Capitale della Cultura, il conto alla rovescia è iniziato: La Locride sarà nelle dieci finaliste?

di ARISTIDE BAVAIl conto alla rovescia è cominciato. Il 1° febbraio si saprà se la Locride riuscirà ad entrare nella short list delle 10 candidate finaliste a Capitale Italiana della cultura 2025. La decisione che doveva essere presa già entro il 15 novembre dello scorso anno è stata, infatti, fatta slittare al 1° febbraio data entro la quale l’apposita commissione formata da esperti della gestione dei beni culturali dovrà definire le dieci finaliste che dovranno contendersi, tra le quindici attuali candidate, l’ambito titolo.

Ricordiamo che le città o le aree interessate, oltre alla Città Metropolitana – Locride ” Tutta un’altra storia” , sono, in stretto ordine alfabetico le seguenti accoppiate ad un motto esplicativo:  Agrigento – “Il sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali” – Aosta- “Aostæ Città Plurale” – Assisi (Perugia) -” Assisi. Creature e creatori” – Asti  “Dove si coltiva la cultura” – Bagnoregio (Viterbo) – “Essere Ponti” – Enna – “Enna 2025. Il mito nel cuore” – Monte Sant’Angelo (Foggia) – ” Monte Sant’Angelo 2025: un Monte in cammino” – Orvieto (Terni) – “Meta meraviglia la cultura che sconfina” – Otranto (Lecce) -” Otranto 2025. Mosaico di Culture” – Peccioli (Pisa) – “ValdEra Ora. L’arte di vivere insieme” – Pescina (L’Aquila) -” La cultura non spopola” – Roccasecca (Frosinone) – “Vocazioni. La cultura e la ricerca della felicità” – Spoleto (Perugia) – “La cultura genera energia” – Sulmona (L’Aquila) – “Cultura è metamorfosi”.

Entrare nel novero delle dieci finaliste per la Locride sarebbe già una grande vittoria. Almeno così la pensano il presidente del Gal Terre Locridee, Francesco Macrì, e i due principali “esperti” operativi della struttura, il Direttore Guido Mignolli e il responsabile di “Officina delle idee” Antonio Blandi che sono stati i principali fautori dell’iniziativa che ha,poi, portato la Città Metropolitana di Reggio Calabria, a presentare la candidatura accompagnata da un qualificato progetto.

Ed è proprio nella ipotesi progettuale presentata che, lo ricordiamo, la stessa Regione Calabria ha deciso di supportare, che vengono riposte le maggiori speranze per superare il primo step. L’ipotesi progettuale è forte di elementi di notevole interesse che vanno dalla stessa progettazione, ad una attenta programmazione nonché alla condivisione dell’ipotesi progettuale con le realtà locali che sono elementi essenziali per lo sviluppo dei territori interessati; un progetto che ha come obiettivo prioritario la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici esistenti e il miglioramento a tutto campo dei servizi, compresi quelli turistici.

Ma non solo; l’ipotesi progettuale presentata è di largo respiro e prevede un percorso che, indipendentemente dal risultato finale della candidatura, racchiude quattro anni di intensa attività sul territorio indirizzati a realizzare un contesto di comunità culturale coesa che ha come elementi portanti la partecipazione collettiva delle comunità locali, una ampia sostenibilità ambientale , condivisione ed economia circolare, in un percorso di enorme importanza che prevede la messa a fuoco e lo sviluppo di tre importanti cardini progettuali: il patrimonio materiale del territorio, il patrimonio immateriale e le imprese culturali e ricreative. Il tutto per accendere finalmente i riflettori sull’immenso patrimonio della Locride che va dal paesaggio umano e culturale, alle bellezze naturali, ai siti e beni culturali, storici e archeologici ma anche alle storie, ai personaggi, alle comunità locali, alla cultura, ai sapori, ai colori e a tante altre cose positive  che caratterizzano l’intero territorio.

Il tutto – questa è la forza del progetto – nella convinzione che la candidatura è solo uno strumento indirizzato a favorire un “investimento” nel tempo capace di garantire ritorni “concreti” che, alla fine, riescano a portare economia e benessere e a rilanciare un territorio ricco di un grande patrimonio sin qui inespresso. E, perché no, di dare soluzione anche a tanti problemi atavici che sin qui ne hanno impedito lo sviluppo. Gli organizzatori ritengono infatti che la vera forza della candidatura  è proprio questo, ovvero la capacità di aver pensato ad un percorso a lungo termine fortemente condiviso e comune a tutte le comunità locali.

La vera sfida, infatti, come hanno sempre ribadito Guido Mignolli e Antonio Blandi, è quella di essere capaci di attuare il percorso che propone la Locride come “un grande laboratorio culturale e sociale che diventi di rilevanza nazionale ed Europea” capace di imporsi come luogo di sperimentazione di metodologie innovative e di nuove pratiche capace di (ri)fare la storia del territorio. Una “sfida” decisamente importante, dunque, che si potrebbe vincere anche senza conquistare il titolo finale. Un percorso non facile, che, però, proprio  dalle grandi fragilità oggi esistenti potrebbe trovare la forza e le giuste energie per dare gli impulsi giusti per la sua realizzazione.

D’altra parte sognare non è proibito e, adesso, nella Locride sono in molti a sognare su questa possibilità anche se tutti rimangono ben coscienti che la strada rimane ancora lunga e difficile. Intanto rimane l’attesa per questa prima scrematura delle candidature che, salvo ulteriori rinvii, dovrebbe arrivare il 1° febbraio. Se la Locride entrerà tra le dieci finaliste anche gli stessi sogni si vestiranno di rosa. (ab)

L’OPINIONE / Carmelo Versace: Candidatura Locride sia sposata da tutta la Calabria

di CARMELO VERSACE – La Città Metropolitana intende dare continuità e sostegno al brillante lavoro avviato in questo territorio su impulso del Gal Terre Locridee e con il contributo fattivo di tante amministrazioni e realtà del tessuto sociale. È un momento cruciale per la Locride che ha davanti a sé l’opportunità non solo di rilanciarsi per come merita ma anche di riscattarsi definitivamente e diventare luogo di sviluppo e opportunità per i giovani investendo su cultura e bellezza.

Siamo concretamente accanto a questo bellissimo progetto attraverso atti e risorse che la Città metropolitana, per quanto possibile, sta mettendo in campo. E crediamo che questa opportunità debba coinvolgere non solo la Locride ma l’intero territorio metropolitano di Reggio Calabria che da questa idea può trarre solo benefici.

Ma dirò di più, ritengo che il percorso della Locride Capitale della Cultura debba riguardare tutta la regione che per una volta può offrire l’immagine di un territorio in grado di esprimere una voce unica, coesa e forte all’esterno. La Città metropolitana ha sposato convintamente questo progetto perché è un’idea che inaugura un metodo di lavoro completamente nuovo, che nasce dal basso con il coinvolgimento di ben 42 Comuni e che abbraccia amministratori, associazioni di volontariato, professionisti, cittadini e tecnici.

In altre parole una larga e virtuosa partecipazione di tante competenze ed espressioni sociali che, ne sono sicuro, contribuiranno a rendere altamente qualificato, solido e credibile il dossier finale che verrà presentato nei prossimi mesi. (cv)

L’AMBIZIOSA LOCRIDE CHE VUOLE ESSERE
CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2025

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Indipendentemente da come andrà a finire, la candidatura della Locride a Capitale della Cultura Italiana 2025 va salutata con entusiasmo e orgoglio. È l’indicazione di un percorso che coinvolge il territorio, ma in realtà fa da collante per l’intera Regione. Non si tratta di una medaglia virtuale da appendere nella sala del sindaco, è, invece, un obiettivo che va verso il riconoscimento di un’idea identitaria di cultura e tradizione. E quale migliore esperienza ci può essere di quella tramandata dai territori della Magna Grecia? Da dove è nata la civiltà occidentale e dove il popolo calabrese ha forgiato il suo carattere forte e indomito, quello che gli permette di affrontare qualunque avversità e, naturalmente, qualunque fortuna. In questo caso non si tratterà solo di fortuna, perché ci sono procedure e modalità da rispettare, ma la sfida è intrigante e merita l’attenzione di tutta la Calabria, a partire dalla Regione.

«Ce l’ha fatta Matera, ce l’ha fatta la Basilicata, penso che ce la possa fare anche la Locride». Si è aperto così l’incontro di presentazione del progetto, avvenuto giovedì a Locri alla presenza di sindaci, del mondo delle imprese, delle Associazioni, per capire bene i punti su cui lavorare per riuscire a coordinare i territori e valorizzare la partecipazione dal basso e delle comunità locali, e questo perché è ambiziosa la candidatura della Locride a Capitale della Cultura Italiana 2025, ma anche quasi una necessità e «un peccato perdere un’occasione del genere», come ha dichiarato Francesco Macrì, presidente del Gal Terre Locridee, che ha lanciato la candidatura.

Una vera e propria sfida che deve essere colta e sviluppata per un territorio che custodisce un patrimonio culturale inestimabile e che merita una valorizzazione di ampio respiro, sia nazionale che internazionale. Ma, per farlo, come ha ribadito il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, «servono investimenti importanti. Bisogna trascinare in questo percorso la Regione Calabria, la Città Metropolitana e la Curia, che vanta un patrimonio culturale non indifferente e lavorare tutti insieme per vincere questa sfida».

«È un obiettivo straordinario – ha dichiarato Natale Capello a Telemia – per cui saranno, credo, tutti i i Gal calabresi a sostegno di questa iniziativa perché si valorizza la Calabria, si valorizza la Magna Grecia, si valorizza tutto il territorio calabrese. Quindi, un apprezzamento, e noi saremo al vostro fianco, sempre, per questa battaglia, che spero sia vinta».

«Finalmente il territorio, i sindaci, i 42 comuni della Locride possono essere protagonisti – ha dichiarato il sindaco di Portigliola, Rocco Luglio, a Telemia –. Protagonisti non solo passivi: nel senso che fino a adesso noi abbiamo avuto sempre delle proposte “di sviluppo” che sono sempre calate dall’alto, senza mai essere noi protagonisti quelli della base. Il percorso che mi auguro porti all’indicazione della Locride come capitale della cultura italiana prevede una serie di iniziative e sopratutto una preparazione».

«Abbiamo avuto l’esperienza positiva di Matera – ha proseguito il sindaco di Portigliola – come Capitale della Cultura Europea, quindi una città del Sud che fino a qualche anno fa era la “vergogna” del Sud, come diceva anche Primo Levi in Cristo si è fermato a Eboli oggi, invece, è il nostro orgoglio. Quindi, sulla scia di Matera, del grande successo di Matera e mi auguro che anche noi possiamo fare questo percorso insieme, dettato da questa sfida perché siamo tutti amministratori, oramai, di una generazione dotata di ottime capacità, perciò basta mettersi d’accordo».

Ma cosa significa diventare Capitale della Cultura? Introdotta con la Legge Art Bonus dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, l’iniziativa – che seleziona ogni anno la “Capitale Italiana della Cultura – mira a sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione senza conflitti, la conservazione delle identità, la creatività, l’innovazione, la crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo.

Come dichiarato dal ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, «dal 2014, da quando abbiamo avuto l’idea di istituire anche in Italia il titolo di Capitale della Cultura, ogni edizione ha avuto effetti concreti e positivi sullo sviluppo turistico e sulla fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale dei territori e delle città vincitrici».

Per la Locride, dunque, vincere il titolo comporterebbe non solo l’ottenimento di 1 milione di euro – che non sono pochi – ma anche effetti positivi e concreti su turismo e fruizione del patrimonio culturale e ambientale. Tutto molto bello, se non fosse che quello che il Comune in gara spende, non viene “ricompensato” con la somma ottenuta con il titolo di Capitale della Cultura, necessitando perciò di aiuti esterni che permettano la piena realizzazione di una serie delle iniziative da attuare per la riuscita e il successo del progetto.

Il progetto di far diventare la Locrice un grande laboratorio aperto, per accogliere idee, dare vitalità alle comunità e alle culture locali, ricomporre la mappa del paesaggio storico dell’area è bellissimo, certo, ma si riusciranno a trovare le risorse necessarie? È anche questa una sfida per tutta la Calabria e il mondo dell’impresa che non può farsi sfuggire un’opportunità straordinaria e stimolante non solo per il territorio, ma per tutta la regione. (ams)