Manovra finanziaria, Bevacqua (PD): La Regione non può essere un bancomat

Per il consigliere regionale del Partito Democratico, Domenico Bevacqua, «quello approvato in aula  è un bilancio che si presenta come un atto burocratico e non come uno strumento politico e decisionale in grado di rispondere alle reali esigenze dei calabresi».

Bevacqua ha evidenziato nel suo intervento come il ruolo dalla Regione «dovrebbe essere quello di stimolare investimenti e sviluppo, non di utilizzare Fincalabra o altri Enti regionali come fossero un bancomat come nel caso della Sacal alla quale oggi voi destinate 75 milioni per l’aumento di capitale».

«Risorse che, peraltro – ha aggiunto – sono comparse con un emendamento dell’ultimo minuto. Strano, inoltre, che un atto di gestione venga portato all’attenzione del Consiglio. Serve forse per tutelarsi da eventuali responsabilità? In ogni caso sarebbe opportuno capire da dove arrivano queste risorse. Si tratta di una magia o forse erano nascoste? Sarebbe stato meglio investirle in infrastrutture strategiche, come le metropolitane leggere, per migliorare la rete dei trasporti e avvicinare i territori».

«Non serve a nulla dare l’immagine di una Calabria che aumenta i voli – ha evidenziato il dem – quando compagnie come Ryanair, in assenza di risorse sufficienti, potrebbero decidere di lasciare il territorio, come è già accaduto altrove. Dobbiamo chiederci: questi investimenti cambiano davvero le condizioni sociali ed economiche dei calabresi? Migliorano la qualità della vita? Purtroppo, tutti gli indicatori confermano che le province calabresi continuano a collocarsi agli ultimi posti in Italia e in Europa».

Bevacqua ha, poi, puntato il dito contro la gestione dei fondi comunitari: «La Regione ha commesso troppi errori, incapace di utilizzare efficacemente queste risorse per trasformare la realtà sociale della Calabria. Servono scelte concrete e un approccio realistico: non si può continuare a dipingere un’immagine distorta di una Calabria che non esiste. È tempo di scendere con i piedi per terra e affrontare i problemi reali dei calabresi».

Infine, Bevacqua ha denunciato la contraddizione emersa nel Documento di economia e finanza regionale: «Il Def approvato dalla maggioranza mette nero su bianco che l’autonomia differenziata rischia di mettere in pericolo l’unità del Paese. Questo significa che chi ha votato a favore del documento dovrebbe coerentemente sostenere il referendum abrogativo contro la riforma».

«Se ne rendono conto i consiglieri di centrodestra o votano senza neanche leggere i documenti?», ha chiesto, concludendo. (rcz)

Bloise (Uil-Fpl): Questa manovra finanziaria non aiuta il Paese

«Questa manovra non aiuta il paese; è da criticare». È quanto ha dichiarato Walter Bloise, segretario generale di Uil Fpl Calabria, nel corso del secondo incontro, svoltosi a Villa Rendano di Cosenza, per rafforzare l’area medico-veterinaria e della dirigenza sanitaria.

Per il sindacalista, infatti, «è una manovra contenuta in termini economici assoluti. La più piccola degli ultimi 10 anni, ma che ha il pregio di scontentare tutti. Impegna 24 miliardi di euro di cui 16 di indebitamento. Non è una manovra di ampio respiro e non coglie le grandi emergenze del paese; non contrasta le diseguaglianze».

«In sanità – ha concluso il segretario generale della Uil Fpl Calabria – non si elimina il tetto della spesa per le assunzioni di personale, ma si procede nel vano tentativo di abbattere le liste di attesa acquistando prestazioni da privati, mentre medici e personale sanitario fugge all’estero o via dal pubblico».

Santo Biondo, segretario generale della Uil Calabria, nel suo intervento ha sostenuto le ragioni della mobilitazione nazionale che vede impegnata la Uil insieme alla Cgil.

«Il governo – ha detto Santo Biondo – è distante dal Paese reale, da quel Paese che noi incontriamo tutti i giorni, raccogliendo le preoccupazioni e  i disagi delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, dei giovani, dei precari che dalla politica attendo risposte concrete, si aspettano lavoro sicuro e legale e non stipendi da fame, tasse alle stelle e una assoluta incertezza sul futuro occupazione e pensionistico».

All’evento, inoltre, erano presenti anche Domenico Proietti, Segretario generale Uil-Fpl Nazionale e Roberto Bonfili, Coordinatore nazionale Uil-Fpl dell’Area medico-veterinaria.

Durante la due giorni sono state ribadite le ragioni che hanno portato  la categoria in piazza il 17 novembre «a manifestare il nostro sdegno – ha detto Domenico Proietti – per una manovra finanziaria non solo incapace di rispondere ai bisogno di salute delle persone, ma fortemente penalizzante per i professionisti sanitari e per il personale medico e veterinario».

«Nessuna assunzione, nessuna detassazione della retribuzione, un attacco indegno alle pensioni – ha detto ancora il Segretario generale della Uil Fpl– e ancora nessuna presa di posizione sulla nostra richiesta di depenalizzazione dell’atto medico, risorse totalmente insufficienti al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro».

Durante il dibattito, poi, è stato inoltre ribadito l’impegno da parte della Uil-Fpl nazionale per tutelare gli iscritti con un’assicurazione integrativa, con la realizzazione di iniziative di formazione, di ricorso alla magistratura del lavoro (su espressa autorizzazione del responsabile nazionale dell’area medica e veterinaria) e di altre iniziative per incrementare il proselitismo, a partire dall’iscrizione degli specializzandi. (rcs)

Versace (Metrocity RC): Legge Finanziaria non fornisce risposte, il sud ancora dimenticato

Il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, ha evidenziato come «il Governo nazionale purtroppo dimostra di non essere all’altezza delle sfide che attendono il Paese».

«La legge finanziaria – ha continuato – dimostra tutti i limiti di questa maggioranza parlamentare. Avevano annunciato fuochi d’artificio e nulla, ciò che hanno concepito è semplicemente una sommatoria di mancette elettorali. E quel che è peggio è che il Sud e la Calabria sono completamente fuori dall’agenda di questo Governo. Il Governo dimostra di non saper investire sul futuro del Paese. Non un provvedimento che riguardi il Mezzogiorno o la nostra Regione, a cominciare da temi fondanti come quello della sanità, delle infrastrutture e del sostegno ai giovani, sui quali avevamo peraltro avanzato dei suggerimenti».

«Ed inoltre – ha continuato – sul tema dell’autonomia differenziata il Governo dimostra quella sua trazione nordista, tesa ad avvantaggiare i territori più ricchi, che non farà bene al Paese e che noi fronteggeremo con vigore. Oggettivamente pare proprio che la montagna abbia partorito il topolino. Purtroppo si tratta dell’ennesima occasione persa per dare un impulso decisivo allo sviluppo del Mezzogiorno. Noi continueremo a fare la nostra parte, come sempre, ma pare che il Governo, stando alla somma dei provvedimenti approvati in finanziaria, sia totalmente orientato in altre direzioni». (rrc)

Coldiretti Calabria: Nella manovra del Governo 2 miliardi per l’agricoltura

Si tratta di una manovra finanziaria «nel complesso positiva», quella del Governo, che stanzia 2 miliardi per l’agricoltura.

Positiva «poiché il Governo è riuscito a dedicare la giusta attenzione al settore agroalimentare, attraverso importanti novità e la conferma di misure strategiche per il sostegno delle attività imprenditoriali agricole», ha spiegato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, sottolineando tuttavia che «avremmo tutti voluto certamente qualcosa di più ma occorre tenere conto dei limiti e della situazione economica del Paese».

Punto forte della manovra “agricola” è il fondo per la sovranità alimentare finalizzato a rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale anche con interventi per valorizzare il cibo italiano di qualità, ridurre i costi di produzione per le imprese agricole, sostenere le filiere e garantire la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari in caso di crisi di mercato. Per queste finalità sono stati stanziati 100 milioni nel triennio. Un budget di 225 milioni è messo a disposizione di progetti di innovazione, dalla robotica alle piattaforme e infrastrutture 4.0 mentre viene istituito un fondo di 500 milioni per il 2023 per sostenere gli acquisti di prodotti alimentari di prima necessità destinato ai soggetti con Isee non superiore a 15mila euro.

Contro il caro energia viene riconosciuto per il primo trimestre 2023 il credito di imposta in favore delle imprese agricole, della pesca e per i conterzisti, pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante per la trazione dei mezzi utilizzati, credito di imposta riconosciuto anche per la spesa sostenuta per l’acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali. Per aiutare i giovani e il ricambio generazionale in agricoltura previsto per il 2023 l’esonero contributivo, per un periodo massimo di ventiquattro mesi, in favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, con età inferiore a quarant’anni che si insediano per la prima volta in agricoltura tra il primo gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023.

Prorogata anche per il 2023 l’esenzione dalla determinazione della base imponibile ai fini Irpef dei redditi dominicali ed agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Sul fronte energetico vengono prorogati e potenziati i crediti d’imposta per le imprese “non energivore” con contatori di potenza superiore ai 4,5 kW (35% energia utilizzata nel primo trimestre 2023) e per le imprese per l’acquisto di gas (45% del gas consumato nel primo trimestre del 2023) e ridotta l’Iva sul gas metano usi civili e industriali (5%) per il primo trimestre 2023.

Vengono poi annullati gli oneri generali per il sistema elettrico e ridotti quelli di sistema gas. Ok anche alla riduzione dei costi relativi alla tassazione sui mezzi di trasporto agricoli. Alle imprese della pesca è riconosciuta una indennità giornaliera onnicomprensiva, pari a trenta euro per l’anno 2023, per ciascun dipendente, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca, in caso di sospensione dal lavoro derivante sia da misure di arresto temporaneo obbligatorio che di arresto temporaneo non obbligatorio, nel limite di 30 milioni di euro per l’anno 2023.

Infine è importante il rinvio al 1 gennaio 2024 dell’entrata in vigore dell’imposta sui manufatti in plastica monouso, la cosiddetta plastic tax e dell’imposta sul consumo delle bevande analcoliche, la “sugar tax”, l’istituzione del Fondo per il contrasto al consumo di suolo, il rifinanziamento dei contratti di sviluppo anche per la trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, la proroga della rideterminazione dei valori delle partecipazioni in società non quotate e di acquisto dei terreni posseduti al 1° gennaio 2023 mediante il pagamento di un’imposta sostitutiva. (rrm)

In copertina, da sinistra, Borrello, Prandini, Aceto e Lavorata

LA MANOVRA SI È DIMENTICATA DEL SUD
NO DELLA CALABRIA A LEGGE DI BILANCIO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Quella presentata dal Governo è una manovra che «trascura strumenti importanti per le Pmi» e, soprattutto, dimentica il Sud. Un fatto che è stato più e più volte denunciato dalle Associazioni di categoria, tanto da aver portato Cgil e Uil Calabria in piazza contro «una manovra che manovra contro il Sud».

Una manovra «che discrimina le donne, i giovani e dimentica il Sud. Solo con il confronto si possono superare le diseguaglianze e colmare i ritardi di un territorio che è stato sempre illuso e abbandonato. Per questo scendere in piazza è un diritto, è un dovere per bloccare la manovra anticostituzionale di un manovratore secessionista», ha detto il segretario di Uil Calabria, Santo Biondo, dal palco di Piazza Prefettura a Catanzaro.

«Questa manovra di bilancio è contro il Sud. E quelli del Sud, dovrebbero saperlo bene», ha detto Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria,  sottolineando che «la Calabria e il Sud  hanno più ragioni per scioperare, perché questa manovra, di fatto, cancella il Sud e alcune misure importanti rispetto ai temi del lavoro».

I problemi sono tanti, troppi, e questa manovra ne aggiunge altri: «Reintrodurre i voucher significa precarizzare il lavoro in una regione come la nostra che purtroppo ha tanto lavoro nero, precariato e sfruttamento. Nella legge non si fa una lotta all’evasione e si premiano gli evasori. Non c’è nulla sull’alta velocità e ci sono solo interventi timidi sulla Statale 106. Si tolgono risorse alla salute e all’istruzione», ha spiegato Biondo.

E, allora, che fare? «Sostegno agli investimenti», ha suggerito Giovanni Cugliari, presidente Cna Calabria, appellandosi ai parlamentari calabresi.  La preoccupazione è una: che «il divario con il Nord del Paese aumenterà» e che «il Mezzogiorno e la Calabria, in particolare, non aggancerà più la crescita».

Un allarme che si aggancia a quello lanciato dalla Svimez che, nel suo rapporto annuale, ha denunciato come nel 2023 il Sud sarà in recessione a -0,4%. La Calabria arriverà a -0,9%.

«Va data continuità agli incentivi per investimenti e innovazione – ha detto Cugliardi – proprio in ragione delle difficoltà contingenti, non può essere questo il momento di allentare gli strumenti a sostegno delle imprese. Il cosiddetto pacchetto Impresa 4.0 ha dimostrato di essere in grado di supportare processi di investimento e percorsi di crescita delle imprese, e le modifiche apportate al Piano con l’ultima legge di bilancio hanno delineato correttamente una proiezione temporale conferito linearità e coerenza agli interventi, in linea con le esigenze di programmazione delle imprese, ma mancano dal 1° gennaio 2023 il cosiddetto superammortamento “generalista” e il credito d’imposta Formazione 4.0, mentre è stata prevista una progressiva diminuzione delle aliquote per tutte le altre misure, che rappresenterebbe un freno significativo per le imprese che hanno esigenze di riqualificazione innovativa».

«Serve, a nostro avviso, un potenziamento delle aliquote agevolative – ha proseguito – e uno sforzo ulteriore per sostenere le misure più trasversali, quali l’ex superammortamento, così come occorre garantire continuità ad un’altra misura più trasversale, come la Nuova Sabatini, funzionale ad un coinvolgimento a più ampio spettro del nostro sistema produttivo».

«Ravvisiamo, inoltre – ha detto – l’opportunità di rifinanziare la misura Voucher per consulenza in innovazione, un intervento che, in coerenza con il Piano nazionale “Impresa 4.0”, sostiene i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale attraverso l’introduzione in azienda di figure manageriali in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali».

«In merito all’intensità delle misure stesse – ha spiegato Cugliari – vorremmo venisse perseguita la differenziazione tra micro, piccola e media impresa, volta a potenziare maggiormente l’aiuto alle imprese di più piccole dimensioni, per le quali più forte deve essere lo stimolo ad intraprendere progetti di sviluppo, se si intende favorirne la crescita. Segnaliamo altresì l’esigenza di una riforma degli incentivi alle imprese, il sistema delle agevolazioni, dai contributi a fondo perduto ai bonus di diversa natura, è un labirinto: difficile conoscere cosa si nasconde, qual è la strada da seguire, come si arriva all’uscita».

«Le innumerevoli possibilità per le aziende si traducono in un volume di agevolazioni ancora troppo basso – ha continuato – barriere comunicative e difficoltà di gestione sono due dei principali ostacoli su cui sarà necessario intervenire».

Accesso al credito

«Le dinamiche del credito negli ultimi 2 anni e mezzo – ha spiegato Cugliari – sono state influenzate dalle misure straordinarie messe in campo per attenuare gli effetti della pandemia e da ultimo per mitigare gli effetti della guerra. Negli ultimi mesi si sta riproponendo però la stessa dinamica già evidente prima della pandemia, ovvero maggiore difficoltà di accesso al credito per le imprese di minori dimensioni, che sappiamo peraltro essere l’ossatura del nostro tessuto economico».

«Questo aspetto va monitorato, al pari del costante innalzamento dei tassi di interesse – ha detto – al fine di evitare difficoltà ulteriori per soggetti già fortemente provati da questo triennio difficilissimo. È oltremodo difficile fare previsioni anche solo a medio termine, ma è evidente la necessità di sostenere nell’immediato le esigenze dei soggetti più colpiti dall’aumento dei costi energetici attraverso contributi diretti ed utilizzare al meglio gli spazi consentiti dalla recente proroga del Quadro degli Aiuti di Stato (Temporary Framework)».

«Sarebbe opportuno individuare qualche criterio selettivo – ha detto – per evitare di appostare in modo non efficiente le risorse disponibili, e riproporre il tema di una positiva integrazione tra gli strumenti di garanzia pubblica e privata, rinvigorendo così un’esperienza peculiare in Europa e nel mondo, quella dei Confidi».

«Confidi che hanno peraltro avviato un percorso positivo – ha ricordato Cugliari – impegnandosi direttamente, nell’erogazione di piccolo credito a micro e piccole imprese. Un’esperienza che andrebbe valorizzata e sostenuta, e che potrebbe affiancare l’attività svolta dalle banche, analogamente all’esperienza maturata in passato dalle piccole banche territoriali. Al contempo, permane la necessità di mitigare le rigidità della regolamentazione bancaria, che, partendo dal presupposto di salvaguardare pur legittimamente i patrimoni delle banche, finiscono col rendere ancora più selettivo l’accesso al credito per le imprese, specie per quelle di minori dimensioni».

Mezzogiorno

«Non vi sono riferimenti ad interventi a sostegno dello sviluppo del Mezzogiorno – ha spiegato – a partire dalla mancata conferma del credito d’imposta per gli investimenti. Potrebbe indurre a non ritenere prioritaria una azione di sostegno efficace a questa area del Paese. In generale, i dati sul mercato del lavoro, Pil pro-capite e consumi, registrano il progressivo peggioramento del divario Nord – Sud, la cui conseguenza naturale è l’incremento dell’emigrazione, in particolare dei giovani».

«Il rilancio del Sud – ha concluso Cugliari – deve essere vissuto come una priorità per l’intero Paese, non possiamo assistere inermi a questo processo di costante e preoccupante divaricazione tra nord e sud del Paese, una distanza che va recuperata, per il bene del Paese nel suo complesso, il mediterraneo diventa strategico nella nuova geopolitica mondiale quindi bisogna creare le condizioni di una piena integrazione con il resto d’Europa». (ams) 

 

Russo (Cisl): Si deve migliorare e rafforzare la manovra finanziaria a favore di lavoratori e famiglie

«Ci sono temi sui quali si può intervenire subito per migliorare e rafforzare i contenuti della manovra finanziaria a favore di lavoratori, pensionati, famiglie», ha dichiarato Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria, nel corso dell’assemblea sindacale per discutere della manovra e delle proposte della Cisl.

«Siamo grati al Segretario generale Luigi Sbarra e all’intera Segreteria per quanto stanno facendo in questa fase al fine di esperire ogni tentativo di dialogo con il Governo. La Cisl, infatti – ha proseguito Russo –, considera sbagliato ricorrere ora allo sciopero: forma ultima di conflitto che nelle condizioni date danneggerebbe i lavoratori, logorerebbe il sistema produttivo, infiammerebbe i rapporti sociali e industriali, senza che tutto ciò abbia attinenza con le finalità di una mobilitazione tesa a migliorare la qualità dell’azione politica del Governo e del Parlamento. Serve un patto sociale per la crescita, l’equità, la coesione sociale e territoriale, l’occupazione. Non ha senso tentare di dividere il Paese, come qualcuno sta proponendo, tra Nord e Sud, territori più e meno avanzati. L’Italia cresce se cresce insieme. Non ha senso contrapporre interessi dei giovani e dei meno giovani».

Come ha spiegato il Segretario generale Sbarra, la Cisl ha chiesto “profonde modifiche” alla manovra e, dopo l’incontro del 7 dicembre a Palazzo Chigi, ha rilevato “grande disponibilità del Governo” anche «ad attivare subito tavoli tematici in gennaio su lavoro e sicurezza, sistema della previdenza e delle pensioni, politica industriale e aiuti a imprese. La Cisl ha proposto un pacchetto di proposte migliorative, indicando anche un percorso di corresponsabilità che guardi oltre la Legge di Bilancio e dia forma a un “progetto Paese” qualificato su investimenti e riforme».

«Al tavolo con il Governo la Cisl ha chiesto, tra l’altro – si legge nella nota – di ristabilire la piena rivalutazione di tutte le pensioni, perché non si fa cassa sui pensionati: pensiamo alla Calabria, in cui gran parte del reddito è costituito da pensioni e da pensioni molto basse, provenendo dal lavoro privato. La Cisl ha chiesto di rimuovere i vincoli su opzione donna, di rafforzare l’operazione sul cuneo fiscale e la decontribuzione per assunzioni e stabilizzazioni di giovani e donne. Inoltre, la detassazione sugli accordi di produttività va resa totale, liberata dai criteri di incrementalità ed estesa ai comparti pubblici. Per valorizzare le relazioni industriali e la contrattazione è anche indispensabile fare un passo indietro sui voucher, ristabilendo la centralità delle relazioni industriali nel terziario e nell’agricoltura».

«Resta poi di fondo l’esigenza di una politica fiscale equa – si legge – di rafforzare le dotazioni per sanità, scuola, politiche sociali, non autosufficienza, dell’apertura di una stagione di confronto sulle riforme. È urgente in particolare un patto anti-inflazione finalizzato a salvaguardare e rilanciare salari, pensioni e redditi delle famiglie».

«Dobbiamo pretendere, come cittadini meridionali e calabresi ha detto ancora il segretario regionale della Cisl , gli stessi livelli essenziali delle prestazioni in tutto il Paese: sanità, infrastrutture, collegamenti, servizi alle famiglie, perché abbiamo in Calabria 300mila famiglie sulla soglia o oltre la soglia della povertà. In un momento difficile come questo, dobbiamo dire che la Calabria produce energia da fonti rinnovabili più di quanta ne consumi, e questo può essere fonte di ricchezza».

«Deve andare avanti, e concretizzarsi in risultati per i cittadini, l’interlocuzione avviata con la Giunta regionale – ha evidenziato Russo – Bisogna dare risposta alle attese della nostra regione, dei disoccupati, dei precari, dei lavoratori, delle famiglie. Ci sono alcune priorità: alta velocità ferroviaria, di cui si sono perse le tracce; S.S. 106, entrata nella manovra finanziaria, con cantieri che finalmente si devono aprire e chiudere; Zona Economica Speciale per attrarre investimenti, Porto di Gioia Tauro e sistema portuale calabrese; lavoro; riforme della PA e degli assetti istituzionali, per mettere i Comuni in grado di programmare e spendere bene le risorse dell’Europa, prese in prestito dai nostri figli; sanità; risorse per il settore forestale».

«Abbiamo davanti parecchie sfide – ha concluso – comprese quelle della valorizzazione delle ricchezze naturali, del mare, della montagna, della riorganizzazione dei consorzi di bonifica per manutenere il territorio ed erogare servizi qualificati per l’agricoltura. Solo così si può dare dignità al lavoro, bloccare l’emorragia di giovani verso altri territori, frenare lo spopolamento delle aree interne. E sul fronte criminalità, per un buon uso delle risorse del Pnrr, la Cisl spinge per un’alleanza che stronchi qualunque tentativo di infiltrazione mafiosa».

Il dibattito, molto partecipato con interventi da tutti i territori della regione, è stato concluso dal Segretario confederale nazionale Giorgio Graziani. «La nostra posizione critica e responsabile, volta soprattutto a portare a casa il massimo risultato possibile per chi rappresentiamo – ha detto –, è fondata in un giudizio di merito senza pregiudizi».

«La proposta di legge di bilancio va migliorata – ha ribadito – attraverso il confronto serrato con il Governo e i gruppi parlamentari, il nostro è un giudizio articolato che non può non tener conto che due terzi delle risorse disponibili sono impegnate per dare continuità al sostegno di famiglie e imprese rispetto alla emergenza bollette, come peraltro chiesto a gran voce da tutte le forze sociali e politiche in continuità con il Governo precedente».

«Ci sono misure condivisibili – ha proseguito – come il potenziamento dell’assegno unico e del congedo parentale a sostegno delle famiglie, l’aumento della detassazione dei premi di produttività al 5%, l’aumento della soglia Isee a 15 mila euro per i bonus bollette, la decontribuzione per le assunzioni e stabilizzazioni di giovani e donne, così come la conferma della riduzione del cuneo fiscale con un punto in più anche se solo per i redditi sotto ai 20 mila euro e l’evitato rischio dello scalone sull’accesso alla pensione. Misure che ci convincono, ma che hanno significativi margini di miglioramento. Così come non condividiamo affatto la flat tax, l’innalzamento dei contanti, le sanatorie, opzione donna per come è formulata e soprattutto la limitazione alla rivalutazione delle pensioni per quelle sopra a 4 volte il minimo».

«Lo sciopero in questo momento per noi non serve – ha concluso – e peserebbe ancora una volta solo su famiglie e imprese, mentre serve una forte iniziativa di mobilitazione attiva e responsabile per mettere sotto pressione il Governo e il Parlamento con l’obiettivo di cambiare e migliorare la manovra nei punti per noi dirimenti, in particolare rivalutazione pensioni, opzione donna, cuneo, premi e sostegno alle famiglie su cui l’incontro di mercoledì scorso con il Presidente del Consiglio, in un atteggiamento di dialogo aperto da presidiare e consolidare, ha dato aperture sia su misure contenute in manovra sia per un confronto con tavoli dedicati per il prossimo futuro a partire da gennaio su cui ciò sono già alcune date definite. Queste disponibilità vanno tradotte in risultati con una spinta forte e autonoma, per questo siamo qui oggi e saremo a Roma il 15 dicembre in una grande iniziativa nazionale di mobilitazione determinata, responsabile e di proposta sul tema “Migliorare la Manovra, contrattare le riforme”».

La presidenza dell’assemblea è stata affidata al nuovo Segretario generale della Cisl di Reggio Calabria, Romolo Piscioneri(rcz)

Venerdì a Lamezia il consiglio di Cisl Calabria su manovra finanziaria

Si parlerà della manovra finanziaria 2023 e delle proposte della Cisl finalizzate a migliorarne e rafforzarne i contenuti a favore di lavoratori, pensionati, famiglie, all’assemblea in programma venerdì 9 dicembre al Grand Hotel Lamezia.

Saranno presenti i delegati attivisti.

«Come ha affermato il Segretario generale Luigi Sbarra – scrive Russo in una nota – il giudizio della Cisl sulla manovra è articolato: ci sono misure positive che tengono conto delle nostre richieste. Ma ci sono provvedimenti sbagliati che vanno cambiati attraverso il confronto e il dialogo con il Governo e seguendo l’iter parlamentare».

«La Cisl – prosegue Tonino Russo – avanza precise richieste di modifica su investimenti, pensioni, politiche dei redditi e sanità. Su questo incalzerà il Governo nei luoghi del confronto e con iniziative sui territori che culmineranno nell’Assemblea nazionale di delegate e delegati Cisl, convocata per il 15 dicembre a Roma sul tema “Migliorare la Manovra, contrattare le riforme».

All’assemblea di Lamezia parteciperà il Segretario confederale nazionale Cisl, Giorgio Graziani(rcz)

REGGIO – La riflessione della consigliera Iatì sulla manovra finanziaria di dicembre

di FILOMENA IATÌ Ci troviamo costretti, ancora una volta, a fare alcune riflessioni, senza alcuno spirito polemico, ma per una corretta informazione alla cittadinanza, sulle recenti dichiarazioni rese alla stampa dall’assessore Irene Calabrò, che ha annunciato l’arrivo per l’amministrazione comunale di Reggio Calabria di cospicue risorse economiche a fondo perduto, finalizzate  a risanare alcuni debiti acquisiti dalla città.

Tali risorse, dieci milioni di euro di contributo per il 2021, sempre a detta dell’assessore, sarebbero il risultato di un  efficace lavoro  svolto dall’amministrazione Falcomatà nelle stanze ministeriali!

In realtà si tratta di risorse che di fatto rientrano in un piano nazionale previsto dal Governo per tutti i capoluoghi di Città Metropolitana con un disavanzo  pro-capite superiore a 700 euro al netto dei contributi già assegnati nel 2021( circa 80 milioni per la nostra città).

Orbene, fermo restando che esprimiamo soddisfazione nell’apprendere che anche la nostra città è oggetto di attenzione da parte del governo centrale, non possiamo esimerci dall’evidenziare che il nostro comune si ritrova in questa situazione a causa di  un disavanzo accertato (fonte BDAP 2020) di 339 milioni di euro, disavanzo che dal 2014 è notevolmente lievitato, pur a fronte di ingenti anticipazioni di liquidità concesse.

Un collasso finanziario aggravato dalla “confusione amministrativa” imperante nelle stanze del Comune e conclamata dall’incapacità di riscuotere, tra l’altro, i tributi comunali. 

L’assessore omette, inoltre, di comunicare ai reggini che l’intervento finanziario c.d. a fondo perduto, è subordinato al “risanamento” dei conti e della gestione  che comporterà la necessaria adozione di provvedimenti su entrate, riscossione e tagli su spesa e partecipate. 

Quali sono le condizioni imposte dal Governo nel decreto fiscale, che gli enti  beneficiari del contributo statale devono osservare? Questo l’assessore non lo spiega in maniera compiuta limitandosi a parlare genericamente di un “ impegno sulla riscossione”!

A tal proposito ci sembra opportuno evidenziare che la capacità di riscossione del nostro comune è oggi molto al di sotto della media nazionale,(45,56  per cento a fronte di una media nazionale pari al 77,6 % ). Dato questo sicuramente conosciuto dall’assessore Calabrò!

In sintesi la situazione della criticità finanziaria patologica della nostra città risalta ancor di più se paragonata a quella nazionale dove i 2,47 miliardi di euro di disavanzo di Napoli, gli 888,4 milioni di Torino, i 602 di Palermo, i 507 di Roma e i 339 di Reggio Calabria significano per i reggini 1.938 euro ad abitante, livello superato solo dai 2.599 di Napoli mentre Torino si attesta a 1.036 euro e Palermo a 961. 

Il tutto a fronte dell’erogazione dei servizi pubblici che risulta deficitaria così per come certificato dalla recente indagine del Sole24ore sulla qualità della vita! 

Le parole dell’assessore Calabrò, pertanto, perpetuano la narrazione dello spot per propagandare una parziale verità che mira a creare “confusione” per “distrarre” i reggini dalle angosce quotidiane causate dalla loro disamministrazione , al pari del tanto decantato cambio di passo, ennesimo annuncio beffardo nei confronti della città. (fi)