L’OPINIONE / Salvatore Cirillo: «Con Princi otterremmo un grande risultato elettorale»

di SALVATORE CIRILLO – Seppur la notizia fosse già motivo di trepidazione per tutti noi forzisti, adesso che il tutto assume forma definita, con vivo entusiasmo, mi sento di affermare che il territorio dell’area metropolitana di Reggio e la Calabria tutta esprimono una candidatura importantissima per il Parlamento europeo, le quali doti umane, professionali e politiche potranno essere un autentico valore aggiunto per le politiche comunitarie del prossimo quinquennio.

In questa prima fase di legislatura regionale oltre ad aver apprezzato il lavoro svolto dalla vicepresidente, ho sempre riposto fiducia per la sua elevatissima competenza e per la determinazione messa in atto alla guida dell’assessorato assegnatole dal presidente Occhiuto nel quale vi sono state anche deleghe di particolare complessità, che la vicepresidente della giunta regionale ha saputo governare con diligenza e lungimiranza, raggiungendo straordinari risultati.

A ciò si aggiunge la costante presenza riservataci nel tempo sul territorio dell’area ionica, motivo per il quale non sono mai mancate puntuali risposte alle varie istanze poste alla sua attenzione con il chiaro intento di rendere il nostro territorio sempre più attrattivo e capace di avviare nuove fasi di sviluppo, anche attraverso la valorizzazione del nostro contesto storico e culturale con iniziative di particolare importanza.

Ancora una volta la scelta di questa candidatura, rappresenta la sintesi di un progetto di particolare valenza politica per il quale Forza Italia, con i suoi dirigenti nazionali, regionali e territoriali hanno saputo cogliere l’essenza del valore umano attraverso una sintesi perfetta. Sostenere la candidatura della vicepresidente Giusy Princi, sarà perciò un grande piacere per il quale, sono certo, insieme a tutti gli iscritti ed i simpatizzanti di Forza Italia, sapremo lavorare insieme per raggiungere il migliore risultato elettorale. (sc)

(Salvatore Cirillo è consigliere regionale della Calabria)

L’INSPIEGABILE INSISTENZA SU AUTONOMIA
CHE NON FARÀ BENE AL PAESE E ALLA LEGA

di PIETRO MASSIMO BUSETTAMa è questione di vita o di morte l’approvazione dell’autonomia differenziata prima del voto per le europee dell’8 e 9 giugno? Pare proprio di sì. E in realtà i motivi che portano Calderoli ad andare a marce forzate sono molti. 

Perché per La lega è ormai diventato uno scalpo da mostrare alle prossime elezioni. Non solo ma per lo stesso Matteo Salvini è probabilmente un salvacondotto per la sopravvivenza. 

Ma anche per Calderoli l’esigenza di salvare la faccia, dopo gli impegni sbandierati e le carte false fatte, con commissioni improbabili  bipartisan, dimissioni eccellenti, violazioni di regolamenti e minacce più o meno larvate di far saltare il banco del Governo, é imprescindibile.      

Infine Fontana e Zaia diventerebbero delle belve se saltasse l’accordo all’interno della maggioranza di far andare contemporaneamente avanti autonomia e premierato. E la Lega avrebbe difficoltà con le frange più estremiste esterne  ormai esistenti, capeggiati da Bossi, che vogliono tornare alla Lega delle ampolle e di Alberto da Giussano.

Ovviamente gli interessi di Forza Italia, diretta competitrice nella corsa ad essere il secondo partito per percentuale di consenso all’interno della coalizione di centrodestra, sono opposti.

La paura di perdere consenso, in conseguenza di tale legge, soprattutto nel Mezzogiorno è grande. Conseguentemente anche le posizioni espresse da alcuni Presidenti di Regione, appartenenti al Partito fondato da Berlusconi, in particolare Roberto Occhiuto, peraltro vicepresidente del Partito, ma adesso si è aggiunto anche Renato Schifani, sono chiare e certamente non a favore dell’autonomia, se prima non si è nelle condizioni di finanziare i Lep, cioè i servizi essenziali delle prestazioni in tutto il Paese, in particolare al Sud dove le carenze sono evidenti e gridano vendetta nei confronti di una Nazione sempre più duale. 

Ma è noto che per avere i livelli essenziali, nemmeno parliamo di quelli uniformi, sarebbero necessari annualmente 100 miliardi di euro da destinare al Sud,  come é stato detto da più centri studi nazionali, a cominciare dalla Svimez.

Risorse che il Paese non ha certamente. E allora si assiste a un gioco delle tre carte, per cui invece di parlare di finanziamento dei Lep si parla di individuazione di essi, si cerca di far passare le autonomie per le materie cosiddette non “leppizzate”, come per esempio l’energia.      

Insomma un gioco poco serio che mette in discussione oltre che l’unità della coalizione, che alla fine però si compatterà come sempre, e farà passare il “capriccio” della Lega, chiamato “spacca Paese”, anche la sua credibilità.     

Infatti tale riforma comporta non solo danni prevedibili di carattere economico per il bilancio dello Stato, ma anche alimenta una contrapposizione tra le due realtà del Paese duale, pericolosissima e che può  mettere in discussione l’Unità raggiunta nel 1860. 

Purtroppo si sta portando avanti una esigenza legittima in un momento sbagliato. È comprensibile che le realtà a sviluppo compiuto vogliano maggiore autonomie di gestione. Avendo raggiunto livelli adeguati di capacità amministrative, e contemporaneamente una classe dirigente che si occupa del bene comune, vogliono che alcune prerogative siano gestite  in periferia, che in genere é vero che conosce meglio le esigenze dei cittadini e dei territori. 

Anche se nella richiesta di autonomia il vero tema è quello di trattenere il cosiddetto residuo fiscale, cosa naturale in un paese sviluppato in modo equilibrato, ma che diventa dirompente in uno che ha le disuguaglianze dell’Italia. 

E allora quello che chiede la Lega è di mettere il carro davanti ai buoi, cioè di procedere con forme accelerate di federalismo e di trattenuta di risorse, teoricamente prodotte nelle realtà regionali che le incassano, in una realtà che ha invece bisogno di diminuire le disuguaglianze, di dare gli stessi servizi a tutti i cittadini, di equiparare i diritti di cittadinanza, di mettere in funzione quel secondo motore di sviluppo, che può dare risultati eccellenti, se solo viene aiutato in modo corretto e non solo a parole. 

Quella seconda locomotiva sempre tenuta nei depositi e mai partita veramente, che ancora ha capitale umano da utilizzare, siti da usare senza quell’affollamento ormai intollerabile che si registra nella pianura padana, una localizzazione felice estremamente vicina all’Africa, in un momento così importante per quel Continente e in una situazione in cui l’Europa vuole sempre più avvicinarsi ad esso. 

Quando tutto questo dovesse accadere e il reddito pro capite delle realtà meridionali si dovesse avvicinare a quello delle aree più sviluppate allora il tema di mantenere le risorse nelle realtà che le  producono potrebbe trovare un normale accoglimento, perché ognuno potrebbe gestire autonomamente, al di là ovviamente delle esigenze che alcune materie rimangano a livello centrale, come la sanità, la formazione, l’energia, l’infrastrutturazione, i porti e molte delle materie che sono state chieste che vengano delegate alle regioni con l’autonomia in approvazione.  

Tale esigenza per non perdere quell’unità funzionale che serve ad avere una catena di comando breve ed efficiente. 

In un momento in cui la Lega e Matteo Salvini in particolare si spendono in un modo assolutamente imprevisto per collegare con il ponte sullo stretto di Messina a Hong Kong e Singapore, Berlino e Stoccolma, dimostrando una visione delle esigenze del Paese non comune, insistere sull’autonomia fa perdere a tale partito quel carattere di forza nazionale che le sta facendo diminuire il consenso, soprattutto nel Sud. 

Forse uno stop in questo momento diventa inconcepibile e impraticabile, ma trovare un modo per evitare l’accelerazione voluta e avere più tempo per considerare molti aspetti trascurati, una via di fuga che contemperi l’esigenze di tutti, potrebbe far capire al Paese che la Lega è diventata una forza adulta, non più esclusivamente territoriale, spendibile anche oltre il lombardo veneto, e acquisire una credibilità che stenta ad avere nelle regioni del Sud.  (pmb)

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

Elezioni europee, i candidati calabresi

Le elezioni europee si avvicinano e, anche in Calabria, sono quasi ormai noti chi saranno i candidati calabresi che saranno in corsa per il Parlamento Europeo.

Tra le candidature, per la Lega, spicca quella del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso. È stato lui stesso ad annunciarlo in un post su Facebook: «ho accettato la candidatura per l’Europarlamento nella circoscrizione dell’Italia meridionale che mi è stata chiesta da Matteo Salvini e Claudio Durigon».

«Affronto ogni impegno con passione, coraggio e responsabilità – ha spiegato – e anche questa volta sarà così. Ho accolto la proposta con vivo piacere, perché la sfida dell’8/9 giugno è decisiva per il futuro dell’Europa. Abbiamo un lavoro importane da fare, ma affrontandolo insieme e con l’ambizione di essere protagonisti e non semplici spettatori, sono sicuro che otterremo risultati gratificanti. Metto a disposizione della Calabria e del Mezzogiorno il bagaglio di conoscenze, competenze e concretezza che ha fin qui contraddistinto il mio impegno nelle istituzioni».

«Il Mezzogiorno italiano ha tutto l’interesse – ha concluso – in una congiuntura mondiale difficile, a stoppare l’Europa della burocrazia autoreferenziale e delle scelte all’insegna dell’austerità, spingendo per un’Europa sociale che finalmente decide a maggioranza e agisce con politiche economiche espansive».

Sempre per la Lega, è stata candidata la deputata Simona Loizzo. Due personalità, ha detto il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, che «sapranno dimostrare di essere stati sempre vicino ai calabresi».

Per il Partito Democratico, corrono Jasmine Cristallo e l’ex sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone.

Per il Movimento 5 Stelle, il capolista nella Circoscrizione Sud è Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps. Tra gli altri possibili candidati – ma ancora da definire con l’ultima consultazione aperta agli iscritti – Giuseppe Nunziato Belcastro, consigliere comunale di Gioiosa Jonica.

Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, è candidato come capolista per Sinistra Italiani Verdi. Per Azione, sono stati individuati Francesco De NisiStefania PostorivoRamona Calafiore.

Per Fratelli d’Italia, è sicura la ricandidatura di Denis Nesci, anticipata nei giorni scorsi dal senatore Fausto Orsomarso. Un’altro volto, sempre per Fdi, è la consigliera regionale Luciana De Francesco. Ma la lista per il partito sarà definito entro domani.

Per Forza Italia, ancora non sono noti i nomi dei candidati. L’ipotesi sono la vicepresidente della Regione, Giusy Princi, che ancora non ha confermato nulla e Rosaria Succurro.

«Sono al vaglio tantissimi nomi di qualità, con un profilo alto che saranno sicuramente in grado di rappresentarci in una Europa che oggi più che mai necessita di figure di alto profilo e di una Calabria che sia al meglio rappresentata», ha detto la vice di Occhiuto a LaCNews24, che ha ipotizzato, anche, la candidatura di Pino Galati per la lista Noi Moderati che ha siglato nei giorni scorsi una intesa con FI(rrm)

L’eurodeputato Nicola Procaccini incontra la comunità calabrese a Roma

L’eurodeputato Nicola Procaccini incontra la comunità calabrese a Roma. «La Calabria è come se fosse la mia terra ma il sostegno che chiedo alla comunità calabrese che vive a Roma e nel Lazio riguarda la possibilità di dare all’Italia un’altra Europa», ha detto Procaccini nell’incontro al Marriott Hotel. Procaccini è presidente del gruppo Ecr e ricandidato nel collegio del Lazio.

«L’Europa a cui guardiamo – ha detto Procaccini – non è quella di chi vuole gli Stati Uniti del Continente e il superamento delle nazioni ma un’identità forte e coesa. Insieme all’amico Denis Nesci – ha aggiunto Procaccini – abbiamo portato avanti battaglie di grande respiro e di grande autorevolezza mentre registriamo che c’è chi vorrebbe addirittura inserire l’aborto negli elementi costitutivi».

Alfredo Antoniozzi, vicepresidente del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha elogiato «la serietà e la compostezza di Procaccini. Ti sosterremo convintamente – ha aggiunto Antoniozzi – costruendo un ponte ideale tra le nostre due regioni».

Fausto Orsomarso, senatore, ha ricordato come «solo a Roma vivano oltre settecentomila calabresi. Il voto che chiediamo per Procaccini è il voto di chi vuole investire nella bellezza e in un futuro diverso rispetto a un continente algido».

Luciana De Francesco, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ha sottolineato come «intorno a Procaccini e a Fratelli d’Italia sarà necessario inserire tutte quelle ragioni che rendono indispensabile dare fiducia a Giorgia Meloni e al suo progetto politico». Presenti diversi rappresentanti del mondo delle associazioni e delle professioni. (rrm)

Elezioni europee, ufficializzato l’accordo per una lista unica fra Forza Italia e Noi moderati

di SALVATORE DE BIASE – In una mossa politica volta a garantire coesione e prospettiva futurista, Forza Italia e Noi moderati hanno ufficialmente siglato un accordo per presentare una lista unitaria alle prossime Elezioni europee. Questa decisione riflette l’aderenza ai principi salutari dell’Europa unita e promette di portare avanti l’eredità ideale di Silvio Berlusconi, il cui contributo ideologico rimane un faro guida per entrambe le parti.

Forza Italia si presenta come forza di governo responsabile e orientata al futuro, ancorata a valori di moderazione e cultura europeista. Noi Moderati si configura come il partito del riformismo e della moderazione nel centrodestra, proponendosi come punto di riferimento per questa posizione politica.

Il partito di Forza Italia si impegna a rispondere alle esigenze delle famiglie e della società, a sostenere le imprese e ad aderire ai principi fondamentali dell’Europa unita. Nel contesto della coalizione di centrodestra, entrambi i partiti sostengono i valori cristiano-democratici.

Il consolidamento territoriale di Forza Italia negli ultimi anni rappresenta una testimonianza tangibile del suo costante impegno per la crescita e lo sviluppo del paese. Il partito si distingue per la sua apertura all’accoglienza di idee e progetti innovativi, nonché per il suo incessante sostegno alla partecipazione attiva dei cittadini. Questo impegno riflette il nostro profondo rispetto per i principi della libertà e dell’aggregazione democratica, fondamentali per il progresso e il benessere della nostra società.

Forza Italia è impegnata nel fornire servizi a beneficio dei giovani, sostenere il settore dello sport, promuovere l’arte e la cultura. L’obiettivo è quello di recuperare il consenso del popolo e offrire una governabilità basata sui principi della democrazia partecipativa.

Questo accordo rappresenta un passo significativo verso un’Europa più forte e coesa. Siamo fiduciosi che la nostra lista comune rappresenterà al meglio gli interessi dei cittadini italiani e contribuirà alla costruzione di un futuro migliore per tutti. (sdb)

[Salvatore De Biase è coordinatore di Forza Italia a Lamezia Terme]

A Lamezia riunito il Pd Calabria: Focus su rete ospedaliera, autonomia ed elezioni europee

Si è parlato della rete ospedaliera, dell’autonomia differenziata e delle elezioni europee nel corso della riunione, a Lamezia Terme, del gruppo del Pd in Consiglio regionale.

La riunione, introdotta e moderata da Mimmo Bevacqua, si è aperta con un approfondimento sulla situazione in cui versa la rete ospedaliera regionale, anche alla luce della deludente informativa resa in Consiglio dal governatore Occhiuto. I consiglieri dem hanno deciso di intraprendere, durante le prossime settimane, una serie di iniziative legate al tema, partendo dal confronto diretto con i sindacati e gli ordini dei medici.

I consiglieri hanno, poi, approfondito e discusso i temi che saranno oggetto della Conferenza programmatica del partito prevista per metà mesa e espresso soddisfazione per l’annunciata visita del Presidente Sergio Mattarella, vista come un segnale della presenza dello Stato che è indispensabile per il Sud in questa fase.

Il gruppo dem ha anche ribadito l’auspicio che il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, mantenga l’impegno assunto in occasione dell’ultima riunione dell’Assemblea e inserisca all’ordine del giorno dei lavori della prossima seduta la discussione sull’autonomia differenziata.

«Un momento indispensabile – si legge in una nota – perché ognuno si assuma le proprie responsabilità davanti a una riforma che rischia di dividere l’Italia e che gli stessi Vescovi calabresi hanno definito “secessione dei ricchi”».

Il gruppo, infine, si è confrontato anche in vista delle prossime elezioni europee, preparandosi a fornire il proprio contributo a sostegno delle candidature che saranno individuate di concerto con il partito regionale e nazionale. (rcz)

Antoniozzi (Fdi): Dare più forza a partito significa cambiare l’Europa

Il deputato di Fdi, Alfredo Antoniozzi, ha ricordato come «fra cinque mesi si voterà per le elezioni europee ed essendo un sistema proporzionale ognuno di noi, legittimamente, lavorerà per sé e per portare consensi al proprio partito».

«Fdi è parte integrante nel progetto politico regionale e non vuole sottrarsi alle sfide che si porranno in questo anno. La Giunta regionale – ha ricordato Antoniozzi – sta lavorando bene ed è nostro compito far si che lavori ancora meglio e colga gli obiettivi della legislatura. Capisco che il tema sanità sia preminente ma non esiste solo quello: c’è la questione lavoro, rispetto alla quale proprio come partito, attraverso i due assessori regionali, Giovanni Calabrese e Filippo Pietropaolo, stiamo agendo, lavorando per svuotare il precariato storico e per assumere nuovo personale pubblico».

«C’è un approccio diverso al tema ambientale – ha proseguito il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia –, con un rilancio forte di Arpacal, che ha già dato risultati confortanti in materia di depurazione e di difesa delle coste. Ci sono tanti altri tavoli aperti sui quali confidiamo che si giunga a risultati intermedi positivi. Fdi sta concludendo la stagione dei congressi all’insegna dell’unità e della serietà di tutti i dirigenti e amministratori locali».

«La Calabria – ha ricordato – rappresenta un investimento strategico per il governo Meloni perché è fondamentale nelle politiche attive per il Sud e per la sua posizione nel Mediterraneo. Le elezioni europee sono storicamente le meno partecipate, ma in una gerarchia di importanza forse occupano il primo posto. Le politiche di manovra finanziaria governativa, i fondi di coesione regionali, la politica dei tassi Bce passano attraverso la presenza di un’Europa diversa da quella attuale. Ma anche le Regioni devono poter cambiare passo se è vero, come ha ricordato il nostro europarlamentare Denis Nesci, calabrese, che l’Italia spende il 34% di queste risorse, mentre Paesi come la Polonia arrivano addirittura al 100%».

«Serve la politica e una concertazione che in Calabria esiste. E serve dare consenso a Fdi che può diventare il primo gruppo parlamentare in tutta Europa. Per avere un continente diverso – ha concluso Antoniozzi – che guardi alle singole nazioni con l’umiltà e la forza di saperle valorizzare». (rp)

San Luca, un paese normale: eletto il sindaco. Vanno 2 calabresi a Bruxelles: Ferrara e Sofo

di SANTO STRATI – Un paese normale: benvenuti a San Luca che ha, di nuovo, dopo 11 anni, un sindaco democraticamente eletto, Bruno Bartolo, infermiere di 70 anni, sanluchese al 100%. Bisogna dire grazie al mass-mediologo Klaus Davi che ha sposato l’incredibile situazione del paese natìo di Corrado Alvaro, più volte commissariato e con le urne deserte per mancanza di candidati da molti anni, creando un movimento d’opinione i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. È il segnale più bello e significativo di queste elezioni di metà primavera, che passeranno alla storia per le tante contraddizioni, soprattutto in Calabria, dove l’ex sindaco di Riace, Mimì Lucano, è stato “tradito” dalla sua stessa città, non venendo rieletto nemmeno come consigliere comunale. Hanno preferito la lista vicina a Salvini, bocciando, a questo punto, il cosiddetto modello Riace.

Inaspettatamente, la Calabria si è rivelata la regione più grillina d’Italia (e dire che i calabresi non hanno accolto con entusiasmo l’elemosina del reddito di cittadinanza, chiedendo, invece, concrete opportunità di lavoro) e la Lega ha colto a piene mani in una terra che ha sempre guardato con (giustificato) sospetto le sue lusinghe. E che dire del PD che si rivela il primo partito in provincia di Reggio, recuperando a piene mani una situazione che pareva destinata al disastro. Il vero exploit – questo aspettato, vista la frenetica attività del coordinatore provinciale on. Francesco Cannizzaro e del sen. Marco Siclari – è stato il risultato di Forza Italia nella Città Metropolitana di Reggio: il doppio della media nazionale. Altro risultato positivo – anche questo prevedibile – hanno riportato Fratelli d’Italia: una crescita costante, che attira sempre più “profughi” del centro-destra attirati dal sovranismo ultradestrorso di Giorgia Meloni. Da non dimenticare, in questa rapida sintesi di risultati, il successo “storico” a Cinquefrondi della Sinistra (21,48%).

Laura Ferrara
Laura Ferrara

La Calabria manda a Bruxelles due europarlamenti. Laura Ferrara (M5S) e Vincenzo Sofo (Lega). La Ferrara è stata premiata con 77.970 preferenze: i calabresi hanno riconosciuto il grande impegno della giovane napoletana di origini cosentine durante il precedente mandato a Bruxelles. Laura Ferrara ha meritato la riconferma: si è dimostrata molto attiva e sempre presente per la Calabria in Europa. Il suo lusinghiero successo personale, peraltro, spariglia il quadro delle prossime elezioni regionali. Il Movimento Cinque Stelle, fino ad oggi, era rimasto in religioso silenzio sulle eventuali candidature grilline per la poltrona di Germaneto, lasciando cadere, en passant, l’eventualità di candidare Laura Ferrara.Tutto era stato rinviato ai risultati del 26 maggio. Nemmeno i deputati grillini calabresi si aspettavano un en plein di voti, in controtendenza ai risultati nazionali, ma ieri mattina hanno brindato alla regione più grillina d’Italia (26,69% in Calabria, primo partito alle Europee).

Adesso, il quadro si fa molto più nitido: Laura Ferrara (sempre che non preferisca restare a Bruxelles) sarà la candidata ufficiale di Cinque Stelle, portando non poca angoscia alle due formazioni (Forza Italia e PD) che davano per scontato una sfida a due per il governo della Regione. I Fratelli di Giorgia, in Calabria, col 10,26% dei voti, non hanno la forza per imporre la, pur ottima, candidata Wanda Ferro nella sfida per la Regione, salvo a voler suicidare tutto il centro-destra con una lista di disturbo. L’offensiva – a tanti sembrata decisamente esagerata – della magistratura nei confronti dei due candidati, il governatore uscente Mario Oliverio e l’aspirante azzurro Mario Occhiuto, attuale sindaco di Cosenza, non ha smorzato gli entusiasmi e l’ottimismo dei due papabili. Con una evidente differenza, però. Oliverio vede un partito in risalita che non sembra intenzionato a giocarsi la sua carta per un rinnovo (che si preannuncia difficile), Occhiuto, invece, ha dalla sua il positivo risultato degli azzurri nella regione e ha coinvolto un gran numero di liste civiche pronte a sostenere la sua candidatura, ma dovrà fare i conti in casa leghista dove dovranno decidere se sostenerlo o presentare un proprio candidato (altro suicidio garantito).

Vincenzo Sofo e Marion Le Pen
Vincenzo Sofo e Marion Le Pen

Per tornare a parlare di Europa, c’è da dire che l”altro prossimo inquilino di Bruxelles è Vincenzo Sofo, un milanese con origini calabresi, più famoso per essere il fidanzato di Marion Le Pen che per le sue idee politiche. Imposto, pare, da Salvini ha prevalso sul crotonese Giancarlo Cerrelli, che, comunque, può registrare un’ottima affermazione personale. È comunque un altro calabrese che siederà in Europa e c’è da augurarsi che due parlamentari a Bruxelles possano dare un ottimo impulso al rilancio della Calabria, in chiave europea, innanzitutto difendendo a spada tratta le tipicità regionali, troppo presse di mira da falsi e produzioni taroccate (pecorino, ‘nduja, bergamotto di Reggio Calabria) e intollerabili importazioni di agrumi che danneggiano gli agricoltori locali. Senza contare i milioni di euro dell’Europa, restituiti al mittente, per mancato utilizzo. La Calabria, che crede nell’Europa, ha bisogno dei suoi rappresentanti, gli elettori che hanno premiato Laura Ferrara e Vincenzo Sofo ci contano. (s)

Nella foto di copertina: Klaus Davi, il sen. Marco Siclari  e il neo-sindaco di San Luca Bruno Bartolo. Il sen. Siclari (FI), in una nota ha voluto rimarcare il ruolo di Davi: «Dopo anni torna la democrazia con l’elezione del sindaco Bartolo. Un grazie per aver permesso che si tornasse al voto va a Klaus Davi che, sono certo, anche dai banchi della minoranza continuerà la sua battaglia di legalità per riscattare questa terra».