L’OPINIONE / Mariaelena Senese: Per colmare divario infrastrutturale occorre un piano di risorse straordinario

di MARIAELENA SENESE – Per colmare il pesante divario infrastrutturale che allontana la Calabria dal resto del Paese occorre un piano di risorse straordinarie. Quelle stanziate sino ad oggi, direttamente dallo Stato e poi messe a disposizione anche dall’Unione Europea attraverso il Pnrr, appaiono insufficienti – nonostante la mole – per ammodernare e rendere efficienti gli assetti viari e ferroviari di questa regione.

Sui fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che spinge forte sul pedale dell’acceleratore rispetto alla Misura 3 rispetto alle altre misure, pesa poi la tagliola del tempo a disposizione per la realizzazione dei progetti. Se, infatti, non si dovesse optare per la richiesta di uno slittamento riteniamo quantomeno difficile, se non impossibile, che i progetti coperti con i fondi del Pnrr possano vedere la luce entro il 2026.

Stiamo parlano di oltre 3 miliardi di euro, quasi il 37% dell’investimento totale previsto dal Pnrr per la Calabria (come si evince dai dati resi pubblici dalla Regione Calabria), che dovrebbero servire per dare corso a venti progetti: 18 per il miglioramento della rete ferroviaria e 2 indirizzati sull’intermodalità e la logistica integrata.

Ma anche questa importante dotazione finanziaria appare poca cosa se paragonata con il costo stimato dall’Anas per il completamento della Strada statale 106 che si attesta sopra i 13 miliardi di euro, quasi quanto si stima possa servire per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Davanti a questa enorme mole di denaro che ancora oggi, nonostante diversi anni di commissariamento, non è bastata a cambiare il volto della Strada statale 106, i tempi ristretti per la messa a terra dei finanziamenti del Pnrr e la loro sbilanciata programmazione, che si dimentica di sostenere economicamente e finanziariamente la cura del settore sanitario, ci fanno intravvedere un futuro cupo per un regione che non riesce a fermare la grave emorragia di giovani che la sta interessando da diverso tempo e, ancora, non è in grado di dare concretezza a politiche infrastrutturali e di sviluppo capaci di segnare una svolta decisiva rispetto al percorso di decrescita in cui è impelagata.

Cosa dire, poi, della tratta ferrata che da anni attende l’elettrificazione del tratto jonico e, da qualche tempo, aspetta che l’Alta velocità possa arrivare sino a Reggio Calabria. Se, infatti, Rete ferroviaria italiana prevede di investire in interventi ferroviari sul territorio della Calabria oltre 36 miliardi di euro, di cui oltre 16 miliardi già finanziati, la messa a terra di questa ingente mole di finanziamenti rimane sulla carta di certo per l’anno corrente ma solo per quanto riguarda i primi interventi per la realizzazione dell’Alta velocità ferroviaria.
Per il momento l’intervento che pare poter avere una accelerazione in vista di una sua definizione, ma comunque con una previsione al 2030 per la sua cantierizzazione, è quello relativo al raddoppio della galleria Santomarco. Per il resto, invece, il prolungamento dell’Alta velocità fino alla città dei Bronzi rimane assai aleatorio.

Davanti a questo stato di cose, quindi, rimarchiamo la necessità di un cambio di passo nelle politiche del Governo rispetto a una terra che non solo non riesce a colmare il suo atavico divario con il resto del Paese ma che, purtroppo, sta perdendo anche contatto rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. (ms)

[Maria Elena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

L’OPINIONE / Gianmichele Bosco: Inaccettabile il taglio dei fondi al Sud

di GIANMICHELE BOSCO – Il taglio di 3,5 miliardi di euro al Fondo perequativo infrastrutturale da parte del Governo è un duro colpo per il Sud Italia, che già soffre di un divario infrastrutturale rispetto al resto del Paese.

Le argomentazioni del ministro Matteo Salvini, che definisce la riduzione “solo contabile” e non sostanziale, non convincono per nulla. La realtà è che questa scelta avrà un impatto negativo concreto sulla realizzazione di opere infrastrutturali essenziali per il Mezzogiorno, come strade, ferrovie, scuole e ospedali.
È emblematico che il taglio di 3,5 miliardi al Fondo perequativo infrastrutturale avvenga proprio mentre il governo si appresta a spendere decine di miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Un’opera faraonica che non rappresenta una priorità per la Calabria, la Sicilia e il Paese. Sono altre le vere priorità su cui il governo dovrebbe investire, non su un ponte che, a detta di molti esperti, presenta notevoli criticità ambientali e economiche.
Come presidente del consiglio comunale, stigmatizzo con forza questa decisione del governo, che rappresenta un atto di grave ingiustizia verso il Sud Italia. È inaccettabile che le risorse destinate a colmare il divario infrastrutturale vengano dirottate altrove. Il Sud Italia ha bisogno di investimenti, non di tagli. (gb)
[Gianmichele Bosco è presidente del Consiglio comunale di Catanzaro]

L’INCAPACITÀ DI SPENDERE NON GIUSTIFICA
I “FURTI” DELLE REGIONI PIÙ RICCHE AL SUD

di PIETRO MASSIMO BUSETTAMatteo Salvini: Robin Hood al contrario? Toglie risorse alle parti deboli per destinarle a quelle ricche?

«Una scelta sbagliata, quella di togliere proprio a chi ha ritardi storici infrastrutturali, il tutto per sostenere solo una parte del Paese», dice  il deputato del Pd, Marco Simiani, che ha sollevato il caso e presentato una interrogazione parlamentare.  In particolare si tratta di oltre 2 miliardi destinati a opere del Centro Nord.  

L’attenzione che si dedica alla distribuzione delle risorse é meritevole di attenzione, se non diventa solo strumentale rispetto all’agone politico.

Perché é vero che l’elettorato italiano si contraddistingue per la sua memoria corta, ma se oggi siamo ad uno “scippo” annuale di circa 60 miliardi – se la spesa pro capite fosse uguale nelle due parti del Paese- le responsabilità vanno equamente divise tra Centro-Destra e Centro Sinistra.

E se oggi combattiamo contro la autonomia differenziata “il  merito” é dell’inseguimento fallimentare del Pd sui temi della Lega Nord. 

L’impegno meridionalista di un partito non può essere racchiuso in una denuncia, facilmente catalogabile come “strumentale”, quanto invece in una visione complessiva che mi pare oggi non abbia nessuno. 

Assistiamo ad interventi parcellizzati sui vari temi, che hanno come risultato quello di  una mancata visione che vede nell’emigrazione l’unico sviluppo possibile. Un mancato confronto con i dati veri del sottosviluppo del Sud, in una visione nella quale i 100 mila che oggi sono costretti ad emigrare per mancanza di opportunità sono quasi irrilevanti. 

Ghost, fantasmi, che non torneranno più, che costano alle Regioni del Mezzogiorno 20 miliardi.

Non abbiamo assistito a nessun grido di dolore quando Mario Monti cancellò, con una gomma da matita, l’investimento di poco meno di due miliardi sul ponte sullo stretto, rubando il futuro euromediterraneo al Paese e al’Europa, e ritardando l’ammodernamento ferroviario e stradale da Napoli a Palermo, sacrificando per i successivi perlomeno 10 anni il porto di Augusta, per spostarli su investimenti al canale di gronda di Genova. 

Né mi pare ci siano prese di posizione determinate contro  la costruzione di una alta velocità farlocca che vede una Palermo Catania che va al Massimo a 200 km orari e una Palermo Messina che rimane a binario unico. 

Per essere credibili non basta che Bonaccini rinunci, a parole, all’autonomia differenziata, sciogliendosi dall’abbraccio mortale che lo ha stretto per anni a Zaia e Fontana. 

Ci vuole un impegno serio su un tema che non é mai diventato, in realtà, centrale per nessun partito, preoccupati tutti   di perdere il consenso di un ricco Nord attentissimo a difendere quelli che ritiene i propri interessi, ma che in realtà sta destinando tutto il Paese a crescite molto contenute, rinunciando a quel ruolo di piattaforma logistica,  che intanto i greci con il Pireo, ma anche i marocchini con Tanger med, ci hanno già sottratto. 

A noi che stiamo collegando finalmente Gioia Tauro al sistema ferroviario, mentre Augusta rimane ancora sentinella muta a guardare passare le migliaia di navi porta containers che si sperava scegliessero Genova o Trieste, ma che invece proseguono per Rotterdam, portando in Olanda traffico ed occupazione aggiuntiva.

In totale la rimodulazione vale 2,5 miliardi di euro, soldi che saranno subito dirottati per altre opere: 1,1 miliardi di euro andranno per la linea ad Alta velocità Verona- Padova e per l’attraversamento di Vicenza. Altri 462 milioni per il nodo Terzo Valico di Genova. E, ancora, 563 milioni per coprire cantieri e gare in corso nel 2023. I restanti 500 milioni sono divisi a pioggia, tra gli altri, per il nodo di Bolzano (15 milioni) per la linea Torino-Padova (50 milioni) o per l’adeguamento infrastrutturale e tecnologico del nodo di Firenze dell’Alta velocità (80 milioni) e i sottopassi della Merano-Bolzano (15 milioni di euro). Su Roma aumentate le risorse per 21 milioni per il «potenziamento della Roma- Tuscolana». Per il Mezzogiorno nell’elenco dei beneficiari c’è solo il bypass ferroviario di Augusta per 68 milioni di euro e una tratta della Foggia- Lecce per 12 milioni.  

Probabilmente le ragioni di tale rimodulazione stanno nella impossibilità tecnica di utilizzare le risorse al Sud, perché non dimentichiamo che la cosa peggiore della rimodulazione non é la perdita delle risorse per una parte, ma  i ritardi infiniti nella spesa, che bisogna cominciare a capire che sono costi vivi, e che é un problema che riguarda tutto il Paese.

Sentiremo cosa avrà da dire il Ministro Salvini, che si é intestata la battaglia del ponte, attirandosi tante critiche anche all’interno della sua parte politica e opposizione e sberleffi infiniti. Anche se lo aspettiamo alla posa della prima pietra e al rispetto del timetable annunciato.

Ma per rispondere alle critiche formulate é necessario che il Ministero delle infrastrutture faccia chiarezza e pubblichi il progetto che ha per il  Paese in termini infrastrutturali, portuali, autostradali e ferroviarie a lungo termine  (2032) a medio (2028) e a breve (2025). 

Perché per esempio a breve, come si intende collegare Agrigento capitale della cultura nel 2025? Con un aeroporto provvisorio? Visto che certamente né ferrovia né sistema stradale la renderanno raggiungibile nei tempi necessari. O vogliamo perdere questa grande opportunità per la provincia con il più alto tasso di emigrazione, di neet, ma anche di beni ambientali e culturali? Forse sarebbe il caso di coinvolgere l’esercito come si fa per le aree che sono isolate da un evento naturale. 

Così come in attesa che Augusta, con Gioia Tauro, diventi  un hub portuale naturale, collegata con l’alta capacità ferroviaria, cioè in attesa del ponte, vogliamo rilanciare il porto rendendolo adeguato per un traffico importante?

Intanto di “complice silenzio, sullo scippo, di presidenti di Regione e di troppi parlamentari meridionali” parla lo scrittore Pino Aprile che, da presidente onorario dell’intergruppo parlamentare Sud, sta preparando un’iniziativa a settembre che raccordi le rivendicazioni dei sindaci e quelle dei deputati e senatori che invece vogliono far sentire la loro voce in difesa del Mezzogiorno.

Farsi sentire é d’obbligo per il Sud ma a patto che distinguiamo chi é credibile da chi non lo é più. (pmb)

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

Rimodulazione Pnrr, Lo Schiavo: la politica calabrese si mobiliti contro il saccheggio di Salvini

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo si è rivolto a tutta la politica calabrese, affinché si mobiliti contro «la rimodulazione dei fondi del Pnrr operata dal ministero delle Infrastrutture, guidato dal vicepremier Matteo Salvini, con la quale si sottraggono ben 2,5 miliardi di euro destinati alle regioni del Mezzogiorno per garantire la copertura di opere pubbliche concentrate in Piemonte, Lombardia e Veneto».

«Siamo di fronte ad un nuovo, volgare, gioco delle tre carte con il quale il ministro leghista-nordista mai pentito, con una mano sventola la carta illusoria della mega opera del Ponte sullo Stretto – ha detto Lo Schiavo –  e con l’altra sottrae con destrezza fior di risorse alle infrastrutture del Sud Italia, per destinarle al completamento di altre opere casualmente concentrate oltre la Linea Gotica. Un autentico saccheggio ai danni del Sud quello che emerge dall’informativa dello stesso Salvini che dirotta i fondi sull’alta velocità Verona-Padova, sul secondo lotto di Vicenza, sul terzo valico dei Giovi e sul nodo di Genova. Una maxi-rimodulazione ovviamente a danno di opere previste al Sud e in Calabria, dove, in particolare, erano in programma interventi sulle linee ferroviarie Lamezia Terme-Catanzaro e Sibari-Melito Porto Salvo».

«Un colpo di mano inaccettabile, in linea con gli intendimenti leghisti celati dal disegno dell’Autonomia differenziata, e rispetto al quale, questa volta, mi auguro non vi siano complicità da parte del Governo regionale – ha concluso –. Auspico, al contrario, che si levi forte la voce di condanna da parte di tutto il Consiglio regionale e anche dalla Giunta, a stigmatizzare questo atteggiamento predatorio che rischia solo di far sprofondare ancor di più una regione che, più di altre, ha fame di infrastrutture moderne ed efficienti». (rrc)

L’OPINIONE / Vincenzo Capellupo: Calabria e Catanzaro tradite dal Carroccio

di VINCENZO CAPELLUPO – È un triste spettacolo quello che sta mettendo in scena la Lega guidata da Matteo Salvini, mentre tradisce le promesse fatte alla Calabria e alle sue città, tra cui Catanzaro. Mentre il ministero delle Infrastrutture, sotto la guida leghista, avrebbe dovuto garantire i fondi necessari per realizzare opere cruciali inserite nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e nei contratti di programma, assistiamo invece a un’indecente manovra di rimodulazione degli stanziamenti, che favorisce regioni del Nord a discapito del Sud.

Senza alcun clamore, è stato dato il via libera a uno scippo di 2,5 miliardi di euro, un atto deliberato che risponde più a logiche politiche che all’interesse collettivo del Paese. Opere indispensabili in Calabria, già sofferente a causa di anni di abbandono e sottosviluppo, vengono spogliate dei finanziamenti necessari per garantire alcune grandi realizzazioni nel Piemonte, in Lombardia e in Veneto. Evidentemente, il benessere delle regioni settentrionali è stato giudicato più importante rispetto al diritto della Calabria di vedere finalmente realizzate le proprie necessità infrastrutturali. Tutto questo avviene nel silenzio più totale e assordante dei consiglieri comunali e regionali della Lega, che dovrebbero tutelare gli interessi della città e della regione. Tuttavia, sembra che questi rappresentanti abbiano perso di vista il loro ruolo principale e abbiano scelto di seguire la linea di partito, abbandonando l’obiettivo di portare avanti le richieste e le necessità del territorio che dovrebbero rappresentare.
Le opere nel settore ferroviario, essenziali per collegare in modo efficiente e moderno il Sud al resto del Paese, sembrano essere state sacrificate a vantaggio di interessi politici ed elettorali immediati. E accade proprio sul nostro territorio, con tagli che interessano la velocizzazione della linea Catanzaro – Lamezia Terme. Un fatto gravissimo, un violento al turismo e alle sue potenzialità che, con un schiaffo del genere, rischiano di essere seriamente compromesse.
Mentre la Calabria si ritrova a dover fare i conti con una continua fuga di talenti e risorse a causa della mancanza di infrastrutture adeguate, il governo di centrodestra si dimostra ancora una volta indifferente alle realtà del Mezzogiorno, lasciando svanire le speranze di un riscatto economico e sociale.
È ora che i cittadini calabresi e catanzaresi aprano gli occhi e si rendano conto della vera natura delle promesse fatte dalla Lega. Non possiamo permettere che il nostro futuro venga sacrificate a vantaggio di calcoli politici, mentre altre regioni godono di benefici finanziari che spettano di diritto a noi.
È tempo di alzare la voce, di lottare per i diritti e le opportunità che ci spettano. La Calabria e Catanzaro meritano molto di più di un destino di abbandono e di mancati investimenti. È il momento di chiedere conto alla Lega delle sue azioni e di esigere il rispetto dei compromessi presi con il Sud. Solo così potremo sperare in un futuro migliore, in cui le promesse non saranno solo parole vuote, ma realtà tangibili per il nostro territorio. (vc)
[Vincenzo Capellupo è consigliere comunale di Catanzaro]
 

Tavernise (M5S): Sconcertante silenzio di Occhiuto su Fondi sottratti al Sud

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, ha denunciato come sia «sconcertante il silenzio di Occhiuto» sui fondi sottratti al Sud.

«Non ci sono solo i 40 milioni di fondi Cipess scomparsi nel nulla – ha detto – che erano invece destinati all’elettrificazione della linea ferroviaria Catanzaro Lido-Reggio Calabria. Il ministro Matteo Salvini continua a sottrarre fondi alla Calabria e questa volta si è accanito contro la velocizzazione della linea Lamezia Terme-Catanzaro e della Sibari-Porto Salvo».

«Un totale di 2 miliardi e mezzo di euro, già stanziati, finiranno altrove – ha aggiunto –. La conferma arriva dal ministero dei Trasporti che con l’intento di annacquare la notizia di fatto l’ha confermata: “Nessuna opera è stata cancellata – si legge nel comunicato del Mit – al massimo realizzata con altri fondi”. E arriviamo al cuore del problema, ossia ai fondi. Soldi distratti al sud per andare a potenziare e a garantire liquidità per la realizzazione di infrastrutture ferroviarie al nord. Uno scambio iniquo viste le condizioni del nostro trasporto su rotaie, soprattutto sul versante ionico che soffre 50 anni di ritardi con il resto del Paese».

«L’obiettivo di Salvini è chiaro – ha sottolineato – e fa il paio con i suoi interessi più prossimi. Meno comprensibile l’atteggiamento dei leghisti del sud che difendono l’operazione continuando a buttare fumo negli occhi con la realizzazione del mangia soldi Ponte sullo Stretto».

«Sconcertante invece il silenzio del Presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto – ha proseguito – che ha oramai gettato la spugna e non prende più neanche posizione nella difesa degli interessi dei cittadini calabresi, da qua la sua difesa dell’Autonomia Differenziata: la legge ammazza-Sud».

«Nonostante l’atteggiamento remissivo di Occhiuto e della sua maggioranza – ha concluso –, da parte mia continuerò a chiedere conto dei continui scippi ai danni delle nostre comunità, e continuerò a pretendere uno sviluppo armonico dei trasporti nel nostro Paese per garantire una mobilità e uno sviluppo corretto dei nostri territori». (rrc)

La Regione attiva la ricognizione per trovare progetti infrastrutturali di rilievo prioritario

La Regione Calabria, la prima in Italia a intraprendere un’iniziativa di questo tipo, ha avviato un’attività di ricognizione finalizzata a individuare progetti infrastrutturali di rilievo prioritario per le comunità locali. L’obiettivo principale è quello di acquisire informazioni sul potenziale fabbisogno delle comunità nei diversi ambiti di competenza, al fine di definire un piano regionale programmatico specifico.

L’attività di ricognizione, fortemente voluta dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e concretizzatasi grazie all’azione dell’assessore all’Ambiente, alle Partecipate, alla Programmazione unitaria e ai Progetti strategici, Marcello Minenna, si concentra esclusivamente su progetti infrastrutturali cantierabili di proprietà degli enti locali territoriali, quali Comuni, Unioni di Comuni, Province e Città metropolitane della Regione Calabria. I progetti presi in considerazione devono possedere una progettazione esecutiva già approvata e devono soddisfare le condizioni indicate nell’Avviso ricognitivo.

L’Amministrazione regionale si riserva il diritto di adottare i provvedimenti necessari per la definizione di un piano regionale dei progetti di particolare interesse per le comunità locali, coerente con i termini e gli ambiti di intervento del Por Fesr Fse 2014/2020. Gli interventi oggetto di ricognizione devono rispettare una serie di requisiti e condizioni.

Dovranno essere dotati di progettazione esecutiva approvata da parte degli enti locali, in linea con il prezziario delle opere pubbliche della Regione Calabria per il 2023; l’importo dell’intervento deve rientrare nell’intervallo compreso tra 150.000 euro e 1 milione di euro; i progetti devono ricadere nelle tipologie di interventi specificate nell’allegato 1 e rispettare i prerequisiti e i vincoli in coerenza con i criteri di selezione del Por 2014/2020 applicabili all’intervento; la chiusura finanziaria dell’intervento (ivi incluso il rilascio del certificato di regolare esecuzione) avvenga entro il 10 dicembre 2023.

Questa attività di ricognizione della Regione Calabria rappresenta un importante iniziativa di collaborazione interistituzionale verso lo sviluppo e il potenziamento delle infrastrutture locali, mirando a soddisfare le esigenze concrete delle comunità e a migliorare la qualità della vita nella regione.

L’invio delle domande sarà consentito, esclusivamente mediante l’indirizzo della casella pec: ricognizione.programmazione@pec.regione.calabria.it a partire dal giorno di pubblicazione del presente atto sul portale www.calabriaeuropa.regione.calabria.it e fino al giorno 20 giugno 2023. Ulteriori informazioni potranno essere richieste tramite mail all’indirizzo: dipartimento.programmazione@regione.calabria.it.

Nell’area dedicata all’Avviso ricognitivo è possibile verificare le modalità e i termini per la partecipazione e consultare la documentazione correlata: https://calabriaeuropa.regione.calabria.it/bando/attivita-di-ricognizione/. È quanto si legge in una nota della Regione Calabria. (rcz)

A Bruxelles amministratori calabresi a confronto sulle potenzialità offerte dall’Unione Europea

Quello che si è svolto a Bruxelles è stato un importante appuntamento istituzionale, dove una nutrita rappresentanza di amministratori locali si sono confrontati per discutere delle potenzialità offerte dall’Unione Europea.

Una tavola rotonda dal titolo Opportunità di finanziamento europei per la Regione Calabria, organizzato dall’europarlamentare Denis Nesci, e a cui ha preso parte anche il consigliere regionale Antonio Montuoro, presidente della Prima Commissione Consiliare Bilancio.

«Si è trattato di un momento di approfondimento e confronto sulle tante opportunità che l’Europa offre in termini di programmazione e fondi strutturali. Uno sforzo comune da approfondire a tutti i livelli per cercare di cambiare il volto della nostra regione attraverso importanti come quelli che l’Unione europea mette a disposizione», ha affermato Montuoro ringraziando l’on. Nesci per l’invito e augurando buon lavoro all’europarlamentare che «saprà essere strumento di raccordo tra il territorio e le opportunità offerte dall’Unione europea».

«La Commissione europea ha dato il via libera definitivo al Por Calabria 21/27 proprio qualche giorno fa – ha sottolineato ancora il presidente della commissione consiliare Bilancio –. Il primo programma plurifondo approvato in Italia. Parliamo di uno strumento finanziario di circa 3 miliardi e 700 milioni, compreso il Piano operativo complementare: la sfida della Regione Calabria sarà quella di pianificare al meglio queste risorse, al fine di rispondere alle diverse esigenze del territorio».

Una Europa al servizio dei territori, insomma. «È questo quello che chiedono i cittadini – ha rimarcato Montuoro – soprattutto in un contesto id grandi crisi come quella che stiamo attraversando. E soprattutto per una regione come la Calabria dove restano deficitari la maggior parte degli indicatori economici: la capacità di saper rispondere alle emergenze che interessano famiglie e imprese, dipenderà dalla qualità della spesa dei fondi e dalla conseguente competenza della programmazione europea: siamo già al lavoro per non perdere l’ultimo treno e garantire un futuro migliore alla Calabria e ai Calabresi». (rrm)

Sanità, PD Calabria: Sia fatta chiarezza su irregolarità sui fondi destinati a emergenza covid

Il gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale della Calabria ha chiesto che venga fatta chiarezza sulla grave irregolarità segnalata dalla relazione della Corte dei Conti relativo alla spesa dei fondi destinati all’emergenza covid.

«Secondo quanto esposto nella relazione della Corte dei Conti – hanno dichiarato i consiglieri del Pd Nicola Irto, Ernesto Alecci, Domenico Bevacqua, Franco Iacucci e Raffaele Mammoliti – nel 2021 la maggior parte delle risorse assegnate per l’emergenza Covid, pari ad 115 milioni di euro, non sono state utilizzate, in quanto ben 77 milioni sono ancora accantonati nei bilanci delle Aziende. Secondo i magistrati, è mancata un’adeguata tempestiva pianificazione, perché alcuni interventi programmati si concluderanno a 2022 inoltrato e anche nel 2023. Pertanto si tratta di un’emergenza che proseguirà nei prossimi anni e che il governo regionale non ha ancora affrontato».

«Uno spreco incomprensibile – hanno detto ancora i consiglieri – se poi si valuta anche lo stato in cui versa la sanità calabrese nel suo complesso e che evidenzia una superficialità di gestione posta in essere durante l’emergenza che non può non essere stigmatizzata».

«La Corte dei Conti– ha proseguito – più in generale poi offre un quadro di caos contabile nel comparto sanitario che non lascia ben sperare per il futuro. Per questo avevamo chiesto all’avvio della legislatura che venisse compiuta una ricognizione complessiva della situazione, per dare poi il via ad una riforma di sistema che possa mettere in ordine i conti e dare una sterzata alla gestione con l’obiettivo di rendere i servizi sanitari efficienti e optare in maniera decisa per una sanità pubblica che sappia fare dei servizi di prossimità il proprio punto di forza». 

«In ogni caso – hanno concluso i consiglieri del Pd – non si può proseguire a rimanere in una situazione di inerzia: è indispensabile chiarire subito le ragioni per le quali le risorse destinate all’emergenza Covid sono ancora disponibili e non spesi e attraverso quali strumenti si possa procedere rapidamente a investirli per recuperare il terreno perduto. L’emergenza non è ancora finita e occorre che si faccia tutto il necessario per essere nelle condizioni di potere affrontare nuove ondate di contagio». (rrc)