Al Museo dei Bronzi stasera MagnaGrecàntico con Daniele Castrizio e Fulvio Cama

Stasera al Museo Archeologico Nazionale di Reggio, per gli appuntamenti de Le Notti d’estate al MAaRc lo spettacolo di Daniele Castrizione e il musicantore Fulvio Cama Magnagregàntico. Musica e immagini per raccontare in modo originale (e piacevolissimo) per il pubblico la storia dei Bronzi

La serata fa parte dell’intenso programma di eventi per celebrare il Cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi nel mare di Riace. In queste settimane decine di migliaia di visitatori hanno voluto ammirare e rendere omaggio a questi due capolavori della grande bronzistica greca del V secolo a.C., simboli della cultura di tutto il territorio. Molteplici le iniziative proposte dal MArRC tra conferenze, concerti e ben quattro diverse mostre temporanee, offerte senza alcun sovrapprezzo sul normale biglietto d’ingresso. 

Tra queste sta riscuotendo successo la grande esposizione inaugurata venerdì 12 agosto, nel suggestivo spazio di Piazza Paolo Orsi, dal titolo L’età degli Eroi. La Magna Grecia e i Bronzi di Riace: un tributo di tutti i principali Musei dell’Italia meridionale e della Calabria alle due statue che rendono celebre il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria in tutto il mondo.

Stasera, giovedì 18 agosto, torneranno gli appuntamenti delle Notti d’Estate al MArRC, con un evento promosso in collaborazione con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria. Proprio i Bronzi di Riace saranno protagonisti della serata con Magnagrecàntico, un racconto con musica e immagini ideato dal prof. Daniele Castrizio e dal musicantore Fulvio Cama.

«Una Notte d’Estate che il Museo dedica tutta ai Bronzi di Riace – commenta il direttore Carmelo Malacrino. Una storia tra ipotesi e suoni evocativi per celebrare gli Eroi venuti dal mare a cinquant’anni dal loro ritrovamento. Ringrazio Daniele Castrizio, componente del Comitato Scientifico del Museo, e gli altri narratori di questo affascinante racconto, che certamente coinvolgerà tutto il pubblico presente. Ringrazio anche il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, presieduto da Rosita Loreley Borruto, per la continua collaborazione, volta alla promozione di una cultura inclusiva».

Magnagrecàntico è a metà strada tra uno spettacolo e una conferenza multimediale, nell’ottica della public history, la divulgazione scientifica aperta a tutti i tipi di pubblico e a tutte le età anagrafiche, che riesce a coniugare assieme diverse discipline. Oltre a Cama e a Castrizio, che ne cura il racconto storico-archeologico, saranno presenti il grafico Saverio Autellitano e Dario Zema alle percussioni. 

Spiega il prof. Castrizio: «Attraverso le canzoni appositamente composte, la narrazione video e le spiegazioni scientificamente corrette, si approfondirà in modo piacevole la storia dei Bronzi di Riace a 50 anni dalla loro scoperta, cercando di chiarirne la provenienza, la paternità artistica, l’identificazione dei soggetti rappresentati, il contesto storico, il loro significato morale e politico, il restauro a Roma, il viaggio verso Costantinopoli, interrotto da un incidente ancora non compreso completamente».

«Sarà un viaggio culturale e didascalico che metterà in scena la storia dei Bronzi di Riace» conclude Rosita Loreley Borruto, Presidente del Centro Internazionale Scrittori della Calabria, che introdurrà lo spettacolo. (rrc)

Presentato il cd “Cu cunta ment’ a Giunta di Fulvio Cama

È stato presentato il cd Cu cunta ment’ a Giunta, poesie di Nicola Giunta musicate e interpretate da Fulvio Cama.

Si tratta di un lavoro poetico e letterario tutto da scoprire, che è un modo contemporaneo di raccontare la città nelle sue bellezze e nelle sue debolezze, riproposto in un’intima interpretazione per chitarra e voce che sarà certo un modo di far conoscere meglio le sferzanti liriche di Giunta attraverso le note musicali di Cama.
Le traduzioni dei testi dialettali sono state curate da Demetrio Delfino e le illustrazioni ed il progetto grafico sono di Saverio Autellitano.
Cu cunta ment’a Giunta è un antico detto popolare che significa che chi racconta qualcosa, un fatto, una storia, un episodio ecc…, dI solito non manca di “mettere un’aggiunta”, cioè arricchire o anche aggiungere o addirittura inventare e colorire l’accaduto, certe volte fino a stravolgerlo o travisarlo.
«Volevo da tempo – ha spiegato Fulvio Cama – raccontare in musica la mia città: “Rheggio”, che mi piace scrivere con l’h perchè mi riporta indietro alle sue origini greche e che sarebbe mio grande desiderio venisse così chiamata, togliendole il “cognome” Calabria e lasciandole il suo antico nome da solo con la sigla RH, ma non ho mai trovato il bandolo della matassa intricata di miriadi di sfaccettature che mi mettevano in confusione, inducendomi a perdere le ispirazioni ed interrompere le composizioni. Poi studiando meglio la poesia di Giunta, ho trovato la chiave e mi sono reso conto che per raccontare Rheggio bisogna per forza “metterci dentro” colui che meglio di tutti è riuscito a descriverla: Nicola Giunta; per questo nasce Cu cunta ment’a Giunta». (rrc)

Quanto affascina la storia di Reggio antica con l’archeologo Daniele Castrizio

5 novembre 2018 – Il Teatro Metropolitano DLF stracolmo indica quanto sia sentita la storia di Reggio antica e quale richiamo eserciti la vis oratoria del prof. Daniele Castrizio, archeologo ed esperto di Magna Grecia, che ha costruito ieri un racconto avvincente sulla fondazione della città. Non una semplice conferenza, al contrario, uno spettacolo a tutto tondo con la partecipazione, attenta e ammirevole, di attori non professionisti (c’era anche l’ex direttore del Conservatorio Daniela De Blasio), che hanno saputo costruire un racconto “animato” e travolgente di una civiltà che tutti ci invidiano.
Il progetto di Antonio Calabrò, che firma l’idea e la sceneggiatura ed è a capo dell’Associazione L’Amaca, ha avuto, quindi, esiti felici e riscontrato il massimo interesse da parte del pubblico che ha affollato la sala di piazza Garibaldi a Reggio.

Il prof. Castrizio in scena, racconta la fondazione di Reggio

La grande conoscenza storica del prof. Castrizio e  la sua narrazione coinvolgente ha trovato dunque un adeguato equilibrio con l’interpretazione dei protagonisti sulla scena: oltre alla già citata Daniela De Blasio, Valeria Siclari, Nino Cervettini, Teo Zema, Umberto Aguglia, Anna Rita Fadda, Santo De Stefano e Dario Zema accompagnati dalle musiche originali di Fulvio Cama e Sebastian Trunfio.
Le scene e i costumi sono stati autoprodotti ma non per questo meno apprezzabili per l’ambientazione efficacemente realizzata che ha fatto da cornice ai siparietti – anche divertenti – che hanno fatto da sottofondo alla narrazione.


La storia di Reggio – secondo le fonti storiche – è iniziata da Calcide, città greca dalla quale partirono i protagonisti, non prima di essere simpaticamente scoraggiati da una delle tante profezie della “Pizia”: «Vedo tonnellate di salsiccia per strada; persone accalcate in una grande arena che urlano come ossessi intorno ad atleti che rincorrono un pallone, con uno straccio amaranto in mano, che urlano contro quelli dall’altra parte del mare chiamandoli ‘buddaci’; gente passeggiare avanti ed indietro su una strada parallela al mare ed inveire contro ogni capo. Meglio che mi taccio…». Non solo satira sul presente, ma, soprattutto, divulgazione storica ed identità reggina. Infatti, i protagonisti, forti anche della parole della Pizia Laddove il fiume Apsias, il più sacro dei fiumi, si getta in mare, troverete una femmina che si unisce ad un maschio, là fonderete la città, intrepidi, incontrando una vite stretta ad un fico alla foce dello stesso Calopinace, fondarono Reggio, dando vita ad una storia brillantemente evocata da Castrizio che, tra i miti antichi e la storia che la vide forte, potente e florida, come, ad esempio, a fianco di Roma, ha ricordato come quella dello Stretto sia la città più antica d’Italia e come abbia un passato del quale i reggini dovrebbero essere orgogliosi e coerenti con esso.
«Abbiamo raccontato – ha spiegato il prof. Castrizio – le tre fondazioni Reggio, quelle di Eolo, Giocasto e la greca; sottolineato la certezza della data del 743 avanti Cristo; come la città sia nata dall’incrocio fra la componente ionica, alla quale erano propri cultura e commercio, e quella dorica, alla quale appartenevano disciplina ed arte militare, un incrocio che per almeno due-tre secoli ha dato grandi frutti; esaltato la figura di Anassila, unico vero politico in tremila anni di storia reggina».
Soddisfatto il regista Antonio Calabrò: «La nostra narrazione su più livelli, un’ibridazione fra conoscenza storica e voglia di divertirci, è stata apprezzata dal nostro pubblico. Siamo felici».
Prossimo appuntamento domenica 18 novembre, questa volta, però, si parlerà di fumetti:  “Buon compleanno satanasso – Tex e la frontiera”. (rs)

Le foto, tratte dalla pagina FB dell’Associazione culturale L’Amaca, sono di Elvira Alfida Costarella