La Calabria ai primi posti per la spesa delle risorse europee per lo sviluppo agricolo

Sul campo dello sviluppo agricolo, la Calabria brilla: è ai primi posti per la spesa delle risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. È quanto è emerso dall’analisi del dei dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione Europea, che coprono l’andamento delle allocazioni fino al 31 dicembre 2021.

I dati per questo fondo si fermano al 2020, quando la spesa certificata dalla Regione e rimborsata da Bruxelles era pari a 703 milioni di euro, ovvero il 65% del suo programma per il fondo nel periodo di programmazione 2014-2020, poco sotto la media Ue del 68%.

Ma, se sullo sviluppo la nostra regione eccelle, sul Fondo Sociale Europeo, invece, si ritrova a essere penultima, fermandosi a un 49% della spesa., quando la media Ue è del 63%. Nemmeno con il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale la posizione è buona: p quartultima con il 48%, con la media Ue che è del 63%.

Il tempo utile per spendere tutti i fondi a disposizione per la programmazione 2014-2020 scadrà il 31 dicembre 2023. (rrm)

Occhiuto: La Calabria prima regione d’Italia ad aver inviato il documento di programmazione alla Ue

«Per la prima volta la Calabria è la prima Regione d’Italia ad aver già inviato il proprio documento di programmazione alla Commissione Europea». È quanto ha reso noto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, introducendo i lavori del Coordinamento dei Presidenti delle Commissioni per le Politiche Europee delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome che si è riunito in Cittadella regionale a Catanzaro.

«Era un impegno – ha proseguito – che insieme al dirigente generale del Dipartimento avevo assunto con i responsabili delle competenti direzioni generali della Commissione Ue lo scorso 30 novembre e che abbiamo rispettato. Anche in questo caso, quindi, detto fatto».

Si è trattato di un‘importante occasione per confrontarsi sugli aggiornamenti in merito alle iniziative già effettuate e a quelle programmate dal Coordinamento sul futuro dell’Europa, e per un confronto sulle attività dei Consigli regionali in merito al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla nuova programmazione europea.

In tal senso, il presidente della Commissione Bilancio e Politiche europee del Consiglio regionale della Calabria, Antonio Montuoro, ha parlato di «un’occasione molto utile per fare il punto della situazione sia sulla programmazione europea che sui fondi del Pnrr. Una circostanza importante anche per avviare delle collaborazioni e delle sinergie con le altre Regioni, per essere maggiormente incisivi nel gestire al meglio le enormi risorse che arriveranno dall’Europa. Una sfida importantissima per la nostra Regione che non possiamo permetterci di fallire. Questa – ha evidenziato – è una giornata importantissima per la Calabria, che per la prima volta in assoluto riunisce nella Cittadella regionale il Coordinamento di tutte le commissioni delle Politiche europee dei Consigli regionali».

La riunione è stata presieduta da Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio del Friuli Venezia Giulia e delegato per il coordinamento per le Politiche europee della Conferenza delle Assemblee legislative regionali.

In collegamento il senatore e componente della Commissione Politiche Ue di Palazzo Madama, Gianmarco Corbetta.

«La finalità del Coordinamento – ha spiegato Zanin – è di mettere a rete l’utilizzo delle risorse del Pnrr per il rilancio dell’economia partendo dalla Calabria perché, come ha sottolineato il presidente Occhiuto, è la Regione che deve avere maggiore attenzione da parte del governo. Mettere a rete le risorse è fondamentale per il rilancio dell’economia e per mettere in linea le Regioni che hanno più difficoltà con le altre. La finalità del Coordinamento è di raccogliere quelle che sono le sinergie, le esperienze, il patrimonio comune tra i Consigli e le Giunte regionali, e tra Consigli ed enti locali, sull’applicazione del Pnrr, da sottoporre in maniera univoca al governo nazionale e al Parlamento».

Zanin ha poi lanciato l’idea di una proposta di legge per normare l’applicazione dei fondi del Pnrr e ha sottoposto all’attenzione del Coordinamento un Dossier sulle iniziative prioritarie regionali nell’ambito del programma di lavoro della Commissione europea 2022 che è stato recepito dai partecipanti è sarà consegnato al senatore Corbetta.

Il senatore Corbetta ha parlato «dell’importanza di continuare, come in passato, ad avere un dialogo proficuo tra Parlamento, commissioni parlamentari, sistema della Regioni e il ruolo decisivo che svolgono al loro interno le assemblee legislative. Quindi – ha rimarcato – l’auspicio è che ci sia una dimensione sempre più stretta tra la dimensione operativa del governi regionali e la dimensione parlamentare».

Ha preso parte all’incontro anche il vice presidente della Regione Siciliana e coordinatore della Commissione Affari europei della Conferenza delle Regioni, Gaetano Armao, il quale ha evidenziato l’importanza del ruolo delle Regioni nella programmazione e l’importanza degli interventi per lo sviluppo territoriale e la coesione.

«Il problema – ha affermato – è che non ci è mai stato un confronto profondo sulla programmazione allo scopo di capire quali sono le priorità del dei territori. Questo è mancato. Serve perciò una codecisione sul piano programmatorio per poter realizzare il Pnrr. Si deve fare presto e bene».

Sono intervenuti, inoltre, il presidente della Commissione Bilancio e Politiche europee del Consiglio regionale della Lombardia, Giulio Gallera, il presidente della Commissione Politiche europee del Consiglio regionale della Toscana, Francesco Gazzetti, il dirigente Affari istituzionali ed europei, Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, Costanza Gaeta.

Da parte di tutti è stata sottolineata l’importanza di ridurre il gap tra le Regioni, mettendole nelle condizioni di programmare anche la formazione di professionisti per la realizzazione di progetti determinanti per la ripresa economica.

Il presidente Occhiuto, nel concludere i lavori del coordinamento, dopo aver ringraziato tutti per la partecipazione, ha espresso l’auspicio «che anche il governo metta a disposizione più velocemente strutture deputate a svolgere questa attività: penso ad esempio a Cassa Depositi e Prestiti, all’Agenzia per la Coesione. Perché altrimenti – ha concluso – l’appuntamento col Pnrr rischia di essere disatteso proprio a causa del deficit di capacità amministrativa». (rcz)

Fondi Ue, Regione dà ok a Por 2021-2027: Alla Calabria 3,17 mld

L’approvazione, da parte della Giunta regionale, guidata da Roberto Occhiuto, del Por 2021-2027, segna l’inizio di per un ciclo che dovrà essere fondante per il disegno della nuova Calabria.

Non si può non tener conto che la nuova programmazione comunitaria regionale dovrà essere fatta ed attuata in totale complementarità con gli altri strumenti finanziari attualmente in campo, primi tra tutti il Piano nazionale di ripresa e resilienza e il Piano di sviluppo e coesione.

Il Fondo Sociale di cui sarà dotato il programma, circa 700 milioni di euro, è il maggiore di sempre, una sfida profonda e definitiva per affrontare problemi come il disagio sociale, l’inserimento dei giovani, la disoccupazione, le politiche di genere.

Il programma approvato ha una dotazione finanziaria enorme, oltre 3,17 miliardi di euro, adeguati per accettare sfide come l’innovazione e la competitività delle imprese calabresi, per guidare una giusta transizione ecologica e affrontare gli irrisolti nodi della tutela ambientale.

Nel corso della riunione, la Giunta si è confrontata sui contenuti e sugli indirizzi del programma. Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha voluto chiarire come «il lavoro di oggi è il consolidamento di ben due cicli di negoziato informale svolti con i Servizi della Commissione europea, che hanno portato ad un documento che abbiamo ritenuto maturo e da sottoporre al nostro Partenariato».

«A Bruxelles – ha ricordato – avevamo preso un impegno preciso in merito alla tempistica della nostra azione, possiamo dire di aver rispettato quanto promesso: la Calabria è una delle prime Regioni ad approvare il programma. Abbiamo provveduto a definire, puntualmente gli obiettivi specifici e le azioni di dettaglio, abbiamo definito e quantificato gli indicatori di risultato e di impatto».

«Ora avviamo il negoziato formale con i Servizi della Commissione Ue – ha concluso – consapevoli che il Programma della Regione è un documento robusto, strutturato e capace di essere ben accolto da tutte le direzioni generali che lo dovranno valutare». (rcz)

Regione firma intesa con Guardia di Finanza per controllo e monitoraggio su utilizzo dei Fondi Ue

È stata sottoscritta, in Cittadella regionale, una integrazione al protocollo di intesa tra la Regione Calabria e la Guardia di Finanza che ha l’obiettivo di rafforzare il coordinamento dei controlli e dello scambio di dati per monitorare le operazioni finanziate con i fondi comunitari.

La firma del documento da parte del presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, e del comandante regionale della Guardia di Finanza Calabria, il generale di Brigata Guido Mario Geremia, è stata l’occasione per rinnovare l’impulso derivante dalla unanime visione dei due firmatari, per dare la massima valorizzazione ai rapporti interistituzionali, indispensabili ad affrontare in modo più efficace il contrasto alle indebite percezioni di aiuti pubblici.

Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha voluto evidenziare che «rafforzare le azioni a tutela della legalità dell’azione amministrativa, relativa all’utilizzo delle risorse erogate dall’Unione europea, attraverso la prevenzione e il contrasto di qualsiasi tentativo di utilizzo irregolare o fraudolento dei fondi, è oggi prioritario».

«Nei prossimi anni – ha spiegato – avremo uno scenario di rilevanti risorse comunitarie che verranno attivate nella Regione: è opportuno che si abbia la consapevolezza che le Istituzioni vigileranno affinché i finanziamenti Ue rispondano ai tre requisiti base dei Fondi di Coesione: ai giusti beneficiari, nella giusta quantità, nei giusti tempi. Questo accordo è fondante per centrare questi tre obiettivi».

Il generale Geremia non ha mancato di rilevare che «la salvaguardia dei fondi nazionali e comunitari rientra da sempre tra le priorità della mission del Corpo. Nella Regione Calabria tale attività, estremamente impegnativa, ha beneficiato del Protocollo d’intesa che oggi è stato ulteriormente migliorato in vista della grande attenzione che sarà dedicata a tale settore, a tutela del corretto impiego dei contributi pubblici in arrivo».

Il nuovo addendum pone in rilievo, nel suo articolato, una serie di collaborazioni e scambi che consentiranno di migliorare l’efficacia complessiva dei controlli in materia di finanziamenti dell’Unione europea con i programmi operativi FSE-FESR-FEASR 2014-2020, agevolando il recupero delle somme per qualsiasi motivo indebitamente incassate da soggetti richiedenti nell’ambito dei programmi cofinanziati, nonché di assolvere l’obbligo in capo ad ogni Stato membro dell’Unione di immediata comunicazione alla Commissione delle irregolarità accertate nel periodo di programmazione 2014-2020 e di favorire ogni opportuna sinergia nell’espletamento delle attività di controllo di rispettiva competenza. (rcz)

Ferrara (M5S): Regione migliori performance della Regione nella spesa dei Fondi Ue

«Al presidente Roberto Occhiuto ho chiesto di migliorare le performance della Regione nella spesa dei fondi europei. In particolare puntando sulla qualità dei progetti e sul raggiungimento dei target di spesa senza abusare di artefici contabili». È quanto ha reso noto l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, a seguito dell’incontro con il Governatore per discutere dei fondi Ue.

Una visita, avvenuta in Cittadella regionale, per «discutere con il presidente della Regione circa le tante criticità che in questi anni ho denunciato e per le quali è necessario un cambio di passo. La narrazione della nostra terra deve cambiare e perché accada bisogna lavorare, pancia a terra, per riportare ordinarietà ed efficienza. Sono tante le emergenze della nostra regione e lo stato eccezionale in cui ci troviamo a causa della pandemia ancora in corso, rallenta la possibilità di uscire dal pantano in cui anni di mala politica hanno relegato la Calabria. Ma non ci si può tirare indietro».

Per l’eurodeputata, quindi, è necessario «investire risorse in progetti nuovi e non in progetti retrospettivi, come ampiamente fatto in passato. Portare a termine opere e renderle funzionanti. Sono emerse, nel corso dell’incontro, le carenze amministrative e burocratiche, causa dei ritardi e dei richiami formali da parte della Commissione europea. Se da un lato è necessario avere personale altamente formato e con competenze specifiche nel campo della progettazione europea, dall’altro, la Regione Calabria, fino ad ora, non ha utilizzato strumenti messi a disposizione anche dall’Europa stessa».

«Ho parlato al neo governatore regionale – ha proseguito – dello strumento di sostegno tecnico (SST). Si tratta di un programma dell’UE che fornisce agli Stati membri competenze tecniche su misura per progettare e attuare le riforme. Il sostegno tecnico è fornito in un’ampia gamma di settori, tra cui l’azione per il clima, la transizione digitale e la sanità, la depurazione, altro tema primario per la nostra Regione. La Calabria, nonostante le tantissime difficoltà e a differenza di altre regioni italiane anche più performanti sulla spesa dei fondi europei, non lo ha mai richiesto. Potrebbe essere arrivato il momento per avvalersene».

«Ho chiesto inoltre ad Occhiuto – ha detto ancora – di valorizzare e rendere finalmente operativa la sede di rappresentanza della Regione a Bruxelles. Ancora oggi questo spazio rimane completamente inutilizzato nonostante costi ai calabresi oltre 50mila euro l’anno. Continuerò, come fatto in questi anni, a monitorare l’operato di questa maggioranza e ad avanzare proposte volte al bene ed allo sviluppo del nostro territorio».

«Mi auguro – ha concluso Ferrara – che Occhiuto porti a compimento gli impegni presi, da parte mia e del Movimento 5 stelle, finalmente rappresentato in Consiglio regionale, sarà costante l’azione di fiato sul collo perché si metta al primo posto il miglioramento della qualità di vita di tutti i calabresi». (rcz)

Francesco Aiello: Prossima Giunta sia di ‘larghe intese’ per uso fondi Ue

Il prof. Francesco Aiello, economista ed ex candidato alla Regione, ha dichiarato all’Adnkronos che «La crisi della pandemia ha messo in luce la drammatica condizione socio-economica che caratterizza la Calabria».

«È una crisi che, tuttavia – ha aggiunto – dura da anni e mostra tutte le caratteristiche di un processo irreversibile. È come se fossimo destinati ad un permanente equilibrio di sottosviluppo. Lo raccontano da decenni tutti gli indicatori macroeconomici, socio-demografici e istituzionali. In assenza di cambiamenti strutturali, la Calabria rimarrà definitivamente nella trappola della povertà. Così come per l’Italia, anche per la Calabria l’occasione del riscatto e della modernizzazione è rappresentata dall’ingente
massa di fondi provenienti dall’Unione Europea».

«Nei prossimi anni – ha proseguito – non avremo un problema di quantità di risorse, ma il tema sarà legato
all’uso che ne faremo. Al netto dell’utilizzo che è necessario per sanare le emergenze, è certo che per consentire alla regione di
cambiare passo occorre che gli investimenti risolvano alla radice i problemi strutturali della Calabria. Questo è sì il tema di tutto il
paese, ma in Calabria diventa l’emergenza, poiché senza interventi radicali finalizzati a migliorare le condizioni di contesto, l’economia regionale post-2026 sarà ancora più povera e più marginale di quella di oggi».

«In questo scenario – ha sottolinea il professor Aiello – diventa dirimente avere un quadro istituzionale locale in grado di
massimizzare l’uso ‘pro-crescita’ dei fondi Ue e, in tale direzione, il prossimo governo regionale dovrebbe essere un governo di scopo. Sarebbe opportuno costruire un’ampia maggioranza per lavorare all’unisono sulle poche priorità in grado di consentire a questa regione di cercare e trovare una prospettiva di sviluppo».

«L’appello da indirizzare, quindi, alla politica regionale e nazionale – ha concluso – è di sospendere per un quinquennio l’approccio divisivo che caratterizza l’azione dei partiti, e di avviare anche in Calabria una stagione di coesione socio-istituzionale per sostenere nella misura più ampia possibile una giunta di ‘potenziale’ unità regionale. Non mancano personalità in grado di svolgere in Calabria il ruolo che oggi Draghi sta svolgendo in Italia». (rrm)

FONDI UE, NUOVO SCIPPO ALLA CALABRIA
AGRICOLTURA RISCHIA DI PERDERE 30 MLN

La Calabria rischia di perdere 30 milioni di euro per l’agricoltura. È l’allarme lanciato dal consigliere regionale della Lega, Pietro Molinaro, in merito all’idea, da parte delle Regioni del Nord, di appropriarsi di parte dei fondi europei destinati allo sviluppo agricolo delle regioni meridionali.

Una manovra «che va contrastata con determinazione», sopratutto perché, se va in porto, la perdita complessiva per le Regioni meridionale sarebbe di 409 milioni di euro creando, così, un danno non solo per la Calabria, ma anche per il Sud, «e anche per tutta la filiera agroalimentare italiana» ha spiegato ancora Molinaro, che ha presentato una mozione al Consiglio regionale della Calabria «affinché si dia pieno sostegno alla Giunta Regionale nell’affermare il diritto ad ottenere che le risorse europee per le annualità 2021 e 2022 siano ripartite, applicando i criteri degli anni precedenti. Nella mozione ho evidenziato che la conferma dei criteri di riparto garantirebbe alla Calabria quanto gli spetta, e darebbe un contributo all’interesse complessivo della filiera agroalimentare italiana».

«In tutte le analisi ed in tutti i documenti strategici italiani degli ultimi anni – ha spiegato Molinaro – si afferma che lo sviluppo dell’agricoltura italiana può avvenire solo al Sud, per l’ampia disponibilità di territori con vocazione agricola e di risorse umane qualificate. Potenziare l’agricoltura nelle regioni meridionali costituisce una grande risorsa per l’Italia intera, e per l’affermazione del cibo 100% Made in Italy. Se tutto questo è vero, non si possono sottrarre risorse al Sud. Chi non lo comprende è completamente miope e non può trovare l’avallo del Governo. Per questi motivo,  va rafforzata la richiesta al Governo di confermare i criteri di ripartizione degli anni precedenti. Non si tratta solo di difendere gli interessi localistici del Sud, ma la volontà di contribuire all’affermazione del Sistema Italia fondato sul cibo di alta qualità, derivato da prodotti agricoli italiani».

Di mantenere il metodo storico di riparto per il Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale, ne ha anche parlato l’eurodeputata del Movimento 5 StelleLaura Ferrara, sottolineando che «i criteri di ripartizione delle risorse Feasr devono colmare il divario tra le aree più ricche ed evolute e quelle più povere e marginali».

La proposta mediatrice del ministro Stefano Patuanelli, infatti, non può soddisfare le esigenze di regioni storicamente in condizioni di svantaggio strutturale ed economico come, appunto, la Calabria e altre regioni del Sud e non solo. Bisogna ricercare criteri non solo oggettivi, ma soprattutto idonei a rispondere agli obiettivi generali dello sviluppo rurale, nel rispetto della logica del criterio storico seguita dalla Ue per ripartire il Fondo nel periodo 2021-2022».

«La proposta del ministro – ha spiegato la Ferrara – prevede l’introduzione nel 2021 di un 30% di questi nuovi criteri, definiti oggettivi e che comprendono ad esempio la produzione lorda vendibile, la superficie agricola utile, il numero di imprese, e il mantenimento del 70% dei parametri storici, e il ribaltamento delle percentuali nel 2022, con i criteri oggettivi a incidere per il 70% e i parametri storici per il restante 30%. L’adozione di questi nuovi criteri oggettivi non può avvenire senza un’analisi globale di tutte le risorse della Pac, senza un’adeguata rimodulazione, infatti si renderebbe ancora più ampio il divario tra regioni più sviluppate e meno sviluppate».

«Verrebbe meno, dunque – ha proseguito – l’obiettivo cardine dei fondi europei: sostenere e aiutare i territori economicamente più svantaggiati e non sottrarre risorse a vantaggio di Regioni che, storicamente, hanno standard soddisfacenti di produzione e commercializzazione».

E proprio in merito ai fondi europei per lo sviluppo rurale, gli assessori regionali di Calabria, Gianluca Gallo, Basilicata, Francesco Fanelli, Campania, Nicola Caputo, Puglia, Donato Pentassuglia, Sicilia, Toni Scilla e Umbria, Roberto Morroni hanno chiesto, al ministro Stefano Patuanelli nei giorni scorsi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama, a Roma, «un tavolo tecnico cui demandare la definizione della questione, entro 60 giorni, con l’individuazione di criteri coerenti allo spirito ed alle finalità del Psr. Se così sarà, noi ci saremo, forti della convinzione che anima la nostra battaglia». Quella di sempre: «Se cresce il Sud, cresce l’Italia».

Gli assessori, infatti, hanno richiamato alle proprie responsabilità Governo e Parlamento su una questione ritenuta essenziale: la ventilata revisione dei criteri di ripartizione, con lo stravolgimento dei parametri della storicità della spesa.

«Non siamo qui per alimentare guerre di campanile, o contrapposizioni tra schieramenti diversi», la precisazione del gruppo dei sei, composto da amministratori di varia estrazione in rappresentanza di Regioni diverse, che da sole rappresentano il 60% delle aree italiane interessate dal Psr. Del resto, le nostre posizioni hanno trovato conforto, nelle ultime settimane, anche nelle prese di posizione del Mef e della Commissione Europea, a dimostrazione della bontà di una linea oggettivamente sostenibile e nel giusto».

Nel mirino, l’atteggiamento del Mipaaf: «Da mesi – hanno ribadito gli assessori all’Agricoltura delle sei Regioni – siamo impegnati a ricercare un punto di equilibrio per garantire il raggiungimento di un accordo equo. Abbiamo, però, sempre trovato porte chiuse, specie dopo la decisione del ministero dell’Agricoltura di ignorare persino le indicazioni della Commissione europea, per sostenere invece scelte che non tengono in alcun conto un’analisi globale della totalità dei fondi Pac – I e II pilastro – destinati ai territori, ignorando non solo le tematiche legate alla quota di confinanziamento, ma anche che il Regolamento Ue 2020/2220 ha prorogato per il 2021 ed il 2022 non solo i programmi di sviluppo rurale, ma anche l’attuale regime dei pagamenti del I pilastro della Pac».

Nonostante ciò, hanno, tuttavia, sottolineato Fanelli, Gallo, Caputo, Pentassuglia, Scilla e Morroni, «con senso di responsabilità non ci sottraiamo al dialogo: ringraziamo i parlamentari che stanno sostenendo la nostra iniziativa e ribadiamo d’essere pronti ragionare su nuovi meccanismi a partire dal 2023. Sia chiaro, però, che non accetteremo mai colpi di mano tesi a cancellare la fase transitoria del biennio 2021-2022: ciò si tradurrebbe in una penalizzazione mortificante per regioni già svantaggiate che, paradossalmente, sarebbero private proprio dei fondi destinati a garantire il riequilibrio strutturale, a tutto vantaggio di zone già di per sé meglio attrezzate». (rrm)

LA CALABRIA NON SA SPENDERE I FONDI UE
GUERRA DI CIFRE TRA REGIONE E SINDACATI

di SANTO STRATI – È guerra di cifre fra la Regione e i sindacati sull’utilizzo delle risorse comunitarie del Por (Programma operativo regionale): da un lato, la Giunta guidata attualmente dal presidente ff Nino Spirlì sostiene, trionfalmente, di avere «superato il target di spesa» per il 2020 «che era fissato a 128,2 milioni di euro portandolo a 190. Un grande obiettivo raggiunto grazie allo snellimento delle procedure a livello comunitario e nazionale». Dall’altro, il segretario generale regionale della Uil Santo Biondo non nasconde la delusione e il relativo pessimismo: «Avremmo preferito essere smentiti – ha detto – e, invece, il Comitato di sorveglianza del Por 2014/2020 ha confermato le nostre preoccupazioni. La spesa calabrese del Programma operativo regionale non va oltre il 38%: un parametro generale che è assai deludente rispetto ai reali bisogno che la regione Calabria ha sia rispetto al resto del Paese, sia nei confronti delle altre regioni del Mezzogiorno».

Chi ha ragione? È una storia antica, un film già visto: un conto sono gli impegni di spesa, un altro l’effettivo utilizzo. Quando si parla di target di spesa si fa riferimento a un documento di programmazione di spesa, ma non alla spesa reale: in poche parole è come andare al supermercato con l’idea di spendere 100 euro (cioè quello che si ha a disposizione) e poi lo scontrino finale si ferma al 38%. Il privato sarà contento di non aver consumato tutto il denaro, ma nel caso di fondi Ue si tratta di somme che, ove non spese, vengono dirottate verso altri Paesi più virtuosi (meglio, più furbi e più bravi a spendere).

Nino Spirlì
Il presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì

Secondo Spirlì, «L’ultimo semestre del 2020 è stato caratterizzato dalla riprogrammazione dei fondi comunitari e, come amministrazione, abbiamo scelto di destinare 500 milioni di euro del Por Calabria Fesr Fse 2014-2020 verso azioni di contrasto all’emergenza sanitaria, programmando 140 milioni di euro nel settore sanitario, 180 per sostenere le attività economiche, 100 per il mercato del lavoro, 45 per l’istruzione e la formazione e altri 35 per sostenere interventi nel campo sociale». Il Documento di indirizzo strategico regionale – ha spiegato il presidente pro tempore Spirlì – «è un programma concreto di azioni per i prossimi sette anni, con una Calabria che sarà più green, più connessa, più digitale, più resiliente e che guarderà alle aree interne. Tra i nostri obiettivi c’è quello di raggiungere, con sei mesi di anticipo, il target di spesa 2021, certificando, entro giugno, altri 156 milioni di euro. Tutte risorse importanti per la coesione e lo sviluppo territoriale. Nella prossima settimana i dipartimenti regionali saranno chiamati a esporre le criticità e i successi della programmazione 2014-2020 e a fornire le possibili azioni da includere nel periodo 2021-2027».

Santo Biondo, segretario generale Uil Calabria
Santo Biondo, segretario generale Uil Calabria

Non va sul leggero il segretario Uil: «Questo Programma operativo, sul quale è mancato il dialogo sociale all’interno del partenariato, non brilla in trasparenza. Ancora oggi, infatti, non è possibile analizzare i dati sull’impatto che le varie misure hanno avuto rispetto alla spesa. Ancora oggi non vi è l’opportunità di portare a compimento un’analisi sulle reali ricadute che le varie misure hanno avuto e, soprattutto, di capire su se la spesa è stata scarsa anche in termini di efficacia.
«Partendo dal tema del lavoro – rileva Santo Biondo – emerge con chiarezza il vuoto programmatico delle politiche attive. Sino ad oggi non si è dato corso a nessun nuovo percorso ma, purtroppo, si è proceduto solamente ad alimentare le vecchie e poco efficaci politiche passive.
In questo settore, determinante per il futuro della Calabria, non si è intervenuti sul piano strutturale per mettere a fuoco e risolvere le problematiche decennali dei centri per l’impiego. Ad oggi, fra le altre cose, mancano la formazione e la qualificazione del personale, si fa attendere il processo di digitalizzazione e ciò rischia di dare vita ad un vulnus pericoloso per la Calabria che rischia, seriamente, la destrutturazione del suo mercato del lavoro».

La Regione Calabria, a voce del responsabile dell’Autorità di gestione del Por Maurizio Nicolai, difende i risultati ottenuti: «in questi sei mesi abbiamo realizzato una riprogrammazione pari a mezzo miliardo di euro, per la prima volta destinando risorse comunitarie anche al comparto sanitario e riuscendo a centrare comunque tutti gli obiettivi di spesa. Voglio solo ricordare – ha detto Nicolai – che al nostro insediamento il livello della spesa, nell’anno 2020, era pari a zero euro. Noi, invece, abbiamo fatto una rendicontazione finale al 31 dicembre di 190 milioni, quindi oltre il target previsto. Si può dire che, fino al 2020, è stato negato il concetto stesso di programmazione. Per questo tra i punti concordati oggi con il Comitato abbiamo inserito all’ordine del giorno anche la messa in sicurezza del programma, proprio per la complessità delle questioni che abbiamo ereditato».

Per la Uil «emerge con chiarezza «la mancanza di misure di sostegno alle attività produttive. Purtroppo – dice Biondo –, siamo ancora costretti a registrare la totale mancanza di presa di coscienza da parte della politica regionale e della politica tutta rispetto al dato di fatto che queste risorse, che lo ribadiamo sono le uniche spendibili con prontezza, debbano essere indirizzate per struttura il mondo del lavoro, per dare corso ai programmi di sviluppo economico, per realizzare interventi infrastrutturali e ammodernare il settore dell’istruzione.
Ancora una volta rimaniamo delusi rispetto alle nostre aspettative di miglioramento del ciclo integrato delle acque, lo stesso dicasi per le tematiche ambientali e per la mancata realizzazione di interventi contro il dissesto idrogeologico.
«Rimane, ancora, aperto un grosso interrogativo sulla realizzazione delle opere pubbliche messe come obiettivo da realizzare attraverso l’uso dei fondi del Por 2014/2020. Il Comitato di sorveglianza, quindi, ha confermato la bassa qualità della programmazione del governo regionale, una carenza che, lo ricordiamo ancora una volta, è dovuto, soprattutto, al mancato dialogo sociale. Per questo, con convinzione, torniamo a ribadire la necessità di riprendere il confronto con il partenariato economico e sociale al fine di programmare al meglio gli investimenti del futuro».

In altri termini, dalla Uil si contesta la genericità del programma contenuto nel documento strategico depositato dalla Giunta: «È mancato il confronto e, alla fine, ciò che è stato partorito è un programma generico, che manca di dettaglio. È un documento che dice tutto e niente e sembra un copia e incolla di altri documenti.
«Lo stesso dicasi delle proposte avanzate per lo sfruttamento dei fondi del Recovery plan che altro non è se non un sommatoria di opere incompiute e finanziate con altri fondi, che mette a rischio la loro realizzazione per la pericolosa sovrapposizione di finanziamenti che si è creata. Ciò che, invece, era necessario fare era puntare al completamento di queste opere e alla programmazione di nuove».

E c’è un aspetto da non sottovalutare: chi sono gli effettivi beneficiari delle risorse Por? Santo Biondo non ha dubbi sull’opacità della rendicontazione: «Ribadiamo, inoltre, la necessità ed urgenza di realizzare la banca dati degli utilizzatori del Por per verificare chi sono coloro che ne stanno usufruendo, riteniamo ciò sia determinante in termini di trasparenza e legalità. Non vorremmo, infatti, che dentro questa platea ci fossero imprese che non rispettano i contratti, non pagano i lavoratori o non versano i contributi
Ci preoccupa, in ultimo ma non per ultimo, la possibilità che da qui a ottobre, quando la Calabria dovrebbe tornare alle urne, si possa pensare di continuare a muoversi a fari spenti, cosa che è pericolosa per il presente e il futuro della Calabria: una regione che non può permettersi di non agganciare la ripartenza economica della nazione».

Le risorse Ue sono state fino ad oggi male e poco utilizzate: basta guardare i resoconti relativi agli utilizzi effettivi dei fondi impegnati, per capire che, anche in questo caso, qualcuno dovrà assumersi la responsabilità politica di segnare, finalmente, una svolta nella politica economica regionale nell’ottica europea. È un tema di cui, nei programmi elettorali delle ultime consiliature regionale, non si sono viste tracce consistenti. Lo tengano da conto i prossimi candidati che guardano a Germaneto: i calabresi sono stufi e stanchi di parole, ma esigono concretezza. Programmi, appunto, di cui sarà possibile seguire la realizzazione o verificare l’incapacità esecutiva. Il tempo c’è per stilare un piano programmatico da sottoporre agli elettori, ma – contrariamente al nostro abituale ottimismo – temiamo che la prossima campagna elettorale sarà, come sempre, fatta di parole al vento e promesse generiche di sviluppo futuro. Ma gli elettori – siano cauti i candidati presenti e futuri – non sarà più facile convincerli con belle parole e discorsi elegantemente (?) svolti. La Calabria non ci sta più, questo dev’essere chiaro, e i calabresi sono davvero incazzati con la politica del nulla. (s)

Il video della presentazione del Comitato di sorveglianza del Por Calabria 2014/2020

“CALABRIA LAVORA”, LA REGIONE ORA PAGA
E INTANTO RIPROGRAMMA 500 MILIONI UE

Sono circa 14 milioni di euro i contributi a fondo perduto che da oggi la Regione Calabria farà pervenire alle piccole e medie imprese che hanno fatto richiesta tramite il bando “Calabria Lavora”. La misura riguarda circa diecimila lavoratori calabresi.

«L’obiettivo del bando – spiega l’assessore Fausto Orsomarso – è stato quello di sostenere il pagamento degli stipendi per consentire alle aziende di mantenere i livelli occupazionali nonostante la crisi dovuta all’emergenza covid. Avevamo destinato a questa misura 40 milioni, ma molte aziende hanno scelto di continuare ad utilizzare la cassa integrazione. È stato comunque raggiunto il risultato di scongiurare i licenziamenti e consentire alle aziende di mantenere le professionalità di cui hanno bisogno per rimanere competitive e rilanciarsi sul mercato. Non a caso altre regioni ci stanno seguendo per replicare questo intervento che consente di avere effetti strutturali. Pensiamo quindi di aver contribuito ad invertire una situazione di crisi che sembrava inesorabile, sostenendo le imprese con una Regione che funziona, ascolta i portatori di interesse, pubblica i bandi e distribuisce subito le risorse. Ringrazio per il loro impegno, anche a nome della presidente Jole Santelli, tutti i dirigenti coinvolti, lo staff di Fincalabra e tutti coloro che hanno lavorato ai bandi senza risparmiarsi. Ringrazio soprattutto gli imprenditori del settore turistico come gli albergatori, i ristoratori, i gestori degli stabilimenti balneari, i gestori delle discoteche e dei locali, che hanno avuto fiducia in se stessi, che hanno creduto nelle potenzialità di rilancio di una Calabria covid-free, e che oggi stanno garantendo una stagione turistica in sicurezza, collaborando anche ad uno svolgimento sereno della movida giovanile, collaborando nell’evitare, per quanto possibile, il rischio di assembramenti. Valuteremo i risultati alla fine della stagione, ma i primi dati sono più che confortanti e la tenuta della stagione turistica in Calabria è sotto gli occhi di tutti. L’impegno che abbiamo portato avanti insieme alla presidente Santelli è stato determinante. Con gli investimenti per 1,6 milioni di euro destinati alle strutture termali, ora accomunate dal logo ‘Terme di Calabria’, e con la pubblicazione lunedì del bando per gli aiuti alle agenzie di viaggio, abbiamo completato la definizione di piano di sostegno al settore turistico con il quale la Calabria non solo ha salvato una stagione che tutti davano per compromessa, ma si sta affermando come principale destinazione per le vacanze».

Accanto a questa misura che in parte allevia i disagi delle aziende per il lockdown (senza però scongiurare i rischi di una crisi irreversibile), c’è da registrare l’intesa della Regione Calabria con il ministero per il Sud e la Coesione territoriale che consente di dare il via alla riprogrammazione dei fondi strutturali europei, per un ammontare complessivo di 500 milioni di euro.

Prendendo atto dell’Accordo relativo alla Riprogrammazione dei Programmi Operativi dei Fondi strutturali 2014-2020 ai sensi del comma 6 dell’articolo 242 del decreto legge 34/2020, siglato lo scorso 27 luglio dal ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano e dal presidente della Regione Calabria Jole Santelli, si dà dunque avvio all’operazione di ri-orientamento dell’utilizzo delle risorse europee, non ancora oggetto di rendicontazione, per il finanziamento di iniziative di contrasto all’emergenza.

«Giungere a questo accordo – ha dichiarato la presidente Santelli – non è stato semplice, e non era affatto scontato che si sarebbe chiuso con questi valori. Abbiamo, durante il negoziato, prioritariamente voluto affermare la necessità di trovare la giusta copertura a tutte le azioni congiunturali messe in campo per sostenere l’economia e le famiglie, oltre 160 milioni di euro e, al contempo, dare garanzia che gli interventi a rischio decertificazione trovassero adeguata copertura nei prossimi cicli di programmazione nazionale».

«Durante la definizione dell’accordo – ha aggiunto – ho incontrato personalmente il ministro, con il quale abbiamo condiviso le emergenze ed i bisogni della Calabria. Sono convinta che agire in fretta sulle emergenze sia stata la chiave che ha consentito a questo accordo di avere un esito di chiara soddisfazione, che consente di guardare alle prossime programmazioni come dei momenti fondanti per la nostra Regione. Abbiamo voluto, simultaneamente alla chiusura dell’accordo, lanciare l’avvio della nuova programmazione, consapevoli che l’Europa ci guarda e che il futuro è Calabria».

L’Accordo sottoscritto delinea, infatti, una strategia di intervento che si fonda sulla individuazione delle misure più efficaci e di semplice attuazione e sostiene, inoltre, un complessivo adeguamento delle finalità, modalità e tempistiche degli interventi della politica di coesione in Calabria. Governo e Regione stabiliscono, più nel dettaglio, le condizioni e le modalità operative di riprogrammazione del Por Fesr Fse 14/20 e della quota di Fondo di sviluppo e coesione (FSC) attribuita alla Regione Calabria prevedendo una diversa concentrazione delle risorse e un nuovo impiego, rispettivamente, di 340 milioni a valere sul Fesr e di 160 milioni a valere sul Fse secondo i seguenti gli ambiti prioritari:

— Emergenza sanitaria, 140 milioni di euro complessivi per l’acquisto di apparecchiature e materiali sanitari, assunzione di personale, aree sanitarie temporanee, rafforzamento di reti e presidi territoriali per la salute, realizzazione di piattaforme e sistemi informatici per il contrasto all’emergenza.

— Istruzione e formazione: 45 milioni di euro per l’acquisto di beni e attrezzature per il superamento del divario digitale nell’accesso all’istruzione e alla formazione professionale e adeguamento delle strutture o competenze nel mondo della scuola e delle istituzioni formative regionali.

— Attività economiche: 180 milioni di euro destinati all’istituzione/ rafforzamento di misure di garanzia per il sostegno al capitale circolante, alla liquidità delle imprese attraverso strumenti previsti nell’ambito del temporary framework per sovvenzioni a fondo perduto a favore delle imprese e dei lavoratori autonomi, per la moratoria dei debiti e la concessione di prestiti a lungo termine a tassi agevolati.

— Lavoro: 100 milioni di euro per il sostegno ai redditi dei lavoratori dipendenti del settore privato mediante finanziamento di ammortizzatori sociali e di strumenti di conciliazione fra lavoro, formazione e cura dei minori, sviluppo del lavoro agile e indennità di tirocinio.

— Sociale: 35 milioni di euro per aiuti alimentari per i Comuni di medio-piccole dimensioni, servizi di sostegno e cura per le persone in condizione di fragilità aggravata dalla crisi, sostegno alle fasce sociali a rischio tramite operatori del III Settore.

L’Accordo prevede di utilizzare, nella misura più ampia possibile, l’opportunità per l’anno contabile 2020-2021 di cofinanziamento al 100% con risorse europee delle spese rendicontate in tale periodo dal Por della Regione Calabria – così come previsto dal Regolamento (UE) 2020/558 – e stabilisce che le risorse relative al Por così individuate per la riprogrammazione siano mantenute nella dotazione del medesimo programma, e concorrano al finanziamento delle priorità fissate.

La Giunta regionale, inoltre, ha affidato al dirigente della Programmazione Unitaria ed Autorità di Gestione dei fondi strutturali il mandato di procedere alla messa a punto delle necessarie azioni di carattere organizzativo e contabile per l’attuazione delle attività di riprogrammazione del Por Fesr/Fse 2014/2020.

Il Governo si impegna a supportare la Regione nell’interlocuzione con la Commissione europea per la successiva notifica e approvazione della riprogrammazione e per consentire la finanziabilità, nel prossimo periodo di programmazione 2021-2027, dei progetti avviati nel periodo di programmazione 2014-2020 e non completati. (rrm)

FONDI UE: TALLINI, PIANIFICARE LA SPESA
PER COSTRUIRE IL MODELLO DI SVILUPPO

Progettare il futuro, impegnando i fondi comunitari e pianificando la spesa delle risorse disponibili. Non è un obiettivo impossibile e, anzi, nella due giorni di Germaneto, alla Cittadella regionale, si è potuta anche constatare la disponibilità dell’opposizione per traguardi comuni da raggiungere per il bene della Calabria e dei calabresi. In altre parole, non  è più tollerabile – come è accaduto in passato –  di dover restituire i fondi dell’Europa per mancato utilizzo. Ovvero per assenza di programmazione per l’uso delle risorse a disposizione. I fondi europei non utilizzati tornano in Europa e vanno a chi, più intelligentemente (vedi la Spagna, per esempio) ha una oculata e attenta programmazione di spesa.

A Germaneto si sono formati tavoli tematici e si è discusso tra gli assessori e gli amministratori locali di come rimodulare le risorse europee e come programmare la spesa, proprio nell’ottica di una organica e più attenta politica di investimento. La crescita e lo sviluppo della Calabria sono a portata di mano, visto che l’Europa ci mette il denaro, ma occorre prima impegnarlo in obiettivi specifici e poi saperlo spendere. Cosa che fino ad oggi è avventa in rare occasioni.

È stato il presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini a sottolineare l’importanza del lavoro collettivo che si è registrato nella due giorni di Germaneto, il cui slogan Il futuro è Calabria, una volta tanto non è sembrato un vuoto auspicio ma un serio obiettivo. I trattava di valutare e ripensare il programma comunitario dei fondi Por 2021-2027. E stato un lavoro denso e partecipato – ha fatto notare Tallini – quello svoltosi ai tavoli tematici, che si è rivelato non solo solo di vitale importanza, ma ha anche impresso una svolta nel modus operandi quanto mai opportuna: «non è la prima volta in assoluto – ha osservato Tallini – che si avvia un confronto del genere in vista dell’elaborazione della programmazione comunitaria. Ma è forse la prima volta – e di questo occorre riconoscere il giusto merito alla presidente Jole Santelli – che al partenariato viene data realmente l’occasione di essere protagonista del cambiamento».

Il presidente Tallini ha rimarcato il ruolo che spetta all’Assemblea regionale: «Dei risultati di questi tavoli tematici farà tesoro non solo la presidente Santelli, ma anche e soprattutto l’Assemblea che ho l’onore di presiedere che avrà un ruolo-chiave nella definizione delle politiche comunitarie da qui al 2027».

«La partita del futuro della Calabria si gioca qui – ha aggiunto –. Dalla capacità che avremo di trasformare l’emergenza Covid in nuova opportunità. Dalla capacità di utilizzare in maniera manageriale e produttiva ogni euro che verrà dall’Unione Europea. Dalla capacità di essere lungimiranti nella costruzione di un modello di sviluppo che dovrà essere fortemente innovativo e legato all’ambiente».

Il presidente dell’Assemblea di Palazzo Campanella esprime una valutazione positiva sul metodo di lavoro scelto: «Sono certo che si formerà una bella ‘squadra’ di intelligenze e competenze. Poi naturalmente spetterà a chi detiene il potere decisionale – Giunta e Consiglio regionale – tirare le somme e puntare sulle idee vincenti, evitando di commettere l’errore del passato di volere accontentare tutti e disperdere le risorse».

«Ritengo una scelta tesa alla valorizzazione del ruolo complessivo dell’Assemblea –ha proseguito Tallini – quella della presidente della Giunta di coinvolgermi attivamente delegandomi a introdurre i lavori dei sette ‘tavoli’. Così è stata sancita e sottolineata la sinergia di Giunta e Consiglio e, al tempo stesso, l’impegno dei due organi istituzionali nel garantire che le proposte ritenute valide troveranno una trasposizione in provvedimenti amministrativi e atti legislativi».

«Per quanto riguarda, in particolare i singoli ‘tavoli’ – ha continuato il presidente del Consiglio regionale – quello denominato Una Calabria più intelligente, coordinato dall’assessore regionale all’Istruzione, Sandra Savaglio, raccoglie la sfida del futuro che si gioca essenzialmente sull’innovazione e sul digitale. L’innovazione non deve riguardare solo le Città e la qualità della vita dei cittadini, ma deve investire tutti i settori della società calabrese, in particolare il mondo produttivo. Si pensi alle potenzialità dell’agricoltura di precisione con i droni oppure alle applicazioni dell’artigianato digitale».

«Per il tavolo Una Calabria più verde – ha continuato Tallini – coordinato dall’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio, devo dire che queste tematiche mi affascinano particolarmente perché sono convinto che la Calabria è uno scrigno verde su cui costruire un modello di sviluppo innovativo e vincente. La mia esperienza nell’istituzione della Riserva di Valli Cupe, divenuta in breve tempo una delle mete più ambite del naturalismo meridionale, mi porta a dire questo. I nostri parchi e le nostre riserve naturali, i nostri mari, le energie rinnovabili, il turismo legato alla natura, sono tutti segmenti di una rivoluzione verde più che mai ‘possibile’ e concreta».

Ancora Tallini: «Crescita e superamento dell’isolamento, sono un binomio indissolubile, come conferma il tavolo tematico denominato Una Calabria più connessa coordinato dall’assessore regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo. Anche questo tavolo, come gli altri, appare strategico per il futuro della Calabria. Una Calabria connessa con il resto del Paese, con l’Europa, con il Mediterraneo sarà in grado di vincere la sfida della crescita e dello sviluppo. Le grandi infrastrutture sono essenziali in un disegno del genere. Mi piacerebbe conoscere il parere del tavolo su una questione che il Consiglio Regionale ha recentemente affrontato, approvando una specifica mozione, vale a dire la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Noi abbiamo affrontato la questione con serietà, chiedendo al Governo di verificarne la fattibilità alla luce delle nuove tecnologie. Una posizione che trova molti riscontri anche nelle forze governative e in quasi tutte le forze di opposizione parlamentare».

«Compito importantissimo – secondo Domenico Tallini – anche quello del tavolo Una Calabria più sociale affidato al coordinamento dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo perché tocca da vicino la vita reale dei cittadini. Senza contare che il sistema socio-assistenziale è una delle più importanti ‘industrie’ della Calabria, che dà lavoro a migliaia di persone che si occupano delle persone bisognose di aiuto. Alzare il livello qualitativo dell’offerta sociale attraverso la migliore utilizzazione possibile delle risorse comunitarie appare un obiettivo ambizioso, ma realizzabile».

«Coordinato dal vicepresidente della giunta e assessore regionale ai Beni Culturali, Nino Spirlì, il tavolo Una Calabria più vicina ai cittadini – ha continuato il presidente del Consiglio regionale della Calabria – non chiama in causa solo con una maggiore efficienza burocratica, con l’alleggerimento delle procedure, ma investe praticamente tutti i settori della vita sociale, economica e culturale. Si tratta di un nuovo approccio al rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini. Mentre quello denominato Una Calabria che funziona, coordinato dall’assessore regionale al Bilancio, Francesco Talarico, s’intreccia col precedente perché la sfida che dobbiamo portare avanti e vincere è quella di una macchina burocratico-amministrativa che – partendo dalla Regione per arrivare alle Province e ai Comuni – sia capace di cambiare passo. La percezione che i cittadini hanno del sistema burocratico pubblico non è per niente positiva. Cittadini e imprese lamentano lentezze, ritardi, incertezze che poi mettono a repentaglio la buona riuscita di un’iniziativa o l’ottenimento di un diritto personale. Digitalizzazione, modernizzazione, formazione possono essere le parole chiave di questo delicato tema».

«Infine – conclude la sua disamina il presidente Tallini – il tavolo tematico denominato Un nuovo modello di sviluppo coordinato dall’assessore regionale al Turismo, Fausto Orsomarso, si può dire che, così articolato e affascinante, racchiuda e si raccordi con tutti gli altri tavolo tematici. Ciò che sta emergendo, è infatti l’esigenza di una forte e veloce modernizzazione del sistema Calabria che, nonostante grandi potenzialità, appare ancora sostanzialmente arretrato rispetto al resto d’Europa. Abbiamo i numeri per recuperare questo gap».

«L’emergenza Covid, paradossalmente – ha concluso – può aiutarci perché il modo come abbiamo contenuto il virus, grazie anche alle condizioni climatiche e ambientali, ci ha consegnato la percezione di una regione sicura. Non è una cosa da poco. È, però, altrettanto evidente che dobbiamo pensare a modelli nuovi di turismo, di agricoltura, di produzione agro-alimentare da esportare all’estero. Sono sicuro che arriveranno idee e suggestioni che risulteranno molto utili alla Regione per varare un programma europeo di alto respiro». (rrm)