La Calabria protagonista al G7 di Assisi su inclusione e disabilità

C’era anche la Calabria, rappresentata dall’assessore regionale alle Politiche Sociali, Caterina Capponi, al G7 di Assisi dedicato all’inclusione e alla disabilità.

Cappon, inoltre, è delegata al G7 dal Presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome, Massimiliano Fedriga, in rappresentanza della conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

«La speranza – ha commentato l’assessore Capponi – è che da Assisi possano nascere decisioni concrete che ispirino azioni reali, capaci di rendere il mondo un posto migliore per tutti».

«L’inclusione – ha sottolineato – deve essere al centro di ogni agenda politica, perché è solo così che si può costruire una società più giusta ed equa».

Un evento storico, in cui le sette economie più avanzate del mondo si sono riunite per affrontare non solo le grandi sfide globali, come la sicurezza, la crescita economica e il cambiamento climatico, ma soprattutto per garantire a tutti il diritto alla piena partecipazione civile, sociale e politica.

La presenza calabrese ha testimoniato l’importanza di unire le forze per affrontare le sfide legate all’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità, ribadendo il nostro impegno nel costruire una società che valorizzi la diversità e permetta a tutti di esprimere il proprio potenziale.

Il vertice G7 ha rappresentato un’occasione unica per scambiare idee, condividere buone pratiche e creare un ponte tra le diverse realtà locali e internazionali. Attraverso tavole rotonde, workshop e dibattiti costruttivi, i partecipanti hanno elaborato strategie concrete per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, promuovendo un modello di società veramente inclusiva. In un contesto storico in cui l’inclusione deve diventare il fulcro delle politiche sociali, la presenza della Regione Calabria e dell’assessore Capponi al vertice G7 segna un passaggio fondamentale verso il cambiamento.
Non solo si tratta di una straordinaria occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche di un momento per costruire le basi di un futuro in cui la diversità venga riconosciuta come un valore e non come un ostacolo.
Non sono mancati, inoltre, i ringraziamenti da parte dell’Assessore Capponi al Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, per l’impegno e la dedizione nella promozione dei diritti delle persone con disabilità, e al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, per il suo costante sostegno alle politiche di inclusione sociale e lavorativa.
Assisi, con la sua straordinaria atmosfera, è stata il luogo perfetto per ospitare questo vertice di speranza e cambiamento, tracciando un cammino verso un futuro in cui tutti possano sentirsi parte integrante della società, senza alcuna barriera.

IN ITALIA E IN CALABRIA TANTI GLI ALUNNI
STRANIERI: FORTE RITARDO IN INCLUSIONE

di GUIDO LEONELa scuola, purtroppo per i ragazzi e purtroppo per tutta la società italiana, non è mai stata in cima ai pensieri dei vari governi che in questi anni si sono succeduti nel Paese.

Di essa, la politica o non parla o, se parla, lo fa per slogan e facili soluzioni – oggi l’integrazione degli stranieri, domani le tutele sindacali del corpo docente – deviando l’attenzione dai seri problemi che ha e dai modi più razionali possibile di risolverli.

La querelle sull’inclusione o sulla temuta ghettizzazione degli studenti stranieri nelle scuole italiane ha richiamato l’attenzione su questa particolare tipologia di alunni di cui forse si parla poco, rispetto a diversi anni fa, quando l’immigrazione portava sui banchi di scuola migliaia di alunni stranieri che non conoscevano nemmeno una parola d’italiano.

Con il passare del tempo, la situazione è notevolmente cambiata in termini numerici e anche perché molti , ormai ,sono i minori figli di stranieri nati in Italia, come vedremo più avanti. La nostra normativa ministeriale è tra le più avanzate in Europa.  I minori stranieri hanno diritto all’istruzione – indipendentemente dalla loro condizione di regolarità o da quella dei genitori – nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani.

L’iscrizione a una scuola può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico. I minori stranieri devono essere iscritti alla classe corrispondente alla loro età anagrafica, a meno che il collegio dei docenti deliberi l’iscrizione a una classe diversa, in considerazione dell’ordinamento degli studi del paese di provenienza, del corso di studi seguito, del livello di preparazione raggiunto. Sono questi, in estrema sintesi, i principi sanciti dal nostro ordinamento giuridico per disciplinare le modalità di inclusione dei figli dell’immigrazione nella scuola.

Va sottolineato, poiché in realtà un limite per il numero degli alunni stranieri a scuola è già in vigore dal 2010, stabilito con circolare dall’allora ministro della P.I., Gelmini, in base alla quale il numero di alunni stranieri con una “ridotta conoscenza della lingua italiana” non deve superare il 30 per cento degli iscritti in ogni classe e in ogni scuola.

Il ministro Salvini ,in questi giorni, a seguito della querelle sulla iniziativa della scuola di Pioltello, ha proposto di introdurre un limite al 20 percento più basso di quello in vigore. Il ministro della P.I. Valditara si è accodato dichiarando che l’integrazione avviene più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani

Con tutti gli sforzi possibili, è difficile prendere sul serio l’idea. Purtroppo dimostrano di non avere idea di come vanno le cose nella scuola italiana. Non mancano i rischi di una proposta del genere.

Un limite ancora più restrittivo spingerebbe i minori stranieri a recarsi in luoghi lontani dalla propria dimora se la scuola ha raggiunto il limite previsto, creando problemi alle famiglie in condizioni disagiate. Questo potrebbe spingerli alla non frequenza e nei casi peggiori all’avvio precoce al lavoro e/o allo sfruttamento in forme di accattonaggio.

È ovvio, a questo punto che a livello di sistema, c’è comunque qualcosa che non funziona. Bisogna trovare una strategia strutturale per dare supporto agli alunni stranieri, a misure di sistema per poter inserire dei corsi strutturali di alfabetizzazione continui, non saltuari. Ma non solo, come si dirà più avanti.

Ma analizziamo ora i dati sul fenomeno con una fotografia dello stato dell’arte.

I vari rapporti annuali del Ministero dell’Istruzione, diffusi in questi anni, hanno evidenziato come, per  dimensioni assunte,  costante crescita e diffusione sul territorio, la scuola multietnica sia divenuta ormai un elemento strutturale del nostro sistema scolastico.

Infatti, le prime rilevazioni degli alunni non italiani nelle  scuole  solo nell’a.s.83/84 contavano 6.104 unità con incidenza irrisoria sulla popolazione scolastica (0,06%). In 40 anni gli alunni non italiani delle scuole statali  sono aumentati passando a quasi 869.336 secondo il Focus ministeriale di inizio d’anno scolastico corrente. Entro il 2033 nella scuola italiana potrebbe esserci una platea di studenti stranieri che per la prima volta tocca quota un milione.

È questo il quadro che il ministero dell’Istruzione e del Merito guidato da Giuseppe Valditara ha fornito ai sindacati della scuola. Il dato, è bene ricordarlo, si riferisce sia ai bambini nati all’estero sia a quelli nati in Italia da genitori stranieri.

Il Focus ministeriale evidenzia come  gli alunni stranieri iscritti nel corrente anno scolastico alle scuole primarie sono 331.161, nelle scuole dell’infanzia 114.596 , mentre gli studenti nella scuola secondaria di primo grado ammontano a 195.455 e  nelle secondarie di secondo grado 228.124. Gli unici ordini con una crescita nelle iscrizioni sono la primaria e la secondaria di secondo grado.

La Calabria al quindicesimo posto

Ma guardiamo più da vicino il fenomeno curiosando tra i dati che riferiscono anche della situazione in Calabria.

La Lombardia è la regione italiana che ospita il maggior numero di alunni stranieri  219.275, seguita  da Emilia Romagna e Veneto. Al 15° posto  la Calabria. Negli ultimi anni si può, dunque, rilevare come la crescita, da lenta e graduale, quale era stata per oltre un decennio, è stata velocissima, se non tumultuosa, anche per effetto dei provvedimenti di regolarizzazione.

La scolarizzazione di stranieri tenderà a consolidarsi . Gli alunni non italiani ora alla scuola materna ed elementare- le nuove leve scolastiche – rappresentano quasi i due terzi del totale di alunni stranieri. Il futuro inter-etnico siede già sui banchi di scuola. Ed anche sui banchi delle scuole calabresi e reggine.

La presenza degli alunni con cittadinanza non italiana in Calabria

Nelle scuole di ogni ordine e grado della regione calabrese, secondo l’ultimo report ministeriale 2023/2024 , la presenza ammonta a 17.783 unità , di cui 3.426 nella scuola dell’infanzia, 4.613 nella scuola primaria, 2.923 nella scuola secondaria di I grado  e 3.928 nella scuola secondaria superiore.

I valori attesi per l’anno in corso, rispetto al citato focus del Miur, danno un numero di presenza di minori stranieri nelle scuole della Calabria pari a 17.783, pari al 2,4%.

Da dove vengono gli studenti stranieri in Italia

In Italia sono presenti quasi 200 nazionalità di provenienza diverse. La maggioranza proviene da un gruppo ristretto di paesi, alcuni dei quali sono aree di emigrazione storica verso l’Italia, come la Romania, l’Albania e il Marocco. Sono dati che si riflettono anche nella composizione della popolazione degli alunni stranieri in Italia.

Il paese di provenienza più rappresentato nella scuola italiana è la Romania con quasi 157 mila studenti, il 17,9% degli alunni con cittadinanza non italiana. Seguono Albania (13,5%), Marocco (12,3%), Cina (6,4%) e di seguito India, Egitto, Moldavia, Filippine, Pakistan, Bangladesh.

Sul lungo periodo spicca l’evoluzione della presenza cinese nelle scuole italiane, passata nell’ultimo decennio da 29 mila a 56 mila unità (+93%). Un’altra caratteristica interessante della popolazione scolastica di origine cinese riguarda l’alta percentuale di studenti nati in Italia (84,7%).

Dati notevoli sulle seconde generazioni riguardano anche gli studenti di origine marocchina (76,2% dei quali sono nati in Italia), albanese (75%) e filippina (70,2%).

A proposito di studenti stranieri nelle scuole italiane, non si può non fare un cenno alla recente crisi migratoria causata dall’invasione russa dell’Ucraina Risultano notevoli  le difficoltà di inserimento di questi ragazzini dovute a barriere linguistiche e instabilità abitativa sono i principali ostacoli all’inserimento dei minori ucraini a scuola. Questo fa sì che, stando ai dati del ministero dell’Istruzione, solo il 42% dei circa 40mila ragazzi ucraini presenti in Italia sia iscritto a scuola.

Nonostante gli investimenti – più di 31 milioni di euro stanziati per finanziare progetti di inserimento linguistico, di socialità, di integrazione e di continuità scolastica – rimane il tema di riuscire ad intercettare e coinvolgere i molti ragazzi ucraini che a scuola non ci vanno, con ricadute pesanti in termini di opportunità di socializzazione, inclusione, relazioni fra pari.

L’incidenza dei nati in Italia tra gli alunni con cittadinanza non italiana

Il segmento degli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia registra un progressivo aumento. Questa tipologia di alunni è portatrice di storie e bisogni educativi diversi da coloro che sono appena arrivati in Italia. Sono “studenti in attesa” della legge sulla cittadinanza bloccata in Parlamento. Si attende una legge, magari  frutto di molte mediazioni, che dovrebbe coniugare le proposte dello ius soli con quelle dello ius culturae. 

Bene, se dovesse andare in porto la riforma  ci sarebbero in Italia poco più di  588.986  ragazzi e ragazze che avrebbero in poco tempo i requisiti per diventare cittadini italiani.

Il report ministeriale riferisce  che  minori stranieri nati in Italia nel 2022 presenti in Calabria  sono in tutto 5.261, così distribuiti 340 nella provincia Vibo Valentia ,1.229 a Catanzaro,400 a Crotone, 1.593 a Cosenza e 1.699 a Reggio Calabria.

Problemi aperti

È necessario e urgente  assicurare agli insegnanti del settore una apposita formazione in pedagogia e didattica della lingua parlata che tenga conto del multilinguismo presente nelle scuole e dell’importanza  di uno sviluppo del bilinguismo. 

I due nodi principali da affrontare sono senza dubbio l’elevata incidenza nelle classi e i problemi linguistico – comunicativi. Ad un aumento del numero di stranieri nelle classi corrisponde una maggiore problematicità della gestione. Quasi la maggior parte degli insegnanti italiani chiede il potenziamento della lingua italiana e consiglia il ricorso ai mediatori  culturali.

Ora, poiché la propensione a investire, anche in istruzione, dipende dalla chiarezza sugli orizzonti futuri, è quanto mai opportuno rimuovere ogni inutile incertezza o ingiustificata difficoltà burocratica nei percorsi di acquisizione della cittadinanza italiana, in particolare per gli stranieri nati in Italia che desiderano scommettere sul nostro paese.

Rendere meno vago il loro futuro, dando loro quella fiducia che fino a oggi è stata loro negata da un codice della cittadinanza anacronisticamente difensivo, ci pare un modo sensato per aiutarli  a investire nella propria istruzione. I numeri delle seconde generazioni che abbiamo presentato in queste pagine ci avvertono che la qualità del capitale umano a disposizione dell’Italia nei prossimi decenni molto dipenderà dagli esiti di quell’investimento.

Ci garantiremo così una generazione migliore, cittadini meno spaventati dalle differenze e capaci di convivere le ricchezze culturali che ha da offrirci quest’Italia sempre più plurale. (gl)

[Guido Leone è già dirigente tecnico USR Calabria]

ROSETO CAPO SPULICO (CS) – Al via progetto per ridurre fenomeni di marginalità e di esclusione

Si intitola Roseto Capo Spulico, Comune ad Esclusione Zero il progetto dell’Amministrazione comunale di Roseto Capo Spulico per arginare fenomeni di marginalità sociale e favorire l’ingresso nel mondo lavorativo attraverso nuove forme di imprenditorialità e cooperazione.

Un progetto di inclusione sociale e lavorativa rivolto a tutti i Cittadini, di ogni età, genere e nazionalità, che vuole ridurre ogni forma di esclusione e al contempo valorizzare le competenze e le professionalità locali. Un percorso attraverso il quale coinvolgere gli anziani del Borgo, autentici custodi di antichi mestieri, ai quali verrà affidato l’ambizioso compito di tramandare i loro saperi ai giovani, che avranno a disposizione spazi laboratoriali dove avviare il loro percorso lavorativo e produttivo.

L’iniziativa progettuale, insieme alle tante altre opportunità lavorative che stanno maturando sul territorio, verrà presentata Venerdì 28 ottobre, alle 15.30, nell’Antico Granaio sul Lungomare degli Achei, nel corso di un’assemblea pubblica alla quale interverranno, oltre al sindaco Rosanna Mazzia, il Presidente della Fondazione Con il Sud, Carlo Borgomeo e il Presidente del Consorzio Il Sale della Terra, Angelo Moretti.

A dare forma a questo progetto, ambizioso ma concreto, il contributo di grandi associazioni e fondazioni a livello nazionale, come Fondazione Con il Sud, il Consorzio Sale della Terra e l’Associazione Next – Nuova Economia per Tutti, che hanno sposato l’iniziativa e che la affiancheranno nel suo percorso costitutivo e formativo.

Questa nuovo “polo laboratoriale” prenderà vita grazie al recupero di un edificio in disuso attraverso un finanziamento di 500.000€ del Pon Legalità 2014-2020 del Dipartimento Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno in via di completamento e che presto sarà inaugurato, con cui si offrirà alla Comunità un nuovo Centro Polifunzionale per l’erogazione di servizi di integrazione sociale e lavorativa. Qui verranno ospitati laboratori (a partire da una falegnameria artigianale e un punto di trasformazione delle eccellenze agroalimentari locali), per la creazione di una filiera produttiva che coinvolgerà anche i beneficiari del Progetto Sai di Roseto Capo Spulico, affinchè possano integrarsi pienamente nel tessuto sociale del territorio e apprendere nuovi mestieri.

«Questo è un periodo storico assai particolare, unico direi – ha affermato il sindaco Mazzia –. Infatti mentre alcuni settori lavorativi stanno affrontando una gravissima crisi (e le varie vertenze sul territorio regionale ne sono una testimonianza dolorosa, segno che i lavori tradizionali sono in difficoltà  e risentono della globalizzazione economica ) ci sono altri lavori che nei prossimi anni saranno la vera occasione da coltivare e cogliere per moltissime persone».

«Parole come cooperativa di comunità, impresa sociale, co-programmazione, co-progettazione, terzo settore – ha aggiunto – sono ancora semi sconosciute dalle nostre parti. Eppure ad altre latitudini del nostro Paese stanno già producendo risultati importanti in termini di nuova occupazione. Roseto è un comune a forte vocazione turistica, con importanti risultati in termini di presenze estive. Ma non è possibile limitarsi a quello».

«Il mare è il nostro potentissimo attrattore – ha concluso – ma ci sono anche altri settori che possiamo sviluppare per lavorare tutto l’anno, come l’agricoltura, il terziario, il welfare. Occorre perciò analizzare i bisogni del nostro territorio, con uno sguardo sul mondo, e cercare risposte innovative, creative, ma allo stesso tempo accompagnate da seri piani di impresa, che possano costituire il nostro volano di sviluppo. L’Amministrazione comunale crede fermamente che inclusione, integrazione, opportunità per tutti non siano parole vuote ma un modo di essere e l’appartenenza alla Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, ha rafforzato questo convincimento. Per questo stiamo investendo molto in termini di energie su queste opportunità e anche altri vogliono farlo perché credono in Roseto e nel suo modello di sviluppo». (rcs)