Coldiretti scende in piazza contro i cinghiali e la fauna incontrollata

Coldiretti Calabria torna in piazza per dire basta ai cinghiali e alla fauna incontrollata. E lo fa dando appuntamento domani mattina, alle 9.30, nella sede della Regione Calabria sulla SS 107 Vaglio-Lise Cosenza.

«Pur avendo registrato – ha dichiarato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – un apprezzabile  primo passo avanti dalla Giunta Regionale che ha deliberato l’approvazione delle “Linee guida del Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”, proposto da tempo dalla Coldiretti. Continueremo ad andare avanti perché lo impone la gravità dell’emergenza cinghiali e fauna selvatica, da troppo tempo, fuori controllo, che interessa non soltanto gli agricoltori, ma anche i cittadini e investe la totalità dei comuni calabresi, dalle campagne ai centri abitati».

«Monitorare l’attuazione della delibera è essenziale. Icinghiali  – ha precisato Aceto – hanno causato nell’ultimo anno danni all’agricoltura calabrese per circa cinque milioni di euro, devastando campi di grano, patate, mais, ortaggi e persino vigneti e frutteti. I danni causati dagli animali selvatici non vengono rimborsati se non in minima parte e spesso dopo molti anni, con una situazione che ha portato molti a rinunciare a denunciare gli attacchi subiti. Tra l’altro, i pochi indennizzi che arrivano, non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto o dell’animale ucciso».

«Per fare un esempio – ha spiegato – un produttore di vino pregiato che ha avuto la vigna devastata da cinghiali si vedrà risarcire solo il semplice valore dell’uva e così accade anche per altre colture. A Coldiretti sta, inoltre, a cuore la tutela del patrimonio suinicolo che conta in Calabria su oltre 5mila allevamenti, compresi quelli familiari, con circa 52mila capi di suini e al netto dei quattro salumi Dop, Coldiretti stima che il comparto della produzione di salumi, insaccati e carne di maiale, allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione, è di oltre 400 milioni di euro generando tanti posti di lavoro».

« La direzione è quella giusta, ma Coldiretti – ha concluso Aceto – ha il dovere di accelerare i percorsi virtuosi». (rcz)

Coldiretti Calabria: La Giunta adotterà il Piano Straordinario per contenere la fauna selvatica

«La Giunta regionale ha adottato la delibera d’impegno ad adottare il Piano Straordinario per il contenimento della fauna selvatica entro 90 giorni». È quanto ha reso noto Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, sottolineando come si tratti di «un primo passo in avanti sicuramente molto importante che deve essere seguito in tempi rapidi da azioni concrete che portino, in tempi ragionevolmente rapidi, alla drastica riduzione del numero di cinghiali nelle aziende agricole, ma anche per  i cittadini perchè la vicenda investe  la totalità dei comuni calabresi, dalle campagne ai centri abitati».

«Da tutta la regione – ha proseguito Aceto – stiamo avendo tantissime adesioni di agricoltori, cittadini e rappresentanti delle istituzioni e quindi abbiamo il dovere di andare avanti, pur ringraziando il presidente Roberto Occhiuto e l’assessore Gianluca Gallo per avere  recepito la portata del problema».

«Questo è un primo risultato – ha aggiunto – ma ci sono problemi aperti quali ad esempio, i risarcimenti da parte degli Enti,  i problemi sanitari legati alla tutela del patrimonio zootecnico in particolare suinicolo e ci sia consentito  anche gli sviluppi che avrà l’approvazione della delibera approvata che deve avere un rapido impatto sul territorio».

«Quindi andiamo avanti, la mobilitazione continua con lo spirito collaborativo di sempre», ha concluso, confermando per martedì 18 giugno, alle 9.30, alla sede della Regione Calabria sulla Strada Statale 107 di Vaglio Lise, la mobilitazione  per testimoniare quanto sia sentito il problema e per velocizzare l’iter procedurale per la definitiva adozione del Piano, per il quale continueremo a dare supporto e contributo, nonché per rafforzare ulteriormente la richiesta di efficientare gli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc) e sburocratizzare e velocizzare le procedure di indennizzo dei danni subiti. (rcz)

Coldiretti Calabria: Servono soluzioni forti contro problema dei cinghiali

La situazione dei cinghiali in Calabria è diventata insostenibile, per questo Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, ha ribadito la necessità di «soluzioni forti perché il problema non può rimanere così com’è in tutta la Calabria, pena l’esplosione di situazioni ancora più dannose ed ingovernabili. Chiediamo di mettere fine all’inerzia e all’inadempienza della Regione con l’adozione immediata del Piano regionale di contenimento».

«Perdere ulteriore tempo significherà aggravare sicuramente il clima di panico e di danno materiale a carico dei cittadini tutti», ha detto ancora, ribadendo come «la Coldiretti è pronta a collaborare anche dal punto di vista tecnico per arrivare nei tempi più rapidi possibili a raggiungere un risultato indispensabile: diminuire il numero di cinghiali che devastano il nostro territorio. Dobbiamo tra l’altro, mettere al riparo, dal punto di vista di sanità veterinari, gli  oltre 5mila allevamenti, compresi quelli familiari, con circa 52mila capi di suini e al netto dei quattro salumi Dop, Coldiretti stima che il comparto della produzione di salumi, insaccati e carne di maiale, allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione, è di oltre 400 milioni di euro».

«La situazione – ha spiegato il presidente Aceto – è diventata insostenibile per più ragioni: distruggono i raccolti di grano, mais, uva, patate e tante altre coltivazioni; invadono strade sopratutto di notte, mettono a soqquadro città e paesi ed hanno provocato persino incidenti mortali. Rappresentano un pericolo per la incolumità delle persone e una tragedia dal punto di vista economico. La presenza dei cinghiali non è un problema solo per gli agricoltori, ma per tutti. Ed è un problema che va risolto! Dopo anni di battaglie della Coldiretti, spiega Aceto, con la legge di Bilancio 2023, in vigore da ormai più di 18 mesi, è stato introdotto nel nostro ordinamento l’articolo 19 ter della legge 157/1992, che prevede l’adozione di un “Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”. Tale piano è stato adottato con Decreto interministeriale del 13 giugno 2023, ormai 12 mesi fa».

«Le attività di contenimento disposte nell’ambito del piano – ha spiegato – non costituiscono esercizio di attività venatoria e sono attuate anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto come previsto dalla legge. Cosa manca allora? Manca il Piano regionale di attuazione! Non c’è più tempo da perdere. Gli agricoltori e gli allevatori non possono più aspettare, mentre i cinghiali continuano a devastare i frutti del loro duro lavoro, lasciandosi alle spalle solamente danni e desolazione. Ormai è diventata una lotta per la sopravvivenza, soprattutto nelle aree interne già soggette a spopolamento».

Per questo l’Associazione ha indetto una mobilitazione e manifestazione per il 18 giugno, sulla Strada Statale 107 di Vaglio Lise, Cosenza. Saranno presenti agricoltori e allevatori provenienti da tutta la Regione, cittadini e autorità istituzionali in particolare i sindaci e proseguirà fino ad ottenere quello che spetta ad agricoltori, allevatori, cittadini e consumatori. (rcz)

Coldiretti: In Calabria 1624 aziende che coltivano patate

«In Calabria ci sono 1624 aziende che coltivano 3.157 ettari per una produzione di 1,3 milioni di quintali. Nella nostra regione,ci difendiamo bene perché possiamo contare su un’eccellenza straordinaria qual è la “Patata della Sila Igp” molto richiesta dal mercato e dagli intenditori». È quanto ha riferito la Coldiretti, denunciando – attraverso un’analisi sui dati Istat – come le patate italiane siano “sotto attacco” «degli effetti dei cambiamenti climatici e dell’invasione di prodotto estero, con le importazioni che nel 2024 sono cresciute del 18% e quelle dall’Egitto che sono addirittura triplicate nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».

«A questi – ha aggiunto l’Associazione – ne vanno aggiunti altri 288 milioni di chili congelate e 74 milioni di chili cotte e congelate, oltre a 10 milioni di chili di patatine già pronte tipo quelle fritte dei sacchetti. Prodotto che spesso finisce per essere venduto come italiano grazie al principio dell’ultima trasformazione permesso dal codice doganale sull’origine dei cibi. Ma sono state scoperte anche delle truffe con patate francesi vendute come nazionali».

La Calabria, tuttavia, si difende bene: «le nostre patate – ha proseguito Coldiretti – poi si fregiano della denominazione “prodotto della montagna” per le peculiari caratteristiche del territorio: il ricorso ad acqua di sorgente per l’irrigazione dei campi, le forti escursioni termiche fra la notte e il dì che riducono le cariche di patogeni e parassiti, come gli afidi, e quindi l’utilizzo di prodotti fitosanitari, le basse temperature invernali che permettono di conservare i tuberi senza trattamenti chimici anti germoglianti».

«Le aziende, poi – ha aggiunto l’Associazione – stanno innovando processi di riconoscimento del prodotto come ad esempio il “Qr code”  che permette all’acquirente di leggere su smartphone la storia del prodotto, visualizzare la mappa dell’appezzamento e scaricare l’analisi che certifica l’assenza di residui chimici».

«Certamente –  ha concluso Coldiretti – non bisogna abbassare la guardia sui controlli perché questa produzione, di grande qualità e prelibatezza, assicura reddito alle aziende e a tutto il sistema produttivo collegato».

Coldiretti: La biodiversità una carta vincente per la Calabria

La biodiversità è una carta vincente per la Calabria, secondo Coldiretti. La nostra regione, infatti, «ha la più grande  più grande riserva in Italia, circa il trenta per cento di quella complessiva in Europa e ha detto da tempo  no all’uso del glisofate», ha detto l’Associazione in occasione della Giornata mondiale della Biodiversità, che si celebra domani.

«La Calabria, quindi – ha aggiunto – contribuisce a far si che l’Italia sia leader europeo della biodiversità con il territorio nazionale che ospita circa 1/3 delle specie animali e la metà di quelle vegetali presenti nel Vecchio Continente. Il nostro Paese vanta oltre 58.000 specie faunistiche e 6.700 specie di piante, di cui rispettivamente il 30% e il 15% vivono praticamente solo in Italia».

«Un patrimonio –  ha aggiunto – costantemente a rischio. Un capitale, culturale, ambientale ed economico che va tutelato rispetto ai pericoli che vengono dagli effetti dei cambiamenti climatici, del consumo di suolo, ma anche dall’omologazione e dalla standardizzazione delle produzioni a livello internazionale che, nell’ultimo secolo, hanno causato la scomparsa di tre frutti su quattro».

«Un allarme sempre più sentito – si legge in una nota – tanto che il 52% chiede allo Stato di investire con urgenza in misure di sostegno agli agricoltori per la salvaguardia della biodiversità. Molti progetti di recupero si sono moltiplicati negli ultimi anni le iniziative di recupero delle varietà vegetali e animali, dai semi antichi ai frutti, ai vini autoctoni che oggi sono molto apprezzati dal mercato, ma anche l’ortofrutta e alcune filiere zootecniche».

«E poi i prodotti simbolo alla base della Dieta Mediterranea che tutto il mondo ci invidia e ci copia Ma un’azione di recupero importante della biodiversità –ha continuato la Coldiretti – si deve in Italia ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica e che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione, che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione. In Calabria ci sono 453 agriturismi, 54 città e strade dei cibi e del vino, 40 tra produzioni Dop, Igp e vini e 270 prodotti tradizionali censiti dal Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare».

«I 22 “Sigilli” in Calabria sono poi la valorizzazione della biodiversità. Un’azione formalizzata con i prodotti presenti nell’elenco dei “Sigilli” di Campagna Amica che – ha sottolineato la Coldiretti – sono la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata che può essere sostenuta direttamente dai cittadini nei mercati a chilometri zero degli agricoltori e nelle fattorie, una mappa del tesoro che è alla portata di tutti».

«La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico ma –  ha ribadito la Coldiretti – è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole. Investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni e affrontare così il mercato globalizzato difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo. Tutto questo ha già contribuito ad  innescare un processo di rilancio potente a cui va aggiunta la valorizzazione delle aree interne, alcune ancora poco conosciute, ma che sono di straordinaria bellezza».

«La Calabria ha tutte le carte in regola: agricoltori e allevatori – ha concluso – continueranno a fare la loro parte». (rcz)

A Montalto Uffugo l’assemblea di Coldiretti Calabria

Domani pomeriggio, a Montalto Uffugo, alle 17.30, a Villa Santa Caterina, si terrà l’assemblea di Coldiretti per costruire, partendo dalla base, le prossime battaglie che vedranno Coldiretti impegnata nei mesi che verranno in vista anche delle elezioni europee.

L’assemblea calabrese si terrà in contemporanea a quelle in programma in tutta Italia, in cui si parlerà dalla raccolta irme europea per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti alla fauna selvatica, passando per le questioni ancora aperte in Europa e arrivando alla moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l’aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali.

In tutte le aziende agricole sventoleranno le bandiere gialle e campeggeranno in giro per l’Italia striscioni legati alle richieste contro le importazioni sleali, il falso made in Italy o quella per la richiesta di un piano invasi che, soprattutto in questo periodo storico, può e deve diventare un valido alleato contro i cambiamenti climatici.

Un milione di firme per l’origine. La raccolta firme per una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti, sarà uno dei temi principali che affronteranno gli agricoltori, con l’abolizione del codice doganale per l’origine dei cibi che deve diventare una priorità. Non è più accettabile, spiega Coldiretti, assistere a scene come quelle vissute durante la mobilitazione del Brennero, dove si è visto arrivare dei prosciutti, del concentrato di pomodoro, della frutta o della verdura e diventare con l’ultima trasformazione sostanziale a tutti gli effetti dei prodotti italiani.

Il 30 aprile sarà l’occasione per rilanciare l’impegno a denunciare alle istituzioni e ai cittadini consumatori, che non si può non stare dalla parte dei produttori agricoli che si impegnano ogni giorno a portare sulle tavole degli italiani le eccellenze dei nostri territori e a fermare l’arrivo incontrollato di prodotti dall’estero.

Fauna selvatica incontrollata emergenza nazionale. Un altro dei temi principali che sarà affrontato durante le assemblee, sarà come detto quello della fauna selvatica incontrollata, diventata da tempo -come evidenziato più volte da Coldiretti- un’emergenza nazionale dal punto di vista agricolo e della sicurezza. I cinghiali e altre specie stanno divorando il lavoro degli agricoltori e allevatori, spesso costretti ad abbandonare i propri territori. Mancano i piani regionali straordinari di controllo e degli strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione che sta mettendo a rischio un comparto se pensiamo a quello che sta accadendo con la peste suina in alcune province italiane. Per questo Coldiretti ha già chiesto un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina e tutelare un settore che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy a tavola, con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro e centomila posti di lavoro e con la fauna selvatica che è praticamente l’unico vettore di diffusione della peste suina. (rcs)

Coldiretti Calabria: Cibo ricchezza della regione con un valore sui 3 miliardi di euro

«È il cibo la prima ricchezza dell’Italia e anche della regione con un valore della filiera agroalimentare allargata in Calabria si attesta sui 3 miliardi di euro, e rappresenta per varietà e qualità il simbolo più noto del Paese all’estero». È quanto ha rilevato Coldiretti Calabria in occasione della Giornata del Made in Italy, celebrata al Vinitaly di Verona alla presenza del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, sottolineando come nella nostra regione sono sono 10.799 gli ettari vitati autorizzati  e la produzione è di oltre 117mila ettolitri di vino.

«Il settore – ha aggiunto Coldiretti – ha avuto un salto di qualità notevole negli ultimi anni, confermandosi la punta avanzata dell’agroalimentare “made in Calabria”. Una forte e costante azione di promozione ha contribuito alla crescita anche dell’export».

La Coldiretti intende valorizzare tutti i territori ed in anteprima al Vinitaly, ha presentato il video ufficiale della campagna nazionale di promozione dell’agricoltura e del cibo promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Fondazione Campagna Amica che coinvolge tutte le regioni italiane, nei centri urbani ma anche nelle aree interne, attraverso le strutture territoriali e la rete dei mercati contadini. L’obiettivo è la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare e dell’educazione alimentare secondo i canoni della dieta mediterranea, della stagionalità e del prodotto a km0.

«I primati e la costante crescita – ha spiegato Coldiretti – vanno, però, difesi dal fenomeno del “fake in Italy”, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. In questo modo ad esempio, il latte straniero che diventa mozzarella italiana».

«Una frode contro la quale è partita dal Brennero una grande mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. al Brennero – ha aggiunto Ettore Prandini, presidente di Coldiretti –.  L’iniziativa del Brennero è stata di  trasparenza e di risposta nei confronti dei cittadini e dei consumatori».

«Non è una manifestazione di chiusura all’interno dei confini è vero esattamente l’opposto – ha concluso – partiamo dall’Italia per cercare di portare trasparenza sui mercati a livello mondiale e fare anche una lotta concreta al tema dell’Italian sounding che, costa alla Calabria oltre 1 miliardo di euro, tante volte si pensa essere solo fuori dei confini nazionali quando purtroppo l’abbiamo anche all’interno del nostro Paese quando ci sono queste storture». (rrm)

Secondo giorno di proteste di Coldiretti al Brennero: Le testimonianze degli agricoltori calabresi

«Non si tratta solo del Brennero: è da poco arrivata una nave cargo dall’Egitto, ma i flussi sono quotidiani e pesanti. Questo provoca il collasso dei prezzi e mette in difficoltà le imprese nazionali. Soprattutto quando si tratta di prodotti extra Ue coltivati, anche in questo caso, con prodotti che da noi non sono permessi». È la testimonianza di Giuseppe Talarico, produttore di patate in Calabria, presente alla protesta nel Brennero di Coldiretti – e a cui è presente anche la delegazione calabrese – contro il falso Made in Italy e la concorrenza sleale.

Le testimonianze degli agricoltori calabresi raccolti nel secondo giorno di protesta, che sperimentano sulla propria pelle le gravi difficoltà, «fa dire che non ci sono più alibi e non si può rimanere indifferenti – ha detto Coldiretti – di fronte ad un fenomeno che, oltre a danneggiare la nostra economia, è una vera truffa ai danni di ignari consumatori convinti di acquistare italiano ed invece finiscono con il consumare prodotti diversi e sicuramente non all’altezza dei nostri elevati standard qualitativi».

Francesco Bilardi, anche lui agricoltore calabrese, che produce frutta tropicale in Calabria e che quasi è incredulo davanti al tir carico di avocado che, provenienti dal sud Africa, hanno varcato il Brennero provenienti dalla Moldavia., ha spiegato come i «prodotti spesso raccolti ancora a maturazione incompleta, che percorrono migliaia e migliaia di chilometri e trattati senza dover sottostare alle legittime e rigide normative nazionali: tutt’altra cosa rispetto alla nostra frutta, fresca e curata».

Un cerealicoltore calabrese ha denunciato «i prezzi in caduta libera del grano che mettono a rischio il futuro della coltivazione, perché le nostre imprese si trovano a dover sostenere costi insostenibili di produzione. Vanno intensificati gli accordi di filiera che premiano la qualità e va dato corso a quanto già stabilito per legge, ovvero che i prezzi non possono scendere mai sotto i costi di produzione».

«Stiamo vedendo di tutto – ha riferito Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – e allora coraggio Italia e coraggio Calabria! Continueremo con maggiore impegno e convinzione a seguire questa direttrice per creare sviluppo e lavoro abbiamo una  ricchezza sia in termini di qualità che di varietà della nostra agricoltura».

«Non siamo e non saremo mai complici – ha aggiunto – della svalutazione della nostra migliore produzione di qualità in campo agricolo ed agroalimentare e conseguentemente dell’inganno ai consumatori attirati da prodotti a basso costo, frutto della concorrenza sleale, con possibili rischi per la salute».

«Dinanzi a quella che è una vera invasione di prodotti stranieri – ha concluso – vogliamo il rispetto del principio di reciprocità: le regole imposte ai produttori europei devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato Ue». (rrm)

Coldiretti Calabria: Agricoltori custodiscono metà del paesaggio regionale

Il 47% del paesaggio regionale è custodito dagli agricoltori calabresi. È quanto ha rilevato Coldiretti Calabria, in occasione della Giornata del Paesaggio, sottolineando l’importanza di una figura come quella dell’agricoltore, che  garantisce una costante opera di manutenzione e tutela del territorio messa, però, sempre più a rischio dal fatto che nell’ultimo mezzo secolo è scomparsa una superficie agricola di 178.522 ettari: 11,7% della superficie complessiva della Calabria.

Con la Giornata del Paesaggio, che si è celebrata il 14 marzo, l’Associazione vuole sensibilizzare i cittadini sulle tematiche legate «alla tutela dello stesso, fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali,  alla montagna, dai pascoli ai terrazzamenti. Una risorsa economica, ambientale e turistica– evidenzia Coldiretti – sulla quale pesano però gli effetti della cementificazione e dell’abbandono che hanno progressivamente indebolito la presenza degli agricoltori sul territorio».

«Agli effetti dell’erosione del suolo agricolo – ha rilevato ancora Coldiretti – si aggiungono le follie dell’Unione Europea come la direttiva sul Ripristino natura, una legge senza logica che – denuncia la Coldiretti – andrà a diminuire ulteriormente la produzione agroalimentare, mettendo in contrapposizione la natura e l’agricoltore, che in realtà è il vero custode di questo patrimonio ambientale».

Per Coldiretti, infatti «occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio».

«Gli agricoltori  – ha ricordato l’Associazione – rappresentano, peraltro, anche un argine alla perdita di biodiversità, con varietà in pericolo anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta».

«Lo dimostrano i Sigilli di Campagna Amica – ha concluso l’Associazione – una grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina che ha consentito nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica attive in tutte la Regione, realtà che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori». (rcz)

Coldiretti: In Calabria sempre più spazio alle donne in agricoltura

In Calabria c’è sempre più spazio alle donne in agricoltura: Sono, infatti, 34.761, su un totale di circa 94mila, le aziende condotto o di cui sono titolari le donne. È quanto ha rilevato Coldiretti in occasione della Festa della Donna, sottolineando come di queste 34mila donne sono imprenditrici che ancora sono impegnate in agricoltura, ma molte under40 che  hanno puntato sul settore agricolo abbattendo così barriere e portando in campo un nuovo protagonismo tutto al femminile».

«Il risultato – ha spiegato l’Associazione – è che quasi  un’azienda agricola su tre è capitanata da donne con una presenza che sta rivoluzionando il lavoro nei campi, dove sono capaci di spaziare dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all’agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. Ma il vero motore delle nuove contadine sono anche le attività sociali come le fattorie didattiche e sociali, ma anche l’importante impegno per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, vittime di violenze e soprusi».

«In agricoltura  – ha dichiarato Maria Antonietta Mascaro, responsabile Donne Coldiretti Calabria – la presenza femminile si fa sempre più spazio e noi donne guardiamo al futuro armate di un grande ed importante bagaglio culturale ed esperienziale. Siamo donne che vedono nell’agricoltura il nuovo volano per la propria realizzazione professionale».

«È per accompagnare questo continueremo a lavorare  per superare le tante difficoltà – ha sottolineato – che incontrano le imprenditrici in campagna, soprattutto quelle più giovani, a partire, ad esempio, dalla scarsa tutela soprattutto nell’ambito della maternità dove il sostegno è davvero irrisorio e non riesce a coprire i costi di un’altra persona, visto che il lavoro agricolo non si ferma mai».

«Da segnalare anche la “quota giovane” – ha sottolineato Coldiretti under 35 che hanno puntato soprattutto sull’uso quotidiano della tecnologia. Il rinnovato fascino della campagna per le donne trova riscontro nella comune convinzione che quello dell’agricoltura è diventato un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, anche per le donne che sono peraltro destinate ad aumentare nel tempo».

«Le imprenditrici agricole giovani, che rilevano le  aziende di famiglia – ha proseguito l’Associazione – hanno un’alta professionalità  circa il 25% è laureata, peraltro non sempre ad indirizzo agrario. Molte donne scelgono, infatti, l’agricoltura dopo percorsi di studio o esperienze in settori molto diversi, anche per cambiare vita».

«Oltre il 50% delle donne in campagna – ha rilevato – svolge più di una attività connessa alla produzione primaria, soprattutto vendita diretta in azienda o nei mercati di Campagna Amica, agriturismo e trasformazione di prodotti agricoli. Ben il 60% delle donne nelle loro aziende ha poi scelto di dedicare parte della produzione al biologico o biodinamico e di operare per una filiera di qualità attenta alla sostenibilità, alla tutela della biodiversità e delle risorse naturali, del paesaggio e del benessere animale. In particolare, poi, le donne creano legami forti con il territorio e sono un vero e proprio presidio per la sopravvivenza e la valorizzazione delle aree rurali». (rcz)