di ORLANDINO GRECO – Egregio Presidente Occhiuto,
nel formularle gli auguri per il lavoro che lo attende in Calabria e per l’eccellente risultato con cui i calabresi l’hanno voluta a guida della nostra regione mi corre l’obbligo di fare alcune considerazioni.
Sono oltre 405mila i calabresi residenti all’estero e iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) e che rappresentano quindi oltre il 20% della popolazione residente in Calabria mentre sono 7 milioni i nostri corregionali all’estero, così come viene fuori da uno studio dei padri Scalabriniani, numeri che devono richiamare da subito la sua attenzione sul tema dei Calabresi nel Mondo.
Nel corso degli anni un enorme patrimonio di risorse umane (forza lavoro, competenze, conoscenze, cervelli, cuori, braccia, sentimenti) ha lasciato la regione per affermarsi altrove. Competenze, beni, capacità, professionalità che hanno contribuito al benessere delle realtà di cui sono diventati parte integrante e in moltissimi casi anche esponenti e rappresentanti istituzionali con ruoli importanti e di prestigio.
Un patrimonio umano che da sempre reclama una considerazione maggiore da parte della terra d’origine e chiede di non essere trattato come un dato statistico o “moda” del momento. Una risorsa inestimabile ma ancora sottovalutata e che può essere, invece, una formidabile opportunità di crescita culturale ed economica, con quello che è stata definita un’economia di ritorno e che negli ultimi anni ha visto soprattutto nell’internazionalizzazione e nel turismo un incremento notevole. Un export che si aggira intorno ai 400 milioni di euro e un turismo delle radici che muove milioni di persone ma fondamentale diventa “investire”, riconoscendone il valore, sui giovani.
Per questo ho creduto da consigliere regionale fin dal primo momento nella funzione istituzionale, politica e culturale della Consulta dei Calabresi all’Estero, attestata dall’approvazione della Legge organica in materia di relazioni tra la Regione Calabria, i calabresi nel mondo e le loro comunità che ha consentito di riportare l’attenzione sul ruolo e sul funzionamento di un organo che per un certo periodo aveva conosciuto una sorta di stasi indotta da vicende esterne che ne avevano anche incrinato la credibilità agli occhi della pubblica opinione.
Un lavoro intenso, un impegno profuso soprattutto dai consultori, dalle associazioni, dalle federazioni di calabresi che da tutto il mondo hanno agito costantemente per mantenere alta l’immagine della Calabria nelle proprie comunità.
Ecco perché Presidente le chiedo di guardare all’organo della Consulta come ad una delle opportunità più importanti e interessanti di crescita della nostra regione. Bene l’aver riconsiderato il ruolo della stessa e dei consultori dopo un iniziale momento di défaillance nei primi mesi di governo Santelli che aveva visto la cancellazione di tutto ciò che era stata fatto nella precedente legislazione.
Ma la solo nomina dei nuovi consultori non basta così come non basta investire quasi esclusivamente sull’aspetto del turismo. È necessario riprogrammare una serie di azioni e di interventi tesi a supportare la creazione di relazioni istituzionali ed economiche, a favorire la nascita di opportunità e di processi virtuosi, a diffondere le tradizioni, la cultura, la conoscenza della Calabria ai tanti giovani di origine calabrese che l’hanno conosciuta solo attraverso il racconto dei nonni.
Va da sé, quindi, che bisogno garantire quella capacità finanziaria di cui necessita, per promuovere occasioni di scambi, di studio, di esperienze reciproche che accrescano quell’appartenenza. Divenendo poi loro stessi ambasciatori di una terra che ha una storia millenaria, ricchezze e peculiarità inestimabili e non replicabili, con un presente incerto ma che tende ad un futuro e quindi un destino diverso grazie anche al contributo di quel valore aggiunto che sono i nostri corregionali all’estero.
Il mio augurio è che nel suo quinquennio si posso parlare di una vera e propria rinascita della Consulta. L’innovazione più importante riguarda le modalità di partecipazione e di governance, attraverso un processo di ripensamento delle forme di partecipazione e distribuzione dei ruoli interni alla Consulta.
Importante è anche considerare l’aspetto del diritto al voto. Anche in queste ultime elezioni regionali è stato messo in evidenza come questo non venga esercitato e come ciò influisce sui dati di quello che viene considerato astensionismo. Facilitare l’esercizio del diritto al voto agevolando le procedure e trovando forme più adatte che superino gli impedimenti oggettivi, sarebbe un ulteriore passo avanti. Infatti, per le Politiche l’esercizio del voto si fa per corrispondenza e nella circoscrizione Estero mentre per le Europee ci si reca in Consolato.
Soltanto per le regionali e le amministrative, invece, bisogna necessariamente rientrare in Italia, modalità che si manifesta del tutto fallimentare. Inoltre, in tutti i casi il diritto al voto è possibile esercitarlo solo ed esclusivamente se iscritti all’Aire.
C’è, quindi, ancora molto da fare per garantire la tutela delle comunità dei Calabresi che vivono all’estero e riconoscerne il valore, così da promuovere al meglio la Calabria nel mondo. Sono sicuro che nella sua agenda di governo terrà conto di questo aspetto per costruire un futuro con traiettorie ancora più ambiziose che guardino alla Consulta come un soggetto capace di fare network, favorire forme di cooperazione e promuovere eventi che abbiano un impatto mediatico globale così da poter richiamare l’attenzione sulla nostra splendida regione. (og)
In copertina, Salvatore Tolomeo, vicepresidente della Consulta