L’appello della Conferenza Episcopale Calabra: La Calabria non sia lasciata sola

La Calabria non può essere lasciata sola. È l’appello lanciato dalla Conferenza Episcopale Calabra che si è riunita per la sessione invernale al Seminario Arcivescovile di Catanzaro e, per la prima volta, presieduta da mons. Fortunato Morrone, eletto presidente lo scorso 4 ottobre.

Gli arcivescovi e i vescovi della Calabria hanno accolto fraternamente monsignor Claudio Maniago, neo arcivescovo di Catanzaro-Squillace che per la prima volta partecipa ai lavori della Cec. I vescovi hanno inoltre condiviso il sollievo di monsignor Bonanno, vescovo di San Marco Argentano – Scalea, assolto dopo 11 anni dall’accusa di violazione del segreto investigativo, che ha ottenuto nel terzo grado di giudizio l’assoluzione con formula piena dopo aver anche rinunciato alla prescrizione.

In continuità con lo spirito sinodale che la Chiesa universale e le Chiesa in Calabria in particolare stanno vivendo, spronati da papa Francesco ad intraprendere il cammino in uscita per abbracciare le istanze del territorio, i vescovi hanno voluto aprire un dialogo con il mondo istituzionale, invitando ad un incontro il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Nel ringraziarlo per aver accolto l’invito, in un clima di fiducia reciproca, di ascolto e di scambio, i presuli hanno fatto presente al Presidente le istanze, raccolte quotidianamente dalla nostra gente.

Per questo l’attenzione si è concentrata principalmente su tre emergenze della Calabria cioè, la Sanità, le infrastrutture e i giovani, e sull’ambito dei Beni culturali ecclesiali, il cui patrimonio, opportunamente valorizzato in collaborazione sinergica, può avere notevoli positive ricadute. Il desiderio di proseguire nella linea di collaborazione è stato condiviso per cercare di servire al meglio tutte le persone della nostra terra. In questa linea si è concertato di proseguire in futuro con incontri periodici più ravvicinati di confronto e di verifica.

Sulla dolorosa vicenda legata alla piccola Ginevra, i vescovi della Calabria hanno espresso il proprio rammarico e cordoglio e manifestato cristiana vicinanza e sostegno spirituale alla famiglia.

I vescovi si sono anche soffermati sulla disperazione che stanno vivendo coloro che hanno perso il lavoro e soffrendo a causa delle crisi scaturite in seguito alla pandemia, mentre gli episodi di Rende e di Mesoraca vanno considerati come campanelli di allarme che devono destare l’attenzione delle Istituzioni di governo perché la Calabria non può essere lasciata sola.

Anche per questo i vescovi, riconoscendo le difficoltà che sta attraversando il paese a causa della pandemia, chiedono a tutti di sottoporsi responsabilmente al vaccino custodendo così la propria vita, quella dei propri cari e del prossimo.

Ampio confronto è stato dedicato al cammino sinodale delle diocesi e a questioni inerenti la vita ecclesiale regionale. In particolare sono stati ascoltati i responsabili dei Seminari, dell’Istituto teologico calabro, del Teic, del Teica e del nuovo percorso propedeutico dei candidati al presbiterato avviato a livello regionale nel Seminario di Rende (Cs), un’iniziativa, quest’ultima, particolarmente sentita poiché maturata in un tempo di crisi vocazionale. (rcz)

Si è riunita la Conferenza Episcopale Calabra per la sessione autunnale

Nei giorni scorsi si è riunita, per la sessione autunnale, nel Seminario “San Pio X” di Catanzaro, la Conferenza Episcopale Calabra, nel corso del quale è stato eletto il nuovo presidente, mons. Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova. Segretario, invece, è stato eletto Mons. Giuseppe Schillaci.

La Conferenza, in apertura di lavori, ha rivolto un pensiero di gratitudine a Mons. Vincenzo Bertolone per il lavoro svolto negli anni di presidenza della Conferenza Episcopale Calabra e come Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, e sentimenti di accoglienza e felicitazioni a Mons. Attilio Nostro, nuovo vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea.

S. E. Mons. Milito, in qualità di Vice Presidente ha guidato l’intera seduta, accompagnando lo sviluppo dei punti posti all’ordine del giorno. Ci si è anzitutto soffermati sul cammino sinodale che la Chiesa universale e le Chiese che sono in Italia sono chiamate a vivere nei prossimi anni.

La Commissione Episcopale per il Seminario “San Pio X” è stata completata con S. E. Mons. Panzetta, come attuale Amministratore Apostolico di Catanzaro-Squillace ex officio e ad interim, S. E. Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano allo Ionio, mentre referente regionale del Servizio per la Tutela dei Minori per l’omologo della CEI è stato designato S. E. Mons. Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace.

Particolare attenzione i Vescovi hanno dato alla ricostituzione della nuova équipe formativa del Seminario Teologico Regionale “San Pio X” con la nomina a rettore di don Mario Spinocchio – dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace” – coadiuvato da due animatori, don Giovanni Marotta della Diocesi di Lamezia Terme e don Antonio Gennaro, e dall’economo don Antonio Russo, entrambi della Diocesi di Mileto- Nicotera-Tropea.

L’equipe è stata completata con la nomina di due padri spirituali, don Mario Corraro e don Giampiero Fiore della Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano e di due confessori nelle persone di don Antonino Iannò e di don Nicola Casuscelli dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova. Sempre nell’ambito della formazione, don Simone Scaramuzzino dell’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina, guiderà il cammino propedeutico regionale con sede individuata nel Seminario di Cosenza.

Nel pomeriggio, dopo l’incontro di presentazione della nuova équipe con i Vescovi – in uno scambio di ringraziamenti per disponibilità e fiducia –, ampia e completa informazione i Vescovi hanno avuto circa i lavori svolti in questi mesi pronti a segnalare docenti disponibili delle proprie Diocesi per l’Istituto Teologico Calabro in Catanzaro nel presente anno accademico 2021/2022, venendo, contestualmente e ampiamente informati, sull’iter che ha portato alla composizione del Collegio professorale, presente il Direttore dell’Istituto Teologico Calabro.

I lavori pomeridiani sono seguiti con gli interventi: di Mons. Savino che ha relazionato sul Convegno sulle Aree interne, per il fenomeno dello spopolamento nei piccoli comuni delle Diocesi italiane; di S. E. Mons. Morrone sugli sviluppi del Convegno Ecclesiale Regionale “La Parrocchia come grembo generativo”; di Mons. Bonanno sulla necessità di sensibilizzare il clero e le comunità parrocchiali circa il “Sovvenire”, anche in vista delle problematiche prospettive future; dei responsabili regionali del Progetto Policoro, Adriana Raso e Fratel Stefano Caria (CFIC).
Mons. Vincenzo Varone, presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale, ha illustrato l’attuale situazione del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro alla luce anche dei dati elaborati dalla Cei e presentati nel recente Consiglio Permanente.

Nuovo Delegato regionale della Caritas – in sostituzione di don Nino Pangallo, nominato Rettore del Seminario Pio XI di Reggio Calabria – è stato nominato don Bruno Di Domenico, mentre don Antonello Gatto è stato nominato nuovo Assistente Unitario Regionale dell’Azione Cattolica: ambedue appartengono all’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano.

Il neo Presidente della CEC, S. E. Mons. Morrone, la mattina del 5 ottobre 2021, ha presieduto l’Eucaristia per la comunità del Seminario nella Cappella maggiore del “San Pio X”,concelebrata da S. E. Mons. Milito, S. E. Mons. Schillaci, S. E. Mons. Aloise e S. E. Mons. Nostro, dall’équipe educativa del Seminario, del Direttore dell’ITC, Mons. Currà e del Prof. don Vincenzo Lopasso(rcz)

Mons. Fortunato Morrone è il nuovo presidente della Conferenza Episcopale Calabra

Prestigioso incarico per mons. Fortunato Morrone, arcivescovo dell’Arcidiocesi di Reggio-Bova, che è stato eletto presidente della Conferenza Episcopale Calabra, subentrando a mons. Vincenzo Bertolone, ex arcivescovo di Catanzaro Squillace.

La nomina è avvenuta nei locali del Seminario Pio X di Catanzaro, dove si è riunita la Conferenza Episcopale Calabra per la sessione autunnale, in seguito delle dimissioni di mons. Bertolone,  accettate del Santo Padre lo scorso 15 settembre.

«Provo grande sorpresa – ha commentato mons. Morrone – perché non mi aspettavo un incarico così importante. Ringrazio i miei amici vescovi e arcivescovi per la fiducia che hanno avuto nei miei confronti. Mi metto in questa disponibilità sapendo che in questo cammino non sono da solo: nessuno può vivere da solo tanto più nella Chiesa pertanto anche se poi abbiamo responsabilità personali sappiamo che le possiamo condividere».

Anche il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, ha rivolto le più vive felicitazioni a mons. Morrone.

«Si tratta – ha aggiunto – di una notizia che accogliamo con grande orgoglio e immensa gioia, quale ulteriore e concreta testimonianza della profonda levatura morale e culturale del presule reggino. Monsignor Morrone – prosegue il Sindaco Falcomatà – chiamato svolgere un così gravoso e delicato incarico, saprà rappresentare per l’assemblea dei Vescovi e le Diocesi della Calabria un solido e autorevole punto di riferimento e, nel contempo, una guida attenta e in grado di porre al centro della propria azione pastorale il dialogo e l’ascolto».

«Tutte doti che la comunità reggina ha già potuto apprezzare in questi primi mesi alla guida della nostra Diocesi e che da oggi, per la Conferenza Episcopale Calabra, segnano l’avvio di nuovo percorso di lavoro e di perseguimento del bene comune che tutti deve vederci coinvolti e partecipi».

«A monsignor Morrone – ha concluso il primo cittadino – giungano gli auguri di buon lavoro e le congratulazioni dell’intera città». (rrm)

 

CHIESA CONTRO I DIAVOLI DELLA POLITICA
VESCOVI CALABRI CHIEDONO COMPETENZA

di SANTO STRATI – Preciso e netto, arriva l’appello dei vescovi calabresi contro la mala politica in vista delle prossime elezioni regionali. Insolito, ma provvidenziale a marcare insieme coinvolgimento e preoccupazione, ma anche una non tanto velata sfiducia, sulla classe politica che ha governato nelle ultime consiliare. Non è un’invasione di campo, né un problema di interferenza, ma l’atteggiamento della Chiesa giunge tempestivo a creare ulteriore scompiglio in uno scenario fin troppo confuso e malmostoso. Occorre assicurare lavoro e dignità, afferma il documento, ma per farlo servono soprattutto onestà, capacità, competenza e il supporto «delle migliori ed eccellenti intelligenze nel campo della finanza, dell’economia, della cultura, dell’imprenditoria e dell’innovazione».

Cosa chiedono i vescovi calabresi? Senza, evidentemente, mostrare preferenze o indicazioni per il voto, il documento della Conferenza Episcopale Calabra, sostanzialmente domanda competenza nel rispetto dell’etica della politica. Sono tanti, troppi, i problemi fin qui trascurati o rimossi senza aver trovato soluzioni accettabili, è dunque necessario un risveglio delle coscienze, prima in chi si candida, poi in chi andrà a votare.

Il desiderio dei vescovi – si legge nel documento che tutti i calabresi, credenti o non, dovrebbero stamparsi e attaccare sull’uscio di casa, in modo da vederlo ogni qualvolta escono – è di «contribuire alla vita buona e giusta e alla qualità della vita della Calabria. In questo tempo di pandemia, tale obiettivo è risultato ancora più stringente; tanti sono stati, infatti, gli aspetti critici venuti in superficie: ritardi, carenze e nodi, molti dei quali ignorati dai più, ma comunque pubblici e sorprendenti e, proprio per questo, avvertiti con maggiore acutezza dal nostro popolo.

«La Calabria va continuamente liberata da mali antichi, e curata in modo nuovo, perché le realtà sofferte nei vissuti di ognuno sembrano scendere dai campanili delle nostre Chiese e versarsi sulle coste dei nostri mari, metafora di un continuo ritorno, nelle distese di argilla: metafora di movimenti sempre franosi, di scontro con l’asperità dei monti, simbolo della durezza della nostra storia. Questa nostra terra, segnata da grandi contraddizioni e contrasti, ha bisogno di risanare, con una terapia intensiva, l’azione amministrativa e politica, puntando a curare quei mali che non hanno più l’ossigeno di respiro verso il bene comune; di debellare la sempre vegeta preoccupazione degli interessi privatistici, per come le cronache degli ultimi tempi ci raccontano. Attraverso la sana politica e la sana amministrazione, la Calabria deve riguadagnare fiducia in se stessa, eliminando promesse illudenti, ma senza fondamento, premesse a elemosine e provvidenze assistenzialistiche, prime vere minacce alla democrazia e alla dignità degli onesti e, in particolare, dei più giovani, che aborriscono qualunque forma di assistenzialismo e di corruzione».

Una dichiarazione di “guerra” ai diavoli della politica, che non le manda a dire. C’è una sorprendente, quanto irrazionale, tendenza al lassismo da parte della classe politica nostrana e l’unica preoccupazione che sembra prevalere riguarda in primo luogo la riconferma della candidatura e poi la pervicace (e diabolica) convinzione di essere predestinati a uno scranno di Palazzo Campanella. Nessun progetto politico, nessun piano strategico che metta il bene comune al primo posto: fatte le piccole, significative, eccezioni, il discorso si attaglia a buona parte dei consiglieri uscenti, di quelli che sono rimasti fuori la volta passata (giusto un anno e mezzo fa, per la cronaca), quelli che spintonano pretendendo l’incoronazione, ops – scusate – la posizione in lista. Con una legge regionale che, vergognosamente, nessuno a Palazzo Campanella si è minimamente degnato di riformare, i risultati sono quelli che sono: è entrata la pari opportunità (ma solo per le liste, non per i posti in Consiglio), non è stato ammesso il voto disgiunto (dove è previsto, si vota per il presidente e si può scegliere la coalizione avversaria), non è stato svincolato il blocco di sette assessori (col risultato, in una regione come la Calabria, che troppe deleghe vengono caricate – spesso senza criterio – a un singolo). Fra tutte la norma che più stride è quella del voto disgiunto – presente nel regolamento di voto  in quasi tutte le Regioni italiane –, quella che potrebbe fare la differenza e permettere poi al presidente eletto di essere libero di formare un governo secondo una propria visione strategica e non pagando “cambiali” elettorali alla coalizione che lo ha eletto. Un governo di larghe intese sarebbe l’ideale per la nostra martoriata terra, ma con l’attuale legge elettorale è una condizione irrealizzabile, salvo che il nuovo Presidente non voglia passare alla storia come “illuminato” dal solo obiettivo del bene di tutti i calabresi (anche dei sei milioni che milioni che vivono fuori del territorio) e dell’intera regione. Un Presidente – di destra, di sinistra, di centro, non importa – che abbia il coraggio di sovvertire le non scritte (e infami) regole d’ingaggio della politica, dove il clientelismo, il familismo e gli interessi di parte, producono – grazie al cielo – fin troppo lavoro alle procure. Ma non è combattendo giudiziariamente i “signori del voto” che si aiuta la Calabria: occorre prevenire la loro affermazione, bloccare per tempo ogni idea criminale della politica, se si vuole il bene della Calabria.

Per questa ragione, l’«appello dialogico» dei vescovi calabresi richiede attenzione e merita riguardo. Scrivono: «Permangono, purtroppo, assistenzialismi spaccianti come “favore” ciò che invece è un diritto della persona e del cittadino, mentre con la piaga mai spenta del clientelismo si continua ad incrementare e offendere il ceto degli ultimi, degli scartati e dei senza-diritti, facendo pericolosamente spazio alle forze occulte deviate e alle mafie.

«Vi sono diritti fondamentali che precedono la politica, perché derivano dalla dignità conferita ad ogni persona in quanto creata da Dio. La Calabria ha una storia da preservare, ma ne ha un’altra parallela e contingente da abbandonare.

• È la storia dei bilanci mal fatti – quando non sfacciatamente falsi –, facendo registrare record negativi a Comuni e Aziende Sanitarie in insanabile dissesto.

•  È la storia dell’assenteismo e della scarsa produttività, che restituisce l’immagine di un insufficiente e deplorevole senso del dovere e di vocazione al lavoro.

• È la storia di servizio sanitario paurosamente frodato, che ha seminato per anni vittime inconsapevoli e che attende di essere condannato senza appelli in chi ha sbagliato, o ha omesso.

• È la svendita della nostra terra, spesso alla connivenza falsata dal rispetto al malaffare, immiserendo e deturpando l’immenso suo bacino di bellezza, di energia e di risorse ambientali.

• È la persistenza della corruzione in tanti – abito ordinario e sistema di condotta –, sia nello svolgimento dei pubblici servizi, sia nella pessima prassi dell’assenteismo sul posto di lavoro.

• Fino a quando durerà lo sfruttamento del lavoro nero?»

È un memorandum spietato, ma preciso, che mette a fuoco i mali della politica per come fino ad oggi è stata amministrata in Calabria. È un appello, un’esortazione, un anelito di speranza di tutti i calabresi che la Chiesa calabrese fa propri ribadendo che «l’etica della politica è vincolante per tutti, a qualsiasi schieramento, gruppo o partito si appartenga».

Cos’è l’etica della politica? I Vescovi calabresi ne hanno tracciato i punti salienti. Consiste:
• nella ricerca del “vero” bene comune. Al di là degli interessi di parte, per edificare la nuova Calabria di oggi e di domani;

• nel coltivare la competenza e la responsabilità, in un’epoca fluida;

• nell’ottica della collaborazione con gli orizzonti della nuova politica governativa nazionale ed europea;

• nella ricerca di alleanze e strategie collaborative lungimiranti, affinché non si resti irretiti da miopie partitiche, partigiane, colluse, trasversali;

• nella rottura con qualsiasi collegamento con le forze diaboliche e malefiche della ’ndrangheta, con altre ad esse colluse e, in generale, con quelle occulte, comunque appartenenti alla criminalità organizzata;

• nella vigilanza, che esige il massimo rigore nell’escludere candidature da sottobosco inquinato, aborrendo tutto ciò che possa essere premessa a future e sicure Commissioni di accesso e Commissariamenti, sempre in crescente dinamismo e frenante per mesi – a volte per anni – la regolare e ordinaria amministrazione della cosa pubblica;

• nella fallimentare pratica di voti di scambio come architrave dei consensi in vista dell’ascesa a ruoli e incarichi di potere, sorretti da una logica oligarchica, offensiva e deprimente. Vanno perciò individuati candidati con competenze tecniche e specifiche, che godano di riconosciuta stima pubblica, noti per specchiate qualità morali, responsabili e motivati, sinceramente amanti del bene comune, in vista del progresso della nostra Regione. Una politica che ispira fiducia può rimotivare il dovere del ritorno al voto della nostra gente, perché ancora una volta non vinca il partito degli astenuti».

Al di là di chi è legittimamente impedito di tornare a votare in Calabria (la richiesta parlamentare di applicare il voto per posta è stata brutalmente respinta dal Ministero dell?interno perché impraticabile per “motivi tecnici”), l’astensionismo tradisce la sfiducia e l’avvilimento nei confronti della politica calabrese. E, sia ben chiaro, coglierà a piene mani nell’elettorato di sinistra, quello più sfiduciato e confuso, disorientato e irritato dai maneggi romani.

La Chiesa chiede «attenzione permanente di educazione illuminazione e formazione delle coscienze all’impegno socio-politico» perché si abbia cura dei poveri e dei più fragili. E cita i temi del lavoro, della salute pubblica, dell’ambiente e dell’acqua pubblica, dell’innovazione, della coesione sociale. È questo il punto principale che i candidati alla presidenza dovrebbero mettere al centro del programma: non vi può essere sviluppo economico senza il rispetto di pari diritti e il superamento del distanziamento sociale. Se i candidati (tre?) cercavano un programma, il manifesto della Conferenza Episcopale Calabra offre loro un’ottima base per elaborare una visione strategica a seria e di sicuro effetto. Quella che, ahimè, fino a oggi in Regione è proprio mancata. (s)

Il documento della Conferenza Episcopale Calabra

PER LA _VITA BUONA_ DELLA REGIONE

 

Cgil, Cisl, Uil Calabria e Conferenza Episcopale Calabra: Preoccupazione per problemi della Calabria

I segretari generali di CgilCislUil CalabriaAngelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, e la Conferenza Episcopale Calabra, hanno espresso preoccupazione «dal fatto che si stia discutendo poco dei problemi della Calabria e dei programmi utili a rilanciare le speranze produttive ed occupazionali di questa terra, ma soprattutto siamo seriamente preoccupati dal fatto che tutto sia assorbito dal solito tira e molla sulle candidature. Il rischio sotteso a questo stato di cose, poi, è quello di disabituare definitivamente i calabresi al confronto e alla discussione su ciò che gli tocca da vicino: il futuro della Calabria».

Tale preoccupazione è stata espressa nel corso di un incontro, avvenuto a Lamezia Terme, dove i segretari generali hanno presentato alla Cec la Piattaforma Programmatica, «che, lo ribadiamo, rappresenta per noi solo la base di confronto con le forze sane di questa regione, con gli interlocutori pronti a confrontarsi per il futuro di questa terra» hanno spiegato Sposato, Russo e Biondo, aggiungendo  che la «piattaforma infatti, non rappresenta un monolite intangibile ma vuole essere il punto di partenza di una rinnovata azione di dialogo sociale utile a programmare al meglio il domani della Calabria, un domani che – alla luce dei tanti finanziamenti messi a disposizione da un’Europa meno austera – potrebbe cambiare finalmente in meglio il volto di questa terra martoriata».

Insieme ai vescovi calabresi, infatti, «abbiamo affrontato con i Vescovi calabresi le tante problematiche ancora aperte sul territorio, confrontando le nostre idee con quelle di chi rappresenta il clero ed il popolo calabrese. Ricordando che il 22 giugno del 2019 siamo scesi in piazza unitariamente a Reggio Calabria con l’obiettivo di trasformare le tante vertenze calabresi in un’unica vertenza nazionale».

«Riconosciamo, pienamente — hanno spiegato – il ruolo importante che la Chiesa calabrese sta svolgendo in una terra difficile, praticando una pastorale che ha fatto del contrasto alle diseguaglianze, della lotta alla criminalità organizzata e all’illegalità diffusa la stella polare del suo agire, guardando senza timore ai tanti problemi che ne assillano il presente e lavorando senza sosta per stimolare una loro conversione produttiva».

«Sul tavolo della discussione – hanno spiegato – che è stata ampia ed approfondita, abbiamo messo i temi della sanità, del lavoro, della scuola e della formazione delle giovani generazioni, dei trasporti, delle infrastrutture, della lotta alla diseguaglianze e delle povertà educative, trovando nei nostri interlocutori un’attenta e informata partecipazione al dialogo sociale. Dal tavolo della discussione è emersa la corale preoccupazione per la fase delicata che sta attraversando la Calabria. Questa regione, che sta facendo ancora i conti con la violenza pandemica del Covid-19 e si appresta ad aprire una fase politica delicata che la porterà al rinnovo del Consiglio regionale, sta attraversando questo periodo mettendo in evidenza una pericolosa assenza di discussione sui temi che potrebbero rappresentare la chiave di volta economica e sociale per tutti i calabresi».

«Siamo fortemente preoccupati, infatti – hanno detto – dal fatto che si stia discutendo poco dei problemi della Calabria e dei programmi utili a rilanciare le speranze produttive ed occupazionali di questa terra, ma soprattutto siamo seriamente preoccupati dal fatto che tutto sia assorbito dal solito tira e molla sulle candidature. Il rischio sotteso a questo stato di cose, poi, è quello di disabituare definitivamente i calabresi al confronto e alla discussione su ciò che gli tocca da vicino: il futuro della Calabria».

«Quella che si potrebbe aprire, alla luce dell’ingente mole di finanziamenti messi a disposizione dall’Europa – hanno detto ancora i segretari generali – è una stagione nuova per la nostra regione, una stagione importante per costruire la nuova identità della Calabria. Disperdere questa opportunità, per colpa di biechi giochi di potere, sarebbe un peccato mortale che peserebbe sulle spalle della classe dirigente calabrese. Siamo fortemente preoccupati dal dilagare della povertà, dall’allargamento del gap fra la Calabria ed il resto del Paese, ed anche per questo abbiamo auspicato la coagulazione attorno ai temi esposti nella Piattaforma programmatica del Primo maggio di un’alleanza larga e virtuosa che sappia spingere con convinzione sul pedale del cambiamento».

«Anche per questo, infine – hanno concluso – si è convenuto di mantenere con la Cec un appuntamento permanente al fine di affrontare le problematiche ed offrire spunti di orientamento delle scelte politiche locali e, allo stesso tempo, rivendicare più attenzione dal Governo verso le istanze promosse dal territorio». (rcz)

Cgil, Cisl e Uil Calabria consegnano documento “La Calabria si cura con il Lavoro” alla Conferenza Episcopale Calabra

Angelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, segretari generali di CgilCislUil Calabria, hanno incontrato mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza Episcopale Calabra, consegnandogli il documento La Calabria si cura con il lavoro.

L’incontro si è svolto in un clima di cordialità, partendo dal ricordo delle vittime sul lavoro, aumentate in maniera drammatica, al punto da rendere urgente e non più differibile un impegno anche da parte del mondo delle Imprese, chiamate sempre più ad un ruolo di responsabilità sociale per garantire la sicurezza dei lavoratori, al pari delle Istituzioni, dal canto loro tenute ad assicurare una maggiore prevenzione e controllo sui luoghi di lavoro. Inoltre, ci si è soffermati sulla necessità che il Governo assuma come prioritaria la questione della povertà e del lavoro e ponga in essere strategie e soluzioni, con il coinvolgimento delle associazioni, dei sindacati, dei cittadini. 

Sposato, Russo e Biondo hanno ribadito il bisogno di promuovere iniziative comuni per sollevare la Calabria da una crisi economica e sociale grave. Temi come la legalità, il lavoro, la salute, l’ambiente, l’inclusione sociale, si è affermato, devono trovare momenti di confronto ed una proposta comune per mobilitare le coscienze addormentate e costruire insieme una Nuova Calabria.

Per fare ciò, hanno sottolineato Cgil, Cisl e Uil dopo essersi soffermate sulla necessità di prorogare il blocco dei licenziamenti previsto per fine giugno, è utile ed opportuno l’avvio di un confronto vero – anche nei territori – in ordine al Piano nazionale di ripresa e resilienza, da abbinare ad una svolta culturale, ad un rinnovamento delle idee e delle azioni, ad un grande processo di riforme ancorate ai valori della comunità, dell’uguaglianza, della giustizia sociale.

 Nel corso del colloquio, infine, si è anche affrontato il tema legato alla elaborazione di un piano di sviluppo economico che possa creare opportunità lavorative e sostenere le famiglie, contrastando il rischio povertà.  (rcz)

I lavori della Conferenza episcopale calabra: «si prediliga il bene comune»

La Conferenza Episcopale Calabra si è incontrata, per via telematica, giovedì 28 gennaio 2021 a Catanzaro, per i lavori della seduta invernale.
Dopo la preghiera iniziale, il Presidente, Mons. Vincenzo Bertolone, a nome di tutti i Vescovi, ha rivolto auguri di fecondo apostolato a Mons. Giuseppe Satriano, che da pochi giorni ha iniziato il suo ministero episcopale come Arcivescovo di Bari-Bitonto, mantenendo anche l’incarico provvisorio di Amministratore Apostolico di Rossano-Cariati. Ha aggiornato poi la Conferenza sull’esito dei lavori del Consiglio Permanente della CEI, richiamando in particolare la Prolusione del Presidente della CEI, S. E. il Card. Bassetti, che ha evidenziato le innumerevoli fratture causate dalla pandemia e le gravi incertezze derivanti da comportamenti e scelte politiche poco attente alle problematiche reali del Paese. sottolineando inoltre il moltiplicarsi delle povertà e la preoccupante, sofferta situazione sociale, sanitaria ed educativa che sta incidendo pericolosamente sul mondo del lavoro e sulla condizione di vita dei giovani.
I Vescovi hanno poi condiviso due documenti preparati da mons. Bertolone attinenti le linee guida pastorali sulla ‘ndrangheta e sugli abusi dei minori. Mons. Donato Oliverio, Eparca di Lungro, ha illustrato il Vademecum Ecumenico di cui ogni Vescovo deve avvalersi nella propria diocesi. Spazio e tempo sono stati riservati alla riflessione sulla situazione di precarietà ed impoverimento determinatasi in Italia, ed in Calabria in particolare, a causa pandemia che ha visto le Caritas diocesane fortemente impegnate, col supporto del mondo del volontariato e del provvidenziale contributo straordinario della CEI, al fine di alleviare e arginare le molteplici povertà e sofferenze. Hanno funzionato le mense per i poveri che hanno visto una frequenza esponenziale non solo di stranieri, ma anche di numerosi italiani (il 52%). Su questa situazione hanno relazionato Mons. Giuseppe Schillaci e don Nino Pangallo, rispettivamente vescovo delegato e responsabile della Caritas regionale, che hanno anche ricordato come la Caritas, nella sua ministerialità, non debba perdere di vista il suo compito formativo e pedagogico. Nel richiamare, quindi, l’importanza dell’adesione alla campagna di vaccinazione, formulando l’auspicio che la stessa proceda speditamente senza trascurare gli emarginati, gli ultimi e le popolazioni del mondo costrette in condizioni di miseria e povertà, i Vescovi hanno ribadito la propria piena disponibilità a sottoporsi a vaccinazione, invitando la comunità ecclesiale ed il popolo di Dio a fare altrettanto senza remore, nell’incondizionato rispetto dei tempi e delle modalità del piano medesimo.
Attenzione è stata posta altresì al rilancio del Terzo Settore, ed alla sua riforma. Interessanti e significative sono state pure le riflessioni sulla famiglia di mons. Angelo Panzetta e su San Giuseppe di Mons. Giuseppe Morosini, temi su cui, come Chiesa, siamo chiamati a riflettere su indicazione di Papa Francesco.
Altro argomento affrontato è stato quello della situazione della Sanità in Calabria, da anni commissariata, che desta molta preoccupazione perché il diritto di cura dei cittadini calabresi è a rischio. Mons. Francesco Savino, vescovo delegato, ha manifestato amarezza e sconcerto, condivisi dai confratelli, a causa di una Politica che dà l’illusione di ascoltare, non attivando concretamente processi di cambiamento a favore della collettività, una politica preoccupata spesso di appagare le esigenze di parte, ignorando i disagi e le sofferenze della povera gente e dei comuni cittadini.
I Vescovi si sono soffermati a riflettere sulle prossime elezioni regionali, all’unisono ritenendo necessario ed urgente far sentire la propria voce, a nome della gente calabra per una politica di valore e di competenza, convinti che la Chiesa non può tacere e stare solo a guardare. A questo proposito si è dato incarico al Presidente Mons. Vincenzo Bertolone di preparare, facendo sintesi dei suggerimenti di tutti i Vescovi, di un Messaggio per la prossima Quaresima, che sia di richiamo per tutti i politici, il mondo imprenditoriale e le istituzioni socio-culturali, affinché si prediliga il bene comune.
La Conferenza ha riflettuto sulla relazione attinente la fase preparatoria del prossimo Convegno Ecclesiale Regionale fatta pervenire da Mons. Satriano e, approvando il prezioso lavoro, ha confermato come coordinatore Don Franco Liporace. Successivamente ha ascoltato Mons. Vincenzo Varone, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro che ha relazionato sul lavoro svolto dal Tribunale in ordine ai processi matrimoniali, segnalando che durante l’anno sono state esaminate 292 cause (3 in meno rispetto allo scorso anno) e chiuse 100 (- 19). Nell’approvare i Bilanci preventivo e consuntivo, i Vescovi hanno espresso parere favorevole affinché la Regione Ecclesiastica possa avere riconosciuto dalla Segnatura Apostolica il ruolo di Tribunale di Appello con sede a Catanzaro, distaccandosi da quello di Napoli.
I Vescovi hanno altresì approvato i Bilanci consuntivo e preventivo dell’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro presentati dal direttore Mons. Gaetano Currà ed espresso soddisfazione per l’esito positivo delle due Licenze di Morale Sociale sezione Bioetica e di Teologia dell’Evangelizzazione già attivate. Si è poi avviata una riflessione anche sulle nuove Istruzioni sui Seminari emanata dalla Congregazione del Clero tesa alla regolamentazione delle Facoltà teologiche e che prevede tra l’altro il riconoscimento della personalità giuridica anche agli Istituti aggregati, come risulta essere l’ITC. A tal proposito, è stata sollecitata la necessità della revisione dello Statuto, compito affidato al Direttore ed al Moderatore, Mons. Francesco Milito.
Prima di concludere i lavori, i Vescovi hanno provveduto a nominare il P. Pasquale Cognito, o.f.m. Consulente Ecclesiastico regionale del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), e Don Vincenzo Schiavello, dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, a Correttore Regionale dell’Associazione delle Misericordie d’Italia. (rcz)

I Vescovi Calabresi: preoccupazione per la sanità e tutela del diritto alla salute in Calabria

Hanno espressa viva preoccupazione e «profonda amarezza» i vescovi calabresi, rappresentati da mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza Episcopale Calabra e arcivescovo di Catanzaro- Squillace, per «l’evoluzione delle vicende che riguardano la sanità e la tutela del diritto alla salute in Calabria».

Mons. Bertolone, inoltre, ha sottolineato come la situazione nella regione, dichiarata zona rossa, e l’avvicendamento del commissario «dimostrano non soltanto la fragilità e l’inadeguatezza del sistema sanitario regionale ma anche l’incompetenza e la mancanza di senso di responsabilità, che la seconda ondata della pandemia Covid-19 in atto ha definitivamente e inequivocabilmente palesato».

«Non ci sono più tempo e spazio – ha proseguito mons. Bertolone – per scelte e decisioni che non siano urgenti ed esclusivamente legate ai criteri dell’autonomia, della competenza e della capacità professionale. Dopo 11 anni di commissariamento, le Istituzioni ad ogni livello, ad iniziare dal Governo nazionale, hanno il dovere di rendere ragione del proprio operato e, al tempo stesso, di definire orizzonti futuri chiari e certi, senza interferenze di vario genere».

«Ai calabresi – ha aggiunto – è dovuta una sanità efficiente e, nell’immediato, in grado di fronteggiare con adeguatezza l’avanzare dell’emergenza pandemica. Temporeggiare e perseverare oltre, da parte delle istituzioni deputate, in un clima di divisioni e di scontri, sterili e diseducativi, provocherebbe ulteriori danni ai cittadini calabresi, che hanno già dato prova di grande responsabilità».

«Con affetto – ha concluso il presule – esprimiamo la nostra vicinanza ai medici ed a tutti gli operatori sanitari che si prodigano con amore e competenza in questo angoscioso momento pandemico, e a tutte le donne e a tutti gli uomini di questa terra bella e difficile». (zc)

Mons. Vincenzo Bertolone confermato presidente della Conferenza Episcopale Calabra

Mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro – Squillace, è stato riconfermato presidente della Conferenza Episcopale Calabra.

L’elezione è avvenuta nel corso della riunione della Cec. Mons. Bertolone, nominato arcivescovo nel 2011, dopo la presidenza dell’arcivescovo mons. Salvatore Nunnari, era stato eletto per la prima volta il 3 settembre del 2015.

Immediati gli auguri della presidente della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, che ha sottolineato come la rielezione di Mons. Bertolone «segna la volontà di continuare a seguire, con coraggio, un percorso chiaro, di apertura alle esigenze ed ai bisogni del territorio, in particolare degli ultimi e degli emarginati, ma anche di contrasto alla presenza della ‘ndrangheta».

«Non sfugge – ha aggiunto – che monsignor Bertolone a capo della Cec è stato promotore di iniziative come quella che ha visto Calabria essere la prima regione ecclesiastica italiana a promuovere un corso di formazione per gli studenti di teologia ed aperto ai laici sul tema “La Chiesa di fronte alla ‘ndrangheta”».

«Al rieletto presidente Cec – ha concluso la Santelli – formulo i sinceri e sentiti auguri di buon lavoro, nella certezza che continuerà a spendersi senza riserve per il futuro della Calabria».

Anche il presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini ha voluto esprimere il suo compiacimento per la riconferma di mons. Bertolone: «La Chiesa in Calabria è una presenza attiva imprescindibile, sia per la crescita spirituale delle nostre  comunità che per il sostegno di cui la politica e le Istituzioni hanno bisogno per fare di più e meglio a tutela del bene pubblico. In tal senso, la conferma alla guida della Conferenza episcopale calabra dell’arcivescovo di Catanzaro-Squillace mons. Vincenzo Bertolone, costituisce, per me personalmente e per il Consiglio regionale che ho l’onore di rappresentare, la garanzia di un dialogo fitto e proficuo all’insegna dei valori della solidarietà, dell’inclusione sociale e  del rispetto assoluto della persona umana. Faccio gli auguri più sinceri a mons. Bertolone, figura autorevole e  prestigiosa  della comunità ecclesiale e attento e perspicace  osservatore delle dinamiche sociali e culturali che attraversano la società in questo per più versi difficile tornate della storia dei popoli, e assicuro, come sempre, la massima apertura e disponibilità per qualsiasi interlocuzione dell’Assemblea legislativa regionale». (rrm)

In copertina, foto di Elia Fiorenza

Conferenza Episcopale Calabra attenta al cammino spirituale e sociale della Regione

Si è conclusa, a Reggio Calabria, la sessione invernale della Conferenza Episcopale Calabra, guidata da Mons. Vincenzo Bertolone.

Mons. Bertolone si è soffermato su alcuni argomenti emersi nella sessione di gennaio del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ed ha fornito ai presenti riflessioni e puntuali suggerimenti circa il Servizio Regionale per la Tutela dei Minori in sintonia sia con il Motu Proprio” “Vos Estis Lux Mundi di Papa Francesco, sia con le indicazioni dalla CEI.

I Vescovi hanno, poi, preso parte all’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro (Teic), che ha visto la partecipazione d mons. Giuseppe FIorini Morosini, moderatore del Teic e arcivescovo della Diocesi di Reggio-Bova, di mons. Giuseppe Bertolone, e di mons. Vincenzo Varone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, e che è stata arricchita dalla prolusione del professore Cesare Mirabelli, già Presidente della Corte Costituzionale.

Ad aprire i lavori, mons. Bertolone, che ha ribadito come la tutela dei diritti della persona «è un dovere nei confronti della dignità di ogni cittadino; questo vale anche nei confronti di chi vede temporaneamente limitata la propria libertà di agire in quanto detenuti».

I lavori, poi, sono stati ripresi con la sintesi del cammino delle Chiese di Calabria verso il Convegno Ecclesiale regionale, La Comunità ecclesiale grembro generativo.  A riguardo, si è esaminato l’Instrumentum laboris curato dalla Commissione Episcopale per dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, approntato sinergicamente ai tre istituti teologici della Calabria e gli uffici pastorali della Regione.

Nella sua relazione, S.E. Mons. Giuseppe Satriano, ha evidenziato la passione dei presbiteri e dei laici coinvolti nella costruzione d’un cammino sinodale, ricco e partecipato. Le tre assemblee, che si organizzeranno nelle tre Metropolie, saranno un ulteriore espressione di compartecipazione, che speriamo dare risposte pregna

S.E. Mons. Franco Milito, invece, ha informato su tutta l’esperienza del corso accademico su La Chiesa di fronte alla ’ndrangheta, voluto e realizzato dalla Cec con il sostegno dell’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro, e che ha riscontrato consenso tra gli alunni.

Poi, il presule ha presentato il convegno annuale dell’Associazione Bibliotecari Ecclesiastici Italiani (ABEI che si svolgerà a Reggio Calabria dall’11 al 13 giugno p.v.) sul tema La Biblioteca multiculturale. Il Convegno sarà preceduto da una giornata di studio a Rossano il 21 aprile, con invito agli eccellentissimi confratelli ad assicurare la presenza dei responsabili diocesani.

Nella giornata del 4 febbraio, invece, Don Giacomo Panizza, di Progetto Sud, e Vincenzo Linarello, della Cooperativa Goel, hanno presentato il progetto Ri-Calabria, che ha lo scopo di promuovere una democrazia partecipata, inclusiva, edificatrice di benessere nelle comunità grazie al coinvolgimento di tutti.

Essi sono convinti che la Calabria cambierà se il cambiamento verrà pensato, progettato e realizzato da cittadini e istituzioni, insieme, perché il voto non basta: la democrazia è anche partecipazione attiva della società civile per una equità sociale.

Tre le domande poste alle comunità locali attraverso questo processo, ovvero: “che cosa volete cambiare nel vostro territorio e in Calabria?” ed anche “quali idee e soluzioni realizzabili proponete ed in  quale misura siete disposti a impegnarvi direttamente?” Il progetto è in una prima fase sperimentale a Caulonia e Lamezia Terme. L’intenzione è di estenderlo su tutto il territorio regionale.

Il dott. Francesco Cicione ha sottolineato la vitalità della Regione, a testimonianza dell’esigenza di costruire una rete regionale per una nuova economia coesiva e generativa, eticamente responsabile ed evangelicamente ispirata. Gli interventi per conto di Banca Etica del Vice Direttore Generale, dott. Nazareno Gabrieli, e del consigliere, dott. Raffaele Izzo, hanno focalizzato le possibilità che l’Istituto bancario offre per un rilancio della situazione sociale ed economica delle nostre realtà calabresi, con il ricorso agli strumenti della finanza etica.

La CEC auspica che le proposte e le esperienze condivise siano finalizzate e realizzate per lo sviluppo della Calabria. A tal riguardo, nell’esprimere auguri di buon lavoro alla neoeletta presidente della Giunta Regionale, On. Jole Santelli ed all’intera Assemblea Legislativa calabrese, si dichiara pronta al dialogo ed al confronto pur nella consapevolezza della distinzione di ruoli e competenze.

Si richiama l’urgenza di attivare misure di contrasto alle povertà e ad ogni forma di emarginazione, si ritiene indispensabile, in particolare, individuare i bisogni prioritari e le relative opportune soluzioni, ad esempio attraverso la concentrazione dei fondi europei della politica di coesione 2021-2027 su pochi, ma determinati e determinanti obiettivi strategici (turismo, innovazione, economia circolare); l’elaborazione del Piano Strategico Regionale 2020- 2050, coerente con il Programma Green Deal lanciato dalla Commissione Europea e la conseguente sottoscrizione di un Piano di Sviluppo Pluriennale che coinvolga Istituzioni Europee e Nazionali insieme ed Investitori Pubblici e Privati per trasformare la Calabria, premiando il merito ed attuando una visione strategica certa; la creazione di un polo dell’innovazione che ponga la Calabria al servizio dell’area euromediterranea, allo scopo di recuperare centralità ed attrarre investimenti, oltre a trattenere le intelligenze e le risorse umane professionalmente qualificate e facendo della legalità il metodo di ogni intervento. (Giuseppe Spinelli)