Medici cubani a Vibo, Lo Schiavo e Mammoliti: Prime risposte a nostre richieste

I consiglieri regionali Antonio Lo SchiavoRaffaele Mammoliti, hanno espresso soddisfazione per l’arrivo dei primi medici cubani a Vibo Valentia, sottolineando come siano «segnali tiepidi ma comunque incoraggianti nell’alveo di un percorso mirato a far uscire il sistema sanitario vibonese da quel cono d’ombra in cui è stato relegato da decenni a questa parte».

«Intanto – hanno spiegato i due esponenti – vi è da registrare la riapertura del reparto di Medicina dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Riapertura che consentirà anche di alleggerire la pressione sul Pronto soccorso, garantendo assistenza a quei pazienti che spesso non trovano collocazione in reparto e rischiano di sostare a lungo in condizioni precarie all’interno dello stesso Pronto soccorso».

«Inoltre, nel corso dell’ultimo Consiglio regionale – hanno proseguito –, a seguito di un’interlocuzione con il presidente della Giunta Roberto Occhiuto, dallo stesso ci è stato comunicato il prossimo invio di personale medico cubano all’ospedale Jazzolino con il nuovo contingente che arriverà in Calabria. Almeno 20 medici cubani (sui primi 40 dei 120 che dovrebbero arrivare), è infatti destinato al nosocomio vibonese. Una soluzione, questa, che abbiamo invocato da tempo e che va nella direzione da noi auspicata, per un risultato che consideriamo anche il frutto della nostra determinata battaglia politica sul punto. Primi segnali incoraggianti ma certamente non risolutivi delle gravi carenze sofferte dalla sanità vibonese rispetto alle quali auspichiamo maggiore attenzione e determinazione».

«Ricordando come resti assolutamente prioritario l’avvio dei lavori di realizzazione del nuovo presidio ospedaliero e, al contempo, il potenziamento dei servizi sugli ospedali esistenti nel territorio provinciale – hanno detto ancora –. Azione che passa anche attraverso l’investimento, già programmato, in adeguate apparecchiature mediche, l’implementazione dell’atto aziendale, l’abbattimento delle liste d’attesa».

«Su quest’ultimo punto – hanno concluso Lo Schiavo e Mammoliti – attendiamo di ricevere elementi concreti da parte dell’azienda sanitaria, che certifichino l’effettiva diminuzione dei tempi di erogazione delle prestazioni sulla base di dati statistici certi. Così come attendiamo la pubblicazione sul sito istituzionale di notizie ufficiali sull’iter di avvio dei lavori del nuovo ospedale e, successivamente, di un rapporto periodico rispetto allo stato di avanzamento dei lavori». (rvv)

L’OPINIONE / Santo Gioffrè: L’annuncite, ovvero i gattopardi delle tre Calabrie

di SANTO GIOFFRÈ – Oggi, come ieri e, pure, come domani, abbiamo appreso, attraveso il candor soave sprigionato dal ricercato dire del Governatore delle Calabrie, l’ennesimo rilancio che, altro non è, se non fumo venduto come arrosto di vitellina da latte.

Fumo, insomma e basta! L’altro, invece, il Governatore della Calabria Citra, Ultra Prima e Ultra Seconda, lo lascia ad un’opposizione Consiliare e Parlamentare (e non annovero i 5 stelle. Quelli, per lo sfregio arrecato alla rappresentanza popolare, non li considero. Sono altro… Niente!) e nei territori, che è solo vergognosa per come si sta comportando. Oggi, il Governatore, ecc. ecc. euforico per l’occasione televisiva, ha annunciato, tranquillamente e con sorriso a 375 gradi, che, dopo i Medici Cubani, in Calabria, potrebbero arrivare Medici dall’Albania.

Ora, se io fossi un maghero delle brughiere acquifere del Petrace, penserei alla trovata di un mio qualsiasi, grande concorrente. In effetti, l’annuncio del Governatore delle tre Calabrie, è un ribollir del subconscio che si fa verità. Occhiuto, è fin dal suo insediamento che annuncia… L’annuncio, dal punto di vista strategico, è un’azzardo di scuola; mira a saggiare la reazione. Occhiuto annuncia… Con l’annuncio si è preso il Commissariamento della Sanità, e il tavolo Adduce, puntuale, dice che dopo un anno, la situazione sanitaria, in Calabria, si è aggravata moltissimo… Ma lui, annuncia lo stesso. Ed annuncia una nuova Dbe, l’azienda Zero che, ovviamente, non parte mai perché, tecnicamente, non può funzionare. Forse, fittiziamente, la si imbelletta, ma non potrà mai funzionare.

Annuncia che è stato stabilito l’entità del buco della Sanità Calabrese, ma non dice nulla sul fatto che l’Asp di Reggio Calabria da 10 anni è senza bilancio, così come Cosenza e tutte le altre. Può essere accertato un qualsiasi debito se le Asp non hanno bilanci consolidati perché, ab origine, non esistevano carte contabili certe? Si può fare? Come? Ma, non è di questo che voglio parlare. Pur dovendone parlare, però. Che significa “che potrebbero arrivare, dopo i Medici Cubani, Medici Albanesi?”(I Cubani per i Comunisti e i diseredati Calabri e gli Albanesi per gli Arbëreshë?).

I Medici Cubani stanno svolgendo un lavoro eccezionale nel tenere attivi alcuni reparti. E se, per assurdo, venissero integrati, per sempre, diverrebbe patrimonio valoriale di questa Terra. Ma Occhiuto, però, non è che deve pensare che con le toppe e gli annunci, risolve le cose. No, anche perchè, avendo favorito la proposta di legge sull’autonomia differenziata, Occhiuto non può pensare che basti fare annunci o buttare, tutto, sulle spalle dei Medici Cubani o Albanesi che siano,basti a saziare l’ignoranza e l’abulia dei Calabresi. No, non può e non deve perché in Calabria non si è tutti ignoranti, abulici o asini tirati per la gavezza.

E no! Primo, perchè in mezzo a tutta questa confusione di annunci, non è che non siano state fatte alcune certe operazione, eccome se ne sono state fatte. Sono arrivati Medici Cubani ma, anche, improvvisi Cattedratici(?)

Come interverranno sul territorio? Cioè, voglio dire, il sistema dell’emergenza-urgenza, delle acuzie, per dirla col ghigno del leghista veronese Tosi, in Calabria, ora, è attivo? Perchè la Calabria, unica regione, rimane dentro I rigori del Piano di Rientro? Basta fare un annuncio di ricognizione del debito della sanità regionale che io, in altro scritto, tra l’altro ho confutato perchè qualcosa mi suonava storta, per dire che tutto va bene?

E la ricostruzione dei bilanci, per sapere chi e quante volte si è pagato la stessa fattura, per es. con l’ottemperanza a Reggio Calabria e, dopo 2 anni, con transazioni alla BDE a Catanzaro, che si fa, la si butta in cavalleria? Un’ultima cosa: il 10 anni, la Calabria ha dato alle 4 Regioni del Nord, 2 miliardi e 700 milioni di euro per poter garantire cure efficaci ai suoi abitanti. Ora, con gli annunci o con le storielle, si possono tappare buchi, non dare un colpo d’efficenza al sistema.

Anzi, come si sta notando, addirittura all’interno della stessa Calabria, Citra, Ultra Prima e Seconda, si rischia di creare diversi sistemi sanitari d’assistenza e cure per gli stessi Calabresi. Perché continuare a dare 320 milioni di euro alle Regioni leghiste e del PD del nord e non, subito, abbattere questo bubbone facendo una semplice operazione di buon senso? Invece di fare gli gnorri consapevoli, perchè non si fa un accordo per risolvere, immediatamente, la gravissima situazione, coinvolgendo Emergency? C’era una proposta di Gino Strada. Loro avrebbero organizzato, per 10 anni, le acuzie e la rete territoriale specislistica.

Qui, in Calabria abbattendo, subito, il pendolarismo sanitario. Anzi, attraendo utenza. Tutto per i prossimi 10 anni. Il finanziamento da reperire nella voce di bilancio: pendolarismo sanitario calabro verso le regioni del Nord. Non solo organizzazione di alta specializzazione della sanità, ma formazione di Medici e personale paramedico.Governatore, lei, per pararsi le parte nobili, ha rotto rigidità mentali e politiche portando i Medici Cubani e, poi,forse, gli Albanesi. Ma queste cose non garantiscono strategie strutturali permanenti. Salvo che, il tutto, non faccia parte di una precisa strategia… In questo caso, rimango in tacita attesa. Ma non starò muto! (sg)

1° GIORNO DEI MEDICI CUBANI IN CALABRIA
AIUTO IMPORTANTE ALLA SANITÀ MALATA

di MICHELANGELO TRIPODI – In questi giorni stanno prendendo servizio negli ospedali calabresi i primi 51 medici cubani (13 donne e 38 uomini) giunti in Calabria a fine dicembre 2022, in base ad un accordo voluto dal Presidente della Regione Roberto Occhiuto e firmato a fine luglio 2022 con la società a partecipazione statale cubana Comercializadora de servicios médicos cubanos (CSMC).

Il soccorso cubano alla Calabria, primo del genere nell’Unione Europea, è il frutto dell’Adpc (Accordo di Dialogo Politico e di Cooperazione) tra l’Unione europea e la Repubblica di Cuba (Decisione (Ue) 2016/2232 del Consiglio del 06 dicembre 2016). I cinquantuno medici sono il primo contingente di un gruppo più ampio: l’accordo riguarda, complessivamente, 497 professionisti e dovrebbe aiutare, per i prossimi tre anni, il servizio sanitario regionale a rispondere all’ormai cronica assenza di personale medico specializzato.

I 51 medici cubani, in queste settimane hanno svolto un corso intensivo di lingua italiana, presso l’Unical di Rende (CS). Da oggi 23 gennaio i medici cubani cominceranno la loro attività professionale nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria (10 nell’ospedale di Gioia Tauro, 16 in quello di Locri, 9 a Melito Porto Salvo e 16 nell’ospedale di Polistena).

L’avvio dell’operazione è stato battezzato dall’ambasciatrice di Cuba, Mirta Granda Averhoff, che è venuta in Calabria per incontrare i medici, insieme al Presidente Occhiuto. Ancora una volta, come Fidel Castro aveva più volte detto in passato, “Cuba non esporta bombe, ma medici che salvano le vite”.

La scelta difficile e coraggiosa assunta dal Presidente Roberto Occhiuto, che non dimentichiamolo è espressione di Forza Italia, è stata motivata dalla condizione disastrosa in cui versa la sanità calabrese, alla quale i 12 anni di commissariamento governativo, con la nomina di personaggi spesso totalmente incompetenti e inadeguati, hanno dato il colpo di grazia.

È una scelta che sosteniamo e condividiamo contro i tentativi di bloccare l’operazione, anche perché si muove controcorrente: in un mondo segnato da muri e barriere è assai importante che dalla Calabria parta un messaggio forte di apertura, dialogo e condivisione.
Oggi la Calabria è collocata all’ultimo posto della graduatoria nazionale per quanto riguarda i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre ogni anno circa 300 milioni di euro del fondo sanitario regionale vengo trasferiti in altre regioni, per coprire la massiccia emigrazione sanitaria (circa il 20% dei ricoveri di cittadini calabresi viene effettuato presso strutture sanitarie del Nord o comunque fuori dalla regione).

Inoltre, una parte importante delle risorse pubbliche vanno verso la sanità privata, che continua ad ingrassare, mentre cala sempre più il livello di garanzia, di tutela e di assistenza sanitaria nel settore pubblico e il diritto alla salute continua ad essere negato. La presenza dei medici cubani servirà, quindi, ad affrontare l’emergenza di una situazione in cui è gravissima la mancanza di medici, visto che molti bandi sono andati deserti, e ad impedire la chiusura di interi reparti e di diversi ospedali, ma la soluzione definitiva dei problemi della sanità calabrese deve ancora arrivare e va ricercata ed individuata con la massima celerità.

In Calabria la sanità ha bisogno di una riforma strutturale, a partire dalla realizzazione di nuovi ospedali, dalla stabilizzazione del personale sanitario precario, dal reclutamento a tempo indeterminato dei medici e paramedici mancanti (si parla di una carenza di almeno 8.000 unità tra medici, infermieri, tecnici, Oss, ausiliari, ecc.), dall’aumento dei posti letto e delle terapie intensive, dal potenziamento della medicina sul territorio, garantendo i servizi sanitari fondamentali, erogando nuovi servizi e prestazioni ai cittadini, eliminando le lunghe liste d’attesa e bloccando l’emigrazione sanitaria per rendere effettivo ed efficace il diritto alla salute per i cittadini calabresi, con un’offerta sanitaria che possa essere soddisfacente.

Più in generale occorre finirla con la politica dei tagli sulla sanità, aumentando le risorse finanziarie investite nella sanità, garantendo una sanità pubblica, efficiente, di qualità e gratuita in tutte le regioni con un servizio universale, senza avere sanità di serie A al nord e di serie B al sud. Inoltre, occorre abolire il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina che ha provocato danni enormi e una grave carenza di medici nella sanità italiana.

Una buona notizia, comunque, è arrivata recentemente in Calabria con l’attivazione, a partire dell’anno accademico 2023/24, presso l’Unical dei nuovi corsi di laurea in infermieristica e in Medicina e chirurgia: ciò, nel prossimo futuro, darà un contributo importante al sistema sanitario regionale, raddoppiando il numero dei laureati nelle professioni sanitarie che usciranno dalle università calabresi.

Rimane il fatto che la Regione Calabria, guidata da un Presidente che non è mai stato comunista, si vede costretta a “chiedere aiuto ai comunisti” (come, d’altronde, hanno scritto i giornali di destra per attaccare questa operazione), riconoscendo l’eccellenza di un modello sanitario di un paese come Cuba, che è bersaglio della destra neoliberista mondiale ed europea perché, nonostante l’embargo statunitense che dura dal 1962, è riuscita a costruire negli anni un sistema sanitario, educativo, sportivo e culturale di eccellenza, esempio per tutti i paesi in via di sviluppo.

Che i medici cubani aiutassero a salvare vite in ogni parte del mondo era una realtà conosciuta da tempo, ma non pensavamo mai che questa missione avrebbero dovuto compierla in una regione della ricca e potente Europa capitalista. Evidentemente il mondo sta cambiando e questi sono i segnali che sono possibili anche cambiamenti positivi. (mt)

[Michelangelo Tripodi già consigliere e assessore regionale]

L’OPINIONE / Santo Gioffrè: I medici cubani non sono un fenomeno da baraccone

di SANTO GIOFFRÈ – È commovente questo abbraccio di benvenuto verso i Compagni Medici Cubani nella desolata Provincia reggina. Professionisti con una preparazione scientifica di altissimo livello che operano in ben 53 Paesi al Mondo.

Zone di guerra e, soprattutto, Paesi del III mondo dove non esiste alcun genere di assistenza sanitaria, come in Calabria. Vengono perché un furbissimo e disperato Occhiuto, dopo tanto blaterare, si è accorto che i gruppi sono arrivati dove non batte mai il sole e il Comunismo è il suo unico sole dell’avvenire. Ma, anche, perché si è accorto che essere Calabresi vale fino a dopo Laino Castello.

Poi, rimane il core, la Tarantella, la supprazzata e la Calabria meravigliosa, tanto che nessun medico calabrese, che lavora nel favoloso Nord, è voluto tornare nella Terra dei Padri e dove abbiamo il sole, l’Aspromonte, la Sila, il favoloso mare. A ragione, dico io. Si troverebbero ad operare in katoi, senza alcuna rete di protezione, dentro un sistema che, introitato il concetto del Calabrese animale da circo, hanno rubato, in piena tranquillità e impunità, miliardi e, pure, le maniglie delle porte. Ma, torniamo ai compagni medici cubani… grande afflato, dicevo.

Selfie, pacche sulle spalle… d’altronde, quando capiterà, più, di vedere gente che viene da uno degli ultimi paesi Comunisti al mondo, dove si applica la pianificazione totale, in economia e la Medicina ha, solo, la finalità del benessere fisico delle Persone? Già! La stessa propulsione all’accoglienza, i Sindaci, gli inviati della Regione, presenti in massa in queste dolci ostentazioni, dovranno garantirla nei luoghi in cui i Medici opereranno.

Perché io non voglio peccare, conoscendo l’andazzo, di ritrosia retrostrutturale del mio sub-coscienzioso pensiero e, cioè, di non trasformare i Compagni Medici Cubani in fenomeno da baraccone, oppure, usarli o trattarli con sufficienza, tipo, non dando i cambi nella turnazione o fargli fare turni massacranti. Attenti, i Medici son venuti ad aiutare e a lavorare, da Professionisti… (sg)

I medici cubani sono arrivati a Locri, Calabrese: «Grazie per il vostro lavoro»

I medici cubani sono arrivati a Locri. I 16 medici, che presteranno servizio all’Ospedale di Locri per i prossimi due mesi, sono stati accolti dall’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, portando i saluti del presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

Insieme all’assessore Calabrese, l’Amministrazione comunale di Locri, oggi guidata da Giuseppe Fontana, accompagnato dall’assessore alle politiche sociali Domenica Bumbaca, e il neo assessore Marco Cavaleri. Presenti anche i consiglieri regionali Giacomo Crinò e Salvatore Cirillo e rappresentanti istituzionali che hanno salutato i medici mostrando disponibilità e supporto, ribadendo la carenza dei medici nei nostri ospedali e esprimendo condivisione per tale azione che può solo potenziare e creare cooperazione.

I medici, infatti, lavoreranno a supporto della sanità calabrese, grazie all’accordo stipulato da Occhiuto col sistema sanitario internazionale. Grazie ad esso la sanità calabrese potrà avvalersi di validi medici che già hanno operato in molte Nazioni e su più fronti, a supporto dei qualificati medici che lavorano sul territorio.

Dopo l’intervento dei vari esponenti, l’assessore Calabrese ha rimarcato  «la valenza di questo accordo che, su decisione del presidente Occhiuto, oggi costituisce un modello alternativo, e ricordato, quanto già precisato dal presidente, che si può iniziare a rispondere alla distorsione del mercato delle professioni sanitarie, che sta creando profonde difficoltà al sistema della sanità pubblica, tra tutti i medici a gettoni inseriti nelle cooperative. La medicina cubana è di eccellenza ed è riconosciuta in tutto il mondo. La Regione ha utilizzato le opportunità offerte da un accordo di cooperazione fatto dal Governo cubano e dalla Commissione europea».

«La priorità – ha proseguito Calabrese, che già da primo cittadino della città locrese per dieci anni ha lottato duramente per ridare dignità alla sanità e ha rivendicato più volte il diritto alla salute,  è quella di espletare le procedure concorsuali finalizzate all’assunzione stabile di medici e personale sanitario e si sta lavorando per impiegare tutte le risorse finanziate per la programmazione e riqualificazione del nosocomio. Questo intervento non è risolutivo, non vuole penalizzare o sottovalutare i nostri professionisti, ma è la fase di una nuova sanità, un nuovo inizio».

«Il presidente Occhiuto – ha evidenziato infine l’assessore – ci ha creduto con determinazione e convinzione senza arrendersi, superando ostacoli burocratici, pregiudizi e falsi allarmismi. Oggi è un giorno importante per tutto il territorio. Abbiamo lottato per anni perché la sanità è la priorità per il benessere fisico e sociale di una comunità. Abbiamo e stiamo soffrendo la carenza di medici e oggi possiamo solo gioire per questa importante entrate dei medici che daranno il loro apporto. Una azione di cooperazione internazionale e di alta valenza sociale».

I sedici professionisti inizieranno a lavorare lunedì prossimo e saranno ospitati all’ostello della Gioventù, gestito dal consorzio Goel, guidato da Vincenzo Linarello, presente all’evento. Un luogo di riscatto sociale da dove può partire una nuova fase di rinascita. (rrc)

Il Centro Linguistico di Ateneo UniCal, l’attenzione e la dedizione per il territorio

Il Centro Linguistico dell’Università della Calabria sta formando i medici cubani che andranno a rinforzare la rete del sistema sanitario locale.

«In questo inizio 2023 – si legge in una nota –  il Team linguistico e tecnico-amministrativo non è quindi impegnato soltanto con le attività linguistiche rivolte alla popolazione studentesca dell’Università, ma anche con il progetto che mette in prima linea l’impegno del Centro per il territorio. Il Centro Linguistico UniCal non è nuovo ad iniziative e progetti che abbiano una ricaduta forte sul territorio».

«La terza missione dell’Università – si legge ancora – quando rivolta alle competenze linguistiche, è stata sempre pienamente appoggiata dal Cla, con la creazione di attività ad hoc dedicate a diverse categorie. Si fa riferimento, ad esempio, al Clil, che ha visto il Centro organizzare e coordinare le attività in diversi punti della regione. Il programma è stato realizzato al fine di formare i docenti, promuovere e implementare un nuovo modo di proporre la didattica agli studenti delle scuole secondarie superiori. Innumerevoli, poi, i progetti organizzati e ideati per la comunità accademica, dai corsi per i dottorandi, all’attenzione verso il personale tecnico amministrativo dell’università stessa».

«Ma non solo. In seguito all’impegno profuso dalla professoressa Argondizzo – continua la nota – l’intero Centro Linguistico ricopre ruoli di prestigio dal punto di vista nazionale e internazionale. Il Cla, infatti, ha svolto funzioni di Segreteria (2010-2013) e svolge funzione di Presidenza per ben due mandati (2013-2016; 2019 ad oggi) dell’Associazione Italiana Centri Linguistici di Ateneo. In virtù di tale prestigiosa posizione è, quindi, capofila di circa 50 Cla Italiani. L’impegno profuso a livello internazionale si palesa con un Centro Linguistico che attualmente, svolge anche le funzioni di Vicepresidenza del CercleS, Confederazione Europea dei Centri Linguistici di Alta Formazione, a cui aderiscono oltre 360 Centri dislocati in tutti i Paesi dell’Unione».

«Di recente – conclude la nota – lo Staff del Cla ha festeggiato i Venticinque anni di attività organizzando un seminario che ha visto la partecipazione di studiosi e studiose provenienti da tutta Europa che si sono ritrovati dal vivo o in collegamento digitale per intervenire in una due giorni di lavori rivolta alle Best Practice dei diversi Centri Linguistici. Il programma attuale realizzato per i medici provenienti da Cuba non è che la conferma di un impegno verso il territorio di un Centro che saprà continuare ad interfacciarsi positivamente con il contesto in cui si trova». (rcs)

Sanità, Occhiuto: I medici cubani non ruberanno alcun posto di lavoro

I medici cubani sono un ponte per evitare il tracollo delle strutture ospedaliere in Calabria, non per rubare il posto di lavoro ai medici calabresi. È quanto ha ribadito il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in una intervista a La Repubblica.

E, proprio riferendosi ai medici calabresi, Occhiuto ha garantito che «quando ci saranno o decideranno di partecipare ai concorsi che continuiamo a bandire saremo felici di assumerli. Il paradosso è questo. Che la sanità calabrese può assumere, ma diciamo che ha difficoltà di reclutamento».

«È chiaro che questa non può essere una soluzione strutturale – ha proseguito – ma una soluzione ponte per evitare un tracollo di alcune strutture ospedaliere. La sanità calabrese è stata distrutta da 12 anni di commissariamento in cui non solo non sono mai stati aumentati i livelli di prestazione, ma non sono mai neanche stati fatti i conti sull’ammontare del debito. Noi abbiamo bisogno di 2.500 medici, 500 dei quali subito se non vogliamo chiudere pronto soccorso e reparti».

In merito alla questione che in Italia non ci siano medici disponibili, il Governatore ha spiegato: «No, qui abbiamo fatto e stiamo facendo concorsi per assunzioni a tempo indeterminato, ma non troviamo gli specialisti che servono. Evidentemente il sistema sanitario calabrese è poco attrattivo e il turnover non è stato garantito dal numero chiuso all’Università. In più molti medici ospedalieri si dimettono».

«E sa perché? Per una stortura del sistema – ha spiegato –. Si dimettono perché trovano più conveniente andare a lavorare nelle cooperative che forniscono medici a gettone. Qui in Calabria un medico a gettone prende 150 euro all’ora. Un medico così puó arrivare a costare fino a 50 mila euro al mese e non ce lo possiamo permettere».

Sul ricorso ai medici cubani che non è stato visto di buon occhio dall’Ordine dei Medici, Occhiuto ha spiegato che «noi abbiamo utilizzato un varco normativo, quello dell’emergenza Covid, che non prevede l’iscrizione all’Ordine dei medici. Ma, aldilà di questo, io ho avuto l’impressione di aver toccato qualche interesse. Se andiamo a guardare i fatturati che stanno sviluppando queste cooperative a gettone forse capiamo perché. Preferisco pensare che questo nostro modello potrebbe essere adottato da altre Regioni in difficoltà come noi». (rrm)

Medici cubani, L’OPINIONE / Pasquale Amato: Perché la formazione a Rende quando c’è l’Università per Stranieri a Reggio?

di PASQUALE AMATO – I primi 50 medici cubani giunti in Calabria – pur essendo destinati alle strutture sanitarie reggine, che sono le più sguarnite di personale – sono arrivati a Lamezia e non a Reggio, sono stati portati alla Cittadella di Germaneto per essere ricevuti dal Presidente (li avrebbe potuti ricevere a Reggio).

Ora  vengono portati a Reggio per le procedure di accesso presso l’Ufficio Emigrazione. Tuttavia saranno trasferiti a Rende per il corso di formazione linguistica che faranno all’Unical.

Eppure a Reggio esiste – con personale docente qualificato che da decenni insegna la lingua italiana a stranieri – l’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, unica nel Sud e Isole e una delle tre d’Italia assieme a Perugia e Siena. Si faccia avanti chi si fa venire il prurito quando si parla e si scrive di “Regione Straniera”. E per favore nessuno dica che siamo “campanilisti” quelli che non ci stiamo a subire soprusi e schiaffi continui.

E per cortesia, nessun politico reggino, nel caso decida di denunciare questo ennesimo smacco, apra il suo intervento con la frase “sia chiaro che non parlo per campanilismo”, gettandosi così ancora una volta la classica “zappa sui piedi”. (pa)

I medici cubani a lezione d’italiano all’Unical

Il 2 gennaio partirà, all’Università della Calabria, un corso intensivo di italiano per i 50 medici cubani chiamati dalla Regione a supporto della sanità.

Il corso sarà coordinato dalla prof.ssa Carmen Argondizzo. Al momento all’Unical sono iscritti anche altri quattro medici cubani e un medico dominicano, studenti di Scienze della nutrizione. I cinque studenti, immatricolati tra il 2019 e il 2021, hanno potuto iscriversi all’ateneo grazie ad una borsa di studio sul progetto Pac Unicaribe, finanziato dalla Regione Calabria, di cui è responsabile scientifico il professor Lorenzo Caputi, delegato del Rettore per le relazioni con la Repubblica di Cuba, la Repubblica Dominicana e la Repubblica di Costa Rica. E anche gli stessi medici in arrivo da Cuba potranno beneficiare di una borsa di studio nell’ambito dello stesso progetto. 

La relazione tra Unical e Cuba è, d’altronde, consolidata attraverso una stretta relazione con l’Università di Santiago de Cuba, attraverso la quale nel 2017 sono stati immatricolati nel campus italiano i primi 6 studenti cubani. Negli anni, il numero di iscritti è aumentato notevolmente e, attualmente, conta un totale di 240 studenti provenienti dall’isola caraibica che si sono contraddistinti per l’elevato profitto negli studi. Non è un caso è stata proprio una studentessa cubana a parlare a nome degli studenti nella cerimonia di apertura dell’attuale anno accademico.

I medici cubani frequenteranno lezioni di formazione finalizzate al consolidamento delle competenze linguistiche italiane, organizzate dal Centro linguistico di ateneo, con un corso intensivo di 60 ore più 20 facoltative.

L’esigenza di concentrare i tempi nasce dalla considerazione che il personale medico verrà impiegato, nell’arco. di poche settimane, all’interno delle strutture ospedaliere. Di conseguenza, sarà necessario un supporto linguistico che, nell’immediatezza, possa dare ai medici cubani la possibilità di immergersi nel contesto sociale regionale e riesca, con linguaggio semplice ma accurato, a comunicare per socializzare e per espletare le mansioni professionali. 

In particolare, l’erogazione di corsi consentirà al personale medico cubano di apprendere la lingua italiana per raggiungere obiettivi di tipo professionale (come ad esempio: interagire con i propri colleghi, socializzare con i pazienti e capire le loro esigenze, partecipare a riunioni professionali, comprendere testi di carattere medico-specialistico) e facilitare le relazioni interpersonali nell’ambito della comunità professionale e all’interno del contesto territoriale. Terminati i corsi, i professionisti saranno assegnati dalla Regione, secondo le diverse esigenze e specializzazioni, nelle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. (rcs)

Sanità, sono arrivati i 50 medici cubani

Sono arrivati in Calabria i 50 medici cubani. Lo ha reso noto il presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, ribadendo che «non ruberanno alcun posto di lavoro ai medici italiani, ma ci aiuteranno a tenere aperti reparti e ospedali».

«Il 2 gennaio – ha aggiunto – inizieranno il corso presso l’Università della Calabria e appena saranno pronti cominceranno a lavorare negli ospedali calabresi. Continuiamo senza sosta a cercare medici italiani tramite i concorsi, ma adesso il pericolo era di dover chiudere strutture sanitarie per carenza di personale».

«Ringrazio, per il lavoro svolto in questi mesi – ha concluso – indispensabile per raggiungere questo obiettivo, il direttore generale della Salute, Iole Fantozzi, i dirigenti del Dipartimento, e il mio consulente giuridico, il vice avvocato generale dello Stato Ettore Figliolia. È nostro dovere affrontare l’emergenza con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, per garantire cure e servizi ai cittadini calabresi. Non ci faremo fermare». (rcz)