Il Comitato difesa consumatori offre consigli sui giocattoli da comprare a Natale

Il Comitato difesa consumatori pensa al Natale e ai più piccoli. «Già si respira aria natalizia e nonostante i particolari momenti di poca tranquillità a causa dei due conflitti bellici che si stanno verificando a non poca distanza dai nostri confini nazionali un pensiero, è d’obbligo, va rivolto ai più piccoli ossia ai bambini ma come, si chiede il prof. Pietro Vitelli responsabile del Sodalizio di tutela dei diritti denominato Comitato difesa consumatori», è scritto in una nota.

Continua il comunicato: «Atteso che, ogni genitore ha un solo obiettivo: far sì che il proprio bimbo stia bene e che viva in un ambiente a prova di rischio. Eccoci dunque tutti pronti e preparati a coprire spigoli appuntiti o a mettere in sicurezza le porte, a riporre detersivi e medicine negli scaffali più alti oppure a non far avvicinare i nostri figli ai fornelli. Ma abbiamo mai veramente pensato agli oggetti con cui trascorrono la maggior parte del loro tempo? Siamo certi di aver scelto giocattoli sicuri per i bambini? Anche i giochi possono nascondere dei rischi che non vanno presi sottogamba. Giocare è un diritto inviolabile dei bambini ed è giusto che siano salvaguardati dalle insidie. Avere giocattoli sicuri per casa però non è così scontato. Infatti prosegue Pietro Vitelli qualche tempo fa, il ministero della Salute ha stilato una lista di consigli per fare acquisti davvero sicuri. Vediamone alcuni».

«Nella scelta del prodotto – continua la nota – si deve tenere in considerazione la fascia d’età indicata sulla confezione, in particolare il simbolo 0-3 e l’avvertenza “non adatto ai bambini di età inferiore ai 36 mesi”, accompagnati da una chiara indicazione di pericolo. Quale potrebbe essere? Ad esempio, pezzettini che si staccano e che possono essere portati alla bocca, soprattutto dai più piccoli. Per avere giocattoli sicuri, vanno acquistati quelli con il marchio di conformità alle normative europee, indicata dalla sigla CE. Le norme di sicurezza stabilite dall’Unione europea sono tra le più rigide al mondo, quindi quando compare la scritta CE potete senza dubbio fidarvi. Comprate i giochi di marca e solo da rivenditori autorizzati: quelli che non lo sono prendono molto alla leggera le prescrizioni in tema di sicurezza e i prodotti potrebbero essere contraffatti. Evitate dunque i giocattoli delle bancarelle, ma andate nei negozi. Se siete patite del e-commerce, scegliete siti affidabili e conosciuti. Per avere giocattoli sicuri, seguite anche il vostro… naso. Non stiamo scherzando! I giochi andrebbero anche annusati, quando ciò è possibile. Materiali tossici o comunque non sani, come alcune gomme o plastiche, non hanno un buon odore ed è quindi meglio lasciar perdere. Questo vale soprattutto per i più piccini: per loro il gioco è scoperta a 360 gradi, utilizzando tutti i sensi, in particolare il gusto.
E sempre per loro attenzione ai peluche: non sono proprio il massimo per i neonati. A parte il fatto che i pupazzi sono un ottimo rifugio per gli acari della polvere, se i piccini li mettono in bocca, il pelo potrebbe staccarsi: l’ingestione è molto pericolosa».

«Lasciate stare – conclude il prof. Pietro Vitelli responsabile del Comitato difesa consumatori – i giocattoli troppo rumorosi. L’udito dei bambini deve ancora affinarsi ed è più delicato del nostro. I giocattoli sicuri devono rispondere anche a specifici criteri che riguardano il suono». (rcs)

PARTONO OGGI I SALDI ANCHE IN CALABRIA
SI PREVEDE UNA SPESA DI 110 EURO A TESTA

Quest’anno, durante i saldi, i calabresi spenderanno 110 euro a testa. È quanto è emerso dallo studio di Confcommercio Calabria, evidenziando una crescita del 10% rispetto all’anno scorso.

Una buona notizia, dopo un natale incerto a livello di consumi, complice la crisi energetica e la crescente inflazione, che fa aumentare la fiducia nei negozi di vicinato per i saldi che inizieranno oggi, 5 gennaio e termineranno il 6 marzo.

Nell’analisi di Confcommercio, per quel che riguarda la tipologia di prodotti acquistati, si confermano oggetto di interesse delle famiglie calabresi prevalentemente i capi di abbigliamento, le scarpe e gli accessori, mentre rivolgeranno minore attenzione verso articoli sportivi e prodotti di pelletteria.

Per quel che riguarda la propensione agli acquisti, si è rilevato che la percentuale delle famiglie che aspetta gli sconti per effettuare i propri acquisti è superiore rispetto a quella che rimane indifferente ai saldi. Nell’analisi, infatti, sono il 63% contro il 37%.  

Complice la crescente tensione economica, che per gli acquisti di Natale ha indotto ad una maggiore propensione al risparmio, i saldi continuano a rappresentare un’importante opportunità di acquisto per l’ampia scelta di prodotti di moda, tendenza e qualità.

Con riferimento al tasso di sconto applicato, si prevede che oltre il 70% delle imprese applicherà in partenza un ribasso sugli articoli che va dal 30% ad oltre il 50%. Va poi aggiunto che sul volume degli acquisti incideranno anche le vendite promozionali che molte attività hanno effettuato durante il periodo natalizio.

«I saldi invernali 2023 troveranno l’apprezzamento dai consumatori, soprattutto per gli ottimi affari che si potranno fare negli esercizi commerciali e nelle boutique delle nostre città – ha dichiarato il direttore di Confcommercio Calabria, Maria Santagada –. Abbigliamento, calzature, accessori saranno ora più che mai oggetto dei desideri per via dei prezzi che non hanno subito aumenti come invece in altri settori che hanno risentito dell’inflazione».

«Con queste premesse – ha aggiunto – il nostro ufficio studi ha stimato una crescita dei saldi di oltre il 10%, che sarà più utile alla liquidità piuttosto che ai guadagni, che confidiamo possano arrivare dalla rinnovata fiducia che i consumatori ripongono con sempre maggiore frequenza nei nostri negozi orientati verso future strategie legate alla sostenibilità e all’innovazione». 

«Come fatto anche nel periodo natalizio – ha concluso la direttrice Santagada – invitiamo a comprare sotto casa e a sostenere i nostri negozi di vicinato che costituiscono la struttura portante della nostra economia, che mai come in questo periodo dobbiamo sostenere per combattere la crisi».

Sui saldi, è intervenuto anche il Comitato Difesa dei Consumatori, con un decalogo da seguire per gli acquisti. 

Per quanto riguarda i cambi, è necessario controllare che i capi siano in buone condizioni: se il difetto viene fuori dopo l’acquisto, potrai chiedere la risoluzione del contratto e il negoziante deve restituirti l’importo pagato oppure ridurre il prezzo.

«Ricordarsi sempre – viene evidenziato da Pietro Vitelli, responsabile del Comitato –– di conservare lo scontrino. Un’altra cosa importante è la prova del capo poiché il cambio è a discrezione del commerciante e bisogna chiedere prima di effettuare l’acquisto se è previsto e quanti giorni si hanno a disposizione per farlo a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (artt. 130 e ss. d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo)». 

«In questo caso – ha continuato Vitelli – scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato». 

«È bene – ha detto ancora Vitelli – anche controllare che i capi siano in buone condizioni: se il difetto viene fuori dopo l’acquisto, potrai chiedere la risoluzione del contratto e il negoziante deve restituirti l’importo pagato oppure ridurre il prezzo. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Ricordarsi sempre di conservare lo scontrino».

«Un’altra cosa importante è la prova del capo – ha spiegato Vitelli – poiché il cambio è a discrezione del commerciante e bisogna chiedere prima di effettuare l’acquisto se è previsto equanti giorni si hanno a disposizione per farlo. Prima di effettuare la prova vanno disinfettate le mani e, durante la prova dei prodotti, va sempre indossata la mascherina anche nei camerini».

Le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e, in ogni caso, vanno favorite modalità di pagamento elettroniche 

«Attenzione – ha raccomandato Pietro Vitelli – ai pagamenti effettuati con la carta revolving, perché i tassi applicati possono superare il 20%. Questo strumento di pagamento può essere conveniente nel solo caso di rimborso del capitale in tempi brevissimi, vale a dire pochi mesi. Infine, per evitare confusione e acquisti non desiderati, la merce venduta in saldo deve essere esposta separatamente da quella non scontata: fai una denuncia alla polizia municipale se questa regola non viene rispettata».

«Evitiamo – ha concluso – di acquistare i capi d’abbigliamento che non abbiano le due etichette (quella di composizione e quella di manutenzione), per evitare di danneggiarli nella pulitura a secco o in quella ad acqua fatta a casa. Facciamo attenzione che la merce in saldo sia quella stagionale: la legge prevede, infatti, che i saldi non riguardino tutti i prodotti, ma solo quelli di carattere stagionale e articoli cosiddetti di “moda”, cioè quelli che hanno probabilità di deprezzarsi se non vengono venduti durante la stagione».

Importante ricordarsi che i prezzi esposti vincolano il venditore: se alla cassa viene praticato un prezzo o uno sconto diverso da quello indicato, bisogna farlo notare al negoziante e, in caso di problemi, può intervenire la polizia municipale.

La garanzia vale per 2 anni dall’acquisto, quindi attenzione agli scontrini di carta chimica, che sbiadiscono dopo qualche mese: fotocopiateli per poterli esibire al momento opportuno. (rcz)

Il Comitato Difesa dei Consumatori spiega come funziona e quando serve il “Green Pass Covid”

Il prof. Pietro Vitelli, responsabile del Comitato Difesa Consumatori, a seguito di numerose richieste da parte di cittadini di comprendere che cosa e come si devono comportare In attesa del Digital Green Certificate (DGC), ha spiegato come funzione e quando serve.

Si tratta, prima di tutto, di «un documento che permette anche a chi vive in zona rossa o arancione di spostarsi in ambito nazionale, accertando l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dal Covid-19 o la negatività al virus attraverso un tampone antigenico rapido o molecolare. Tra qualche giorno ossia da metà maggio arriverà anche per i turisti che visitano l’Italia».

«Come già accennato – ha spiegato – ossia da metà maggio saranno in vigore in tutta Italia i pass verdi nazionali, i nuovi lasciapassare che permetteranno ai turisti stranieri di visitare l’Italia e di spostarsi da un paese all’altro evitando la quarantena. È ciò che ha  anticipato il premier Mario Draghi in occasione dell’ultima riunione ministeriale del G20 Turismo dichiarando che Il Lasciapassare Verde è lo strumento che stabilisce le nuove linee guida per una ripresa del settore turistico a livello nazionale e mondiale. Il Comitato Difesa Consumatori, con un linguaggio semplice, cercherà di fare comprendere cosa sono i “lasciapassare verdi” ossia   sono i documenti che permettono di spostarsi in tutta Italia, anche se si vive in zona arancione o rossa». 

«Altro non sono  – ha proseguito il prof. Vitelli – che certificazioni che vengono rilasciate in ambito regionale (Lazio e Puglia hanno iniziato a rilasciarli a chi ha completato il ciclo vaccinale), valide solo sul territorio nazionale e  fino all’entrata in vigore del cosiddetto Digital Green Certificate (GDC), previsto per il mese di giugno. Il nuovo documento conterrà un Codice QR per verificarne digitalmente l’autenticità e la validità. Oltre che in ambito nazionale, il nuovo pass consentirà di muoversi anche all’interno dei Paesi dell’Unione europea. Ma  vediamo di capire come funzionerà  il Green pass attualmente in vigore».

Comitato Difesa Consumatori ricorda che le “certificazioni verdi” previste finora, servono per muoversi liberamente sul territorio nazionale, anche tra regioni e province autonome in zona arancione e rossa, e possono attestare una di queste tre condizioni ma vediamo quali sono:-Vaccinazione anti-Sars-CoV-2, al termine del prescritto ciclo il pass ha una validità di sei mesi ed è rilasciato in formato cartaceo o digitale, su richiesta dell’interessato, dalla struttura sanitaria che effettua la vaccinazione contro il Covid. La certificazione sarà disponibile anche nel consultando il  fascicolo sanitario elettronico del paziente.

«Oltre che riportare le  generalità dell’interessato – ha detto ancora Vitelli – il certificato deve indicare la sua data di nascita e anche alcuni dettagli relativi alla vaccinazione. Deve riportare la malattia o agente bersaglio, il tipo di vaccino eseguito, la denominazione del vaccino o l’indicazione del titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Il documento deve anche indicare il numero della dose effettuata e il numero totale delle dosi previste, la data dell’ultima somministrazione effettuata, lo Stato membro in cui è stata effettuata la vaccinazione, la struttura che detiene il certificato e il suo identificativo univoco». 

«In caso di guarigione e termine dell’isolamento – ha detto ancora – in seguito all’infezione la certificazione ha una validità di sei mesi ed è rilasciata, su richiesta dell’interessato, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, ovvero, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, ed è resa disponibile nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato. La certificazione cessa di avere validità qualora, nel periodo di vigenza semestrale, il cittadino sia positivo al Sars-CoV-2. Le certificazioni di guarigione rilasciate precedentemente dall’entrata in vigore del decreto sono valide per sei mesi a decorrere dalla data indicata nella certificazione. In questo caso, il certificato deve necessariamente riportate alcune informazioni. Oltre ai dati anagrafici, sul documento devono essere indicati la data del primo test positivo, lo Stato membro in cui è stata certificata la guarigione, la struttura che ha rilasciato il certificato, l’identificativo univoco del certificato e la sua validità». 

Per chi ha eseguito il test antigenico rapido o molecolare con esito negativo la certificazione ha una validità di quarantotto ore dal rilascio ed è prodotta, su richiesta dell’interessato, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche da quelle private autorizzate e accreditate e dalle farmacie che hanno svolto il tampone antigenico rapido o molecolare, ovvero dai medici di medicina generale o pediatri di libera scelta  facendo attenzione  che la certificazione oltre ai dati anagrafici del soggetto, dovrà essere riportato  la malattia o l’agente bersaglio, la tipologia di test effettuato, il suo nome e il produttore. Sul documento devono inoltre essere indicati la data e l’orario della raccolta del campione e quelli del risultato del test, il centro o la struttura che lo ha eseguito, lo Stato membro, la struttura che detiene il certificato e l’identificativo univoco. 

«Il tema del passaporto vaccinale, secondo il Garante – ha aggiunto Vitelli – il Green pass è partito già con alcuni problemi relativi alla privacy. Per questo motivo ha inviato al Governo un avvertimento formale con cui chiede che vengano superate alcune criticità. In primo luogo, il nodo riguardo il tempo di conservazione dei dati raccolti: nel caso del tampone negativo, infatti, il dato andrebbe cancellato dopo 48 ore, dal momento che poi diventerebbe inutile rispetto allo scopo iniziale. La sicurezza dell’infrastruttura che gestisce questa enorme mole di dati è un altro punto cruciale, un problema su cui il Garante invita il Governo a vigilare. L’intervento di malintenzionati potrebbe infatti mettere a rischio la fotografia sanitaria di milioni di persone. Il terzo punto individuato dall’Autorità riguarda la possibile contraffazione del certificato, il rischio è infatti quello che il cittadino utilizzi il Green pass pur non avendone titolo». 

«Vero è – ha concluso Pietro Vitelli – il  Garante privacy non è l’unico ad aver sollevato alcune perplessità riguardo lo strumento del Green pass e il rilascio delle certificazioni per i cittadini. Federfarma, l’associazione che rappresenta le farmacie italiane, ha recentemente scritto una nota al ministero della Salute evidenziando come non tutte le farmacie che effettuano i tamponi siano strutturate per consentire il rilascio delle certificazioni. Anche la Fimmg, il sindacato che rappresenta i medici di famiglia, ha invitato gli iscritti a soprassedere al rilascio di certificazioni per le persone guarite dal Covid, in attesa di ulteriori chiarimenti da parte del Garante per la protezione dei dati personali. Per chiarire i dubbi più frequenti, il Ministero della Salute a tale riguardo  ha pubblicato una serie di faq sul proprio sito». (rrm)

 

I saldi al tempo del post-covid: buoni consigli da Cosenza

Da sabato, con un mese di ritardo, sono partiti i saldi estivi. Da Cosenza, il Comitato Difesa consumatori, per voce di Pietro Vitelli, offre una serie di consigli per gli acquisti.

«Il ritardo dovuto alla pandemia del Covid-19 – afferma Vitelli – ha fatto slittare le date di inizio per la vendita dei  capi di abbigliamento e quant’altro che ovviamente inciderà sulla buona riuscita. L’appuntamento di quest’anno, ovviamente,  costringerà i consumatori al rispetto di ferree regole di   restrizione fisica ed economica  comunque, questo appuntamento rappresenta da sempre, l’occasione per fare  buoni affari ed acquisti. Ma, non dimentichiamo che la stagione dei saldi ha delle regole ben precise, per affrontare gli sconti nel migliore dei modi è forse il caso di conoscere le regole minime per non cadere in qualche “trappola”».

La prima cosa da fare – spiega  Vitelli – è confrontare il prezzo vecchio con quello ribassato e verificare che la percentuale di sconto applicata sia corretta. Il consumatore dovrebbe avere l’accortezza anche controllare che i capi siano in buone condizioni: se il difetto viene fuori dopo l’acquisto, potrà chiedere la risoluzione del contratto e il negoziante deve restituirti l’importo pagato oppure ridurre il prezzo.

Il consumatore inoltre, deve ricordarsi sempre  di  conservare lo scontrino. Un’altra cosa importante è la prova del capo poiché il cambio è a discrezione del commerciante e bisogna chiedere prima di effettuare l’acquisto se è previsto e quanti giorni si hanno a disposizione per farlo.

«Evitiamo – dice Vitelli – di acquistare i capi d’abbigliamento che non abbiano le due etichette (quella di composizione e quella di manutenzione), per evitare di danneggiarli nella pulitura a secco o in quella ad acqua fatta a casa. Facciamo attenzione che la merce in saldo sia quella stagionale come nella fattispecie indumenti estivi, la legge prevede, infatti, che i saldi non riguardino tutti i prodotti, ma solo quelli di carattere stagionale e articoli cosiddetti di “moda”, cioè quelli che hanno probabilità di deprezzarsi se non vengono venduti durante la stagione».

Importante ricordarsi che i prezzi esposti vincolano il venditore: se alla cassa viene praticato un prezzo o uno sconto diverso da quello indicato, bisogna farlo notare al negoziante e, in caso di problemi, può intervenire la polizia municipale.

La garanzia vale per 2 anni dall’acquisto, quindi attenzione agli scontrini di carta chimica, che sbiadiscono dopo qualche mese: è bene fotocopiarli per poterli esibire al momento opportuno. La garanzia va fatta valere entro 60 giorni dal momento in cui si scopre il difetto. Un negoziante convenzionato con una carta di credito è tenuto ad accettarla sempre, anche in periodo di saldi, e a non aumentare i prezzi per pagamenti effettuati con la carta.

«Attenzione – conclude Pietro Vitelli – ai pagamenti effettuati con la carta revolving, perché i tassi applicati possono superare il 20%. Questo strumento di pagamento può essere conveniente nel solo caso di rimborso del capitale in tempi brevissimi, vale a dire pochi mesi. Infine, per evitare confusione e acquisti non desiderati, la merce venduta in saldo deve essere esposta separatamente da quella non scontata: fare una denuncia alla polizia municipale se questa regola non viene rispettata». (zc)