L’OPINIONE / Daniela Palaia: Osservazioni della Regione attestano le ragioni di chi si oppone al Parco Eolico

di DANIELA PALAIA – Il dipartimento Ambiente della Regione Calabria ha comunicato al ministero competente le proprie osservazioni sull’ipotesi di realizzazione di un parco eolico marino a largo del golfo di Squillace.

Secondo la Cittadella di località Germaneto, l’impianto, se realizzato, andrebbe a incidere su “un’area ad elevata valenza naturalistica”, perché “cumulato con gli altri fattori di pressione già in essere potrebbe costituire una significativa interferenza sulle popolazioni a rischio di estinzione”. Il dipartimento, in particolare, fa riferimento alle tartarughe Caretta Caretta, al delfino di Risso, a diverse specie di uccelli migratori; tutti attori dell’ecosistema che dalle pale eoliche ancorate nel mare del golfo di Squillace potrebbero subire danni significativi.

Le puntuali osservazioni inviate dalla Regione al ministero dell’Ambiente attestano, una volta di più, la fondatezza delle ragioni di chi da sempre si oppone all’impianto.
Per mesi, come Amministrazione, abbiamo lavorato con gli altri Comuni, con il mondo dell’associazionismo e la società civile per costruire un fronte coeso e ampio che facesse massa critica in difesa del territorio, dunque dell’interesse generale, contro l’ennesima tentativo di sfruttare il territorio stesso a fini particolari e speculativi.
Oggi raccogliamo i frutti di quel lavoro e non possiamo che dirci soddisfatti se anche la massima istituzione rappresentativa dei calabresi sposa la tesi che il parco eolico off shore mette a rischio gli ecosistemi peculiari delle acque interessate e dunque compromette, appunto, interessi generali meritevoli di tutela. Senza dimenticare che anche la Soprintendenza ha di recente chiesto integrazioni al progetto nel timore che i beni paesaggistici ne potrebbero risultare compromessi.
Nessun “no” a prescindere, quindi, ma a patto che non si deturpino il territorio e i suoi beni – come del resto ha affermato di recente anche l’assessore Varì, sia pure cambiando idea rispetto alla sua originaria posizione di apertura. Da parte nostra, in ogni caso, nessuna abiura rispetto alla necessità di una transizione ecologica ineludibile ma che sia rispettosa di tutti gli interessi in campo. Abbiamo infatti opposto argomenti seri e fondati, che sono stati oggetto di manifestazioni pubbliche, dibattiti, atti formali assunti da diversi Comuni rivieraschi e non. Una unione che ha fatto la forza, in controtendenza rispetto allo stereotipo che vorrebbe la Calabria sempre restia a prendere posizione sulle questioni che riguardano da vicino il suo futuro.
Rimane fermo l’impegno, ora, a proseguire lungo la strada intrapresa senza abbassare la guardia. La risorsa mare è e resta cruciale per difendere filiere importanti della nostra economia e battere al contempo nuove strade per favorire uno sviluppo endogeno che sia anche sostenibile. (dp)
[Daniela Palaia è consigliera comunale di Catanzaro]

L’OPINIONE / Enzo Musolino: Sulla questione “spazzatura”: un servizio ottimale per Villa è essenziale per la Comunità

di ENZO MUSOLINO – Veniamo al punto:  la tassa sui rifiuti a Villa rischia di essere un grosso problema per le famiglie, un costo insostenibile.

Quest’anno la tariffa notificata è incrementata di circa il 20% e le ragioni non sono confortanti. I villesi, per buona parte, hanno da tempo imparato a differenziare senza però che questa giusta abitudine si sia trasformata per i più virtuosi in un risparmio.
La “spazzatura”, infatti, non è solo “indifferenziato” ma è anche plastica, multi materiale, vetro, carta, un conferimento, quindi, riciclabile – cui i villesi contribuiscono in buona misura – che dovrebbe comportare un ritorno favorevole per i Comuni. I cittadini che hanno negli anni imparato a differenziare, che depositano correttamente i materiali secondo le giornate previste, perché non dovrebbero godere di un regime premiale?
Perché subiscono anch’essi un aggravio d’imposta che non hanno contribuito a generare? Si dirà, anche giustamente: ci sono pure i villesi indisciplinati, quelli che il mercoledì buttano di tutto nell’indifferenziata e a causa di questi, a causa dell’aumento di conferimento indifferenziato negli ultimi anni, siamo costretti – per conguaglio – a pagare di più tutti quanti!
Tutto questo però, come è evidente, non ci consola. Le segnalazioni degli abusi che, senz’altro, sono state fatte, bastano?  Le multe irrogate riscosse sono sufficienti ?
I controlli sono adeguati? Rimane, inoltre, il grande problema dell’evasione e degli scarsi risultati in tema di emersione delle utenze non formalizzate. Si può fare di più in tale ambito?  Possiamo stanare i “furbetti” evitando di gravare i soliti che pagano, la gente perbene che viene sempre penalizzata?
Presto partirà un nuovo servizio di raccolta rifiuti, un nuovo contratto, una nuova ditta, nonostante l’annullamento dell’ultima gara. L’appalto sarà più complesso, gli oneri maggiori, la tariffa aumenterà ancora per un servizio, speriamo, migliore: è una scommessa che ci auguriamo l’Amministrazione vinca per il bene di Villa e per il bene dei lavoratori coinvolti.
Sarà finalmente previsto – lo auspichiamo davvero – un sistema premiale che in qualche modo agevolerà i più bravi e su questo punto chiediamo agli amministratori  ancora più  impegno, uno sforzo più deciso finalizzato a riconoscere ai villesi, alla stragrande maggioranza di essi, un ruolo attivo nell’obiettivo generale del riciclo per l’ambiente, per le nuove generazioni.
Sarebbe davvero un’occasione sprecata trovarsi l’anno prossimo con nuove bollette solo incrementate negli importi, con la stessa sorpresa che ci ha colto tutti quest’anno. È mancata la comunicazione? Si poteva fare di più? “Guelfi e Ghibellini” si divideranno anche su questo e non risolveranno nulla.
Ciò che conta è partire preparati per il prossimo anno, è dare finalmente un segno di cambiamento che riguardi, ad esempio, la pulizia dei cimiteri e l’isola ecologica.
Sono noti i ritardi che questi servizi e quest’opera stanno accumulando negli ultimi tempi, alle prese con una gestione del camposanto villese non perfetta e con i finanziamenti regionali per ‘l’Isola” ritirati.
È necessario che il 2025 segni un cambio di passo non più procrastinabile. Siamo già in tempo di bilanci, di consuntivi? Probabilmente ancora no, c’è ancora spazio per un minimo irrinunciabile, per una gestione ordinaria che soddisfi le esigenze basilari di tutti i cittadini. I villesi, ne siamo sicuri, sapranno fare la loro parte. (em)
[Enzo Musolino è segretario cittadino del PD Villa San Giovanni]

L’OPINIONE / Antonio Lorena: Riattivazione del Cinema Teatro Costabile un imperativo culturale e sociale

di ANTONIO LORENAIl Teatro Franco Costabile, cuore pulsante della cultura e fulcro del risorgimento artistico del centro storico di Sambiase, si avvicina a un momento cruciale della sua rinascita culturale: la riattivazione del cinema, lungamente attesa e ora più necessaria che mai. Questo non è solo un arricchimento per il teatro stesso, ma una rivitalizzazione per tutto il centro storico, che merita di riscoprire il cinema come luogo di incontro e di scambio culturale. 

Il percorso verso la riapertura del cinema è stato segnato da una serie di sollecitazioni fatte dall’attuale utilizzatore del teatro, da tante associazioni locali e dal sottoscritto, i quali hanno più volte chiesto all’amministrazione comunale di avviare le procedure di autorizzazione necessarie. Tuttavia, nonostante le competenze e la volontà già presenti, ci troviamo di fronte a ritardi e mancanze che non rendono onore al lavoro compiuto finora, denotando scarso interesse verso una struttura così importante e il contesto in cui essa è collocata.

L’approssimarsi delle festività natalizie offre l’occasione ideale per accelerare questi processi e inaugurare il servizio cinematografico, garantendo così un’offerta culturale rinnovata in un periodo di alta affluenza. Sebbene siano stati avviati contatti con un’importante agenzia di Napoli, l’urgenza di agire non deriva solo dalla possibilità di apertura imminente, ma dalla consapevolezza che il tempo per rendere operativa questa iniziativa è maturo, indipendentemente da tali contatti. In questo contesto, l’apertura del cinema non solo risponderebbe a un bisogno culturale, ma agirebbe da catalizzatore per un più ampio risveglio sociale e culturale, sollecitando l’amministrazione a un impegno concreto e visibile. È, dunque, un imperativo tanto culturale quanto politico che interpella direttamente la responsabilità dell’amministrazione verso la città e i suoi cittadini. 

L’ora è adesso. Non si può più rimandare. Lamezia Terme merita una gestione attenta che riconosca e valorizzi i suoi gioielli culturali, trasformando il Teatro Franco Costabile in un simbolo di dinamismo e rinnovamento per tutto il centro storico. Questo slancio rinnovato per il Teatro Franco Costabile rappresenta un’opportunità unica per dimostrare il valore e l’importanza di investire nella cultura come motore di crescita e coesione sociale. (al)

[Antonio Lorenza è consigliere comunale di Fdi di Lamezia]

L’OPINIONE / Emilio Errigo: L’incoerenza non aiuta ad accellerare gli interventi di bonifica da parte di Eni

di EMILIO ERRIGO  – Si afferma spesso, con amara consapevolezza tra amici e conoscenti, che non esistano persone peggiori di quelle che, pur avendo vista e udito integri, si rifiutano di riconoscere la realtà ambientale circostante e di ascoltare attentamente le voci della cittadinanza e degli esperti. Mi riferisco, per chiarezza, al cosiddetto “Caso di studio del Sin Crotone.”

Premetto che, da anni, ribadisco nei convegni e negli eventi pubblici dedicati alla sostenibilità e all’economia circolare che ogni Regione italiana in cui sono presenti uno o più dei 42 Siti di Interesse Nazionale (Sin) dovrebbe prevedere almeno un impianto tecnologicamente avanzato, dedicato alla gestione pubblica dei rifiuti pericolosi e non pericolosi, con o senza Tenorm e amianto, provenienti dai rispettivi Sin regionali.

Pochi cittadini sanno che, attualmente, l’unico impianto privato per questo tipo di rifiuti si trova proprio a Crotone, in Calabria, ed è ormai prossimo alla saturazione. Si stenta a comprendere come sia possibile che i rifiuti pericolosi, stoccati da decenni in aree costiere di proprietà di Eni Rewind S.p.A., non possano essere conferiti in un impianto tecnologicamente avanzato, autorizzato e funzionante, situato nel Comune di Crotone e gestito da Sovreco S.p.A.

Per quale motivo, si chiedono giustamente i cittadini, non è stato finora consentito il trasferimento di una minima parte delle migliaia di tonnellate di rifiuti giacenti da oltre trent’anni nelle discariche costiere di Crotone all’impianto locale autorizzato e funzionante?

La pratica di esportare rifiuti industriali pericolosi e non, prodotti a Crotone, in Stati esteri, appare oggi del tutto incompatibile con il diritto ambientale, le convenzioni internazionali e le direttive europee. Non è raro leggere di traffici illeciti di rifiuti, tossici e nocivi, che vedono l’Italia come punto di partenza e arrivo, le regioni meridionali, come Campania e Calabria, spesso utilizzate come discariche finali da organizzazioni operanti in tutta Italia.

Quanto sopra risulta illogico, incoerente e irragionevole, soprattutto se si considera che, mentre il conferimento dei rifiuti pericolosi di Crotone presso l’impianto di Sovreco S.p.A. viene ostacolato, la stessa struttura accoglie regolarmente rifiuti speciali pericolosi da ogni altra regione d’Italia. È incomprensibile come questo impianto possa essere considerato idoneo per i rifiuti speciali provenienti da ogni angolo del paese e, al contempo, inadeguato per quelli locali.

In questo contesto di inspiegabile rigidità ideologica e amministrativa, che rallenta gravemente le attività di bonifica e recupero ambientale da parte di Eni Rewind S.p.A., è doveroso informare i cittadini che, nonostante tutto, le procedure amministrative per la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale, previsti nel “Piano degli Interventi 2024-2026”, proseguono grazie al sostegno finanziario derivante dalla sentenza del Tribunale Civile di Milano del 2012. Tali interventi sono di competenza del Commissario Straordinario delegato di Governo, che si avvale del personale specializzato dell’Arma dei Carabinieri, della società pubblica Sogesid S.p.A., degli esperti Ispra-Snpae Arpacal.

Il primo intervento in programma prevede la bonifica della “Casa di cura e residenza per Anziani Villa Elmerinda” a Cutro, seguita da attività di caratterizzazione dei suoli, analisi delle acque di falda e monitoraggio dell’ambiente marino a Crotone e un intervento nel Comune di Isola Capo Rizzuto. Altri interventi, in fase di completamento a cura del Comune di Crotone, sono concordati con il Ministero dell’Ambiente e la Regione Calabria.

Consentire all’obbligato proprietario di bonificare le aree contaminate del Sin Crotone tramite il conferimento di una quantità ragionevole di rifiuti pericolosi presso l’impianto di Sovreco non rappresenta un rischio, ma un beneficio per la salute pubblica: il sito è infatti costruito a norma di legge per accogliere rifiuti speciali. È altresì evidente la necessità di individuare in tutte le Regioni d’Italia impianti di “Interesse Nazionale” a gestione pubblica, destinati al trattamento dei rifiuti pericolosi giacenti nei Sin.

Lascio dunque ai lettori una riflessione: è giusto, logico e ragionevole che continui questo inspiegabile e controproducente ritardo?

[Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria, è studioso di diritto internazionale dell’ambiente e docente universitario di “Diritto Internazionale e del Mare” e di “Management delle Attività Portuali” presso l’Università della Tuscia (VT). Attuale Commissario Straordinario di Governo del SIN Crotone-Cassano e Cerchiara di Calabria]

L’OPINIONE / Vincenzo Marra: Il diritto alla cura avamposto di civiltà

di PEPPE MARRA – Grazie per la partecipata presenza, grazie a coloro i quali hanno accettato l’invito dell’Amministrazione comunale e grazie a quanti hanno deciso di intervenire quest’oggi al Consiglio comunale aperto, dedicato alla sanità e all’imprescindibile diritto alla salute.

La straordinarietà della convocazione, per norma, regolata ai sensi del regolamento comunale, è data appunto dalla delicatezza di un tema le cui priorità segnano il termometro di un’esigenza incombente che riguarda l’intera comunità e per la quale non intendiamo soprassedere.

Anzi, siamo fermamente consapevoli del fatto che, il diritto alla cura, il servizio sanitario e assistenziale, rappresentino un avamposto di civiltà e di dignità ancor prima che settori fondamentali della nostra società. Infatti, la scelta di questo Consiglio comunale porta con sé la volontà politica di discutere, ascoltare e intercettare possibili percorsi comuni, affinché non si smarrisca mai il senso di una sanità a misura d’uomo costruita su prossimità e territorialità. Ma l’auspicio è anche quello, attraverso contributi qualificati dei corpi cosiddetti intermedi, di ragionare in termini propositivi e punti programmatici condivisi, perché, su queste battaglie, il fronte deve essere comune e non ci possono essere divisioni di parte.

Se me lo concedete, voglio fare solo un appello. Non da Presidente della massima Assise cittadina, né da profilo politico, ma da cittadino e da uomo.
Vi chiedo uno sforzo per lavorare per produrre proposte concrete, per un comparto – sappiamo – caratterizzato da difficoltà organizzative, budget inadeguati, carenze di infrastrutture sanitarie, carenza di personale (anzi, a loro, a nome del Consiglio comunale, vorrei tributare un immenso grazie perché non ci siamo affatto dimenticati quando medici, infermieri e addetti ai lavori, erano in trincea contro la pandemia del Covid), e da tante altre complessità che non starò qui a ricordare, perché probabilmente, qualcuno dopo di me, saprà meglio specificare. Facciamolo tenendo a mente che, con le insufficienze della sanità pubblica, quelli a pagarne maggiormente le conseguenze sono i più vulnerabili. Spesso sono le persone affette da patologie psichiatriche e soprattutto sono i bambini che soffrono di problemi neurologici.

Tra le tante lettere, richieste, riflessioni, sfoghi, che mi sono state recapitate, mi ha intimamente colpito, quella di una famiglia che mi ha raccontato la storia del loro figlio Giuseppe – ovvio, ho scelto un nome frutto della mia fantasia.
Ma la storia e il dolore sono autentici e sono gli stessi, purtroppo, di tante famiglie della nostra città.

Sono storie di disperazione e sconforto che quasi sempre sbattono nel muro di una realtà pubblica come la nostra, che non è adeguata – per non dire inesistente – alla cura e all’accompagnamento di questi bambini, costretti con le famiglie a lunghi viaggi della speranza per ottenere una diagnosi e poi per attivare le cure specialistiche e le attività accessorie che da questa derivano.

Spese logistiche, esborsi terapeutici e solitudine: sono questi i macigni di cui la sanità pubblica dovrebbe prendersi carico. In molti casi, le famiglie che vivono queste situazioni più o meno drammatiche, devono fare i conti sull’aspettativa che muore, su quel disegno di vita per i propri figli, che viene stracciato via da una malattia degenerativa, o da una condizione di disturbo neurologico; e allora si trovano costretti a reinventarsi e costruire un nuovo progetto, a battere un nuovo sentiero di vita. Più complesso, più arduo, irto di ostacoli e burocrazia. E spesso, troppo spesso, questi genitori e queste famiglie sono lasciate sole al loro destino, che quando va bene, si ritrovano senza un percorso psicologico che le aiuti ad affrontare la sfida più dura della loro vita, e quando va male sono costretti a rinunciare al lavoro per seguire i propri figli e il calvario che il destino gli ha riservato.

Pensate, a Reggio Calabria, non esiste la psichiatria infantile! Non esistono programmi per seguire e accompagnare queste famiglie nel buio della loro ‘notte’. È lo stato che perde perché incapace di ascoltare il loro grido di aiuto.
Questo è un messaggio chiaro di una sanità pubblica che perde quell’umanità che dovrebbe ispirare ogni sua singola scelta, una sanità pubblica che abdica alla sua viscerale missione di non lasciare indietro nessuno.

E oggi, siamo qui non certo per cambiare con lo schioccare delle dita questo stato di cose, le cui criticità hanno radici profonde, ma per far sentire forte la voce di una comunità che non resta indifferente al bisogno di tante famiglie come quella di Giuseppe. Facciamo in modo che questo Consiglio comunale non risulti vano! Grazie. (pm)

[Peppe Marra è presidente del Consiglio comunale di Reggio]

L’OPINIONE / Giovanni Pirillo: A Longobucco no c’è nessuna emergenza radon

di GIOVANNI PIRILLO – Longobucco non esiste alcuna emergenza ambientale legata al Radon. La situazione è perfettamente sotto controllo. L’Amministrazione Comunale ha messo in atto tutte le misure preventive da adottare per evitare ogni possibile rischio. Quello che dispiace è che si sta mettendo in atto una vera e propria campagna di terrorismo psicologico che non ha ragione di essere.

Gli studi effettuati dall’Arpacal confermano che l’entità del problema è stata sovrastimata e che i quantitativi di gas rilevati rientrano nella norma, soprattutto se si considera la conformazione del territorio, ricco di minerali ed elementi chimici.

L’Amministrazione Comunale ha, da subito, preso seriamente il problema, mettendo in campo tutte le azioni necessarie per tutelare la salute pubblica: dalla sanificazione dei locali comunali, alla collaborazione con l’Arpacal, tenendo sempre informata la cittadinanza sull’evolversi della questione.

Per tutelare la salute dei cittadini, la popolazione e le attività commerciali, sono state invitate a dotarsi di segnalatori di radon, in modo da poter intervenire adeguatamente e limitare ogni possibile contatto o esposizione. Se ci sarà collaborazione da parte dei cittadini, il problema potrà rientrare in poco tempo. (gp)

[Giovanni Pirillo è sindaco di Longobucco]

L’OPINIONE / Nicola Fiorita: La rivoluzione della mobilità, si punterà a intermodalità metro, bus e funicolare

di NICOLA FIORITA – La metropolitana di superficie, che entrerà in esercizio prevedibilmente nei primi mesi del 2025, comporterà una rivoluzione non solo nel sistema della mobilità del Capoluogo, ma addirittura negli stili di vita e nelle abitudini dei cittadini e di coloro che frequentano Catanzaro per lavoro, per studio o per cure sanitarie. Vinta la battaglia per il completamento dell’opera, e di questo non esito a dare merito al presidente Occhiuto, ai progettisti, alla direzione dei lavori e alle maestranze, ora la sfida si sposta sulla sostenibilità del sistema e sul nuovo assetto della mobilità e della sosta. Dovremo lavorare come una vera squadra: il Comune, l’Amc, la Regione, le Ferrovie della Calabria, Trenitalia, ognuno dovrà fare la sua parte in questo delicato e complesso puzzle che potrebbe determinare una grande svolta nella vita del Capoluogo.
Prima di entrare brevemente nel merito delle questioni che dovremo affrontare, desidero rivolgere un ringraziamento al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che ha difeso il finanziamento dell’opera e dato un impulso notevole ai lavori, coadiuvato dai suoi dirigenti, ai progettisti e alla direzione dei lavori, alle imprese che sono state impegnate nella delicata realizzazione. Non voglio dimenticare chi questa opera ha ideato e avviato, come il sindaco Rosario Olivo e il presidente della Regione Agazio Loiero, e tutti coloro che hanno avuto un ruolo in questi lunghi anni.

Ridisegnare il servizio dell’Amc in chiave intermodale

È assolutamente necessario ridisegnare il servizio dell’Amc in chiave intermodale, si pensi soprattutto alla funicolare Piè Sala-piazza Roma, ma anche allo scopo di meglio sfruttare le potenzialità della metro. Mi spiego meglio con un esempio. Poiché la rotaia coprirà con grande efficacia ed utilità il percorso principale Centro-Lido con le linee A e B, alcune delle attuali linee potranno essere più proficuamente spostate a servizio di altri quartieri, oggi meno serviti, e di altre esigenze.
Ogni linea dell’Amc dovrà essere messa in relazione al servizio offerto dalla metro, in maniera da garantire un collegamento veloce e più puntuale verso ogni angolo della città. Auspico che già nelle prossime settimane, i tecnici di Amc e Ferrovie della Calabria si incontrino per perfezionare questo nuovo sistema.

La sostenibilità della metro e di Amc

L’entrata in funzione della metro porrà il problema primario della sostenibilità del sistema, ma anche dei riflessi economici che avrà sulle casse dell’Amc a cui prevedibilmente saranno sottratti molti viaggiatori che preferiranno la velocità e la puntualità dei treni. Quanti passeggeri dovrà trasportare giornalmente la metro per essere economicamente sostenibile? Non possiamo ovviamente fare raffronti con una metropolitana come quella di Brescia, che imbarca 40.000 viaggiatori al giorno. Questi numeri sono molto lontani dalla nostra realtà, ma è evidente che bisognerà puntare su cifre significative che gli esperti ci indicheranno. Con la Regione dovremo ragionare sul come “indennizzare” l’Amcdel minore introito.

Biglietto unico integrato, benefit e campagna di comunicazione

Dobbiamo aiutare i cittadini a cambiare le loro abitudini e quindi ad usare la metro per raggiungere Sala, Santa Maria, Pistoia, rione Fortuna, soprattutto Lido e viceversa, ma anche per arrivare al campus universitario con il suo policlinico e alla cittadella regionale, nonché alla stazione Rfi di Germaneto. Per fare questo dovremo pensare al biglietto unico integrato che consenta ai cittadini di utilizzare senza ulteriori costi sia la metro sia i bus dell’Amc sia la funicolare. Credo sarà necessario studiare dei benefit sia per gli studenti universitari che per i pendolari che arrivano dalla provincia per certificate ragioni di lavoro.
Infine, suggerirò alla Regione di partire con una massiccia campagna di comunicazione che spieghi a tutti i calabresi i vantaggi dell’uso della metro, compresi quelli ambientali con la riduzione delle emissioni nell’aria. Biglietto unico integrato, gestione degli spazi pubblicitari e campagne di comunicazione potrebbero essere gestite in tandem o forma consortile da Amc e Ferrovie della Calabria.
L’arte nelle stazioni
Come è avvenuto in altre città italiane che vantano una metro, le stazioni – che sono state completamente rinnovate – potranno ospitare opere d’arte, in particolare murales o altre installazioni. Proporrò alla Regione e alle Ferrovie della Calabria l’indizione di un concorso di idee per gli artisti che vorranno cimentarsi in questa operazione che renderà più colorata e allegra la sosta nelle stazioni. (nf)
[Nicola Fiorita è sindaco di Catanzaro]

L’OPINIONE / Alberto Gioffrè: Le priorità della Metrocity di Reggio Calabria

di ALBERTO GIOFFRÈLa Provincia geografica reggina può diventare realmente una Città Metropolitana, ma dovrebbero essere considerate le sue Priorità.

Non è facile considerare città, un territorio di 500.000 abitanti, vasto ben 3.183 chilometri quadrati e con 97 Comuni; ma l’istituzione quasi decennale della Città Metropolitana di Reggio mirava anche a rendere più vicine le diverse realtà, ricche di consistenti patrimoni culturali, naturalistici, e paesaggistici.

Rispetto alle tradizionali Province, la MetroCity è avvantaggiata sotto il profilo finanziario. Gode infatti delle economie di agglomerazione, che determinano la concentrazione di reddito, superiore al resto della Regione: diverse imposte indirizzate alla Città Metropolitana consentono di ottenere risorse tributarie dai 50 ai 100 euro per abitante (43.840.720 euro, che possono essere utilizzati per migliorare i servizi sul territorio).

La mobilità rappresenta certamente il primo interesse: riuscire a spostarsi facilmente ed in poco tempo tra i Comuni della MetroCity dovrebbe essere la più importante delle priorità. Tutte le strade della provincia geografica reggina dovrebbero essere supportate da adeguata segnaletica. Il manto stradale inoltre dovrebbe essere totalmente privo di buche, con una manutenzione costante ed efficace. Le stesse strade inoltre dovrebbero essere dotate di tutti gli accorgimenti per una corretta percorrenza diurna e notturna.

In autostrada si notano spesso pannelli antirumore che “ingabbiano” l’arteria, impedendo qualsiasi visione dell’intorno: essi sono collocati generalmente proprio nei punti di maggiore interesse paesaggistico, tanto da potere essere definititi, più che “antirumore”, pannelli anti-panorama. È evidente che al loro posto, con lo stesso scopo, sarebbero molto più utili, e certamente più apprezzati, dei pannelli trasparenti.

Il tempo di percorrenza per raggiungere, da qualsiasi città, le altre cittadine della Città Metropolitana, si rivela sempre eccessivo: e ciò non è più sostenibile. Una strada pedemontana ad anello sui 500 m di quota risolverebbe drasticamente il problema, e consentirebbe veloci spostamenti da qualsiasi cittadina all’altra: la si potrebbe realizzare utilizzando alcuni tratti esistenti e costruendone alcuni nuovi. Inoltre appare necessario ed urgente il completamento delle arterie già progettate o realizzate a metà. Parimenti indispensabile è il potenziamento dei collegamenti frequenti con i borghi dell’entroterra con linee di pullman. Infine, risponderebbe alle reali vocazioni del territorio una Metropolitana di superficie con l’utilizzo dell’attuale ferrovia, realizzabile grazie al sistema unico di gestione del traffico ferroviario, con l’inserimento continuo di treni tra una corsa e l’altra.

Tutti questi interventi sono da considerarsi primari.

Si parla spesso dell’immagine delle città: non si  pensi soltanto a come appaiono Reggio e tutte le cittadine della MetroCity agli occhi degli altri italiani. Sia il capoluogo che i 96 Comuni metropolitani  verrebbero immediatamente valorizzati con un’attenta pavimentazione in pietra di tutte le strade delle aree urbanizzate. La trasformazione sarebbe evidente, e ciò consentirebbe di realizzare, contestualmente, opere che offrono ulteriori vantaggi, come i comodi tunnel dei servizi, con la conseguente definitiva cessazione dei continui lavori “di manutenzione” stradale od il ripetuto interramento di nuove reti di qualsiasi genere, che verrebbero invece sistemate all’interno degli stessi tunnel dei servizi.

Tra i servizi primari è compresa la tenuta delle strade urbane, che non possono diventare ricettacolo di rifiuti: ogni Comune può dotarsi di piccoli gassificatori a bassa temperatura, non invasivi, poco costosi, ed addirittura redditizi per il carburante prodotto e per il materiale che si ricava, utilizzabile per il rifacimento del manto stradale.

Gli altri servizi essenziali, infine, devono essere sempre garantiti a tutti i 500.000 abitanti: approvvigionamento idrico; rete di illuminazione; edifici scolastici, di ogni ordine e grado, agibili (con eventuali opere di ristrutturazione da svolgere in estate e non nel corso dell’anno scolastico) e facilmente raggiungibili; strutture sanitarie distribuite capillarmente sul territorio, e quindi riapertura degli ospedali chiusi o ridimensionati per farraginosi motivi.

Auspico, inoltre, una società futura, non tanto utopistica, nella quale le figure apicali della Città Metropolitana e del Comune possano essere individuate non per votazione segreta di auto-candidati, ma, più democraticamente, per acclamazione spontanea di chi, pur non candidandosi, esprime amore per il territorio, capacità organizzativa, onestà intellettuale e materiale, professionalità, spirito di servizio; e di chi abbia già dimostrato di avere veramente a cuore il destino della nostra terra. (ag)

[Alberto Gioffrè è Presidente del Club per l’Unesco Re Italo di Reggio e Presidente Emerito della storica Associazione Ambientalista Kronos 1972]

 

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: Governo garantisca ripristino fondi per AV SA-RC

di MARIAELENA SENESE – La Uil Calabria esprime una ferma opposizione ai tagli paventati dal governo ai fondi del Pnrr destinati alla realizzazione di alcuni lotti dell’alta velocità ferroviaria fra Salerno e Reggio Calabria. Questa decisione, rilanciata da organi di stampa nazionale, se confermata rischia di compromettere uno dei progetti infrastrutturali più importanti per il nostro territorio, è inaccettabile e deve essere rivista con urgenza.

Il collegamento ferroviario ad alta velocità fra Salerno e Reggio Calabria rappresenta un’opportunità fondamentale per il rilancio economico della Calabria. Non solo contribuirà a ridurre i tempi di percorrenza e migliorare l’accessibilità, ma stimolerà anche lo sviluppo turistico e commerciale della regione. Tagliare i fondi per questo progetto significa negare al Sud Italia un diritto fondamentale alla mobilità e all’integrazione con il resto del Paese.

La realizzazione di questa infrastruttura è cruciale per attrarre investimenti e migliorare le condizioni di vita dei cittadini calabresi. La Uil Calabria è convinta che il taglio di questi fondi potrebbe portare a una stagnazione economica, aggravando la già precaria situazione occupazionale della nostra regione. Ogni euro investito in infrastrutture è un euro investito in occupazione e sviluppo, e ogni taglio rappresenta una perdita irreparabile di opportunità per i nostri giovani e per le generazioni future.

Il Pnrr è stato concepito per ridurre il divario infrastrutturale tra Nord e Sud e per promuovere una crescita inclusiva e sostenibile. I tagli ai fondi destinati all’alta velocità ferroviaria vanno in direzione opposta rispetto agli obiettivi di coesione e sviluppo stabiliti dalla Commissione Europea e dal governo italiano. È fondamentale che il governo mantenga gli impegni assunti e destini le risorse necessarie per completare questo progetto, non solo per la Calabria, ma per il futuro di tutta l’Italia.

Chiediamo pertanto al governo di rivedere immediatamente questa posizione e di garantire il ripristino dei fondi per il progetto di alta velocità ferroviaria fra Salerno e Reggio Calabria. È essenziale avviare un confronto serio con le parti sociali e le istituzioni locali per pianificare e rendere esecutivi i progetti infrastrutturali strategici per la Calabria.

La Uil Calabria è pronta a mobilitarsi per difendere il diritto alla mobilità e allo sviluppo del nostro territorio. Ci aspettiamo che il governo ascolti le voci dei lavoratori, delle associazioni e dei cittadini calabresi, riconoscendo l’importanza di investire in infrastrutture che possono realmente cambiare il volto della nostra regione. (ms)

[Mariaelena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

L’OPINIONE / Franz Caruso: Due dati buoni non cambiano la situazione drammatica della sanità calabrese e cosentina

di FRANZ CARUSO – Noi siamo a difesa della sanità pubblica. Non contro quella privata, che deve completare e supportare la pubblica, ma è il sistema sanitario pubblico che deve essere garantito e tutelato.

Viviamo una situazione emergenziale e critica che non ha precedenti e non bastano certo due buone realtà, l’ortopedia di Paola e la possibilità di intervenire sull’infarto entro le 90 ore successive, a cambiare questo dato drammatico. Certo, ci fanno  piacere questi due dati,  ma non possiamo dire che la sanità in Calabria è migliorata, soprattutto  continuando a registrare 264 milioni di spesa  per pagare l’emigrazione sanitaria. Se avessimo raggiunto livelli di prestazioni adeguate, questi numeri li avremmo dovuti abbattere, ed invece sono in aumento.
Non vogliamo fare una battaglia tout court  sulla sanità, però  non possiamo dire che siamo contenti dell’annuncite  che osserviamo  nella nostra Regione. Io avrei voluto che chi rappresenta l’Istituzione regionale si rapportasse al problema con correttezza, senza  annunci e dichiarazioni  promozionali.
Perché anche i dati Agenas, scremati dagli apprezzamenti poco istituzionali ed obiettivi che sono stati fatti in occasione della presentazione  del rapporto, ci dicono che la Calabria e Cosenza sono ancora fanalino di coda nel Paese nella sanità pubblica. La nostra città occupa  l’ultimo posto come servizi ospedalieri dell’Annunziata e con questo dato non si può gioire perché a Paola funziona ortopedia. Ecco, dunque, che dobbiamo passare ad una nuova fase, mettendo in campo noi un progetto di sviluppo della sanità calabrese che non sia una crociata della sanità pubblica rispetto a quella privata, ma per una sistema sanitario efficiente e di qualità, capace anche di andare oltre gli annunci, pure importanti, dell’istituzione della facoltà di medicina all’Unical.
Ed, infatti, che ben vengano i grandi nomi della medicina nazionale ed europea, ma se a queste professionalità non offriamo anche le cose pratiche, strutture, strumentazione, personale infermieristico e OSS, non diamo certezza di cura ai cittadini.
Dobbiamo garantire, per esempio, ai pazienti del Pronto Soccorso di Cosenza di essere, quanto meno, presi subito in carico per essere trasferiti in reparto per le  cure adeguate. Parlo del Pronto Soccorso perché questo non puoi sceglierlo. Chi ha una urgenza deve per forza rivolgersi al Pronto Soccorso dell’Annunziata e tutti sappiamo in che condizioni si opera in esso, nonostante l’alta professionalità di chi ci lavora. Questo problema può essere risolto dall’arrivo di altri medici cubani? Non credo proprio. Ed allora il nostro governatore, se è vero che ha una interlocuzione con il governo nazionale, faccia una battaglia per sbloccare le assunzioni, si aprano  le graduatorie che già ci sono, si incominci ad assumere medici italiani,  infermieri e personale OSS. Poi, però, costruisca gli ospedali o quanto meno li adegui.
Perché, per esempio, l’Annunziata sui  730 posti assegnati, oggi ne occupa poco più della metà. Ed allora, anziché realizzare il nuovo Hub di Cosenza si può perdere tempo per andare alla ricerca di un altro sito? Uno studio di fattibilità già c’era, il Comune di Cosenza ha fatto quanto di sua competenza, i finanziamenti ci sono perché non costruirlo? Comunque sia, il Governatore, lo ribadisco, lo faccia dove vuole l’Hub, ma lo faccia ed in fretta, perché la situazione è drammatica altroché migliorata. Certo anche il Policlinico ad Arcavacata è importante, cercheremo le risorse, anche l’Unical le potrà trovare, e lo faremo perché esso non confligge con l’Hub, anzi lo integra e lo potenzia. Ma basta prese in giro”.
Si proceda per realizzare il nuovo ospedale Hub di Cosenza, al fine di garantire  una sanità pubblica adeguata ed efficiente, capace di rispondere alle esigenze di tutti gli utenti della vasta provincia cosentina. In ciò, il mio sogno è quello di garantire addirittura una sanità il più possibile gratuita.
Ma questo è un sogno con risorse da ricercare e conti pubblici da risanare, che non si fa approvando i bilanci 2023 e 2024 senza capire l’entità del debito degli anni precedenti; l’ospedale Hub, invece, potrebbe rappresentare una certezza perché ha già i finanziamenti e potremmo costruirlo in due anni, se alla Regione Calabria si incominciasse a pensare alla cosa pubblica ed al bene collettivo. (fc)
[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]