affermato e definito come la matrice di ogni battaglia, atteso che non vi può essere un Consiglio comunale delegittimato da vicende che minano il funzionamento stesso della democrazia elettiva. Il ritorno al voto restituirebbe legittimità al consiglio comunale che, oggi, il popolo non vede come istituzione autorevole e qualificata a rappresentare gli interessi di una Comunità».
«Abbiamo rilevato, in questi mesi di battaglia incessante – continua ancora la nota – un’opinione pubblica di sdegno e protesta che oggi il Comitato offre anche ai parlamentari come viatico per una battaglia che da Reggio a Roma dovrà unire anime e forze per il riscatto di una città mortificata prima e imbrogliata dopo».
«Le migliaia di firme raccolte – conclude la nota – sono la testimonianza di una partecipazione civica su un’azione politica che, a al di là di etichette e sigle, crede nella libertà e nel rispetto della democrazia». (rrc)