RESTARE, PARTIRE, RITORNARE: I GIOVANI
CALABRESI VOGLIONO SOGNARE DI NUOVO

di FRANCESCO CANGEMI – Restare, partire, ritornare: sono scelte di vita un tempo soggettive, almeno per la “restanza” (come l’ha magnificamente definita l’antropologo Vito Teti), oggi sempre più spesso obbligate (per l’addio alla terra natìa), ottimisticamente speranzose per il ritorno. Ma non tutti i giovani vogliono lasciare la Calabria, c’è ancora chi crede che si possa costruire in questa terra. È quanto emerge dall’incontro tenuto la settimana scorsa, presso l’azienda Santacroce di Vibo Valentia, dai Giovani imprenditori di Unindustria Calabria. “Generazioni in movimento” questo il tema chiave dell’evento che ha registrato la presenza di diverse figure professionali del mondo universitario, della politica e, soprattutto dell’industria.

Vito Teti, ordinario di antropologia culturale all’Unical ha aperto il tavolo di confronto avviando i presenti al dialogo “La restanza”, ricordando che “partire e restare sono i due poli della storia dell’umanità. Al diritto a migrare corrisponde il diritto a restare, edificando un altro senso dei luoghi e di se stessi”.

E “restanza” significa proprio questo, “sentirsi ancorati e insieme spaesati in un luogo da proteggere e nel contempo da rigenerare radicalmente”.

I lavori, moderati dalla giornalista Maria Pia Tucci, hanno visto la partecipazione di tutti i presidenti provinciali dei Giovani imprenditori di Confindustria.  I saluti iniziali sono stati affidati a Rocco Colacchio, presidente Confindustria Vibo Valentia e ad Aldo Ferrara, presidente Unindustria Calabria.

Rocco Colacchio ha detto che «Gli industriali della Calabria – giovani e senior appunto – discutono di “restanza”, ma a mio avviso di deve puntare molto anche sulla “ritornanza”».

Secondo il presidente Aldo Ferrara : «C’è una grande Calabria in movimento, credo che in questo momento, noi abbiamo tutte le carte in regola per realizzare una struttura produttiva che sia non solo resiliente, ma anche più evoluta, più tecnologica e digitalizzata, più sostenibile ed internazionale, con al centro i giovani».

«Confindustria giovani ha un grande obiettivo – ha spiegato Natale Santacroce, presidente Gi Confindustria Vibo Valentia. E sta lavorando attivamente affinché, attraverso la corretta informazione e la giusta formazione in modo che i nostri ragazzi possano scegliere fiduciosi di restare in Calabria. Abbiamo bisogno di giovani che non abbiano paura di sbagliare e di fallire, e che innovino l’esperienza delle vecchie generazioni. La Calabria ha tanto da offrire e noi saremo al loro fianco per costruire».

E a tal proposito, eloquente è stato l’intervento del presidente Confindustria giovani Reggio Calabria, Salvo Presentino: “L’obiettivo è quello di dimostrare ai nostri giovani, come Confindustria sia in continuo movimento e, dunque, anche per loro un futuro è possibile. È un nostro dovere far loro da stella polare».

«Vogliamo dare un forte segnale su cosa vuol dire partire, tornare, ma soprattutto, restare nella nostra terra» ha aggiunto Vincenzo Squillacioti, presidente Gi Confindustria Crotone, seguito da Roberto Rugna, Presidente Gi Confindustria Cosenza che ha rimarcato la bellezza e le peculiarità della regione meridionale: “Abbiamo un po’ il dovere di restare in Calabria. Siamo il suo ultimo baluardo e, cosa ancor più importante, la speranza di un concreto rinnovamento per la fantastica terra in cui viviamo. Noi siamo qui per testimoniarlo. Ci crediamo, perciò credeteci anche voi. Noi ci mettiamo tutti noi stessi».

Marco Francardi, ad esempio, ha raccontato la sua personale storia imprenditoriale, in quanto ceo di Katakem: «È una start up nata nel 2019, creata da persone non calabresi, che però credono fermamente in questo territorio. Il nostro obiettivo? Creare un tessuto solido e affidabile».

Dello stesso avviso anche Francesco Biacca, ceo Evermind società benefit srl: «È vitale parlare di chi torna, chi resta e rende attrattivo il nostro territorio affinché i giovani possano finalmente decidere di viaggiare per scelta e non per necessità».

Per Antonia Abramo, Presidente Gi Confindustria Catanzaro «la missione del gruppo dei giovani imprenditore è quella di diffondere la cultura dell’impresa. Vogliamo lanciare un messaggio di incoraggiamento ai giovani che lavorano fuori e pensano di non poter fare ritorno a casa. A loro diciamo “Anche in Calabria si può”».

Non solo giovani, ma anche senior, all’assemblea pubblica di Unindustria Calabria, così come evidenziato il presidente di Confindustria Vibo Valentia, Rocco Colacchio, che ha aggiunto: «Lavoriamo per far tornare le nostre eccellenze al nostro servizio».

Per il prof. Teti «È bello viaggiare, conoscere il mondo, ma è anche bello restare. Questo è un periodo storico in cui, chi vive in posti come la Calabria, con grandi difficoltà, ma anche grandi possibilità, devono far di tutto per restare e, in questo modo, cambiare le cose. Ed allo stesso modo, devono cambiare le cose per permettere ad altri di poter restare. Da questo punto di vista, il contributo dei giovani imprenditori, ma del settore lavoro più in generale può essere decisivo per il destino della nostra Regione».

Presente all’evento anche l’assessore regionale con delega allo Sviluppo economico Rosario Varì: «Restare o andare, credo sia una scelta personalissima riguardante ogni singola persona. Sta a noi, invece, creare le possibilità affinché chi sceglie lo possa realmente fare. Ci siamo lasciati alle spalle gli effetti peggiori, adesso però dobbiamo iniziare a programmare il futuro. Il Governo regionale lo sta facendo attraverso l’individuazione di aree strategiche per la crescita e lo sviluppo della Regione».

Umberto Barreca, presidente Giovani Unindustria Calabria ha sottolineato in chiusura l’assoluta riuscita dell’iniziativa: «Oltre 100 giovani imprenditori che si sono riuniti per discutere di un tema a tutti molto caro: come fare a rimanere in Calabria e come renderla, passo dopo passo, sempre migliore».

Dai vari interventi è emerso in modo lampante, quanto spesso i giovani non si sentano liberi a queste latitudini. Liberi di partire o di restare, perché, molte volte, la scelta non è dettata da un semplice desiderio, ma da un’impellente necessità. È qui che entrano in gioco una serie di fattori, prima fra tutti il lavoro, ma da non tralasciare sono anche i servizi, la sanità, le infrastrutture, giusto per citarne alcune. Il pomeriggio dei lavori si è concluso con una celebre citazione: La perseveranza è ciò che rende l’impossibile possibile, il possibile probabile, e il probabile certo. Un regola di vita che i giovani dovrebbero fare propria. (fca)

«PNRR, IL CONFRONTO ANCHE COI GIOVANI
PER PROGETTARE IL FUTURO DELLE CITTÀ»

di BIANCA VIOLANTE – Possono i giovani progettare la loro città del futuro, attraverso le risorse del Pnrr? Per il sindaco di Rende e presidente Anci Calabria, Marcello Manna sì anzi, è fondamentale rendere partecipi, attivamente, i giovani di quel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che dovrebbe risollevare le sorti del nostro Paese, profondamente segnato dalla pandemia.

E dunque, perché non mettersi a tavolino con loro, per conoscere il loro punto di vista e le loro opinioni per elaborare idee sulla città che i nostri ragazzi vorrebbero e, sopratutto, estendere l’iniziativa di Rende, ad altre Amministrazioni comunali?

Il primo cittadino, infatti, è convinto che «sostenere politiche volte alla partecipazione attiva dei cittadini sia esercizio democratico in grado di avvicinare concretamente le nostre comunità alla cosa pubblica» e che «il confronto aperto, la pluralità di visioni, possano davvero fare la differenza nel ricostruire le nostre città».

Così, Manna ha scritto al presidente di Anci, Antonio Decaro, informandolo che «inviterò i miei colleghi a chiedere a loro volta momenti di confronto tra istituzioni e studenti sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, soprattutto in quei territori che mostrano le maggiori criticità e difficolta di coinvolgimento con le locali istituzioni scolastiche».

«Da anni – ha scritto Manna – crediamo che sostenere politiche volte alla partecipazione attiva dei cittadini sia esercizio democratico in grado di avvicinare concretamente le nostre comunità alla cosa pubblica. Se una cosa, poi, ci ha insegnato la pandemia è che il confronto aperto, la pluralità di visioni, possano davvero fare la differenza nel ricostruire le nostre città.
Le giovani e giovanissime menti giocano un ruolo fondamentale in questo processo di democrazia diretta».
«Per questo – ha spiegato – abbiamo coinvolto gli studenti delle nostre scuole nei laboratori di cittadinanza attiva: momenti di approfondimento, spazi volti ad elaborare idee sulla città che i nostri ragazzi vorrebbero in vista delle concrete opportunità che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci offre. La progettazione deve essere momento partecipato, la sinergia tra istituzioni e cittadini deve mettere al centro bisogni, aspirazioni e necessità di ogni cittadino. Sin dai primi incontri sono uscite proposte creative e innovative: la sede dove solitamente si svolgono le sedute del consiglio comunale è divenuta agorà di partecipazione civica».
«Abbiamo chiesto agli studenti, facendo riferimento alla propria esperienza scolastica – si legge nella lettera – di pensare e ideare proposte che potessero fornire alla cabina di regia che lavora al Pnrr il prezioso apporto di queste giovani menti.
E la loro risposta è stata immediata, attraverso progetti che esprimono appieno il loro sentire, i loro bisogni e le idee di una città più a misura di bambino e ragazzo, una società più accogliente, pluralista. Gli alunni hanno chiesto, prendendo spunto dalle linee guida del Pnrr, di puntare su istruzione, ricerca, inclusione e coesione».
«Uno sguardo – si legge ancora nella lettera – su sostenibilità, salute e ambiente premendo sulla digitalizzazione, spazi di socializzazione, abbattimento delle barriere architettoniche, inclusività, valorizzazione del patrimonio identitario e culturale: i progetti presentati dai nostri ragazzi hanno mostrato quanto la loro visione sia riuscita a cogliere punti di vista molteplici, necessari a costruire la città del futuro e, al contempo, a crescere e a migliorare come comunità».
«I laboratori di cittadinanza attiva – ha illustrato il primo cittadino – sono nati proprio per fornire loro gli strumenti atti ad esercitare il pensiero critico e di conoscere il funzionamento della macchina costituzionale prima, e amministrativa poi, con le opportune iniziative di interazione con i luoghi della politica. Gli studenti, con grande abilità, hanno infatti dimostrato quanto il loro percorso verso l’autodeterminarsi debba essere sostenuto dalle istituzioni». (bvi)