REGGIO – Reggio non si broglia: Lunedì finalmente il consiglio comunale aperto sui brogli elettorali

Il Comitato Reggio non si broglia ha ricordato che lunedì 31 gennaio si terrà il tanto atteso consiglio comunale aperto sui brogli elettorali, auspicando che «tanti cittadini siano presenti a questo momento di partecipazione popolare, utile per fare chiarezza su una vicenda torbida che fa male all’intera città».

«Allo stesso tempo – continua la nota – siamo ben consapevoli  che il tutto rischi di essere comunque una pantomima, atteso in primis che si è fatto trascorrere tanto tempo, troppo probabilmente, e varie e pessime vicende si sono succedute, così che i reggini oggi,  stanchi e raffreddati non solo dal freddo pungente ma anche da una politica inesistente e da un mala amministrazione, tendono a rimanere distanti da quel palazzo San Giorgio che non può essere  più il punto di riferimento della città».

«Se poi vogliamo aggiungere a questo – continua la nota – il fatto che dalle notizie che ci giungono in queste ore il dibattito rischia di essere svolto in una sorta di “camera caritatis” per via dell’emergenza Covid che ridurrà notevolmente l’afflusso dei cittadini in aula, nonostante i continui e ripetuti appelli a far svolgere in altro luogo la seduta, allora risulta ancora una volta ben chiara l’intenzione di questa amministrazione di fare svolgere il tutto in sordina e di voler mantenere, al netto di vuoti proclami, una situazione di piatto silenzio su tutte le malefatte che questa città deve subire, quasi a volerci abituare a quel quieto vivere nel quale gli unici ad avere vantaggi sono i potentati di turno». (rrc)

Brogli elettorali a Reggio, il 31 gennaio convocato il Consiglio comunale aperto

Il presidente del Consiglio comunale di Reggio, Vincenzo Marra, ha convocato per una seduta straordinaria, per il 31 gennaio, alle 9, il Consiglio comunale aperto dove si discuterà della vicenda dei brogli elettorali.

Inoltre, si discuterà sul nulla osta dei lavori di demolizione e ricostruzione di Piazza De Nava.

Le richieste di intervento da parte dei cittadini, enti ed associazioni interessati devono essere preventivamente prenotate attraverso l’invio di pec aI seguente indirizzo: presidente.consiglio@pec.reggiocal.it entro le ore 12.00 del 15.01.2022, con I’indicazione delle generalità dei richiedenti (persone fisiche o giuridiche). (rrc)

Brogli elettorali, Pizzimenti: Falcomatà si costituisca parte civile come per vicenda dei Vigili del Fuoco

Nuccio Pizzimenti, presidente dell’Associazione Cittadini per il Cambiamento, ha chiesto al sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, di costituirsi parte civile nel processo dei presunti Brogli elettorali, come nel processo nei confronti dei Vigili urbani.

«È evidente e molto strano – ha detto Pizzimenti – che il sindaco Falcomatà non si è dimostrato finora altrettanto tempestivo nell’annunciare di costituirsi parte civile nella nota vicenda dei presunti brogli elettorali delle Amministrative 2020, infatti, finora, il primo cittadino non ci ha fatto sapere ancora cosa intende fare nel processo contro Castorina ed altri coimputati, in merito alla costituzione di parte civile; Falcomatà, per il momento sembra affetto da Strabismo Giuridico”, quindi dovrebbe spiegare alla cittadinanza, perché ancora non ha dichiarato cosa intende fare nel processo per i brogli elettorali!».

Pizzimenti ha fatto notare che, «è, ormai, vecchia di un mese circa la notizia che Antonino Castorina – accusato di presunti brogli elettorali alle ultime Amministrative del Settembre 2020 dalla Magistratura reggina, che lo ha sottoposto, – com’è notorio, – alla misura alternativa degli arresti domiciliari da Dicembre 2020 al 10 giugno 2021), – sarà probabilmente rinviato a giudizio, insieme a tutti i coimputati nella medesima vicenda giudiziaria, avendo il Gip, Stefania Rachele, rigettato l’istanza di rito immediato – (ovvero: di rito abbreviato anche nei confronti di tutti gli altri imputati)».

«Quindi – ha spiegato Pizzimenti – il Gip Stefania Rachele, ha ritenuto di azionare il rito “ordinario”, per esercitare l’azione penale, essendo trascorsi oltre 20 giorni dall’avviso di conclusione delle indagini, avviso ritualmente notificato alle parti il 9 Giugno 2020. In conseguenza di ciò, il Procuratore Giovanni Bombardieri, l’aggiunto Gerardo Dominijanni; ed i Pm: Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo, chiederanno, con ogni probabilità il rinvio a giudizio di tutti gli indagati e dello stesso Castorina, – che deve rispondere di diverse fattispecie di reati – il quale, risulterebbe sottoposto dal Gip, su richiesta della Procura, alla misura del “divieto di dimora a Reggio Calabria».

A margine di questa notizia di cronaca giudiziaria, Nuccio Pizzimenti, ha ribadito, dunque, l’invito al sindaco Falcomatà a valutare l’opportunità di costituirsi “parte civile” nell’instaurando processo, onde tutelare il diritto di voto dei cittadini, danneggiato dai presunti brogli elettorali. Tale comportamento dovrà essere mirato a coinvolgere pure tutta la cittadinanza, avendo essa subito gravissimi danni e non solo d’immagine.

Non può fare a meno Nuccio Pizzimenti di sottolineare che, i presunti brogli elettorali siano uno strumento per creare dal nulla falsi voti come è emerso dalle indagini svolte dalla Magistratura.

«Si ritiene pertanto – ha concluso – che per  tali considerazioni, il sindaco Falcomatà avrebbe l’obbligo morale e politico, come atto dovuto, di far costituire “parte civile” sia il Comune, sia il Consiglio della Città Metropolitana. In caso negativo, dovrà certamente spiegare alla cittadinanza i motivi di tale rifiuto. Si resta, dunque, in religiosa attesa di una decisione,  che certamente il Sindaco riterrà di far pervenire sia pur tardivamente, – che denota il sospetto nella cittadinanza, come per il sindaco Falcomatà esisterebbero costituzioni di parte civile di serie “a” indifferibili e di serie “b” non urgenti, quasi, oseremmo dire, neanche pronunciabili, dato che Falcomatà sta temporeggiando da circa un mese ormai!». (rrc)

Brogli elettorali, Pizzimenti: Falcomatà si costituisca parte civile nel processo

Nuccio Pizzimenti, presidente dell’Associazione Cittadini per il Cambiamento, ha chiesto al sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, «a valutare l’opportunità di costituirsi “parte civile” nell’instaurando processo, onde tutelare il  diritto di voto dei cittadini danneggiato dai presunti brogli elettorali».

«Tale comportamento – ha aggiunto – dovrà essere mirato a coinvolgere pure tutta la cittadinanza, avendo essa subito gravissimi danni e non solo d’immagine». Per Pizzimenti, infatti, il primo cittadino «avrebbe l’obbligo morale e politico, come atto dovuto, di far costituire “parte civile” sia il Comune, sia il Consiglio della Città Metropolitana. In caso negativo dovrà certamente spiegare alla Cittadinanza i motivi di tale rifiuto. Si resta in religiosa attesa di una decisione, che certamente il Sindaco riterrà di far pervenire!».

«È di pochi giorni fa – ha detto Pizzimenti – la notizia di stampa, che Antonino Castorina, – (accusato di presunti brogli elettorali alle ultime Amministrative del Settembre 2020 dalla Magistratura reggina, che lo ha  sottoposto, – com’è notorio, – alla misura alternativa degli arresti domiciliari da Dicembre 2020 al 10 giugno 2021), – sarà probabilmente rinviato a giudizio, insieme a tutti i coimputati nella medesima vicenda, avendo il Gip, Stefania Rachele, rigettato  l’istanza di rito immediato – (ovvero: di rito abbreviato anche nei confronti di tutti gli altri imputati)».

«Quindi – ha proseguito – il Gip Stefania Rachele, ha ritenuto di azionare il rito “ordinario”, per esercitare l’azione penale, essendo trascorsi oltre 20 giorni dall’avviso di conclusione delle indagini, avviso ritualmente notificato alle parti il 9 Giugno 2020. In conseguenza di ciò, il Procuratore Giovanni Bombardieri, l’Aggiunto Gerardo Dominijanni; ed i Pm: Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo, chiederanno, con ogni probabilità il rinvio a giudizio di tutti gli indagati e dello stesso Castorina – che deve rispondere di diverse fattispecie di reati – il quale, risulterebbe sottoposto dal Gip, su richiesta della Procura, alla misura del “divieto di dimora a Reggio Calabria». (rrc)

 

Brogli Elettorali, Pizzimenti: Tar non è entrato nel merito, ma limitato a esprimersi sui tempi di legge

Nuccio Pizzimenti, presidente dell’Associazione Cittadini per il Cambiamento, ha commentato la sentenza del Tar in merito ai Brogli elettorali di Reggio Calabria, sottolineando come «l’odierno pronunciamento del Tar, purtroppo, ha stabilito che il ricorso avrebbe dovuto essere presentato entro 30 giorni. dalla proclamazione degli eletti e che i 100 voti di scarto per il Tar non sono rilevanti!  Il Tar, dunque, non è entrato nel merito dei brogli, ma si è limitato prettamente e semplicemente ad esprimersi solo sui tempi di legge  idonei alla presentazione del ricorso».

Pizzimenti, che ha espresso «notevole perplessità e rammarico per l’esito della sentenza», che ha rigettato il ricorso presentato da Luigi Catalano, coordinatore Regionale di “Nuova Italia Unita, «a cui rivolgiamo un devoto ringraziamento per la giusta battaglia politica da lui intrapresa», ha sottolineato che «adesso ci aspettiamo, che le indagini della Magistratura Ordinaria inchiodino alle loro responsabilità penali tutti i complici del sistema-Castorina, perché – (stando alle carte della Magistratura), – non è pensabile, – (anche perché non ci crede nessuno), – che la Sinistra tenti di tirarsene fuori con “Io non sapevo nulla”».

«Perché tutto ciò – ha spiegato – mortifica l’intelligenza del popolo reggino, oltre che il dettato Costituzionale, che sancisce all’art.1 <<la Sovranità popolare spetta al popolo>>, perché questa imbelle Sinistra, in testa Giuseppe Falcomatà, ha occupato la Democrazia e le Istituzioni Comunali, sovvertendo l’Ordine Democratico, per detenere il potere illegittimamente ed arrogantemente per mezzo dei noti brogli elettorali, al punto che si è sostituita al popolo, decidendo il voto al posto degli elettori, cosa che speriamo la Magistratura Ordinaria adesso, con una sentenza esemplare, voglia quanto prima condannare quando chiuderà le meticolose indagini, ancora in corso, che hanno messo a nudo il sistema-Castorina!».

«Lo ribadiamo con forza – ha evidenziato – la Sinistra Reggina, che con tale sistema vuole continuare a detenere palazzo S. Giorgio, non solo ha mortificato il dettato Costituzionale, ma ha dimostrato, con i brogli elettorali, di poter fare a meno del popolo, arrivando pure a far votare i silenti ed ignari morti, usandoli come fantocci, cosa che inchioda alle loro responsabilità non solo coloro che sono stati materialmente arrestati, a nostro avviso, ma l’intera Sinistra, perché non è credibile, lo ripetiamo, “L’io non sapevo niente”, perché la Sinistra adesso deve fare pace col cervello, ed il sindaco Falcomatà lo deve capire questo dato politico e fare ciò che avrebbe dovuto fare da tempo: dimettersi, anche perché, a nostro avviso, le sue dimissioni, sono secondo noi, un fatto dovuto prima della sentenza sul caso-Miramare e prima ancora della stessa sospensiva in base alla Legge-Severino». (rrc)

In copertina, Pizzimenti e Falcomatà.

Il Comitato Reggio con una lettera aperta chiede la convocazione del Consiglio comunale aperto per Brogli elettorali

Il Comitato Reggio non si broglia, con una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria, di convocare, a breve, «e nelle modalità previste dall’art 36, un Consiglio dedicato ai brogli elettorali, prima che la magistratura possa dare le ultime picconate su un rapporto fra Ente e Cittadino che è già fortemente compromesso».

«La chiarezza, la trasparenza, il coraggio che emergeranno dal confronto democratico possono avviare un auspicato cammino di ritorno alla fiducia nelle Istituzioni da parte di una cittadinanza preoccupata, stanca e smarrita» ha scritto ancora il Comitato, che ha assicurato sulla sua disponibilità «affinché questa iniziativa possa aver luogo nella migliore forma possibile, con la consapevolezza che non è possibile procrastinare altro tempo se si vuole risultare credibili».

«Sono trascorsi quasi sei mesi – si legge nella lettera – dalla esplosione giudiziaria dei brogli elettorali, caso che rappresenta un unicum nella storia repubblicana italiana e dal quale sono emerse gravi irregolarità nel meccanismo elettorale. Durante questi mesi la Procura, in diverse fasi, è riuscita a fare un po’ di luce sulla gravità della situazione, pur nei tempi e con la delicatezza che un’indagine penale richiede. A fronte di questa attività giudiziaria, però, molto poco si è fatto a livello politico e amministrativo per confutare ogni possibile dubbio sulla legittimità delle elezioni, ennesima onta nei confronti di una popolazione sempre più preoccupata. I dettagli emersi dagli interrogatori, infatti, lasciano intuire che quanto illecitamente successo durante le scorse elezioni non sia un caso isolato ma sembrano figurare un collaudato sistema che ha potuto impattare sostanzialmente sull’esito delle urne».

«Questa preoccupazione da parte dei cittadini – continua la lettera – si è manifestata concretamente nella petizione presentata il 18 marzo in cui i reggini chiedono al Presidente del Consiglio comunale, Vincenzo Marra, di convocare una seduta di Consiglio comunale aperto sul caso dei brogli elettorali che, per la sua gravità e delicatezza, merita una sessione dedicata ed esclusiva. Tale richiesta rappresenterebbe un importante momento di partecipazione popolare e democratica, tra l’ altro previsto anche dall’art. 36 del Regolamento comunale, con ricadute importanti e positive su quel rapporto di fiducia fra cittadinanza e istituzioni oggi gravemente compromesso da questo scandalo ancora tutto da risolvere. Quale democrazia può esistere se un’istituzione non è legittimata da una reale fiducia popolare nei confronti dell’Ente pubblico? La città non è un freddo computer dove basta inserire dei dati per poterla governare, Reggio è un flusso di uomini e donne con i quali instaurare una relazione costruttiva e di stima reciproca».

«Questa convinzione ci ha portati, come comitato ReggioNonSiBroglia – si legge ancora – ad accettare l’invito ai lavori della Commissione vigilanza e garanzia, in data 11 maggio, in cui sia il Presidente, sia il Sindaco, sia il Segretario generale hanno assicurato che a breve avrebbero dato seguito alla nostra petizione convocando un Consiglio comunale aperto e dedicato al caso brogli. Siamo ben consapevoli dei tanti impegni ai quali è chiamato questo Consiglio comunale, ma sentiamo che tale attività abbia bisogno di un momento forte di confronto con la cittadinanza. Se uno strappo di fiducia c’è stato, l’Ente pubblico deve fare uno sforzo significativo e unanime verso la trasparenza e la verità affinché non seguano ulteriori ricadute sociali e politici a danno di tutta la collettività. Questa precisa responsabilità è nelle vostre mani». (rrc)

Brogli elettorali, Klaus Davi: Si torni al voto

Il massmediologo Klaus Davi, ha dichiarato che «il panorama che emerge dai nuovi sviluppi della inchiesta avviata  dalla Procura di Reggio Calabria, in merito ai brogli elettorali, in occasione delle recenti elezioni comunali avvenute il 20 / 21 settembre 2020 scorsi  è rivoltante, disgustoso e lascia sconcertati», e chiede di tornare al voto.

«Il voto era inquinato trasversalmente – ha aggiunto – ma tutta ancora da chiarire è il ‘ruolo’ dei mandanti di tutto questo scempio, che è il vero nodo della vicenda . Non possono avere agito solo  candidati di piccolo cabotaggio dei quali non conoscevo neanche l’esistenza, siamo seri. Chi ha ispirato questa truffa? Chi ha messo in piedi il sistema? Chi erano i complici istituzionali?»

«Al netto di un Ministero degli Interni – ha proseguito Davi – che si distingue per i suoi interventi burocratici e soporiferi e fa la voce grossa solo con Africo (tanto non si scandalizza nessuno), quello che si chiede a gran voce appellandoci alle istituzioni è un impegno concreto e incisivo dello Stato per il ritorno delle legalità»

«L’auspicio – ha detto ancora – è che ci siano anche approfondimenti  sulla ‘Commissione elettorale’ e il suo ambiguo ruolo nella vicenda. Ricordiamoci sempre i ringraziamenti del sindaco Giuseppe Falcomatà al presidente Campagna definito – in occasione dell’insediamento  – ‘una garanzia’».

«Alla luce di quello che sta emergendo – ha concluso – ci domandiamo: “di quali garanzie parlava il sindaco? ‘ Ricordiamoci che contestualmente Giuseppe Campagna aveva  detto ai giornalisti che ‘le polemiche di Klaus Davi sono dovute forse alla mancanza di esperienza». (rrc)

Arriva al Governo l’interpellanza del centrodestra sui brogli elettorali di Reggio

La vicenda dei brogli elettorali di Reggio Calabria è arrivata al Governo.

I parlamentari del centrodestra, Maurizio Gasparri, Stefano Candiani, Fulvia Caligiuri, Isabella Rauti, Francesco Cannizzaro, Wanda Ferro, Cristian Invernizzi, Maria Tripodi, Felice Maurizio D’Ettore, Sergio Torromino, infatti, hanno presentato al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e ad entrambi i rami del Parlamento un’interpellanza urgente, rafforzata dalla seconda tranche di inchiesta della Procura.

«Nei prossimi giorni – si legge in una nota – a seguito di questa nostra interpellanza, il Governo sarà chiamato a riferire in Aula tramite i suoi rappresentanti per spiegare quali iniziative intende adottare sotto il profilo amministrativo e di legittimità del voto».

«Mentre a Palazzo San Giorgio tutto tace – continua la nota dei parlamentari – tra i cittadini di Reggio Calabria stanno gradualmente montando malumore ed irritazione per la mancata presa di posizione del Sindaco e della sua maggioranza rispetto all’inchiesta sui brogli elettorali di cui il protagonista è uno dei suoi fedelissimi».

«Dal 14 dicembre – prosegue la nota – giorno in cui è esplosa la notizia-bomba, il primo cittadino non si è sentito né scalfito né delegittimato dalla tanto clamorosa quanto inquietante inchiesta eseguita dalla Digos della Questura. E neppure la seconda tranche di risultanze investigative e di misure cautelari emesse dalla Procura il 3 marzo, confermando ed aggravando il quadro della situazione, ha smosso Falcomatà & co. rimasti ben saldi sulle loro poltrone, guardandosi bene dal cedere alle richieste ripetute ed insistenti dell’Opposizione, del Comitato “Reggio non si broglia”, della società civile che in questi mesi hanno chiesto a gran voce le dimissioni del Sindaco, della Giunta e del Consiglio comunale». 

«Come abbiamo già scritto nei precedenti comunicati – si legge ancora – in una città normale di un Paese normale, oggi non saremmo qua a discuterne ancora. Ecco perché ci ritroviamo ancora una volta a sollecitare l’intervento risoluto del Governo».

«Il già allarmante quadro investigativo – hanno continuato i parlamentari – quindi, si è ulteriormente aggravato tramite ulteriori elementi forniti dalle dichiarazioni degli indagati e tramite alcune intercettazioni telefoniche. Al di là dell’accertamento delle responsabilità individuali, emergono profili d’illegittimità di rilevanza tale da inficiare, se confermati, l’intero procedimento elettorale e i suoi esiti». 

«Il numero e la specie di irregolarità e vizi dedotti – hanno detto ancora – potrebbero aver alterato in misura decisiva  l’espressione della volontà popolare e la genuinità del voto. A questo deve aggiungersi la premessa che la designazione di molti presidenti di seggio in forza di deleghe irregolari configurerebbe, a prescindere dagli esiti del voto, una forma d’illegittimità originaria».  

«Alla luce di tutti questi fatti – conclude la nota – reclamiamo con forza, dunque, l’intervento concreto del Ministro dell’Interno e dei suoi funzionari, al fine di verificare i fatti ed assicurare la legittimità e la legittimazione delle istituzioni comunali. A Reggio Calabria abbiamo necessità  di ristabilire la libertà e la genuinità del voto». 

Soddisfazione è stata espressa dal Comitato Reggio non si Broglia per l’annunciata interpellanza urgente sui brogli elettorali verificatisi a Reggio Calabria da parte dei parlamentari del centrodestra.

«D’altra parte – si legge in una nota – è ormai noto a tutti che il caso dei brogli a Reggio rappresenta a chiare lettere un caso nazionale, praticamente unico nella storia della Repubblica, che non può affatto rimanere limitato ad un’indagine giudiziaria, assumendo dei rilievi etici e politici che ad oggi si è cercato di dissimulare. L’azione dei parlamentari, attesa soprattutto dopo la seconda operazione della Procura, pone la vicenda al tavolo governativo nazionale ed il ministro degli Interni dovrà finalmente rendere conto ai rappresentanti nazionali su quali misure abbia già, o intenda a breve, disporre sulla vicenda reggina».

«I parlamentari firmatari – continua la nota – che ben conoscono la realtà della città e che sono testimoni oculari dello scempio che ha devastato Reggio in questi anni di malgoverno municipale, hanno a ragion veduta assunto il ruolo di interlocutori nazionali su una vicenda che il Comitato ha da subito affermato e definito come la matrice di ogni battaglia, atteso che non vi può essere un Consiglio comunale delegittimato da vicende che minano il funzionamento stesso della democrazia elettiva. Il ritorno al voto restituirebbe legittimità al consiglio comunale che, oggi, il popolo non vede come istituzione autorevole e qualificata a rappresentare gli interessi di una Comunità».

«Abbiamo rilevato, in questi mesi di battaglia incessante – continua ancora la nota – un’opinione pubblica di sdegno e protesta che oggi il Comitato offre anche ai parlamentari come viatico per una battaglia che da Reggio a Roma dovrà unire anime e forze per il riscatto di una città mortificata prima e imbrogliata dopo».

«Le migliaia di firme raccolte – conclude la nota – sono la testimonianza di una partecipazione civica su un’azione politica che, a al di là di etichette e sigle, crede nella libertà e nel rispetto della democrazia». (rrc)

La raccolta firme di Reggio non si Broglia per consiglio comunale aperto su brogli elettorali

Il coordinamento Reggio Non si Broglia vuole un consiglio comunale aperto sulla vicenda dei brogli e, per ottenere questo, ha lanciato una raccolta firme, che prenderà il via domani, a Piazza San Giorgio al Corso, dalle 18.

«Sono passati tre mesi esatti – si legge in una nota di Reggio Non Si Broglia – giorno più giorno meno, dalla deflagrazione di una vicenda sconcertante, ma soprattutto deleteria per l’intera città. Sit-in, dibattiti, proteste, incontri, manifestazioni, trasmissioni televisive e conferenze stampa, eppure nei rarissimi casi (due!) in cui si è riunito il Consiglio comunale, la parola brogli non è stata messa all’ordine del giorno. Pare che la consegna ufficiale sia quella del silenzio, come se tutto quello che è successo (e quello che ancora è in divenire) non sia meritevole di attenzione nell’aula consiliare di Palazzo San Giorgio».

«Eppure – continua la nota – c’è un’intera città che attende di capire cosa ne pensino sindaco e consiglieri, in modo ufficiale, della vicenda, perché se la giustizia deve ancora fare il suo corso, la Politica, quella con la P maiuscola almeno, non deve attendere passivamente il corso degli eventi, ma anzi interpretare e mirabilmente indirizzare le richieste della società civile verso un percorso di chiarezza e, se vogliamo dirla tutta, di sano pragmatismo».

«Speranza vana? Forse sì, forse no – continua ancora la nota – nel dubbio, visto che il tempo scorre impietoso, questo comitato ha organizzato per domani pomeriggio una raccolta firme per la richiesta di convocazione del Consiglio comunale aperto (ai sensi dell’articolo 36 del Regolamento per l’attuazione degli istituti di Partecipazione popolare previsti dal titolo II^ dello Statuto comunale). Questo il testo che sottoporremo ai reggini che, come noi, non intendono restare con le mani in mano: “I sottoscritti cittadini, ai sensi e per gli effetti previsti dall’articolo 36 del “Regolamento per l’attuazione degli istituti di Partecipazione popolare previsti dal titolo II^ dello Statuto comunale”, chiedono la convocazione urgente di un Consiglio comunale aperto per discutere della grave vicenda dei brogli, perpetrati in occasione delle scorse elezioni comunali ed accertati dall’autorità Giudiziaria. Con la presente richiesta di convocazione del Consiglio comunale aperto si indica il seguente ordine del giorno: Brogli elettorali, deficienze e responsabilità nel sistema elettorale comunale”».

«Per far sì – conclude la nota – che la richiesta abbia tutti i crismi della regolarità, tale documento dovrà essere sottoscritto da almeno 350 cittadini». (rrc)

Minicuci: Brogli elettorali vicenda che umilia la città di Reggio

Antonino Minicuci, già candidato a sindaco di Reggio Calabria, ha commentato la conferenza stampa della Digos di Reggio Calabria sui cosiddetti Brogli elettorali, e ha evidenziato come «la misura di sopportazione dei cittadini sia, oramai, colma» e di come questa vicenda «mortifica l’intera città e la espone mediaticamente al pubblico ludibrio».

La Digos della Questura di Reggio Calabria, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, mercoledì 3 febbraio ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di sei soggetti indagati, a vario titolo, per ipotesi di alterazione del voto, falsità ideologica in atto pubblico ed abuso d’ufficio in relazione all’inchiesta sui brogli elettorali alle ultime elezioni comunali.

«I confini della vicenda relativa ai brogli elettorali – ha detto Minicuci – alle ultime elezioni comunali di Reggio Calabria, si sono ulteriormente allargati e, ancora, non si è nemmeno al secondo step, secondo quanto dichiarato dagli inquirenti durante la conferenza stampa. In attesa che le indagini si concludano e l’inquietante scenario si manifesti nella sua interezza, si possono e devono fare alcune considerazioni». 

«Falcomatà, sindaco a sua insaputa – ha aggiunto – continua ad arrampicarsi sugli specchi mostrando preoccupante confusione e leggerezza. “Si tratta di un’attività indagine inerente 7 sezioni e 99 voti. Ciò vuol dire che hanno votato altre migliaia di persone legittimamente. Abbiamo già affrontato situazione analoghe, in passato, con l’inchiesta Helios all’esito della quale molte posizioni sono state archiviate. Fiducia nella magistratura vuol dire aspettare l’esito di queste verifiche”, le allucinanti e grottesche dichiarazioni del primo cittadino». 

«Si scopre, così – ha proseguito il consigliere comunale – che per il sindaco di Reggio Calabria la democrazia va bene, se applicata a una percentuale non meglio definita di cittadini. In realtà, se è lo 0,1 o il 99,9% cambia poco, e i precisi confini dell’abisso in cui l’amministrazione Falcomatà è precipitata si comprenderanno meglio con i successivi step compiuti dalla magistratura. Il significato che regge come un pilastro portante la democrazia e di conseguenza qualsiasi normale attività elettorale, a Reggio Calabria si è sgretolato. È stato letteralmente abbattuto. A dirlo chiaramente, sono stati gli stessi inquirenti seduti al tavolo della conferenza stampa. Qualcuno dovrebbe informare in merito il primo cittadino, evidentemente ancora all’oscuro di quanto accaduto».

«La giurisprudenza parla chiaro – ha detto ancora – e non ammette equivoci. In caso di errori (errori tecnici, non brogli figli di un sistema criminoso orchestrato da forze politiche con la volontà di truccare le elezioni in proprio favore) si è tornato a votare nelle sezioni incriminate. Falcomatà però fa finta di non saperlo. Il sindaco, alla luce di quanto dichiarato dai Procuratori Bombardieri e Dominijanni, non poteva non sapere quanto accadeva e in ogni caso in quanto primo cittadino aveva la responsabilità e il controllo dell’Ente».  

«Il sistema criminoso – ha detto ancora – è stato orchestrato, anche questo aspetto forse è sfuggito all’attenzione di Falcomatà, dal primo eletto del centrosinistra, nonché Capogruppo consiliare del Partito Democratico. Il primo cittadino, invece che affrontare la realtà, preferisce dedicarsi a bizzarri parallelismi e cervellotici calcoli demo-matematici del tutto personali. Falcomatà già da tempo avrebbe dovuto affrontare la situazione, assumersi le proprie responsabilità in quanto primo cittadino e soprattutto perché era informato, assieme al proprio staff di quanto stava accadendo, come affermato dagli organi inquirenti. Fatto, quest’ultimo, di una gravità assoluta e che coinvolge direttamente il sindaco. Se un briciolo di dignità nell’amministrazione Falcomatà è rimasta che affiori adesso, al cospetto di una vicenda che mortifica l’intera città e la espone mediaticamente al pubblico ludibrio». 

«Le vicende penali e gli illeciti commessi – ha concluso – attengono doverosamente alla magistratura, l’unica ad avere il ruolo di stabilire chi sono i colpevoli e per quale ragioni. Falcomatà però, in modo maldestro, prova a sottacere quello che è l’aspetto politico, e che vede in generale l’attuale amministrazione comunale e in particolare il Pd reggino senza un valido motivo etico, morale e di rispetto verso i reggini per sedere ancora su quelle poltrone. E se un’amministrazione soprassiede su questi aspetti, se ignora il fatto che le elezioni sono state truccate in proprio favore utilizzando i voti di persone decedute e anziani infermi, è un’amministrazione pericolosa per la cittadinanza e per la tenuta della democrazia». (rrc)