Caro energia, ampia partecipazione delle Pmi al bando regionale

Sono state 2.414  le Piccole e medie imprese calabresi che hanno presentato domanda nell’ambito del Bando Safe (Supporting affordable energy), pubblicato dal Dipartimento Sviluppo economico della Regione Calabria, per mitigare gli effetti del caro-energia subito dalle imprese, per effetto della negativa congiuntura internazionale e del conflitto russo-ucraino.

L’intervento – finanziato con fondi del Por Calabria 2014/2020 – prevede un indennizzo integrale del maggior costo sostenuto dale imprese per i consumi energetici rispetto al periodo precedente.

Il valore complessivo dei contributi richiesti ammonta a circa 50 milioni di euro.

«L’obiettivo ora – ha dichiarato l’assessore Rosario Varì – è quello di procedere con le erogazioni nel minor tempo possibile. Per tale ragione, Fincalabra, che è il soggetto gestore, avvierà l’attività istruttoria già in settimana entrante, prendendo in esame le domande secondo l’ordine di ricezione. Tutte le richieste ammissibili verranno soddisfatte essendo la dotazione finanziaria sufficiente». (rcz)

Aiuti alle imprese per il caro energia, la Regione pubblica il bando

La Regione Calabria, con Decreto n° 11611 del 09/08/2023, ha pubblicato l’Avviso pubblico relativo all’iniziativa Safe (Supporting Affordable Energy), finanziato con risorse del Por Calabria Fesr Fse 2014-2020, che interviene a sostegno delle Pmi operanti sul territorio regionale per la mitigazione degli effetti della crisi internazionale in corso, con riferimento ai fabbisogni di liquidità determinati dall’incremento delle spese legate al consumo energetico.

Possono partecipare all’avviso le Pmi di tutti i settori (con la sola esclusione delle imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura di cui al regolamento (Ce) n. 104/2000 del Consiglio e delle imprese operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli, nonché delle imprese operanti nei settori esclusi elencati alla nota 4 dell’allegato II del regolamento (Ue) n. 964/2014 della Commissione dell’11 settembre 2014).

Le spese ammissibili saranno determinate sulla base delle esigenze di liquidità causate dall’aumento delle spese per il consumo energetico dovuto alla crisi internazionale, collegata all’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia. Gli aiuti sono concessi, nella forma di contributo in conto capitale, nella misura del 100% della spesa ritenuta ammissibile, fino al limite massimo di 2 milioni di euro per impresa.

«Nel contesto di una sfida economica globale senza precedenti – afferma l’assessore allo sviluppo economico e attrattori culturali, Rosario Varì – la Regione Calabria si impegna con determinazione a sostenere le imprese locali tenendole indenni dalle maggiori spese affrontate a causa del caro energia. La pubblicazione dell’avviso rappresenta un passo concreto verso il raggiungimento di questo obiettivo. Le Pmi calabresi disporranno così, entro fine anno, di maggior liquidità, che potranno decidere di investire in azioni volte alla crescita aziendale».

La dotazione finanziaria complessiva per questo avviso è di 60.000.000,00 di euro, soggetta a possibili integrazioni.

Le domande dovranno essere presentate utilizzando la piattaforma informatica del soggetto gestore Fincalabra S.p.A, che sarà resa disponibile nell’area dedicata su Calabria Europa, a partire dalle ore 10:00 del 11 settembre 2023 fino alle ore 16:00 del 21 settembre 2023.
L’invio definitivo delle domande, precedentemente predisposte, è previsto per il giorno 22 settembre 2023 dalle ore 10:00 fino alle ore 16:00. Le domande saranno esaminate tramite una procedura a sportello secondo le modalità specificate nell’Avviso.

L’Avviso e la documentazione correlata, sono disponibili al seguente link: https://calabriaeuropa.regione.calabria.it/bando/avviso-pubblico-safe-aiuti-a-imprese-per-il-caro-energia/. (rcz)

Caro energia, Zaccaria (Rappr. Studenti): Bene rassicurazioni del Rettore dell’Unical

Nazzareno Zaccaria rappresentante degli studenti in Consiglio di amministrazione dell’Università della Calabria, ha reso noto che il Rettore Nicola Leone «ha assicurato che l’aggravio non comporterà, in alcun modo, l’aumento delle tasse».

Zaccaria, infatti, nell’ultima seduta svoltasi il 30 settembre, aveva espresso forte preoccupazione in merito alle stime riguardanti le spese dell’Ateneo per le utenze di energia elettrica e gas, chiedendo un impegno concreto da parte dell’organo Istituzionale di gestione dell’Università.

Il consigliere Zaccaria, infatti, ha inteso scongiurare che la spesa conseguente ai rincari delle utenze gas e luce, quasi triplicata in relazione al periodo pre-pandemico, possa impattare sulla comunità studentesca.

«La situazione già critica per tutti i cittadini – ha commentato Zaccaria –, rischia di riversarsi in modo ancora più diretto e negativo sulle famiglie degli studenti dell’Unical. Ciò che si è voluto evitare, con forza e determinazione, è che detta problematica generale potesse comportare un aggravio anche per gli studenti. Le somme per far fronte alle inevitabili corresponsioni legate all’aumento del costo del gas e della luce verranno individuate, quindi, su fondi d’ateneo, senza gravare sulla componente studentesca».

La considerazione di Zaccaria ha trovato la piena disponibilità del Rettore Nicola Leone che ha assicurato che l’aggravio non comporterà in alcun modo l’aumento delle tasse studentesche.

Soddisfatto il Consigliere Zaccaria che si è detto sempre pronto nel vigilare per la tutela dei diritti degli studenti e delle famiglie, già provate dalle politiche nazionali e sovranazionali, oltre che per sostenere ulteriori e fattive politiche di supporto e tutela dell’intera comunità universitaria. (rcs)

Caro energia, Lo Schiavo: Consiglio regionale si riunisca in seduta permanente

Il consigliere regionale di De Magistris presidente, ha chiesto che il Consiglio regionale si riunisca in seduta permanente per il caro energia e di «aprirlo al contributo dei sindaci calabresi, delle parti sociali, delle organizzazioni di categoria, dei tecnici di settore».

«Porre all’Ordine del giorno un unico punto – ha evidenziato – il caro-energia e l’elaborazione di iniziative e proposte utili ad alleviare il carico economico, ormai insostenibile, che oggi grava unicamente sulle imprese, sugli enti locali e sulle famiglie».

«La massima assise calabrese – ha spiegato Lo Schiavo – si riunirà giovedì prossimo per affrontare varie tematiche, comprese le nomine in enti regionali. A mio avviso, per evitare di alimentare uno scollamento tra la nostra discussione politica e i problemi reali dei cittadini, è però il caso di mandare un segnale ai calabresi e dare priorità a quello che sta accadendo in queste ore; ai sindaci che sono costretti a ridurre i servizi o a spegnere l’illuminazione pubblica; agli artigiani e ai piccoli imprenditori che mettono in cassa integrazione i lavoratori o abbassano le saracinesche perché non riescono a sostenere più i costi energetici; alle famiglie che vedono le loro entrate polverizzate dalla spesa per le utenze domestiche».

«L’impressione è che la politica oggi non abbia la piena consapevolezza di quello che sta accadendo in Italia e in Calabria – ha detto ancora –. Serve allora una sana dose di realtà per provare a fronteggiare un’emergenza che riguarda tutti e dare risposte ai cittadini, elaborando soluzioni e, laddove questo non sia possibile per i limiti della giurisdizione regionale, facendo pressione sul Governo centrale affinché intervenga al più presto».

«Portando, in questo, la voce dei lavoratori, degli imprenditori, dei sindaci e delle famiglie della nostra regione che, per ragioni socio-economiche – ha concluso – si trovano a scontare un prezzo ancor più alto in questa difficile congiuntura internazionale. Questo ci chiedono i calabresi – conclude il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo – e questo la politica ha il dovere morale di fare». (rrc)

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Approvato dalla Giunta atto d’indirizzo per contenere spesa energia elettrica

La giunta comunale di Cassano allo Ionio, guidata dal sindaco Gianni Papasso, ha discusso e approvato un Atto di indirizzo destinato al Responsabile dell’Area VI^ – Patrimonio, Mauro Stellato al fine di attivare tutte le procedure necessarie per la riduzione del Canone riguardante il Servizio Luce.

 Per il primo cittadino, l’indirizzo si rende necessario per contenere la spesa e di conseguenza a tutela del bilancio dell’ente. In premessa del deliberato, è stato evidenziato che l’ente locale con Determina Dirigenziale del 2017 aveva già avviato il procedimento per l’affidamento del servizio di gestione degli impianti di  pubblica illuminazione di proprietà comunale mediante adesione alla Convenzione CONSIP “Servizio Luce 3 –  Lotto 7: Basilicata, Calabria, Puglia”,  così  come era stato stabilito con deliberazione di Giunta  Comunale n.94 del 13/04/2017, l’adesione al  Servizio ​ “Esteso” della   durata   di  9  anni  secondo i  prezzi,  le  condizioni, le  modalità e i termini  contenuti nella  succitata Convenzione Servizio  Luce 3.

L’adesione alla  Convenzione Consip Servizio Luce 3 ha  permesso al Comune di Cassano All’Ionio di  rispettare i dettami della normativa in materia, che  prevedono la realizzazione entro  il  31/12/2022, di  interventi di efficientamento energetico e di adeguamento normativo sugli impianti di illuminazione pubblica di proprietà e la riduzione dei consumi elettrici per  illuminazione  pubblica pari almeno al 50% rispetto al consumo medio calcolato con  riferimento agli anni 2015 e 2016 ed ai punti luce esistenti nel medesimo  periodo, mediante il  ricorso a tecnologie illuminanti che abbiano una  emergenza luminosa almeno  pari  a   90  lumen  Watt  (Im/W). Il tutto, è stato sottolineato nel deliberato, nel rispetto dell’applicazione dei Criteri ambientali minimi, secondo quanto previsto dall’apposito decreto legge.

L’amministrazione comunale, vista la relazione presentata dagli uffici preposti, con l’atto di indirizzo, ha proposto la riduzione del tempo di accensione della pubblica illuminazione dalle attuali 4200 ore/anno a 3400 ore/anno, ovvero la riduzione ogni giorno di circa 2 ore e10 minuti del tempo di accensione degli impianti, prevedendo un ritardo di 15 minuti nell’accensione ed un anticipo dello spegnimento di 1 ora e 55 minuti. Ma non è tutto. Qualora il costo dell’energia dovesse aumentare ulteriormente si valuterà la possibilità di procedere ad ulteriori riduzioni sempre nel rispetto dei limiti normativi e dell’esigenza dello svolgimento di servizi, dell’alimentazione nelle zone: 1. SS106 Bis ad esclusione degli incroci; 2. Ingresso Marina di Sibari; 3. Tratto stradale da svincolo SS106Bis a Bagamoyo; 4. Tratto SS106 da Passaggio a livello a incrocio SS106 Bis; 5. Pista Ciclabile di Marina di Sibari; 6. Tratto stradale da Bar Ciao Ciao su SS106 Bis fino al Museo Archeoligico di Sibari; 7.

Dorsale di accesso ai Laghi di Sibari; 8. Caccianova; 9. Monte Jotte. L’atto deliberativo approvato all’unanimità, è stato reso immediatamente esecutivo. Il sindaco Papasso, ha, infine, auspicato che il Governo intervenga con tempestività sui rincari per non lasciare soli gli enti locali che, in quanto istituzioni di prossimità, sono sempre in prima linea nel fronteggiare le criticità che interessano la collettività. (rcs)

Caro Energia, la Camera di Commercio di CS a supporto delle imprese col progetto Eco

La Camera di Commercio di Cosenza, in un momento storico segnato da un forte caro energetico, promuove e supporta il coinvolgimento di operatori pubblici e privati interessati a partecipare ad un progettodi sostenibilità energetica e competitività territoriale denominato EcoEnergy Cosenza for sustanaible future.

Il progetto, oltre a cogliere gli obiettivi del programma Elena, rappresenta una straordinaria opportunità di intercettare ed integrare una pluralità di risorse pubbliche, anche a fondo perduto, prime tra le quali quelle del Pnrr e dei Fondi strutturali.

Si tratta di un progetto da sottoporre alla valutazione per finanziamento alla Banca Europea degli Investimenti alla Commissione Europea,  nell’ambito del programma Elena (Europea Local Energy Assistance).

Lo strumento di assistenza tecnica denominato Elena, nato per facilitare l’impiego di fondi per l’investimento in energia sostenibile a livello locale, copre i costi dell’assistenza tecnica necessaria per preparare, implementare e finanziare i programmi di investimento di beneficiari pubblici e privati nel settore dell’energia sostenibile e dell’efficienza energetica. Tra gli interventi maggiormente richiesti spiccano quelli rivolti ad edifici in luogo della pubblica illuminazione ma le aree tematiche coinvolte sono molteplici: edilizia pubblica e privata, inclusa l’edilizia sociale e l’illuminazione stradale; integrazione delle fonti di energia rinnovabile nell’ambito edilizio; investimenti per il rinnovamento o la costruzione di nuove reti di riscaldamento; settore del trasporto urbano; infrastrutture locali.

Vista la necessità ed il parere della stessa Bei di rendere il progetto Eco ancora più ambizioso, la Camera, che funge da soggetto referente e coordinatore, punta ad una più ampia partecipazione da parte dei soggetti pubblici e privati desiderosi di investire in materia di efficientamento energetico.

Per aderire alla manifestazione d’interesse è sufficiente scrivere a progettoelena@cs.camcom.it. Dopo l’invio della documentazione, la Camera effettuerà un controllo circa la completezza e la congruità della stessa e, al termine, l’impresa riceverà una comunicazione o di richiesta di integrazioni o di conferma circa l’inserimento nella baseline di progetto. (rcs)

Regione e Unindustria insieme contro il caro energia

La Regione Calabria e Unindustria insieme contro il caro energia. L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, ha incontrato il presidente di Unindustria CalabriaAldo Ferrara, per discutere, appunto, delle misure a sostegno di imprenditori, artigiani e commercianti in difficoltà dall’aumento dei costi dell’energia.

«Per molti anni – ha detto Varì – l’azione politica nazionale non è stata lungimirante e il partito del no, che ha purtroppo prevalso, non ha consentito al Paese di emanciparsi in ambito energetico o, quantomeno, di raggiungere un certo grado di autonomia, con la conseguenza che adesso ci troviamo in questa difficile situazione».

«Nonostante – ha continuato Varì – interventi a breve termine non siano semplici da sostenere perché ci troviamo a cavallo tra due programmazioni, quella 2014-2020 (le cui risorse residue sono ormai esigue) e 2021-2027 (i cui fondi potranno essere utilizzati tra qualche mese), il Governo regionale, guidato dal Presidente Occhiuto, non intende attendere, perché questo potrebbe significare la parola fine per molte attività. Saranno, quindi, adottate, a strettissimo giro, una serie di misure volte ad incentivare le imprese alla produzione di energia, da fonti rinnovabili, finalizzata all’autoconsumo, indispensabili al fine di contribuire ad abbattere costi al momento insostenibili». 

«Dobbiamo fare uno sforzo immane – ha specificato l’Assessore – per individuare delle risorse da mettere in campo, ma é fondamentale pensare ad un intervento immediato per dimostrare concretamente la nostra vicinanza alle piccole e medie imprese, ai commercianti e agli artigiani che, attraverso le associazioni di categoria, invocano interventi contro il caro energia. Queste azioni anticipano un percorso più incisivo e più efficace che caratterizzerà la nuova programmazione 2021/2027».

«Oltre ad aiutare le imprese in questo difficile momento – ha concluso Varì – l’obiettivo che ci poniamo è quello di raggiungere un buon livello di autosufficienza energetica, senza escludere, almeno nel breve e nel medio periodo, alcuna fonte di approvvigionamento, soprattutto in un momento in cui ci troviamo a corto di gas, in ragione di quello che sta accadendo a livello internazionale».

«Nei giorni scorsi – ha dichiarato il presidente di Unindustria, Aldo Ferrara – abbiamo presentato il Rapporto Regionale PMI 2022 dal quale è emerso chiaramente come le spinte inflazionistiche, la guerra in Ucraina e lo shock energetico stiano interrompendo la ripresa economica post-pandemica. Circostanze emerse fortemente anche durante il recente Consiglio Generale di Unindustria Calabria appositamente convocato per discutere azioni e misure da mettere in campo al fine di fronteggiare lo shock energetico.
Durante il Consiglio è risultato evidente, infatti, che occorre porre in essere, anche sul piano regionale, sia misure che possano affiancare i provvedimenti del Governo, che interventi strutturali che guardino al futuro».

«Il sistema produttivo calabrese – ha concluso Ferrara – pur avendo mostrato segnali di resilienza e reattività, registra una preoccupante fragilità e vulnerabilità di fondo cui porre definitamente rimedio. Siamo molto soddisfatti di questo dialogo e comunione di intenti con l’assessore Varì. Occorre fare presto, lo abbiamo già ribadito nei giorni scorsi, ed il fattore temporale si rivela decisivo, agevolando le imprese a seguire un sentiero preciso che è quello delle energie rinnovabili, fondamentale per contrastare il caro energia, ma anche per poter raggiungere una politica energetica regionale che ci consenta di guardare con serenità al futuro». (rcz)

Caro energia, Iemma (PD): La Calabria produce di più e paga bollette più alte

La candidata del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, Giusy Iemma, ribadendo la sua vicinanza agli imprenditori e alle famiglie che lottano contro gli aumenti dell’energia, ha evidenziato che «i ristori non bastano, servono risposte concrete guardando al futuro».

«Chiediamoci, prima di tutto – ha aggiunto – perché l’energia pulita proveniente da fonti rinnovabili viene pagata come l’energia da fonti fossili? Perché la Calabria che potrebbe aspirare all’autosufficienza energetica in bolletta si ritrova salassi anche peggio che nel resto del Paese? Ecco io vorrei portare la voce della Calabria in Parlamento e rivendicare i diritti di una regione che continua ad essere sfruttata e impoverita senza prospettive di sviluppo».

«Non so quanti sono i calabresi che hanno sentito parlare del fattore Omega – ha proseguito – la tassa applicata ai Comuni in pre-dissesto e alle aziende in difficoltà di pagamento che penalizza le Regioni che producono molta più energia di quella che consumano. Ed è proprio il caso della Calabria che immettendo il resto dell’elettricità prodotta nel circuito nazionale, non ne trae alcun vantaggio. La tassa però non è uguale per tutti gli italiani e la Calabria è la regione che paga il più alto fattore Omega».

«Per il biennio 2018/19 era di 84,79 euro megawattora, mentre è di 51 euro megawattora nel biennio 2019/20 – ha spiegato ancora Giusy Iemma –. Secondo l’ultima rilevazione effettuata dalla Regione Calabria, facendo anche riferimento ai contenuti nelle linee d’indirizzo del Piano Regionale Integrato Energia e Clima (PRIEC) varato dalla giunta il 30 giugno scorso, l’energia prodotta in eccedenza – pari a circa 10mila gigawattora – proviene per la maggior parte dalle quattro centrali termoelettriche a gas (Simeri Crichi, Rizziconi, Scandale e Altomonte) che da sole nel 2020 hanno contribuito alla produzione di 12mila gigawattora. La restante parte proviene dai 55 impianti idroelettrici (883 GWh), dai 418 impianti eolici (2132,4 GWh) e dai 27.386 impianti fotovoltaici (681,3 GWh) installati sul territorio regionale».

«Ma questo non comporta un vantaggio in bolletta per la maggioranza dei calabresi – ha detto ancora – che pagano quanto gli altri italiani perché il prezzo dell’energia elettrica nel mercato tutelato (quello con tariffe omogenee e “controllate” che dal 2023 verrà meno) è uguale in tutta la Penisola. Un Comune calabrese in pre-dissesto, per il solo fatto di essere in Calabria, paga una tassa quadruplicata rispetto a quella che pagherebbe un Comune nelle stesse condizioni in Lombardia, in Emilia o in Veneto.  Produciamo di più e paghiamo di più? È questo il corso della storia che dobbiamo cambiare».

«Chiameremo subito in causa i ministri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’Interno e per il Sud – ha concluso – sta a noi pretendere che le cose cambino». (rrm)

CARO ENERGIA, È ALLARME PER IL LAVORO
IN CALABRIA A RISCHIO 24 AZIENDE SU 100

di ANTONIETTA MARIA STRATI – È allarme per il caro energia che sta provocando gravissimi danni  economici a tutto il Paese: particolarmente colpita la Calabria e le sue imprese, che vede messo a rischio il 24% dell’occupazione. È quanto emerge dai dati del rapporto di Confartigianato Imprese, dove si sottolinea che sono a rischio 25.883 micro e piccole imprese con 62.784 addetti.

Per l’associazione, «le attività più esposte alla minaccia del lockdown energetico e addirittura della chiusura sono quelle energy intensive: ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo. Ma i rincari dei prezzi dell’energia fanno soffrire anche altri 16 comparti manifatturieri in cui spiccano il tessile, la lavorazione del legno, le attività di stampa, la produzione di accumulatori elettrici e di apparecchi per uso domestico, di motori e accessori per auto, la fornitura e gestione di acqua e rifiuti».

Secondo l’analisi di Confartigianato, gli effetti del caro-energia non risparmiano il settore dei servizi, con 17 comparti sotto pressione a causa dell’escalation dei prezzi di energia elettrica, gas e carburanti. Si tratta del commercio di materie prime agricole e di prodotti alimentari, ristorazione, servizi di assistenza sociale residenziale, servizi di asili nido, attività sportive come piscine e palestre, parchi di divertimento, lavanderie e centri per il benessere fisico.

A questi si aggiungono i settori del trasporto colpiti dall’aumento del costo del gasolio: dal trasporto merci su strada ai servizi di trasloco, taxi, noleggio auto e bus con conducente, trasporto marittimo e per vie d’acqua. I rischi si estendono anche alla logistica, con attività come il magazzinaggio e le attività di supporto ai trasporti che subiscono pesanti rincari delle bollette per le attività di refrigerazione delle merci deperibili.

«Rischiamo un’ecatombe di imprese». Questo l’allarme del presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli, chiedendo «interventi immediati a anche altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti. A rischio 881.264 micro e piccole imprese con 3.529.000 addetti, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano».

A fargli eco il presidente regionale, Roberto Matragrano: «ebbene sul nostro sistema produttivo i rincari abbiano inciso in misure minore rispetto ad altre regioni d’Italia per come già evidenziato in una recente indagine di qualche giorno fa, il nostro già fragile sistema produttivo non è in grado di reggerne comunque gli effetti se dovesse perdurare questo stato di cose che sarebbero devastanti sotto il profilo economico e sociale».

Quello di Confartigianato, tuttavia, è solo l’ultimo dei tanti appelli rivolti alla politica contro la crisi: Nei giorni scorsi, Fortunato Lo Papa, segretario generale di Fisascat Calabria, ha chiesto alla Regione di convocare subito un Tavolo «per trovare misure che possano mettere in sicurezza il sistema produttivo, economico e sociale».

«L’inflazione all’8,4 per cento è un dato che non veniva registrato dal 1985. I rincari su luce e gas si stanno abbattendo su un Paese in fase post pandemica che da poco stava assaporando un assaggio di ripresa», ha incalzato il cislino che, preoccupato, invita a riflettere e a coinvolgere tutti gli attori istituzionali e non al fine di tracciare e delineare una via d’uscita.

Un danno, quello provocato dal caro energia, che ha colpito un colosso come l’azienda Callipo, guidata da Pippo Callipo che, nei giorni scorsi, aveva denunciato in una intervista all’Adnkronos come «in 300, solo da noi, potrebbero finire in mezzo alla strada. Non ho mai vissuto una situazione così drammatica in vita mia».

Sempre all’Adnkronos, l’imprenditore ha annunciato come la «nostra produzione si fermerà per un giorno a settimana. La nostra azienda è lo specchio delle altre piccole e medie aziende. La situazione in cui ci troviamo non è dettata da scelte prese dall’imprenditore ma da un contesto che ci è calato dall’alto e che ci costringe a lavorare sottocosto. Siamo in enorme difficoltà».

Quella di Callipo, purtroppo, è la situazione che tutti gli imprenditori – e non solo in Calabria – stanno vivendo. All’inizio di settembre, infatti, la stessa Confartigianato Imprese Calabria aveva denunciato come «il caro energia costa 21,1 miliardi in più alle piccole e medie imprese rispetto all’anno precedente a causa del caro energia».

«A livello territoriale, sono nove le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità per le MPI supera il miliardo di euro. I maggiori oneri, 4,3 miliardi, li hanno subiti gli imprenditori della Lombardia, seguiti da quelli del Veneto con 2,1 miliardi, dell’Emilia-Romagna (1,9 miliardi), del Lazio (1,7 miliardi), della Campania (1,6 miliardi), del Piemonte (1,6 miliardi), della Toscana (1,6 miliardi), della Sicilia (1,2 miliardi) e della Puglia (1,1 miliardi)», veniva rilevato da uno studio dell’Ente.

E dell’oneroso costo che le imprese pagheranno a causa dei rincari, è stato anche il presidente di Confesercenti Reggio Calabria, Claudio Aloisio: proprio il 29 agosto, denunciava che «sono di 106 miliardi il «costo extra che le imprese, stante così le cose, dovranno pagare nel 2022 per gli aumenti di energia e gas secondo uno studio pubblicato dalla Cgia di Mestre».

«Una somma “monstre” – ha evidenziato Aloisio – che secondo l’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, così come specificato in una segnalazione inviata a Governo e Parlamento, potrebbe aumentare a dismisura dato che ci si aspetta un raddoppio dei prezzi da ottobre. Avete capito bene: un raddoppio dei prezzi che già adesso sono insostenibili per le imprese e le famiglie».

«E allora, per comprendere meglio la situazione drammatica in cui ci troviamo nostro malgrado – ha aggiunto – parliamo dei costi attuali: nel 2019 il costo medio dell’energia elettrica ammontava a 52 euro per MWh mentre nei primi sei mesi del 2022 si è attestato a 250 euro (+378%). Ancora peggio per il gas il cui costo in tre anni è salito da 16 euro MWh a 100 euro (+538%)».

«Per guardare a casa nostra le piccole e piccolissime imprese, già provate da oltre tre anni di crisi dovuti alla pandemia – ha spiegato Aloisio – si ritrovano con aumenti in bolletta impossibili da sostenere. Secondo i dati presi a campione dalle tante fatture che ci sono state inviate dai nostri associati abbiamo pubblici esercizi che da 2.000 euro al mese sono passati a 6.600, negozi di abbigliamento che da 1.700 euro si ritrovano a pagare 4.900, gestori di carburanti che invece di 1.200 euro devono sborsarne 5.000».

Anche il presidente di Cna CalabriaGiovanni Cugliari, ha denunciato come «la Calabria pagherà il prezzo più alto per il caro bollette», sottolineando come «già da diversi mesi aveva lanciato l’allarme sul rischio del caro energia ma è stata inascoltata».

«A causa del caro bolletta – ha spiegato – da qui ai primi sei mesi del 2023 in Italia saranno a rischio circa 120 mila imprese del settore terziario e 370 mila posti di lavoro. Questo è quanto emerge dalle stime di Cna-Imprese in merito alla continua crescita dei costi dell’energia e a un’inflazione prossima al 9% dovuta per quasi l’80% proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche. Questo dato drammatico è ancora più incidente per le imprese della Calabria».

«Altissimo è il numero dei settori coinvolti – ha denunciato – nessun settore è immune da tale crisi. L’artigianato ed il commercio al dettaglio che a luglio hanno visto quintuplicare le bollette di luce e gas, la ristorazione e gli alberghi che hanno avuto aumenti tripli, il settore dei trasporti che oltre al caro carburanti  si trova a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima. È una condizione che da diversi mesi riduce la competitività delle imprese mettendo a rischio ripresa, occupazione e determina una pericolosissima spinta verso l’inflazione».

Le cose da fare sono tante, per impedire che affondi un settore fondamentale: Matragrano, infatti, ha reso noto che «in questi giorni stiamo incontrando i rappresentanti dei diversi schieramenti politici impegnati nella campagna elettorale per il rinnovo dei due rami del Parlamento ai quali ribadiremo con forza le nostre richieste».

Tra le misure d’emergenza, Confartigianato indica «l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga e l’ampliamento del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico».

Per Confartigianato, infine, vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione. Tra gli interventi sollecitati, anche la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio chi inquina paga.

Cna Calabria, invece, nelle sue richieste ha chiesto, «al fine di fronteggiare al meglio la crisi sono il taglio dell’Iva e delle accise sulle bollette e sul carburante, che il versamento di tutti gli extra profitti avuti dai grandi gruppi energetici sia utilizzato per intero per abbattere gli aumenti dei costi energetici da parte delle imprese e delle famiglie, ultima proposta di avere dei  ristori come è già avvenuto nell’emergenza Covid». (ams)

Sapia (Fai Cisl): Ripensare al sistema di approvvigionamento energetico in Calabria

Il segretario generale di Fai Cisl CalabriaMichele Sapia, ha evidenziato la necessità di «nuove sinergie, convergenze e ulteriore programmazione, ripensare all’intero sistema di approvvigionamento energetico nella nostra regione, sfruttando in modo sostenibile bacini idrici e sorgenti, l’energia pulita derivante da eolico e solare».

Il cislino, infatti, ha ricordato che «la tempesta inflazionistica sta colpendo duramente l’intera filiera agroalimentare calabrese. In particolare il caro bollette energia ha messo in ginocchio tante aziende del territorio regionale, anche quelle che tradizionalmente hanno dimostrato, in particolare nel periodo di lockdown, una maggiore capacità di resilienza».

«Quando una realtà storica e solida come Callipo, leader nella produzione del tonno – ha aggiunto Sapia – dichiara di non poter rinnovare vari contratti a tempo determinato e di dover ricorrere alla cassa integrazione, oppure Lactalis che minaccia di chiudere lo stabilimento di Reggio Calabria, aziende zootecniche che addirittura macellano le vacche da latte, oppure le proteste in tante marinerie, significa che in Calabria si prospetta uno scenario drammatico, se non si attivano immediate e urgenti misure di intervento».

«Stiamo monitorando con attenzione le molte situazioni di crisi nelle aziende del settore agroalimentare, come quella espressa oggi da Pippo Callipo, per tutelare il più possibile i lavoratori e le loro famiglie, già pesantemente colpite dal drammatico aumento di gas, elettricità, carburante e carrello della spesa. Serve un intervento serio della politica e delle istituzioni, per calmierare i costi, sostenere le aziende e salvaguardare i posti di lavoro, anche con ammortizzatori sociali straordinari come la Cig scontata. Sono necessari provvedimenti urgenti per evitare una grave crisi economica e sociale», ha dichiarato il segretario generale nazionale di Fai Cisl, Onofrio Rota, dopo l’intervento di Pippo Callipo, presjdente dell’omonima azienda di Maierato, nella trasmissione Rai Agorà.

La Callipo registra un incremento del 378% sulle bollette di gas e energia e ha dovuto ricorrere ad una giornata settimanale di cassa integrazione, almeno per i prossimi tre mesi, per contenere le perdite senza dover lasciare a casa nessun lavoratore.

«In un territorio come quello di Vibo Valentia, contraddistinto da alti livelli di disoccupazione e forte crisi economica, la riduzione della produzione nello stabilimento di Maierato rischia di provocare ulteriori tensioni sociali – ha dichiarato Daniele Gualtieri, Segretario Generale Fai Cisl Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia –. Parliamo di una azienda che occupa oltre 300 dipendenti, fiore all’occhiello del territorio, che ha dimostrato, anche nel recente passato, un’attenzione particolare verso le maestranze e in cui abbiamo sempre avuto ottime relazioni  sindacali partecipate. Continueremo a essere vicini ai lavoratori e solidali verso la proprietà. Auspichiamo che, con immediatezza, si adottino misure efficaci per salvaguardare lavoratori, famiglie e imprese del nostro territorio».

«L’agroalimentare italiano esprime un fatturato di 155 miliardi, conta 65 mila imprese e 480 mila addetti, ed è la seconda manifattura del Paese – ha proseguito Rota –. È un comparto che è sempre stato anticiclico rispetto alle crisi, ma questa delicata fase sta impattando in tutti i settori ed è quindi urgente avviare azioni per affrontare le conseguenze soprattutto del caro energia, che si ripercuote sul costo delle materie prime, degli imballaggi, della componentistica, mettendo in ginocchio le imprese e fortemente a rischio l’occupazione. In una fase come questa bisogna lavorare tutti, ciascuno nel proprio ruolo, per tenere coeso il Paese intorno al mondo del lavoro». (rrm)

In copertina, Il segretario generale Fai Cisl Onofrio Rota e Pippo Callipo