SCUOLA: DISABILITÀ, INCLUSIONE, RISORSE
MENO RETORICA, SERVONO PIÙ INTERVENTI

di GUIDO LEONEL’integrazione scolastica degli alunni con disabilità costituisce un punto di forza del nostro sistema educativo. La piena inclusione degli alunni con disabilità è un obiettivo che la scuola dell’autonomia in questi anni persegue attraverso una intensa e articolata progettualità, che spesso non ha trovato e non trova sul territorio riscontri in termini di disponibilità, risorse e strategie interistituzionali.

Anche perché nel nostro Paese durante gli ultimi  anni è stato operato un taglio significativo sui capitoli dell’istruzione, della sanità e del welfare. Gli effetti dei tagli e del federalismo fiscale sul diritto allo studio rischiano di fare imboccare alla scuola la via dell’”esclusione” ancor più se  l’autonomia differenziata non sarà fermata. 

I dati di ricerche e monitoraggi recentemente effettuati rivelano alcune criticità di non poco conto, dall’insufficiente assistenza in classe alla presenza di barriere architettoniche, dalla presenza di insegnanti di sostegno poco formati al servizio di trasporto non sempre garantito per cui servono cambiamenti urgenti.

Continuo aumento delle disabilità

Secondo i dati ministeriali gli alunni disabili presenti nel corrente anno scolastico negli istituti italiani di ogni ordine e grado statali sono 331.124, su una popolazione scolastica complessiva di 7.073.587 allievi, evidenziando un incremento di 19.923 unità rispetto all’anno precedente.

Anche in Calabria e nella Provincia di Reggio

Nelle classifica delle regioni italiane sui numeri della presenza degli allievi disabili  la Calabria si colloca al decimo posto con 10.755 unità ,791 allievi in più rispetto all’anno precedente; un incremento continuo come si può ben notare (erano 6.591 nel 2014/15; 6.457 nel 2013/14; 6.224 nel 2012/2013 ).

Nella nostra regione gli allievi in questione sono così distribuiti: nella scuola dell’infanzia 944, nella primaria 3.843, nella scuola media di primo grado 2.677, nelle scuole superiori 3.291.

Gli allievi portatori di handicap nelle scuole della provincia di Reggio Calabria sono in tutto 3.560  anni, così distribuiti: 245 nelle scuole dell’infanzia, 1.230 nella primaria, 854 nella media di primo grado, 1.231 nelle superiori.

Il dettaglio delle tipologie di disabilità

Il problema più frequente è la disabilità intellettiva che riguarda il 37% degli studenti con disabilità, quota che cresce nelle scuole secondarie di primo e secondo grado attestandosi rispettivamente al 42% e al 48%; seguono i disturbi dello sviluppo psicologico (32% degli studenti), che aumentano nelle scuole del primo ciclo, in particolare nella scuola dell’infanzia (57%).

Frequenti anche i disturbi dell’apprendimento e quelli dell’attenzione, ciascuno dei quali riguarda quasi un quinto degli alunni con disabilità, entrambi sono più diffusi tra gli alunni delle scuole secondarie di primo grado (rispettivamente il 26% e il 21% degli alunni). Meno frequenti le problematiche relative alla disabilità motoria (10,5%) e alla disabilità visiva o uditiva (circa 8%), con differenze poco rilevanti tra gli ordini scolastici. 

Il 39% degli alunni con disabilità presenta più di una tipologia di disabilità, questa condizione è più frequente tra gli alunni con disabilità intellettiva che, nel 54% dei casi, vive una condizione di pluridisabilità. 

Quasi un terzo degli studenti (28%) ha inoltre un problema di autonomia con difficoltà nello spostarsi. Analoga situazione è riscontrabile nella provincia di Reggio Calabria dove prevale la minorazione psicofisica. 

Rilevanti anche i numeri relativi ai disturbi specifici dell’apprendimento Dsa-Bes

Aumentano anche nelle statistiche i dati relativi ai disturbi specifici dell’apprendimento.

In effetti, dopo il ritardo mentale nella tipologia dei problemi degli alunni con disabilità risulta al secondo posto il disturbo specifico dell’apprendimento (Dsa), una sindrome che si manifesta con la difficoltà di imparare la lettura, la scrittura o il calcolo aritmetico nei normali tempi e con i normali metodi di insegnamento. Questa difficoltà, purtroppo, è sempre più spesso causa di diagnosi errate. In tutte le scuole elementari del Paese la dislessia viene diagnostica al 20% dei bambini che la frequentano, percentuale che non rispecchia la realtà e spesso i bambini si ritrovano dirottati su percorsi alternativi come portatori di una disabilità che non hanno.

Troppo spesso l’individuazione e il riconoscimento dei sintomi tardano: nella scuola secondaria di primo grado ,secondo i dati ministeriali,  il 4,2% dei ragazzi è affetto da Dsa, a fronte dell’1,6% nella primaria, del 2,5% nella secondaria di primo grado e del 2,1% totale nazionale. Ma a seguito del tardivo riconoscimento si complica nel frattempo il rendimento scolastico del bambino o del ragazzo affetto da Dsa, caricandolo così di ulteriori disturbi emozionali e comportamentali ma anche facendo crescere il disagio delle famiglie.

Riconoscere, perciò, precocemente i Dsa è fondamentale ma è necessaria  una formazione specifica del personale coinvolto, che offra gli strumenti adeguati per cogliere i primi segnali e d’ effettuare gli interventi opportuni. Nelle scuole italiane, però, ci sono anche studenti riconosciuti come Bes, ovvero che hanno Bisogni Educativi Speciali. Ovvero ragazzi e ragazze ai quali , si legge sul sito del Miur, «per motivi fisici , biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali , è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta». In questa categoria , ad esempio, rientrano gli studenti dislessici, disgrafici e discalculici , ma anche quelli con disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD).

In Calabria nelle scuole dell’infanzia si registra una presenza di alunni Bes dello 0,5%, nella primaria del 3,4%, nella scuola media del 5,4% , nelle scuole superiori del 4,0%.

Aumenta anche il contingente degli insegnanti di sostegno

Ma, aumenta, al contempo, il contingente dei docenti di sostegno: questa figura è molto importante non solo per il processo formativo dell’alunno disabile, ma anche per promuovere il processo di inclusione scolastica. Quasi 205.253mila, più 10.772 rispetto all’anno precedente, per  331.124 studenti disabili  Si prendono cura ogni giorno di bambini e ragazzi con i disturbi più disparati e mandano avanti la scuola italiana, contribuendo a realizzare quella che in Europa definiscono una eccellenza del sistema scolastico italiano. Certo non tutti i numeri sono positivi, nel senso anche che troppo docenti, almeno il 40% del totale, sono ancora precari.

In totale in Calabria risultano 8.260 posti di sostegno, più 1.658 rispetto all’anno precedente.

Discontinuità nel rapporto alunno-insegnante

Sempre dal report Istat per l’anno scolastico 2022/2023 la quota di alunni con disabilità che ha cambiato insegnante per il sostegno rispetto all’anno precedente è stata pari al 59,6%.  Il fenomeno è piuttosto stabile su tutto il territorio e sembra consolidarsi nel tempo, non si riscontrano, infatti, differenze rispetto al passato. 

Una quota non trascurabile di alunni (9%) ha, inoltre, cambiato insegnante per il sostegno nel corso dell’anno scolastico, anche in questo caso non si riscontrano differenze significative sul territorio e tra gli ordini scolastici.

L’area della docenza di sostegno , comunque, si presenta ancora con forti problematicità: ampia presenza di personale precario, non pochi incarichi conferiti a personale privo di titolo di specializzazione, turn over “selvaggio” dovuto al meccanismo di assegnazione annuale fuori organico (deroga). Ben vengano, dunque, proposte risolutive per aumentare, stabilizzare e qualificare detto personale.

Pochi gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione

In quasi tutti i casi di disabilità non siamo in presenza solo di problemi di natura apprenditiva e cognitiva  ma anche di una “materialità” delle cure educative da rivolgere ai disabili: bisogni fisici (deambulazione, pulizia, alimentazione), tempi più abbreviati di attenzione, mancanza di autonomia, esigenze di interazione tonico-affettiva continuativa, ecc. 

Ecco perché non si può ignorare l’esigenza di una presenza supplementare di personale:educatori, personale assistenziale. Si tratta però di risorse non facilmente disponibili. C’è infatti una scarsità di strumenti e ausili adeguati.

Gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione che affiancano gli insegnanti per il sostegno sono più di 68mila, di questi il 4,5% conosce la lingua italiana dei segni (Lis). Sono operatori specializzati, finanziati dagli enti locali, la cui presenza è finalizzata a migliorare la qualità dell’azione formativa, facilitando la comunicazione e l’interazione dello studente con disabilità e stimolando lo sviluppo delle sue abilità nelle diverse dimensioni dell’autonomia. 

A livello territoriale sono ancora ampi i divari nella disponibilità di assistenti all’autonomia: a fronte di un valore medio di 4,4 alunni per assistente, nel Mezzogiorno il rapporto sale a 4,7,in Calabria è del 4,5.

E, poi, le criticità strutturali e infrastrutturali rilevate dall’Istat

Una fotografia più dettagliata sulle criticità del pianeta disabilità nel nostro sistema scolastica  la propone sempre l’Istat nel suo consueto e recente rapporto annuale, pubblicato qualche mese addietro e  relativo all’anno scorso.

Nel Mezzogiorno vi è ancora la percentuale più bassa di scuole che possiedono le scale a norma. Ed in particolare la Calabria è quella che è la più deficitaria, tra le ultime, che ha i valori in assoluto più bassi nella scuola primaria per quanto riguarda le scale, i servizi igienici, i percorsi sensoriali interni ed i percorsi esterni, le mappe a rilievo e i percorsi tattili. Lo stesso differenziale territoriale anche per la scuola secondaria di primo grado, pur penultima nella classifica delle regioni. Le scuole non accessibili per barriere fisiche sono il 48,3%, quelle senza mappe a rilievo per ciechi/ipovedenti il 79,3%,che non dispongono di segnalazioni visive per sordi il 67,6%.

Si confermano, rispetto all’anno precedente, invece i dati relativamente alle presenza di postazioni informatiche nelle scuole di ogni ordine e grado destinate alle persone con disabilità  della Calabria  l’ottava regione italiana con il 74,6%  a fronte di una media italiana del 73%

Le postazioni informatiche adattate all’inclusione scolastica sono situate prevalentemente in laboratori dedicati  per il 58,5%, meno frequente la presenza di postazioni nelle classi di alunni con disabilità il 44,0% mentre la percentuale della loro presenza in aule specifiche per il sostegno è del 33,8%.

La Calabria si conferma sotto la media nazionale (67,5%) nel totale delle scuole  di ogni ordine e grado  per l’utilizzo da parte degli insegnanti di sostegno della tecnologia per la didattica speciale pari al 52,7%.

Tuttavia, viene rilevato nel report Istat, un contributo importante alla rimozione di queste barriere potrà avvenire con la realizzazione dei progetti finanziati con fondi Pnrr per rendere innovativi, sostenibili, sicuri e inclusivi tutti gli edifici pubblici adibiti a scuole, avviati a partire dal 2024.

Le esigenze di cambiamento e innovazione

Per l’inclusione scolastica ci sono una serie di ritardi e di lacune che non facilitano il percorso cominciato nel nostro Paese mezzo secolo fa frutto di scelte culturali, politiche e legislative lontane nel tempo, che hanno fatto del modello inclusivo la linea portante del nostro sistema scolastico. Non va dimenticato che  il modello italiano di inclusione degli alunni con disabilità è un unicum nel mondo e va difeso e valorizzato.

 Molte sfide sono ancora aperte e che vanno decisamente affrontate dalla  mancanza di programmazione tempestiva dei posti di sostegno e delle supplenze, alla  formazione, alla pedagogia inclusiva rivolta ai docenti delle materie disciplinari non sufficiente, alle  norme chiare sulla continuità didattica e sull’istituzione di una apposita classe di concorso per il sostegno, alla  delega del progetto inclusivo dell’alunno con disabilità da parte dei docenti curriculari ai soli colleghi del sostegno.

La seconda grande questione che rischia di mettere a rischio un modello di inclusione efficace risiede nel fatto che un terzo degli insegnanti (67 mila) non sono specializzati. L’inclusione si fa con personale stabile e adeguatamente formato, a cui vanno certamente forniti gli ausili necessari, e, ovviamente, anche con spazi adeguati.

Con il decreto 71 del 2024 il Miur ha introdotto la possibilità, su richiesta della famiglia  dell’alunno con disabilità, di ottenere la conferma del docente precario di sostegno in servizio nel precedente anno scolastico, conferma che mira a garantire la continuità didattica che è presidio fondamentale per la didattica di tutti ma in modo particolare per gli alunni fragili.

Nel provvedimento si punta anche ad ampliare l’organico dei docenti di sostegno specializzati.

Il principio dell’inclusione scolastica ci riguarda tutti insieme: dirigenti scolastici e insegnanti curricolari, non solo di sostegno; genitori di tutti gli alunni, non solo di quelli con disabilità. Non sentirsi direttamente coinvolti nelle questioni, non è una giustificazione. Pensiamo allora a un nuovo welfare  regionale, perché si apra una fase nuova. Abbiamo sempre parlato di bisogni e servizi: è ora di parlare di diritti e responsabilità.

Insomma, l’amministrazione regionale e quelle locali devono pensare ad un nuovo welfare, certo  compromesso dal punto di vista economico, ma che, proprio per questo, nella scala di priorità dei bisogni comunitari ,deve poter raggiungere livelli di qualità accettabili nell’integrazione, coniugando diritti dei singoli e responsabilità oggettive. (gl)

[Guido Leone è già ispettore tecnico Usr Calabria]

La Calabria in prima linea con l’assessore Capponi per una riforma che valorizza ogni persona

È stato un momento di confronto sui temi cruciali legati alla disabilità e all’inclusione, in vista del primo G7 sull’Inclusione e disabilità che si terrà dal 14 al 16 ottobre in Umbria, quello avvenuto al Ministero per le Disabilità, tra l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Caterina Capponi e il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli.  All’incontro ha partecipato anche il Commissario della Lega Calabria, Rossano Sasso.

Uno degli argomenti centrali è stata la riforma sulla disabilità, attualmente in fase di attuazione, che porterà significativi cambiamenti nella gestione delle persone con disabilità. Questa riforma mira a sburocratizzare il percorso per il riconoscimento dell’invalidità civile e, soprattutto, a superare la frammentazione tra prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali. Un elemento innovativo della riforma è l’introduzione del “progetto di vita”, un approccio che si propone di mettere al centro la persona e le sue esigenze, garantendo un percorso personalizzato e integrato.

Durante l’incontro, è stato affrontato anche il tema di una sperimentazione innovativa avviata in Calabria. Si tratta di un progetto di formazione rivolto a giovani autistici che hanno completato l’obbligo scolastico e sono desiderosi di entrare nel mondo del lavoro. Questo programma si propone di accompagnare i ragazzi in un periodo di transizione, fondamentale per lo sviluppo delle competenze necessarie per un inserimento lavorativo di successo. Un passo importante per migliorare la qualità della vita e l’autonomia di questi giovani.

«L’Italia vuole essere il motore trainante sul tema della disabilità e dell’inclusione», ha affermato l’assessore Capponi, sottolineando l’impegno non solo della Regione Calabria, ma dell’intero Paese nel garantire pari opportunità per tutti.

«La Regione Calabria – ha assicurato – si impegnerà a garantire che tutti gli individui abbiano gli stessi diritti alla piena ed effettiva partecipazione alla vita sociale, culturale, sportiva, educativa, economica, civile e politica. Solo così sarà possibile valorizzare i talenti e rendere la nostra comunità più forte e coesa».

Nell’ambito di questo impegno, l’assessore Capponi ha anche incontrato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Il dialogo si è focalizzato sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale come strumento di supporto per l’inclusione, aprendo nuove prospettive per migliorare l’accesso all’istruzione per gli studenti con disabilità e bisogni speciali.

«Chi l’ha detto che non si può abbattere la solitudine dei numeri primi? L’infelicità conduce alla solitudine; la solitudine consolida quell’infelicità. Ma non è detto che tale circolo vizioso non possa mai ed in nessun modo essere interrotto», ha detto chiudendo l’incontro Capponi.

Un messaggio profondo che racchiude la visione di una società più inclusiva e solidale, dove la solitudine delle persone più fragili può essere vinta attraverso l’impegno collettivo.

Il lavoro congiunto tra istituzioni regionali e nazionali rappresenta un passo fondamentale per costruire un futuro in cui ogni individuo possa realizzare pienamente il proprio potenziale e partecipare attivamente alla vita della comunità. (rrm)

L’APPELLO / Antonia Condemi: Presidente Mattarella, intervenga affinché stazione di Cannitello sia accessibile ai disabili

di ANTONIA CONDEMI – Signor Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci rivolgiamo a Lei con profondo rispetto e speranza, per portare alla Sua attenzione una questione di fondamentale importanza che riguarda i diritti dei disabili e con essi il grado di civiltà nel nostro Paese.

Recentemente abbiamo accolto con gioia la notizia della riapertura della stazione ferroviaria di Cannitello (RC), uno scalo ferroviario (nei pressi di Villa San Giovanni RC), luogo turistico molto frequentato e a ridosso del pilone, lato Calabria, dove nelle scorse settimane l’atleta Jann Roose ha provato ad attraversare lo Stretto su una fune, facendo conoscere questi luoghi meravigliosi a tutto il mondo. 

Tuttavia, questa gioia è stata offuscata dalla triste realtà che noi stessi e i nostri amici più sfortunati da più parti ci hanno segnalato: la stazione è inaccessibile alle persone con disabilità.

Nonostante le leggi e le parole vuote che sanciscono il diritto all’accessibilità per tutti, ci troviamo di fronte a un ostacolo insormontabile. Questa barriera non solo limita la mobilità delle persone con disabilità o con mobilità ridotta, ma rappresenta anche una violazione dei loro diritti fondamentali.

Abbiamo cercato di far sentire la loro voce, sollecitando il Presidente della Regione Calabria e le Ferrovie dello Stato, ad assumere correttivi anche attraverso un servizio di assistenza, già previsto nell’ambito dei trasporti ferroviari. Purtroppo la nostra richiesta non solo è caduta nel vuoto ma è rimasta priva di una qualsiasi risposta o segnale di attenzione nei confronti di una Comunità già sfortunata. 

Questo silenzio è assordante e sottolinea l’indifferenza con cui vengono trattati i diritti delle persone con disabilità, nonostante l’art. 16 della Costituzione sia lì a ricordare a tutti noi l’obbligo di garantire, anche, la mobilità per tutti senza distinzione alcuna.

Siamo fortemente delusi e arrabbiati, Signor Presidente!

Delusi soprattutto dal silenzio che le istituzioni pubbliche, politiche, che la Carta Fondamentale hanno giurato di onorare, e che sono rimaste silenti a sostenere e legittimare comportamenti deteriori che mortificano chi ancora crede che l’Atto Fondamentale della nostra Repubblica sia qualcosa di sacro e porti con sé il sangue versato nel nome del quale esse stesse agiscono.   

Siamo delusi dal fatto che il Comune, promotore della iniziativa presso l’assessore Regionale ai Trasporti, abbia poi inteso offendere col silenzio i diritti dei disabili. Solo il Garante Regionale delle persone con disabilità, appresa la nostra protesta, ha attestato con atti concreti la propria indignazione e vicinanza.

Ora non resta che Lei, Signor Presidente! 

La Sua voce ha il potere di risuonare dove la nostra non riesce ad arrivare: il Suo intervento è in grado di portare a soluzione questa grave e penosa vicenda e garantire che la stazione di Cannitello sia accessibile a tutti.

Le persone con disabilità hanno il diritto di muoversi liberamente e di utilizzare i servizi pubblici come tutti gli altri cittadini. Non possiamo e dobbiamo permettere che questo diritto venga negato o ignorato. La mancanza di accessibilità non è solo un ostacolo fisico, ma rappresenta anche un ostacolo sociale e culturale che dobbiamo superare insieme.

La ringraziamo anticipatamente per l’attenzione che dedicherà a questa lettera. Siamo farà tutto il possibile per risolvere questa situazione mortificante per le Istituzioni e garantire un futuro più inclusivo per tutti. (ac)

[Antonia Condemi è presidente del Codacons Reggio Calabria]

CASALI DEL MANCO (CS) – Venerdì l’incontro per parlare di Garante e Diritti”

Venerdì, a Casali del Manco, alle 17.30, nella Sala Consiliare di località Trenta, si terrà il convegno GarantiAmo la fragilità in ogni sua forma, patrocinato dal Comune di Casali del Manco e dalla Regione Calabria.

Un incontro, organizzato per parlare dei diritti delle persone con disabilità e sull’importanza della figura del Garante, rappresenta una significativa occasione di dialogo e confronto sul tema delle necessità e delle esigenze delle persone affette da disabilità e delle loro famiglie.

Ma, anche, un momento per far comprendere la valenza del ruolo del Garante dei diritti delle persone con disabilità che, può sgravare e migliorare la loro vita e può adoperarsi affinché i diritti dei soggetti fragili vengano realmente rispettati. Il convegno mira anche a promuovere l’importante legge regionale, che  prevede il ruolo del Garante nell’ambito delle disabilità.

«La nostra amministrazione è sempre attenta alle categorie più fragili della popolazione – ha detto il sindaco Francesca Pisani – e intende, con iniziative come quella di venerdì, continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla ricchezza rappresentata dalla diversità».

«In sinergia con il Garante, con la Regione Calabria e con tutte le associazioni che si occupano di disabilità sul territorio, continueremo a lavorare sodo per promuovere la crescita culturale e per offrire un sostegno concreto ai soggetti disabili ed ai loro nuclei familiari», ha aggiunto la sindaca che aprirà i lavori del convegno con una breve presentazione della necessità di cogliere l’opportunità di nominare il Garante dei diritti delle persone con disabilità da parte del Comune di Casali del Manco, illustrata dal responsabile delle Politiche Sociali, Antonio Tiberi.

Interverrà, poi, la presidente dell’Associazione “Mettiamoci in gioco”, Gaetana Staine, associazione che promuove numerose iniziative e progetti finalizzati alla socializzazione, ad un prosieguo terapeutico e che è riuscita a creare una stretta sinergia tra i genitori di bambini e ragazzi con disabilità. Seguiranno dei brevi interventi da parte del Garante del Comune di Casali del Manco, Filomena M. R. Cecere, e dei Garanti dei Comuni di Montalto Uffugo e di San Lucido, rispettivamente Carmen Romano e Gianfranco Tosti.

La parola passerà, poi, al Garante dei diritti delle persone con disabilità regionale, Ernesto Siclari, che indicherà le linee guida per essere incisivi e determinanti in questo delicato e importante ambito. Toccherà poi a Ferdinando Laghi, firmatario della legge sull’istituzione del Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità. Le conclusioni del convegno, che sarà moderato da Filippo Fordellone, da sempre impegnato verso i fragili, spetteranno all’Assessore regionale alle Politiche sociali Emma Staine(rcs)

 

L’avvocato e criminologa reggina Antonietta Maria Altomonte al meeting internazionale di Parigi sulla disabilità

C’è un po’ di Calabria al meeting internazionale del progetto europeo Teach me to help 2022-1-RO01-KA220-VET-000085029 sulla disabilità di Igor Vitale International srl, grazie alla partecipazione, come delegata italiana, dell’avvocato e criminologa reggina Antonietta Maria Altomonte, assieme alla dott.ssa Mariela Diaz e alla dott.ssa Agnese Gobbi.

Parteciperanno, al meeting, anche Cipro, Francia e Romania. I risultati del progetto europeo porteranno ad una rete di assistenti sociali che, sviluppando le proprie competenze nella progettazione, sviluppo e comunicazione efficiente di corsi online, saranno in grado di progettare corsi online su vari argomenti, sviluppo personale, autostima, gestione dello stress, ecc., che faciliterà le pari opportunità e rimuoverà le barriere esistenti che limitano l’accesso all’istruzione, allo sviluppo e all’inclusione per le persone con disabilità.

L’avvocato Altomonte, del Foro di Reggio Calabria, è criminologa, gestore della crisi da sovraindebitamento, docente di diritto penale e procedura penale presso la Scuola agenti allievi di polizia penitenziaria di San Pietro di Clarenza, proviene da un piccolo paese della ionica, Bruzzano Zeffirio. Frequenta il Liceo scientifico Zaleuco di Locri e si laurea in giurisprudenza presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria conseguendo il titolo di dottoressa all’età di 23 anni e, successivamente, di criminologa col massimo dei voti. (rrm)

IL GRAVE DISINTERESSE DELLA POLITICA
CHE NON SI CURA DI DISABILITÀ E DISAGIO

di GIUSEPPE FOTI – La politica, nel compimento del proprio mandato, dovrebbe agire concretamente per il proprio territorio e cercare di risolvere i problemi, soprattutto dove il disagio rende la vita delle persone non dignitosa.

Questo semplice, ma allo stesso tempo complesso concetto, mette a nudo nient’altro che il fallimento di un fare politica dove vige una rigida e crescente mentalità mercantile o paternalistica che non riconosce i diritti e la loro dignità. Tutto ciò che non produce dev’essere escluso o rinchiuso a beneficio della società del consumo o dei privilegiati. A tal proposito viene spontaneo ricordare che l’identità è una questione sociale e ce la dà il riconoscimento degli altri indistintamente e senza pregiudizi. Non sicuramente l’indifferenza!

Volendo andare al nocciolo della questione, devo ricordare che nel territorio esistono realtà sociali, che nel bene e nel male e con risorse sempre più esigue, si occupano di disagio e disabilità da anni. Queste realtà, fatte di uomini e donne, cercano come meglio possono di dare conforto alla sofferenza di tante persone e, allo stesso tempo, un servizio che li possa sostenere ed accompagnare nel loro fragile percorso di vita. Non ci reputiamo assolutamente infallibili o non migliorabili, ma con scarpe di cartone e armi spuntate, in trincee esistenziali fangose, da decenni facciamo costantemente il massimo per i più disagiati.

Questo in un vuoto istituzionale abissale, dove si registra un’amministrazione comunale inadempiente da sei mesi nel pagare i centri socio educativi per minori, e chissà quanti altri, e una Regione che ancora non si è pronunciata sul destino di tanti lavoratori delle strutture psichiatriche del territorio. Ci sono operatori, come me, che prendono a cuore queste situazioni e si battono costantemente ed ostinatamente per chiedere giustizia. Vorrei anche spiegare il perché, con tutta l’umiltà possibile, portando ad esempio un’esperienza vissuta che potrebbe sembrare banale ad occhi poco attenti e che non è conosciuta, perché lavoriamo nel silenzio e a servizio, nel termine più nobile, dei nostri cari amici (utenti come li chiamano gli altri). 

In questi giorni ho svolto un’uscita con alcuni pazienti, iniziativa che fa parte di tante altre, e abbiamo visitato il centro cittadino e alcuni locali dello stesso. Va specificato che i luoghi di vita sono “laboratori sociali” nei quali i pazienti possono sperimentare relazioni, anche se occasionali, dove possono rievocare ricordi e dove fare riaffiorare un sentimento di appartenenza che la società dei privilegiati e dei cosiddetti “normali” gli impedisce, perché li considera solo malati. Inutile sottolineare che i ragazzi (i pazienti per gli altri) hanno più che mai dimostrato di essere dotati di qualità umane che solo chi ha avuto una condizione di sofferenza, con la sua dignità e con la sua libertà ferita, può possedere.

Il pensiero, ammettendo che sto semplificando argomenti molto complessi, è quello che il mestiere della cura è essere disposti a maneggiare l’incertezza e la pazienza, con rispetto, vicinanza e ascolto; cosa che la politica, attenta ai numeri e non alle persone, ha dimostrato di non capire. Solo se in noi non viene meno questa arcana ricerca di una “comunione di cura e destino” avremo la capacità di uscire dalla nostra individualità e dal nostro egoismo che, in questi tempi, prevale in ogni ambito della vita sociale e istituzionale.

Nel campo della sofferenza, lasciare l’altro al suo destino, vuol significare abbandonarlo ad una deriva esistenziale… Una violenza di un totalitarismo che ci rende disumani e che la politica dovrebbe scongiurare con ogni mezzo.

La priorità, di chi lavora nel sociale, è mantenere vive queste realtà, queste esperienze e questi valori, ma il tempo non è nostro amico, ancor meno la politica, pur volendo ancora rimanere garantista. Si rischia di chiudere e sparire nel silenzio se non si interviene… Capitelo se non è chiaro!

Mi rendo conto che un articolo non può descrivere brevemente l’importanza di certi argomenti, ma sento ugualmente il bisogno di provarci e di non chiudermi nel silenzio che non è altro che complicità a un disastro di proporzioni epocali. Magari la domanda che dovreste porvi è: cosa c’è in questa società che non funziona e perché l’alienazione sociale è predominante?  Rafforzare i servizi che si occupano di questo e non abbandonarli o farli chiudere… Potrebbe essere una probabile risposta e soluzione.

La salute non è una merce, ma è un diritto che non può sottostare a tempi e regole di mercato, di profitto o burocratiche, tutte cose che non guardano i bisogni reali delle persone.

Il messaggio tempestivo che la politica dovrebbe dare è sicuramente quello di dare risposte certe ai tanti problemi, non soffermandosi solo alla propaganda. Tenendo bene a mente che investire nel sociale è allo stesso tempo curare la società e agire dove si origina la sofferenza e il disagio, quindi l’impegno inteso come responsabilità comune è imprescindibile. (gf)

[Giuseppe Foti è operatore sociale di Reggio Calabria]

Disabilità e sport, l’assessore Staine: Oltre 1 mln per promuovere l’inclusione attiva

Sono oltre 1 milione di euro, la somma stanziata dalla Regione Calabria per promuovere progetti a sostegno dell’inclusione attiva delle persone con disabilità attraverso lo sport.

La somma sarà trasferita ai Comuni capo fila degli Ambiti territoriali sociali che dovranno finanziare specifiche iniziative progettuali a livello locale.

«Lo sport è un fondamentale motore di crescita e di educazione – ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche sociali Emma Staine – e vogliamo consentire a tutti, soprattutto a coloro che si trovano in condizioni di disabilità, in particolare minori, di poter praticare sport e svolgere attività ludico-motorie in sicurezza. Anche attraverso questo bando perseguiamo i processi di inclusione e accessibilità a favore delle persone con maggiori fragilità contribuendo a superare barriere architettoniche e sensoriali L’obiettivo è garantire interazione, socializzazione e sviluppo delle facoltà cognitive».

I fondi sono finalizzati alla realizzazione di aree accessibili e attrezzate con strutture ludiche, percorsi e altri componenti che consentano a tutti di svolgere in sicurezza attività ludico-motorie garantendo interazione. Inoltre, sono diretti all’acquisto o noleggio di attrezzature, ausili necessari alle persone con disabilità per lo svolgimento di un’attività sportiva a sostegno dell’inclusione. La durata degli interventi progettuali sarà di dodici mesi a partire dalla data di approvazione dei Progetti da parte della Regione Calabria. (rcz)

Oggi il Convegno a Reggio su DIsabilità e protezione Civile

“Disabilità e Protezione Civile: obiettivi, strumenti e prospettive”, è il nome del convegno che si terrà giovedì 27 ottobre, dalle ore 8.30, presso l’Auditorium Scuola Allievi Carabinieri, a Reggio Calabria.

L’evento, promosso dalla Regione Calabria e dalla Protezione Civile regionale, in collaborazione con il Comitato Operativo per presentare l’esercitazione Sisma dello Stretto 2022, sarà introdotto e moderato dal dirigente generale della Protezione Civile Calabria, Domenico Costarella.

Durante l’incontro si parlerà di vari temi, tra i quali la pianificazione a favore di persone con specifiche necessità, di strumenti e procedure per rispondere correttamente nelle situazioni di emergenza, della creazione delle reti di supporto, e il possibile ruolo del terzo settore.

Interverranno, tra gli altri: Agostino Miozzo, consulente della Giunta regionale in materia sanitaria e di Protezione Civile; Roberto Cosentino, direttore generale del Dipartimento Lavoro e Welfare; il generale Antonio Battistini, referente sanitario per l’emergenza in Calabria; sindaci e presidenti regionali delle associazioni Fand e Fish di Calabria e Sicilia, e di altre associazioni del terzo settore attive nell’assistenza a persone fragili e particolarmente vulnerabili.

Il convegno potrà essere seguito in collegamento streaming all’indirizzo www.protezionecivilecalabria.it. (contatti e-mail: convegnosismadellostretto@regione.calabria.it).(rrc)

Sport e disabilità, al via il bando “Includi Calabria”, Minasi: una grande opportunità

È stato aperto l’Avviso Pubblico per il sostegno all’attività sportiva delle persone con disabilità, la cui predisposizione era stata illustrata lo scorso luglio in una conferenza stampa congiunta con la Vicepresidente della Giunta regionale con delega anche allo Sport, Giusi Princi, che prevede lo stanziamento di 910 mila euro da distribuire tra i soggetti richiedenti fino a esaurimento fondi, per un massimo di 80mila euro ciascuno.

Lo ha reso noto l’assessore regionale al Welfare e senatrice Tilde Minasi, spiegando che «il bando del progetto “Includi Calabria” per la concessione di contributi di sostegno dell’attività sportiva delle persone con disabilità è stato appena approvato e pubblicato sul Burc. Associazioni e società sportive affiliate alle Federazioni Paralimpiche che operano in Calabria potranno dunque avere accesso ai fondi messi a disposizione dalla Regione, per offrire alle persone disabili una magnifica opportunità di crescita e inclusione. Ora non resta loro che presentare la domanda, secondo le procedure indicate sul nostro portale».

«Come già avevamo avuto modo di spiegare in conferenza stampa assieme alla Vicepresidente Princi – ha detto l’assessore – il lavoro congiunto tra i due Assessorati regionali alle Politiche Sociali e allo Sport da cui nasce il bando è stato probabilmente un unicum in Italia e si è dimostrato un vero successo».

 «Le Politiche sociali hanno infatti tante declinazioni e lo sport è una di queste – ha proseguito – è uno strumento fondamentale per aiutare le persone con disabilità ad acquistare fiducia in se stessi e negli altri, autonomia, consapevolezza e per sviluppare la socialità, oltre che le proprie capacità, favorendo l’inclusione nella collettività, le pari opportunità e l’abbattimento di qualunque barriera mentale e di ogni discriminazione».

 

«Ecco perché – ha continuato Minasi – ci siamo dedicate con convinzione e passione a questa misura, che vuole essere un modo concreto di stare accanto alle persone disabili, sopperendo alle difficoltà anche economiche che affliggono purtroppo anche il settore dello sport, soprattutto all’indomani dell’emergenza pandemica».

 «Siamo certe che questa forma di sovvenzione potrà dare tanto non solo ai destinatari, ma anche alla società nel suo complesso, dunque – ha concluso – mi auguro che quest’occasione, frutto di una buona azione politica, non venga sprecata e invito tutti gli interessati a farsi avanti, prendendo subito visione del bando». (rcz)

Princi: Regione costantemente attenta sul tema della disabilità

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, ha risposto al consigliere regionale Ernesto Alecci, che aveva attribuito alla Regione i ritardi sull’erogazione dei fondi per l’assistenza specialistica nelle scuole, sottolineando che la «Regione è costantemente attenta sulla materia della disabilità».

«Come è nostro primo pensiero nei confronti delle nostre giovani generazioni e così come previsto dai compiti istituzionali dell’Ente, la Regione ha avviato tutte le attività propedeutiche a garantire i giusti ausili e supporti agli alunni con disabilità riconosciuta, al fine di vivere l’ambiente scuola come il miglior posto inclusivo in cui crescere. E lo ha fatto ancor prima dell’avvio del nuovo anno scolastico», ha detto la vicepresidente.

«I nostri uffici – ha proseguito Giusi Princi – si sono attivati già a luglio scorso per predisporre il Piano regionale per il diritto allo studio per l’anno scolastico 2022/2023, ai sensi della Legge Regionale n.27/85. Per poterlo elaborare, sulla base della popolazione scolastica residente in ogni Comune (60%) e sul numero degli alunni con disabilità riconosciuta ai sensi della L.104/92 (40%), hanno chiesto alla Direzione regionale INPS, tramite nota prot. n.317287 del 7 luglio, i dati aggiornati sulla presenza di studenti con disabilità fino al compimento del 18° anno di età e disaggregati per Comune. Non avendo ricevuto alcuna risposta, la stessa nota è stata nuovamente inviata l’8 settembre, prima dell’avvio delle lezioni. Ad oggi, non rilevando alcun riscontro, i nostri uffici stanno continuando con quotidiani solleciti telefonici, in attesa di una risposta dettagliata».

«A scanso di equivoci – ha sottolineato la vicepresidente della Calabria – occorre ricordare che i fondi di cui alla legge regionale 27 del 1985 sono da intendersi quali contributi ai Comuni per i servizi di competenza degli stessi Enti Locali, come ad esempio la mensa, i trasporti o i servizi residenziali; tra questi servizi sono compresi quelli di assistenza specialistica all’autonomia e alla comunicazione, per le scuole del primo ciclo, che devono essere garantiti, in tempi brevi e certi, con personale adeguato e competente sulle specifiche tipologie di disabilità».

«Ormai da diversi anni la programmazione regionale – ha spiegato ancora Princi – stabilisce che è priorità irrinunciabile quella di garantire la presenza quotidiana a scuola degli alunni con disabilità, adottando tutte le misure organizzative ordinarie e straordinarie possibili, in una dimensione inclusiva vera e partecipata, al fine di favorire la qualità della didattica, avendo particolare cura delle speciali necessità e garantendo l’assolvimento dell’obbligo scolastico e ogni forma di facilitazione per il completamento degli studi, in un’ottica di corresponsabilità con i Comuni e le istituzioni scolastiche».

«Pertanto, per conoscere meglio la materia ed evitare segnalazioni strumentali, fini a sé stesse – ha concluso Giusi Princi – invito chiunque, anche gli esponenti politici, ad interfacciarsi con i nostri uffici preposti che, in un consolidato spirito di collaborazione fattiva, hanno sempre dimostrato grande sensibilità e ampia disponibilità nel dare chiarimenti e fornire tutto il supporto necessario, soprattutto in considerazione della delicatezza e dell’importanza di questa materia che interessa i soggetti più vulnerabili». (rcz)