La rivincita delle periferie riparte da Saverio Strati e Sant’Agata del Bianco

di SANTO STRATI  – Per due giorni il piccolo e incantevole borgo di S. Agata del Bianco, nel cuore dell’Aspromonte, è stato, culturalmente parlando, la Capitale della Calabria. Il successo, clamoroso, al di là di qualsiasi aspettativa, del convegno di chiusura delle celebrazioni del centenario della nascita dello scrittore Saverio Strati, dimostra che è possibile il riscatto delle periferie, la rigenerazione del territorio, la valorizzazione di un patrimonio culturale inestimabile, ma troppo spesso sottovalutato o, peggio, trascurato. 

La celebrazione del centenario chiuso da questa due giorni di incontri intensi e, molto spesso appassionati, nella città natale dello scrittore indica un percorso virtuoso che il futuro assessore alla Cultura della Regione, ma soprattutto il governatore appena rieletto Roberto Occhiuto, dovrebbero prendere a modello per modulare la “rivincita” culturale della Calabria, vera leva di sviluppo e unitamente di contrasto ai pregiudizi e ai preconcetti che per troppo tempo hanno pervaso questa terra. La nuova narrazione della Calabria passa anche per queste iniziative che valorizzano il territorio e i suoi figli più illustri, mostrando la dimensione culturale di una terra che ha un potenziale altissimo nell’ambito del patrimonio di cultura e tradizioni. Questo modello di Sant’Agata del Bianco, che, grazie alla felice intuizione del suo straordinario sindaco Domenico Stranieri, ha saputo “rinascere” scegliendo di valorizzare il suo cittadino più illustre. Una scelta che ha rigenerato il territorio puntando sulla cultura, coinvolgendo l’intera comunità, ma soprattutto giovani e donne che hanno potuto scegliere di restare e non partire. 

Sant’Agata del Bianco, non ha celebrato solo Saverio Strati, come scrittore orgoglioso delle sue origini calabresi, ma anche mostrato come la sia stato possibile realizzare un’impresa che poteva apparire impossibile: parlare della Calabria partendo da un borgo, mostrare al Paese quanto sia rilevante il contributo di questa terra alla storia della letteratura italiana del Novecento e come non sia difficile coinvolgere scuole, insegnanti e studenti, anche scolari delle elementari, in un progetto di rinascita urbana non soltanto culturale, ma di rivitalizzazione del l’intero territorio.

Sant’Agata con i suoi murales, le sue avvincenti sculture in ferro che ormai segnano l’intero centro storico, è diventato un paese che avvince e si fa amare a prima vista: conquista il visitatore e lo pervade di cultura, tradizione, misteri e curiosità del mondo contadino, rivelando un fascino irresistibile, che avvince i suoi ospiti e li rende parte integrante della comunità. Che è viva, accogliente e generosa.

Saverio Strati, un autentico autore moderno che ha saputo, attraverso la sua lettura del passato contadino e agreste, guardare al futuro, non ha avuto, da vivo, la fortuna e il successo che avrebbe meritato. Aveva conquistato il Premio Campiello ed era tra i protagonisti del Novecento letterario italiano, poi, improvvisamente, alla fine degli anni Novanta, si è trovato isolato, dimenticato e visti rifiutare i suoi nuovi libri dal suo editore storico, la Mondadori, mica una piccola editrice. Una discesa all’inferno, culminata nella accorata richiesta di applicazione della Legge Bacchelli per poter vivere e sopravvivere. Una proposta lanciata dall’allora direttore del Quotidiano della Calabria Matteo Cosenza, che venne subito accolta dopo una mobilitazione del mondo della cultura. Era quella manifesta conferma della sua fragilità del vivere quotidiano, che avrebbe dovuto suggerire la necessità di creare le condizioni per rivalutare e valorizzare il lavoro letterario di Saverio Strati, ma per anni, fino alla morte, su di lui è calata una vergognosa trascuranza. 

Dopo la sua scomparsa, l’editore Florindo Rubbettino ha ripreso il vecchio progetto del generoso e visionario padre Rosario, che vedeva nella cultura il perno principale dello sviluppo del territorio calabrese, ed è riuscito – acquisendo i diritti dal figlio Giampaolo – a ripubblicare quasi tutta l’opera edita di Saverio Strati, ma l’obiettivo è quello di recuperare le oltre 5.000 pagine tra diario e manoscritti inediti per continuare a proporre ai lettori l’opera di uno straordinario scrittore.

Il segnale che viene da Sant’Agata è dunque chiaro: attraverso la cultura si possono e si devono rigenerare i borghi per fermare lo spopolamento. E, mirabilmente, frenare la fuga con biglietto di sola andata di tanti giovani cervelli, laureati, ricercatori e diplomati) che non trovano speranze di futuro nella propria terra. Provate a immaginare di replicare il modello di Sant’Agata per i tanti paesi che hanno dato i natali ai protagonisti della cultura di origine calabrese (scrittori, poeti, giornalisti, operatori culturali): cosa potrebbe accadere? Vedremmo la rigenerazione di Palmi (Leonida Repaci), Bovalino (Mario La Cava), Maropati (Fortunato Seminara), Melicuccà (Lorenzo Calogero), Careri Francesco Perri), Bova (Pasquino Crupi) e tanti altri ancora, partendo da San Luca dove nacque Corrado Alvaro (di cui ricorrono un altr’anno i 70 anni della morte). Lo scrittore di Gente in Aspromonte pur essendo adeguatamente citato tra i protagonisti del Novecento letterario italiano meriterebbe attenzione maggiore, a partire dalla sua terra, che dovrebbe propore San Luca come Capitale della Cultura insieme con la Locride, terra di giganti della cultura, mai valorizzati, trascurati, di frequente dimenticati.

Il lavoro del Comitato “100 Strati” guidato da un instancabile Luigi Franco (direttore editoriale di Rubbettino) ha lavorato bene, pur avendo contro gli ostacoli di una burocrazia regionale insopportabile, ma il suo obiettivo di allargare l’interesse sulle opere di Saverio Strati anche al di fuori del territorio calabrese (che ugualmente continua a conoscerlo poco e quindi non lo può apprezzare in modo adeguato) non credo sia stato adeguatamente raggiunto: per il futuro occorrerà coinvolgere i media nazionali, ospitando inviati e giornalisti, per dare il giusto risalto a qualsiasi evento regionale di grande rilevanza. Purtroppo, anche in questo caso, il piano di comunicazione non ha avuto adeguata applicazione, eppure c’era una corposa dotazione finanziaria per le celebrazioni del centenario di Saverio Strati. 

Importante è stata la partecipazione al convegno dell’assessore regionale alla Cultura uscente Caterina Capponi che aveva “ereditato” dalla vicepresidente Giusi Princi il progetto 100Strati e che ha confermato quanto la Regione punti sulla Cultura per lo sviluppo del territorio, ma, allo stesso tempo, non si può non evidenziare l’assenza della Città Metropolitana, ingiustificabile e non accettabile. La MetroCity ha mancato un appuntamento importante che poteva essere l’occasione per valutare (e apprezzare) il modello qui proposto e rilanciarlo in tutto il territorio della provincia reggina, insieme a un auspicabile progetto regionale di valorizzazione delle risorse culturali passate, presenti e future.

Da ultimo, da direttore di Calabria.Live ma anche da componente del Comitato 100Strati, mi sono permesso di lanciare l’idea di fissare una giornata Stratiana da celebrarsi ogni anno a Sant’Agata del Bianco (magari nella ricorrenza della morte, 9 aprile) con il coinvolgimento delle scuole e l’istituzione di un Premio Letterario nazionale intitolato a Saverio Strati. Due iniziative che manterrebbero viva la figura dello scrittore e sarebbero la giusta prosecuzione di questi due giorni di celebrazione di cui i calabresi possono andare fieri. 

Ne prendano nota, in Regione, a cominciare dal Presidente Occhiuto.  

I PICCOLI COMUNI HANNO FAME DI CULTURA
LA REGIONE DEDICHI UN BANDO APPOSITO

di ARISTIDE BAVA Perché non si fa un “bando cultura” per aiutare i piccoli Comuni?  È l’interrogativo che pone il sindaco di S. Agata del Bianco, Domenico Stranieri, con una lettera aperta inviata al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.

La lettera parte dalla premessa che “A maggio 2022 il Dipartimento Turismo, Marketing Territoriale e Mobilità della Regione Calabria ha comunicato l’approvazione dell’avviso Pubblico “Spettacoli ed eventi 2022” con le indicazioni che  “l’Amministrazione regionale ha inteso sostenere la realizzazione di eventi finalizzati alla valorizzazione e promozione delle risorse del territorio che pongano, altresì, in risalto il legame tra cultura, storia, arte, costume, tradizione, natura e sostenibilità ambientale”. 

Però, in un punto successivo (punto 2) si legge che destinatari dell’avviso sono “a) Comuni, in forma singola o associata, con popolazione ricompresa tra 5000 e 6.999 abitanti dotati di una capacità ricettiva di almeno 500 posti letto come risultante dai dati ISTAT 2020; b) Comuni, in forma singola o associata con popolazione pari o superiore a 7.000 abitanti, dotati di una capacità ricettiva di almeno 200 posti letto come risultante dai dati ISTAT 2020. c) Comuni Capoluogo di Provincia, indipendentemente da popolazione e capacità ricettiva”. 

La riflessione sul contenuto dell’avviso porta il sindaco Stranieri a scrivere che “Al di là della difficoltà a comprendere perché un comune di 5000 abitanti debba avere una capacità ricettiva di almeno 500 posti mentre uno più grande, pari o superiore a 7.000 abitanti, debba avere una capacità ricettiva di 200 posti letto, è chiaro che i piccoli comuni (i decantati borghi di cui tanto si parla) che magari hanno lavorato negli anni per ideare e realizzare Festival ed importanti eventi culturali resteranno ai margini della proposta progettuale della Regione Calabria”. 

Stranieri scrive «non so se si incentiverà il turismo (che tipo di turismo?) favorendo solo chi possiede tanti posti letto, ma, in questo momento, servirebbe anche un bando capace di guardare alla nostra cultura, con originalità e rigore, sostenendo i centri dove sono nati i nostri scrittori e i nostri artisti».

«Insomma – ha aggiunto – un bando aderente al contesto territoriale della nostra regione, alle tante realtà che “resistono” e difendono la loro arte e bellezza e sono meta di escursionisti e visitatori per tanti mesi all’anno».

Quindi, si ricorda anche che “A Sant’Agata del Bianco, ad esempio, dal 2017 esiste un Festival di Letteratura e Musica che si chiama Stratificazioni (dedicato allo scrittore Saverio Strati) che da anni si sta affermando anche a livello nazionale. 

Sant’Agata del Bianco, come tanti paesi, non ha 500 posti letto, ma ha un percorso artistico-culturale che, anche grazie al Festival, riesce ad attrarre tante persone. Probabilmente, senza fondi, quest’anno il Festival non si farà o si realizzerà in forma ridotta. 

Ci sono tantissimi posti come Sant’Agata del Bianco che grazie ad un bando intelligente, un progetto capace di favorire il miglioramento globale dei paesi, possono fare “miracoli”. 

Altrimenti, è inutile parlare di Magna Grecia, di Strati, La Cava, Seminara e Alvaro, delle nostre risorse ambientali, paesaggistiche e culturali se poi si guarda solo a un turismo di tipo consumistico che, in questo momento, è prerogativa (lo dimostreranno i dati Istat) soltanto di pochissimi Comuni che si trovano sulla costa. 

Certo, pure le realtà sviluppate che riescono ad attrarre grandi flussi di turisti vanno aiutate, anche perché ogni territorio, sicuramente, ha bisogno di una sanità efficiente, di strade o di un sistema di depurazione moderno (a tal proposito volevo ricordare che per ogni decreto di finanziamento che la Regione ritarda a trasmettere, arriva un avviso di garanzia a qualche sindaco)”.

Nella parte finale della lettera l’interrogativo «cosa si pensa di fare questa estate per i borghi (che magari hanno anche 30/50 posti letto)?» e la considerazione che è necessario un bando «che dia valore, “riabiliti”, i piccoli centri (il recentissimo libro del prof. Vito Teti, La Restanza, ed. Einaudi, ci racconta come i paesi possono diventare luoghi di un possibile futuro solo se sono ripensati in maniera nuova)». 

Ma per cambiare le cose– dice a conclusione il sindaco – «serve una fortissima volontà politica capace di superare la fredda imitazione di aree che poco ci assomigliano, altrimenti il nostro mondo diventerà illeggibile anche per noi stessi». (ab)