I segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Calabria, rispettivamente Michele Sapia, Caterina Vaiti e Pasquale Barbalaco, hanno evidenziato come le risorse stanziate dall’ultima legge di bilancio – 440 milioni di euro per quattro anni – siano insufficienti per il settore della forestazione.
Per i sindacalisti «un risultato importante ma insufficiente, che conferma la pericolosa tendenza dei tagli. Difatti, per l’anno 2023 sono previsti solo 60 milioni di euro totali da parte dello Stato». Per questo è stato proclamato lo stato di agitazione. La decisione è maturata dopo l’incontro sindacale svolto lo scorso 25 gennaio presso il Dipartimento della Forestazione regionale alla presenza dell’assessore Gallo, della dirigenza del Dipartimento e degli Enti Gestori.
«Nonostante l’impegno e le risorse messe a bilancio dalla Regione – hanno spiegato – pari 56 milioni di euro, non sarà possibile né garantire il normale svolgimento delle attività di prevenzione, in una regione perennemente interessata dal rischio del dissesto idrogeologico come la Calabria, né le coperture finanziarie per garantire le retribuzioni degli stipendi degli stessi lavoratori. Tutto questo in un contesto contraddistinto da una debolezza strutturale del comparto idraulico-forestale calabrese, composto per lo più da una forza lavoro monoreddito, con una età media avanzata e prossima al pensionamento, dovuta alla legge n. 442 del lontano 1984 che, per la sola Calabria, impedisce nuove assunzioni in questo comparto».
«Ribadiamo l’urgenza di prevedere ulteriori risorse economiche per il settore regionale – hanno proseguito – al fine di assicurare una vera programmazione, da troppo tempo legata alla logica dell’emergenza, con cui sarà possibile avviare il necessario ricambio generazionale, per una forestazione moderna, formata e qualificata, capace di porre una regione forestalmente importante come la Calabria al centro delle sfide e delle opportunità rappresentate dalla transizione ecologica».
«A nostro avviso –hanno concluso Sapia, Vaiti e Barbalaco – l’attuale disposizione finanziaria, che ci preoccupa molto, mortifica un intero settore e la dignità degli addetti, non tenendo conto del valore del presidio umano e del lavoro forestale e sicurezza del territorio. Siamo invece convinti che in Calabria servano ulteriori investimenti, confronto sociale e contrattazione, programmazione e pianificazione per attività di prevenzione e cura del territorio e delle foreste, attività fondamentali per la nostra regione, per la sicurezza della comunità calabrese, per contrastare il fenomeno dell’abbandono delle aree interne e per costruire nuove opportunità occupazionali nel comparto ambientale regionale». (rcz)