Allarme clima, Legambiente: Azioni per evitare tragedia come a Ischia

Servono azioni celeri per evitare tragedia come a Ischia. È quanto ha ribadito Legambiente Calabria, ricordando che «la Calabria è tra le regioni in cui gli effetti della crisi climatica stanno diventando sempre più accentuati e si stanno susseguendo, con sempre maggiore frequenza, allerte meteorologiche arancioni o rosse e problematiche sul territorio».

Per come emerge dal dossier di Legambiente “Città Clima” 2022, dal 2010 ad oggi la Calabria è stata colpita da 82 eventi climatici estremi che sono cresciuti in maniera esponenziale nell’ultimo biennio con piogge intense che hanno portato ad allagamenti e danni alle infrastrutture, trombe d’aria ed esondazioni ma anche periodi di siccità prolungata. Temperature elevate e condizioni aride si alternano, anche sul territorio calabrese, a precipitazioni eccezionali che provocano alluvioni e frane con gravi ricadute sulle popolazioni ed impatti enormi anche sul settore agricolo.

«Appare evidente che nella nostra Regione – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – occorra intervenire celermente per mettere in sicurezza le persone, i territori, le attività commerciali e industriali, le scuole, gli ospedali, le infrastrutture». 

«Le scelte che verranno fatte ora a livello istituzionale decideranno il nostro futuro – ha aggiunto –. Bisogna abbandonare la logica dei condoni edilizi e l’ottica dell’emergenza, che non risolve i problemi e prosciuga le risorse, ed agire nella direzione della prevenzione, del controllo e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. In caso contrario, si continueranno a verificare conseguenze drammatiche in termini di costi, di riorganizzazione dei territori colpiti e soprattutto di vite umane».

Secondo quanto riportato dal sito del Rendis- Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo – a cura di Ispra, dal 1999 al 2022 sono stati 9.961 gli interventi avviati per mitigare il rischio idrogeologico in Italia per un totale di oltre 9,5 miliardi di euro spesi. Tra le regioni che hanno visto il maggior numero d’interventi c’è la Calabria, ma ancora  moltissimo deve essere fatto per la reale riduzione del rischio idrogeologico sul territorio e per prevenire i disastri.

Negli ultimi 9 anni – stando ai dati disponibili da maggio 2013 a maggio 2022 e rielaborati da Legambiente – l’Italia ha speso 13,3 miliardi di euro in fondi assegnati per le emergenze meteoclimatiche con una media di 1,48 miliardi/anno per la gestione delle emergenze, in un rapporto di quasi 1 a 4 tra spese per la prevenzione e quelle per riparare i danni.

n Calabria il 17,1% del territorio regionale è in uno scenario di pericolosità elevata per le alluvioni. Si tratta di fenomeni naturali che sono stati amplificati a dismisura negli ultimi decenni a causa di due fattori specifici: il consumo di suolo e il cambiamento climatico entrambi di origine antropica.

È necessario sottolineare che  si è costruito troppo e troppo spesso in zone pericolose ed inadatte, come le anse dei fiumi, ai piedi delle scarpate,  versanti scoscesi o  aree di pianura alluvionale, coste oltretutto soggette a processi di erosione, troppo spesso in maniera abusiva. I dati dell’abusivismo edilizio, riportati nel rapporto di Legambiente, “Abbatti l’abuso”, ci raccontano che questo grave fenomeno, unito all’incapacità delle Amministrazioni di procedere alle demolizioni,  ha pesantemente compromesso il territorio. A livello nazionale, sulla base delle risposte complete date dai 1.819 comuni (su 7.909) al questionario di Legambiente, in Italia, dal 2004, anno dell’ultimo condono, al 2020, è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo, un dato “trainato” dall’attività degli enti locali delle regioni del Centro Nord.

In Calabria, una delle regioni con il più alto tasso di reati nel ciclo del cemento, dal 2004 al 2020, per come risulta dall’ultimo report dell’associazione, è stato eseguito solo l’11,2 % su 1.192 ordinanze di demolizione emesse, pari a 133 ordinanze e solo 5 immobili  abusivi sono stati trascritti al patrimonio immobiliare del Comune ( 0,4%) . Delle restanti ordinanze non ottemperate, 1.059, solo 33 sono state trasmesse al Prefetto. Da sottolineare anche l’assenza di trasparenza delle pubbliche amministrazioni: solo 15 sono stati i Comuni che hanno risposto al questionario di Legambiente su 404 con il record della provincia di Crotone che non ha trasmesso alcun dato.

L’amara lezione che ci sta infliggendo la natura deve comportare un’assunzione di responsabilità ed azioni serie e concrete all’insegna della legalità e del rispetto dell’ambiente, come quelle indicate da Legambiente nelle proprie 100 proposte per la transizione ecologica che serve all’Italia e nel rapporto Città-Clima,  a partire dalla demolizione degli immobili abusivi posti in aree a rischio idrogeologico, sismico o lungo le coste. (rcz)

È nata la rete di “Scuole Go Green” supportata da Legambiente Calabria

Importante protocolo d’intesa è stato sottoscritto tra la Rete di Scuole Go Green e Legambiente Calabria, guidata da Anna Parretta e che vedrà protagoniste le scuole calabresi.

L’IC “G.Guzzo” di Tiriolo è scuola capofila della Rete che, attualmente, conta nove istituti comprensivi della provincia di Catanzaro tra cui l’IC Cropani-Simeri Crichi , IC Don Milani- Sala, IC Don Milani Lamezia Terme, IC Perri Pitagora, IC Sellia Marina, IC Taverna, IC Patari/Rodari e IC Borrello/ Fiorentino.

Per l’anno scolastico 2022/2023 le scuole della Rete hanno aderito al progetto “+Scienza”,  presentato da Legambiente Scuola e Formazione ed è stato istituito il “concorso Aula Pulita”, una competizione aperta a tutti gli alunni per sviluppare il senso di attivismo civico e garantire loro di poter vivere il tempo-scuola in un ambiente di cui si sanno prendere cura con rispetto e amore.

I temi che saranno affrontati si tradurranno in materiali, modelli, procedure, unità didattiche che consentiranno a tutti i partner della Rete di poter avviare una riflessione attraverso lo scambio di esperienze e, quindi, la possibilità di garantire agli alunni, appartenenti a realtà territoriali diverse, di poter riflettere insieme sulle esperienze comuni attivate, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie.

La professoressa Maria Rosaria Maiorano, Dirigente Scolastica della scuola capofila, evidenzia come «il vero valore aggiunto della rete sia la possibilità di lavorare in sinergia su obiettivi comuni che ruotano a 360 gradi sui traguardi fissati da Agenda 2030, affinché la nostra impronta ecologica abbia un impatto positivo sul territorio, sotto l’egida di un’organizzazione come Legambiente che è da anni esempio di cittadinanza attiva, non solo per le problematiche ambientali, ma per tutto ciò che riguarda la formazione del cittadino consapevole dei propri doveri e proprio per questo in grado di rivendicare i propri diritti».

«La Rete Go green – ha spiegato la presidente Parretta costituisce un importante supporto per le scuole che vogliono essere soggetti promotori di una cultura della sostenibilità ambientale e sociale sviluppandola con azioni concrete. La vera transizione ecologica, basata sul rispetto per la natura e tutte le specie viventi, così essenziale per il nostro futuro, inizia dal mondo della Scuola». (rcz)

In Calabria si è celebrata la Festa dell’Albero di Legambiente

Nei giorni scorsi, in tutta la Calabria si è celebrata la Festa dell’Albero, storica campagna promossa da Legambiente Calabria e giunta alla 27esima edizione.

Obiettivo dell’iniziativa, è la tutela del verde e del territorio, in collegamento con la ricorrenza nazionale della Giornata Nazionale degli Alberi istituita nella data del 21 novembre con la legge n. 10/2013 che ha anche  reso effettivo l’obbligo per i Comuni di piantare un albero per ogni nuovo nato.

«Piantare alberi significa contribuire, con gesti concreti alla lotta alla crisi climatica – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria –. Gli alberi sono essenziali per la vita, forniscono servizi ecosistemici di enorme valore, materiale ed immateriale,   svolgono funzioni di regolazione ambientale  in relazione al clima, assorbendo C02 e restituendo ossigeno, limitano il dissesto idrogeologico e riducono l’incidenza degli agenti patogeni, sostenendo uno sviluppo più sostenibile».

«La perdita di biodiversità e la crisi climatica – ha continuato Parretta – sono strettamente connesse e per raggiungere i livelli di mitigazione necessari ad evitare i disastri ambientali cagionati dall’aumento degli eventi metereologici estremi  è essenziale ripristinare le foreste, avere cura del territorio e delle zone umide e realizzare ed incentivare le aree protette ed i luoghi verdi nelle città».

La campagna di Legambiente prevede la piantumazione di varie tipologie di alberi, adatti al territorio ed al contesto, in particolare nelle aree urbane, nei piazzali delle scuole, in zone da riqualificare o da ampliare. Le iniziative calabresi contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi europei del progetto  Life Terra, cofinanziato dal programma LIFE della Commissione Europea, di cui Legambiente è l’unica referente italiana, che mira a piantare entro il 2025 nove milioni di alberi in Italia. Al riguardo la strategia europea punta, complessivamente,  a creare nuove zone protette per il 30% della superficie terrestre oltre al 30% dei mari in Europa, ripristinando gli ecosistemi terrestri e marini degradati e piantando 3 miliardi di alberi entro il 2030.

In questo quadro si collocano le iniziative dell’I.C. di Rossano 3-Scuola Media Roncalli, I.C. Rossano 1 – Scuola per l’infanzia Frasso, I.C. Don Bosco- Scuola primaria Cantinella e quella del ‘Piccolo parco della biodiversità’ realizzate dal circolo Legambiente di Corigliano Rossano con il Comune,  che ha  riguardato un terreno ferito dall’alluvione del 2015 dove  sono state messe a dimora 95 nuove piante e che porterà ad un più articolato intervento di riqualificazione ed alla costruzione di un’area attrezzata per bambini.

Una iniziativa supportata dalla raccolta fondi del progetto “Music For The Planet” attivato dall’artista Elisa insieme a Legambiente, Music Innovation Hub e AWorld. Sempre nell’ambito del  medesimo progetto anche i due appuntamenti organizzati a Reggio Calabria ed  in provincia, curati dal Circolo Legambiente “Città dello Stretto” presso l’Oasi Padre Magro, in via Reggio Campi, in collaborazione con la scuola primaria “G. Pascoli” dell’Istituto comprensivo “Galilei-Pascoli” e a Bagaladi con l’ iniziativa dal titolo “Un seme di oggi per un fiore di domani” presso il Villaggio per crescere.

Ancora, tra gli altri  tantissimi altri eventi ricordiamo quello organizzato dal circolo Legambiente Le Castella ad Isola Capo Rizzuto che ha coinvolto tutti i plessi dell’I.C. Gioacchino da Fiore, quello realizzato dal Circolo Legambiente Airone di Catanzaro con l’I.C. “Guzzo” di Tiriolo e le iniziative realizzate dal circolo Legambiente Serre cosentine con l’ Istituto comprensivo Giovanni Falcone di Quattromiglia, plessi di Arcavacata e Santo Stefano tra riflessioni sulle tematiche ambientali, condivisione di buone pratiche , poesie e canzoni a tema.

I circoli di Legambiente Girifalco e Staletti’, alla presenza del Comune e del Gruppo Carabinieri della Biodiversità di Catanzaro, hanno messo a dimora, presso  l’I.C. “ Sabatini” di Borgia, “ L’albero di Falcone” nell’ambito del progetto nazionale “ Un albero per il futuro” e, in una successiva iniziativa il circolo di Girifalco pianterà alberi di agrumi presso l’I.C. “Scopelliti”.

Il Circolo Legambiente Valle Tacina di Petilia Policastro ha aderito alla Festa dell’Albero con la collaborazione della Scuola Primaria e del Liceo Scientifico –“Scuola Sostenibile -SOS Clima”, del reparto Carabinieri Biodiversità di Catanzaro e della locale Stazione Carabinieri Forestali. Le Scuole hanno anche aderito al progetto triennale nazionale di educazione ambientale “ Un albero per il futuro” per la realizzazione di un bosco diffuso con i Carabinieri della Biodiversità ed al progetto europeo “Life Terra”. Nel corso dell’evento è stato anche presentato il  progetto scolastico avente ad oggetto la realizzazione di laboratori green, sostenibili ed innovativi che prevede l’allestimento di una serra per l’agricoltura 4.0 e la coltivazione idroponica per una agricoltura piu’ attenta alla sostenibilità ed all’ambiente, che eviti gli sprechi a partire dalla risorsa acqua.

Nella tutela dell’ambiente e nell’aumento della sensibilità e consapevolezza la Scuola gioca un ruolo determinante.

Ancora, i locali circoli Legambiente hanno realizzato la Festa dell’albero a Vibo presso la Scuola “Buccarelli” unitamente ai Carabinieri Forestali mentre altre iniziative sono state organizzate nei prossimi giorni a Tropea, Zambrone, Rombiolo e Santa Domenica.

Con questa consapevolezza, nel corso dell’assemblea di Legambiente Calabria, tenutasi a Lamezia Terme il 20 novembre, è stata presentata ai circoli calabresi la Rete di Scuole “Go Green”, coordinata da Stefania Rotella. Una rete che vede l’IC “G. Guzzo” di Tiriolo scuola capofila e conta attualmente 9 IC comprensivi della provincia di Catanzaro tra cui  l’IC Cropani-Simeri Crichi , IC Don Milani- Sala, IC Don Milani Lamezia Terme, IC Perri Pitagora, Ic Sellia Marina, IC Taverna, IC Patari/Rodari e IC Borrello/ Fiorentino e che auspica di crescere nei prossimi anni. La rete, ha firmato un protocollo d’intesa con Legambiente Calabria, nel  comune interesse di progettare  percorsi di educazione civica da sviluppare nell’ambito della sostenibilità ambientale collegate all’agenda 2030 e di sviluppare negli alunni il senso di un attivismo civico che consenta il miglioramento del proprio contesto territoriale e di vita.

Nella giornata dedicata agli alberi è partita anche la terza edizione del concorso “L’Ulivo piu’ bello del territorio” organizzato dal circolo Legambiente “Nicà” di Scala Coeli a cui potranno partecipare i seguenti comuni del basso jonio cosentino e dell’alto crotonese : Scala Coeli, Terravecchia, Cariati, Crucoli, Umbriatico, Campana, Mandatoriccio, Pietrapaola e Calopezzati.

Ed un ulivo, simbolo di pace, donato  da Legambiente Calabria, verrà piantato dal circolo di Lamezia Terme nel corso di un’iniziativa in cui verrà sottolineato lo stretto collegamento tra la crisi climatica e quella energetica e l’importanza delle fonti rinnovabili per un mondo senza guerre, piu’ giusto e piu’ rispettoso della Natura e del Pianeta. (rrm)

Legambiente: Gli interventi contro crisi energetica sono ambientalmente dannosi

Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria ha evidenziato come «sull’onda dell’emergenza, le Amministrazioni, sia centrale che regionale, stanno mettendo in campo interventi economicamente incongrui ed ambientalmente molto dannosi come il rigassificatore di Gioia Tauro, considerandolo una priorità nazionale».

«Le varie crisi in corso, ambientale, energetica e sociale, sono crisi sistemiche – ha spiegato – strettamente connesse, che vanno affrontate insieme con una strategia di medio e lungo periodo affinché possano essere risolte o almeno limitate. Invece ci si muove nella perenne logica dell’emergenza che, in materia di ambiente ed energia, non solo rischia di non risolvere affatto i problemi ma, paradossalmente, li aggrava».

Lo Stato Italiano rilascerà alle società energetiche, su diverse aree del territorio italiano, 12 nuove autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi. Gli impianti di estrazione, oltre all’enorme impatto visivo sul territorio o nello specchio di mare, oggetto dell’installazione, come ben sanno i cittadini di Crotone, hanno conseguenze gravissime sull’ambiente e sugli equilibri dell’ecosistema.

«La Calabria, quasi sicuramente, non sarà interessata dalle nuove concessioni. Per il momento almeno – ha sottolineato Anna Parretta,– perché come altri territorio del Sud Italia, la nostra regione è caratterizzata dalla presenza di numerosi giacimenti gasiferi in particolare sulla sua fascia jonica. Deve essere chiaro che dobbiamo uscire definitivamente dalla tirannia delle fonti fossili».

«Nella nostra Regione – ha rilanciato – serve creare sviluppo ambientalmente sostenibile, puntando ad esempio sulle grandi potenzialità dell’eolico offshore, in grado di portare vantaggi climatici ed occasioni lavorative per i calabresi».

«Se vogliamo fornire realmente soluzioni alla crisi climatica ed energetica nel nostro Paese – ha detto ancora – dobbiamo  uscire dalle fonti fossili ed accelerare, con un deciso cambio di rotta, sulle fonti rinnovabili. Per farlo è necessario realizzare i relativi impianti, sia i grandi impianti industriali che le comunità energetiche, sviluppare l’eolico a terra e offshore (sono almeno 5 i progetti che riguardano la Regione Calabria), installare il fotovoltaico sui tetti e sulle aree compromesse (discariche, cave, etc), e l’agrivoltaico moderno (come quello posizionato ad altezze e geometrie variabili e con pannelli mobili ad inseguimento solare che garantisce l’integrazione delle produzioni agricole con quella energetica senza consumo di suolo) ed ancora incrementare la produzione di biogas e biometano, e supportare l’idrogeno verde e la geotermia a bassa entalpia oltre ad attivare serie e lungimiranti politiche di efficienza energetica».

Per comprendere l’importanza del tema, basti pensare che quanto alle emissioni in atmosfera un solo parco eolico offshore da 675 MW è in grado di evitare 1 milione di tonnellate di CO2 e produrre circa 45.000 tonnellate di idrogeno verde all’anno, creando al contempo occupazione e lavoro di qualità.

«È essenziale, quindi – conclude la nota di Legambiente – che le energie rinnovabili diventino la prima fonte di energia per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030 e per i quali l’Unione Europea ha messo in campo strumenti finanziari importanti come il Next Generation Eu, il Piano nazionale di ripresa e resilienza che si aggiungono alla programmazione Comunitaria 2021/2027 ed alle strategie Ue per la Biodiversità al 2030».

Legambiente: Una scelta sbagliata l’impianto di produzione di combustibile a Marcellinara

Legambiente ha definito una «scelta sbagliata, figlia dell’assenza di pianificazione e della mala gestione dei rifiuti», l’impianto di produzione di combustibile solido secondario a Marcellinara.

Proprio nella giornata di domani, si terrà, presso il Dipartimento Territorio e Ambiente della Regione Calabria,  la conferenza dei servizi, finalizzata al rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) in materia ambientale, relativa all’istanza formulata dalla Calme cementi per un impianto di produzione di combustibile solido secondario (CSS), derivato dalla lavorazione dei rifiuti da realizzare nella zona industriale di Marcellinara e da utilizzare successivamente nel forno del cementificio già esistente.

Un progetto avversato dalle amministrazioni del territorio, a partire da Marcellinara e da gruppi spontanei di cittadini che hanno indetto, contestualmente alla conferenza dei servizi, un sit-in di protesta con l’obiettivo di bloccare l’installazione dell’impianto. Una mozione di contrarietà è già stata presentata anche dai limitrofi Comuni di Maida e Tiriolo.

«Oltre i comprensibili allarmi ed alle tentazioni Nimby (“Non nel mio giardino”) – si legge in una nota dell’Associazione – sono opportune una serie di riflessioni, sempre doverose nel parlare di ambiente e di salute, all’insegna di quell’ambientalismo scientifico che ha sempre caratterizzato l’operato di Legambiente. Partiamo dal presupposto normativo, imposto dall’Unione Europea che è chiarissima nell’indicare obiettivi di riciclaggio dei rifiuti molto elevati già nei prossimi anni (per i soli rifiuti domestici al 55%entro il 2025, al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035). La Calabria è attualmente penultima a livello nazionale per percentuali di raccolta differenziata – che attualmente è sotto il 50% – e quindi sarà ancora più indietro quando dovrà confrontarsi con il tasso di riciclo».

Legambiente Calabria ha, infatti, invitato «le Amministrazioni che parteciperanno alla Conferenza dei servizi a valutare con molta oculatezza il provvedimento autorizzatorio in materia ambientale relativa all’istanza formulata dalla Calme cementi, colmando il gap documentale e ragionando, nell’interesse della collettività, con capacità di programmazione sulla gestione complessiva del ciclo dei rifiuti regionale realizzando un effettivo modello di economia circolare».

Proprio nel caso di Marcellinara, «occorre – reputa Legambiente – una valutazione ambientale approfondita mentre dagli elaborati presenti sul sito della Regione Calabria non si ricavano nè le caratteristiche del CSS prodotto, né la tipologia o provenienza dei rifiuti. Difatti, l’ATO rifiuti Catanzaro ha una buona percentuale di raccolta dei rifiuti differenziata, che non devono essere utilizzati come combustibile, ma devono essere riciclati con la conseguenza che i rifiuti da trasformare in CSS arriverebbero da altre aree, limitando il percorso di aumento del riciclo dei rifiuti. Inoltre, non sono presenti i dati relativi alle scorie risultanti dal processo di combustione: tutti elementi essenziali per tutela e la salvaguardia dell’ambiente e della salute».

«Per proteggere l’ambiente, la salute delle persone ed innescare meccanismi economici positivi – ha ricordato Legambiente – dobbiamo quindi differenziare molto di più e differenziare molto meglio per come richiesto dalla normativa europea.Per uscire realmente dagli enormi problemi costituiti dalla gestione del ciclo dei rifiuti e dai conseguenti danni ambientali, non servono né nuove discariche né impianti che brucino i rifiuti, ma è necessaria la costruzione, in tutte le province calabresi, di impianti tecnologicamente avanzati per il trattamento dei rifiuti ed il loro riciclo superando le attuali gravissime carenze del parco impiantistico calabrese».

«Servono un cambio di passo sia nella gestione dei rifiuti urbani che nell’impiantistica a supporto – ha evidenziato l’Associazione – a partire dai centri del riuso e della riparazione, i sistemi di tracciabilità della raccolta differenziata, il compostaggio diffuso di comunità laddove possibile e impianti integrati di digestione anaerobica dei rifiuti organici per la produzione di biometano e compost, la raccolta spinta dei rifiuti tessili e dei RAEE, l’applicazione della tariffa puntuale accompagnata da controlli rigorosi sulla piaga dell’abbandono dei rifiuti. E soprattutto, è necessario ridurre la quantità di rifiuti prodotti».

«La logica di bruciare i rifiuti, oltre che nociva per l’ambiente e per la salute, rischia di creare, nel medio e lungo periodo, dei veri e propri corto-circuiti – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria –. È un ragionamento che vale per il raddoppio del termovalorizzatore ( o inceneritore ) di Gioia Tauro così come per l’impianto di produzione di CSS e conseguente incenerimento di Marcellinara: si tratta di impianti che oltre a  richiedere anni per la loro costruzione, – così contraddicendo la prospettiva di rappresentare la soluzione della perenne emergenza rifiuti calabrese – comporterebbero la necessità di alimentarli di rifiuti andando in direzione diametralmente opposta rispetto alla raccolta differenziata ed all’economia circolarebasata sulla riduzione dei rifiuti, sul riuso e sul riciclo».

«In altri termini – ha concluso – il rischio è un aumento dei rifiuti perché qualsiasi inceneritore per funzionare ed essere economicamente sostenibile, deve essere “nutrito” con una logica antitetica alla raccolta differenziata di qualità».

In Calabria nel 2020 sono stati prodotti 716 mila tonnellate di rifiuti urbani (fonte ISPRA) di cui 374mila tonnellate (il 52%) in maniera differenziata e 342mila tonnellate in maniera indifferenziata. Dal 2016 al 2020 la produzione di rifiuti urbani è diminuita del 10% circa.

La frazione organica è la componente maggiore del rifiuto urbano differenziato (165mila tonnellate) rappresentandone il 44%; segue la frazione di carta e cartone (24% del totale corrispondente a 90mila tonnellate) e dal vetro (51mila tonnellate corrispondente al 14%).

I rifiuti urbani indifferenziati mandati ai TMB (impianti di Trattamento Meccanico Biologico) sono pari a 327mila tonnellate (a cui si aggiungono 39mila tonnellate di rifiuti urbani pretrattati): dai 9 impianti esistenti in Regione escono 299mila tonnellate che nel 64% dei casi vanno a finire in discarica e il 16% a incenerimento

Nell’impianto di Gioia Tauro (incenerimento) sono stati trattati nel 2020, 62mila tonnellate di rifiuti urbani  mentre nell’impianto di Marcellinara (di coincenerimento) verrebbero trattate 1.300 tonnellate di rifiuti provenienti dalla frazione secca dei rifiuti urbani e CSS, ai quali si aggiungono 12mila tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi.

Nelle 6 discariche regionali sono state smaltite 196mila tonnellate di rifiuti urbani.

«Da questi dati emerge, con chiarezza – è stato specificato – che il problema dei rifiuti in Calabria è strutturale e gestionale e che la sola diatriba tra discarica si/no, inceneritore si/no o Css  si/no è solo “l’ultima” problematica da affrontare. È questo il motivo, per il quale una presa di posizione che riguardi il solo impianto di Marcellinara, senza considerare visione sul futuro e contesto, rischia di essere fuorviante. Il CSS deriva, infatti, dallo scarto delle raccolte differenziate urbane: più è fatta “male” la raccolta differenziata in termini di qualità più è elevata la quantità che dovrà essere smaltita con trattamenti tipo TMB considerando che i materiali di scarto finiscono in discarica o vanno ad incenerimento. Il CSS bruciato nei cementifici, previo adeguamento del camino con filtri specifici per filtrare gli inquinanti derivanti dal processo di combustione, costituisce paradossalmente una soluzione migliorativa al cosiddetto “pet coke” normalmente bruciato nei cementifici».

«In Calabria manca, sostanzialmente – ha spiegato dall’Associazione – una visione di insieme perché partire dalla fine del ciclo dei rifiuti (programmando gli impianti) senza basarsi sulle reali quantità in gioco è fuorviante e rischia di far realizzare impianti troppo grandi che poi vincoleranno e ostacoleranno lo sviluppo dell’economia circolare e della corretta gestione dei rifiuti. Per usare un’immagine efficace è come costruire una casa a partire dal tetto anziché dalle fondamenta».

In sostanza, nell’ottica di raggiungere minimo il 65% netto di materiale differenziato avviato a riciclo (al netto quindi degli scarti dovuti da una cattiva qualità delle raccolte differenziate che mediamente corrisponde al 20% della raccolta differenziata attuale), di limitare al solo 10% i rifiuti conferiti in discarica per come richiesto dalla normativa europea e di ridurre all’origine la produzione di rifiuti urbani, l’unica possibilità per una gestione ottimale dei rifiuti deve passare per: migliorare la gestione della raccolta dei rifiuti a livello regionale, puntando su un miglioramento non solo della raccolta differenziata in termini percentuali ma soprattutto in termini di qualità della raccolta, per raggiungere nel minor tempo possibile l’obiettivo europeo del 65% di riciclo netto di materiali e per evitare l’avvio di procedure di infrazione a livello comunitario.

Prevedere e realizzare prioritariamente l’impiantistica necessaria al recupero e riciclo delle frazioni più importanti e strategiche come quella dei rifiuti organici, dei tessili, delle plastiche e dei RAEE che permetterebbero di ridurre notevolmente le quantità “indifferenziate” di rifiuti e quindi di calibrare l’impiantistica per chiudere il ciclo sull’effettiva necessità non di oggi, dove il sistema non sta funzionando, ma di domani, quando si sarà massimizzato il riciclo e riuso dei materiali e ridotto al minimo i materiali “indifferenziabili”. (rcz)

L’incontro pubblico di Legambiente su “La transizione ecologica che serve alla Calabria”

Domani pomeriggio, a Lamezia Terme, alle 17.30, nella sala Civico Trame, è in programma l’incontro pubblico organizzato da Legambiente dal titolo La transizione ecologica che serve alla Calabria. Le proposte di Legambiente.

In vista delle prossime elezioni politiche, Legambiente presenterà in Calabria le proprie proposte per la prossima legislatura al fine di attivare, insieme ad altre associazioni della società civile e ad imprese dell’economia circolare, un confronto con i partiti che si candidano a governare il Paese e contribuire a realizzare la transizione ecologica che serve alla Calabria ed all’intera Nazione.

Ad introdurre i lavori, Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria. Dopo i saluti di Maria Teresa Morano, CdA Fondazione Trame e coordinatrice della Rete regionale antiracket “A mani libere”, inizieranno i lavori moderati da Giovanni Arena presidente del circolo Legambiente Lamezia Terme.

Interverranno al dibattito: Luciano Squillaci, portavoce Forum Terzo Settore Calabria; Angelo Calzone, delegato regionale Wwf; Francesca Ferraro, delegata Fai Catanzaro; Don Ennio Stamile, coordinatore regionale “Libera”; Domenico Pappaterra, presidente Parco nazionale del Pollino e membro della giunta esecutiva Federparchi; Raffaele Agostino, docente Dipartimento di fisica Unical; Fabio Costarella, responsabile Area Centro Sud Conai; Francesco Sicilia, direttore generale Unirima.

Tra i candidati, hanno confermato la loro presenza: Italo Reale (PD); Pino D’Ippolito (Impegno Civico); Filippo Sestito (SI-Verdi D’Europa); Ugo Vetere (UP). Sono stati invitati a partecipare anche Giuseppe Mangialavori (FI); Federico Cafiero De Raho (M5S); Wanda Ferro (FDI); Ernesto Magorno (Terzo Polo), Simona Loizzo (Lega).

Le conclusioni saranno affidate a Giorgio Zampetti, direttore nazionale di Legambiente. L’evento sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook di Legambiente Calabria. (rcz)

Alluvione, Legambiente: Sempre più evidenti effetti della crisi climatica in atto

Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, ha evidenziato come «le violente precipitazioni che si sono abbattute in queste ore su Scilla e su altri comuni calabresi sono, purtroppo, un fenomeno destinato a ripetersi e ad aggravarsi nel corso del tempo per effetto della crisi climatica in atto».

«Un effetto –  ha aggiunto –destinato ad incidere pesantemente su luoghi resi fragili da una gestione errata del territorio e delle aree considerate ad elevato rischio idrogeologico».

Impressionanti le immagini delle abitazioni invase dalle acque e delle strade trasformate in fiumi in piena. Il bellissimo borgo calabrese della Costa Viola, uno dei più turistici del comprensorio,  ha riportato danni gravi. Le stesse immagini che arrivano da altre parti della Calabria come Palmi, Rosarno,  Bagnara Calabra,  Gioia Tauro. Forte pioggia anche a Reggio città ed un brusco decremento della temperatura in tutta la regione. Nella vicina Sicilia nell’isola di Stromboli, un fortissimo nubifragio, durante la notte, ha allagato l’isola comportando ingenti danni ad abitazioni e strutture ricettive e generando panico.

«È un disastro annunciato –  ha proseguito – nella sua genesi e nei suoi effetti. Sono sempre più evidenti gli effetti della crisi climatica in atto”. Dal 2010 ad oggi, per come emerge dal dossier “Città Clima” recentemente presentato da Legambiente, la Calabria è stata colpita da oltre 60 eventi climatici estremi. Legambiente Calabria si batte da anni per la messa in sicurezza del territorio, ponendo in luce e denunciando i troppi scempi consentiti da sconsiderate scelte politiche. È indispensabile che le Amministrazioni competenti programmino e mettano in atto seri e risolutivi interventi di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico».

«Non è più tempo di chiaroscuri – ha concluso Parretta – servono azioni incisive e nette come, ad esempio, ridare naturalità a fiumi e torrenti e decementificare il territorio a partire dall’abbattimento delle costruzioni abusive. L’agenda politica sia nazionale che locale ha l’obbligo, imprescindibile, di porre al centro i temi ambientali». (rcz)

Legambiente omaggia Vittorio De Seta al Magna Graecia Film Festival

Come ogni anno, Legambiente Calabria ed il circolo di Catanzaro omaggiano la memoria del regista Vittorio De Seta in seno al Magna Graecia Film Festival, in corso a Catanzaro.

Un connubio quello tra l’arte, la cultura e la natura che Legambiente Calabria vuole celebrare in tutte le sue forme. Nella giornata di giovedì, infatti, nella sala del Supercinema di Catanzaro è stato proiettato il film vincitore del Premio De Seta: Burden Child di Tommaso Cotronei. Premi speciali a La Carovana Bianca di Angelo Cretella e Artemide Bianchi e Il sentiero dei lupi di Andrea D’Ambrosio.

La cerimonia di premiazione si terrà domenica 7 agosto nel corso della serata conclusiva del Magna Graecia Film Festival, sul palco dell’Arena del Porto di Catanzaro dalle ore 21.

Domani, a Sersale, alle 18, nell’ambito della Festa Un tempo in un borgo – Sapori e Mestieri, organizzato dalla ProLoco e supportato dalla Riserva naturale regionale Valli Cupe e da Legambiente, è in programma un altro appuntamento dedicato a De Seta. Nel corso della serata verranno proiettati, alla presenza dei registi, sia il film vincitore che i film che hanno ottenuto la menzione speciale. (rcz)

Legambiente Calabria: Bene ordinanza per tutela Arcomagno, ma serve più trasparenza per gli atti

Legambiente Calabria e il Circolo Legambiente Riviera dei Cedri, hanno espresso soddisfazione per l’ordinanza emanata dal Comune di San Nicola Arcella volta alla tutela dell’Arcomagno.

«La bellissima spiaggia dell’Arcomagno – hanno spiegato i rispettivi presidenti, Anna ParrettaCarlo Gaglianone – è un luogo magico e di enorme suggestione, simbolo, in positivo, della bellezza della Calabria, ma anche, in negativo, degli effetti dell’inciviltà umana. Lungo il sentiero, infatti, sino a pochi giorni fa, la presenza di rifiuti di ogni genere, abbandonati ovunque».

«Lo scorso 18 luglio, il Comune di San Nicola Arcella – hanno spiegato – ha emanato l’ordinanza 594 con la quale ha disposto la regolamentazione degli accessi e della fruibilità del sito.  L’ordinanza prevede che dal 21 luglio 2022, si possa accedere alla spiaggia dell’Arcomagno, dalle ore 9 alle 19, con soste limitate a 20 minuti, solo in presenza del personale addetto ed a seguito del pagamento di un ticket di ingresso del prezzo di € 3,00 con riduzione per i minori.  L’ordinanza prevede, altresì, il divieto assoluto di portare con sé sdraio, ombrelloni, asciugamani o altri oggetti ingombranti ed alimenti di qualsiasi genere nonché il divieto di spingersi sotto la grotta e di passare sotto l’arco anche con imbarcazioni e simili. Nell’ordinanza si legge testualmente che “gli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti saranno interamente utilizzati per fare fronte ai costi dei servizi di vigilanza, biglietteria e pulizia”».

«La nuova ordinanza esprime, finalmente – hanno proseguito – da parte dell’Amministrazione comunale, una volontà di tutela ambientale che deve essere supportata ed incentivata e che parte da una situazione attuale decisamente surreale. Legambiente Calabria, anche attraverso il suo circolo locale “Riviera dei Cedri” concorda, quindi, con l’apposizione di regole di fruizione sostenibile, con il contingentamento dei flussi e con i limiti all’ingresso fissati dall’Amministrazione comunale nella prospettiva della conservazione e tutela dei luoghi. Ecosistemi delicati e fragili come quello della spiaggia dell’Arcomagno debbono essere, con assoluta evidenza, preservati e protetti».

«Le modalità di tale protezione e fruizione (ad esempio la scelta di disporre tempi di visita molto limitati piuttosto che adottare una  limitazione numerica del numero degli accessi disponendo una turnazione  come ad esempio nella famosa spiaggia dei Conigli sull’isola di Lampedusa) – hanno aggiunto – devono essere sempre basati  sullo studio e l’analisi di vari parametri ambientali come quello della capacità di carico antropico dei luoghi. La direzione obbligata di ogni intervento deve essere quella della tutela dell’ambiente oltre che della indispensabile messa in sicurezza dei luoghi».

«Si chiede all’amministrazione comunale – hanno detto – di pubblicare e rendere pubblici tutti i documenti inerenti la spiaggia dell’Arcomagno compresa (come si apprende dalla stampa locale ) la delibera riguardante l’attivazione di una convenzione per il servizio di vigilanza, biglietteria e pulizia per visite guidate alla spiaggetta dell’Arcomagno intercorrente con la società “Professione Servizi”, con sede a Belvedere Marittimo».

«Risulta evidente  – hanno spiegato – che tutti gli atti diretti ed indiretti inerenti la spiaggia dell’Arcomagno dovranno essere resi pubblici dal Comune, mentre ad oggi, per quanto è a conoscenza della nostra associazione, alcuni dei relativi documenti non risultano essere stati pubblicati. Come negli intenti del Comune di San Nicola Arcella, tutte le risorse ricavate dall’apposizione di un biglietto di ingresso per la spiaggetta dell’Arcomagno devono essere reinvestite nella accurata pulizia e vigilanza dei luoghi. Ma non solo. Le risorse dovrebbero anche essere indirizzate alla conservazione, alla salvaguardia ambientale ed alla  messa in sicurezza dei luoghi per garantire l’incolumità delle persone».

«Legambiente, in tutte le sue articolazioni – hanno concluso – monitorerà la situazione nell’interesse di tutti i calabresi nella consapevolezza che il futuro della nostra Regione e dei suoi luoghi simbolo, come quello dell’Arcomagno, deve passare attraverso forme di conoscenza e fruizione del territorio e del mare e da modalità di turismo ambientalmente sostenibile che siano altamente rispettose della Natura». (rcs)

Legambiente Calabria: Creare un tavolo di filiera per avviare gestione forestale sostenibile

Un tavolo di filiera per avviare la gestione forestale sostenibile dei boschi regionali e favorire la transizione ecologica. È quanto è emerso dal Forum Foreste della Calabria, organizzato da Legambiente Calabria in collaborazione con il Parco nazionale del Pollino.

Nel corso del forum sono emerse le contraddizioni dovute ai ritardi nella pianificazione e gestione forestale sostenibile, ma sono state anche evidenziate le potenzialità ancora non espresse di un settore cruciale per la transizione ecologica e il raggiungimento degli obiettivi UE per la biodiversità e il clima e la bioeconomia circolare.

La regione Calabria presenta un indice di boscosità tra i più elevati d’Italia pari al 40.6% e con oltre 600mila ettari di superfice forestale, ma anche la ricchezza di biodiversità forestale sottolineato, in particolare, dalle faggete del Pollino e dell’Aspromonte comprese nella rete transnazionale delle faggete mediterranee dell’Unesco. Tuttavia, a fronte di queste eccellenze, la gestione forestale attuata in Calabria è inadeguata a raggiungere gli obiettivi di tutela della biodiversità e di contrasto ai cambiamenti climatici previsti nel prossimo decennio, soprattutto a causa della mancata pianificazione forestale, dei ritardi nell’approvazione dei piani di gestione forestali (sono oltre 300 i piani in attesa essere approvati dagli uffici regionali), dell’assenza di certificazione secondo i principi della gestione forestale sostenibile.

In Calabria mancano statistiche forestali aggiornate sulla consistenza e qualità delle foreste (i dati più aggiornati risalgono al 2011) e poco si conosce dello stato di salute dei boschi calabresi che, come testimonia l’invasione della processionaria del pino, fenomeni fitosanitari devastanti esplosi da decenni sono stati messi sotto osservazione solo lo scorso anno.

In sostanza, manca un piano di monitoraggio ed è scarsa la conoscenza dei rischi naturali (epidemie, siccità, incendi, etc…) aggravati dagli effetti del clima che cambia. Mancano dati ufficiali sul livello di utilizzazione dei boschi e sui prelievi forestali a causa di un sistema di autorizzazione farraginoso e non trasparente che negli anni ha permesso alla criminalità organizzata di infiltrarsi e condizionare un settore economico importante che oggi è, prevalentemente, schiacciato dal settore delle biomasse che ha generato un mostro economico, sociale e illegale: il 51% delle biomasse legnose per le grandi centrali proviene dalla Calabria. In regione sono presenti 4 grandi centrali a biomasse che hanno condizionato lo sviluppo delle filiere forestale calabrese che, nei fatti, si limita alla filiera energetica che alimenta la “monocultura” industriale di produzione di energia elettrica da biomasse per le grandi centrali.

«Legambiente – si legge in una nota – sostiene l’uso delle biomasse per fini energetici, ma non può condividere quello che succede in Calabria dove, anche grazie agli incentivi nazionali ed alle agevolazioni regionali, si sta depauperando un patrimonio e si è bloccata la nascita di filiere forestali sostenibili. Occorre invertire la tendenza e passare ad un utilizzo sostenibile della filiera energetica da biomasse anche in Calabria per puntare sull’utilizzo a cascata delle risorse boschive secondo i principi della gestione forestale sostenibile e su piccoli impianti a ciclo combinato e con potenza inferiore a 1MGW».

Il Forum ha anche affrontato il tema della spesa nel settore forestale alla quale la Regione destina ogni anno, tra fondi nazionali e propri, 210 milioni di euro: una spesa imponente che deve essere qualificata e migliorata con obiettivi chiari e capace di valorizzare al meglio le proprietà pubbliche forestali e immobiliari gestite da Calabria Verde che deve dotarsi di un piano industriale moderno e in grado di sfruttare le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

«Legambiente – si legge nella nota – manifesta apprezzamento per gli sforzi compiuti dalla Regione nel predisporre un Piano antincendio boschivo con importanti novità nella lotta attiva e nella vigilanza del territorio, ma sottolinea che ancora poco si fa per opere di prevenzione, soprattutto in accordo con i comuni per applicare meglio la legge 353/2000 e contrastare il fenomeno degli incendi di interfaccia che, generandosi nelle periferie urbane degradate dove il verde non viene gestito,  alimentano gli incendi in montagna».

Durante il Forum, infine, è stata avanzata alla Regione una proposta, condivisa da tutti i relatori, di insediare un Tavolo di filiera legno con l’obiettivo di favorire una maggiore partecipazione e condivisione tra le istituzioni, il mondo della ricerca e le parti economiche e sociali interessate e garantire anche in Calabria l’attuazione delle Strategie nazionali e comunitarie per le foreste e la biodiversità, favorendo la transizione ecologica e la valorizzazione del settore forestale. (rcs)