di SANTO STRATI – Che progetti ha l’architetto Mario Occhiuto (attuale sindaco di Cosenza) per la Calabria? Beh, a parte l’obiettivo di espugnare Germaneto, l’impegno di Occhiuto, probabile futuro governatore della Calabria, è basato sul pragmatismo tipico del progettista: non solo disegni e idee in bozza, ma edificazione e fatti concreti. La Calabria – ha detto in un pacato ma convincente discorso durato 50 minuti Mario Occhiuto davanti a una sala gremitissima, con esauriti anche i posti in piedi – ha le risorse umane, quelle naturali, le capacità, le competenze e financo i finanziamenti a sufficienza per portare avanti grandi realizzazioni. Peccato che non abbia, fino ad oggi, saputo sfruttare nè i soldi dell’Europa, che tristemente tornano a casa e vengono dirottati verso Paesi più virtuosi, nè il capitale umano che le nostre università, i nostri centri di eccellenza, riescono a produrre. Esportiamo giovani, ha detto in sostanza Occhiuto, e tutto questo deve finire.
Non sono parole da libro dei sogni, la concretezza del fare Occhiuto l’ha dimostrato in questi otto anni da sindaco a Cosenza: la città risplende, la qualità della vita è migliorata tantissimo, è una Milano del Sud che produce benessere e offre opportunità di crescita e, soprattutto, guarda ai giovani, alla loro pressante richiesta di opportunità di occupazione e lavoro. Che offra stabilità e sicurezza. Per questo, occhiuto si propone di diventare il “sindaco” della Calabria, con una caratteristica ben definita: basta il tempo dell’uomo solo al comando. Occorre fare squadra, indipendentemente dai colori politici e partitici. La Regione deve offrire opportunità a tutti gli amministratori locali, coinvolgendo in un progetto di crescita e sviluppo. Fuori della logica delle spartizioni e dei tentennamenti: occorre agire per il bene comune e lo si potrà fare solo se, ciascuno con le proprie competenze, metterà a servizio dei cittadini il potenziale di risorse che è in grado di esprimere. In altre parole, «fino ad oggi – ha detto Occhiuto – la politica regionale è stata costruita sui bisogni, sulla loro strumentalizzazione. Questa concezione proprietaria è alla base del disastro economico che emerge dalla Regione. Serve una svolta: ripartire dai territori e dalla loro identità».
Il claim della sua campagna “è la svolta buona” la dice lunga sulla necessità di voltare pagina, anzi di svoltare in maniera radicale sulle inerzie e le mancate realizzazioni: «La Calabria deve diventare il giardino d’Europa». E non solo in ottica ambientalista (anche se molte direttrici del programma di Occhiuto mettono al centro l’impegno eco-sostenibile che dovrà accompagnare ogni nuova iniziativa), ma anche come modello industriale. Occorre utilizzare il mare, le coste, il ciclo delle acque e dei rifiuti, il patrimonio agro-forestale, le energie alternative, il turismo e non ultima, l’agricoltura biologica. La green economy, in Calabria, non è una realtà irraggiungibile, è un traguardo facilmente superabiler, soprattutto guardando alle generazioni future.
Serve cambiare, innanzitutto, l’immaginario della Calabria: terra maledetta, arida, di malavitosi e di mafiosi. Invece è la culla di una civiltà millenaria che tutti ci invidiano e di cui i calabresi devono essere orgogliosi. Ecco, dice Occhiuto, dobbiamo essere orgogliosi di essere calabresi, essere innamorati della nostra terra. È questo il cambiamento: far capire agli altri, a chi ci osserva, anche da molto lontano, che c’è un patrimonio inestimabile che aspetta solo di essere scoperto. Il turismo non è solo mare e montagna, ci sono meravigliose mete per il turismo religioso, località da favola che non sono nemmeno prese in considerazione nei tour internazionali e rappòresentano la vera fortuna della Calabria, se solo si sapranno convogliare e utilizzare le risorse nella maniera più adeguata.
Un discorso di largo ottimismo, anche quando Occhiuto, affronta il tema, terribile, della sanità calabrese. Deve finire il tempo del commissariamento, i calabresi si devono poter curare in casa propria e le nostre eccellenze in campo scientifico vanno valorizzate e impiegate per il bene di questa terra e dei suoi abitanti.
Ha giocato d’anticipo Occhiuto con quest’evento che ha raccolto adesioni ed entusiasmi inaspettati anche se attesi: solo da Reggio l’on. Francesco Cannizzaro ha guidato con dieci pullman oltre 700 simpatizzanti, amministratori, politici di professione. Ma sono arrivati pullman stracarichi da Crotone, Soverato, Catanzaro, insomma da ogni angolo della Calabria. Al là della partecipazione di tanti amministratori locali, per la verità la grande massa di pubblico era composta da simpatizzanti, elettori delusi, curiosi. Moltissimi sono rimasti fuori della grande sala della Fondazione Terina, nell’area industriale di Lamezia, ma non sono andati via, hanno atteso fino alla fine, captando il discorso finale di Occhiuto che ha chiuso una lunga serie di interventi aperti dal sindaco di Catanzaro Sergio Abramo. Questa così ampia partecipazione ha un solo grande significato: i calabresi vogliono riappropriarsi della politica, vogliono capire, ascoltare, partecipare. È un segnale che i candidati alla poltrona di Governatore dovranno tenere bene a mente.
La Calabria vuole unità, vuole fatti concreti, non più promesse. E il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo ha fatto finalmente un discorso da “calabrese”: non voglio più sentire parlare di campanilismi. Dobbiamo unire i nostri sforzi, da qualunque città, da qualunque area provengano, per far rinascere questa terra. Lo dobbiamo ai nostri giovani. Per questo il progetto di Occhiuto è importante: dobbiamo farde squadra, è questa la proposta, è questo l’obiettivo che ci dobbiamo prefiggere se vogliamo raggiungere il successo. Successo che non è personale, ma di tutti, se a beneficiarne è tutta la Calabria».
Un evento che lascerà il segno. Dopo Abramo, in tanti hanno parlato alla platea, raccogliendo consensi e spesso grida entusiaste. Il coordinatore provinciale di Catanzaro di Forza Italia, Mimmo Tallini, si è visibilmente commosso parlando delle nuove generazioni che non hanno prospettive di occupazione, non vedono futuro. «Per le nostre battaglie – ha detto Tallini – abbiamo bisogno di uomini liberi che ci facciano sognare. L’unico in grado di affrontare questa sfida è Mario Occhiuto».
Secondo il senatore Giuseppe Mangialavori, Occhiuto è un uomo “accerchiato”, sì da da migliaia di sostenitori che vedono in lui il futuro della Calabria. “Reputo Occhiuto – ha detto il senatore – la migliore risorsa che la Calabria possa avere».
L’on. Francesco Cannizzaro, coordinatore provinciale di Reggio per Forza Italia, non perde l’occasione per attaccare l’attuale governo regionale. «Oliverio ha diviso la Calabria, toccherà ad Occhiuto riunirla. Ad affiancarlo ci sarà una grande squadra. Dobbiamo mettere mano ai settori agricoltura, turismo, welfare, e spazzare via le lobby della sinistra dalla sanità. Siamo orgogliosamente calabresie solo Occhiuto può farci sventolare questo orgoglio».
Sul palco si sono affiancati tutti gli esponenti calabresi di Forza Italia. S’è visto il sempre imperturbabile Roberto Occhiuto, emozionarsi parlando del fratello candidato a guidare la Regione Calabria, e poi una prorompente Jole Santelli, una decisa Maria Tripodi («Pensiamo ai giovani, Occhiuto rappresenta la Calabria positiva») e poi i consiglieri regionali Claudio Parente e Giuseppe Pedà e tutti i rappresentanti delle otto liste che sostengono la candidatura di Occhiuto. È solo il primo segnale di una campagna elettorale che riserverà tante sorprese, ma soprattutto, ci auguriamo, possa far trionfare un’idea innovativa di Calabria. Occhiuto ha mostrato le sue carte (torneremo nel dettaglio nelle prossime settimane) toccherà agli altri presentare programmi e progetti. Ovviamente dopo il 26 maggio. Mai elezioni europee sono state così guardate con occhio trepido da tutti gli schieramenti. (s)