dalla REDAZIONE ROMANA – La Calabria è indietro anche sulla ‘salute’ degli edifici scolastici: il 10,40% sono ‘vetusti’ e il 3,80% a vincolo idrogeologico. È quanto è emerso dal report di Openpolis sulla Condizione dell’edilizia scolastica e la sfida del Pnrr, che ha fotografato la situazione degli istituti che si sono adeguati dal 2018 in poi alla normativa antisismica e di quelli che, invece, sono ‘vetusti’ o che andrebbero totalmente riqualificati o sostituiti.
Un dato non indifferente, se si considera che «sono oltre 40mila – si legge nel report – gli edifici scolastici statali presenti in Italia. Di questi, 7.161 sono classificabili come vetusti (17,8%), 1.983 si trovano in una zona soggetta a vincoli idrogeologici (4,9%) e 5.117 (12,7%) sono stati progettati o adeguati alla normativa antisismica (quota che sale a 1 su 4 circa nei comuni più a rischio)».
In provincia di Catanzaro la maggior parte delle scuole ha sede nella città capoluogo, che sul territorio comunale ne conta in tutto 59 e a Lamezia Terme dove risiedono 56 istituti, in entrambi i centri si individuano degli edifici che, per essere conformi alle nuove norme antisismiche dovrebbero essere ricostruiti, 10 edifici vetusti si trovano a Catanzaro e 6 a Lamezia.
A Curinga, invece, la situazione è più critica: su 10 scuole, almeno 7 andrebbero ristrutturate in toto. Sempre nella Provincia di Catanzaro, a Sellia 6 edifici su 11 sono vetusti, mentre a Soveria Mannelli sono 4 le scuole, su 7, a essere vetuste.
Nella Provincia di Cosenza, e in particolare nel capoluogo di Provincia, 10 scuole su 59 dovrebbero essere ristrutturate; a Rende e a Rogliano, la situazione è, invece rosea: a Rende, dove ci sono 34 edifici, nessuno è stato indicato come vetusto, e due sono stati adeguati alle norme sismiche, e a Rogliano, i 9 istituti non sono stati indicati come vetusti e uno è stato ammodernato.
Nei piccoli centri, invece, si registra tutt’altra situazione: a Morano e a Fagnano Castello, su 4 scuole, 3 sono da ristrutturare. Stesso discorso per Praia a Mare: dei 10 edifici, 4 sono stati definiti vetusti, mentre a Rose dei 6 istituti, 3 sono in area soggetta a vincolo idrogeologico, ma 4 sono stati adeguati alle normative.
Crotone, che possiede 57 edifici scolastici, 5 sono stati indicati come vetusti solo 13 sono stati adeguati. Buona performance anche per Cirò Marina, che ha adeguato 7 edifici scolastici su 19.
A Reggio Calabria, dove c’è il numero più alto di edifici scolastici, ci sono 107 istituti, e di questi 5 sono vetusti e solo 3 sono stati adeguati. A Cittanova, 4 edifici su 8 sono stati ammodernati, mentre a Melito sono 7 le scuole da rifare in toto su 12 e altri 5 istituti a Locri su un totale di 15 scuole presenti. Ottimo, invece, per Motta San Giovanni che ha tutti gli edifici scolastici ammodernati (7), ma 4 di questi sono a vincolo idrogeologico.
Un quadro, quello calabrese, che fa capire quanto sia urgente intervenire sull’edilizia scolastica, in modo da garantire, così, non solo sicurezza agli studenti, ma anche il diritto allo studio.
Nei prossimi anni, infatti, gli edifici scolastici statali «saranno destinatari di risorse importanti. Finalizzate a ridurne l’età media e a renderli ambienti di apprendimento più sicuri ed efficienti. E, soprattutto, intervenendo sui divari che oggi caratterizzano la condizione dell’edilizia scolastica nel nostro paese».
Nel Pnrr 2021, infatti, viene evidenziato come «i progetti relativi ad asili e scuole per l’infanzia, lotta all’abbandono scolastico, edilizia scolastica e contrasto alla povertà educativa hanno un forte impatto al Sud, favorendo un percorso che – in complementarità con la spesa pubblica ordinaria – dovrà portare al rispetto costituzionale dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire a tutti i cittadini dovunque risiedano».
«Il potenziamento del patrimonio edilizio delle scuole incrocia una serie di misure all’interno del Pnrr. In primo luogo, va segnalato l’investimento 1.1, contenente il piano da 800 milioni per la sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica. Un intervento che mira a “sostituire progressivamente il patrimonio scolastico obsoleto”. Con l’obiettivo di aumentare la sicurezza dal punto di vista sismico, ridurre i consumi energetici e migliorare gli ambienti scolastici» scrive Openpolis.
«Più ampia – prosegue l’Ente – la portata del piano per la messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica (investimento 3.3). Questo si avvale di uno stanziamento da 3,9 miliardi complessivi tra 2021 e 2026, la cui allocazione avrà come obiettivo prioritario le aree svantaggiate del paese. Risorse destinate al miglioramento della classe energetica degli edifici scolastici (per ridurre i consumi e le emissioni di anidride carbonica), nonché all’aumento della sicurezza strutturale delle scuole». (rrm)