Cosenza celebra il fotografo Mario Carbone con una grande mostra antologica

di PINO NANOMario Carbone. I racconti di una vita. Fotografie dal 1954 al 1990”. Una grande mostra diffusa in 4 sedi diverse, una più prestigiosa dell’altra, celebrano da ieri a Cosenza una delle figure più rappresentative della fotografia e del cinema documentario italiano del XX secolo. Questo in onore di Mario Carbone è certamente uno degli eventi più seguiti e ammirati di questi mesi alla Galleria Nazionale di Cosenza, che si avvale per giunta del patrocinio della Sede RAI della Calabria. 

«La mostra “Carbone 100” – dice Marilena Sirangelo che ne ha curato il progetto generale – intende celebrare l’eredità culturale di Mario Carbone attraverso un’esposizione diffusa in più sedi e vuole rendere omaggio ad uno dei più grandi fotografi documentaristi del secolo”. Moderatrice della serata di gala la giornalista Francesca Pecora, presente Roberto Carbone, il figlio dell’artista, che ha spiegato ai presenti il perché “papà non è qui con noi, ma ha compiuto 100 anni e i medici gli hanno consigliato di restarsene nella sua casa a Roma dove ormai vive da sempre». 

Si parte appunto dalla Galleria Nazionale di Cosenza che da ieri accoglie il nucleo centrale del progetto, con foto e documentari che raccontano il rapporto di Carbone con artisti e performer che hanno segnato il mutare dello scenario artistico del Novecento.

«Tra le opere più significative – sottolinea Marilena Sirangelo – la documentazione delle performance tenutesi in occasione del Decennale del Nouveau Réalisme a Milano nel 1970 e della Settimana Internazionale della Performance a Bologna nel 1977».

Erano mesi che Cosenza non viveva un evento così appassionante e così affollato, ed erano mesi che la Galleria Nazionale non ospitasse una Mostra di respiro così internazionale. Il progetto, vi dicevo, porta la firma di Marilena Sirangelo, la mostra è stata curata da Martina Cavallarin, assistenti alla curatela Antonio Caruso e Rossella Ciciarelli, e a fare gli onori di casa è stata la direttrice della Galleria Nazionale Rossana Baccari che ha introdotto la rassegna conl lo stile dei grandi eventi.

Ne segue un viaggio davvero straordinario e unico nel suo genere nell’Italia meridionale “vista attraverso immagini che ne ritraggono riti e tradizioni”, un’esperienza che si compie visitando il RiMuseum dell’Università della Calabria che espone foto dal grande valore antropologico.

Mercoledì 13 novembre alle ore 17.00 alla Biblioteca Stefano Rodotà del Liceo Classico Bernardino Telesio troveremo gli scatti di Mario Carbone e del suo viaggio in Lucania compiuto con Carlo Levi, foto e immagini d’autore che testimoniano i luoghi raccontati dallo scrittore di “Cristo si è fermato a Eboli.

E infine al Maon – si terrà una giornata di studio sabato 14 dicembre alle ore 18.00 –, che ospiterà una riflessione moderna e aggiornata sulla resilienza e sul legame fra arte e rinascita, con un focus sulle fotografie dedicate al terremoto del Belice del 1968 e successiva ricostruzione, e la realizzazione a Gibellina nel 1990 dell’installazione La montagna di sale di Mimmo Paladino.

Ma chi era nei fatti Mario Carbone?

«Era nato a San Sosti, a due passi da Cosenza, nel 1924, e oggi – sottolinea Marilena Sirangelo al grande pubblico intervenuto ieri sera a palazzo Carbone – è una delle figure più rappresentative della fotografia e del cinema documentario italiano del XX secolo. Il suo obiettivo ha catturato con sensibilità e acume i grandi mutamenti sociali e artistici del Dopoguerra, raccontando per immagini la realtà italiana con uno sguardo che ha saputo unire la testimonianza visiva all’analisi sociale».

Dopo gli anni di apprendistato svolti a Cosenza prima, e Milano poi, nel 1955 – ricorda la curatrice della mostra – Mario Carbone si stabilisce a Roma dove avvia una prolifica carriera come operatore cinematografico, direttore della fotografia e regista di documentari, collaborando con importanti registi quali Libero Bizzarri, Romano Scavolini e Raffaele Andreassi. La sua produzione abbraccia temi di grande rilevanza sociale come la situazione meridionale, le lotte studentesche e gli eventi politici degli anni Sessanta-Ottanta. Tra i suoi lavori più noti vi è il docufilm sull’alluvione di Firenze del 1966, Firenze, novembre 1966, che gli vale prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio San Marco al Festival di Venezia e il Nastro d’Argento per la miglior fotografia in bianco e nero.

Ma c’è molto di più nella vita di questo grande artista del ‘900. Il legame di Carbone con il mondo dell’arte, rafforzato anche dalla moglie Elisa Magri direttrice della Galleria Ciak, lo porta a documentare l’attività della Scuola di Piazza del Popolo, ritraendo artisti come Mario Schifano, Tano Festa, Giosetta Fioroni e Franco Angeli con il quale realizza il suo primo cortometraggio Inquietudine (1960).

«Negli anni Settanta poi – aggiunge Marilena Sirangelo – immortala la scena della Performance Art, realizzando documenti visivi di eventi epocali come il Decennale del Nouveau Réalisme a Milano (1970) e la Prima Settimana Internazionale della Performance a Bologna (1977).Ecco perché le fotografie e i filmati di Mario Carbone, di straordinaria importanza per il loro valore culturale, storico e artistico, non sono solo documenti visivi, ma rilevanti strumenti di riflessione sulla società e sull’arte italiana del secondo Novecento».

Di più non si sarebbe potuto immaginare per onorare un artista del suo calibro, per giunta ancora vivo e ancora perfettamente lucido, in grado di raccontare quella che è stata la sua epopea. (pn)

Sabato a Cosenza in piazza per la sanità pubblica

Sabato 9 novembre, a Cosenza, si terrà una manifestazione per salvare la sanità pubblica indetta dal Comitato per la Sanità Pubblica.

«“Salviamo il servizio sanitario pubblico” è un imperativo, un richiamo al dovere per chi vive in Calabria soprattutto se lavora dentro il sistema sanitario», ha detto Giuseppe Valentino, segretario generale Filcams Cgil Calabria, che ha aderito alla manifestazione.

«Noi che organizziamo le lavoratrici ed i lavoratori degli appalti sanitari – ha spiegato – che garantiscono la pulizia, l’igiene, la sicurezza, la ristorazione e che subiscono paradossalmente più degli operatori sanitari le storture di un sistema malato e che non garantisce il diritto universale alla Salute».

«I tagli alla spesa sanitaria ricadono sulle tasche di chi lavora – ha proseguito – sul proprio reddito e sulle prospettive di miglioramento della condizione di vite propria e della famiglia; hanno reso il lavoro di molte persone povero, poverissimo, non garantendogli il minimo necessario per una vita dignitosa».

«Questo significa offrire un servizio sanitario scadente e non dignitoso – ha evidenziato – che non garantisce ai cittadini il diritto a curarsi, la prevenzione e l’assistenza».

«Difendere la sanità pubblica significa per noi difendere il lavoro e, quindi – ha concluso – il diritto a vivere dignitosamente nella nostra terra, ecco perché la Filcams Cgil sarà in piazza accanto a chi vuole cambiare e far progredire la Calabria.

Alla manifestazione sarà presente anche la Fillea Cgil Calabria, guidata da Simone Celebre, che ha sottolineato come l’iniziativa «rappresenta un momento cruciale di mobilitazione per rivendicare il diritto alla salute, un diritto universale che deve essere garantito a tutte e a tutti, senza distinzione alcuna».

«In un periodo in cui la nostra sanità pubblica attraversa difficoltà sempre più gravi, è fondamentale – ha evidenziato il segretario generale della Fillea Cgil Calabria – lavorare insieme per il rilancio della medicina del territorio. È imperativo garantire che le strutture sanitarie territoriali siano adeguatamente organizzate e rispondano in modo efficace ai bisogni della comunità».

«La nostra Regione – ha continuato Simone Celebre – ha urgentemente bisogno di una riorganizzazione della rete ospedaliera, che possa offrire servizi di qualità e tempestivi, abbattendo le interminabili liste d’attesa che costringono i cittadini a lunghe attese e incertezze. È inaccettabile che l’accesso alle cure dipenda da fattori economici quando il diritto alla salute deve essere un pilastro fondamentale di una società equa».

«Siamo fortemente critici – ha detto – e ci opporremo con tutte le nostre forze alla privatizzazione selvaggia dei servizi sanitari, che porta a una diminuzione della qualità dell’assistenza e a un aumento delle disuguaglianze. È tempo di dire basta a questo modello che mette al primo posto il profitto e non il benessere dei cittadini».

«Pertanto, invitiamo le lavoratrici, i lavoratori e i cittadini a partecipare alla manifestazione di sabato prossimo. Insieme – ha concluso – possiamo far sentire la nostra voce e chiedere un cambiamento reale e duraturo, affinché la difesa del diritto alla salute e della sanità pubblica diventi una priorità per le Istituzioni». (rcs)

COSENZA – Domani l’assemblea cittadina per dire no alla fusione

Domani pomeriggio, alle 17, al Royal Hotel di Cosenza, si terrà un’assemblea cittadina per dire No alla Città Unica, organizzata dal Comitato di Cosenza No alla Fusione.

Interverranno Battista Sangineto, Nadia Gambilongo, Sergio Nucci, Franco Salatino, Francesco Intrieri e Paolo Veltri. I lavori saranno moderati dal giornalista Filippo Veltri.

«In questi giorni, nell’area urbana – si legge – il tema della fusione dei comuni è diventato finalmente centrale. La scorsa settimana si è tenuta la prima riunione di coordinamento a Cosenza di tutti coloro che hanno deciso di fare fronte comune per dire no ad una fusione dei comuni condotta in maniera antidemocratica. Domani sarà importante mettere in evidenza che la fusione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero non nasce da un percorso condiviso e maturato tra i cittadini dell’area urbana, non è espressione dalla volontà e delle decisioni delle comunità interessate, ma è il frutto di una scelta scellerata calata dall’alto con una decisione assunta dalla Regione Calabria del tutto incostituzionale che ha esautorato dalla possibilità di scegliere le amministrazioni comunali».

«Da tutto questo i cittadini e i comuni si sono dovuti difendere con la carta bollata – viene ricordato dal Comitato – presentando ricorsi al Tar (a breve si saprà come si determinerà rispetto al referendum). La legge regionale 15/2006 ha esautorato i comuni dal potere, garantito dalla costituzione, di decidere sul proprio territorio e sulla comunità d’appartenenza; di fatto, cancellando la possibilità di partecipare attivamente ai processi decisionali di unione tra gli stessi, di avviare una programmazione partecipata e di individuare i tempi e i modi per arrivare alla realizzazione di una comunità variegata, ma condivisa tra i comuni interessati, che sono con molta evidenza non soltanto Cosenza, Castrolibero e Rende. Esistono e sono potenzialmente interessati al processo di unione anche le realtà della cintura a Sud di Cosenza e l’area collinare, ad esempio Mendicino, nonché il Comune di Montalto. È necessario, pertanto, allargare la consultazione e la partecipazione con tempi necessariamente più lunghi e democratici. Si è preferito, invece, avviare un tentativo di fusione a freddo ai limiti dell’alchimia amministrativa, su cui i comuni e i comitati dei cittadini hanno presentato ben quattro ricorsi». 

«Inoltre – prosegue la nota – non esiste un progetto condiviso che fotografi l’esistente e prefiguri un’area urbana allargata con un piano urbanistico, del verde, del traffico, dei trasporti degni di questo nome. Non è dato sapere – e rimane un mistero – cosa si farà dopo la fusione e come lo si realizzerà. Progetti di cementificazione e di impermeabilizzazione del suolo incombono, mentre i cambiamenti climatici ci dicono chiaramente che dobbiamo cambiare direzione. Si dice, per la verità senza cognizione di causa, che la fusione porterà vantaggi economici ai comuni, ma le cifre non sono attendibili, non ci sono studi socioeconomici che le avvalorino, gran parte dei docenti dell’Unical sono sbigottiti di fronte a un disegno di fusione senza studi e proiezioni, e le dichiarazioni del rettore lasciano il tempo che trovano».

«L’area Sud di Cosenza e il suo prezioso centro storico da tempo sono dimenticati e in degrado – conclude la nota – bisognerebbe riportare Cosenza al centro di un progetto; invece, viene ignorata la sua storia e la fusione renderebbe il suo ruolo ancor più marginale rispetto allo sviluppo dell’area Nord. Non esiste un progetto condiviso sui servizi sociosanitari. Mentre l’Ospedale dell’Annunziata attende di essere potenziato con risorse e personale, nel frattempo si avviano altri studi di fattibilità. È necessario fare comunità con una progettazione partecipata dal basso, di questo si discuterà nell’assemblea cittadina aperta a tutte». (rcs)

COSENZA – La Cgil presenta la manifestazione “Salviamo il servizio sanitario pubblico”

Domani mattina, a Cosenza, alle 10.30, nella sede della Cgil Calabria, sarà presentata la manifestazione Salviamo il servizio sanitario pubblico, in programma per sabato 9 novembre.

La Cgil Cosenza, con diverse altre associazioni e realtà del territorio ha aderito all’evento promosso dal Comitato per la Sanità Pubblica, perché tante sono le ragioni da portare in piazza e per le quali chiedere, ancora una volta, ascolto.

Dal diritto alla salute equo e universalistico, al  rilancio della medicina del territorio, alla riorganizzazione della rete ospedaliera e delle strutture sanitarie territoriali, all’abbattimento delle interminabili liste d’attesa,  al contrasto alla privatizzazione selvaggia dei servizi sanitari.

Saranno presenti associazioni, partiti e componenti del comitato organizzativo. (rcs)

Il Console Naccari alla presentazione del progetto Maalema “sartoria artigianale tessile marocchina”

È stato presentato, a Cosenza, dall’Associazione Dawa, il progetto “Maleema” per realizzare una sartoria artigianale tessile marocchina.

L’incontro ha visto la partecipazione del presidente dell’Associazione, dott. Ahmed Berraou, del Vescovo di Cosenza-Bisignano Mons. Giovanni Checchinato, dell’assessore al Welfare del Comune di Cosenza, dott.ssa Veronica Buffone, del dottor Antonio Chiappetta, presidente dell’Associazione “Insieme odv” che ha moderato i lavori e dell’avv. Domenico Naccari, Console Onorario del Regno del Marocco per la Regione Calabria.

L’assessore al Welfare ha ricordato come il Comune di Cosenza, guidato dall’avvocato Franz Caruso, è da sempre vicino e di supporto alle attività che tendono alla inclusione dei cittadini ,presenti sul territorio, provenienti da altri stati.
Il Vescovo di Cosenza-Bisignano ha evidenziato la grande sintonia e collaborazione tra la comunità cattolica e quella musulmana a Cosenza con una serie di attività comuni ultima tra tutte lo scambio di auguri Pasqua-Ramadan.
Il presidente dell’associazione interculturale Dawa ha menzionato, con orgoglio, le molteplici attività svolte dalla sua organizzazione nel corso dei dieci anni di attività nel campo della solidarietà e dell’accoglienza, del volontariato, della formazione, dell’assistenza legale, del supporto educativo  e dell’assistenza ai profughi.
Ha indicato poi, nel concreto, quello che può considerarsi il fiore all’occhiello dell’associazione, ovvero il progetto Maalema, che tende a contrastare la grave crisi lavorativa che sta investendo l’occupazione femminile in Calabria.  Ha spiegato che Maalema sarà una sartoria gestita da ragazze e donne marocchine che realizzerà capi con materiali derivanti dal riuso o con tessuti naturali provenienti dal Marocco come: agave, lana, cotone o lino.
Ha concluso i lavori il Console Naccari il quale, su sollecitazione del moderatore, ha indicato i tratti caratteristici della nazione da lui rappresentata oltre alle peculiarità della comunità marocchina in Calabria.
Ha rivendicato, con orgoglio, che in Marocco convivono pacificamente le tre religioni  più diffuse ovvero i mussulmani, i cattolici, e gli ebrei.  Ha approfondito poi quelli che sono i dati di un’economia solida con un Pil previsto per il 2024 pari al 3,1 per cento che colloca il Marocco al vertice delle economie africane e nella lista di uno dei paesi più attraenti per il commercio.
Il Console ha affrontato, altresì, l’aspetto della comunità marocchina in Calabria composta da circa 15.000 membri presenti ormai da circa trent’anni che si sono distinti per laboriosità e perfetta integrazione nel tessuto sociale calabrese.
Ha ricordato, altresì, che, in virtù di questo perfetto inserimento, il Comune di Gioia Tauro ha destinato dei locali da adibire a sede del Consolato Onorario del Regno del Marocco in Calabria che saranno inaugurati il 30 novembre.
L’ interessante incontro si è concluso con la consumazione del tradizionale cous cous e del tè alla menta. (rcs)

COSENZA – Riqualificata la storica fontana di Piazza Spirito Santo

È stata riconsegnata, ai cittadini di Cosenza, la storica fontana di Piazza Spirito Santo, completamente riqualificata e rimessa in funzione. La piazza, inoltre, è stata abbellita con nuovi decori urbani ed una nuova illuminazione.

«Questi lavori – ha detto il sindaco Franz Caruso – sono il frutto di una sinergia importante instaurata con il Comitato Piazza Spirito Santo e con tanti amici innamorati di Cosenza e che vogliono sostenere la mia amministrazione per rendere la nostra città sempre più bella ed accogliente. E’ il caso di  Giannino Dodaro e di Gianni Ziccarelli. Quest’ultimo sta anche recuperando tante panchine rotte che stiamo posizionando in città in una gestione dell’Ente da buon padre di famiglia, che non sperpera le risorse, ma che anzi le mette a frutto e le ammortizza».
«È questa una cosa bellissima e di grande valore – ha aggiunto – perché  mette insieme  le passioni ed  i sentimenti del cittadino con la freddezza delle Istituzioni che, però, sono rappresentate dagli uomini e quando gli uomini delle istituzioni  ci mettono lo stesso sentimento dei cittadini si  verifica quanto sta accadendo stasera nella storica Piazza dello Spirito Santo. Una piazza che era abbandonata al degrado, che ha subito anche furti di opere importanti, l’aggressione di incivili e che veniva occupata per il parcheggio delle automobili. Oggi, invece, grazie a queste sinergie e collaborazioni questo importante luogo è stato restituito alla sua naturale funzione di unione e di condivisione dei suoi residenti, restituendolo alla sua antica bellezza anche con la messa in funzione della fontana».
Franz Caruso ha, quindi, informato i presenti del programma di recupero di tutte le fontane della città, attraverso il quale si sta già lavorando alle Fontane di Piazza Loreto, abbandonate da decenni, a quelle di via Arabia e della scalinata dei due Leoni, per fare solo pochi esempi. Il primo Cittadino si è, poi, soffermato sul prestigio del Centro Storico, ricordando che è destinatario del più grande investimento di sempre pari a circa 123 milioni di euro, che va addirittura ben oltre i finanziamenti della sindacatura del compianto Giacomo Mancini, con 24 cantieri aperti tra Cis e Agenda Urbana, molte opere già inaugurate, altre che si stanno ultimando. Tutte, comunque, saranno chiuse entro il 31 dicembre 2025.  F
ranz Caruso, rispondendo, poi, ad alcune domande dei cittadini sull’ex hotel Jolly, per il quale ha annunciato  una conferenza stampa nella prossima settimana, ha affermato:  «Se avessi potuto avrei realizzato il Museo di Telesio, di Parrasio, di Serra o di tanti altri nostri illustri conterranei, non certo quello di Alarico. Ma il finanziamento lo ha chiesto la passata amministrazione ed è stato concesso sul Museo di Alarico che, quindi, deve essere realizzato pena la perdita dello stesso finanziamento».
«Ma non solo – ha aggiunto –. Sono state già spese risorse cospicue per abbattere il Jolly e se perdessimo il finanziamento il Comune dovrebbe restituire quelle cifre che, peraltro, non ha. Quindi, cosa dovrei fare? Penalizzare ulteriormente i miei concittadini che già pagano un dissesto finanziario ed un debito pubblico degli anni passati a lacrime e sangue? No, non si può fare. Amministrare è una cosa seria e deve  tutelare innanzitutto la comunità. Per cui stiamo cercando di salvare il salvabile nel rispetto della cosa pubblica e della città che non può subire altri disagi ed ulteriori difficoltà. Peraltro, senza risorse pubbliche, come potrei recuperare quella parte  della città che è la porta d’ingresso al Centro Storico, oggetto di degrado su cui interveniamo continuamente?».
Detto ciò, il sindaco Franz Caruso, rivolgendosi nuovamente ai cittadini presenti ha invitato tutti all’unità ed alla condivisione, perché « insieme – ha detto – faremo grandi cose per Cosenza. Tanto abbiamo realizzato fino ad oggi, in soli 3 anni, tanto altro faremo iniziando ad offrire della nostra città e del nostro Centro storico anche una immagine di sicurezza e di bellezza. Nonostante piccole situazioni di disagio la nostra città è, infatti, sicura oltre che accogliente».
La serata è, quindi, proseguita all’insegna della convivialità e della buona musica.

COSENZA – Lunedì la conferenza stampa del PD sulla sanità

Lunedì 4 novembre, a Cosenza alle 12, nella Sala Consiliare del Comune, si terrà una conferenza stampa del Partito Democratico.

Intervengono il coordinatore della segreteria provinciale  Salvatore Giorno, il Presidente del Consiglio comunale della città capoluogo,  Giuseppe Mazzuca e Carlo Guccione, componente della direzione nazione del partito.

Dopo le ultime allarmanti notizie di questi giorni, siamo ancora una volta costretti a  denunciare lo stato disastroso in cui versa la sanità calabrese e il fallimento  dell’amministrazione Occhiuto e del suo modello sanitario. 

Per il Partito Democratico la difesa della sanità pubblica e il diritto dei cittadini alle cure  migliori rappresentano il primo, il secondo ed il terzo punto della propria azione politica. Per questo il senatore Irto, segretario regionale del PD, ha presentato  un’interrogazione al Governo che è rimasta senza risposta. 

Allora non possiamo tacere di fronte allo scempio che si sta facendo delle già poche  risorse a disposizione del nostro territorio e di conseguenza della disperazione dei  calabresi che ogni giorno sono costretti a fuggire per curarsi.

La Cenerentola di Rossini apre la 59esima stagione lirica al Rendano di Cosenza

È con La Cenerentola di Gioacchino Rossini che si è aperta, a Cosenza, la 59esima stagione lirica del Teatro di tradizione cosentino.

Un allestimento molto apprezzato dal pubblico che ha mostrato di gradire, con applausi convinti, la messa in scena in chiave moderna del regista Matteo Anselmi, ripresa da Giulio Leone, ma anche le splendide scene di Lorenzo Mazzoletti, autentico punto di forza di questa nuova versione dell’opera che assegna ai libri quella missione salvifica che consente alla bontà di trionfare, come evoca il titolo completo del dramma giocoso.

Il regista Matteo Anselmi compie una scelta di campo, mostrando, già di primo acchito, a sipario appena aperto, tutta la gradevolezza dell’impianto scenico. Proteso nel riuscito sforzo di evidenziare la matrice fiabesca dell’opera (non è un caso che il leit-motiv di questa 59ma stagione lirica del “Rendano” sia proprio la favola in musica) il regista Anselmi riconduce la storia alla fonte letteraria della fiaba di Perrault.

Lo testimonia la catasta di libri che fa da sfondo alla scena e che diventa di volta in volta lo spazio agìto da coro, cantanti e figuranti, mentre lo specchio nel quale, appena finita l’ouverture, Angelina-Cenerentola, in abito da donna delle pulizie, si riflette, prima di essere risucchiata nel vortice della fiaba, si trasforma, in men che non si dica, in una gigantesca pagina di libro dal quale prendono corpo personaggi e situazioni. Ma le trovate sceniche non si fermano qui. Intanto, si apprezza la scritta luminosa, quasi da locale notturno, di “Magnifico” con la O finale staccata dal resto che scende quasi fino alle tavole del palcoscenico, diventando il rifugio di Angelina, oppressa dalle angherie del padrone di casa e delle sorellastre.

Il coup de theatre più evidente è però quell’autentico tableau vivant di tutto il cast vocale racchiuso in una cornice che nobilita la visione dello spettacolo. Il Rendano di Cosenza ha coprodotto questa “Cenerentola” con la Rete Lirica delle Marche, nella versione realizzata in collaborazione con il Rossini Opera Festival di Pesaro e l’Accademia musicale “Bernardo De Muro” di Tempio Pausania. La ripresa a Cosenza del fortunato allestimento del Rossini Opera Festival, che ha girato anche all’estero, con una puntata al Teatro Municipal di Lima, in Perù, è stata un’intuizione del direttore artistico della 59ma edizione della stagione lirica, Luigi Stillo che ha puntato con decisione sulle suggestioni di uno spettacolo che ha avuto unanimi consensi, come dimostrano ampiamente gli applausi raccolti al termine della “prima” rappresentazione che sarà seguita, domani, venerdì 1° novembre, dalla seconda ed ultima recita, alle ore 17,00.

Di grande carattere la prova offerta dall’Orchestra Sinfonica Brutia che non perde occasione per dimostrare il suo valore e le sue ambizioni, diretta, in questa circostanza, da una bacchetta d’eccezione come Francesco Di Mauro, dalla solida esperienza internazionale, e che dal podio ha, con sicurezza e grande esperienza, guidato i 45 elementi dell’organico orchestrale, tutti in buca, tranne il piano verticoda collocato in barcaccia, per consentire al “continuista” di vedere i cantanti per accompagnarli adeguatamente durante i recitativi.

Nel cast vocale si è lasciata apprezzare il mezzosoprano Anna-Doris Capitelli, nel ruolo della protagonista, che, nonostante la sua giovane età, è cantante di particolare esperienza, come dimostrano i suoi trascorsi scaligeri, ma anche la recente performance in Cina accanto a Placido Dominco.

La sua Angelina è sorretta non solo da eccellenti qualità vocali, venute prepotentemente fuori nel rondò finale “Nacqui all’affanno”, ma anche da una notevole presenza scenica che ne mette in luce le propensioni alla gestualità propria degli attori. Non ha deluso le aspettative il Don Magnifico del baritono siciliano Paolo Ingrasciotta, sugli scudi per tutto lo spettacolo.

Completavano il cast il tenore astigiano Enrico Iviglia (Don Ramiro), il baritono William Hernandez (Dandini) e, nei ruoli delle sorellastre Tisbe e Clorinda, rispettivamente il mezzosoprano Giulia Alletto e il soprano Sarah Baratta, particolarmente a loro agio e divertenti nella recitazione, con una dose insistita di applausi proprio per la cosentina Sarah Baratta cui sono andate le simpatie del pubblico di casa.

Discorso a parte merita il basso Matteo D’Apolito, nei panni di Alidoro, quasi un sensale di nozze o un folletto shakespeariano che aleggia sulla e nella storia, determinando i destini dei protagonisti e compiacendosi dell’happy end. Un cast che ha complessivamente dribblato tutte le difficoltà di una partitura tutt’altro che agevole come quella del compositore pesarese.

Lo spettacolo spinge sull’acceleratore della modernità e lo si nota da una serie di fattori: dagli addetti alle pulizie in tuta da lavoro (simpatica la trovata della scritta, sul retro della stessa tuta, “Alidoro service”) che in un paio di circostanze “scarrellano” Cenerentola riportandola sulla terra, mentre invece la sua massima aspirazione è continuare a sognare e ad assaporare la magia della fiaba; ma anche da alcuni costumi, dai colori accesi e variopinti, disegnati da Viola Sartoretto: come quelli indossati da Dandini, nei panni di Don Ramiro o il rosa di Angelina, per non parlare delle esagerate parrucche di Tisbe e Clorinda che danno al tutto una coloritura al limite del grottesco, egregiamente sorretta anche dal disegno luci di Silvia Vacca e Massimiliano Prete.

Menzione speciale per il coro, il Lirico “Francesco Cilea” diretto da Bruno Tirotta, che non perde un colpo contribuendo ad accrescere la dimensione fiabesca del dramma giocoso, presentando i suoi elementi ora in calzoni corti (a metà strada tra un gruppo di boy-scout o tirolesi) e fiocco rosso da primo giorno di scuola, ora assumendo le sembianze di tanti Pinocchi, quando sfoggiano l’inconfondibile copricapo del personaggio collodiano. Insomma, la fiaba nella fiaba che alla fine mette tutti d’accordo.

La bontà è in trionfo e il pubblico lascia i velluti del Rendano soddisfatto. (rcs)

COSENZA – Il 2 novembre il concerto dedicato al Belcanto

Sabato 2 novembre, alle 18, al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, si terrà il concerto dal titolo “Il Belcanto italiano”, protagonisti il tenore siciliano Rosario Di Mauro e la pianista Michela Senzacqua.

L’evento rientra nell’ambito della stagione concertista internazionale Autunno Musicale, giunta alla 25esima edizione e promossa dall’Associazione “The Brass Collection” e patrocinata dal Comune di Cosenza.

Con questo attesissimo concerto la stagione dell’Autunno Musicale, curata dal direttore artistico Gino Santo, entra nel cuore dell’opera italiana. Un programma, quello di sabato 2 novembre, che passa in rassegna dei veri e propri tesori operistici : da celebri arie di Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti, ad altre pagine memorabili di Vincenzo Bellini, Giuseppe Verdi e dell’immancabile Giacomo Puccini nel centenario della nascita di quest’ultimo. Arie note e meno note, tratte da quelli che sono considerati capolavori assoluti della lirica, quali “Norma”, “Traviata” e “Rigoletto”. Ovviamente non mancheranno le solite sorprese ed anche delle autentiche rarità, come un Puccini da camera.

COSENZA – Il sindaco Caruso imprime accelerazione alla ripresa dei lavori del Museo Alarico

Si è svolto, a Palazzo dei Bruzi, un tavolo tecnico tra il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, il dirigente del settore Lavori Pubblici di Palazzo dei Bruzi, Salvatore Modesto, i progettisti, il Rup, Maria Colucci, e l’impresa incaricata dell’esecuzione dei lavori per discutere della realizzazione del Museo Alarico, che dovrebbe sorgere nell’area del centro storico dove sorgeva l’ex Hotel Jolly.

L’incontro è stato utile ad individuare e concordare una road map che consenta, prima possibile, la ripresa dei lavori, attualmente fermi per responsabilità non ascrivibili all’attuale Amministrazione comunale. Il sindaco Franz Caruso, insieme al Dirigente Modesto e al settore lavori pubblici, ha ravvisato la necessità di mettere in campo tutte le azioni amministrative affinché il cantiere riprenda a funzionare nel più breve tempo possibile e non subisca più interruzioni

«Quello che abbiamo in mente di fare – ha sottolineato il primo cittadino – è una nuova casa dell’arte nella quale, oltre ai segni che riportano alla figura di Alarico, possano, in uno spazio polivalente, trovare collocazione forme artistiche aperte alle diverse contaminazioni e alla compresenza di opere appartenenti all’arte moderna e contemporanea, con un occhio particolare rivolto anche agli artisti emergenti».

«Attraverso una rimodulazione degli spazi – ha proseguito – suggerita dai tecnici al lavoro, e che prevede una connessione tra spazi al chiuso e spazio all’aperto, in quest’ultimo caso si potrà pensare di allestire, come in una ideale prosecuzione del Museo all’aperto, uno spazio nel quale troveranno collocazione in modo permanente le opere scaturite dalle residenze dei BoCs art».

«Il nostro obiettivo – ha concluso Franz Caruso – è quello di poter ultimare il “Museo Alarico” insieme agli altri cantieri del Cis. E questo nell’ottica di non lasciare opere incompiute sul territorio, ma con l’obiettivo, non solo di chiudere tutti i lavori dell’attuale Amministrazione comunale, come accaduto con Agenda Urbana con la chiusura dei diversi cantieri in due anni, ma anche quelli lasciati in sospeso dalla precedente amministrazione». (rcs)