di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Calabria si sta riprendendo, anche se lentamente. Il Pil si è stabilizzato, l’inflazione si è ridotta e l’export è in crescita. Si tratta certamente di segnali positivi – già evidenziati dalla Svimez che, nel recente rapporto, aveva rilevato che il Pil della regione è cresciuto dello 1,2% nel 2023 – ma che comunque non devono far abbassare la guardia di fronte ai problemi atavici della Regione.
Infatti, nonostante i dati Svimez abbiano mostrato come il Sud può crescere anche più del Centro-Nord e che non è «un vuoto a perdere, ma un’area che, con investimenti e scelte selettive di politica industriale, presenta un potenziale di crescita», come ha spiegato il direttore della Svimez, Luca Bianchi, «le difficoltà di reperimento del lavoro, il caro tassi e la lenta ripresa del turismo post-pandemia richiedono interventi mirati e politiche di supporto per favorire un contesto economico più stabile e prospero per le imprese calabresi», hanno spiegato il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Calabria, Roberto Matragrano e Silvano Barbalace, commentando il report relativo alle tendenze del primo semestre 2024 dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato sulla situazione economica della regione Calabria.
Dichiarazioni che fanno eco a quelle di Bianchi che, all’evento di Barletta Mezzogiorno, Industria, Europa, aveva ribadito come sia «fondamentale investire per mantenere i giovani nel territorio e vedere il Sud come una risorsa, grazie alle imprese e ai talenti presenti».
Per Adriano Giannola, presidente Svimez, «nel Sud esistono filiere industriali significative. Dobbiamo valorizzare la posizione strategica del Mezzogiorno nel Mediterraneo, dotandolo di porti attrezzati e retroporti ospitali, affinché possa giocare un ruolo logistico centrale anche a livello europeo».
Entrando nel dettaglio, la dinamica del Pil per il 2025 in Calabria è prevista prossima allo zero ma leggermente più elevata rispetto al 2024, con una crescita del +0,40% rispetto al +0,13% dell’anno precedente. Nonostante il rallentamento della crescita, il Pil del 2025 supera i livelli pre-crisi del 2019 del +1,4%, contribuendo positivamente allo slancio del Mezzogiorno che registra un incremento del +3,9%.
Prosegue la fase di flessione dell’inflazione. A maggio 2024, in Calabria, i prezzi al consumo sono aumentati del +0,8%, un notevole calo rispetto al +7,1% registrato nello stesso periodo del 2023. Questo rallentamento è dovuto principalmente al calo dei prezzi dei beni energetici, anche se i prezzi di elettricità e gas a maggio 2024 rimangono ancora superiori del 31,3% rispetto ai livelli medi del 2021, anno precedente allo shock energetico.
Occupazione
Nel primo trimestre del 2024, gli occupati in Calabria sono 526 mila, con un aumento di 9 mila unità (+1,8%) rispetto al primo trimestre del 2023. Questo trend è trainato principalmente dalle occupate (+3,1%) e dai lavoratori dipendenti (+5,4%). Tuttavia, si osserva una riduzione nella componente indipendente (-9,1%) rispetto al +2,1% di fine anno.
A livello settoriale, nei primi tre mesi del 2024, l’occupazione nel Manifatturiero è aumentata del +4,3%, un miglioramento rispetto al -2% di fine 2023. Al contrario, il settore delle Costruzioni ha registrato una decrescita del -17,3%, peggiore del -1,6% di fine anno. Anche nei Servizi l’andamento positivo del +3,0% è risultato inferiore al +5,8% di fine 2023.
Difficoltà nel reperimento del lavoro
Le imprese calabresi continuano a segnalare difficoltà nel reperimento del personale. A giugno 2024, la quota di entrate ritenute difficili da trovare si attesta al 46,8%, superiore di 1,7 punti rispetto al 45,1% di giugno 2023. Per il trimestre estivo giugno-agosto 2024, le imprese prevedono 37mila nuove entrate, con un incremento di 810 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’80% della domanda di lavoro proviene dalle Mpi, con contributi significativi dai settori del Manifatturiero (+12,1%) e dei Servizi, in particolare il Commercio (+14,0%).
Pnrr e investimenti pubblici
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenta un forte stimolo per l’economia del territorio, mitigando gli effetti recessivi derivanti dall’alta incertezza del periodo. Nel 2023, la spesa nazionale per investimenti pubblici è salita al 2,9% del Pil. Le amministrazioni locali calabresi hanno aumentato i pagamenti per investimenti dei Comuni del +35,3% (+33 milioni di euro) nel secondo trimestre 2024, sebbene ad un ritmo inferiore rispetto al +104% registrato nel 2023.
Export e settore manifatturiero
L’export manifatturiero della Calabria nel 2023 ha registrato un aumento del +22,3% rispetto al 2022, posizionando la regione al primo posto a livello nazionale. Questo trend positivo è continuato anche nel primo trimestre del 2024 con un incremento del +29,8%. Particolarmente rilevanti sono le esportazioni di beni dei settori a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (Mpi), che hanno visto una crescita del +23,5% nel 2023 e del +25,4% nel primo trimestre 2024, grazie alla forte domanda estera di prodotti alimentari.
Investimenti e costo del credito
Il caro tassi continua a frenare gli investimenti delle imprese. A dicembre 2023, il tasso di interesse annuo effettivo (Tae) applicato alle imprese calabresi era dell’8,52%, il più elevato tra le regioni italiane, con un aumento di 137 punti base rispetto al 7,15% di dicembre 2022. Questo ha comportato extra costi per le Mpi della regione pari a 84 milioni di euro da giugno 2022 a febbraio 2024. Inoltre, il credito concesso alle imprese è diminuito dell’1,1% a dicembre 2023, con una riduzione più marcata per le piccole imprese (-5,2%).
I dati provvisori di marzo 2024 indicano un tasso di interesse per le imprese pari all’8,62%, che sale all’11,47% per le piccole imprese, mentre il credito concesso continua a diminuire (-1,9% in totale e -5,8% per le piccole imprese).
Turismo
Il turismo rimane un asset strategico per l’economia calabrese. I nuovi dati Istat e del Ministero degli Interni indicano per il 2023 7,8 milioni di presenze turistiche, un aumento del 7,1% rispetto al 2022, ma ancora il 18,3% in meno rispetto all’anno pre-crisi 2019. La Calabria è la regione che fatica di più a recuperare il turismo perduto post-pandemia. La crescita delle presenze nel settore extra alberghiero (+9,6%) è stata superiore a quella del settore alberghiero (+4,4%). La componente domestica rappresenta l’81,9% delle presenze. (ams)