Coldiretti Calabria: Regione investe nell’apicoltura ma la concorrenza sleale mette in crisi l’alveare calabrese

Coldiretti Calabria ha denunciato come, nonostante la Regione Calabria investa nell’apicoltura calabrese, la concorrenza sleale di miele di bassa qualità mette in crisi l’alveare calabrese.

«Nelle campagne calabresi le aziende apistiche in questi hanno investito costantemente creando anche virtuosi sistemi di promozione anche del territorio. La Banca Dati Apistica Nazionale registra oltre 600 aziende professionali con partita Iva con circa 80.000 alveari allevati oltre agli hobbisti e la produzione è di oltre 1 milione di chili», ha detto l’Associazione, ricordando come «qualche giorno fa il Dipartimento Agricoltura ha approvato la graduatoria del bando, riservato a apicoltori e imprenditori apistici calabresi, relativo al programma apistico per € 1.343.388,00 che ha finanziato 152 progetti presentati  per sostenere la tutela, la valorizzazione e promozione dell’apicoltura calabrese».

Un impegno che rischia di essere messo in pericolo a causa «dell’import sleale e i cambiamenti climatici che affossano il miele italiano con i produttori nazionali che devono fronteggiare arrivi di prodotto straniero di bassa qualità a prezzi stracciati, come quello cinese che viaggia poco sopra l’euro al chilogrammo, mentre aumentano i costi di produzione».

«Nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero – viene evidenziato –. Il prezzo medio del prodotto importato dai Paesi extra Ue è stato di 2,14 euro al chilo. Una mole di prodotto a prezzi stracciati finita nel mirino di un’indagine della Commissione Ue che ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conferme alle regole comunitarie, con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica».

«Il numero maggiore in valore assoluto di partite sospette proveniva dalla Cina (66 su 89, pari al 74%), mentre il paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia (14 su 15, pari al 93%). Un dumping insostenibile ai danni degli  apicoltori già alle prese con l’aumento dei costi di produzione. Ai danni causati dal maltempo si sono aggiunti quelli della siccità, che ha penalizzato le fioriture, e del caldo anomalo di questo inverno, con le api “ingannate” e spinte ad uscire dagli alveari senza però trovare i fiori.  Così i produttori – precisa la Coldiretti – sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti».

«Attraverso l’acquisto diretto del miele dagli apicoltori italiani si sostiene il presidio del territorio e la presenza di una sentinella importante della qualità dell’ambiente e della biodiversità quale è l’ape –  ha dichiarato Colidiretti –. Ma occorre anche che in Europa venga introdotto il principio di reciprocità affinché tutto il miele che entra nel nostro Paese rispetti le stesse regole in materia di sicurezza alimentare, qualità e rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori che vigono in Italia».

«Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre – ha consigliato la Coldiretti – verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica, è questo il modo migliore per sostenere l’apicoltura italiana, difendere le api e la biodiversità. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti».

«La parola Italia – viene evidenziato – deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi». (rcz)

Coldiretti Calabria a Bruxelles: Servono risposte tempestive e misure per reddito delle imprese

Stop alla burocrazia e all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani, incrementare gli aiuti alle aziende per contrastare la crisi e l’aumento dei tassi di interesse, garantire una moratoria sui debiti, rafforzare la direttiva europea contro le pratiche sleali e cancellare definitivamente l’obbligo dei terreni incolti. Sono le richieste che la delegazione di Coldiretti Calabria, composta da tanti giovani, guidata dal presidente regionale Franco Aceto, hanno fatto nel corso della manifestazione a Bruxelles, in occasione del Consiglio dei Ministri agricoli sulla proposta di semplificazione della Pac.

«È un vero e proprio attacco al patrimonio agroalimentare dell’Italia – ha detto Aceto – favorito dalle follie europee che fanno calare la produzione agricola nazionale. Siamo qui e ci saremo fin quando ce ne bisogno– spiega – per chiedere risposte esaustive in tempi certi alle necessità delle nostre aziende e scardinare quei regolamenti che non hanno senso. Per questo abbiamo messo in campo un lavoro costante di mobilitazione, ma anche di rapporto diretto con le istituzioni europee perché non è questa l’Europa che vogliono gli agricoltori».

«Una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere – ha evidenziato Aceto – di trasformare la protesta in proposte concrete, nella consapevolezza che la maggior parte delle battaglie cruciali per il futuro delle nostre campagne si combattono proprio a Bruxelles. Proprio per questo abbiamo predisposto un documento strategico anche sulla Pac dei prossimi anni, che deve essere semplice e in linea con le necessità delle imprese. Dobbiamo dire basta alla contrapposizione tra agricoltura e ambiente voluta da Timmermans, le cui politiche Coldiretti ha osteggiato dalla prima ora,  gli agricoltori sono il primo presidio ambientale».

«Al di fuori della Pac, la situazione economica del settore agricolo è però talmente grave che va affrontata con misure specifiche anticrisi a partire – ha detto Coldiretti – da una piena flessibilità sugli aiuti di stato, prorogando il Quadro Temporaneo di Crisi e Transizione di almeno un anno per consentire agli Stati membri di sostenere gli agricoltori con strumenti efficaci come la moratoria sui debiti, che aiuterebbe una larga parte delle aziende agricole soprattutto di piccole dimensione e condotte da giovani e donne. Ma a Bruxelles Coldiretti punta anche a scardinare alcune delle follie europee che minacciano l’agricoltura nazionale, dalla direttiva packaging che colpisce le aziende ortofrutticole cancellando, per fare un esempio, insalata in busta e confezioni di pomodorini, alla direttiva ammazza stalle che equipara gli allevamenti alle fabbriche, fino all’accordo Mercosur».

Il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, il calabrese Enrico Parisi, sarà l’unico italiano a partecipare alle 14.30, insieme ai giovani delegati di altre 10 organizzazioni presenti a Bruxelles, all’incontro con il Commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski e David Clarinval, l’attuale presidente del Consiglio Agrifish. (rrm)

Lunedì una delegazione calabrese di Coldiretti in piazza a Bruxelles per gli agricoltori

Lunedì 26 febbraio ci sarà anche una delegazione calabrese di Coldiretti alla manifestazione di Bruxelles, per ottenere risposte esaustive rispetto ai bisogni  degli agricoltori italiani ed europei.

Una manifestazione organizzata in concomitanza con il Consiglio dei Ministri agricoli della Ue e con la presentazione della proposta della Commissione per la semplificazione delle regole comunitarie.

«Nelle proposte avanzate dalla Commissione –  ha spiegato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – in merito al pacchetto semplificazione per l’agricoltura che la Commissione Ue ha inviato alla presidenza belga dell’Ue – ci sono alcune semplificazioni da noi proposte, ma manca completezza e certezza dei dettagli. Si sono, finalmente, accorti di alcuni aspetti su cui intervenire, come ad esempio la condizionalità ambientale e la razionalizzazione dei controlli. Così come è fondamentale legare alla nuova Politica Agricola Comunitaria (Pac) il rafforzamento della  direttiva Ue del Parlamento Europeo e del Consiglio in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare».

«Ed ancora – ha spiegato Aceto – occorre intervenire sul principio di reciprocità negli scambi per fare in modo che tutti i prodotti che entrano in Europa rispettino le stesse norme ambientali, sanitarie sul lavoro applicate all’interno dei confini comunitari.  Sono positive anche le ipotesi di intervento per i piccoli agricoltori».

«Però – ha precisato – al momento sono solo dichiarazioni: i tempi delle aziende non combaciano con i tempi della burocrazia europea. Noi vogliamo risposte concrete e interventi immediati».

Il presidente Aceto, poi, ha ricordato che si sono tenute 21 assemblee «in ogni angolo del territorio calabrese, dove abbiamo incontrato e parlato con migliaia di soci e le assemblee continueranno» e che gli incontri sono stati utili «per discutere dei più importanti argomenti riguardanti il settore agricolo, dalla crisi dei prezzi, all’aumento dei costi, alla burocrazia, all’indebitamento delle aziende,  fino ad arrivare al problema della fauna selvatica, in particolare i cinghiali che oltre a rovinare i raccolti, stanno distruggendo la biodiversità calabrese, fonte di reddito e di vita del nostro territorio».

«Gli agricoltori calabresi, custodiscono il 40% del suolo – ha ricordato ancora – con una costante opera di manutenzione che assicura la produzione alimentare e la tutela dei cittadini dal dissesto idrogeologico».

Per questo in piazza ci saranno soprattutto i giovani perché «non è più tempo di annunci – ha concluso Aceto – serve cambiare le regole che penalizzano l’agricoltura». (rcz)

Coldiretti Calabria: Dell’esenzione Iperf agricola ne beneficeranno il 95% delle aziende

Coldiretti Calabria ha reso noto che «dell’esenzione totale dell’Irpef agricola in Calabria beneficeranno circa il 95% delle aziende agricole su un totale di imprese professionali e coltivatori diretti di oltre 23mila mentre le altre vedranno l’imposta dimezzata».

Una stima che arriva sui dati Inps in occasione del via libera al provvedimento sul taglio dell’Irpef agricola per due anni. L’emendamento approvato, infatti, prevede l’introduzione di una franchigia di esenzione al 100% ai fini Irpef fino a 10.000 euro della somma dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (Iap). Per la parte eccedente i 10.000 euro, ma non superiore a 15.000 euro, l’esenzione è del 50%.

Per Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, «è una prima risposta alle richieste presentate al Governo nel corso del tavolo tecnico a Palazzo Chigi. La riduzione delle imposte e degli oneri fiscali e previdenziali è una necessità per rilanciare la competitività delle imprese».

«La battaglia cruciale per garantire dignità e giusto reddito agli agricoltori è in Europa e non si ferma – ha evidenziato – nel sottolineare che non sarà accettato nessun taglio alle risorse economiche della Politica agricola comune (Pac) agli agricoltori poiché oggi occorre assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini e favorire il ricambio generazionale».

«Per questo – ha concluso – il 26 febbraio la saremo a manifesterà a Bruxelles per ottenere risposte rispetto alle esigenze degli agricoltori in occasione della presentazione della nuova proposta sulla Pac». (rcz)

Coldiretti Calabria: Battaglia per garantire dignità e giusto reddito ad agricoltori non si ferma

«La battaglia per garantire dignità e giusto reddito agli agricoltori italiani non si ferma». È quanto dichiarato dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, sottolineando come «non sarà accettato nessun taglio alle risorse economiche della Politica agricola comune (Pac) agli agricoltori poiché oggi occorre assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei e favorire il ricambio generazionale».

«In tale ottica non è possibile neppure che l’allargamento dell’Unione all’Ucraina venga pagato dalle aziende agricole – ha aggiunto –. Ma servono anche, per Coldiretti, mercati equi e trasparenti, incentivando gli accordi di filiera e vietando la vendita sotto i costi di produzione. Serve poi cancellare definitivamente l’assurdo obbligo di lasciare i terreni incolti che mina la capacità produttiva della nostra agricoltura e favorisce paradossalmente le importazioni dall’estero di prodotti alimentari che non rispettano le stesse regole di quelli europei in materia di sicurezza alimentare, ambientali e di rispetto dei diritti dei lavoratori».

«Il ritiro della proposta di regolamento sull’ uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR) – ha proseguito – salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall’ irrealistico obiettivo di dimezzare l’uso di agrofarmaci. Questo l’annuncio della presidente del Commissione europea Ursula von der Leyen del rigetto della proposta nel suo intervento al Parlamento europeo dopo la manifestazione della Coldiretti a Bruxelles in occasione del Vertice Ue. Una risposta alla protesta corale degli agricoltori provenienti dal sud e dal nord dell’Unione Europea alla quale aveva fatto seguito l’incontro tra il presidente della Coldiretti e la Von der Leyen».

«Il nefasto provvedimento – ha sottolineato Coldiretti – avrebbe avuto un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione Europea e nazionale aprendo di fatto le porte all’importazione da paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Secondo lo studio della Commissione Europea, peraltro, “i maggiori impatti sulla resa si sarebbero verificati in colture che hanno una rilevanza limitata, come l’uva, il luppolo e i pomodori”. Una vera assurdità se si pensa che il pomodoro è l’ortaggio più consumato in Europa, tal quale e come derivati (passata, polpa, pelati, sughi…), e l’uva, sia da tavola che trasformata (in vino, succhi, distillati…) è una produzione di cui l’Europa detiene il primato mondiale».

«L’Italia sarebbe il Paese più danneggiato da una politica europea folle e lontana dalle realtà delle imprese e dei consumatori – conclude la nota –. Un caso eclatante è il Mercosur, l’accordo commerciale con i Paesi sudamericani che va respinto. Da qui la richiesta di introdurre il criterio di reciprocità delle regole produttive».

«Il caso dei terreni incolti è solo uno dei vincoli che da Timmermans in poi hanno cercato di inserire – ha denunciato Prandini – con regole che penalizzano la capacità produttiva Ue e appesantiscono il lavoro degli agricoltori, ingiustamente visti come inquinatori, mentre sono proprio loro a garantire la tutela dell’ambiente». (rrm)

Coldiretti Calabria: Sette italiani su dieci contrati alla carne in provetta

Sette italiani su dieci (70%) sono contrari alla messa in commercio del cibo artificiale prodotto in laboratorio, dalla carne di pollo fino a quella bovina. È quanto ha rilevato Coldiretti Calabria da una indagine fatta assieme al Censis in merito alla decisione del ministero della Sanità di Israele di approvare la vendita al pubblico della carne artificiale dalle cellule bovine.

«Una decisione che fa seguito alle autorizzazioni concesse per la carne di pollo artificiale da Singapore e Stati Uniti – si legge in una nota – dove era stato dato il via libera dalla FDA, alla startup californiana Upside Food. Una operazione che a fine dicembre 2023, la rivista tecnologica del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston ha inserito tra i più grandi fallimenti scientifici dell’anno in quanto, nonostante il via libera alla commercializzazione ottenuto dalle autorità USA, non vi sarebbe ancora traccia di prodotti di laboratorio nei supermercati e la produzione su larga scala risulterebbe più problematica del previsto.  In particolare, diverse inchieste giornalistiche USA, a partire da quelle del Wall Street Journal, hanno evidenziato che Upside Food utilizzava molta manodopera, plastica ed energia per produrre pochissimi filamenti di pollo».

«La diffidenza si è diffusa anche in Europa – ha spiegato l’Associazione – dopo l’approvazione legge italiana che ha introdotto il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali nel rispetto del principio di precauzione ed in attesa di risultati scientifici della ricerca pubblica indipendente per evitare di usare gli uomini come cavie. Dubbi sono stati espressi infatti in Austria e Francia dove è stata depositata al parlamento la proposta di legge “per vietare la produzione, la lavorazione e la commercializzazione di carni sintetiche in tutto il territorio nazionale”, nell’interesse della salute umana, della salute degli animali e dell’ambiente per iniziativa di un gruppo di parlamentari dell’Assemblea Nationale francese, appartenenti al partito Les Républicains, che fa parte del nuovo Governo». (rrm)

Coldiretti Calabria: Sventare frodi nell’olio d’oliva significa salvaguardare produzione e agricoltori

Coldiretti Calabria ha evidenziato come «sventare le frodi dell’olio d’oliva significa salvaguardare la nostra produzione e il reddito degli agricoltori».

L’Associazione, infatti, ha rilevato come ci sia stato «un calo della produzione a livello mondiale dell’olio di oliva e questo ha fatto si che i prezzi siano balzati di circa il 34%. Lo spettro delle frodi è sempre in agguato e quindi è  importante intervenire per sventarle, difendere la produzione nazionale e ovviamente regionale, come secondi produttori e  garantire la sicurezza alimentare dei cittadini».

«È positiva su questo fronte – viene evidenziato – l’attività nel settore oleario condotta dai Nas, d’intesa con il Ministero della Salute, con ispezioni di frantoi, aziende ed esercizi produttivi e commerciali che hanno portato già al sequestro sul territorio nazionale di 46mila litri di olio. Una azione importante dopo un anno segnato dal clima impazzito con eventi estremi che hanno messo a dura prova gli uliveti con la produzione dell’olio extravergine Made in Italy stimata a livello nazionale in circa 290mila tonnellate, in Calabria circa 35mila tonnellate  al di sotto della media dell’ultimo quadriennio».

«Le frodi a tavola – ha precisato Coldiretti sono un crimine particolarmente odioso perché mettono a rischio la salute delle persone, si fondano sull’inganno e colpiscono soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo.»

«Da difendere in Calabria – viene evidenziato – c’è un patrimonio di biodiversità importante con oltre 100 varietà di olive coltivate dal “Pollino allo Stretto”  per un totale di 25 milioni di piante, che insistono sul 24% della Superficie Agricola Utilizzata, oltre 160mila ettari  di cui 13mila dichiarati Igp. Un patrimonio dal quale  si produce  olio extravergine (3 Dop e 1 Igp)  oltre a decine di produzioni a km zero legate ai territori con una ricchezza di profumi e sapori che compete autorevolmente sul mercato. Per promuovere il consumo di olio italiano, che è di alta qualità e fa bene alla salute e all’ambiente, Coldiretti e Unaprol hanno previsto con le risorse del Pnrr accordi di filiera per avere un milione di nuove piante di olivo in più lungo la Penisola, incrementare la produzione e ridurre la dipendenza dall’estero in una situazione in cui sono straniere 3 bottiglie su 4 consumate in Italia».

«Ma l’impegno è anche rivolto alla formazione – ha concluso Coldiretti – per aiutare gli italiani a riconoscere e distinguere il vero extravergine di qualità e non cadere nelle trappole del mercato. A tale scopo è attiva Evooschool, la Scuola nazionale dell’olio extravergine d’oliva con sede a Roma». (rcz)

 

Coldiretti Calabria: Capodanno, numeri in crescita negli agriturismo

Natale con i tuoi, Capodanno in agriturismo. E adesso siamo pronti per l’Epifania. «E’ stato e sarà proprio così e questo – dichiara Vincenzo Abbruzzese Presidente di Terranostra Calabria, l’associazione per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio di Coldiretti – è in linea con gli andamenti degli ultimi anni e dopo aver confermato come il Natale sia stata la festa da passare nelle proprie case e in famiglia, il cenone in molti lo hanno festeggiato con tanta voglia di stare insieme in agriturismo. Si registrato quasi il tutto esaurito, tra cenone e capodanno, nelle strutture agrituristiche di Terranostra, con un incremento rispetto al 2022. Ad attirare – prosegue Abbruzzese -la tendenza a ricercare la buona tavola, ma anche la tranquillità. Un buon aumento di presenze, c’è stato tra i giovani. Ad aiutare la crescita della domanda è stata la bella pagina della Calabria vista durante il concerto di fine anno andato in onda su Raiuno, con protagonista non solo la città di Crotone ma l’intera regione, ma anche – aggiunge – tanti concerti in varie piazze di altissimo livello con tanti servizi legati all’enogastronomia e ai nostri luoghi storici e culturali».

«Noi – assicura Abbruzzese – riceviamo con grande piacere l’appello del nostro governatore Roberto Occhiuto che essere calabresi è un marchio di qualità e i nostri cuochi contadini e i nostri agriturismi sono il fiore all’occhiello della nostra terra per accrescere reputazione e programmare insieme un rilancio in chiave turistica non solo della stagione balneare ma destagionalizzando per far vivere i nostri meravigliosi luoghi. L’auspicio di tutti è seminare bene per poter raccogliere! A catalizzare l’attenzione sono stati soprattutto i menù proposti che hanno previsto, in base ai territori di appartenenza, una vasta proposta di piatti della tradizione. Grande successo – annota il presidente di Terranostra – hanno ottenuto le “bollicine” delle aziende calabresi che hanno suggellato il brindisi La vasta biodiversità che ci contraddistingue – conclude – è un asset importante per i nostri territori, principalmente per le zone rurali interne in chiave di sviluppo turistico autentico, genuino e di qualità». (rcz)

Coldiretti e Confartigianato consegnano all’arcivescovo Maniago la statuina del Presepe

I presidenti di Coldiretti Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia e Confartigianato, rispettivamente Fabio BorrelloVincenzo Bifano, hanno consegnato all’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons. Claudio Maniago, una statuina del presepe.

Quest’anno la statuina rappresenta, attraverso un maestro imprenditore e il suo apprendista, oltre  un auspicio e un augurio,  la trasmissione del saper fare attraverso le generazioni Nel 2020 la statuina rappresentava un’infermiera, nel 2021 un imprenditore digitale, nel 2022 una florovivaista.  La tradizione del presepe nel 2023 ha compiuto 800 anni, perchè è nata nel 1223, a Greccio, ad opera di San Francesco. Una tradizione importante per il nostro Paese, che va anche al di là della religiosità, perché spesso rappresenta epoche e modi di vivere che si evolvono così come i cambiamenti che intervengono nella nostra società.

Da alcuni anni, Confartigianato, Coldiretti e Fondazione Symbola,, anche per valorizzare il lavoro artigianale e agricolo, promuovono la creazione di una nuova statuina da presepe, per accendere un faro sui cambiamenti e sulle peculiarità della società italiana. È stato un incontro durante il quale l’Arcivescovo ha ringraziato per il dono assicurando particolare attenzione all’agricoltura e artigianato che rappresentano attività economiche, capaci di sviluppo e di continua innovazione. Borrello e Bifano hanno ringraziato l’Arcivescovo per il suo alto magistero, che invita costantemente ad essere audaci per attraversare, affrontare e vincere le grandi crisi di senso e di significato che la storia ci presenta ma anche le risposte in senso personale e comunitario all’escalation globale di guerre e odio. (rcz)

Coldiretti Calabria: Per le feste la metà delle famiglie calabresi prepara in casa i dolci per tradizione

In Calabria c’è un grande ritorno nella scelta di fare i dolci tipici natalizi: il 50%, infatti, ha deciso di riprendere in mano un’attività che è tornata ad essere gratificante all’intero delle famiglie creando un clima di solidarietà e reciproco aiuto anche con il coinvolgimento dei bambini e la sapiente regia delle nonne.

È quanto ha rilevato Coldiretti Calabria, sottolineando come «i  prodotti dolciari calabresi hanno una tradizione antica, tramandata di generazione in generazione, il più delle volte legata ad un significato rituale e offerti come augurio rappresentativo di espressioni di sentimenti puri. In Calabria i dolci natalizi sono innumerevoli e ancora di più sono le varianti di preparazione utilizzate nelle varie località. In primis i torroncini calabresi che con il torrone IGP di Bagnara Calabra ha ormai conquistato tanti mercati nazionali e internazionali. E poi,  Scalille, turdilli o cannariculi, pitta mpigliata o nchiusa, ginetti, pignolata, susumelle, mostaccioli».

«Anche nelle case dei calabresi  il re delle feste resta il panettone – si legge – presente nel 78% delle tavole, davanti al pandoro (73%). I dolci tipici di Natale durante le festività sono presenti in oltre 8 case su 10. Diverse aziende calabresi ormai hanno una lunga tradizione nel fare panettoni e pandori artigianali, esaltando i prodotti del territorio».

«Si tratta di specialità che – precisa la Coldiretti – arricchiscono le tavole delle Feste presenti nel periodo natalizio anche nei menù del periodo di Natale nei tanti agriturismi diffusi lungo il territorio impegnati a conservare nel tempo le tradizionali alimentari del territorio».

«È importante sempre garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti acquistati – viene evidenziato dall’Associazione», ha dichiarato la Coldiretti sulla base dei dati Ixe’ nell’esprimere apprezzamento per gli accertamenti effettuati dai Carabinieri del Nas che, di concerto con il Ministero della Salute, hanno portato al sequestro di 39 tonnellate di prodotti dolciari e materie prime, perché tenuti in cattivo stato di conservazione o in locali interessati da gravi carenze igienico strutturali, invasi da parassiti, privi di tracciabilità e oggetto di frode in commercio.

«Le frodi a tavola – sottolinea la Coldiretti – sono crimini particolarmente odiosi perché si fondano spesso sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Un comportamento scorretto che mette a rischio la salute dei consumatori e fa concorrenza sleale agli imprenditori corretti che hanno contribuito a far conquistare all’Italia la leadership nella qualità dell’alimentazione». (rcz)