LAMEZIA – Il 14 giugno il concerto del Trio De Luca, Mendicino e Mirabelli

Il 14 giugno, a Lamezia Terme, al Vecchio Mattatoio Tabacchi, si terrà il concerto del trio composto da Eugenio De Luca (voce e chitarra), Corrado Mendicino (organo) e Maurizio Mirabelli (batteria).

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Jazz Today, con la direzione artistica del Maestro Andrea Brissa, una vetrina concertistica, che si presenta come una forma di riflessione sistematica ed innovativa sul jazz come forma di linguaggio artistico e musiche affini a questa forma, come sintesi di culture, fenomeno sociale che ha condizionato e suggestionato le coscienze collettive, non solo di tante generazioni di musicisti ma anche di tanta gente comune.

Il trio jazz/blues composto da Eugenio De Luca alla chitarra e voce, Corrado Mendicino all’organo e Maurizio Mirabelli alla batteria è un gruppo di talentuosi musicisti che si sono uniti per creare un’esperienza musicale unica. Eugenio De Luca, laureato in chitarra jazz con il massimo dei voti, è un virtuoso della chitarra e un cantante appassionato. La sua tecnica impeccabile e la sua voce calda e coinvolgente donano al trio un suono distintivo e coinvolgente. Corrado Mendicino, musicista diplomato in piano jazz, porta al trio la sua esperienza nel suonare l’organo. Con il suo tocco virtuoso, Mendicino crea atmosfere suggestive e contribuisce ad arricchire il sound del gruppo. Maurizio Mirabelli, batterista jazz, completa il trio con il suo talento e la sua sensibilità ritmica. La sua abilità nel creare groove e improvvisare dà al gruppo una solida base ritmica e una grande energia. Il trio si esibisce regolarmente in locali e manifestazioni culturali, portando il loro repertorio di jazz e blues in modo coinvolgente e appassionato. La loro musica è caratterizzata da improvvisazioni emozionanti, arrangiamenti originali e un mix di brani classici e composizioni originali. Eugenio De Luca trio Jazz/blues è un gruppo che non manca di affascinare il pubblico con la loro abilità strumentale e la loro passione per la musica. (rcz)

LAMEZIA – L’IC Nicotera-Costabile celebra la Festa di Primavera con i versi di Costabile

È stata una Festa di Primavera nel segno di Franco Costabile, quella svoltasi all’IC Nicotera-Costabile, svoltasi nei giorni scorsi e organizzata dall’Associazione culturale San Nicola in collaborazione con l’I. C. Nicotera Costabile nell’ambito delle iniziative per il Centenario del poeta sambiasino.

L’evento ha visto protagonisti gli alunni delle classi V del plesso Costabile di Savutano e l’orchestra composta dagli studenti della scuola secondaria di primo grado, diretta dal M° Fabio Sirianni, coadiuvato dai professori di strumento dell’Istituto Sergio Sirianni (sassofono), Anna Russo (violino) e Manuela Grenci (pianoforte). Alla magia dei pezzi classici e moderni, eseguiti dai giovani musicisti, si sono alternate le suggestioni evocative dei versi di alcune poesie di Franco Costabile, declamate dagli alunni delle classi V. Un incontro di liriche e musiche che ha incantato il pubblico che gremiva piazzetta Santa Sofia, nel centro storico di Sambiase.

«Quest’evento è da considerarsi il momento conclusivo di un percorso formativo-didattico sulla figura e sull’opera poetica di Franco Costabile, che ha coinvolto tutti gli alunni dei tre ordini dell’Istituto», ha sottolineato la docente Fatima Palmieri, nell’introdurre la serata e nel porgere i saluti della D.S., prof.ssa Maria Angela Bilotti.

La docente Palmieri ha ringraziato per l’importante opportunità il presidente dell’associazione culturale “San Nicola” Pino Morabito, che si è congratulato con tutti i docenti, che con entusiasmo e professionalità hanno contribuito alla realizzazione della serata e, soprattutto, con la docente F.S., incaricata della gestione del Ptof d’Istituto, per l’essenziale attività di coordinamento svolta.

All’interno del percorso formativo-didattico che le insegnanti delle classi quarte e quinte della scuola primaria hanno proposto ai propri alunni, si è ben inserito il significativo apporto educativo di Fiore Isabella, maestro di scuola primaria, da qualche anno in quiescenza, che ha incuriosito i piccoli presentando un’attività originale e coinvolgente: partendo dalla riflessione su alcune poesie di F. Costabile, accuratamente selezionate, ha invitato gli alunni a guardarsi dentro e ad esprimere idee, sentimenti e impressioni suscitate dalle parole del Poeta, stimolandoli e sostenendoli nell’elaborazione di nuovi versi poetici. Il maestro Fiore, insieme alle colleghe di scuola primaria, ha guidato il corteo degli alunni fino alla piazzetta Santa Sofia e ha condotto la serata, destando, attraverso le sue parole, emozioni intense nei presenti.

Amabili sono stati i versi in vernacolo dei poeti Salvatore De Biase e Francesco Davoli, dedicati al Costabile. Gli alunni della classe V A hanno commosso il pubblico recitando “Vana Attesa”, “Rosaria lava”, “Tutti gli anni una storia” e “Calabria Infame”.  Poesie queste che, prendendo in prestito una riflessione di Giovanni Mazzei, presidente dell’Associazione “Dorian”, contengono gli elementi fondamentali dell’opera costabiliana: l’abbandono, l’agricoltura e l’amore.

L’abbandono del padre, di cui invano il poeta attende il ritorno, ma anche l’abbandono della terra natìa dei tanti emigranti, alla ricerca di una vita migliore, più dignitosa, certo, ma, lontana dagli affetti più cari; l’amore per persone e luoghi sempre cari e l’amore per la terra, unica risorsa di intere famiglie, croce e delizia, perché il duro lavoro dei campi, non sempre è ricompensato da un buon raccolto.

Gli alunni della classe V B, con gli abiti dell’antica tradizione sambiasina, hanno contrapposto alla delicatezza delle immagini, evocate attraverso i versi delle poesie “Fra I Pini” e “È Prigione”, la durezza della realtà dei braccianti delle poesie “È del Padrone” e “Il Gallo Canta”, leggendo le proprie riflessioni in merito ai temi trattati.

Il dramma dell’emigrazione, la solitudine e l’inquietudine dell’emigrante, il suo desiderio di ribellarsi ad una sorte avvertita come profondamente ingiusta, sono stati ripresi dagli alunni della V C, che si sono cimentati ne “Il Canto Dei Nuovi Migranti” in versione RAP, perché questo genere musicale è vicino ai giovani ed è una forma espressiva di denuncia e di ribellione.

Alla serata hanno preso parte anche il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro e le assessore Vaccaro e Spinelli, che hanno espresso parole di lode e di incoraggiamento per i ragazzi dell’orchestra, per i piccoli alunni di V e per tutti i docenti.

Infine, sulle note suggestive di “Pirati dei Caraibi” la serata si è conclusa. (rcz)

LAMEZIA – Il Vescovo Parisi ha presieduto la Santa Messa e Processione per il Corpus Domini

«Il senso della vita di Gesù è proprio quello di essere donata agli altri, essere per gli altri». Con queste parole il vescovo, monsignor Serafino Parisi, nella Messa del Corpus Domini, celebrata ieri sera in una cattedrale assiepata di fedeli, si è soffermato sulla forza dell’amore «che ha guidato la vita di Gesù. Cioè, quell’amore – ha detto – che è capace di amare chi, non solo è irriconoscente, ma anche chi è ingrato».

«L’esistenza ha un senso – ha aggiunto il Vescovo – se è un’esistenza donata, quella che con una parola viene detta l’agape, cioè l’amore oblativo, l’amore che si dona, che si consegna, che non aspetta il contraccambio, ricompense e nemmeno i ringraziamenti, l’amore che sa essere amore anche per quelli come Giuda che l’hanno tradito, come gli apostoli che l’hanno abbandonato, come Pietro che lo ha rinnegato».

«Il messaggio del brano del Vangelo di oggi – ha detto monsignor Parisi – è quello dell’ultima cena, del pane spezzato, che è il corpo di Gesù, e del sangue versato, che è il sangue di Gesù, che viene presentato all’interno del testo come dono d’amore. Cioè, la scelta del figlio di Dio è quella di donare la sua vita per amore” ed “il dono d’amore dell’Eucarestia, il corpo consegnato di Gesù, insegna a noi credenti, a noi cristiani che il modello dell’amore, della consegna, della donazione, di questa oblatività, cioè diventare dono per l’altro, la mia vita diventa vita per te anche se devo sacrificarla e tu non lo meriti, diventa ancora più forte se collocato all’interno di questo contesto di peccato, di fragilità umana, di limite. Dentro questo limite accade l’amore di Dio. Anzi è questo limite dell’umanità che dice a Dio che proprio questo baratro deve essere abitato, proprio questa frattura deve essere riempita dal suo amore. Questa è la forza dell’Eucarestia. Allora, quando noi celebriamo l’Eucarestia, entriamo dentro questo legame di una fraternità che certamente è costruita sul sangue».

“Abbiamo ascoltato tutti all’interno della ricca parola di Dio di oggi il brano del Vangelo – ha aggiunto il Vescovo – ed abbiamo avuto la possibilità di riconoscere facilmente che questo testo del Vangelo viene riproposto nel cuore dell’anno liturgico, cioè nella Settimana Santa. Tra le righe di questo testo, l’evangelista Marco, dal quale è stato tratto il brano di questa sera, ci tiene a dare una immediata comunicazione. Lo dice subito: Gesù sa a cosa va incontro, conosce bene che l’arrivo a Gerusalemme per lui sarebbe stato l’incontro con la morte, sarebbe stato il giorno decisivo, il giorno definitivo».

«Quel momento talmente atteso e pure talmente alto, – ha detto ancora – che avrebbe costituito la svolta della sua esistenza e anche della vita di tutti quelli che lo avrebbero seguito. Momento che l’evangelista Giovanni, sottolineando in modo molto forte la portata di questo accadimento, parla dell’ora decisiva di Gesù, l’ora della crocifissione, della esaltazione, della glorificazione» e «ci fa comprendere che quello che è accaduto a Gesù, non solo nel Venerdì Santo ma tutto quello che è accaduto dentro quei tre giorni del mistero Pasquale racchiusi nel nostro anno liturgico tra il giovedì, il venerdì, il sabato e poi la domenica – primo giorno della settimana –, il giorno della Resurrezione era stato scelto dal Signore: non è stato un incidente di percorso, non è stato un evento estemporaneo, un accadimento, cioè, che era semplicemente così, imprevedibile. Era, invece da Gesù, scelto, voluto e vissuto dall’inizio». 

«Questa – ha concluso monsignor Parisi – è la prima grande comunicazione che noi percepiamo nelle parole del brano del Vangelo di questa sera e tutto questo è detto nella preparazione minuziosa che Gesù ha in mente, che comunica ai suoi discepoli affinché la cena venisse vissuta con partecipazione e non venisse interpretata come qualcosa di imprevisto, ma come la scelta. Cioè, la volontà precisa di Gesù di vivere quell’ora. Ed è questo che rende ancora più potente il messaggio del brano del Vangelo di oggi».

Al termine della Santa Messa, il Vescovo ha presieduto la processione del Corpus Domini che si è conclusa sul sagrato della Cattedrale. (smg)

LAMEZIA – Concluso il progetto “In ascolto. Connessi con sè stessi, con la realtà, con gli altri”

Con la consegna di una targa ricordo per la scuola e la premiazione delle classi vincitrici (la III C dell’Istituto comprensivo “Pietro Ardito”, per gli Istituti di istruzione secondaria di I grado, e la I A dell’Istituto tecnico economico “Valentino De Fazio per gli Istituti di istruzione secondaria di II grado), si è concluso In ascolto. ‘Connessi’ con sé stessi, con la realtà, con gli altri, il progetto educativo Vivere in 2023-2024.

Nella consapevolezza che l’educazione delle nuove generazioni è un impegno prioritario per l’intera società, il Movimento Vivere In, propone ogni anno alle scuole di ogni ordine e grado un progetto, al fine di farsi promotore di azioni miranti a realizzare sinergia fra scuola, famiglia e altri soggetti educativi del territorio. 

Se nella Parola e nell’Eucaristia, si trovano i pilastri fondanti di tutta la nostra azione, non possiamo, come associazione di laici, non inserire pienamente i due risvolti che più sentiamo nostri: quelli della socialità e della relazionalità.

Impegnati individualmente e comunitariamente ad amare Dio e l’uomo, attraverso il dinamismo della vita che ci porta quotidianamente a dover scrivere la nostra piccola storia, nella certezza che ogni vita è un dono che va difesa salvaguardandone la dignità, ci adoperiamo per diffondere la mentalità del dono, del sapersi costruire come dono.

Quest’anno, in sintonia con i ripetuti appelli di Papa Francesco, si è scelto di porre al centro del Progetto educativo il tema dell’ascolto, considerando il clima culturale contemporaneo, che esalta l’individualismo e l’autoreferenzialità, e ponendo attenzione al mondo dei ragazzi e dei giovani, in particolare all’impatto che il progresso scientifico e tecnologico determina sui loro comportamenti, distogliendoli dalla vita reale e isolandoli dal mondo circostante e dalle relazioni con gli altri.

Il percorso didattico li ha indirizzati ad una partecipazione attiva al Concorso “Intelligenza Artificiale: algocrazia e algoretica”, con la finalità di approfondire temi su cui ancora c’è scarsa consapevolezza sociale, sul loro potere di influenzare le scelte, esaminando, anche, tutti i relativi problemi etici e di senso che ne scaturiscono.

Nativi digitali proiettati in un oggi che è già futuro, con il compito di saper salvaguardare il primato che spetta all’essere umano, in quanto creatura chiamata, a sua volta, a partecipare al continuo atto creativo mediato che Dio opera nel tempo. L’urgenza che sentiamo è quella di adoperarsi per cercare di costruire armonia e dare corpo ad una spiritualità che rimane schiacciata da montagne di materialismo.

Gli istituti che hanno aderito all’iniziativa didattica hanno avuto il sostegno dell’associazione, attraverso la strutturazione di incontri informativi e formativi che hanno permesso la pianificazione di un percorso didattico assistito con i docenti tutor. L’obiettivo è stato quello di stimolarli alla riflessione, per sottrarli alla suggestione e alla manipolazione di abitudini e modi di ragionare. L’imitazione e la rassegnazione (fanno tutti così… Il mondo va così…) sono campanelli di allarme che non devono essere sottovalutati.

La fase successiva è stata quella della produzione.

Ogni classe, tenendo conto  delle note concorsuali, ha avuto la possibilità di esprimersi secondo le proprie scelte. 

Al concorso hanno partecipato quattro Istituti scolastici: Ite “De Fazio” (tutor Patrizia Calidonna; “Ardito-Don Bosco” (tutor Tommaso Cozzitorto e Pina Mantello); “Perri-Pitagora” (tutor Ivana Giannini); “Nicotera-Costabile” (tutor Raffaella Barberio e Elisa Astorino).

Nel corso della manifestazione di premiazione, alla quale, tra gli altri, hanno presenziato don Francesco Benvenuto e don Giuseppe D’Apa, i ragazzi delle varie classi hanno avuto modo di esporre i propri elaborati e motivare le loro scelte. (Maria Rita di Cello)

LAMEZIA – Si presenta il manuale di storia della popular music e del jazz

Domani pomeriggio, a Lamezia, alle 18, alla Libreria Tavella, sarà presentato il libro Manuale di storia della popular music e del jazz di Fabrizio Basciano, docente di Storia della popular music e del jazz del Conservatorio Tchaikovsky di Nocera Terinese

A conversare con l’autore ci sarà Francesco Sacco, conduttore e autore radiofonico e televisivo, nonché collaboratore di quotidiani e magazine musicali e organizzatore di eventi. Il tutto verrà accompagnato dalle incursioni musicali di Francesco Scaramuzzino, rinomato pianista jazz con una lunga serie di importanti collaborazioni, incisioni e concerti al suo attivo. La presentazione, prima e unica del Manuale di Basciano in territorio lametino, riserverà inoltre ai suoi partecipanti una piacevole sorpresa. 

Oltre a essere storico collaboratore de Il Fatto Quotidiano, Basciano ha pubblicato saggi per importanti enti lirico-sinfonici (Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Lirico di Vicenza, Festival della Valle d’Itria), ha al suo attivo diversi libri (La bottega dei falsautori, 2018, con prefazione di Marco Travaglio, e Battiato ‘70, 2015), è coautore dell’ultima edizione del IV tomo del Manuale di storia della musica del grande storico Elvidio Surian e, con quest’ultimo, è ispiratore della proposta di legge per l’inserimento di Storia della musica negli istituti liceali, la n. 1553 del 2019. (rcz)

LAMEZIA – Il Comune aderisce alla Giornata mondiale della Sclerosi multipla

Il Comune di Lamezia Terme illuminerà di rosso la Cattedrale di Nicastro,Piazza Fiorentino di Sambiase, Piazza Italia di Sant’Eufemia Nicastro in occasione della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla, che si celebra domani.

Una campagna di conoscenza e sensibilizzazione organizzata da Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), che prevede una densa roadmap per far conoscere una delle malattie più gravi del sistema nervoso centrale. 

In particolare, per questa malattia, un ruolo determinante è stato svolto dalla ricerca ed appare oggi nevralgica, la conoscenza da parte di tutti, quale strada per ascoltare il proprio corpo e poter così, tempestivamente intervenire.

La consapevolezza e dunque, una conoscenza più dettagliata, risulta anche essere un’arma per rompere alcune tabù sociali per guardare alla malattia, quale problematica da affrontare e non problema al quale sottostare.

Concludiamo con l’auspicio che questa luce rossa, simbolo di speranza e solidarietà, possa accendere non solo i monumenti, ma anche i cuori di tutti noi, unendo la comunità in un abbraccio collettivo verso un futuro senza sclerosi multipla. (rcz)

A Lamezia il cardinale Gianfranco Ravasi chiude gli incontri della Scuola Biblica Shekhinah

«Fratello ateo nobilmente pensoso, alla ricerca di un Dio che io non so darti, attraversiamo insieme il deserto. Di deserto in deserto andiamo oltre anche la foresta delle fedi, liberi e nudi verso il nudo Essere e là, dove la parola muore, abbia fine il nostro cammino». Con questa poesia di David Maria Turoldo dedicata al fratello ateo, il cardinale, Gianfranco Ravasi, ha concluso la sua omelia durante la santa Messa che ha presieduto al termine della Lectio su Dio vi parlò in mezzo al fuoco. Parola, storia, creato in occasione della conclusione degli incontri del secondo anno della Scuola Biblica Shekhinah (tenda della presenza) e del primo anno della Scuola per i Ministeri “Tikvàh” (speranza) che hanno registrato rispettivamente 608 e 752 iscritti.

«Ecco le parole di David Maria Turoldo che vi invito a seguire – ha detto Ravasi – pensando a tutti i fratelli che sono fuori nella vostra città e ancora una volta ringraziarvi per questo vostro affetto e ascolto».

Una riflessione, quella del presidente emerito del Pontificio consiglio della cultura e presidente della Pontificia commissione di archeologia sacra, che, parlando della fede, ha evidenziato che essa «comprende anche i momenti in cui noi perdiamo la stella come i Magi e non è sempre il cielo nostro popolato di Dio. Qualche volta anche noi sconfiniamo nel territorio in cui ci sono tanti nostri fratelli che non sono credenti. Ebbene, io vorrei, proprio in questo momento, che noi tutti pensassimo ai non credenti a coloro che non hanno alcun Dio ed io, che mi interesso tanto del dialogo con loro, vorrei finire con le parole di un mio amico che molti di voi, soprattutto i sacerdoti, conoscono. Era un religioso ed un poeta, col quale abbiamo fatto insieme anche dei libri: padre David Maria Turoldo che ha scritto una poesia proprio dedicata al fratello ateo ‘nobilmente pensoso’».

Partendo dalla riflessione sulla “suggestiva definizione del tempio” all’interno dell’Antico Testamento dove viene indicato come “casa dell’incontro”, Ravasi ha accompagnato gli oltre mille fedeli presenti in un percorso analitico all’interno delle letture del giorno evidenziando che “l’incontro aveva due dimensioni una orizzontale che “era l’assemblea del popolo di Dio, le varie tribù che si ritrovavano insieme – non per nulla la parola liturgia, come sapete, è di origine greca e significa ‘opera di un popolo’, di una comunità” ed una “verticale, fondamentale: era l’incontro con Dio, l’incontro con la sua Parola che scendeva dal monte, idealmente, cioè dall’eterno e dall’infinito”. 

Quindi, ha incentrato l’attenzione sui “tre volti di Dio” cioè: “la rappresentazione del Dio onnipotente, del Dio mistero, del Dio, come si dice, totalmente altro rispetto a noi. È quel riconoscere un po’ di più il mistero che ci circonda, il mistero del Divino che è alla base anche del credere. Ed è per questa ragione che credere non è mai riducibile semplicemente a una sorta di logica formale, logica matematica, in cui l’evidenza è un’evidenza dimostrabile in maniera quasi meccanica. La logica del rapporto col mistero, con la grandezza, con l’infinito, con l’eterno è la logica che voi tanti – forse spero – conosciate ed è la logica dell’innamoramento, dell’amore che, come vedete, non calcola, è spontaneo quando è amore autentico».

«Il secondo volto – ha aggiunto –, è quello che avete sentito nell’interno di questo brano della lettera che Paolo scrive ai cristiani di Roma, il suo capolavoro teologico, e voi avete sentito che qui è la rappresentazione esplicita del Dio Padre. Lo si dice fin dall’inizio: tutti quelli che sono guidati dallo spirito di Dio sono figli di Dio, per cui voi potete invocare Dio con l’intimità assoluta del bambino nei confronti del suo genitore. L’idea di padre è già nell’Antico Testamento ribadita più volte. Cristo, forse, aggiunge una nota unica, sua, usando questa parola ‘abba’ che è babbo: è la parola più semplice del bambino nei confronti del suo genitore. Ed ecco allora l’altro volto di Dio che non perde il suo mistero, per cui noi tante volte non comprendiamo il suo agire, però è l’invito a riconoscere un figlio, anche nelle oscurità del mistero, un figlio della sua paternità che guida questa folla oscura che è il mondo, che è l’umanità, la guida verso una meta diversa.

«Ed è la fiducia, alla fine, che permane in noi perché altrimenti saremmo come, per certi aspetti, la grande cultura classica che aveva una concezione della storia circolare, come una ruota, senza speranza e senza paura. Terzo e ultimo volto è il volto di Cristo. Avete sentito queste sono le sue ultime parole nel Vangelo di Matteo. Io di queste parole dove c’è la dichiarazione della Trinità che celebriamo in questa liturgia, il Dio Cristiano, Dio, appunto di amore perché di relazione – Giovanni Paolo II diceva Dio per certi aspetti ha come immagine la famiglia padre, figlio e l’amore materno dello spirito. Tra l’altro in ebraico la parola spirito è femminile -. Ebbene, io vorrei scegliere soltanto l’ultima frase: ‘Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo’. Ed è idealmente un rimando all’inizio del Vangelo di Matteo, quando si diceva che l’Angelo diceva a Giuseppe che si chiamerà Gesù Cristo, sarà l’Emmanuele il Dio con noi. Ed ecco allora questo aspetto del Dio spalla a spalla con noi».

Quindi, ha ringraziato il vescovo Parisi «per questo invito che mi ha fatto, incontrando una comunità che mi ha emozionato». (smg)

 

A Lamezia un trionfale ritorno di Luigi Strangis

Luigi Strangis è tornato nella sua Lamezia Terme con uno strepitoso concerto “unplugged” al Teatro Comunale Grandinetti.  Ad attenderlo un’autentica festa e fan arrivati da tutta Italia, consapevoli che il clima della serata nella sua terra sarebbe stato da autentico evento. Così è stato, grazie anche allo speciale “Bentornato a casa” su cartoncini sistemati sulle poltroncine dal suo fan club cittadino, prontamente tirati su da ogni spettatore al suo ingresso sul palcoscenico. Il concerto è iniziato puntuale, tra ovazioni, urla d’entusiasmo, applausi, un tributo di affetto davvero straordinario per un ragazzo che, nonostante l’improvviso successo nazionale, è rimasto umilmente legato alla sua Città. In teatro, presenti anche il sindaco Paolo Mascaro, l’assessore allo spettacolo Luisa  Vaccaro,  genitori e familiari.

Strangis, cantautore e polistrumentista, vero talento della musica italiana, è stato magistralmente accompagnato dai suoi bravissimi musicisti, Luca Monaldi, batteria e percussioni, e Nicolò Pagani, basso e contrabbasso. Lui, invece, si è diviso tra il pianoforte al centro della scena e svariate  chitarre, confermando il suo eccezionale virtuosismo di musicista eclettico.

Soddisfatto a fine serata Ruggero Pegna, organizzatore dell’evento, ennesimo appuntamento del ricco programma di “Fatti di Musica 2024”, la 38° edizione del suo Festival del Live d’Autore.

«Serata bellissima ed emozionante – ha detto Pegna –  riscaldata dal calore di un pubblico meraviglioso che ha fatto da coro ad ogni brano e ha offerto uno spettacolo nello spettacolo per entusiasmo e partecipazione. È la conferma che Lamezia ama questa sua stella, ma anche la grande musica dal vivo e merita l’apertura del nuovo palasport, capace di ospitare grandi eventi!».

«Quando Luigi venne con il papà nel mio ufficio per proporsi – ha ricordato –, non ebbi dubbi sul suo talento e gli consigliai di provare  subito con il talent della De Filippi. Avevo visto giusto, anche se non era difficile immaginarne il successo. E ancora è solo l’inizio!».

In circa novanta minuti, Luigi  ha eseguito tutti i brani che lo hanno imposto all’attenzione del pubblico televisivo e lo hanno consacrato tra le rivelazioni della musica d’autore italiana, dai singoli Tienimi Stanotte, un vera hit, a Stai Bene Su Tutto, che ha anticipato il disco di inediti Voglio la gonna, ad altri successi come  Adamo ed Eva,  Tulipani Blu, brano inciso con Matteo Romano, Stupida libertà, splendida canzone dalle atmosfere acustiche e dal testo profondamente riflessivo che rappresenta un’ulteriore maturazione del giovanissimo artista. Due anni ricchi di esperienze, in cui Luigi è stato anche chiamato ad interpretare le canzoni del coccodrillo Lyle, nel live-action Il Talento di Mr. Crocodile, film, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros Entertainment. Bis, ovazioni e standing ovation, hanno chiuso una notte davvero magica per Lamezia e per lo stesso festival Fatti di Musica, che continua a regalare emozioni e concerti da incorniciare.

I prossimi appuntamenti: il 22 giugno al Due Mari di Maida il concerto spettacolo di Nino Frassica e Los Plaggers Band per l’Anniversario della struttura commerciale, il 23 giugno il concerto di Ron al Teatro dell’Abbazia di San Giovanni in Fiore per volontà del sindaco Rosaria Succurro. Il celebre cantautore dovrebbe essere il 28 giugno a Lamezia, ma si attende la conferma dal Comune. Confermati, invece, lo storico live sui Pink Floyd del leggendario fondatore Nick Mason con una superband il 24 luglio a Roccella Jonica, i live di  Ron e Dargen D’Amico il 5 e 8 agosto a Isola Capo Rizzuto, Irama il 3 agosto e di Gabry Ponte il 9 agosto  in Piazza Castello di Reggio C., Sergio Cammariere l’11 agosto al Castello Normanno  di Santa Severina.  Fatti di Musica ha il Patrocinio della Regione Calabria, “Calabria Straordinaria”. (rcz)

LAMEZIA – Venerdì la mostra-evento “Maschere, identità nascoste”

Venerdì 31 maggio, a Lamezia, alle 18, a Villa Glicini,  si terrà la mostra-evento Maschere, identità nascoste dell’artista lametina Concetta Cantafio e a cura di Giovanna Adamo, presidente dell’associazione artistico-culturale “Arte&antichità Passato Prossimo”. Presenta le opere Ghislain Mayaud, critico e storico dell’arte. 

«In mostra ci saranno venti mie opere – ha spiegato Concetta Cantafio – tutte espressioni di quella maschera che ognuno di noi indossa quotidianamente per piacere o per dovere. Uno strumento che serve a schermare il dolore, la sofferenza generata dalle tante traversie che puntualmente la vita ci presenta come banco di prova ogni giorno; ed ecco che la maschera diventa irrinunciabile per noi adulti. Invece – sottolinea l’artista – l’unica vera maschera che avrebbe ragione di esistere dovrebbe essere quella dell’allegria, della felicità, indossata solo dai bambini che sono l’emblema della purezza e della sincerità».

Giovanna Adamo, curatrice della mostra, mette in risalto la funzione catartica che la pittura ha nella vita di Concetta Cantafio: un mondo quello dei pennelli e delle tele da colorare con le tante sfumature dell’esistenza, a volte manifestate con leggiadria, altre volte con toni marcati e tinte forti. Dalla levità al pathos, un percorso di sequenze policromatiche in cui perdersi e interrogarsi.

Ghislain Mayaud nasce a Valence (Francia) il 25 agosto 1951. Nel 1968 ottiene il B.E.P.C. al Liceo “Paul Cézanne” di Aix en Provence. Partecipa nel 1969 ai seminari di teatro e di mimo diretti da Ingemar Lindh e Yves Lebreton al “Centre Dramatique” di Aix en Provence. Nel 1970 conclude gli studi presso il Liceo “Paul Cézanne”. Nello stesso anno è ammesso a frequentare il corso universitario di teatro a numero chiuso al Théâtre du Gymnase di Marsiglia, diretto dal regista Andonis Vouyoucas. Sempre a Marsiglia segue i seminari del regista polacco Gerzy Grotowski, tra le figure più eminenti dell’avanguardia teatrale del Novecento. Attualmente Mayaud, poeta, pittore e scultore, collabora con diverse gallerie italiane. (rcz)

LAMEZIA – La lectio del Cardinale Ravasi su “Dio vi parlò in mezzo al fuoco. Parola, storia, creato”

Il cardinale Gianfranco Ravasi ha tenuto l’incontro conclusivo della Scuola Biblica e della Scuola per i Ministeri promosse dalla diocesi di Lamezia Terme con la lectio dal titolo Dio vi parlò in mezzo al fuoco. Parola, storia, creato.

Un colloquio, che lo stesso cardinale ha definito “familiare”, che ha toccato temi forti in linea con i due percorsi formativi voluti dal vescovo Serafino Parisi per la chiesa lametina: la Scuola Biblica, che ha concluso il suo secondo anno, e la Scuola per i Ministeri che termina il primo anno.

Per il cardinale “due movimenti pervadono tutta la Scrittura: la dolcezza e la consolazione da un lato e dall’altro l’inquietudine. La Parola di Dio, se entra davvero nella nostra vita, non ci può lasciare indenni, ma deve inquietarci. La Parola di Dio è il principio della storia, è l’ “a priori” assoluto della nostra fede, che ci precede, ci eccede, incede davanti a noi e intercede per noi”. Per il presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura, “la Bibbia è dialogo tra Dio e l’uomo. La Bibbia è Parola di Dio ma c’è anche tanta parola dell’uomo. Pensiamo ai salmi: sono parole dell’uomo che il teologo Bonhoeffer definiva le parole che Dio vuole sentirsi rivolgere da noi e per questo vi ha messo il suo sigillo e la sua ispirazione”.

La Grazia e libertà umana, nelle parole del cardinale, rievocano l’immagine «di una mano tesa all’uomo che sta sprofondando nelle sabbie mobili del peccato, che tenta di autosalvarsi e che solo tendendo la sua mano, nella libertà, può essere salvato. Non basta che irrompa l’epifania della “chàris”, ma serve la risposta libera dell’uomo, la risposta della fede». 

Sul rapporto con i non credenti e le persone in ricerca, Ravasi, citando Isaia, parla di Dio che «si fa ricercare da quelli che non chiedono di lui, si fa trovare anche da quelli che non lo cercavano. In Dio c’è sempre il desiderio di recuperare ogni sua creatura, di non abbandonarla. Lo vediamo in quell’immagine consegnataci nel libro dell’Apocalisse: Egli sta alla porta e bussa e lascia a noi la libertà di aprire o di chiudere la porta».

La Parola – ha continuato Ravasi – «si incontra nella storia, Dio si lascia incontrare nel volto degli altri.  Tutta la Bibbia ci insegna a scoprire la presenza di Dio nel volto dell’altro. Nel racconto della Creazione, l’uomo, a conclusione di tutto il suo impegno, è ancora infelice perché  non trova un aiuto che gli sia simile, tradotto letteralmente “un aiuto come davanti a lui”. Solo il volto dell’altro permette alla persona di essere completa.  E la Bibbia ci ricorda sempre che noi siamo in relazione Nel volto dell’altro, scopri non solo la fraternità che ti lega a lui ma anche la comune indigenza. Noi siamo nella storia e la storia della nostra umanità, della nostra carne, è il luogo nel quale dobbiamo incontrare Dio».

Un Dio che, nel Nuovo Testamento, si lascia incontrare nel volto dei sofferenti e degli esclusi: «Gesù che incontra il lebbroso – ha rimarcato Ravasi – non solo gli va incontro, violando tutta la normativa del Levitico sul rapporto con i lebbrosi, ma lo tocca, prende su di sé la sua infezione e la sua “scomunica”. Cristo ha deposto un seme di eternità, la Pasqua, nel dolore umano».

Un Dio che «si incontra  anche nello spazio, nella Creazione, nella rivelazione cosmica». Dio e la sua Paola – ha concluso Ravasi – «è da ricercare non volando dalla nostra realtà verso cieli mistici e mitici, ma all’interno della storia, nello spazio, nella nostra casa comune. Anche se la storia gronda miserie e lo spazio è devastato, dobbiamo ritrovare questa Voce. La Parola di Dio che ricerca l’uomo, che va incontro a lui ma non cancella la sua libertà».

In apertura dell’incontro, il vescovo Serafino Parisi, nel ringraziare il cardinale Ravasi per la sua presenza, ha parlato dell’incontro di oggi come di “un momento di comunione ecclesiale, nello stile che stiamo vivendo in questi anni con la Scuola Biblica e la Scuola dei Ministeri. Ho nel cuore il desiderio che la nostra chiesa diocesana possa sempre più crescere per essere presente nella società e nel mondo in modo qualitativamente significativo”.

Il momento di preghiera che ha aperto l’incontro è stato accompagnato dal canto del coro “Ancillae Domini” diretto da Licia Di Salvo(rcz)