L’OPINIONE / Ornella Cuzzupi: Si combattano le discriminazioni con “educazione” al lavoro

di ORNELLA CUZZUPI – Il più grave tra i problemi evidenziati in questo periodo di attività dell’Osservatorio è senza dubbio il manto di omertà che vela la questione. Ci siamo accorti, ma è solo una conferma di quanto pensassimo, che l’aspetto delle discriminazioni in ambito lavorativo sono segnate in maniera decisa e persino violenta dalla paura.

Paura di denunciare, paura di potersi mettere al centro di un meccanismo che può rivelarsi deleterio per chi lo innesca, paura delle stesse aziende – soprattutto piccole – a incidere su tale aspetto per il solo fatto di poterne evidenziare l’esistenza. Insomma, un terreno minato sul quale, però siamo determinati a procedere.

Si pensi che tranne alcune parziali inchieste e ricerche sul tema non esiste un panorama chiaro del fenomeno in senso generale e questo non solo in ambito regionale ma finanche nazionale. Il gran merito di chi ha voluto il nostro Osservatorio – mi riferisco al Governatore Occhiuto e al Presidente Filippo Mancuso – è stato quello di essersi resi conto di due esigenze socialmente non rinviabili: la necessità di affrontare il tema in una regione parte di un Paese che avanza a velocità diverse; il bisogno impellente di creare una corretta educazione del “valore lavoro

Da parte nostra stiamo cercando di coinvolgere sul tema quante più soggetti sociali possibili, non ultimo l’Unar al quale abbiamo rivolto una proposta di collaborazione di cui aspettiamo ancora risposta. Ma, oltre a questo, occorre trascinare nel processo le imprese e le scuole per creare la necessaria educazione al “valore lavoro”. Un valore che porta intrinseco in sé il dono del rispetto e della considerazione degli altri. Alla luce di tutto ciò, ho intenzione di proporre un’iniziativa alla quale invitare l’imprenditoria locale, le strutture che ne rappresentano le categorie e le stesse istituzioni.

Un appuntamento dal quale far scaturire proposte concrete contro ogni tipo di discriminazione da misurare e seguire nel tempo. Non servono vetrine o bei siti web per combattere e abbattere le discriminazioni. Servono fatti e azioni e noi dell’Osservatorio, in ogni sua componente attiva, vogliamo creare le condizioni affinché periodicamente vi sia la possibilità di esaminare, valutare e se necessario suggerire alla politica regionale (che ne ha fatto richiesta con la nascita dell’Osservatorio) le iniziative da intraprendere.

Noi crediamo alla possibilità di eliminare le prassi e le pratiche modellate a seconda dei casi per deleteri e infimi scopi. Noi crediamo che sia possibile arrivare ad un mondo del lavoro libero da infamie del genere. Noi crediamo nella nostra gente e nella possibilità, qui in Calabria, di realizzare un sogno offrendo gli strumenti opportuni. (oc)

[Ornella Cuzzupi è presidente dell’Osservatorio Regionale contro le Discriminazioni nei luoghi di lavoro]

Sposato (Cgil Calabria): Serve piano straordinario su lavoro, occupazione e misure a sostegno di famiglie

Serve un grande piano piano straordinario del lavoro, per l’occupazione giovanile e femminile ed occorrono misure a sostegno delle famiglie e lavoratori, con interventi selettivi nella spesa del fondi di coesione e del Pnrr». È quanto ha dichiarato Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, a seguito dell’incontro, avvenuto in Consiglio regionale, per discutere delle vertenze in Calabria.

Abramo Customer care, tirocinanti di inclusione sociale, consorzi di bonifica sono solo alcune delle criticità che sono state affrontate nel corso dell’incontro, in cui si è chiesto di apportare alcuni correttivi «e sospenderne altri che riguardavano i consorzi sulla legge omnibus, in attesa di fare i giusti passaggi nel rapporto con le parti sociali e nelle varie commissioni».

«Abbiamo apprezzato – ha spiegato Sposato – le aperture del Presidente della Giunta regionale sia sulla vertenza Abramo (si inoltrerà richiesta di incontro al ministro competente) sia su quella dei tirocinanti in inclusione sociale. Per entrambe le vertenze si faranno due incontri il 28 dicembre presso la cittadella regionale alla presenza anche dei parlamentari. Vogliamo ringraziare i gruppi regionali delle opposizioni in consiglio regionale per aver manifestato il sostegno a lavoratrici e lavoratori, incontrandoli, su invito del sindacato, sotto il consiglio regionale e i gruppi di maggioranza, che attraverso il Presidente di giunta e Consiglio hanno accolto la richiesta del sindacato di un ordine del giorno “unitario” ( che era stato originariamente presentato dal Pd) a sostegno della vertenza dei tirocinanti, votato poi all’unanimità».

«L’unitarietà sui temi del lavoro sono fondamentali e ieri (venerdì 22 dicembre ndr) la Calabria, su questo, ha dato un segnale importante che vogliamo sottolineare», ha aggiunto Sposato, ribadendo la necessità «non di contributi a pioggia, ma progetti mirati alla sostenibilità e capacità di promuovere sviluppo ed occupazione di qualità. Serve in Calabria un intervento sulla leva fiscale con la riduzione delle addizionali irpef regionali che sono tra le più alte d’Italia».

«Manterremo il livello del confronto ed, ove fosse necessario – ha concluso – in assenza delle giuste soluzioni, quello della mobilitazione. Con determinazione, come sempre». (rcz)

 

L’OPINIONE / Anna Comi: In Calabria donne sempre più lontane dal mondo del lavoro

di ANNA COMI – La conciliazione vita-lavoro è ancora un macigno che grava sulle spalle delle donne del Sud Italia e, in particolare, di quelle calabresi. Al Sud, come ha spiegato la Svimez in occasione della presentazione del suo cinquantesimo rapporto sull’economia e il sociale del Mezzogiorno, 7 donne su 10 non lavorano. E in Calabria il tasso di occupazione si ferma al 32%.

Così, mentre la Svimez ritiene cruciale la crescita dell’occupazione femminile contro il declino demografico, gli indici statistici ci dicono che la Calabria è fra quelle regioni che presentano il tasso più basso di occupazione femminile in confronto alle medie europee.

L’Ispettorato nazionale del lavoro, in una statistica tenuta poco in considerazione della politica nazionale e locale, ci ricorda che spesso una donna si trova davanti al bivio fra lavoro e famiglia e che, sempre più spesso, la conciliazione è praticamente impossibile. Le donne, quindi, scelgono di lasciare il posto di lavoro per accudire i figli, mentre gli uomini lo fanno davanti a un’offerta migliore, rimarcando così ancora una volta il solco tracciato dalla differenza di genere.

Come evidenzia l’Ispettorato nazionale del lavoro in Calabria, lo scorso anno, sono state segnalate 643 dimissioni di donne dai posti di lavoro, un numero in crescita di oltre il 27% rispetto all’anno precedente. Una vera e propria emorragia.

Le donne sono penalizzate, poi, da un mondo del lavoro di bassa qualità, dove le lavoratrici sono costrette ad accettare i ricatti dei datori di lavoro, e dall’atavica carenza di servizi in grado di rendere efficace la richiesta di conciliazione fra lavoro e famiglia.

Questa carenza strutturale, che in Calabria si sente forte per via dei mancati investimenti o dei progetti finanziati e mai nati, finisce per penalizzare le donne nel mondo del lavoro, soprattutto di quelle donne i cui figli frequentano gli istituiti di prima infanzia.

Il governo continua a non investire, persevera nel seguire politiche fuori contesto rimandando lontano dalle istanze provenienti dal Paese reale. Fra queste quella inaccettabile di spingere sul pedale dell’acceleratore del progetto di riforma ispirato all’autonomia differenziata che, se applicato, finirà per sottrarre ancora altre risorse alle regioni più in ritardo della nazione e favorire lo sviluppo di quelle già avanzate.

Contro la quale, tardivamente, pare volersi muovere anche il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto. Lo stesso governatore che, purtroppo, guarda con poca attenzione alle dinamiche distorte del gender gap, nonostante in tempi non sospetti avevamo avanzato allo stesso la proposta di istituire un assessorato specifico per studiare proposte moderne finalizzate a superare le differenze ancora esistenti fra le calabresi ed i calabresi.

Ma non solo. Risulta incomprensibile l’idea di riformulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha finito per tagliare i numeri dei nuovi asili nido, che per la Calabria si attesta ad un risicato 9% rispetto al target del 33%, con il rischio di allargare ancora di più il divario nell’offerta di servizi educativi, e messo in evidenza la necessità – più volte segnalata dalla Uil Calabria – di dare corso ad un moderno e poderoso piano regionale di rilancio dell’occupazione: l’unico strumento per rendere realmente efficiente la macchina burocratica calabrese. (ac)

[Anna Comi è responsabile Coordinamento Pari Oppportunità Uil Calabria]

Il racconto / Gregorio Corigliano: Scusi c’è il lavoro? Torni l’anno prossimo

di GREGORIO CORIGLIANO – Scusi, finalmente, c’è? «Chi»? Il lavoro! «E lo cerca qui, perché»? Non è l’ufficio provinciale del lavoro? «Certo, ma qui è l’ufficio, non il lavoro»! Se c’è l’ufficio, c’è il lavoro, se no che ufficio è? Lo dice la parola stessa: ufficio provinciale del lavoro. Significa che da voi si distribuisce il lavoro a chi lo cerca. «Non è così, come dice lei, amico mio»! Ed allora come è? «Qui si fanno le pratiche per vedere di organizzare al meglio, quasi scientificamente, i posti di lavoro»! Visto, lo dice lei stesso, come organizzare. Con scienza e, quindi, coscienza, spero, i posti di lavoro. Quindi siete tutti impegnati a fare lavori di matematica, trigonometria, algebra per far quadrare i conti in modo da poter procedere, in un secondo tempo, alla distribuzione dei posti tra quanti anelano ad un posto e sono in fila da anni. Applicavano la legge di Taylor, senza conoscerla, forse. Alcuni sono diventati vecchi, vero? «Aspetti, io sono solo il centralinista, assunto con la legge sulle categorie protette perché non vedente e non sono a conoscenza di come i dirigenti stiano lavorando. So che lavorano da anni, perché sento i ticchettii delle macchine da scrivere, i fischi dei gessetti sulle lavagne (quelli che facevano “arrizzicare” le carni) le porte che sbattono, un tram tram (guardi che si dice tran tran, mi inserisco) nei corridoi, poi c’è chi grida, chi urla, chi entra, chi esce. Insomma, da non vedente capisco che c’è gran movimento, quindi significa che lavorano, altrimenti non si sarebbe sentita una mosca volare!» Vabbè, non parli mi passi il dirigente.

Si inserisce di nuovo perché, mi dice, che il dirigente non risponde. «Signore, aspetti in linea, per non perdere la priorità ricevuta, perché capisco che c’è gente in attesa!» Gente in attesa? Lo so bene, i miei figli sono in attesa da trent’anni di un posto! «No, in attesa di parlare col dirigente che non riesco a beccare mai, in tutta la mattinata perchè sarà nella sala riunioni e, a dire la verità, passo la linea, ma poi non la prende nessuno!».

Dimenticando che è cieco, pardon, non vedente, gli chiedo la cortesia di andare a vedere, poi mi riprendo, e gli chiedo di mandare qualcuno. «No, signore son tutti là, presi e compresi ad organizzare numero, graduatorie e distribuzione dei posti, almeno così mi hanno detto, pregandomi di dirlo a quanti avrebbero telefonato e cosi sto facendo, come con Lei, ma piuttosto mi perdoni ma sento il cicalino che mi avverte che ci sono altre telefonate in corso e chiude!» io, che chiamo da un paesino della provincia non so come fare, però sono contento perché finalmente ho trovato un posto che si chiamava “Ufficio del lavoro e della massima occupazione” al quale mi aveva indirizzato un conoscente che si chiamava “collocatore” comunale ma che, alla fine, non era stato messo nelle condizioni di collocare proprio nessuno. Indirizzava le persone a questo ufficio. Io mi ero appena laureato ed ero convinto, con una telefonata, di aver trovato o quasi il posto.

Papà. Lo sai che ho trovato il posto? Davvero? Come, dove, quando? Così racconto al mio genitore quello che mi era capitato: la telefonata, la sala riunioni, i consigli del telefonista, le graduatorie. Mio padre mi guarda e parla… con gli occhi. Volendomi dire «che beata illusione». Lui che era riuscito a vincere un concorso nel 1948 al ministero della pubblica istruzione e raggiungeva la scuola dove insegnare, distante assai da casa, con un guzzino. Come devo andare a Reggio, chiedo a mio padre. Non c’era soluzione diversa dalla ferrovia. Altra avventura, insomma mi organizzo e, alzatomi prestissimo, alle cinque del mattino, tra autobus e treno, raggiungo Reggio. Vado a quell’ufficio del lavoro e chiedo del centralinista del giorno prima. Era assente per malattia. Lo sostituiva un altro collega, sempre della stessa categoria protetta. Gli spiego la questione facendogli il riassunto della telefonata.

Il lavoro, i posti, le graduatorie. Anche il mio nuovo interlocutore mi dice che, a suo sapere, la riunione “dei posti” era in corso. Mi fa entrare e mi dice di attendere nella sala della terza porta a destra. Un freddo cane, mi siedo fiducioso ed attendo il mio turno. Si fanno le 14, ma non mi chiama nessuno. Mi alzo, con uno scatto, vado nella sala riunioni ma non trovo “anima criata” come avrebbe detto Camilleri. Mi arrabbio e grido perché mi sentivo preso in giro. Deluso e sconfortato, prendo le scale – l’ascensore era rotto – manco a dirsi. Saranno state le masse di disoccupati che quotidianamente raggiungevano la sede della “massima occupazione” che non aveva sopportato i richiedenti lavoro. Qualcuno mi dice di tornare l’anno prossimo, e poi l’altro ancora fino a quando… il lavoro non sarebbe giunto a me. Cosa che non è mai avvenuta. Quell’ufficio non c’è più: abolito. Era una presa in giro con quella denominazione. In compenso oggi si celebra la storica festa del lavoro ed in tutte le Prefetture viene consegnata l’onorificenza della “Stella ai Maestri del lavoro” che, ancora e non si sa per quanto, non c’è! Ed i giovani fischiano alla luna, come e più di prima! (gc)

L’assessore Calabrese: Il 13 novembre insedieremo il tavolo del Lavoro

«Per il prossimo 13 novembre abbiamo convocato il Tavolo sul lavoro». È quanto ha annunciato l’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione Professionale, Giovanni Calabrese, nel corso della presentazione del rendiconto sociale Inps per la Calabria nella sede dell’istituto previdenziale di Lamezia Terme.

«Ne faranno parte l’Inps, l’Inail, i rappresentanti sindacali, le Camere di commercio, le categorie datoriali – ha aggiunto –. Ci confronteremo su questa importante tematica, nello specifico sulle azioni da mettere in campo per il contrasto al precariato e per la lotta ai lavori atipici con l’utilizzo di fondamentali strumenti come la formazione e l’uso delle nuove tecnologie. Per invertire la rotta è necessario il lavoro di squadra». (rcz)

Il 4 settembre il convegno della Cisl sulla “Partecipazione al lavoro”

Partecipazione al lavoro. Contrattazione e dialogo sociale per lo sviluppo del territorio è il tema del convegno organizzato dalla Cisl Calabria lunedì 4 settembre, a Lamezia Terme, nella sala dell’Unioncamere Calabria, alle 15.30.

I lavori saranno aperti dal segretario generale della Cisl regionale Tonino Russo e conclusi dal Segretario generale Luigi Sbarra.

Interverranno: Antonino Tramontana, Presidente di Unioncamere Calabria; Aldo Ferrara, Presidente di Unindustria Calabria; Klaus Algieri, Presidente di Confcommercio Calabria; Franco Napoli, Presidente di Confapi Calabria; Roberto Occhiuto, Presidente della Giunta regionale della Calabria. Coordinerà la giornalista Sarah Incamicia.

«Abbiamo promosso questa iniziativa – spiega Tonino Russo, Segretario generale della Cisl Calabria – perché lo sviluppo di un territorio e dell’intero Paese è indissolubilmente legato al dialogo e al confronto tra le parti sociali. Perché il tema della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, per una più piena democrazia economica, è oggi centrale per la crescita e per la dignità del lavoro. Di ciò la Cisl è fermamente convinta e per questo promuove una legge di iniziativa popolare affinché sia data concreta attuazione all’art. 46 della Costituzione che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende».

«Anche in Calabria, all’insegna dello slogan #unpostoaltavolo, è stata avviata e procede la raccolta delle firme per portare la proposta in Parlamento. Vogliamo che sia riconosciuto ai lavoratori il giusto protagonismo, il diritto a collaborare, a sentirsi e ad essere parte attiva e non meramente esecutiva nella gestione delle imprese. Il convegno di lunedì 4 settembre – ha concluso Russo – sarà per la Calabria un’occasione importante di confronto tra sindacato, parti datoriali e Regione per guardare insieme, ciascuno con la sua specificità, alla crescita del nostro territorio». (rcz)

 

Precari storici, la consigliera Straface: Un altro passo avanti

La consigliera regionale Pasqualina Straface ha evidenziato come «continua l’impegno della Regione Calabria, su impulso del Presidente Occhiuto, nei confronti dei precari legge 15/2008 per creare le condizioni di un possibile transito in Calabria Verde».

«Abbiamo messo in pratica – ha proseguito – una riforma del lavoro che era attesa da tanti anni e con la legge regionale n.11 del 6 maggio 2022 abbiamo creato le condizioni affinché si possa finalmente lavorare per cercare di dare stabilità lavorativa a quanti rientrano nel bacino del precariato storico calabrese e che hanno diritto a condizioni dignitose in grado di garantire un futuro alle loro famiglie. Per troppo tempo questi lavoratori, e sono diverse centinaia, sono stati illusi e poi messi da parte senza avere la possibilità di raggiungere quella stabilizzazione che sarebbe dovuta arrivare già da tempo».

«Nei tanti tavoli, ultimo quello del 19 giugno scorso, insieme all’assessore Gallo, all’assessore Calabrese, al dott. Oliva Direttore di Calabria Verde e al Dirigente del Dipartimento Lavoro e Welfare dott. Cosentino – ha spiegato – abbiamo avuto modo di discutere delle problematiche relative alla Legge 15 sul precariato del lavoro, con la presenza dei sindaci e dei rappresentanti sindacali. Da qui l’attuale ricognizione avviata dal Dipartimento Lavoro regionale che servirà a capire quanti lavoratori di questo bacino possano essere in grado di essere inquadrati in Calabria Verde, dopodiché l’azienda provvederà a verificare il fabbisogno e a predisporre gli eventuali atti necessari.
Un risultato importante che volevamo fortemente e che ci potrebbe permettere di eliminare una delle sacche storiche del lavoro precario in Calabria». (rcs)

La consigliera Straface: In arrivo nuove misure a sostegno della cittadinanza

La consigliera regionale Pasqualina Straface ha reso noto che «con l’emanazione  della legge n.85 del 3 luglio 2023 riguardante Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro sono stati istituiti il Supporto per la Formazione e il Lavoro e l’Assegno di Inclusione».

«La Regione – ha spiegato – si sta già attivando per mettere in campo gli strumenti attuativi per dare sostegno alla platea di beneficiari, fra cui gli ex percettori di reddito di cittadinanza, che avranno così modo di avviare percorsi di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale utili all’inserimento nel mondo del lavoro».

«In Calabria sono quasi 12mila i soggetti ex beneficiari del reddito di cittadinanza – ha proseguito – che sono interessati dalle politiche attive, di cui più di quattromila nella sola provincia di Cosenza. Il 70% di questi beneficiari è già stato preso in carica da programmi quali Gol o D.Lgs. 150 mentre il restante 30% sarà interessato da queste nuove misure. Dal 1° settembre 2023 sarà operativo il Supporto per la Formazione e il Lavoro, che garantirà l’accesso a corsi di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale ad una platea di beneficiari di età compresa fra i 18 e i 59 anni che abbiano un Isee inferiore ai 6mila euro e siano attivabili al lavoro. A costoro sarà garantito un supporto economico di 350,00 euro mensili per una durata di 12 mesi».

«Dal 1° gennaio 2024 – ha spiegato – entrerà invece in vigore l’Assegno di Inclusione, che sostituirà ufficialmente il reddito di cittadinanza e sarà rivolto a nuclei con disabili, minori, over 60 e i componenti svantaggiati inseriti in programmi di cura e assistenza certificati. Questa misura sarà vincolata ad un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa».

«Con questi strumenti siamo in grado di dare una risposta concreta alla forte richiesta occupazionale che si registra nella nostra regione, problematica che stavamo già affrontando con la riforma del mercato del lavoro, voluta fortemente dal Presidente Occhiuto, che abbiamo approvato dopo ben 22 anni. La risposta alla carenza occupazionale – ha concluso – non è l’assistenzialismo ma la formazione e l’incrocio di domanda e offerta con una rete di centri per l’impiego funzionale e capace di garantire sbocchi professionali a quella parte di cittadinanza esclusa per ora dal mondo del lavoro». (rrc)

L’assessore Calabrese: Pronto il nuovo piano di Supporto per la formazione e il lavoro

«Siamo pronti per dare attuazione alla nuova misura prevista dal DL 48/2023, il Supporto per la Formazione e il Lavoro». È quanto ha reso noto l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, spiegando che si tratta di un provvedimento «che ci porterà ad avere un quadro più chiaro sull’individuazione dei percorsi formativi e inserimento al lavoro e già stiamo lavorando con i Cpi calabresi per superare il reddito di cittadinanza e garantire l’accesso alla nuova misura degli ex percettori».

Infatti, il decreto-legge 4 maggio 2023 n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, recante “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”, all’articolo 12 istituisce, dall’1 settembre 2023, il Supporto per la formazione e il lavoro, misura che si rivolge a coloro che hanno tra i 18 e i 59 anni, considerati attivabili al lavoro e hanno un Isee non superiore a 6mila euro.

Questi soggetti potranno beneficiare di un sostegno al reddito pari a 350 euro mensili (per un massimo di 12 mesi non rinnovabili) a condizione che frequentino corsi di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale o altra misura di attivazione lavorativa, per la loro durata.

Per accedere a tale percorso di attivazione al lavoro gli interessati dovranno rilasciare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, dimostrando di essersi già rivolti ad almeno tre Agenzie per il lavoro o ad altri enti autorizzati all’attività di intermediazione.

Un lavoro sinergico e questa misura che va a scardinare il concetto di assistenzialismo e permetterà ai soggetti di trovare risposte immediate, arriva nel momento in cui la Regione Calabria sta adottando misure nette e dirette sul lavoro. Infatti la nuova riforma sul lavoro, modificata dopo 21 anni, e la predisposizione del piano delle politiche attive per il lavoro e la formazione professionale a cui Calabrese sta dando seguito con agenzie di formazione e associazioni datoriali, potranno portare concretamente la nostra Regione ad invertire i dati sulla disoccupazione.

Per l’attuazione del Supporto per la formazione e il lavoro sono in corso di emanazione i decreti attuativi relativi all’individuazione delle misure per il coinvolgimento, nei percorsi formativi e di attivazione lavorativa e nelle more dell’emanazione dei decreti attuativi anche la Regione Calabria, attraverso la rete dei Centri per l’Impiego, ha avviato una campagna informativa rivolta ai potenziali beneficiari, in particolare ai soggetti ex percettori di reddito di cittadinanza privi dei requisiti per la prosecuzione, oltre le sette mensilità previste per l’anno 2023.

«In tale contesto di transizione – come spiega anche il Dipartimento welfare e lavoro guidato dal direttore generale, Roberto Cosentino – la presa in carico di tali soggetti nel programma GOL, con l’assegnazione delle misure di accompagnamento e formazione, è sicuramente un passaggio essenziale per poter fruire della nuova misura prevista dal Governo, nonché per quanto già previsto per il raggiungimento dei target. I beneficiari del Reddito di cittadinanza cui è stato sospeso il beneficio in Calabria (Dati Anpal) sono circa 11622 di cui circa 5400 già presi in carico d.lgs 250 e circa 3000 sono stati già presi in carico con il programma Gol e altre misure di politiche attive».

Questo il quadro dei beneficiari del RdC a cui è stata sospesa la fruizione della misura, con l’evidenza di coloro i quali non sono stati presi in carico dai servizi ed a cui prioritariamente sarà rivolta l’attenzione da parte dei CPI calabresi. (rcz)

Dalla Cgil un piano strategico enogastronomico e culturale per un lavoro dignitoso

«Bisogna fare una battaglia contro la precarietà e mettere a regime un sistema che possa dare qualità di servizi e del lavoro mettendo insieme i vari turismi che abbiamo in Calabria, beni culturali, enogastronomia, turismo religioso e puntare su una Carta Turistica unica in Calabria. Anche la Regione deve avviare una discussione profonda sul rilancio del settore e sui diritti dei lavoratori». È quanto ha dichiarato Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, nel corso dell’iniziativa del sindacato svoltasi al Castello di Squillace e organizzata con la collaborazione delle federazioni di categoria che si occupano di turismo e agroalimentare (Filcams e Flai Cgil).

Per Sposato, infatti, «il settore turistico è in crescita, ma occorre stimolarlo, sia dal punto di vista dell’offerta sia in termini di qualità dei servizi e del lavoro. Le potenzialità del settore non corrispondono, infatti, alla qualità del lavoro: contratti irregolari, sfruttamento, utilizzo di contratti impropri».

La segretaria generale Flai Cgil Calabria, Caterina Vaiti, mette l’accento sulla creazione di “percorsi di cibo”: «Il turismo enogastronomico deve essere strettamente legato al turismo culturale, unendo le bellezze paesaggistiche e turistiche a dei percorsi del cibo che partano dal nord al sud della Calabria. In questo è fondamentale la collaborazione tra comuni per far sì che la persona che, ad esempio, sceglie la meta balneare sia incentivato ad andare anche nell’hinterland con dei percorsi studiati e sinergici per poter apprezzare le specialità locali e il cibo del luogo».

«Importante – ha aggiunto Vaiti –  è che i due ministeri, quello del Turismo e quello dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste siano connessi e che a cascata lo siano anche gli assessorati regionali. In Calabria non abbiamo un assessorato al Turismo, perché la delega è rimasta al presidente della Regione, mentre riteniamo sarebbe opportuno che ci sia un assessorato ad hoc e che gli assessorati possono viaggiare insieme».

«Occupare la cultura, questa la provocazione che vogliamo lanciare stasera da Squillace da dentro un castello. Se abbiamo ancora meravigliosi castelli in Calabria – ha affermato il segretario generale Filcams Cgil Calabria Giuseppe Valentino – è perché c’erano le corti, i re e le regine che man mano abbiamo cacciato per vivere in democrazia».

«Oggi paradossalmente gli stessi castelli che i Comuni hanno acquisito in nome per conto del popolo ci vengono privati, non sono fruibili se non a pagamento, e così per altri luoghi meravigliosi e di interesse paesaggistico che siano parchi archeologici, attrattive turistiche e culturali.  Abbiamo bisogno di costruire una cultura alternativa che permetta alla Calabria di diventare una terra di libertà in tutti i sensi. L’iniziativa di ieri è stata una piccola tappa in un percorso nel quale l’obiettivo è quello di mettere il sistema turistico sottosopra. C’è bisogno – ha concluso – di ripensare ad un sistema turistico fruibile da tutti e che attivi dal basso le imprese, le associazioni, il territorio e naturalmente le lavoratrici ed i lavoratori i cui diritti devono essere garantiti nel rispetto dei CCNL di settore».

Al termine dell’evento, moderato dal giornalista Pietro Melia e a cui hanno preso parte anche Enzo Scalese, Segretario Generale Cgil Area Vasta,  Andrea Coinu, vice presidente Effat (European Federation of Food, Agriculture and Tourism Trade Unions), Francesco Perino, presidente EBTC (Ente Bilaterale Turismo della Calabria), Carolina Scicchitano, direttore amministrativo e finanziario Gal Serre Calabresi e Franco Caccia, assessore Turismo e Programmazione del Comune di Squillace, si è tenuto un aperitivo di solidarietà alle popolazione delle Marche e dell’Emilia Romagna. (rcz)