Alfonso Samengo: «Oggi vorrei parlarvi di mio padre, Francesco»

di PINO NANOUn Parco per Bambini a Cittanova porterà il nome di Francesco Samengo, già presidente Unicef, morto a causa del Covid nel novembre 2020. 

La cerimonia di intitolazione avverrà il 31 agosto prossimo. Il Parco, già corredato di giochi, sarà arricchito di una giostra per bambini con disabilità, al fine di consentire una migliore forma di inclusione. Alla manifestazione, promossa dall’Amministrazione Comunale di Cittanova, saranno presenti il sindaco Domenico Antico, il Presidente del Consiglio Comunale Francesco Rao, ma anche rappresentati dell’Unicef nazionale Patrizia Surace e Michele Affidato, il presidente di Unicef Calabria Giuseppe Raiola, nonché il figlio del compianto presidente Samengo, il collega giornalista Alfonso, oggi vicedirettore del Tg2, che ha accettato di rilasciare al nostro giornale un ricordo di suo padre. 

-Alfonso, che sentimento hai provato alla notizia dell’intitolazione di un parco per bambini alla figura di tuo padre?

«La decisione dell’Amministrazione comunale di Cittanova mi ha commosso. Confesso proprio che si tratta di un sentimento di commozione, perché parlo da figlio che ha sempre considerato il proprio padre come modello di intraprendenza e di generosità». 

-Posso chiederti di raccontarmi tuo padre?

«Mio padre era innanzitutto un inguaribile innamorato della sua terra e della sua gente. Nonostante si fosse trasferito negli ultimi anni con la famiglia a Roma, ha sempre mantenuto un legame strettissimo con la Calabria ed ha voluto conservare fino alla fine la propria residenza a Cassano Ionio dove era nato e cresciuto».

-Diciamola tutta. Tuo padre era un personaggio illustre, molto conosciuto nella politica degli anni 80 e 90. Ha militato nella Democrazia Cristiana, al fianco di Carmelino Pujia potente assessore regionale e poi sottosegretario. Come lo ricordi in quegli anni?

«Era difficile stargli dietro. Lui era molto presente nella vita di famiglia ma sempre lontano da casa, assolutamente preso dalla passione che aveva coltivato fin da piccolo. Mai ferie, mai una giornata al mare, pochissimi viaggi di piacere. Soltanto anni di lavoro che significavano per lui grande entusiasmo e tanti sacrifici. Come molti sanno, lui ha ricoperto ruoli manageriali in aziende pubbliche, con grandi risultati e soddisfazioni ma anche accumulando delusioni, incomprensioni ed amarezze».

-Poi negli ultimi anni della sua vita si è avvicinato al mondo dell’Unicef. Come mai?

«Avvicinandosi all’età della pensione, ero certo che non si sarebbe mai arreso alle pantofole e al divano. Ha trovato la sua strada avvicinandosi al mondo del volontariato. Per rimanere in attività e contribuire a qualche buona e giusta causa. Ancora riecheggiano nella mia mente le parole di un suo intervento: “Spendere il proprio tempo e le proprie energie al servizio degli altri, per contribuire a cambiare ciò che non va, credo che sia quanto di più utile una persona possa fare nella vita. I bambini in definitiva sono tutto: sono il futuro e il presente, sono quanto di più prezioso possa esserci, la guida che orienta le nostre azioni, attività e priorità”. Credo sia stato per questo che lui ha voluto lavorare per un’importante struttura che più di altre difendesse le nuove generazioni dalla povertà, dalle ingiustizie e dalle guerre. L’Unicef, appunto. Poi, con il tempo, da presidente nazionale ha maturato la convinzione di affidarle una nuova missione».

-Quale missione?

«Quella di orientare l’Unicef verso un modello di organizzazione di “prossimità”, cioè di essere vicina a tutti i bambini compresi quelli italiani, perché anche in Italia ci sono bambini che vivono nel disagio».

-Quando è avvenuta questa trasformazione?

«Confesso di non sapere se questa trasformazione sia rimasta dopo la morte di papà. Lui ha sempre creduto che questa metamorfosi fosse assolutamente necessaria perché i bambini sono da difendere ovunque, non solo nelle aree di crisi internazionali ma anche qui da noi, in Calabria. Fin dagli anni in cui è stato Presidente dell’Unicef calabrese ha portato avanti alcune iniziative particolari, definirei inedite per l’Unicef ed altre organizzazioni umanitarie, come il sostegno attivo alla rete ‘Liberi di scegliere’». 

-Di cosa si tratta?

«La rete “Liberi di scegliere” è ormai nota a livello nazionale ed internazionale, ha anche ispirato una fiction Rai. Lo spirito che la anima è quello di aiutare minorenni provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata. Ma anche ragazzi che siano vittime della violenza mafiosa e dei loro familiari che si dissociano dalle logiche criminali, con particolare interesse per quelle madri che intendano salvare i loro figli dal destino sicuro del carcere o della morte, sostenendole in un cammino di riscatto sociale».

-Qualche esempio concreto che ricordi?

«Ricordo, ad esempio, un’iniziativa svolta dall’Unicef al fianco del Tribunale dei minori di Reggio Calabria. In quell’occasione fu necessario salvaguardare l’incolumità di una minorenne vittima di violenza sessuale reiterata, maturata in un contesto di ‘ndrangheta. L’Unicef ebbe parte attiva nell’allontanamento dalla Calabria dell’intero nucleo familiare, collaborando nell’operazione di sistemazione logistica di quella famiglia». 

-Quali altre iniziative dell’Unicef in Calabria, in quel periodo in cui tuo papà era presidente regionale?

«Tanti atti ufficiali che erano propedeutici ad iniziative concrete, come la stipula di protocolli d’intesa con i Tribunali dei Minori di Catanzaro e di Reggio Calabria, accordi con le Prefetture per agevolare l’accoglienza e la permanenza dei minori stranieri anche dopo la maggiore età (come consente la c.d. Legge Zampa), le intese con le università della Calabria e Mediterranea di Reggio Calabria, le convenzioni stipulate con il Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, con vari Ordini Professionali, con l’Ufficio Scolastico regionale della Calabria e con il Coni». 

-Fin qui il periodo calabrese. Poi il 25 luglio 2018 Francesco Samengo viene eletto presidente nazionale.  

«Non è stata una sorpresa per me. Papà, nei mesi precedenti, aveva intensificato il suo impegno a favore di iniziative importanti sempre orientate da quel suo progetto di Unicef di “prossimità”. Penso, ancora, all’impegno per l’istruzione prescolare: l’accordo tra l’Associazione Culturale Pediatri e i progetti Unicef di sostegno alle azioni educative volte all’istruzione formale e informale dei minori, tra cui “Nati per Leggere”, così come il programma Unicef “Benvenuti al mondo”. Ricordo ancora la promozione della rete degli Ospedali “amici dei bambini”, con particolare attenzione non soltanto alla cura del corpo, quindi delle malattie, ma anche dell’anima, della psiche dei bambini. L’Unicef ha selezionato alcuni ospedali con queste particolari caratteristiche secondo alcuni criteri prefissati».

-Anche qui la domanda: un esempio concreto?

«L’Unicef, ad esempio, nei 30 ospedali della rete “amici dei bambini” ha promosso un programma denominato ‘Insieme per l’allattamento’ per diffondere la cultura dell’allattamento e garantire a tutti i bambini una nutrizione adeguata fino dalle prime settimane di vita. Forse non tutti sanno che Italia e Malta sono tra i paesi con la più alta prevalenza di obesità tra i bambini che non sono mai stati allattati. Occorre insomma promuovere la cultura dell’alimentazione fin dalla tenera età». 

-Altre iniziative?

«Non riesco a ricordarle tutte. Papà moltiplicava i suoi impegni ogni giorno, ogni settimana, ogni mese. Poi amava incontrare e motivare i volontari dei comitati provinciali e regionali dell’Unicef. A pochi mesi dalla sua elezione era riuscito a far visita in tutte le province italiane. In molte sedi istituzionali, nelle scuole, nelle Università si parlava di Unicef e delle sue iniziative». 

-Ci fu anche una visita al Quirinale di una delegazione ufficiale dell’Unicef….

1Prima la delegazione fu ricevuta dai Presidenti del Senato e della Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. Poi anche dal Presidente Sergio Mattarella. Fu una visita storica, era il 20 novembre 2019. L’occasione fu per il trentennale dell’approvazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, da parte dell’Assemblea Generale dell’Onu. La delegazione era composta soprattutto da bambini e da ragazzi che papà definiva i “veri protagonisti dell’evento”. Con loro c’erano gli Ambasciatori Samantha Cristoforetti e Michele Affidato, i membri del Consiglio direttivo Anna Miccoli, Patrizia Surace e Matteo De Mitri, il Direttore generale Paolo Rozera e il Portavoce Andrea Iacomini. Mattarella volle ascoltare proprio la voce dei ragazzi e invitò i rappresentanti dell’Unicef a non abbassare mai il livello di guardia nella tutela dei minori, soprattutto di quanti appartengono a minoranze, di coloro i quali necessitano di specifica protezione e sostegno per situazioni di vita o condizioni fisiche»

-Insomma, fu una giornata indimenticabile. E altri eventi significativamente importanti?

«Un grande evento fu lo spettacolo teatrale “Processo a Pinocchio” che venne portato in scena nel maggio 2019 nella solenne cornice della Aula della Camera dei Deputati. Un inedito assoluto: era la prima volta di uno spettacolo di giovanissimi attori nel tempio sacro della politica a Montecitorio. Sugli scranni dove siedono i parlamentari c’erano i bambini di alcune scuole romane, campane e calabresi. Ovviamente presenti il presidente della Camera di allora Roberto Fico e la vicepresidente Mara Carfagna, oltre a pochi deputati e autorità.  Si trattava sostanzialmente di una rilettura ben riuscita della favola di Collodi alla luce dei diritti dei bambini e degli adolescenti dei nostri tempi. L’ evento straordinario, fortemente voluto da mio padre, venne trasmesso in diretta su Rai3 a cura di Rai Parlamento». 

-Poi mi parlavi anche di importati relazioni con il mondo dell’università e altro ancora… 

«Papà mi raccontava con entusiasmo di tante iniziative, ad esempio accordi con università italiane per sollecitare iniziative a sostegno dell’infanzia, ma anche con il Ministero dell’Interno per la tutela dei minori stranieri non accompagnati e con i Vigili del Fuoco. Mi parlava di una piattaforma di dieci punti da sottoporre al Ministero dell’Interno per la creazione di una rete di tutela a favore dei minori e delle madri vittime di violenza domestica, contribuendo così alla lotta contro il dramma globale della violenza contro le donne e minori». 

-Poi è arrivato il Covid…

Maledetto Covid… Quelle settimane di distanziamento sociale e di lockdown hanno devastato le nostre coscienze. Mio padre viveva poi il profondo tormento di non poter incontrare i volontari e la gente. Il suo primo impegno, nelle prime settimane di pandemia, fu quello di collaborare ad una raccolta insieme con l’Anci per far fronte alle spese di prima necessità di quella drammatica emergenza. Contestualmente, Unicef Italia si attivò per recuperare all’estero mascherine ma anche guanti chirurgici e monouso, tute e occhiali protettivi, disinfettanti e termometri che, purtroppo lo ricordiamo tutti, erano introvabili nella prima fase di pandemia. Gli aiuti vennero consegnati alla Protezione Civile, che aveva il compito di distribuire alle strutture sanitarie delle aree con maggiori necessità di questi dispositivi sanitari. Inoltre, mio padre aveva anche avviato una collaborazione concreta con il Ministero della Salute per la salvaguardia della salute psicologica e fisica dei minorenni in Italia, in quel momento particolarmente vulnerabile a causa della pandemia e dell’aggravio delle diseguaglianze».

Purtroppo, il Covid ha stroncato i sogni e i progetti di tuo papà…

«Il Covid ha sconvolto la vita di milioni di famiglie nel mondo e tra queste anche la mia. Era il 23 ottobre di quattro anni fa: mio padre ha la febbre. Tutto da solo si reca in un laboratorio di analisi per fare il test. Positivo. Due giorni dopo viene ricoverato allo Spallanzani e il 31 ottobre finisce in terapia intensiva. Ha una grave polmonite. Per noi della famiglia diventa una terribile ed estenuante attesa di angoscia e di preghiera. Alle 21.35 del 9 novembre la telefonata che mai avrei voluto ricevere: “Suo padre è deceduto”. Anche mia madre finirà i suoi giorni proprio lì allo Spallanzani. Morta di covid anche lei. Esattamente venti giorni dopo mio padre. Quel mese di novembre del 2020 per la mia famiglia resterà per sempre il periodo peggiore della nostra esistenza. Dal quel 9 novembre tutto è cambiato e ogni giorno il pensiero è rivolto alla tragedia che abbiamo vissuto. Mio padre aveva 81 anni, ma assolutamente energico, instancabile e senza gravi patologie. Mai pause durante il weekend, viaggiava da solo in macchina per le vie dell’Italia, lavorando anche nel suo letto di ospedale prima di finire in rianimazione. E pensava a nuovi progetti e nuove iniziative per l’Unicef». 

-Lasciamo la tristezza di quel periodo… cosa resta di tuo padre?

«Resta il ricordo di un uomo buono e generoso. Di umili origini, orfano di padre a cinque anni e che si era fatto da solo, senza mai arrendersi. Ha vissuto momenti terribili ma è sempre riuscito a superare gli ostacoli della vita, realizzando i propri obiettivi con onestà e rigore. Soprattutto ha saputo dare un significato alla vita stessa, prima con l’impegno in politica e poi negli ultimi anni dedicandosi al volontariato. Ora ciò che mi sta a cuore è che questa eredità morale non vada dispersa. Per questo non finirò mai di ringraziare l’Amministrazione Comunale di Cittanova e tutti gli amici per essere sempre vicini alla mia famiglia, nel ricordare la figura di mio padre, come in questa bell’iniziativa del 31 agosto prossimo». (pn) 

Nel silenzio la prima piazza in Italia dedicata a Francesco Samengo

di FRANCESCO RAOA Cittanova è stato  inaugurato il primo Parco giochi in Italia alla memoria di Ciccio Samengo, ma a quanto pare l’Amministrazione Comunale non ha reputato opportuno indicare sulla targa chi è stato il nostro conterraneo, cosa ha fatto nel corso della sua vita e come ha saputo rappresentare nel mondo la sua generosità e la profonda sensibilità, espressa con l’intento di promuovere quell’idea a lui cara secondo la quale «realizzare un mondo migliore significhi innanzitutto prendersi cura dei più vulnerabili e indifesi, in particolare dei bambini, senza lasciare indietro nessuno». 

Per un senso di profonda riconoscenza, gratitudine e stima nei confronti del compianto dr. Samengo, reputo doveroso replicare all’articolo pubblicato da Approdo Calabria, mediante il quale è stata annunciata la suddetta inaugurazione, apportando alcune puntualizzazioni e una proposta.

Francesco Samengo, per tutti gli amici chiamato affettuosamente Ciccio, era nato a Cassano allo Jonio il 12 agosto del 1939. Laureatosi in Economia e Commercio e iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e dei Revisori Contabili, ha ricoperto nell’arco degli anni importanti ruoli manageriali ed apicali in numerose aziende pubbliche. Contemporaneamente, con semplicità e lungimiranza, è stato impegnato nel mondo del volontariato per l’Unicef divenendo prima componente del Consiglio Direttivo, dal 2001 ha  ricoperto la Carica di Presidente del Comitato Regionale della Calabria e infine,  nel 2018,   Presidente nazionale dell’Unicef.

Purtroppo, il 9 novembre del 2020, a causa del Covid-19, è venuto a mancare dopo una breve degenza allo Spallanzani di Roma, lasciando un enorme patrimonio di esempi e importantissimi obiettivi raggiunti. Nel corso dei due anni che lo hanno visto impegnato alla guida dell’Unicef non vi è stata circostanza e occasione per le  quali  Samengo si sia risparmiato nell’esprimere le doti umane e professionali riconducibili a quella Calabresità che ne hanno contraddistinto il suo operato. 

Tra le importantissime iniziative portate a termine in Calabria vi sono: la stipula dei protocolli d’intesa con i due Tribunali per i minorenni dei distretti di Reggio Calabria e Catanzaro; gli accordi con le Prefetture; le intese con le Università della Calabria e Mediterranea di Reggio Calabria; le Convenzioni stipulate con il Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, con vari Ordini professionali, con l’Ufficio Scolastico regionale e con il Coni. Tutto ciò, di volta in volta, è stato frutto di un lavoro condotto da Francesco Samengo con puntuale attenzione e con una visione tesa a generare fattivamente la funzione della “rete istituzionale” mediante la quale si potesse mettere al riparo da nuove devianze il futuro dei giovani  guardando sempre con forte attenzione la crescente diffusione dei potenziali rischi causati della povertà educativa, dalla marginalità sociale e da una crescente povertà economica, circostanze presenti nei territori del Meridione e sempre più incombenti sul il futuro dei nostri giovani.

Scrivo queste puntualizzazioni perché leggendo il comunicato stampa diffuso dalla stessa Amministrazione Comunale per l’occasione e visionando la targa scoperta all’atto dell’inaugurazione, è stata fatta passare come notizia l’inaugurazione del parco giochi, mentre sono state messe in secondo piano le motivazioni utilizzate a suo tempo per ottenere il nulla osta dalla Prefettura di Reggio Calabria, atto necessario per poter procedere all’intitolazione del parco giochi con l’intento di rendere omaggio ad un nostro illustre conterraneo in luogo dove i bambini trascorreranno il loro tempo per giocare insieme.

Nell’allora Delibera di Giunta, le motivazioni che portavano all’approvazione dell’atto, sono state: «Ad un figlio della nostra Calabria che nel corso della sua vita ha saputo trasformare la bellezza dell’altruismo e della disponibilità in amore ed impegno quotidiano, intravedendo negli adolescenti l’entusiasmo da difendere ed un futuro da sostenere». Nulla di tutto ciò è stato riportato, né nel comunicato stampa né sulla targa. Inoltre, pur essendoci state interlocuzioni con il mondo Unicef e con gli stessi familiari del defunto Samengo, anticipando l’avvio di tale iniziativa, perché non si è pensato di invitare alla cerimonia d’inaugurazione i familiari ed i rappresentanti de “Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia” trasmettendo la sensibilità di Cittanova ai familiari ed a tutto il mondo Unicef? 

Forse saranno state le stesse motivazioni che non hanno tenuto in considerazione la proposta allora illustrata in più occasioni, volta ad avviare l’intero percorso previsto per far accedere Cittanova tra quei Comuni riconducibili all’iniziativa promossa proprio dall’Unicef e denominata “Città Amiche dei Bambini e degli Adolescenti”? Proprio in quella proposta poteva esserci una via facilmente percorribile per ottenere un duplice risultato: da una parte si avviava un percorso culturale mediante il quale, partendo proprio dai bambini e coinvolgendo i genitori, sarebbe stato possibile mettere in atto una serie di attività virtuose per tale ambito.

Dall’altra, indirizzando l’operato della Giunta, della Commissioni consiliari afferenti e quindi del Consiglio Comunale ad una operatività ben definita e codificata  dallo stesso manuale, sarebbe stato possibile implementare una progettazione specifica sui servizi per l’infanzia e attraverso un sistema di welfare generativo avviare anche opportunità occupazionali finalizzate anche al superamento del pericolosissimo paradosso indotto dalla crescente fase di povertà dovuta in parte alla disoccupazione, molto spesso riversata forzatamente dai genitori anche sui  bambini sin dalla loro tenerissima età. 

Eppure, appare ormai ridondante la ricorrente affermazione promossa nelle varie occasioni pubbliche mediante la quale Cittanova vuole affermarsi nel contesto territoriale come luogo di Cultura. Ma con queste premesse, siamo sicuri che sia possibile continuare ad affermare ciò? Vi è un’altra domanda che sorge spontanea: basta il taglio del nastro, una fotografia e un comunicato stampa per fare Cultura? Credo proprio di no. La Cultura è fatta di contenuti, azione, coinvolgimento e senso di appartenenza. Sentimenti che nelle varie occasioni di confronto avverto venir meno. 

Quando il contenuto della notizia non riporta la valenza portante dell’evento, le iniziative sono destinate ad essere vuote e la scarsa presenza dei Cittadini è un dato di fatto non condannabile da nessuno. Vi è infine un’ultima curiosità e una proposta che mi hanno indotto a scrivere questa replica: tra i giochi installati nel “Parco Giochi Francesco Samengo” è stata installata qualche giostrina per i bambini con ridotta mobilità? Vengo alla proposta, rivolgendomi all’Amministrazione Comunale e al sindaco in particolare, certo che la loro non sia stata una disattenzione malevola: perché non ultimare il parco giochi con altre giostrine e poi inaugurarlo con tutti i “crismi” il prossimo 12 agosto, invitando ufficialmente i familiari del compianto Ciccio Samengo, una rappresentanza dell’Unicef e riportando sulla targa quelle informazioni oggi mancanti?  

Infine, si consideri che proprio in quel giorno, oltre ad essere la data di nascita del nostro illustre conterraneo, sarà anche il 405° compleanno di Cittanova e quanti parteciperanno all’evento potranno apprendere e comprendere quell’impegno profuso nel tempo per garantire ai bambini ed ai giovani il diritto di giocare, divertirsi e conoscere da vicino la storia di ha desiderato la loro felicità, anche senza averli mai conosciuti e incontrati. Anche questa sarà Cultura utile ai nostri giovani e soprattutto al nostro tessuto sociale. (fr)

 

Il Comitato Provinciale dell’Unicef Cosenza ricorda il presidente Francesco Samengo

A distanza di un anno dall’improvvisa scomparsa, il Comitato Provinciale dell’Unicef Cosenza ricorda, «con grande stima e affetto, la figura e l’impegno per la difesa dei diritti dei minori» di Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia.

«Da volontario prima e da presidente regionale e nazionale poi – ha sottolineato la presidente Monica Perri – non ha mai fatto mancare l’entusiasmo, l’apporto di idee, la concretezza dell’azione, la capacità di fare rete e di coinvolgimento delle istituzioni e della comunità verso la missione principale dell’organizzazione internazionale: la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, il prendersi cura dei più indifesi e vulnerabili».

Da Presidente del Comitato Regionale della Calabria per l’Unicef riuscì a svilupparne l’azione sui territori con risultati eccellenti, sia in termini di raccolta di fondi utili a sostenere i progetti dell’Unicef nei paesi in ritardo di sviluppo che di sensibilizzazione ai temi della diffusione dei contenuti e della applicazione concreta dei principi fondanti la Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

A tutti i livelli si adoperò per la realizzazione dei programmi di solidarietà attraverso protocolli d’intesa con i Tribunali per i minori ed i Garanti regionali per l’Infanzia e l’Adolescenza, accordi con le Prefetture provinciali, intese con il mondo scolastico ed universitario, convenzioni con le Associazioni di Categoria e Ordini professionali, con il mondo sportivo.

«Da persona illuminata, tenace, competente – ha proseguito la presidente del Comitato provinciale Unicef di Cosenza – ha avviato numerosi progetti e importanti partnership con stakeholders locali e nazionali. La sua nomina a presidente nazionale dell’Unicef, avvenuta nel 2018, fu il giusto riconoscimento ad una vita dedicata ai temi del sociale e ad una sensibilità indiscussa che ha saputo trasformare in servizio in favore delle comunità».

«Legatissimo alla sua città natale, Cassano allo Ionio ed alla Calabria tutta – ha proseguito – il presidente Samengo, trasferitosi a Roma per gli incessanti impegni di lavoro, si è attivato su più fronti anche per il riscatto della sua terra, da posizioni manageriali di primo piano. Nell’abbracciare idealmente i familiari tutti ed in particolare il figlio Alfonso, vice direttore di Rai Parlamento e l’amato nipote Francesco, il Comitato provinciale di Cosenza si impegna a raccoglierne l’eredità di affetto continuandone l’impegno e saluta con soddisfazione la proposta del Comune di Cassano allo Ionio di intitolare alla sua memoria un parco giochi, dove tanti bambini potranno giocare felici e sorridenti, imparando a crescere insieme». (rcs)

Leggi anche il ricordo di Pino Nano

Un parco giochi intitolato a Francesco Samengo

 A Cassano Allo Ionio, in Calabria, il Parco giochi per bambini avrà il suo nome “Parco Francesco Samengo”. La proposta è del sindaco del paese natale dell’ex Presidente di Unicef Italia, Giovanni Papasso, che vuole così rendere onore ad uno dei figli più illustri di Cassano. Nel cuore di Unicef Italia rimane invece forte il ricordo della sua presenza e del suo carisma.

di PINO NANO – Esattamente un anno fa un grave lutto colpiva la grande famiglia di UNICEF-Italia. Il 9 novembre 2020 il Covid si porta via anche Francesco Samengo, Presidente di Unicef Italia, per lunghissimi anni manager di stato ai vertici di consigli di amministrazione e di società di primissimo livello nel panorama dell’economia italiana. Era stato ricoverato all’ospedale Spallanzani per aver contratto il Covid.

“È stato per tutti una guida sicura – scrive l’Unicef dando la notizia della sua scomparsa – un esempio di abnegazione e instancabile costanza, uno sprone a dare sempre il meglio di noi nel perseguire la causa dei diritti dei bambini in Italia e nel mondo. In prima linea nella difesa dei diritti dei bambini e dei giovani in Italia e nel mondo, Francesco Samengo si è sempre distinto per l’enorme sensibilità e la ferma convinzione che realizzare un mondo migliore significhi innanzitutto prendersi cura dei più vulnerabili e indifesi, in particolare i bambini, senza lasciare indietro nessuno. Nei due anni del suo incarico ha guidato l’organizzazione con grande impegno, passione e un’incessante dedizione”.

Tra le dichiarazioni di ricordo più commoventi, in quelle ore, quella dell’allora Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli che affida alle agenzie di stampa un messaggio di “commossa vicinanza ai familiari e a tutto il comitato Unicef, a cui ci legano anni di consolidato rapporto istituzionale e umano, accomunati da un unico obiettivo per il bene dei più indifesi”.

I funerali – il Presidente Francesco Samengo aveva appena compiuto 81 anni – si sono poi svolti la mattina dell’11 novembre, a Roma, nella Basilica di San Francesco a Ripa in Trastevere, quartiere dove il Presidente dell’Unicef e la sua famiglia ormai vivevano da lunghissimi anni.

Ma è una tragedia dietro l’altra per la famiglia. Venti giorni più tardi, infatti, il 29 novembre 2020, muore anche sua moglie, anche lei ricoverata come lui per Covid all’Ospedale Spallanzani di Roma.

A distanza di un anno esatto dalla sua morte nella Sede istituzionale di Unicef Italia ci ricordano come “Francesco Samengo e l’Unicef fossero in realtà una cosa sola. Sempre, comunque e dovunque”.

Era il 25 luglio del 2018 il giorno in cui Francesco Samengo diventò Presidente di Unicef, eletto dal nuovo Consiglio Direttivo riunitosi per la prima volta a Roma, alla presenza del notaio Vincenzo Lino, e che poi sarebbe dovuto rimanere in carica fino al 2022.

In quella stessa riunione su espresso desiderio di Francesco Samengo Paolo Rozera era stato riconfermato Direttore generale e Carmela Pace nominata Vice Presidente del Comitato. Ma del Consiglio Direttivo, nominato dall’Assemblea lo scorso 7 giugno, fanno parte anche personalità di altissimo valore come Walter Veltroni, Alberto Baban, Eleonora Baltolu, Brunello Cucinelli, Matteo De Mitri, Ginevra Elkann, Giovanni Malagò, Anna Miccoli, Carmela Pace, Claudia Sella, Patrizia Surace, e Diego Vecchiato.

Forte, diretto, e pieno di commozione il discorso di insediamento che il nuovo Presidente Francesco Samengo tiene all’Assemblea Generale, interamente dedicato ai bambini che nel mondo ogni giorno muoiono di fame.

“Oggi, come ogni giorno – esordisce il Presidente Samengo – 7.000 neonati moriranno prima di compiere il loro primo mese di vita. È a loro che va il mio primo pensiero”.

“Come UNICEF – aggiunge il Presidente – lavoreremo affinché ogni mamma e ogni bambino, soprattutto i più vulnerabili, ricevano assistenza sanitaria di qualità a prezzi accessibili. Lavoreremo anche per aiutare i 200 milioni di bambini colpiti nel 2017 da malnutrizione cronica e acuta. Il mio impegno, inoltre, sarà rivolto ad assicurare i diritti di tutti i bambini che vivono in Italia, molti dei quali ho incontrato in decenni di appassionato impegno come volontario. Tenendo come riferimento la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza -dice ancora Samengo- vogliamo costruire un mondo più a misura di bambina e di bambino”.

All’Unicef Francesco Samengo ha dedicato le sue migliori energie, e forse il meglio della sua esperienza politica, perché dal giorno della sua nomina l’Unicef era diventata la sua unica vera casa, la sola vera mission che davvero contasse per lui, il solo unico obiettivo importante della sua vita futura, a parte l’amore smisurato che aveva e che ostentava per il “suo piccolo principe”, Francesco, figlio di Alfonso e unico nipote della famiglia.

L’Unicef – ricordano oggi i suoi assistenti più diretti – “era per lui motivo di orgoglio, di amore e di solidarietà per i più deboli, di rivalsa sociale per tutto quello che da politico di primissimo piano magari da giovane lui non era riuscito a fare, e non per colpa sua. L’Unicef, per lui, era l’ennesima maniera di rendersi utile agli altri, forse l’ultima, e non a caso il giorno dei suoi funerali insieme alle massime autorità istituzionali ha voluto esserci presente anche il ministro Vincenzo Spadafora, che all’Unicef era praticamente cresciuto insieme a lui”.

Calabrese di Cassano Allo Ionio (CS), dove era nato il 12 agosto 1939, Francesco Samengo viveva a Roma ormai da moltissimi anni. Volontario dell’UNICEF da oltre 20 anni, era già stato componente del Consiglio Direttivo dell’organizzazione. Dal 2001 ha ricoperto la carica di Presidente del Comitato Regionale della Calabria per l’UNICEF riuscendo, grazie alle sue doti relazionali e organizzative, a sviluppare e incrementare l’azione dell’UNICEF rendendola sempre più capillare attraverso risultati straordinari sia dal punto di vista dell’advocacy che della raccolta fondi A titolo di esempio si menzionano protocolli d’intesa con i due Tribunali per i minorenni dei distretti di Reggio Calabria e Catanzaro, gli accordi con le Prefetture provinciali, le intese con le Università della Calabria e Mediterranea di Reggio Calabria, le convenzioni stipulate con il Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, con vari Ordini professionali, con l’Ufficio Scolastico regionale, con il CONI. Laureato in Economia e Commercio, iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e dei Revisori Contabili, ha ricoperto importanti ruoli manageriali ed apicali in numerose aziende pubbliche, negli ultimi anni: Vicepresidente di Sviluppo Italia SpA (2003-2006), Presidente di Sviluppo Italia Engineering (2003-2009), Presidente dell’Istituto Sviluppo Agroalimentare – ISA (2004-2006), Presidente di Invitalia Reti (2008-2011), Presidente di Invitalia Attività Produttive (2011/2014).Il 25 luglio 2018 è stato quindi nominato Presidente del Comitato Italiano per l’UNICEF, incarico che avrebbe ricoperto fino al giugno 2022.

Un anno fa il Presidente di Unicef Italia Francesco Samengo se ne è dunque andato via per sempre, e se ne è andato da solo come se ne sono andati e se ne vanno tutti i malati di Covid in Italia, senza avere il tempo di salutare nessuno, senza rendersi conto di nulla, e soprattutto senza rendersi conto di quanto il virus ad un certo punto della propria vita possa essere davvero così aggressivo e letale.

Mentre stiamo per andare in macchina dal comune di Cassano Allo Ionio giunge notizia della proposta ufficiale avanzata dal sindaco Giovanni Papasso al Prefetto di Cosenza – perché così la prassi vuole –: “Intitoliamo a Francesco Samengo il nostro Parco Giochi ubicato sulla Tangenziale ex Stazione del Comune di Cassano all’Ionio”, con una motivazione che racchiude quella che era stata la stagione finale del Presidente di Unicef Italia: “Per rendere onore – spiega Giovanni Papasso – ad una figura prestigiosa, che ha dedicato un lungo periodo della sua vita ad attività di volontariato, in particolare a sostegno di iniziative per migliorare le condizioni di vita dei bambini nel mondo”. (pn)

Al Santuario di San Francesco di Paola si ricorda il presidente Unicef Francesco Samengo

Questo pomeriggio, Padre Francesco Tresibonda, correttore Provinciale dell’Ordine dei Minimi, nel corso della Santa Messa prevista alle 17 al Santuario Regionale di San Francesco di Paola, il presidente Unicef, Francesco Samengo e la consorte Vilma Campana, recentemente scomparsi.

La Messa si potrà seguire in diretta sulla pagina FB del Santuario Regionale San Francesco di Paola e sul canale Youtube.

«Pregheremo – si legge nella pagina Facebook del Santuario – anche per tutte le vittime del Coronavirus e per le loro famiglie. Collegatevi e pregate con noi!». (rcs)

CATANZARO – Il cordoglio del sindaco Abramo per la scomparsa di Francesco Samengo

Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia.

«Francesco Samengo è stato uno dei migliori “ambasciatori” che la Calabria potesse mai avere – ha dichiarato il primo cittadino, rivolgendo – un abbraccio commosso alla famiglia».

«Mi spiace che la nostra terra abbia perso un gentiluomo di questo spessore – ha aggiunto Abramo –un vero e proprio paladino dei diritti dei bambini e dei più giovani, verso i quali non ha mai fatto venire meno la propria attenzione, le proprie competenze e la sua grande signorilità».

«Del resto, la professionalità di Samengo – ha concluso – era stata riconosciuta, non a caso, con la presidenza nazionale dell’organizzazione per l’infanzia delle Nazioni unite. Averlo perso è lutto che colpisce la Calabria intera e che rende profondamente tristi tutte le persone che hanno avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo. Ci mancherà». (rcz)

Klaus Davi ricorda Francesco Samengo su Rai 3: «ci lascia un faro della Calabria»

Nel corso del programma Agorà, andata in onda questa mattina su Rai 3, il massmediologo Klaus Davi ha ricordato Francesco Samengo, il presidente di Unicef Italia scomparso ieri sera.

«Ci lascia un faro della Calabria – ha dichiarato Davi – un uomo che si è battuto sempre in primissima linea per garantire giustizia e protezione dei più deboli in questa regione. Un uomo che si è sempre speso contro le disuguaglianze che colpiscono il Sud. Una grandissima perdita».

Al cordoglio di Klaus Davi si è unito quello della conduttrice Luisella Costamagna e di tutto lo staff della trasmissione Rai. (rrm)

Il cordoglio della Giunta regionale per la scomparsa di Francesco Samengo

Il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, a nome di tutta la Giunta regionale ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia, «un calabrese straordinario, di cui andare orgogliosi, vittima, anche lui, del Coronavirus».

«Ci lascia l’angelo dei bambini – ha aggiunto – un uomo che, grazie alla sua passione sociale e politica, al suo impegno solidale e al suo incondizionato amore verso i più fragili e indifesi, entra di diritto nella storia più positiva della Calabria. Dalla sua prestigiosa postazione di presidente di Unicef Italia ha continuato a mantenere, fino al termine dei suoi giorni, un rapporto solido e speciale con la sua terra natale».

«Calabrese di Cassano – ha concluso – pur residente da anni a Roma, non aveva mai reciso il cordone ombelicale con la sua regione, alla quale riservava sentimenti di affetto e grande attenzione. Alla sua famiglia vanno le nostre più sincere condoglianze». (rrm)

Addio al grande calabrese Francesco Samengo, era il presidente dell’Unicef

Grande commozione e vasto cordoglio ha suscitato in Calabria la scomparsa di Francesco Samengo, attuale presidente di Unicef Italia. Originario di Cassano allo Ionio, 81 anni, viveva a Roma. È deceduto all’Ospedale Spallanzani dove era ricoverato da dieci giorni per complicanze respiratorie da coronavirus.

Samengo era un calabrese di grandi visioni e con una carica vitale che lo ha sempre contraddistinto sia nei ruoli di manager (è stato a lungo direttore generale della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania) sia nell’impegno dedicato all’Unicef da oltre vent’anni. Era stato nominato presidente nazionale a luglio 2018, carica che avrebbe mantenuto fino al giugno 2022.

Il figlio Alfonso, giornalista, vicedirettore di Rai Parlamento, già caporedattore della Tgr Calabria, ha condensato in poche parole il suo mesto e accorato addio: «Mi lasci un dolore straziante, ma anche composto: a prevalere è l’orgoglio di averti avuto come padre. Questo virus bastardo ha piegato il mondo intero e anche te, papà mio. Hai tanto amato la Calabria. Instancabile la tua passione sociale e politica che hai coltivato fin da ragazzo,  senza fermarti mai, anche quando la vita ti ha riservato colpi bassi e delusioni. Trascorrendo molto tempo vicino a te ho sempre apprezzato la tua tenacia e ti confesso che non sono mai riuscito ad essere forte come te».

Il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto ha postato in un tweet: «Addio Presidente Francesco Samengo. Un grande calabrese, con una missione e una visione. La tua amicizia è stata un onore e un privilegio. Il buon Dio ti accolga tra le sue braccia». (mp)

Al presidente Unicef Francesco Samengo la ‘Civica Benemerenza’ di Cassano allo Ionio

Prestigioso riconoscimento a Francesco Samengo, presidente del Comitato Italiano per l’Unicef, che ha ricevuto la Civica Benemerenza dalla Giunta comunale di Cassano allo Ionio, guidata dal sindaco Gianni Papasso.

L’onorificenza è stata assegnata al presidente Samengo, originario di Cassano allo Ionio, «per le sue capacità umane, professionali   e relazionali e per avere, attraverso il costante dialogo con le Istituzioni ed il coinvolgimento dei giovani, promosso ed ideato progetti tesi a realizzare i diritti di tutti i bambini, delle bambine e degli   adolescenti. Per avere dato impulso all’azione dell’Unicef in Calabria  ed in Italia, rendendo sempre più capillare la sua azione in difesa dei   diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Per avere, nei molteplici ruoli ricoperti, lavorato intensamente per lo sviluppo socio-economico del territorio calabrese. Per non aver mai spezzato quel filo sottile che   unisce ogni persona alla propria terra d’origine, custodendo immutato il legame con la Città di Cassano All’Ionio».

Francesco Samengo, è nato a Cassano All’Ionio e da anni vive domiciliato a Roma. Dal 25 luglio 2018 ricopre la carica di presidente del Comitato Italiano per l’Unicef.

Nel corso degli anni, ha ricoperto importanti ruoli politici,   manageriali ed apicali in numerose aziende pubbliche: membro del Comitato di Gestione della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, Presidente  del Credito Fondiario ed Edilizio di Calabria, Campania, Lucania e Puglia, Membro del Consiglio di Amministrazione   degli   Istituti   di   Previdenza   del   Ministero   del   Tesoro, dirigente del Gruppo Spi  SpA, poi confluito in Sviluppo Italia, Presidente del Bic Calabria, Amministratore Delegato della Svi Calabria srl- Gruppo Sviluppo Italia, Vice Presidente   di Sviluppo Italia SpA, Presidente di Sviluppo Italia Engineering SpA, Presidente Invitalia Reti SpA, Presidente Invitalia Attività Produttive SpA. Dopo alcuni anni di volontariato, nel 2001 il Dott. Samengo è stato nominato Presidente del Comitato Regionale Calabria per l’Unicef, riuscendo a sviluppare ed incrementare, grazie alle sue doti relazionali ed organizzative, l’azione dell’Unicef, rendendola sempre più capillare sia per ciò che attiene alla difesa dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e sia per quanto riguarda la raccolta fondi.

«Il Comune di Cassano – ha ricordato il sindaco Papasso – sensibile alle problematiche dell’infanzia ha già aderito al “Programma Città Amiche dei Bambini e degli Adolescenti”, promosso dal Comitato italiano per l’Unicef, finalizzata a migliorare la vita dei bambini, riconoscendo e realizzando i loro diritti e quindi di trasformarla per costruire comunità migliori oggi e in futuro». (rrm)