«Il Masterplan porterà la città ad avere un’idea molto precisa dello sviluppo del nostro territorio nei prossimi anni». È quanto ha detto il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, presentando il Masterplan di Reggio Calabria, città ecosistemica, del benessere e della salute”, sottolineando come «è la prima volta che la nostra città si dota di un masterplan che non è solo uno strumento urbanistico come può essere il Psc, ma è uno strumento di visione del territorio rispetto alle sue potenzialità, rispetto all’analisi delle difficoltà e delle fragilità».
«Ci siamo arrivati investendo delle risorse sui fondi comunitari destinati allo sviluppo dei territori – ha aggiunto –. Il masterplan è stato approvato in giunta e oggi vede un primo momento di presentazione con altri che seguiranno sul territorio. Reggio ha una sua visione di sviluppo, organizzazione rispetto alle diverse aree, un’analisi dell’aspetto demografico con le esigenze dei cittadini e interviene in maniera chirurgica e puntuale su tutte le diverse zone del territorio».
Presenti, alla presentazione avvenuta nella Sala dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, l’assessore alla Città sostenibile ed accessibile Paolo Malara, l’assessore ai Lavori Pubblici e alle grandi Opere Francesco Costantino, l’assessore alla Città europea e resiliente Carmelo Romeo, Lorenzo Bellicini, Direttore del Cresme, Francesco Minutolo, Dirigente settore urbanistica e pianificazione territoriale, Alberto Di Mare, Rup del masterplan, Patrizia De Stefano, Coordinatrice ufficio del masterplan.
Grazie al Masterplan l’Amministrazione comunale vuole definire, con la partecipazione dei cittadini e degli altri soggetti interessati, un quadro di riferimento, strategico e progettuale, per le “politiche urbane” di medio-lungo periodo, per la programmazione di interventi di trasformazione urbanistica e per lo sviluppo di modelli e strategie di riqualificazione urbana sul territorio comunale. Presenti all’incontro di presentazione anche gli assessori Domenico Battaglia, Elisa Zoccali ed Anna Briante, ed i Consiglieri comunali Franco Barreca, Giuseppe Giordano, Giovanni Latella e Saverio Pazzano.
«Non ci possiamo occupare di programmare lo sviluppo di una città rispetto all’orizzonte di un ciclo politico – ha aggiunto il primo cittadino – le città per crescere e trasformarsi hanno bisogno di tempo e i tempi non sono quelli collegati ai cicli delle amministrazioni. Ecco perché è uno strumento che guarda molto più avanti, rispetto al quale i fondi ci sono perché in questi anni abbiamo messo in cantiere opere per circa un miliardo di euro, utilizzando le risorse del Pnrr, della coesione, dei Patti per il Sud, le risorse dei fondi ministeriali, tutto ciò che oggi consente alla città di avere un piano organizzato sulle infrastrutture, sui trasporti, sulla mobilità lenta e dolce. È una città che riesce a fare rete a connettere le sue risorse culturali, i suoi beni architettonici in un complesso di sistema urbanistico finalmente organizzato».
Nel documento la città nel futuro si caratterizza per essere: Città resiliente – Città sostenibile; Città vivibile – Città prossima; Città produttiva – Città generativa; Città intelligente – Città della conoscenza.
Secondo Falcomatà «Città della “conoscenza” è la parola chiave: i cittadini devono conoscere meglio possibile il posto in cui si trovano, conoscerne i punti di forza, conoscerne anche i punti di debolezza per poter essere cittadini attivi e protagonisti degli interventi che andranno a trasformare le debolezze in forza. E conoscenza, infine, perché “conoscenza” è educazione, cultura, solidarietà, aiuto nei confronti del prossimo, tradizione e avere le basi per poter scrivere il futuro della città».
Come chiarito dall’assessore Paolo Malara: «Il Masterplan costituisce per la Città dello Stretto una sfida senza precedenti, ma anche un’opportunità senza limiti per modellare un futuro sostenibile per le future generazioni, unendo la sostenibilità ambientale, il benessere e crescita economica e sociale con la rigenerazione della città. Il progetto, che ha coinvolto team tecnici di professionisti, esperti, istituzioni e società civile, si concentra sulla creazione di spazi pubblici di qualità, sulla promozione della mobilità sostenibile e sulla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale».
«Non è uno strumento di cui ci si deve dotare per legge – ha concluso – ma è di carattere volontario. Esso costituisce la base di un lavoro corale fatto da persone che poi dovrà essere perseguito dal mondo della cultura, della conoscenza, dall’Università che deve entrarci in modo pesante, così come le comunità e le Amministrazioni».