Serafino Tangari e Pietro Francesco Spadafora, rispettivamente candidati al consiglio regionale nella lista Psi Circoscrizione Nord e al consiglio comunale di Cosenza, hanno risposto al candidato sindaco, Francesco Caruso, in merito al dissesto finanziario che ha colpito l’ente comunale.
I due candidati, infatti, hanno ritenuto opportuno «smontare, punto per punto, questo racconto incentrato sulla solita favola, credibile forse solo tra coloro i quali sostengono questa negativa continuità».
«È necessario ricordare – hanno spiegato – al candidato Francesco Caruso alcune cose che probabilmente gli sfuggono, essendo alla ricerca di qualche elemento da proporre nella sua idea di città, anche se risulta un po’ strano detenendo lui stesso la delega sul Bilancio e Riequilibrio Finanziario. Una prima riflessione politica è quella derivante dalla determinazione con cui si è voluto procedere alla redazione del Piano di Riequilibrio Finanziario, che sancisce non solo una prima ondata di effetti sui cittadini ma determina l’idea, convinta, dell’amministrazione nel poter condurre i conti comunali fuori da questa crisi attraverso delle azioni di buona condotta e una gestione virtuosa tanto delle entrate quanto delle uscite».
«L’approvazione di tale Piano – hanno aggiunto – da parte della Corte dei Conti offriva, evidentemente, la possibilità al Comune di Cosenza di raggiungere questo traguardo, se solo fosse stato seguito, controllato e gli obiettivi intermedi fossero stati raggiunti. Così non è stato, ed è stato certificato non dalle considerazioni, legittime, che chi veramente ha contrastato questa amministrazione ha espresso nel corso di questi anni, bensì dalla Corte dei Conti sezione regionale di controllo per la Calabria».
«Pagine su pagine – hanno proseguito – in cui sono state riportate tutte le mancanze, evidenziando chiaramente il sistematico e grave mancato raggiungimento degli obiettivi intermedi del piano, con la conseguenza dell’inevitabile dichiarazione di dissesto finanziario».
«Partendo da una percentuale di riscossione dei tributi molto più bassa rispetto a quanto previsto – hanno spiegato – sul Titolo I delle Entrate consuntivato il 63% nel 2015 sino ad arrivare al 74% del 2018, ma comunque ben lontani dal 90% obiettivo del Piano di Riequilibrio, ricordiamo redatto dalla stessa amministrazione. Le disponibilità di cassa, in particolare nel 2017 e nel 2018, oggetto di numerosi pignoramenti tali da erodere totalmente il suo valore, oltre al fatto che ripetutamente l’ente ha considerato, invece, lo strumento dell’anticipazione di cassa come un vero e proprio finanziamento, interpretando in maniera totalmente diversa il suo concetto originario e addirittura non restituendola spesso entro i termini previsti».
«Sempre in funzione della situazione drammatica – hanno spiegato ancora – vi è stato anche l’utilizzo di fondi vincolati a sostegno della spese corrente senza poi reintegrarli, una conferma del disequilibrio e la difficoltà a far fronte agli impegni. Ma come dimenticare le entrate irrisorie sulle alienazioni immobiliari quando invece i piani prevedevano molti milioni di euro. Si potrebbe continuare ancora per molto, se il candidato sindaco vuole possiamo farlo confrontandoci personalmente, ma riteniamo che già questo basti per evidenziare che la realtà sia molto diversa da quella che affannosamente si cerca di raccontare».
«Sempre per rispetto alla città – hanno detto ancora – prima di cercare gli alibi come le riduzioni dei trasferimenti da parte dello Stato o la percentuale di comuni in questa situazione, sarebbe il caso di ammettere pubblicamente gli errori compiuti e chiedere scusa alla città che oggi e per altri anni sarà costretta a pagare per colpe non sue».
«Su questo – hanno sottolineato – vogliamo rassicurare la città che nel progetto Cosenza 2050 la questione dei conti comunali non è un punto di programma, bensì l’elemento di partenza del progetto stesso. Un’operazione verità per poter raccontare senza filtri come stanno le cose e come sono andate, ma anche e soprattutto una vera e propria azione di risanamento volta non solo a rimettere ordine ai conti ma ad applicare, finalmente, un metodo di gestione che tenga lontano il ricordo e la drammaticità del dissesto, il primo della storia della nostra città».
«Ci concederete l’ultima riflessione – hanno concluso – come può risultare credibile l’amministrazione uscente e quella che si propone in continuità a parlare di stabilità dei conti, grazie al conseguimento di obiettivi previsti quando ha dimostrato per anni di non essere capace di rispettare quelli del Piano di Riequilibrio Finanziario?». (rcs)