L’OPINIONE / Tonino Russo: 8 Marzo ricorda dovere morale del rispetto della donna

di TONINO RUSSO – L’8 Marzo è una data che ricorda a tutti noi il dovere morale quotidiano del rispetto per la donna, come per ogni persona.

Nella Giornata Internazionale della Donna è particolarmente importante richiamare alcuni punti ineludibili. Innanzitutto, la necessità di un impegno condiviso per contrastare la violenza contro le donne, un impegno che si gioca anche sul piano educativo e della prevenzione, non solo della repressione.

Poi, il superamento della precarietà del lavoro, e di un lavoro spesso in nero, quindi doppiamente a rischio, precarietà molto più elevata per le donne che per gli uomini.

Insieme a questo, l’urgenza di realizzare le condizioni per rendere realmente possibile l’accesso delle donne al mercato del lavoro: flessibilità negli orari e nell’organizzazione; ampliamento dei congedi parentali; sostegni per nascite e cura delle persone non autosufficienti; servizi la conciliazione famiglia-lavoro; asili nido.

E ancora, la Giornata dell’8 marzo ci ricorda la necessità di una piena attuazione dell’art. 37 della Costituzione e della “legge Anselmi”, la n. 903/1977, sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro.

Sono obiettivi che ogni giorno dobbiamo perseguire con convinzione e tenacia perché le donne, le giovani generazioni e tutti noi possiamo guardare con maggiore fiducia ad un futuro sereno che non si realizzerà senza il contributo di ciascuno. (tr)

(Tonino Russo è segretario generale Cisl Calabria)

La Cittadella regionale si “colora” di rosa per la Festa della Donna

«L’8 marzo deve considerarsi una giornata di bilanci e di riflessione per fornire all’Amministrazione e alla società civile utili suggerimenti per promuovere interventi volti a sviluppare e sostenere la cultura delle pari opportunità tra le lavoratrici e i lavoratori attraverso forme di informazione e comunicazione, finalizzate alla realizzazione di un’organizzazione del lavoro sempre più inclusiva e rispettosa della parità di genere, che valorizzi il capitale umano, il valore dell’esperienza, la cultura del benessere organizzativo». Proprio per questo la Cittadella regionale “Jole Santelli” si è vestita di rosa per tre giorni, per sostenere la campagna regionale di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle politiche di genere.

L’iniziativa, dal titolo Diversi nel genere, pari nelle opportunità, è stata promossa dal Comitato unico di garanzia della Giunta della Regione Calabria.

Attraverso la pianificazione delle Azioni positive, da realizzare con il supporto dell’assessorato al Personale guidato da Filippo Pietropaolo, il Comitato si prefigge di dare il proprio contributo mediante l’attuazione di idonee misure volte a rimuovere eventuali ostacoli alla piena ed effettiva parità tra donne e uomini, nonché favorendo, ove sussista la necessità, il riequilibrio del divario fra generi, attraverso la promozione dell’inserimento delle donne nei settori e nei livelli professionali in cui esse sono sottorappresentate, con il precipuo obiettivo di rispettare la dignità personale, indispensabile per creare un sano ambiente di lavoro e realizzare le proprie aspettative personali.

«La valorizzazione professionale delle persone e il benessere organizzativo sono elementi fondamentali – conclude la nota – per la realizzazione delle pari opportunità, al fine di accrescere l’efficienza e, quindi, l’efficacia dell’azione amministrativa».

Il Comitato unico di garanzia ha ringraziato il presidente Roberto Occhiuto e l’assessore Pietropaolo «per aver accolto con entusiasmo tale iniziativa che, seppur simbolica, rappresenta un modo per rendere visibile e concreto l’impegno quotidiano profuso per contrastare il divario di genere, evidenziando, altresì, che all’interno dell’Amministrazione regionale i dati rilevati sono molto confortanti, in quanto emerge un rispettoso equilibrio di genere». (rcz)

Un altro modo di celebrare la Giornata della Donna

di ANNA MARIA VENTURALa giornata internazionale dei diritti della donna quest’anno ha mirato al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Ancora oggi molte donne continuano ad essere vittime di violenze, soprusi e discriminazioni.

Le iniziative italiane per questa giornata sono state tante: dalla presentazione di libri presso le varie Sale della Camera dei Deputati alle mostre fotografiche nel Corridoio dei Busti e ad incontri nelle Piazze e nelle Botteghe Altromercato aderenti al tema dei diritti: tutte iniziative il cui fine ultimo è una più pronunciata consapevolezza democratica nella comunità nazionale.

Altre iniziative sono annunciate per la ricorrenza dei 75 anni della nostra Costituzione, entrata in vigore l’1 gennaio del 1948.

All’interno di tale quadro l’AIParC di Cosenza e il Convegno di Cultura “M. Cristina” di Savoia di Cosenza hanno inteso celebrare la giornata della donna in modo diverso, proponendo uno studio su alcune donne della Chiesa che hanno contribuito a cambiare il corso della storia con la forza delle loro idee e la determinazione con cui le hanno perseguite. Il risultato è una pubblicazione dal titolo Sante che hanno cambiato la storia, contenente scritti di Wanda Lombardi e Marilù Sprovieri. Sante che si possono definire rivoluzionarie perché hanno sconvolto schemi di vita, hanno aperto la strada a impostazioni nuove e hanno segnato l’inizio di nuovi percorsi. Sono state donne semplici che si sono imposte con la forza delle idee e la validità dei progetti.

Donne straordinarie, rimaste nella storia della Chiesa e dell’umanità perché pietre miliari, modelli di vita e punti di riferimento. Il libro inizia con una donna, la Vergine Maria, che ha portato la più grande rivoluzione, quella dell’amore, con l’obbedienza ad un disegno superiore. “Sia fatta la tua volontà” disse all’Angelo che le annunziava la sua maternità. E la rivoluzione dell’amore portò allo scardinamento di un sistema di vita, perché dichiarò tutti gli uomini liberi e uguali. L’elencazione delle donne rivoluzionarie continua con una cavalcata intelligente attraverso i secoli con il ricordo di donne che si sono imposte con le loro idee in momenti difficili, rivoluzionando sistemi e modelli consolidati.

Sante che hanno coniugato la santità con le esigenze del quotidiano, intendendo la santità non come forma astratta di contemplazione, ma come azione concreta per aiutare il prossimo sofferente e creare condizioni di vita dignitose. Tutte le donne di questa piccola rassegna hanno aperto rivoluzioni in tal senso. L’ elenco si chiude con il ricordo di Armida Barelli, una donna del secolo scorso, dichiarata beata, che ha operato la rivoluzione nel mondo delle donne senza sangue e senza clamori, usando solo l’arma potente dell’istruzione religiosa. La Gioventù Femminile dell’Azione Cattolica da lei fondata sulla scia della Rerum Novarum di Leone XIII portò le donne fuori dalle chiese e dalle case aprendo un mondo nuovo cui si poteva accedere attraverso l’istruzione. Le donne presero coscienza del loro diritti e dei loro doveri ed entrarono da protagoniste nella vita del Paese.

Il libro Sante che hanno cambiato la storia è stato presentato il 9 marzo 2023 a Cosenza, nella Sala Convegni della Chiesa di Sant’Aniello in un incontro-dibattito denso di cultura e spiritualità, organizzato da AIParC Cosenza e dal Convegno di Cultura “Maria Cristina” di Savoia di Cosenza. In un’atmosfera di attenta partecipazione si sono susseguiti gli interventi che hanno avuto al centro la presentazione del libro. Ha aperto i lavori Don Salvatore Fuscaldo, assistente spirituale del Convegno “Maria Cristina” di Savoia di Cosenza. Egli si è soffermato sulla considerazione in cui Gesù teneva le donne, presentate nei vangeli come coloro che per prime hanno saputo accogliere e comprendere il Signore: dalla madre, grande non perché ha dato alla luce Gesù, ma perché è saputa diventare discepola del figlio, a Maria di Magdala, prima testimone e annunciatrice della risurrezione del Cristo. 

A tal proposito mi piace sottolineare che nella lingua ebraica non si conosceva un termine per indicare discepola, che esisteva solo al maschile, e al tempo di Gesù la tradizione insegnava che “un discepolo dei saggi non deve parlare con una donna per strada neanche se è sua moglie, sua figlia, sua sorella”. Ma per Gesù non “c’è più né maschio né femmina” (Gal 3,28), c’è la persona umana, che come tale merita rispetto e dignità indipendentemente dalla sua identità sessuale. Per questo, contravvenendo tradizione e morale, Gesù associa al suo gruppo anche “alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità” (Lc 8,1), e nei vangeli sono le donne le privilegiate protagoniste delle azioni del Signore.

La prima persona alla quale Gesù si manifesterà come il Messia atteso sarà una samaritana, essere umano che come donna, adultera e impura era il meno credibile cui affidare l’importante rivelazione. Ugualmente l’unico fatto che il Signore chiede espressamente venga fatto conoscere ovunque è l’unzione compiuta su di lui da una donna: “In verità io vi dico: dovunque sarà predicato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che essa ha fatto” (Mc 14,9).

Se i discepoli maschi scomparvero di scena al momento della crocifissione, le uniche testimoni della sua morte “erano alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme” (Mc 15,40-41). Gli evangelisti affermano che le donne oltre che seguire Gesù lo servono. Di nessun discepolo è detto questo. Nella concezione religiosa del tempo Dio abitava in una “luce inaccessibile” (1 Tm 6,16). Gli esseri che gli erano più vicini erano gli angeli del servizio, gli unici che stavano sempre davanti al Signore per servirlo.

Nei vangeli gli unici esseri che servono Gesù sono gli angeli (“e gli angeli lo servivano”, Mc 1,13) e le donne. Per gli evangelisti le donne non solo sono uguali agli uomini, ma svolgono un ruolo superiore, lo stesso degli angeli. L’azione di “annunziare”, esclusiva prerogativa degli angeli, i nunzi di Dio, è infatti nei vangeli compito privilegiato delle donne. Per questo solo le donne sono incaricate dall’Angelo del Signore di annunciare la risurrezione di Gesù: “Presto, andate a dire ai suoi discepoli: «È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto». Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli” (Mt 28,7-8). E proprio la donna, che la Bibbia definiva responsabile della morte (“Dalla donna ha avuto inizio il peccato, per causa sua tutti moriamo”, Sir 25,24), sarà la prima testimone della vita: “Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore!»” (Gv 20,18).

Ritornando all’evento, la Presidente AIParC Cosenza Tania Frisone, dopo i saluti di rito, ha spiegato le ragioni che hanno indotto AIParC Csenza a festeggiare la giornata internazionale dei diritti della donna con la pubblicazione di questo piccolo ma grande libro dedicato a figure di donne, che senza clamore e nella spiritualità non solo hanno lasciato tracce incancellabili delle loro esistenze, ma hanno contribuito a cambiare in meglio la storia dell’umanità. 

Ha ringraziato poi le autrici Wanda Lombardi e Marilù Sprovieri che con i loro studi appassionati hanno dato la possibilità di portare all’attenzione figure ed esempi di spiritualità che hanno contribuito a migliorare la vita della Chiesa e del mondo. “Ricordare queste Donne Sante nella ricorrenza dell’8 marzo”, ha continuato la Presidente Frisone, “significa concedersi un momento di riflessione nel turbinìo di un legittimo giorno  di festa, che ci indurrà a considerare le conquiste sociali realizzate dalle donne e quelle che ancora attendono di essere realizzate”.

È intervenuta, poi, Francesca Rizzuti, Vice Presidente del Convegno di Cultura “Maria Cristina” di Savoia, che ha porto i saluti della Presidente Maria Pia Galasso, assente per motivi familiari. Si è soffermata sul contenuto del libro, rivoluzionario nel tracciare la biografia di Donne Grandi nella loro santità. Come rivoluzionarie sono tante donne, che nella quotidianità svolgono il lavoro di medico, ingegnere, infermiere, assistente sociale o altri lavori al servizio della collettività. Ha letto poi la prefazione al libro scritta dalla Presidente Galasso.

«Abbiamo accettato volentieri e anche con grande spirito di partecipazione l’invito dell’AIParC di Cosenza di pubblicare insieme uno studio fatto da due socie Wanda Lombardi e Marilù Sprovieri su alcune donne della Cristianità che hanno lasciato segni tangibili di avanzamenti sulla via della Santità, operando in modo rivoluzionario in tanti ambiti della società…” “…L’importanza della donna nella società inizia con la maternità – carnale o spirituale – e si può irradiare in tanti modi, tutt’altro che marginali, in ogni sfera della vita sociale…».

«…In quanto donne, in quanto cristiane, sentiamo il dovere di farci carico delle sofferenze degli altri, di “sporcarci le mani”, di vivere il servizio nella dimensione della carità operosa, sempre alla luce del Vangelo…».

Ha fatto seguito l’intervento di Antonella Doninelli, Docente presso l’Istituto Teologico cosentino, sul tema “La specificità della donna nella spiritualità cristiana”.

La trattazione appassionata, l’eloquio chiaro e avvincente, la competenza in materia teologica e filosofica hanno trascinato il pubblico lungo un percorso di filosofia e di fede, coniugate  in una sintesi mirabile. 

Fra a le Sante del libro ha scelto di parlare di Santa Teresa Benedetta Della Croce, al secolo Edith Stein. Nata a Breslavia, capitale della Slesia prussiana, il 12 ottobre 1891, da una famiglia ebrea di ceppo tedesco, fu allevata nei valori della religione israelitica. A 14 anni abbandona la fede dei padri divenendo agnostica. Studia filosofia a Gottinga, diventando discepola di Edmund Husserl, il fondatore della scuola fenomenologica. Diventa brillante filosofa. Nel 1921 si converte al cattolicesimo, ricevendo il Battesimo nel 1922. Insegna per otto anni a Speyer (dal 1923 al 1931). Nel 1932 viene chiamata a insegnare all’Istituto pedagogico di Münster, in Westfalia, ma la sua attività viene sospesa dopo circa un anno a causa delle leggi razziali.

Nel 1933, assecondando un desiderio lungamente accarezzato, entra come postulante al Carmelo di Colonia. Assume il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Il 2 agosto 1942 viene prelevata dalla Gestapo e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau dove il 9 agosto muore nella camera a gas. Nel 1987 viene proclamata Beata, è canonizzata da Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1998. Nel 1999 viene dichiarata, con S. Brigida di Svezia e S. Caterina da Siena, Compatrona dell’Europa.

La Doninelli ha precisato che la riflessione sul ruolo e sulla vocazione specificamente femminile occupa gran parte della ricerca filosofica di Edith Stein. Per Edith Stein la femminilità è la chiave per comprendere la capacità dell’umanità di amare e di connettersi col Creatore. Nelle sue ricerche sulla specificità dell’uomo e della donna, e sui loro rispettivi destini, l’uomo e la donna sono votati a riempire in un modo proprio la loro duplice missione. La quale consiste da una parte nell’essere a somiglianza di Dio, dall’altra nell’educare una posterità.

Per Edith Stein, la donna è chiamata a «cercare il sentiero che porta da Eva a Maria». Ella si vede assegnare la missione particolare di ristabilire «la natura femminile nella sua purità», il cui “archetipo” è la Vergine Maria. I pilastri della femminilità secondo la Stein trovano tutta la loro essenza nella più alta delle virtù, l’amore. Ogni donna che vive nella luce dell’eternità può rispondere alla propria vocazione, poco importa che ciò avvenga nel matrimonio, in una comunità religiosa o in un mestiere secolare. Per lei, tutte le donne che si lasciano guidare da Dio compiono il significato profondo della femminilità perché le donne sono particolarmente intuitive in fatto di scoperta di come amare.

Essere donne non è rispondere a tutto un insieme di attese o di ideali arbitrari. Significa che ovunque la vita ci conduca, ogni situazione può essere nobilitata e resa degna mediante l’amore. La filosofa tedesca pensa che tutte le donne sentano il bisogno fisico di diventare madri. Eppure ella stessa non ebbe figli. Però credeva che tutte le donne possiedano un istinto materno. Secondo lei le donne cercano per natura di abbracciare ciò che è vivente e personale Accudire, proteggere, nutrire ed educare  è tutto un desiderio naturale e materno. In altri termini, le donne danno la vita e la nutrono per natura. L’amore femminile è un impulso naturale capace non soltanto di mettere al mondo dei bambini, ma anche di rendere possibili i sogni e di aiutare così alla crescita degli altri. Edith Stein mostra così il cammino di una femminilità che ritrova la propria dignità. Ella riconosce il valore insostituibile della donna e riscopre la propria particolare maniera di apportare amore al mondo. Veramente appassionante e coinvogente è stata quella che si può definire la “lectio magistralis” di Antonella Doninelli.

Protagoniste dell’incontro sono state anche le autrici Wanda Lombardi e Marilù Sprovieri. 

Wanda Lombardi è autrice della prima parte del libro che contiene le biografie della Vergine Maria, di Ildegarda di Bingen. Santa Caterina da Siena, Santa Teresa D’Avila, Santa Rosa da Lima, Santa Teresita di Lisieux, Santa Teresa Benedetta della Croce, Santa Giovanna Beretta Mollo, Madre Teresa di Calcutta, Armida Barelli.

«C’è chi sostiene che le donne non abbiano un ruolo importante all’interno della Chiesa cattolica. Tuttavia, sin dagli albori del Cristianesimo fino ai nostri giorni, Dio ha ispirato grandi spiriti femminili che riuscirono a guidare la Chiesa nei tempi più bui della storia del Cristianesimo arrivando addirittura a condizionare alcune scelte del Papato. Ognuna di loro, nell’umiltà e nella fraternità, si impegnò per il riscatto e la valorizzazione della donna non solo nella Chiesa, ma nella società e nella famiglia. Le “donne rivoluzionarie della Chiesa” hanno tracciato la strada per altre migliaia di donne desiderose di vivere una intensa “comunione” con la Chiesa». Questo il suo pensiero.

Marilù Sprovieri nella seconda parte del libro tratta le Sante Protettrici: Santa Chiara,  Santa Lucia, Sant’Agnese, Santa Francesca Saverio Cabrini, Santa Veronica, Santa Cecilia, Santa Geltrude, Santa Dorotea,  Santa Marta, Sant’Agata. Nel suo brillante intervento l’autrice ha motivato il criterio della scelta delle Sante Protettrici, di cui ha parlato nel libro: rallegrare il lettore spiegando il perché da alcune Sante è richiesta una speciale protezione.

Ha aggiunto che spesso le nostre informazioni sono da attribuirsi a consuetudini, a voci popolari, mentre ci sono altre motivazioni che giustificano il loro patronato. Ha ricordato poi le persone morte nel mare di Cutro con la lettura della preghiera a Santa Francesca Cabrini, Protettrice degli emigranti. Commovente, a conclusione dell’evento culturale, la storia narrata dalla Sprovieri di Teresa Gullace, calabrese di Cittanova, uccisa da un soldato tedesco durante l’occupazione di Roma mentre tentava di parlare al marito prigioniero. La sua morte ebbe una notevole eco nella città e la sua figura divenne ben presto un simbolo della resistenza romana. Il luogo dove fu uccisa fu inondato di mimose dalle donne de popolo. La sua vicenda venne inoltre ripresa e resa celebre dal regista Roberto Rossellini, che prenderà spunto dalla Gullace per il personaggio della Sora Pina, interpretata da Anna Magnani nel film Roma città aperta.

Insomma un pomeriggio intenso di emozioni, un modo altro di vivere la festa della donna! (amv)

“Sulla mia pelle”, la significativa campagna del Consiglio regionale per il riscatto delle donne vittime di violenza

È stata presentata, in Consiglio regionale, Sulla mia pelle, l’importante campagna per il riscatto delle donne vittime di violenza.

Ma Sulla mia pelle non è solo il titolo di una campagna, ma anche il titolo di un importante dibattito «che lascia intendere – ha detto Domenico Giannetta, in sostituzione del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso non solo l’ingiustizia che si consuma quando si commettono violenze sulle donne, ma anche il dolore psichico che si provoca alla donna, ai suoi affetti e alla comunità».

«È mia opinione che la Calabria e l’Italia – ha detto Giannetta, dopo aver portato i saluti di Mancuso – avrebbero meno squilibri e diseguaglianze sociali e tutto, in ogni settore, potrebbe funzionare molto meglio, se ci si avvalesse di più, e con i giusti riconoscimenti economici e sociali, delle abilità, dell’intelligenza e del punto di vista femminile.  Voglio inoltre rivolgere, a nome mio e del Consiglio regionale i sentimenti di solidarietà incondizionata – associati alla speranza che la pace abbia il sopravvento sulla guerra – alle donne ucraine che vivono in Calabria e in Italia e a tutte le donne del popolo ucraino che sta coraggiosamente resistendo all’aggressione violenta dell’esercito russo».

«E sentimenti di solidarietà – ha continuato – rivolgo alle donne private dei diritti civili che subiscono sulla loro pelle le prevaricazioni delle autorità iraniane. In questo 8 marzo, vale la pena ricordare e sostenere la coraggiosa domanda di libertà delle donne iraniane. E di tutte quelle donne che vivono nei Paesi in cui sono mortificate da norme oppressive che collidono con ogni umanità, prima ancora che con i valori delle società occidentali».

«Quella in Ucraina – ha evidenziato – è una guerra terribile, non solo per le vittime che provoca, ma perché a un anno dall’inizio non si intravedono prospettive realistiche di pace. Il che genera frustrazione e disorientamento, mentre chiede alle democrazia occidentali di insistere con ogni mezzo per giungere in fretta alla cessazione delle ostilità».

«L’anno scorso – ha ricordato – è stata festeggiata la Giornata Internazionale della Donna, approvando in quest’Aula la legge recante “Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile”, proposta dalla Giunta regionale. Col proposito di festeggiare l’8 marzo, traducendo i buoni propositi delle ricorrenze, in provvedimenti legislativi di contrasto al marcato divario di genere nel mondo del lavoro che colloca le regioni meridionali agli ultimi posti dell’Unione Europea».

«Quest’anno – ha proseguito – che per tutti noi è un anno di guerra, si è voluto focalizzare l’attenzione sulla violenza in sé, che genera dolore e sofferenza sul corpo umano, in questo caso il corpo delle donne, di tutte le donne, intitolando appunto questa iniziativa “Sulla mia pelle”. Con l’auspicio che la violenza contro le donne, ovunque avvenga, sia adeguatamente contrastata. Irrobustendo i centri antiviolenza e finanziandoli adeguatamente, ma anche responsabilizzando i maschi non violenti a farsi carico di questa intollerabile emergenza e, soprattutto, esortando coloro che hanno il dovere di prevenire le violenze ad agire con più incisività, per neutralizzare la rabbia di uomini frustrati e mettere in sicurezza l’integrità psicofisica delle donne. Perché se una donna chiede aiuto oggi, non si può intervenire mesi dopo, quando frattanto si è consumato un dramma».

«Ringrazio la vicepresidente Giusi Princi e la Giunta regionale – ha aggiunto ancora – per avere voluto condividere con il Consiglio regionale l’odierna manifestazione, sintetizzando tutta la nostra disapprovazione verso la violenza alle donne e i danni umani e civili che essa produce, in un titolo efficace com’è Sulla mia pelle».

«Un pensiero particolare va – nello scenario internazionale messo a soqquadro da una guerra ingiusta, che coinvolge tutti noi perché è anche una guerra alla democrazia, all’autodeterminazione dei popoli e ai diritti insopprimibili delle persone – alle donne che in questo 8 marzo, sono costrette a vivere gli orrori della guerra sulla propria pelle – ha concluso –. E naturalmente, a tutte le vittime, a tutte quelle donne che resistono agli orrori delle tirannie, a chi fugge in cerca di un posto sicuro, in particolare alle donne della tragedia di Cutro, a chi vive nella costante preoccupazione per i propri cari. E a tutte le donne che ogni giorno, in tutto il mondo, lottano per la pace e per i diritti». (rrc)

VACARIZZO ALBANESE (CS) – Installata Panchina Rossa contro tutte le violenze

In occasione della Festa della Donna, a Vacarizzo Albanese è stata installata, a Via San Nicola, una panchina rossa contro tutte le violenze.

«Eravamo e restiamo convinti che anche l’istituzione pubblica locale, soprattutto i piccoli comuni, abbiano e debbano sapere interpretare una fondamentale ed insostituibile funzione pedagogica; una vera e propria missione di sensibilizzazione quotidiana ai valori ed ai metodi della educazione civica, della legalità, dello sviluppo ordinato e, non ultimo, del rispetto assoluto della dignità e della libertà della persona umana», ha dichiarato il sindaco Antonio Pomillo.

«A tutte le donne – ha aggiunto – rivolgiamo non gli auguri retorici per questa ormai conclusa giornata di commemorazione per le battaglie storiche combattute e vinte per la parità di genere; a tutte le donne – conclude Pomillo – ma anche a tutti gli uomini, vogliamo trasmettere attraverso questa simbolica panchina rossa il senso di responsabilità e l’incoraggiamento a non abbassare gli occhi, a non nascondersi ed a denunciare sin dal loro sorgere tutte le forme di aggressione e privazione della dignità e della libertà di tutti gli esseri umani, soprattutto di quelli più deboli». (rcs)

Anna De Gaio (CRPO): L’impegno della Commissione per le donne calabresi

In occasione della Festa della Donna, Anna De Gaio, presidente della Commissione regionale Pari Opportunità, ha ribadito l’impegno dell’organismo nei confronti delle donne calabresi.

«L’ 8 marzo quest’anno – ha detto – ricorre a pochi giorni da una grave tragedia che è avvenuta vicino le coste della nostra amata Calabria, una tragedia che mi porta a dedicare il mio pensiero a quelle madri che hanno visto morire i propri figli in mare, a quei figli che hanno visto morire le loro madri ed è a loro che intendo dedicare questa giornata, a loro e a tutte le donne che sono vittime di soprusi e di regimi che ne privano la libertà, alle donne che vivono in situazioni di guerra in uno dei tanti, troppi luoghi di conflitto nel mondo». 

«L’8 marzo quest’anno – ha aggiunto – ricorre anche a poche settimane dalla costituzione della “Commissione regionale per l’uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità tra uomo e donna”, di cui ho l’onore di essere presidente, un ruolo che intendo caratterizzare per l’attenzione e l’impegno a ogni aspetto della vita delle donne, alla ricerca delle strategie efficaci per garantire concretamente diritti e pari opportunità per tutte le donne, in particolare il diritto al lavoro dignitoso con tutto ciò che può favorire una buona conciliazione lavoro-famiglia affinché nessuna donna debba più scegliere tra maternità e lavoro.  Gli indici di denatalità ci impongono di individuare politiche adeguate a favorire la maternità costruendo opportunità di lavoro ma anche strutture di supporto come asili nido e scuole dell’infanzia».

«Altro aspetto da porre come priorità per il lavoro della Commissione – ha proseguito – è il diritto alla salute inteso come diritto a una vita sana, non solo in termini di assenza di patologie, ma anche in termini di benessere psicofisico. Bisogna invertire la rotta per ciò che riguarda la prevenzione di tumori femminili e l’assistenza alla maternità sia durante la gravidanza che nella fasi post-natali e anche la tutela della vita, sin dal suo concepimento, deve essere tra le nostre priorità, come lo sarà il contrasto a ogni forma di violenza esercitata dagli uomini sulle donne».  

«I temi, dunque, di cui la Commissione è chiamata ad occuparsi – ha concluso – sono molteplici e complessi, ma non mancherà l’impegno costante di questo organismo che, attraverso il lavoro sinergico di tutte le sue componenti, certamente sarà in grado di dare il giusto rilievo ad ognuno di essi». (rrc)

8 marzo, il presidente Mancuso: Ridurre la discriminazione di genere nel mondo del lavoro

«Ridurre la discriminazione di genere nel mondo del lavoro e contrastare la violenza sulle donne». È l’auspicio del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, in occasione della Festa della Donna.

Mancuso ha rivolto «gli auguri più sinceri a tutte le donne calabresi» e «sentimenti di solidarietà alle donne ucraine che vivono in Italia. A tutte le donne del popolo ucraino, che sta resistendo all’aggressione dell’esercito russo, e alle donne iraniane, la cui coraggiosa domanda di libertà è mortificata da norme oppressive».

«L’anno scorso – ha ricordato – il Consiglio regionale ha festeggiato l’8 marzo approvando una legge per fermare il divario di genere nel mondo del lavoro che colloca le regioni meridionali agli ultimi posti dell’Unione europea. Il combinato disposto di dati allarmanti sullo svantaggio delle donne calabresi – meno occupate, più esposte ai lavori precari, utilizzate senza adeguata valutazione di titoli di studio e professionalità e meno retribuite degli uomini – e della fragilità delle politiche sociali, richiede una pluralità di interventi verticali e orizzontali. Una terapia d’urto, in linea con l’articolo 37 della Costituzione che vieta ogni discriminazione».

«L’attuazione del Pnrr – ha spiegato – che prevede un aumento del 4 per cento di donne occupate entro il 2026 per ridurre il distacco tra l’Italia e l’Europa (giunto a 15 punti nel 2022), va presa sul serio. Soprattutto nel Mezzogiorno, dove è netto (dati Svimez) col Centro-Nord il divario di occupazione femminile. Dove lavora una donna su tre e in cui ci sono 1 milione e 800mila donne che non vengono impiegate e solo la metà delle donne potenzialmente disponibili a lavorare trova occupazione».

«Quest’anno, insieme alla Giunta regionale e su impulso della vicepresidente Giusi Princi, si è deciso di focalizzare l’attenzione (con una tavola rotonda nell’Aula del Consiglio regionale) – ha continuato – sulle donne vittime di violenza fisica e psicologica. Una piaga che deve coinvolgere tutti, donne e uomini».

«L’auspicio è che, istituite la Commissione regionale per i diritti e le pari opportunità e l’Osservatorio sulla violenza di genere – ha concluso – si contribuisca – assieme alle associazioni che operano incessantemente per arginare un’emergenza che incide sulla qualità della democrazia – a contrastare efficacemente ogni atteggiamento prevaricatorio e violento nei confronti della donna». (rrc)

SIDERNO (RC) – L’evento “Esprimiamo la bellezza, la forza e la diversità femminile attraverso l’arte visiva”

Si intitola Esprimiamo la bellezza, la forza e la diversità femminile attraverso l’arte visiva, la manifestazione organizzata dall’Amministrazione comunale di Siderno, guidata dalla sindaca Mariateresa Fragomeni, in occasione della Festa della Donna.

«La Giornata Internazionale della Donna– si legge in una nota – è un’importante occasione per riflettere sulle conquiste delle donne nel passato, celebrare il loro presente e guardare al futuro con l’obiettivo di eliminare ogni forma di discriminazione di genere. Questo giorno ci invita a riconoscere il contributo delle donne nella società e promuovere la parità di genere per un mondo più giusto ed equo».

Il programma prevede l’illuminazione di giallo del Palazzo Comunale; alle 11, l’inaugurazione della collettiva d’arte, in cui espongono Giulio Archinà, Marisa Catalano, Mariella Costa, Girolamo Gullace, Carmela Salvatore, Emanuela Verbeni, Tiziana Zimbalatti, Giuliano Zucco. Inoltre, in via eccezionale, saranno esposti degli studi inediti del Maestro Giuseppe Correale

Alle 18, alla Biblioteca comunale, la proiezione del  film Le 13 rose, a cura dell’Associazione “Amici del Libro e della Biblioteca”(rrc)

REGGIO – Festa della Donna, al MarRC ingresso gratuito per le donne

Domani, in occasione della Festa della Donna, l’ingresso al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria è gratuito per tutte le donne.

 L’iniziativa, promossa dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, viene arricchita al MArRC con due importanti appuntamenti, volti a celebrare la Giornata Internazionale della donna.  

La mattina alle 11, le scuole in visita al Museo potranno partecipare al percorso tematico Dee di Magna Grecia. Religione, mito e figure femminili, condotto dalla dott.ssa Daniela Costanzo, Funzionario Archeologa del Museo, e ideato con la collaborazione della dott.ssa Maria Domenica Lo Faro, Archeologa e Funzionario Amministrativo.

Sarà un percorso diffuso, con un focus su alcuni reperti esposti al livello B nella sezione dedicata ai santuari della Calabria greca.

Il pomeriggio, invece, appuntamento in Sala conferenze, alle 17, per l’incontro promosso dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria dal titolo La donna nell’antichità Classica. Si parlerà di condizione e status sociale della donna a partire dall’epos omerico fino alla tarda età romana, nelle evidenze archeologiche, storiche e letterarie.

Relatrici dell’incontro saranno la prof.ssa Paola Radici Colace, Ordinario di Filologia Classica presso il DiCAM dell’Università di Messina, nonché Presidente Onorario e Direttore Scientifico del CIS, e la prof.ssa Rosa Santoro, Aggregato di Letteratura Latina nel medesimo Dipartimento.

Introdurrà i lavori, dopo i saluti istituzionali del Direttore Carmelo Malacrino, la dott.ssa Loreley Rosita Borruto, Presidente del Cis Calabria 

«Ripercorrere la storia delle donne non è semplice curiosità erudita – ha dichiarato la prof.ssa Radici Colace –. Nonostante i radicali mutamenti oggi intervenuti, con la conquista della parità formale, rivisitare il retaggio di una plurimillenaria ideologia discriminatoria consente di individuare nelle organizzazioni sociali dell’antichità il momento nel quale la divisione dei ruoli venne teorizzata e praticata non solo come fatto culturale, ma anche come conseguenza di una differenza biologica, tradotta in una inferiorità di genere codificata dalle leggi. È nell’antichità greca e romana che nascere femmina è passato da differenza biologica ad asimmetria e subalternità culturale.  Ed è in tali società che vanno ricercate le radici di certi stereotipi ancora oggi responsabili di pregiudizi nei confronti delle donne».

Sarà un viaggio nella storia al femminile, attraverso la formazione delle donne, il matrimonio, lo stato civile, la dote, l’eredità, il divorzio, l’adulterio, nonché le categorie di genere e la codificazione dell’inferiorità, sullo sfondo delle riflessioni filosofiche, giuridiche e religiose nell’antichità classica.

«Anche il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria vuole festeggiare questa giornata dedicata alle donne – ha spiegato il direttore del Museo, Carmelo Malacrino –. Il MArRC consolida la sua identità di luogo di cultura per tutta la comunità del territorio. Ed è proprio attraverso la cultura, nel senso più ampio del termine, che si vincono pregiudizi e stereotipi e si prende coscienza del valore delle persone, indipendentemente dal genere. Ringrazio lo staff del Museo e il Cis Calabria per condividere con entusiasmo l’impegno per la diffusione della conoscenza». 

Si ricorda che, come ogni mercoledì, anche l’8 marzo è prevista la promozione sul biglietto di ingresso.  Fino ai 18 anni il ticket è sempre gratuito; per i giovani dai 18 ai 25 anni l’ingresso costa solo 2 euro. Il Museo è aperto dal martedì alla domenica (lunedì chiuso) con orario continuato dalle ore 9:00 alle 20:00, ultimo ingresso ore 19:30. Resta consigliato l’utilizzo della mascherina chirurgica. (rrc)

 

All’Ex Stac di Catanzaro l’incontro su Medicina di Genere e Prevenzione donna

Questo pomeriggio, a Catanzaro, alle 17, all’ex Stac, è in programma l’incontro su Medicina di genere e prevenzione donna.

L’evento è stato organizzato nell’ambito della rassegna Orienta Donna, organizzata in occasione della Festa della Donna dall’Assessorato alle Pari Opportunità e ai rapporti con il sistema sanitario e dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Catanzaro.

L’incontro offrirà l’occasione di discutere a 360 gradi su importanti temi attinenti la salute ed il mondo femminile con i contributi di professionisti e associazioni del settore e momenti artistici.

Dopo i saluti del sindaco Nicola Fiorita e l’introduzione del vicesindaco Giusy Iemma – promotrice dell’iniziativa – sono previsti gli interventi di Angela Sciacqua e Luca Gallelli, rispettivamente docenti di Medicina interna-geriatria e Farmacologia all’Università Magna Graecia, di Elvira Mazzei, direttrice della Radioterapia oncologica dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, e dell’oncologia Caterina Battaglia.

Seguiranno le testimonianze di Valentina Currenti, vicedirettore del Conservatorio Musicale Tchaikovsky, Caterina Iuliano, vicepresidente del CASM – Coordinamento Associazioni per Salute Mentale, e Silvana Aiello Bertucci, presidente della sezione di Catanzaro dell’Associazione Moglie Medici Italiani.

Ad animare la giornata l’intermezzo musicale a cura del Conservatorio Tchaikovsky. (rcz)