Il consiglio comunale di Reggio Calabria ha preso atto del dispositivo di deliberazione della Corte dei conti che, di fatto, segna la fuoriuscita dell’Ente dal Piano di riequilibrio finanziario.
«Un momento storico per la città», lo ha definito Paolo Brunetti, intervenendo a margine di un dibattito che, come ha riferito il facente funzioni, «ha premiato la scelta del sindaco Giuseppe Falcomatà, nella consiliatura del 2014, di non dichiarare il dissesto».
«Fosse stata intrapresa quella opzione – ha ricordato Brunetti – le conseguenze per il tessuto economico e produttivo cittadino sarebbero state catastrofiche. Il sindaco Falcomatà, contro il parere di molti, ha invece proseguito sulla via più tortuosa e meno conveniente da un punto di vista politico. Ha pensato alla città, ha dimostrato lungimiranza, senso di responsabilità e determinazione. Oggi si chiude un percorso durato dieci anni in cui i reggini, per colpe non nostre, sono stati costretti a versare lacrime e sangue per il saccheggio perpetrato ai danni della città».
«È merito della squadra, degli assessori che hanno seguito la linea, chiara e netta – ha evidenziato – indicata dal sindaco Falcomatà che è riuscito a riconquistare l’autorevolezza che Reggio aveva perso all’interno dei palazzo ministeriali, portando in città risorse necessarie a coprire profondi buchi nei bilanci dell’Ente».
«Adesso – ha aggiunto il sindaco facente funzioni – abbiamo l’occasione per dimostrare tutte la nostra capacità gestionale, in tutti questi anni concentrata a lavorare negli uffici per provare a fare quadrare i conti. Siamo confortati da quanto si sta facendo anche in termini di riscossione, considerati i 12 milioni in più raccolti nell’ultimo anno. E’ una base solida, in attesa di conoscere le motivazioni della Corte dei Conti, sulla quale imbastire un programma preciso anche rispetto alle indicazioni arrivate dagli stessi magistrati contabili nell’ultima loro pronuncia».
Sul punto è intervenuta anche l’assessora alle Finanze, Irene Calabrò, rimarcando «l’importanza di una notizia di cui andare fieri, che gratifica un lavoro lungo dieci anni».
«La chiusura del Piano di riequilibrio – ha spiegato – è, soprattutto, una buona notizia per i cittadini che hanno pagato, più di chiunque altro, le conseguenze del risanamento finanziario. La Corte dei conti ci consegna un dispositivo assolutamente positivo ed il fatto di essersi concentrata su misure correttive rispetto all’efficientamento sulla riscossione, incoraggia l’amministrazione a fare ancora meglio su un settore critico a livello nazionale. Perché, questo aspetto, non è un problema tecnico relativo a metodi o tempi di riscossione, ma è una questione sociale su cui anche la Corte costituzionale ed il Governo sono dovuti intervenire per supportare territori endemicamente poveri, la cui fragilità è aumenta con la pandemia, il rincaro dei prezzi sulle materie prime o il “caro bollette”».
«La scelta del sindaco Falcomatà – ha concluso Calabrò – lontana da ogni convenienza politica, è stata presa solo e soltanto nell’interesse della città che, di fronte ad un default, sarebbe stata letteralmente rasa al suolo. Un grazie va a lui, alle sue giunte, ai consiglieri comunali, al dirigente Franco Consiglio ed a tutto il personale del settore Finanze che hanno contribuito a lasciare un’impronta determinante per il raggiungimento di questo importante traguardo di cui tutti dobbiamo essere orgogliosi».
Di «evento storico» ha parlato anche il consigliere Filippo Burrone, rimbrottando l’opposizione critica rispetto all’approvazione dello schema di rendiconto di bilancio arrivato in giunta con quattro giorni di ritardo che «sono ben altra cosa rispetto agli oltre 600 sul rendiconto del 2009 agli oltre 800 su quello del 2010».
«L’uscita dal Piano di riequilibrio – ha detto ancora – è sì una vittoria del sindaco Falcomatà, ma soprattutto di una città e delle sue future amministrazioni che avranno capacità di spesa per dare risposte imminenti alla comunità. Stiamo portando avanti quanto iniziato nel 2014 perché siamo convinti che Reggio vada amministrata e non “divertita”».
Dello stesso tenore l’intervento del consigliere comunale e sindaco facente funzioni della Città Metropolitana Carmelo Versace: «Si tira una linea sul passato. La lungimiranza del sindaco Falcomatà è stata quella di indicare una strada».
Dalla minoranza, il consigliere Roberto Vizzari ha «dato atto del lavoro fatto rispetto ad un Piano di riequilibrio che ha sicuramente condizionato l’operato amministrativo ed ha imposto sacrifici a cittadini e imprese».
Quindi Saverio Pazzano che ha commentato «un’ottima notizia per la città, per la parte politica e amministrativa, per chi continuerà a governare e per chi lo farà in futuro».
Il capogruppo del Pd, Giuseppe Sera, ha rivendicato il ruolo del suo partito che «ha scelto, attraverso le primarie, la candidatura a sindaco di Giuseppe Falcomatà, a cui oggi diciamo grazie perché ha scelto la strada più difficile, ma decisiva per la stabilità della città».
Per il presidente della Commissione Bilancio, Antonio Ruvolo, «finalmente siamo nelle condizioni di poter programmare».
Apprezzamento è arrivato anche dal consigliere Nino Castorina.
Il consiglio comunale è proseguito con il consigliere Carmelo Romeo che ha relazionato sulla proposta di acquisizione gratuite di alcune particelle relative ai terreni del costruendo Palazzo di Giustizia che erano appannaggio della Regione e di alcuni spazi di pertinenza del Ministero della Giustizia che non erano adibiti ad attività giudiziaria.
«In questo modo – ha spiegato – il Comune potrà usufruire del 100% dei canoni di gestione. Il provvedimento è tutto a vantaggio del nostro Ente. Anche in questo caso, l’obiettivo si sta raggiungendo grazie alla scelta politica che ha permesso di siglare un protocollo d’intesa col Ministero della Giustizia che è prossimo all’approvazione del progetto definitivo. Entro la fine dell’anno il cantiere del Palazzo di Giustizia potrà riprendere le proprie attività». La proposta ha raccolto 23 voti favorevoli ed una sola astensione.
Il successivo punto all’ordine del giorno è stato affrontato dal consigliere Giuseppe Giordano e, di fatto, porta alla ripresa dell’iter amministrativo per il completamento del teatro ex Cral Enal di Gallico.
«È una struttura attesa dalla comunità – ha affermato – un punto di riferimento per tante generazioni e professionisti che si sono formati nel settore culturale. Il riconoscimento dell’esistenza di prevalenti interessi pubblici dell’opera può segnare la ripresa verso la sua realizzazione».
Sulla questione, il consigliere Versace ha rimarcato come «il quartiere di Gallico attendesse da 20 anni questa risposta e grande merito va riconosciuto al presidente della Commissione Urbanistica, Giuseppe Sera». Lo stesso Sera ha apprezzato «la sinergia politica con gli uffici preposti che ha consentito di concretizzare al meglio 8 mesi di lavoro».
Successivamente sono stati approvati alcuni debiti fuori bilancio illustrati all’aula dal consigliere Pino Cuzzocrea ed approvate due mozioni presentate dai consiglieri Filippo Quartuccio (“Politiche degli alimenti per un consumo consapevole e giusto” e Nino Malara (“Iniziativa a favore degli ex percettori di mobilità in deroga”). Nello specifico, con quest’ultimo provvedimento, si chiedono al Governo «maggiori risorse per i precari regionali e l’apertura di un tavolo interistituzionale con la Regione Calabria». (rrc)