Cresce il fronte di chi vuole una nuova provincia jonica

Una manifestazione interattiva e plurale quella svoltasi nella sala Polivalente “Falcone e Borsellino” a Cutro. Un pubblico attento ed interessato ha seguito le quasi due ore di dibattito riguardanti la presentazione del volume “La Baia della Magna Graecia”.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco, Antonio Ceraso, che ha palesato la necessità di assemblare territori per acquisire maggiore peso politico, la parola è passata Matteo Lauria che ha illustrato la bontà dell’idea progettuale. Il relatore, nonché Direttore di I&C ed editore del libro, ha altresì chiarito il concetto di nuova Provincia a saldo zero per lo Stato. Un rinnovato Ente che sorgerebbe dalle ceneri della Provincia di Crotone per dare spazio ad un progetto amministrativo vasto ed omogeneo, fondato su un doppio Capoluogo: Crotone a sud, Corigliano-Rossano a nord. Un’idea sfidante, che in prospettiva porrebbe le basi per aprirsi in maniera vincente e motivata verso un ambito metropolitano interregionale inquadrato nel golfo di Taranto.

Quindi, i tre interventi previsti: Antonio Lorenzano, già Assessore a Cutro, Natale Carvello, già sindaco di Casabona e presidente del Gal Kroton e Salvatore Migale, già sindaco di Cutro e referente del centro studi e ricerche “Francesco Grisi”. Le citate personalità hanno puntualizzato la non più differibile esigenza di allargare l’orizzonte territoriale crotonese al più ampio bacino di un’area vasta aperta all’alto Jonio. Tale operazione consentirebbe agli ambiti sibariti e crotoniati di concorrere, insieme, a riequilibrare i processi sperequativi esistenti nel terriorio regionale.

Successivamente, la moderatrice dell’evento, Pina Bruni, ha dato la parola a Domenico Mazza. L’autore ha raccolto nel suo intervento il rivoluzionario cammino intrapreso dal Comitato. Ha, altresì, significato che il progetto si è sviluppato a seguito dell’evento che ha sancito la nascita di una città importante in area sibarita: Corigliano-Rossano. Ed è proprio da quel rivoluzionario processo di amalgama amministrativa che sono state poste le basi per cercare di dare una nuova prospettiva a tutto l’Arco Jonico crotonese e sibarita. L’idea di una nuova Provincia, oggi, si fonderebbe sul principio di pari dignità territoriale fra l’area jonica e i rimanenti macro contesti calabresi.

Un processo di dignità, quindi, ancor prima che di sviluppo per riequilibrare un deviato regionalismo che negli ultimi 50 anni ha prodotto diseconomie e divari territoriali. Argomento, quest’ultimo, ripreso e sviscerato anche in un contributo arrivato dall’uditorio. Il già assessore provinciale, Domenico Critelli, ha puntualizzato la necessità di riconoscere centralità alla città di Crotone che insieme a Corigliano-Rossano potrebbe declinare un nuovo paradigma di progresso e di crescita sociale. Fra gli intervenuti anche il Segretario Provinciale del Pd, Leo Barberio. Questi, nel dichiarare la piena apertura all’idea progettuale, offrendo anche una sponda istituzionale, ha palesato il timore che un’operazione di questo tipo potrebbe fagocitare la città di Crotone. Tuttavia, è stato svuotato ll campo da ogni eventuale fraintendimento dalle parole di Matteo Lauria. Costui, infatti, ha puntualizzato il principio del policentrismo progettuale (su cui l’idea Magna Graecia si fonda) in contrapposizione ai centralismi storici.

La regia tecnica è stata coordinata da Eugenio Forciniti, responsabile de Il Pittulo blog. Il blogger, a margine del dibattito, ha intervistato diversi partecipanti alla manifestazione, raccogliendo spunti di riflessione estremamante interessanti.

Cresce quindi la consapevolezza nella società civile. Soprattutto, si registra interesse e partecipazione delle Istituzioni che apprezzano la bontà di un progetto rivoluzionario per tutto il vasto ambito dell’Arco Jonico.
Prossimo appuntamento a Paludi, venerdì 25 settembre alle 18, presso la sala della Civica Assise. (rkr)

CUTRO (KR) – Domenica si presenta il libro “La baia della Magna Graecia”

Domenica 24 settembre, a Cutro, alle 17.30, nella Sala Polivalente “Falcone e Borsellino”, sarà presentato il libro La baia della Magna Graecia di Domenico Mazza.

Si parte con  i saluti istituzionali del Sindaco, Antonio Ceraso. Quindi, la relazione del Direttore di Informazione&Comunicazione ed editore del libro, Matteo Lauria. Seguiranno gli inteventi di Antonio Lorenzano (già Assessore a Cutro), Natale Carvello (già Sindaco di Casabona e Presidente del Gal Kroton) e Salvatore Migale (già Sindaco di Cutro e Referente del centro studi e ricerche “Francesco Grisi”). Il dibattito vedrà la conclusione nelle parole dell’Autore, Domenico Mazza. A mediare l’evento sarà Pina Bruni. Inoltre, a margine degli inteventi, ampio spazio sarà concesso all’uditorio che potrà interagire formulando domande ai componenti il tavolo di Presidenza. (rkr)

L’artista Antonio Tropiano dona alla comunità di Cutro la scultura Symbolon

Domani pomeriggio, alle 17, a Piazza del Popolo, sarà posata la scultura Symbolon, realizzata e donata dall’artista calabrese Antonio Tropiano al Comune e alla Comunità di Cutro in memoria delle vittime del tragico naufragio avvenuto lo scorso 26 febbraio a Steccato di Cutro.

«L’animus donandi – ha dichiaratol’artista calabrese in una nota stampa ufficiale – è dettato dall’intento pubblico di esprimere solidarietà ai tanti migranti che sono costretti a scappare dai propri Paesi per la follia delle guerre o dei cambiamenti climatici, vicinanza alla comunità cutrese e per coltivare il ricordo e la memoria di tutte le vittime innocenti di queste politiche respingenti dell’immigrazione. Ma soprattutto per celebrare lo spirito solidaristico del popolo calabrese (di cui gli stessi cittadini di Cutro hanno dato esimia testimonianza in queste ultime settimane) che già fu al tempo del suo passato greco ricordato per la sua “filoxenia” (amore per il forestiero)».

A seguito di un incontro istituzionale tra le parti, il Comune di Cutro e lo scultore Tropiano hanno deciso di concordare una data, nel contesto del settennale della festa del SS.mo Crocifisso, con una cerimonia pubblica e laica per la posa in opera ufficiale della scultura, donata in ricordo delle vittime del tragico naufragio del 26 febbraio scorso ed in solidarietà e vicinanza alle loro famiglie ed allo stesso popolo di Cutro.

Symbolon: Dalla Calabria, a Brancaleone sulla Costa Ionica, dove era confinato Cesare Pavese scrisse alla sorella: «La gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca».

Filoxenia, ossia l’amore per lo straniero: è con questo termine che si definiva il valore sacro dell’ospitalità, quel principio etico fondamentale della cultura greca che distingueva l’uomo giusto dall’iniquo. Il rito dell’antica accoglienza riservato allo sconosciuto prevedeva come passaggio essenziale uno scambio di simboli.

Una tavoletta di pietra o legno veniva spezzata a metà, e una parte consegnata all’ospitante, l’altra allo straniero come segno di un diritto di ospitalità concluso: nel caso in cui un discendente dei due avesse avuto bisogno di un rifugio, le due metà sarebbero state ricongiunte per dimostrare l’antico legame di riconoscenza. Symbolon deriva dal verbo “Symballo” che significa “unire”, ma anche soccorrere, aiutare: come aveva capito Pavese è nella nostra natura più profonda offrire da sempre la mano, e con essa il pegno di un legame imperituro, che oggi avrebbe l’aspetto del frammento di una delle innumerevoli carrette del mare a cui abbiamo prestato soccorso e ridato speranza. (rkr)

Il presidente Mancuso a Cutro per il Settennale del Crocifisso

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, è stato a Cutro per il Settennale del Crocifisso. Si tratta di un monumento che è nazionale dal 1940 e che viene celebrato dal 29 aprile al 3 maggio con la “calata” del Crocifisso che viene, poi, messo sulla Vara per l’imponente processione.

Mancuso ha più volte segnalato «la grande solidarietà dei calabresi nella tragedia dei migranti del 26 febbraio a ridosso della costa di Steccato di Cutro».

«Al fiume di persone che ogni sette anni, raggiungono Cutro da ogni parte d’Italia – ha spiegato Mancuso – dove sono emigrati per assicurare alle loro famiglie prospettive di lavoro, va il saluto del Consiglio regionale. L’auspicio è che il passaggio del ciclo settennale sia l’occasione per rinnovare il legame religioso col Crocifisso e, al contempo, per vederci tutti impegnati nella valorizzazione del grande  patrimonio di natura e cultura della Calabria, di cui Cutro, ‘città’ per concessione di Filippo II di Spagna nel 1575 in quanto un suo cittadino  fu campione di scacchi d’Europa e del Nuovo Mondo, con i suoi beni culturali e ambientali è parte organica e importante». (rkr)

Domani a Cutro il Consiglio dei ministri

Domani nella Sala Consiliare del Comune di Cutro si terrà il Consiglio dei ministri convocato dal presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.

Un Consiglio dei ministri che vedrà l’intero esecutivo al completo – riporta l’Ansa dopo aver ascoltato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, – in cui è stato assicurato che «il cdm varerà misure concrete, e che sarà solo l’inizio di un percorso».

Tajani, sempre all’Ansa, ha ribadito che si deve «favorire l’immigrazione regolare. Possiamo portare decine di migliaia di immigrati regolari in Italia, formati nei loro Paesi, perché le nostre aziende ne hanno bisogno».

È stata la stessa Meloni a ripetere che «l0Italia non può rimanere più sola ad affrontare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Non vogliamo più ritrovarci a piangere tragedie come quella avvenuta a Cutro: è nostro dovere, morale prima ancora che politico, fare di tutto per evitare che disgrazie simili si ripetano». Per questo motivo, nel Consiglio dei ministri di giovedì e nel prossimo Consiglio europeo, il Governo italiano continuerà la sua battaglia per fermare i trafficanti di esseri umani e le morti in mare».

Parole, detto il giorno prima della risposta della presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, alla missiva inviata da Palazzo Chigi a seguito della tragedia di Cutro.

«Nella lettera – riporta ancora l’Ansa – si riconosce il bisogno di trovare soluzioni a lungo termine sul problema della migrazione, in linea con il messaggio della presidente della Commissione prima del Consiglio di febbraio, rinnovare gli sforzi per arrivare ad un accordo sul Patto per la migrazione e dare risposte operazionali”, dice. “La migrazione va affrontata con un approccio olistico, combattendo i trafficanti, mettendo in campo i rimpatri per chi non ha diritto di restare, ma anche offrendo percorsi chiari per migrazioni sicure e legali”».

La presidente nella lettera ha ribadito «il dovere morale di evitare tragedie come quella di Cutro e il lavoro necessario su tre priorità: cooperare con i Paesi del Nord Africa per evitare le partenze irregolari, sviluppare corridoi umanitari sicuri e aumentare il coordinamento per le attività di Search & Rescue», condividendo l’opinione del Premier Meloni «che, come Europei, politici e cittadini, abbiamo il dovere morale di agire per evitare simili tragedie. Quest’ultima deve quindi servire da richiamo a raddoppiare la nostra determinazione a portare soluzioni efficaci e durature».

«È vero che la migrazione è una realtà complessa e in continua evoluzione – si legge nella missiva –, è vero anche che abbiamo dimostrato dimostrato che quando agiamo insieme, l’Ue può gestire la migrazione. Ad esempio, con i milioni di ucraini in fuga dalla guerra in Russia», che «hanno provocato il più grande sfollamento nel nostro continente dalla Seconda guerra mondiale. E’ chiaro che la migrazione è una sfida europea che richiede una soluzione europea».

Von der Leyen ha evidenziato, anche, come «avanzare nel nuovo Patto di Migrazione e Asilo per spezzare il ciclo di soluzioni frammentarie che non portano progressi sufficienti». Da qui, tre priorità: «aiutare chi ha bisogno di protezione internazionale, prevenire le partenze irregolari, combattere i trafficanti criminali, offrire percorsi per una migrazione sicura e legale, rimpatriando quelli che non hanno il diritto a restare».

«Dobbiamo concentrare – ha ribadito – i nostri sforzi su coloro che necessitano di protezione internazionale fornendo loro reali alternative al mettersi nelle mani dei criminali. Il lavoro dell’Italia e di altri nell’offrire percorsi legali e sicuri attraverso corridoi umanitari offre un cruciale contributo. Provvederemo con almeno mezzo miliardo nel finanziare nuovi insediamenti e corridoi umanitari da qui al 2025, offrendo supporto ad almeno 50mila persone».

Soddisfazione, per la lettera della presidente della Commissione Europea, è stata espressa da Palazzo Chigi: «dalle parole del Presidente della Commissione emerge infatti la piena consapevolezza di come vi sia la necessità di una concreta e immediata risposta europea in tema migratorio».

«Il Presidente von der Leyen, infatti – si legge nella nota di Palazzo Chigi – fa riferimento a ulteriori azioni da coordinare e intraprendere a livello Ue per prevenire le partenze irregolari, salvare vite umane in mare, combattere le reti criminali di trafficanti ed evitare che tragedie come quella di Cutro si ripetano in futuro».

«In particolare, la volontà della Commissione – continua la nota – di intensificare la cooperazione con i principali partner in Nord Africa, di istituire un quadro di cooperazione rafforzata, di lavorare a un “coordinamento della ricerca e del soccorso”, di fornire ulteriore sostegno economico nella gestione delle frontiere marittime, oltre alla volontà di tenere il dossier migratorio al centro del prossimo Consiglio europeo di marzo in vista di un futuro accordo sul Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo corrispondono perfettamente alle richieste portate in questi mesi dal governo italiano presso le istituzioni europee».

«Il governo italiano, inoltre – conclude la lettera –, esprime soddisfazione per la consapevolezza da parte della Commissione europea dello sforzo che l’Italia ha profuso in questi anni nella gestione dei flussi migratori e nel salvataggio in mare lungo le principali rotte migratorie del Mediterraneo Centrale». (rrm)

 

Rete 26 Febbraio: Sabato sulla spiaggia di Cutro la manifestazione per «fermare la strage»

Fermare la strage, subito! è lo slogan con cui si svolgerà a manifestazione nazionale prevista per sabato 11 marzo, alle 14.30, sulla spiaggia di Cutro e organizzata dalla Rete 26 febbraio.

«La strage di Cutro non è stato un incidente imprevedibile – viene evidenziato nella nota –. È solo l’ultima di una lunghissima serie di tragedie che si dovevano e si potevano evitare.  Le persone che partono dalla Turchia, dalla Libia o dalla Tunisia sono obbligate a farlo rischiando la vita a causa dell’assenza di canali sicuri e legali di accesso al territorio europeo. I governi hanno concentrato i loro sforzi solo sull’obiettivo di impedire le partenze, obbligando chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rivolgersi ai trafficanti».
«Se le persone morte nel mare davanti a Cutro – continua la nota – avessero potuto chiedere e ottenere un visto umanitario non avrebbero rischiato la vita. Se ci fosse stato un programma di ricerca e salvataggio europeo o italiano, quel terribile naufragio si sarebbe potuto evitare. Sulle responsabilità delle autorità competenti indagherà la magistratura.  Ma chi ha responsabilità politiche, in primo luogo il governo, non può ribaltare la realtà e scaricare sulle vittime il peso di una strage che ha visto la perdita di 70 esseri umani che si potevano e si dovevano salvare».
«È arrivato il momento – viene ribadito – di dire basta e di fermare le stragi. Chiediamo un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo. Chiediamo di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi di frontiera. Chiediamo di realizzare immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio in tutto il Mediterraneo, e sollecitiamo il governo italiano a chiedere agli altri Stati membri di implementare questo programma. Chiediamo di attivare i visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti, consentendo così alle persone in fuga da guerre e violenze l’attraversamento delle frontiere europee in sicurezza e legalità».
«Chiediamo – continua la Rete 26 febbraio – di attivare ogni via d’accesso complementare, a partire dai reinsediamenti, dai corridoi e da altre forme di sponsorship e di ampliare i canali regolari di ingresso, senza usare questi strumenti per giustificare politiche di chiusura e respingimenti delegati a governi non Ue. Chiediamo di fermare ogni iniziativa e programma di esternalizzazione delle frontiere e di promuovere accordi bilaterali condizionati dal rispetto dei diritti umani e non dal controllo dei flussi migratori».
«È il momento di dire basta ad ogni forma di strumentalizzazione politica e di fermare le stragi – viene evidenziato dalla Rete –. Lo faremo andando sulla spiaggia di Cutro il prossimo 11 marzo alle 14.30 per esprimere la nostra indignazione e la solidarietà con le vittime e le loro famiglie con una marcia silenziosa».

«La manifestazione di Cutro – conclude la nota – è il primo importante appuntamento nazionale di un percorso di iniziative e mobilitazioni che le reti che la promuovono intendono organizzare affinché queste politiche “invertano rotta”.  A chi non potrà essere a Steccato di Cutro chiediamo di mobilitarsi online scattandosi una foto con la fascia bianca al braccio e pubblicarla sui social con l’hashtag #fermarelastrage». (rrm)

Giovedì il Consiglio dei ministri a Cutro

Giovedì 9 marzo si terrà a Cutro il Consiglio dei ministri. Al centro della seduta, presieduta dal presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, le nuove norme sull’immigrazione e le pene per gli scafisti.

«L’aspettiamo», ha detto il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, all’Agenzia Dire.

«Plaudo all’iniziativa della presidente Meloni – ha aggiunto – perchè dimostra una grande attenzione rispetto al territorio e a questa grande tragedia. Cominciamo già ad avere fatti concreti».

«Che venga qui l’intero Consiglio dei ministri – ha spiegato – vuol dire che da questo momento in poi si vorrà prendere provvedimenti che vanno anche della direzione di salvare vite umane. Questo è l’aspetto principale. Credo che si stia muovendo qualcosa di contreto».

«Ho sentito entito la segreteria della presidenza del Consiglio – ha spiegato Ceraso – Ora ci sarà tutta l’organizzazione che compete alla prefettura».

«Avrei preferito – ha proseguito il primo cittadino – che non ci fosse un Consiglio dei ministri qui perchè avrebbe voluto dire che questa tragedia non era avvenuta».

«Ieri  (domenica ndr) più di seimila persone, in modo silenzioso – ha raccontato – sono andate sulla spiaggia di Steccato per la Via Crucis».

« La commozione per quello che è successo – ha evidenziato – è ancora grande. Io non sono andato in veste ufficiale ma coma semplice cittadino, senza gonfaloni e senza niente, perchè per tutti noi cittadini quello che è accaduto è un dolore vero, non c’entrano i riflettori che ora abbiamo addosso». (rrm)

Strage migranti, la Premier Meloni: «valuto prossimo Cdm a Cutro»

Ho valutato di celebrare il prossimo Cdm a Cutro sull’immigrazione». È quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, in un punto stampa ad Abu Dhabi.

«La situazione è semplice nella sua drammaticità: non ci sono arrivate indicazioni di emergenza da Frontex», ha spiegato la premier ai microfoni, aggiungendo che «la rotta, inoltre, non è coperta dalle organizzazioni non governative e nulla dunque hanno a che fare con le politiche del governo. Nonostante noi lavoriamo per fermare i flussi illegali, abbiamo continuato a salvare tutte le persone. Questa è la storia. Io davvero non credo ci siano materie su cui esagerare così per colpire ciò che si considera un proprio avversario».

«Noi siamo molto abituati – ha detto ancora – ad accorgerci dei problemi quando c’è una tragedia ed invece c’è chi ne parla da quando è a palazzo Chigi nel disinteresse generale. Io cerco soluzioni, l’Italia non può risolvere la questione da sola, ma per evitare che altra gente muoia vanno fermate le partenze illegali. Un modo per onorare la morte di persone innocenti è cercare una soluzione».

Giorgia Meloni ha ribadito che il Governo «ha sempre fatto tutto quello che potevamo fare per salvare vite umane quando eravamo consapevoli che c’era un problema, in questo caso non siamo stati consapevoli perché non siamo stati avvertiti, voi avete tutte le evidenze a conferma di questo fatto e se qualcuno sa qualcosa di diverso è bene che ce lo dica».

«Noi, dall’inizio – ha spiegato ancora – continuiamo a fare tutto quello che possiamo per impedire che il lavoro degli scafisti continui a mettere a repentaglio le vite umane».

Il presidente Meloni, poi, ha detto di aver parlato con Bin Zayed (sovrano di Abu Dhabi ndr) di immigrazione, di come favorire flussi legali impedendo flussi illegali, di come fermare una tratta vergognosa e cinica che mette a repentaglio la vita delle persone e credo non sia passato un solo giorno senza che mi sia occupata di questa materia».

Meloni, poi, ha parlato della lettera scritta dal sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, in cui ha scritto che se Meloni «non ha ritenuto di portare la sua vicinanza come presidente del Consiglio, venga a portarla da mamma».

«La lettera del sindaco di Crotone non l’ho letta tutta», ha spiegato Meloni, aggiungendo che «posso solo dire che io sono rimasta colpita dalle ricostruzioni di questi giorni. . Ma davvero, in coscienza, c’è qualcuno che ritiene che il governo abbia volutamente fatto morire 60 persone? Vi chiedo se qualcuno pensa che se si fosse potuto salvare 60 persone, non lo avremmo fatto. Vi prego, siamo un minimo seri». 

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha giudicato «positivamente l’iniziativa del premier Meloni, che ha manifestato l’intenzione di celebrare il prossimo Cdm sul tema immigrazione a Cutro. Un gesto di grande attenzione per le vittime della tragedia di domenica scorsa, per la comunità cutrese, e per la Calabria intera».

«A caldo posso dire che se il governo viene qui solo per fare passerella, allora sarebbe meglio di no. Ma non credo», ha detto il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, all’Adnkronos.

«Io lo interpreto questo annuncio come un gesto di solidarietà a di attenzione», ha spiegato, ricordando che «è venuto nei giorni scorsi il presidente della Repubblica, vuol dire che non possiamo essere lasciati soli. Non si tratta solo dei morti, mi chiedo le mamme che hanno perso i figli o il marito, che vita faranno? Un dramma nel dramma. Lo ritengo un fatto positivo che il governo venga qui in massa, questa comunità è come se avessi perso i propri figli».

«Anche se io ritengo che non è solo un fatto di governo nazionale ma europeo…», ha detto ancora Ceraso, ribadendo che «non penso si tratti di una passerella».

«Io ho visto un Capo dello Stato molto provato e addolorato – ha concluso – credo che non la sia solita visita di rito. È la prima volta che un presidente del consiglio tiene sotto attenzione la nostra comunità, che non è solo ‘ndrangheta». (rrm)

L’ITALIA DI MATTARELLA ONORA I MIGRANTI
MA DEL GOVERNO IERI NON C’ERA TRACCIA

di SANTO STRATI – Non c’è niente di privato nella visita del Presidente Sergio Mattarella fatta ai sopravvissuti, alle vittime, ai familiari del naufragio di Cutro. L’Italia di Mattarella è a fianco dei calabresi a piangere dei fratelli lontani, geograficamente parlando, ma vicini nel cuore. È una tragedia immane, difficile da digerire e impossibile da archiviare come fatalità: la tratta dei migranti non finisce nello Jonio, di fronte a Cutro, come non finisce davanti alle coste di Roccella Jonica. C’è un infame mercato della disperazione, che costa peraltro migliaia di euro per un imbarco che non è sicuro, anzi tutt’altro. È una scommessa con la vita, ma è vita quelli di poveri e disperati profughi in fuga dalla guerra, dalla violenza, dalla fame?

C’è solo un singulto di speranza che sovrasta la disperazione e spinge a tentare il quasi impossibile. E, purtroppo, non sarà l’ultima tragedia del mare: il Mediterraneo, il mare definito “nostro” (nostrum) a significare la condivisione di acque che lambiscono Paesi di culture e tradizioni diverse, che però nasconde gli aspetti più bui dell’indifferenza contro cui combatte la generosità e la solidarietà dei calabresi. Per salvare vite i primi carabinieri accoris si sono lanciati nelle acque gelide, prima dell’alba, per portare soccorso o recuperare corpi senza vita. Una disperazione nella disperazione non riuscire a salvare vite di sconosciuti che tendono mani in cerca di aiuto.

E la visita di Mattarella, annunciata come privata, rappresenta il doveroso e dovuto tributo dello Stato alle nostre genti che, come sempre, fanno vedere la parte migliore di questa terra, la Calabria positiva, generosa e accogliente, ospitale e solidale. Che ha nel dna i geni della fraternità, che conosce il senso dell’umanità e offre il suo calore a chiunque. I rifugiati – che tali non sono per la nostra legislazione se non dopo burocratiche e stancanti trafile – da dovunque vengano hanno bisogno di aiuto, hanno il diritto di trovare l’assistenza e l’umanità che il mondo di oggi sembra trattare come fosse un optional.

Il Presidente Mattarella ha voluto far sentire alle vittime del naufragio, molti dei quali resteranno senza nome, il senso dell’umanità dell’Italia che si scontra con l’ottusità delle leggi e la mancanza di visione. Ma ha anche offerto un segnale di speranza ai sopravvissuti: non solo giocattoli ai bambini ricoverati ma il calore di un Paese che – al contrario dell’Europa – supera l’indifferenza e le diffidenze. E il Presidente Occhiuto ha annunciato che anche i familiari delle vittime che sono arrivati a Cutro (una quarantina) troveranno l’assistenza della Regione che li ospiterà in un albergo di Crotone e organizzerà attraverso la Protezione civile la logistica necessaria.

L’inverno demografico, al Sud, è ancora più rigido, servono braccia di uomini e donne, servono nuove famiglie – non importa di quale etnia e di quale provenienza – per ripopolare borghi abbandonati, ricostruire case lasciate andare in rovina, ridare vita a paesi sempre più numericamente rimpiccioliti, pronti a svanire, eppure non c’è un piano di accoglienza, di flussi migratori intelligenti che trasformino il problema migranti in risorsa per il Paese. C’è voluta questa tragedia per mettere in discussione gli attuali piani di accoglienza, ma non basta far arrivare – in pieno comfort via nave o aereo – chi fugge da guerre, carestie, fame e oppressione: bisogna offrire opportunità di inclusione sociale, lavoro, possibilità di crescere e integrarsi, nella legalità e nel rispetto degli usi del nostro Paese. Con il rigore necessario a garantire fedi religiose diverse e costumi che vogliano perpetrare tradizioni, senza violare etica e codici di convivenza civile.

Il Presidente Mattarella, visibilmente commosso, ieri davanti ai feretri, dove spiccavano quelle piccole bare bianche a graffiare i cuori, era l’Italia, quella vera che disconosce razzismo e xenofobia, che ha un cuore grande, anzi immenso: ciascuno ha avvertito un dolore, come se avesse perduto un parente, anche se lontano ma fraternamente vicino. Alla camera ardente il Presidente ha incontrato il Presidente Occhiuto e i sindaci di Cutro (Antonio Ceraso) e di Crotone (Vincenzo Voce). Assente – ingiustificato – il Governo che avrebbe dovuto mandare almeno un rappresentante all’apertura della camera ardente. (s)

GRAZIE AI SINDACI PER LE GENEROSITÀ DELLE COMUNITÀ DI CUTRO E CROTONE

Il Presidente Mattarella ha espresso gratitudine ai sindaci di Cutro e Crotone per la generosità espressa dalle comunità locali. «Credo – ha commentato il sindaco di Crotone Vincenzo Voce – che la presenza del presidente Mattarella qui smuoverà un po’ le coscienze. Questo dobbiamo fare. Voglio ribadire che questa gente a mare non si deve lasciare un minuto di troppo».

«La visita del presidente Mattarella, l’omaggio alle vittime della tragedia di Steccato di Cutro, – ha detto Voce – ci ha onorati e commossi. Il presidente ha espresso il cordoglio ed associato il dolore di tutto il popolo italiano al dolore dei familiari delle vittime, al dolore che la comunità crotonese sta provando in questi giorni. Abbiamo avvertito tutta la sua vicinanza ed umanità. Non ci ha fatto sentire soli. Ho avuto modo di consegnare al presidente il documento del recente consiglio comunale, un invito da parte della comunità crotonese all’unità ed all’umanità. Quell’unità e umanità che il presidente della Repubblica incarna. Abbiamo sentito lo Stato vicino attraverso il nostro grande presidente verso il quale esprimiamo tutta la nostra gratitudine» (rkr)

QUEI MESSAGGI AFFRANTI E PIENI DI UMANITÀ

Davanti al PalaMilone tanti fiori e tanti i cartelli lasciati dalle comunità di Cutro e Crotone. Il più significativo esprimeva il senso di frustrazione per non aver salvato più vite: «Se la nostra spiaggia di Steccato non ha accolto i vostri figli per la Vita, ma per la morte perdonateci», firmato da madri e donne di Steccato di Cutro.

«Ogni vita persa così è un fallimento. L’animale attacca per sopravvivere, l’uomo attacca l’uomo per egoismo. Torniamo a essere umani»,

«Non finiremo all’inferno per il male che abbiano fatto ma per il bene che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto. Nessuno si senta innocente».

Accanto a quelli anonimi anche quelli firmati: «Non si può morire così! Ognuno di noi avrebbe potuto fare di più» hanno scritto i bambini della scuola Karol Wojtyla di Isola Capo Rizzuto.

E, infine, toccante il messaggio di un altro bambino: «Quello che è successo mi ha provocato tanta tristezza». Commovente la fila di crotonesi che hanno voluto lasciare un fiore o un peluche, con una preghiera mesta e silenziosa: le parole non servono. Il dolore è autentico e va rispettato. (rkr)

 

Giornata di lutto regionale: La Calabria piange i migranti di Cutro

Se l’Europa c’è, batta un colpo. È inammissibile che, mentre la Calabria oggi piange e veste a lutto – abbassando a mezz’asta le proprie bandiere – per l’ennesimo naufragio in cui hanno perso la vita tante, troppe persone, dall’Europa ci sia un silenzio assordante.

Un silenzio che fa quasi paura. L’indifferenza di fronte a decine e decine di morti. «Dov’è l’Europa», ha chiesto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a poche ore dalla tragedia. Una domanda che si è fatta tutta l’Italia.

Quello della migrazione è uno dei tanti problemi del nostro Paese ma, prendendo in prestito le parole di Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, «prima di essere un “problema” economico e sociale, è una questione di umanità».

Una questione che richiede una seria riflessione sul tema, e non i soliti slogan mascherati da promesse. Lo stesso ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che ha rinunciato alla sua visita in Calabria in segno di lutto «perché di fronte a simili tragedie non si può far altro che fermarsi», ha evidenziato la necessità di una riflessione «sul dramma dell’immigrazione: l’Europa non lasci sola l’Italia e avvii un serio confronto per evitare il ripetersi di queste terribili tragedie».

E proprio a quell’Europa sorda che Occhiuto si rivolge: «Dov’è l’Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d’origine dei migranti?».

«Tutte domande che, purtroppo, ad oggi non hanno alcuna risposta. E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti», ha continuato Occhiuto, ricordando la Calabria sia sempre stata una regione solidale – solo nel 2022 sono stati accolti 18mila migranti «senza fare polemiche», ha evidenziato Occhiuto –, ma abbandonata a sé stessa.

Lo dimostrano i continui appelli che si sono susseguiti per tutto il 2022 da parte dei parlamentari e delle figure istituzionali calabresi, come Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale della Calabria che, più e più volte, ha chiesto all’Europa «una strategia europea di contenimento degli arrivi dei migranti».

«Queste persone, adulti e minori – ha proseguito – con il loro carico di sofferenza, in fuga da carestie, povertà e guerre, segnalano un’emergenza umanitaria di grosse proporzioni, che pone ai territori d’approdo serie problematiche logistiche e sanitarie. Criticità che debbono indurre l’Europa a pervenire a un accordo-quadro sull’immigrazione». Era l’8 gennaio 2023. Quasi due mesi dopo, di nuovo l’appello: «l’Unione Europea e la comunità internazionale assumano finalmente la responsabilità di governare i flussi epocali di migranti, perché tragedie come quella davanti le coste crotonesi non abbiano più a ripetersi».

E lo stesso Mancuso, il giorno dopo la tragedia, si è recato a Crotone – insieme al sindaco Vincenzo Voce e il presidente della Provincia, Sergio Ferrari – al PalaMilone dove sono state allineate le bare delle vittime. Ma, prima della tappa a Crotone, il presidente del Consiglio regionale  ha incontrato il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, e il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Maria Grazia Vittimberga, ai quali ha assicurato «la disponibilità del Consiglio a collaborare per ogni iniziativa volta a fronteggiare le problematiche del momento».

Agli amministratori locali e ai tanti soggetti che intervengono nelle azioni di aiuto, il presidente Mancuso ha detto: «Sono qui per esprimere i ringraziamenti più sinceri del  Consiglio regionale a Sindaci, Guardia costiera, Vigili del fuoco, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, al personale sanitario e della Protezione civile, ai volontari e a tutti i soccorritori che, prontamente, sono intervenuti per assicurare sostegno ai naufraghi dell’ennesima tragedia nel Mediterraneo che registra innumerevoli vittime tra adulti e minori».

«I migranti morti davanti le coste crotonesi, in fuga da persecuzioni – ha continuato – povertà e da aree colpite dal cambiamento climatico, impongono all’Europa e alla Comunità internazionale di andare oltre l’indignazione rituale e di assumersi, finalmente, la responsabilità di intervenire sulle cause che provocano l’esplosione epocale di migranti e di non lasciarli alla mercè dei trafficanti di esseri umani».

«Purtroppo – ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Calabria – la tragedia di domenica ci dimostra che gli appelli alla responsabilità dell’Europa fin qui sono state grida nel deserto. La perdita di così tante vite umane è sconvolgente, ma adesso, vista anche la difficoltà oggettiva di garantire un’accoglienza dignitosa, sono urgenti provvedimenti ad horas, per evitare che una condizione così difficile, come segnalano molti sindaci calabresi, sfugga completamente di mano». 

«Gli arrivi sulle coste calabresi, stanno da tempo caricando sui Comuni e sui soggetti preposti ad occuparsene, una responsabilità che da soli, per le tante problematiche che un fenomeno così complesso presenta, non possono reggere – ha concluso –. È necessario che l’Europa si doti di una strategia di contenimento della fuga dalle aree svantaggiate e, al contempo, mirata ad assicurare sia un equo ricollocamento che risorse, personale e mezzi ai centri d’accoglienza subissati di problemi e non più in grado di garantire i diritti primari».

Occhiuto, intervenendo a Rtl 102.5, ha detto: «Siamo dispiaciuti del fatto che questa nuova rotta dell’immigrazione, tra la Turchia e la Calabria, sia stata poco raccontata nel corso degli anni, sia stata quasi considerata una rotta di serie B. E invece noi abbiamo visto sbarcare migliaia di migranti, nel crotonese, e soprattutto a Roccella Jonica».

«Questa è una rotta che si è consolidata nel corso degli ultimi anni tra l’indifferenza generale, persino le Ong non hanno presidiato questa rotta – ha spiegato –. La Turchia è un Paese che ha 5 milioni di profughi, e diventa difficile arginare gli imbarchi, soprattutto dopo il devastate terremoto di qualche settimana fa. Ma in questi anni si è parlato molto delle rotte provenienti dal Nord Africa, e la Calabria è interessata anche da questi flussi, ma quasi mai della rotta dalla Turchia. C’è stata una generale sottovalutazione, anche da parte dell’Europa».

«E questo deve essere motivo di riflessione per tutti: tragedie di questo tipo vanno evitate il giorno prima, non commentate il giorno dopo», ha chiosato il Governatore, ribadendo la necessità di strumenti e misure per il soccorso in mare.

«In Calabria – ha spiegato Occhiuto nel programma Agorà di Rai 3 – i migranti li vediamo sbarcare quotidianamente, e li soccorriamo, evitando di considerarli un problema. Tante volte si tratta di bambini e di donne che scappano da Paesi in guerra e che cercano una vita migliore. Le vittime di questa sciagura hanno pagato migliaia di euro per inseguire un sogno che, purtroppo, li ha condotti alla morte».

«L’imbarcazione – lo ha detto il ministro Piantedosi, che ringrazio per essere subito venuto in Calabria – è stata segnalata da Frontex intorno alle 22.30 di sabato sera – ha spiegato –. Era partita una motovedetta della Guardia di Finanza, ma è dovuta rientrare in porto a causa del mare forza 7, una condizione di oggettiva difficoltà».

«Questo, però – ha concluso – ci dice che vanno rafforzati gli strumenti e le misure per il soccorso dei migranti. Nel 2023 l’Europa e i Paesi coinvolti da questi fenomeni devono essere in grado di effettuare, in ogni condizione, salvataggi in mare».

Ma non basta più “arrabbiarsi” con l’Ue. Il consigliere regionale Francesco De Nisi ha ritenuto «irrimandabile il momento in cui il «Governo regionale – e soprattutto quello nazionale, intervengano con la dovuta fermezza nei confronti dell’Unione Europea, affinché quest’ultima, assumendosi le proprie responsabilità, non lasci più sola la Calabria e intervenga con mezzi e risorse adeguati ad impedire che tragedie di tali proporzioni si possano ripetere in futuro».

«Le persone – ha concluso De Nisi – che si trovano in mare in situazioni di emergenza vanno salvate a tutti i costi, ma la strage va fermata prima possibile con le adeguate iniziative a tutti i livelli istituzionali». (rrm)