Presentato il film “Il Monaco che vinse l’Apocalisse”

Nel Salone degli Specchi del Palazzo della Provincia di Cosenza è stato presentato il film Il Monaco che vinse l’Apocalisse, diretto da Jordan River e liberamente ispirato alle visioni dell’apocalisse descritte dall’abate florense, Gioacchino da Fiore e proiettate, in anteprima regionale, al Cinema Citrigno di Cosenza.

La conferenza stampa di presentazione dell’anteprima regionale del film, è stata voluta dalla Presidente della Provincia e sindaco di San Giovanni in Fiore Rosaria Succurro, che ha dato avvio all’incontro con grande emozione, perché «parliamo di un film che ho vissuto sin dall’inizio, già dai primi incontri con il regista Jordan River che mi ha catturata con la sua idea di girare il film in buona parte nei luoghi dove Gioacchino da Fiore è vissuto, quindi nella nostra Calabria e soprattutto nella mia San Giovanni in Fiore».

Significativa e preziosa la presenza di S.E. Monsignor Giovanni Checchinato, che nel suo incisivo intervento ha dato atto che «ci possono essere molte strade per conoscere Gioacchino da Fiore e una è rappresentata dalla potenza di un film come questo, che grazie alle immagini, alle musiche e all’interpretazione dei personaggi è capace di riempirci in tante delle nostre dimensioni umane».

Altrettanto importanti le riflessioni di don Enzo Gabrieli – sacerdote e giornalista, postulatore della causa di beatificazione dell’Abate Florense – che ha parlato di Gioacchino quale «uomo di grande saggezza e di grandi virtù, che visse nella piena obbedienza ed ebbe una fama di santità in vita, e soprattutto dopo la morte».

Il giornalista Alessandro Russo, responsabile della comunicazione per la Film Commission Calabria, ha portato i saluti del Presidente Anton Giulio Grande: «la Calabria Film Commission ha il compito di unire e di coordinare forze creative e artistiche, come ha fatto con l’opera cinematografica di Jordan River con un importante sostegno economico, perché crediamo fortemente nell’energia creativa del territorio».

Avvincenti infine gli interventi del regista Jordan River, dell’attore Alessio Braconi e del compositore della colonna sonora del film Michele Josia. Un messaggio particolarmente toccante è inoltre arrivato dal piccolo Federico Palumbo, che ha interpretato il protagonista da bambino e che ha invitato tutti a ricercare la pace in questi tempi di guerra, seguendo il messaggio di Gioacchino da Fiore.

Al Cinema Citrigno la visione del film – un’opera cinematografica che esplora questa figura affascinante e controversa di Gioacchino da Fiore, uno dei più importanti pensatori del XII secolo – è riuscita a trasmettere un messaggio di resilienza e di fede nell’umanità. 

Le performance degli attori sono straordinarie, capaci di evocare emozioni profonde e di farci riflettere sulle nostre scelte e sul nostro ruolo nel mondo. Ogni scena è un invito a guardare oltre le apparenze e a cercare la luce anche nei momenti più bui. Attraverso la storia di Gioacchino da Fiore – “Il Monaco che vinse l’Apocalisse” – il film percorre temi universali come la speranza, la redenzione e il potere dell’amore, in una vera e propria esperienza che invita gli spettatori a confrontarsi con le proprie paure e speranze.

La narrazione coinvolgente, le immagini suggestive, la musica penetrante e intensa ci hanno accompagnati in un viaggio che porta a riflettere su temi complessi come la spiritualità, la solidarietà e l’importanza di rimanere uniti in tempi difficili.

La visione de “Il Monaco che vinse l’Apocalisse” è stata un viaggio intenso e toccante che scuote i cuori e risveglia le coscienze. È un film che rimarrà nel cuore di chi lo guarda; un’opera che ci invita a risvegliare le nostre coscienze e a riconnetterci con i valori fondamentali che ci uniscono come esseri umani. (rcs)

Papa Francesco cita Gioacchino da Fiore nel “Messaggio per la giornata mondiale di preghiera per la cura del creato

«Mi piace ricordare quel grande visionario credente che fu Gioacchino da Fiore, l’abate calabrese “di spirito profetico dotato”, secondo Dante Alighieri: in un tempo di lotte sanguinose, di conflitti tra Papato e Impero, di Crociate, di eresie e di mondanizzazione della Chiesa, seppe indicare l’ideale di un nuovo spirito di convivenza tra gli uomini, improntata alla fraternità universale e alla pace cristiana, frutto di Vangelo vissuto». È il passaggio in cui Papa Francesco ha citato Gioacchino da Fiore, nel messaggio per la giornata mondiale di preghiera per la cura del creato”.

Riconoscenza è stata espressa dal presidente del Centro Internazionale di Studi GioachimitiRiccardo Succurro che ha più volte incontrato donandogli la “Concordia del Nuovo e dell’Antico Testamento ” ed Il Libro delle Figure.

In una lettera indirizzata a Riccardo Succurro, infatti, il Sommo Pontefice «assicura un ricordo nella preghiera per tutti i collaboratori del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti affinché possano vedere coronati di frutti positivi gli sforzi dispiegati in favore della diffusione del pensiero di Gioacchino da Fiore».

Gioacchino da Fiore è un monaco-teologo che ha elaborato nel XII secolo un complesso ed originale pensiero profetico basato sulla esegesi concordistica della Bibbia e sulla teologia trinitaria della storia.
Gioacchino da Fiore è l’apocalittico che più ha influito su tendenze e movimenti profetici e millenaristici dell’ Occidente medievale e moderno. La sua visione della storia si fissa nelle immagini e nei calcoli di una rigorosa teologia simbolica e, nella
Storia della salvezza, l’Età dello Spirito rappresenta la piena realizzazione dell’Età del Figlio.
Nelle sue opere Gioacchino da Fiore introdusse un concetto nuovo rispetto al precedente millennio cristiano:
Cristo è l’ asse dei tempi, è il centro della storia.

La storia dell’umanità per Gioacchino è storia della salvezza; sull’intero corso dei tempi del Vecchio e del Nuovo Testamento domina la Trinità: il Padre, autore di tutte le cose; il Figlio che si è degnato di condividere il nostro fango; lo Spirito Santo, di cui dice l’Apostolo “Dove c’è lo Spirito Santo ivi è la libertà”.

Per Gioacchino da Fiore l’Età dello Spirito Santo non rimpiazza l’Età del Figlio, ma la porta a compimento dall’interno. L’abate florense è “lo storiografo dello spirito” che legge una visione adeguata del presente e prospetta l’ordito provvidenziale della prossima età salvifica. (rrm)

La presidente Succurro dona a Mattarella le tavole di Gioacchino da Fiore

La presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, ha donato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, una targa con l’“Albero dei due avventi” di Gioacchino da Fiore, di una pubblicazione sulle tavole del “Liber Figurarum” e di un libricino ideato per i bambini affinché conoscano l’opera e il messaggio dello stesso abate calabrese.

«Gioacchino da Fiore, il cui pensiero è quanto mai attuale, rimane – ha detto Succurro al presidente Mattarella – tra i più importanti pensatori italiani legati all’identità nazionale e alla visione della storia, vissuto prima ancora di Dante Alighieri e di Giambattista Vico, due pilastri della cultura del nostro Paese».

Succurro ha ringraziato il presidente della Repubblica «per la scelta di visitare delle aziende modello del territorio cosentino che danno lavoro e garantiscono il futuro di singoli e famiglie», come per il suo «impegno costante, encomiabile, volto ad affermare i diritti individuali e irrinunciabili, il valore della pace e della libertà».

La presidente della Provincia di Cosenza si è augurata che il Capo dello Stato «possa tornare presto in Calabria, magari per vedere i luoghi della riflessione e della simbologia dell’abate Gioacchino, sino all’Abbazia florense di San Giovanni in Fiore».

«Come Gioacchino da Fiore, credo che ogni essere umano – ha concluso la presidente Succurro – abbia un ruolo fondamentale per il progresso dell’umanità e che si debba investire tanto sulle nuove generazioni, perché nel loro cammino promuovano, anche sotto la spinta del pensiero di Gioacchino, la solidarietà, la pace, la speranza e soprattutto l’importanza della vita umana». (rcs)

La sindaca Succurro consegna al regista River la medaglia del Premio Internazionale Città di Gioacchino da Fiore

Rosaria Succurro, sindaca di San Giovanni in Fiore, ha consegnato al regista Jordan River la medaglia ufficiale del Premio internazionale Città di Gioacchino da Fiore.

La consegna è avvenuta dopo la proiezione, in anteprima a Cinecittà a Roma, del film Il Monaco che vinse l’Apocalisse, dedicato alla vita dello stesso abate calabrese, citato da Dante Alighieri nel Paradiso della Divina Commedia.

«Quest’opera di Jordan River, che omaggia la Calabria e la Sila, è un vero capolavoro: racconta ed esprime – ha precisato Succurro – la grandezza di Gioacchino da Fiore, la sua umanità, il suo travaglio interiore e intellettuale, la sua capacità di guardare avanti con spirito profetico».

«Complimenti a Jordan – ha aggiunto – perché, con un cast di grandissimi professionisti e con la collaborazione di studiosi di primissimo piano, ha realizzato un film, di cui si sentiva l’esigenza e che a me è piaciuto tanto, destinato a lasciare a lungo un segno profondo».

«Sono certa – ha aggiunto la sindaca Succurro – che il film proietterà nel mondo l’abate florense, San Giovanni in Fiore e il nostro territorio». (rcz)

In udienza da Papa Francesco il Centro studi Gioachimiti (Gioacchino da Fiore)

di PINO NANOGiornata solenne oggi per i calabresi in Vaticano, soprattutto per la gente di San Giovanni in Fiore, perché nonostante le guerre, nonostante le tensioni internazionali, nonostante i temi tradizionali della fame nel mondo, Papa Francesco  –  domani mattina nel corso della sua udienza del mercoledì – avrà modo di abbracciare una delegazione calabrese e di parlare con loro di Gioacchino da Fiore, uno dei grandi protagonisti della storia del monachesimo.

Sarà il presidente del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti Riccardo Succurro a guidare la delegazione che, in Piazza San Pietro, sarà ricevuta dal Papa, e sarà lo stesso Riccardo Succurro a consegnare al Santo Padre l’invito ufficiale a venire in Calabria per partecipare al 10° Congresso Internazionale di Studi Gioachimiti “Gioacchino da Fiore e la Bibbia”, che si si terrà nell’ Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore dal 19 al 21 settembre 2024. 

«Nelle sue opere Gioacchino da Fiore – ricorda Riccardo Succurro – introdusse un concetto nuovo rispetto al precedente millennio cristiano: Cristo è l’ asse dei tempi, è il centro della storia. La storia dell’umanità per Gioacchino è storia della salvezza;  sull’intero corso dei tempi del Vecchio e del Nuovo Testamento domina la Trinità: il Padre,  autore di tutte le cose; il Figlio che si è degnato di condividere il nostro fango; lo Spirito Santo, di cui dice l’Apostolo “Dove c’è lo Spirito Santo ivi è la libertà».

Un evento nell’evento, insomma, che Riccardo Succurro è riuscito ad organizzare con l’aiuto e il conforto teologico e accademico di mons. Enzo Gabrieli, Padre Postulatore della Causa di Beatificazione di Gioacchino da Fiore.

Ma chi era in realtà Gioacchino da Fiore? 

A questo nostra domanda don Enzo Gabrieli risponde con una passione e un trasporto che lo conferma uno degli studiosi più attenti e più informati della Chiesa moderna sul monaco calabrese.

«Gioacchino da fiore è un Monaco calabrese che è vissuto nel medioevo e si è distinto per la sua ricerca teologica e il suo continuo riferirsi alla parola di Dio come fondamento di quella che fu la sua testimonianza di vita, la sua profezia, il suo leggere gli eventi della storia illuminati dalla fede. È nato nel 1135 a Celico, un paese alle pendici della Sila, in una famiglia abbastanza ricca da poter avere rapporti con i notabili della città e la Corte di Federico II a Palermo, dove si recò per le prime esperienze di vita e la sua formazione culturale. Partito per un viaggio in Terra Santa ebbe modo di incontrare il monachesimo eremita e cercò di rivivere questa esperienza sulle pendici dell’Etna prima, e del rendese, cercando di entrare come novizio nell’abbazia della Sambucina di Luzzi poi. Dopo alcuni mesi, passati nella foresteria di questo monastero, entrò fra i cistercensi a Corazzo. Fu ordinato sacerdote da Michele da Martirano e nel 1177 divenne abate della stessa abbazia».

-Don Enzo, Ma si può parlare di Gioacchino da Fiore come santo?

«Fu un uomo di Santa vita e di grandi virtù, ebbe il dono del consiglio e visse nella piena obbedienza del Papa e della Chiesa. I suoi detrattori tante volte cercarono di accusarlo di essere stato un fuggitivo, e ancora su di lui aleggia un’accusa di eresia a causa della condanna di un presunto libello composto dopo la sua morte è così presentato nel Concilio lateranense quarto. Esso doveva contenere le sue tesi trinitarie che effettivamente furono condannate da un’apposita costituzione. Ma lo stesso Concilio parla della Sua Santità della vita e dell’insegnamento del suo ordine». 

-Qual è stata la posizione della Chiesa?

«Alla luce di questo, Papa Onorio III che scrisse una lettera apostolica da leggersi in tutta la Calabria non solo lo difendeva, ma lo definiva ‘uomo pienamente cattolico’. La prima biografia scritta in occasione della traslazione del corpo proprio da Luca descrive una serie di episodi brevi che evidenziano le sue virtù cristiane e fu composto per lui anche una raccolta dei miracoli attribuiti. Che godesse di una fama di santità in vita, e soprattutto dopo la morte, questo è evidente negli scritti, nelle opere d’arte, nelle miniature e in tanti affreschi dove appare con l’aureola o in mezzo ai santi». 

-Perché non è mai stata avviata una causa di beatificazione?

«In passato ci sono stati dei tentativi ma la fine del suo Ordine non ha agevolato questo. Così come delle gelosie che si sono perpetrate nei suoi confronti, sia per il pensiero teologico sia per le proprietà silane e concessioni che furono poi incamerate da altri enti civili e religiosi e che lui aveva ricevuto dalla regina Costanza e il suo ordine da Federico II». 

-E questo fino a quando?

«Finché nel 2001 fu avviato, dall’Arcivescovo Monsignor Giuseppe Agostino, un grande studio preliminare sul percorso storico dell’abate e sulla sua teologia e sono state nominate tre commissioni di lavoro e una postulazione». 

-Con quali risultati?

«Dalle ricerche è emerso che negli scritti, che comunque lui aveva sottoposto nel suo testamento all’obbedienza del sommo pontefice, non ci sono errori teologici. Noi non vogliamo anticipare il giudizio della Chiesa. Se quando la Chiesa lo riterrà opportuno, lo additerà come modello di vita cristiana».

-Ma allora, mi scusi, non vale la pena di fare una causa?

«Questo non spetta a me dirlo. Penso che dopo 8 secoli una causa di tipo storico che confermi il suo culto e liberi dalle ombre la sua figura potrebbe essere utile a far entrare Gioacchino nel cuore dei cattolici, stimolarne la lettura delle opere che finalmente sono state trascritte e tradotte. Oggi potremmo riprendere con più forza l’attualità del suo messaggio che riafferma il primato dello spirituale, il primato di Dio nella nostra vita, il coraggio di uscire da schemi e strutture senza per questo protestare o demolire la chiesa, e poi la bellezza del primato della parola di Dio meditata nel segreto che ti permette di leggere la storia dell’umanità dal punto di vista Di Dio».

«È questa la profezia cristiana, non è quella di vedere il futuro. Il profeta biblico, il discepolo di Cristo legge gli eventi e gli accadimenti dalla sua prospettiva e dice una parola di consolazione, di consiglio, illuminata dallo Spirito Santo. Leggendo alcuni scritti di Gioacchino si sente la freschezza dell’apostolo Giovanni che scrive e legge la storia in un contesto di rapimento spirituale. P silenzio della preghiera e della liturgia. Già in un precedente incontro, una delegazione del Centro Studi aveva già consegnato al Papa alcune pubblicazioni dell’abate calabrese; un gesto molto apprezzato da Papa Bergoglio che in quella sede aveva manifestato il suo sostegno “a vedere finalmente coronati di frutti positivi gli sforzi dispiegati in favore della diffusione del pensiero di Gioacchino da Fiore”».

-Domani sera a Cinecittà sarà presentato in anteprima un grande film su Gioacchino da fiore…

«Siamo grati al regista Jordan River che si è cimentato in questo particolare lavoro che insieme a tanti altri, che hanno prodotto piccoli documentari e narrazioni della sua vita, aiutano a far conoscere, a stimolare una riflessione e speriamo una ricerca dei testi dell’abate, una visita dei luoghi, una maggiore penetrazione del suo pensiero. E nella Chiesa, aggiungerei, una riscoperta della sua testimonianza. E poi il cinema ha una sua forza di penetrazione incredibile, è uno strumento popolare di grande impatto. Così come siamo grati a tanti che hanno scritto libri sull’Abate, così come siamo grati agli studiosi che hanno aperto la nostra la conoscenza sulla sua teologia. È per questo che dobbiamo guardare con grande simpatia agli strumenti della comunicazione anche per la missione della Chiesa». (pn)

LAMEZIA TERME (CZ) – Il cammino di Gioacchino da Fiore per il Festival delle Erranze e della Filoxenia

Si svolgerà domenica 25 giugno il secondo evento della sesta edizione del Festival delle Erranze e della Filoxenia il festival dell’area dei monti Reventino e Mancuso, in Calabria, che promuove la cultura, le tradizioni, l’arte, l’innovazione, la creatività dei paesi e delle comunità di uno dei comprensori interni più belli ed originali d’Italia.

L’Associazione Cammino di Gioacchino da Fiore (che sta realizzano un cammino di più giorni che da Lamezia Terme conduce a S. Giovanni in Fiore, ove è l’abbazia fondata dal grande mistico e teologo calabrese) organizza un’escursione lungo il tragitto di una delle tappe del cammino stesso. L’escursione è lunga 10 km (è stato abbreviato il percorso per permettere di effettuare il tragitto anche a persone non esperte). Si parte dal Monte Reventino alle 8,30 (pressi del valico di Acquabona lungo la strada provinciale che congiunge Lamezia Terme a Soveria Mannelli) dove l’Agriturismo 2T offrirà una prima colazione “volante” ai partecipanti. Ci si incamminerà verso M. Castelluccio attraversando i castagneti di Decollatura e Platania.

Si scenderà poi, lungo una sterrata che passa per Pietra di S. Filomena, una bassa roccia sita nei pressi di un’edicola votiva dedicata alla santa, che ha impressi dei graffiti molto probabilmente risalenti al Neolitico. Si tratta di alcuni incavi (in gergo archeologico sono chiamate “coppelle”) negli ultimi anni rinvenute ormai in diversi siti dell’area del M. Reventino, a testimoniare forse di un’antica civiltà i cui vari nuclei umani usavano gli stessi segni. E segni sono infatti i graffiti di Pietra di S. Filomena. Gli studiosi fanno varie ipotesi: c’è chi ritiene che si tratti, almeno in parte, di riproduzioni di costellazioni; c’è chi pensa ad una funzione religiosa legata al simbolismo dell’acqua (che si raccoglieva negli incavi). L’acqua, infatti, aveva una funzione purificatrice e rigeneratrice: basti pensare alla consuetudine cristiana di segnarsi con l’acqua benedetta contenuta nelle acquasantiere delle chiese.

Scendendo ancora si arriverà alla frazione Cerrisi di Decollatura. Da qui, dopo un breve tratto lungo la strada carrabile per Serrastretta, si uscirà dal lato opposto della strada superando il sottopasso delle Ferrovie della Calabria ed immettendosi nelle lussureggianti campagne di Decollatura. Un breve tratto in salita fra boschi di cerri e vecchie case rurali di pietra condurrà sullo spartiacque oltre il quale vi è la pianura di Galice di Stocco in territorio di Soveria Mannelli. L’arrivo è previsto per le prime ore del pomeriggio all’Agriturismo La Rosa nel Bicchiere, altro posto tappa del cammino, che offrirà un rinfresco. I più ardimentosi potranno proseguire per altri quattro chilometri sino all’Abbazia di Corazzo. Per partecipare all’escursione occorre prenotarsi ai numeri telefonici: 346/6616902 (Mariano), 348/9718524 (Giovanni). (rcz)

SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – La sindaca Succurro consegna ai bambini un libro illustrato su Gioacchino da Fiore

La sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, ha donato agli alunni delle Scuole elementari e medie un volume illustrato sulla storia e sull’importanza di Gioacchino da Fiore, curato proprio dalla sindaca e pubblicato dal Comune silano.

«L’amministrazione comunale che guido – ha spiegato Succurro – sta promuovendo al massimo la figura di Gioacchino da Fiore. Perciò ci rivedremo in tante altre occasioni e continueremo a parlare di lui, che proprio in Sila concepì le sue opere e che, dunque, merita di essere compreso, valorizzato e apprezzato il più possibile».

«Insieme alle vostre scuole, noi lavoriamo per raggiungere questo obiettivo, convinti – ha precisato ai bambini la sindaca Succurro – che ciò serva a crescere come comunità, come città e come persone. La mia iniziativa vuole alimentare la vostra curiosità su questo grande abate e teologo, che influenzò perfino il sommo poeta Dante Alighieri e il geniale pittore, scultore e architetto Michelangelo Buonarotti».

«Tra l’altro, il pensiero di Gioacchino ispirò diversi artisti, filosofi, pensatori, movimenti religiosi e, più in generale, fu determinante per lo sviluppo della cultura europea e per la storia delle Americhe. A tale ultimo riguardo, infatti, c’è un saggio scientifico – ha ricordato la stessa Succurro – che documenta come la fondazione della città messicana di Puebla de Zaragoza sia riconducibile al pensiero e allo spirito profetico di Gioacchino da Fiore. Allora non esisteva Internet né il telefono cellulare. Capite bene, allora, che parliamo di un uomo di levatura straordinaria».

«L’abate fu peraltro confessore della regina Costanza d’Altavilla, la quale ebbe un ruolo fondamentale nell’educazione del proprio figlio, l’illuminato imperatore Federico II di Svevia. Siate sempre orgogliosi di San Giovanni in Fiore, città nobile – ha concluso la sindaca Succurro – legata anzitutto a Gioacchino». (rcs)

Domani ad Amsterdam un convegno internazionale su Gioacchino da Fiore

Domani, ad Amsterdam, è in programma un convegno internazionale dal titolo Gioacchino da Fiore, tra spiritualità e geometria. Capire la cultura olandese anche attraverso il suo pensiero.

Il convegno, dunque, si incentrerà sul pensiero e l’influenza di Gioacchino da Fiore nella cultura europea, organizzato dal Comites Olanda insieme all’Istituto italiano di Cultura di Amsterdam e il patrocinio del Comune di San Giovanni in Fiore e della Provincia di Cosenza.

Lo ha reso noto la sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro che interverrà all’iniziativa, «promossa – precisa – dall’ambasciatore d’Italia nei Paesi Bassi, Giorgio Novello, e dalla sangiovannese d’origine Monica Spadafora, vicepresidente del Comites olandese e rappresentante dei Paesi Bassi nel Consiglio generale degli italiani all’estero».

Il programma del convegno, che si svolgerà in lingua italiana e in lingua olandese, prevede i saluti iniziali della sindaca e presidente Succurro, di Paola Cardone, direttrice dell’Istituto italiano di Cultura di Amsterdam, e, tramite messaggio, di Riccardo Succurro, presidente del Centro internazionale di studi gioachimiti. Di seguito, gli scrittori Luigi Albano e Jaak Gerrit relazioneranno su una loro monografia dedicata alla «geometria nascosta di Gioacchino da Fiore».

Ancora, lo scrittore Frans Smit parlerà dell’«influenza di Gioacchino da Fiore sulla cultura dell’Europa centrale e su quella olandese». Concluderà i lavori l’ambasciatore Novello, molto legato alla Calabria e da decenni conoscitore della figura e delle opere di Gioacchino da Fiore. Al termine del convegno ci sarà una degustazione di prodotti tipici di San Giovanni in Fiore.

«Si tratta – ha sottolineato la sindaca e presidente Succurro – di un altro appuntamento di spessore che conferma la portata, l’importanza e l’attualità del pensiero di Gioacchino da Fiore. L’evento è utile anche per creare un ponte culturale con l’Olanda e promuovere le risorse del nostro territorio su cui puntiamo con ferma determinazione». (rrm)

“Il monaco che vinse l’Apocalisse”, il film ispirato alla vita di Gioacchino da Fiore

Si intitola Il monaco che vince l’Apocalisse il film diretto da Jordan River e ispirato a Gioacchino da Fiore, con la sceneggiatura di Michela Albanese e a cui hanno collaborato anche storici medievalisti e illustri studiosi, tra cui Valeria De Fraja (medievalista e membro del Comitato Scientifico del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti) e il noto filosofo Andrea Tagliapietra.

Il film, che sarà girato in Sila e affronta l’apocalisse gioachimita, «sarà anche uno strumento formidabile di promozione del nostro territorio, segnato dalla storia dell’abate florense, profeta della giustizia e della speranza. Il Comune sta collaborando con la produzione, mentre il Centro internazionale di Studi gioachimiti sta fornendo consulenza scientifica», ha dichiarato la sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, che nel mese di febbraio ha accompagnato il regista River in alcuni luoghi gioachimiti della Sila.

«Questo film – ha concluso – significa tanto: vuol dire, in primo luogo, puntare i fari sulla storia, sulla cultura e sulla bellezza della nostra San Giovanni in Fiore come sull’attualità di Gioacchino, il suo personaggio più illustre, che continua a parlare di pace e di luce. Specie in questo tempo di guerra e tensioni».

Autorizzato da ben tre Papi a scrivere sull’Apocalisse, Gioacchino da Fiore divenne portatore di un nuovo respiro vitale, poiché egli non fece semplicemente da eco ad aspetti spirituali, ma si dedicò a una disamina della storia dell’umanità. Non è un caso se il grande Michelangelo Buonarroti si sia ispirato proprio al pensiero gioachimita nella composizione degli affreschi della Cappella Sistina.

Il Re d’Inghilterra, Cuor di Leone, prima di andare in Terra Santa per la terza crociata contro l’impavido guerriero e sultano Saladino, per la conquista di Gerusalemme, chiese d’incontrare Gioacchino da Fiore, e volle che fosse lui a spiegargli e interpretargli il simbolo apocalittico del Drago a sette teste.

Il film, tuttavia, non sarà girato solo in Calabria: anche al Lago di Vagli, in Toscana, e in Emilia Romagna, regione in cui è custodito gelosamente l’unico esemplare presente in Italia del ‘Liber Figurarum’ – un rarissimo codice miniato medioevale concepito e disegnato da Gioacchino da Fiore – la più bella e importante raccolta di teologia figurale e simbolica del Medio Evo. (rcs)

SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – Successo per l’incontro su Gioacchino da Fiore

Successo, a San Giovanni in Fiore, per il dibattito culturale su Gioacchino da Fiore, dal titolo Gioacchino da Fiore, Papa Francesco e la strada della pace organizzato in occasione degli 820 anni dalla morte dell’abate calabrese dall’Amministrazione comunale, guidata dalla sindaca Rosaria Succurro.

Interessante l’intervento del filosofo Alfonso Maurizio Iacono, che ha collegato il Papa con Gioacchino da Fiore «perché Francesco ha il senso della storia, ne ha una visione precisa, ne legge gli accadimenti e guarda alla pace come unica soluzione possibile alla guerra in Ucraina. La storia è ritornata, ma in realtà non se n’era mai andata. Gioacchino ci insegna che il cristianesimo è dentro la storia e il Papa indica la pace nel concreto, non come orizzonte astratto».

Nel corso del dibattito, si è parlato, tra l’altro, del conflitto tra Occidente e Oriente, della situazione internazionale, della tutela dell’ambiente, dei pericoli del capitalismo contemporaneo e delle speculazioni sul riarmo, dei compiti dello Stato, della necessità di riformare la scuola e della funzione della cultura per lo sviluppo dei territori. Su impulso della sindaca Rosaria Succurro, l’appuntamento è stato organizzato dal Comune di San Giovanni in Fiore per gli 820 anni dalla morte dell’abate calabrese, «di spirito profetico dotato, secondo Dante Alighieri».

«La pandemia e la guerra – ha detto nel corso dell’iniziativa Mauro Minervino, antropologo e professore nell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro – ci obbligano a ragionare sul futuro. Bisogna superare i nazionalismi, i modelli su cui abbiamo basato la nostra vita e i rapporti con le altre culture. Si dovrebbe pensare ad un nuovo internazionalismo, fondato sul valore comune della pace e del rispetto della natura».

La cultura – ha aggiunto Francescomaria Tedesco, filosofo e professore nell’Università di Camerino – ha un ruolo fondamentale: è il coraggio di dire ciò che gli altri non dicono, di rompere gli schemi precostituiti, di ribaltarli nell’interesse collettivo».

«Il riscatto della Calabria – ha sintetizzato la sindaca Succurro – deve partire dalla sua capacità di produrre e veicolare cultura, di proporre un’altra immagine di sé e di inserirsi nei processi di trasformazione e cambiamento in atto a livello globale».

«Dal messaggio di Gioacchino da Fiore – che nella mattinata dello scorso 30 marzo è stato al centro del progetto “A scuola in biblioteca”, ideato dall’assessore comunale Antonello Martino in collaborazione con le scuole elementari di San Giovanni in Fiore – alla riflessione sul futuro dell’umanità; dalla formazione scolastica ad una prospettiva di speranza, con questo dibattito il Comune ha voluto offrire un contributo di idee, in un periodo di confusione e smarrimento generali», commenta la sindaca Succurro. (rcs)